Bugie a Fin di Bene?, Addestramento Medio con PG Sensei per Setsuna Hyuga (Luglio)

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view post Posted on 4/7/2018, 12:18     +1   -1
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Konoha
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L'intero villaggio era in fermento per le novità riguardanti i Bijuu e quali sarebbero state le prossime mosse dettate dalle alte sfere del palazzo dell'Hokage.
La tensione era palpabile nonostante sia gli shinobi che i semplici civili cercavano di non pensare al peggio e condurre la solita vita priva di ansie e preoccupazioni. Tra questi vi era anche Setsuna Hyuga, colei che aveva contribuito alla cattura del Nibi anche se non senza conseguenze per il villaggio che era stato teatro delle azioni del felino
Anche Kinji Uchiha aveva da poco terminato un incarico a dir poco complicato con l'Hachibi di mezzo; eppure lui e il suo team erano riusciti a rinchiudere la colossale bestia mezzo toro mezzo polpo nella sfera dell'ordine, per poi consegnarla al Taisei come era stato richiesto da Kataritsuen durante il summit dei Kage.
Era da un po' che i due amanti non passavano del tempo insieme, un po' per via degli impegni dovuti alla quotidianità dei loro compiti, un po' per timore da parte dell'Uchiha di stare troppo vicino alla kunoichi nelle sue attuali condizioni.
Kinji si trovava per le vie di Konoha, diretto alla magione della famiglia di Setsuna per poter chiedere di lei e magari parlare un po'; aveva notato da parte della Hyuga una certa freddezza durante l'ultimo incontro all'eremo e, proprio dopo essere venuta a conoscenza della morte di Arashi, non le aveva dato il conforto di cui aveva bisogno.


Non ne ho avuto modo. Non c'era tempo.

Pensò tra se e se, cercando di convincersi di aver agito per necessità piuttosto che per una sua mancanza. Erano successe talmente tante cose nel frattempo che gli risultava difficile immedesimarsi nelle emozioni altrui, come se ormai fosse stato prosciugato della sua umanità. Che fosse quello uno degli effetti dell'anello che portava suo malgrado al dito?
No, non voleva essere così, non poteva sopratutto adesso che voleva esserci per le persone a lui care in un momento di difficoltà che coinvolgeva tutti indistintamente a Konoha.
Fu proprio quando arrivò nei pressi di uno dei campi di allenamento all'aperto che intravide il colore della chioma appariscente della Hyuga; in un primo momento gli sembrò che fosse da sola, considerando il fatto che non c'era praticamente nessuno, ma subito dopo notò che un ragazzo dalla chioma corvina e dagli stessi occhi perlacei le si avvicinò amichevolmente.


Deve essere un membro del clan Hyuga a giudicare dal colore degli occhi. Forse sarà un suo amico o conoscente.

Restò quindi in disparte sperando che lo sconosciuto se ne andasse, ma invece quest'ultimo sembrò avere intenzioni completamente opposte: si atteggiava come se fosse in confidenza con Setsuna, ma dall'altra parte non sembrava esserci lo stesso tipo di tranquillità nel rimanere in compagnia l'uno dell'altra.
Visto l'atteggiamento sospetto, l'Uchiha cominciò ad avvicinarsi lentamente attivando la sua doujutsu per poter dare un'occhiata nella mente del ragazzo e cosa potesse volere dalla sua amata.
Il Vermiglio rimase leggermente spiazzato da ciò che trovò nei ricordi del suo obbiettivo: si era avvicinato a Setsuna con un secondo fine che poco si confaceva ad un amico o anche solo ad un conoscente, celandone la vera natura in una maniera così viscida da essere inaccettabile per il più grande.
Istintivamente un improvviso senso di rabbia prese possesso del Jonin e, prima che lo sconosciuto potesse anche solo posare la mano sulla spalla della kunoichi, si portò ad una velocità inaudita dietro la sua "vittima", bloccando l'arto con una presa più che salda.


- La prossima volta che ti avvicini a lei non mi limiterò a bloccarti...

Le parole affilate come lame, lo sguardo grave di chi era pronto a porre fine alla vita dell'avversario da un momento all'altro. Kinji emanava un'aura di aggressività che fino ad allora la Hyuga non aveva mai visto prima.

