Sangue su Tela, Role al Presente - Santuario delle Tre Vie

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view post Posted on 19/7/2018, 20:14     +1   -1

The Pine

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Rugiada

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Non credevo affatto che andasse così, dopo quella riunione... Ma non dovrei esserne sorpreso. Forse al Priore non ho dato sicurezza, non tanta almeno da farmi andare lì insieme agli altri in prima linea, e non ne sono affatto sorpreso. Quanto ho detto quel giorno mi ha reso probabilmente alle sue orecchie - fin troppo vecchie per certe stronzate - una mina vagante, o per meglio dire, un braccio armato che ancora non sa bene a chi rivolgere l'arma. Per questo mi ha lasciato qui al santuario, come guardia, insieme ai più giovani e ai più vecchi.

E forse, forse, è meglio così.

Non poter dar fede alla parola data a quella creatura mi inacidisce la bocca e il cuore, ma non solo per una questione d'onore. Ricordo, quel giorno. Ricordo quel giorno con... Sofferenza.

Il pastello mi si spezza fra le dita. Ho stretto troppo. Sollevo lo sguardo dal foglio, innalzandolo verso il tempio di Jashin, illuminato da questa bella luna d'inverno. Stasera volevo stare solo con me stesso, esercitarmi nel disegno, e invece i ricordi frugano e cercano, richiamando con forza di nuovo lei. Il motivo per cui l'ho fatta, quella promessa... E il motivo per cui ora le mie dita sono sporche di cera. Sospiro, amaramente. Chissà come sta. Chissà se sta bene. Chissà se la Creatura esaudirà la mia richiesta.

Il pastello scivola per terra, spezzandosi di nuovo cadendo sul selciato della strada. Questo tetto è tremendamente gelido, ora che ci faccio caso, e la brezza invernale che mi scivola dentro le maniche non aiuta di certo a renderlo più caldo. Le gambe ciondolone verso la strada di sotto dolgono un po'. Mi sa che è un bel po' d'ore che sto qui. Sì, i fogli strappati in giro lo confermano. Uff... Che cazzo, odio non avere nulla da fare, ma il Priore insiste che io prenda qualche giorno libero dai turni di guardia e all'infermeria.

Beh, ho un altro foglio, no? Peccato che mi si sia rotto proprio il pastello nero. Dovrò riformarlo. Irrigidisco un po' la mano destra, sorreggendo la carta con la mancina, quindi lascio defluire il chakra sulla pelle delle dita. Il pizzicore inizia subito. La pelle si ingrigisce, trascinando via sangue e grasso dai pori per riformare il piccolo cilindro di cera fra indice e pollice. Ormai sono diventato veloce nel farlo, per quanto il bruciore va peggiorando. La secchezza della pelle, privata del suo sebo, insieme ai capillari delle dita infranti mi rendono doloroso anche solo sorreggerlo, questo pastello. Che tecnica del cazzo che ho inventato, riflettendoci. « Bah. » bofonchio sottovoce, poggiando la punta contro la carta, pronto a disegnare.

« Carina quella cosa, Netsubo-san. » - Ah, abbiamo compagnia, sembra. Anche qui su. Giro lo sguardo alle mie spalle, per vedere chi è il mio nuovo ospite. Lo esamino qualche secondo sotto la luce della luna. Capelli blu, portamento distinta, età impossibile da decifrare. « Oh, Seishin. Che ci fai qui su a quest'ora? » Lo conosco, per quanto più di vista che altro. Abbiamo scambiato qualche parola, di tanto in tanto, ma nulla di più. E' una delle Lame, qui al tempio, ma praticamente nessuno sa della sua formazione, se sia uno shinobi o altro. Sa combattere, questo è certo, essendo una Lama, ma io personalmente non l'ho mai visto in azione. E' un... Ragazzuomo particolare, molto educato e nella giusta misura eccentrico. Mi volto di nuovo sul foglio, riprendendo a disegnare. « Beh... Sei seduto sulla mia casa da un paio d'ore. Vedo le tue gambe dalla finestra. Dovrei chiedertelo io, non pensi? » - Ah. - « Ah. » faccio secco, pietrificandomi per un secondo. In effetti, non ha tutti i torti.