//Non perdo tempo in chiacchiere inutili. Sai come ruolo e sai benissimo cosa voglio quando mastero, quindi a te la tastiera e vediamo come reagisce Setsuna.
Ovviamente hai libertà di descrivere meglio questo NPC e come si approccia a lei fino ad arrivare al punto in cui interviene Kinji.//
 
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view post Posted on 14/7/2018, 11:42     +1   -1
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Quelli a seguire erano stati giorni piuttosto solitari per la Hyuga. Non era passato molto tempo da che aveva riportato a casa la misteriosa sfera luminosa contenente il demone felino dalle due code e un Hakurei ferito; dopo aver compiuto il suo dovere in quanto medico, accompagnando l'allievo presso la struttura ospedaliera per ricevere cure certamente migliori di quelle che poteva aver messo in pratica lei in un primo soccorso, aveva atteso almeno un giorno che si riprendesse del tutto prima di consegnare il cimelio rinvenuto in quel di Kawagoro nelle mani dell'Hokage, ma dopo quell'episodio - seppur fosse palpabile nell'aria un certo fermento per la comparsa dei demoni sia fra le fila militari che in quelle dei civili - tutto era tornato statico, immutato. Rimanevano tutti appesi a un filo, nell'attesa di nuove disposizioni o di notizie.
Setsuna, seppur costantemente circondata da persone che nutrivano sincera simpatia e grande rispetto per la sua persona, sia come medico che come donna, s'era come isolata dopo quell'episodio. I sorrisi che elargiva non erano splendenti come avrebbero dovuto essere e il tempo che dedicava all'allenamento era accresciuto a dismisura, come se, oltre al tenersi pronta per qualsiasi evenienza, volesse in qualche modo esorcizzare qualcosa. E in effetti quel qualcosa esisteva, seppur se lo portasse dignitosamente dietro senza dire una parola a nessuno. Non era facile parlarne, spiegare cosa sentisse dentro; era come se qualcosa si fosse rotto nel suo cuore e nel rimettere insieme i cocci avesse notato la mancanza di un tassello, che inevitabilmente riduceva ogni tentativo di ripresa a un nulla di fatto. Troppe cose avevano minato il suo equilibrio interiore, dalla morte di Arashi Kaguya alla perdita della piccola Himitsu. Ma non solo quello, no. C'era anche la questione dell'anello di Kinji, dei segreti e della preoccupazione. Sapeva che quel maledetto monile glie lo stava portando via, che lo stava inesorabilmente allontanando da lei. Giorno dopo giorno, nel silenzio di un tacito accordo con se stessa, sentiva il castano scivolarle fra le dita, senza poter fare nulla, senza poter avere voce in capitolo. E faceva male. Un male da morire, assieme a tutto il resto.

S'avvicinò al tronco di un albero, laddove la fronda rigogliosa proiettava una piacevole ombra in contrasto col sole cocente del mattino, e afferrò l'asciugamano - lasciata opportunamente a penzolare sul uno dei rami più bassi - per asciugarsi il viso imperlato di sudore. Aveva iniziato il suo addestramento alle prime luci dell'alba e già prima del mezzodì tutti i manichini che aveva adoperato per l'occasione giacevano malconci al suolo, o rimanevano miracolosamente in piedi con qualche shuriken conficcato con precisione millimetrica dove avrebbero dovuto esserci dei punti vitali, con qualche arto o pezzo di legno mancante. Non s'era risparmiata per nulla, e la mente in quel momento pareva sgombera da ogni pensiero, proprio come voleva. Bevve un lungo sorso d'acqua dalla bottiglietta che si era portata dietro, soddisfatta del lavoro e del momento produttivo, quando avvertì il rumore di quello che aveva tutta l'impressione di essere un applauso. Tadashi? No. Quella figura non eccessivamente muscolosa che stava avanzando in sua direzione non era quella del compagno, amico e confessore.
Lo squadrò la testa a piedi, con uno sguardo che aveva dell'interrogativo. Era palesemente uno Hyuga, ma non credeva di averlo mai visto in giro; portava un taglio piuttosto corto, castano scuro, leggermente più lungo davanti rispetto a dietro, mosso, e aveva un sorriso compiaciuto stampato sul volto. Perché mai? Inasprì un po' lo sguardo non appena questi gli si fece più vicino, nemmeno si sentisse derisa per la violenza che aveva sfogato direttamente sui pupazzi d'allenamento. -
Tranquilla, non sono qui per prenderti in giro. - cominciò il nuovo giunto non appena fu abbastanza vicino da notare l'espressione sul suo viso, alzando appena le mani come per discolparsi. - Ho apprezzato sinceramente lo spettacolo che hai dato. Sei una donna forte, tu.. e anche bellissima, se mi consenti. - e sorrise, nonostante avesse davanti un muro che, al primo complimento, cercò di simulare indifferenza e di trattenere un sospiro. - Non credo di conoscerti, ma ti ringrazio per i complimenti. Ora, se vuoi scusarmi, sono piuttosto impegnata.. - provò a tagliare corto la fanciulla dai capelli cobalto, posando la bottiglietta a ridosso del tronco e appendendo nuovamente l'asciugamano, pronta a rimettersi in moto per pulire il disastro appena compiuto e andarsene da li. - Aspetta un momento, ti aiuto. - fece quell'altro, al che Setsuna provò ad allontanarlo gentilmente, senza però ottenere alcun risultato se non un'accorata ostinazione da parte del ragazzo. Decise quindi di lasciarlo fare, di lasciarsi aiutare nonostante non ne avesse minimamente bisogno e nonostante la compagnia di qualcuno che non fosse un volto amico, in quel momento, la mettesse palesemente a disagio.
Fu più lui a tentare di intavolare una conversazione; a differenza sua, lei cercava di mantenere quella distanza tipica di qualcuno che non vuole ferire i sentimenti di nessuno ma che preferisce rimanere solo piuttosto che parlare del più e del meno. Faceva molta fatica a mantenere quei sorrisi di circostanza e cortesia. Avrebbe voluto allontanarlo con decisione, ma la sua gentilezza pareva attrarre quel ragazzo come una calamita. Prima o poi si sarebbe stufato di parlare, no? Glie l'aveva detto in fin dei conti: era impegnata, aveva tanto da fare e poco tempo a disposizione per farlo.

Mi avevano detto tante cose su di te, ma non che fossi così taciturna. - proruppe d'improvviso, suscitando la sua curiosità. Lo guardò negli occhi con cipiglio scettico. Qualcuno gli aveva parlato di lei? A che pro? - Credere semplicemente alle voci di corridoio senza prima verificare di persona è una cosa assai stupida. Come giudicare un libro dalla copertina, senza prima averne letto il contenuto: è sbagliato. - sentenziò lei, pronta a congedarsi con un saluto cordiale e l'ennesimo sorriso di circostanza. Ma all'ennesimo 'aspetta' seguito da un allungarsi della mano in direzione della sua spalla, qualcosa di inaspettato accadde a turbare l'apparente pacatezza di quella situazione. Sgranò gli occhi nel sentire quella voce perentoria, nell'osservare con quanta violenza il suo Kinji era piombato sul ragazzo, bloccandogli l'arto a mezz'aria e intimandogli di non avvicinarsi a lei. Il muscolo miocardico le perse un battito, combattuto fra la felicità di vedere l'amato e l'equivoco venutosi a creare senza un perché. D'accordo, quel ragazzo era un po' tediante e avrebbe fatto saltare i nervi a chiunque non avesse avuto quel briciolo di pazienza necessaria a sopportare le continue chiacchiere, ma non stava facendo nulla di male. Stava solo chiacchierando, appunto. - D'accordo, basta così. - disse, avvicinandosi al suo Kinji e tenendogli il braccio, intimandogli silenziosamente di mollare la presa sull'altro che lo guardava in cagnesco, byakugan attivo. - Lui stava giusto per andarsene, non è successo nulla. - continuò, con un sorriso imbarazzato delineato sulle labbra, prima di buttare un'occhiata eloquente in direzione dello Hyuga.

(Ti prego, vattene, non complicare le cose..)