Faccio il finto tonto? Faccio il finto tonto. Non mi va di spostarmi, da qui il tempio si vede troppo bene. « Dopo pulisco tutto, non preoccuparti. » cerco di tagliare corto, scuotendo un po' la mano che sorregge il pastello nero appena formato per farci defluire di nuovo il sangue, così da togliere questo brutto pizzicore sotto la pelle e ricominciare a disegnare come si deve. Seishin nel frattempo, si lascia andare ad una risatina tranquilla. Mi hanno raccontato che è un tipo tranquillo, non credo che protesterà... E se dovesse farlo, beh, mi sposterò. Non voglio di certo litigare con un'altra Lama, specialmente di notte, e poi come ho già detto non è che posso dargli tutti i torti. « Com'è che fai a farli? » A quanto pare, invece, è in vena di chiacchiere. Un insonne anche lui? Questo spiegherebbe perché sta a fissare la mia gamba e mezzo dalla finestra da due ore. Sollevo le spalle.

« E' un po' complicato, richiede qualche competenza medica. Trascino dalla mia pelle il sebo come base del pastello, insieme al grasso presente nel sangue, quindi con i minerali presenti fra i tessuti gli do il colore. Ho imparato a farlo in fretta, ma ovviamente poi la mano mi da fastidio per una decina di minuti. » Traccio una linea nera sulla carta, iniziando di nuovo ad abbozzare la sagoma del santuario. Lui è ancora lì, lo sento mormorare tra sé e sé, riflessivo, ma non si avvicina. « Mhmh, mhmh. In effetti sembra complicato, ma molto interessante. Però, se mi permetti, Netsubo-san, vorrei chiederti una cosa. Perché proprio i pastelli? Sono un po'... Puerili. » Per tutti i Kami, il titubare su quella parola è stato così denso che potrei spalmarlo sul pane come miele. Non so se essere infastidito o meno, quindi mi limito a poggiare il pastello sul foglio, chiudere gli occhi e fare un bel sospiro. Perché, oh perché proprio questo tetto, Jashin?

« Ci sono affezionato, mi ricordano una persona. » Gli rispondo con la voce fatta di brina. E no, non è solo per la condensa data dall'aria gelida... E lui ricomincia a mormorare alle mie spalle. Ora voglia di disegnare davvero non ne ho più. « Mmmh... Capisco, capisco, Netsubo-san. Però, non è solo questo che volevo farti notare... Non fraintendere quanto sto per dire, però la tua tecnica... » - Okay, Seishin, dì quello che devi dire e piantiamola. Critiche sul mio lavoro né accetto poche, e principalmente da me. Mi volgo di tre quarti verso di lui, poggiando foglio e pastello sulle piastrelle, osservandolo con lo sguardo sbieco, attendendo leggermente innervosito. « Come dire... E' particolare e molto ricercata, però credo che tu ti stia sforzando inutilmente. Immagino che tu sfrutti i colori anche per altre cose, ma manipolare qualcosa di così solido dev'essere davvero faticoso. Ho sentito dire che sei in grado di poter disegnare per aria, ed è qualcosa di unico, ma hai mai provato a farlo con qualcosa di liquido? Tipo, non so... Colori ad olio? »

Assottiglio gli occhi, osservandolo attentamente. Okay, non sono più nervoso, ora sono curioso. Lo ammetto. Colori ad olio? In effetti... Sarebbe molto meno faticoso crearne e il procedimento non sarebbe affatto diverso. Abbasso lo sguardo, riflettendo osservando il vuoto. « Inoltre, ti consiglierei di attingere dal sangue vivo, magari non solo il tuo per farlo. Se capisci cosa intendo. Meglio il bruciore di un piccolo taglio che dissanguarsi attraverso la pelle, non pensi? » Merda. Ha ragione. Perché non ci avevo pensato?

« Mh. Sono belle idee, Seishin, ma, come ti ho detto, ci sono affezionato ai pastelli. » Questo punto, per quanto ora portato avanti ammetto per mascherare le mie negligenze tecniche, però è inamovibile. Torno con gli occhi verso quelli del ragazzuomo, cercando di fargli ben capire anche con lo sguardo la serietà della cosa... Ma lui ricambia la mia durezza con un sorriso educato, morbido e compassionevole.

« Chi te li ha regalati voleva che tu disegnassi, immagino. Beh, disegnare ha tante sfumature, Netsubo-san. Non puoi di certo restare ancorato a qualcosa di così basico... Dovrai esplorare anche altre dimensioni, prima o poi. Evolverti. Andare avanti. Non credi? »

« Mh... »

Mi giro di nuovo verso il tempio. Ha perso la luce giusta. Peccato. Sospiro, rimanendo fermo ad osservarne la sagoma, sempre più scura. Seishin non dice alto, si limita a ridacchiare di nuovo, quindi lo sento scendere dal tetto, tornando probabilmente a casa sua. Odio dover pensare certe cose. Odio doverlo fare prima di andare a dormire. « Shi! Ti cercano! E' urgente! » Beh, okay, sembra che invece non dovrò dormirci su.

 
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