Quello era il messaggio che sperava il ragazzo recepisse senza l'ausilio delle parole, mentre preoccupati i suoi occhi color perla tornarono a guardare il volto del suo uomo. Frapponendosi fra loro in quella maniera non aveva avuto modo di notarlo, ma era davvero fuori di sé: aveva gli occhi cremisi e le tre tomoe nere impreziosivano il suo sharingan mentre osservava altrettanto in cagnesco il suo interlocutore dagli occhi bianchi; sembrava fosse davvero in procinto di scoppiare, la calma prima dell'irrimediabile tempesta. Era chiaramente una situazione assai pericolosa, non ci voleva un genio a capirlo, e la sua fermezza nello stringere quel braccio, supplicando l'amato di lasciar correre e il nuovo arrivato ad andarsene da li, faceva a pugni col suo cuore che proseguiva a battere sordo contro il suo petto.. ma quello che desiderava accadesse pareva non essere destinato ad avverarsi, poiché il ragazzo, invece di ascoltare il suo consiglio, preferì mettersi a muso duro con l'Uchiha, vanificando ogni intento di pace. - Cosa credi di fare, eh? Vuoi picchiarmi? Uccidermi? Guardati.. che razza di figura credi di star facendo davanti a lei? Sei pa- - TAMARE! - lo interruppe Setsuna, colpita inconsapevolmente nel vivo da un perfetto sconosciuto che pareva quasi divertirsi a scavarsi la fossa da solo, a giudicare da come ghignava in faccia all'Uchiha. Strinse i denti e si morse il labbro inferiore, nervosa. - Vattene. Subito!

 
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view post Posted on 16/7/2018, 14:14     +1   -1
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Lunghi attimi di tensione passarono prima che le bella Hyuga intervenisse per placare sul nascere una possibile disputa; lo sconosciuto non aveva fatto nulla di male ai suoi occhi, oltre che essere eccessivamente insistente, ma purtroppo Kinji era capace di andare ben oltre le semplici intenzioni altrui grazie alle capacità dello sharingan in suo possesso.
Aveva scandagliato nella memoria di quel tale, e ciò che aveva trovato non gli piacque per niente. Nonostante Setsuna si fosse avvicinata al Jonin per dissuaderlo stringendo a sua volta il braccio dell'amato, quest'ultimo non sembrò avere occhi se non per il rivale davanti a se che aveva oltretutto attivato il byakugan.
Eppure a Kinji non era sfuggito che le successive parole della kunoichi fossero rivolte proprio allo sconosciuto per fare in modo che se ne andasse con le sue stesse gambe. Lo voleva proteggere, nonostante l'avesse importunata e l'intervento del Vermiglio le avesse risparmiato moine ben più pesanti.
In occasione diversa, il castano non avrebbe esitato a risolvere il conflitto con le semplici parole, eppure non riusciva a sorvolare in quel frangente.
Sapeva cosa aveva in mente lo Hyuga senza nome e non poteva lasciar correre rischiando che tornasse nuovamente ad importunare Setsuna nel momento in cui non fosse stato nei paraggi, approfittando della sua gentilezza e scambiandola erroneamente per interesse.
Inoltre lo sconosciuto non sembrò affatto intenzionato ad accogliere il consiglio della kunoichi dai capelli cobalto, anzi, rispose a tono sottolineando che stava facendo una pessima figura davanti alla ragazza mentre sul suo viso si definiva sempre più un sorriso sornione.
Tutto questo accadde prima che la Chunin dagli occhi perlacei non lo interruppe con foga per dirgli, stavolta senza mezzi termini , di andarsene.


- Ucciderti? No... questo è un campo di allenamento, quindi...

Rispose solo ad una parte delle accuse, come se il resto gli fosse scivolato addosso.
In un istante concentrò il chakra fuuton nel palmo della mano libera dalla presa di Setsuna e prima che uno dei due presenti potesse anche solo pensare di fermarlo, sussurrò al suo interlocutore senza staccargli gli occhi di dosso.


- Alleniamoci...

Con la stessa velocità con la quale era comparso sul campo di allenamento, Kinji indirizzò il palmo della sinistra carico di vento alla bocca dello stomaco dello Hyuga, tenendolo ancora saldamente con la destra per qualche secondo per farlo soffrire un po' prima di lasciarlo andare.
Il colpo fu talmente forte da scaraventarlo a decine di metri di distanza, ma di sicuro non fu letale volutamente: voleva lanciargli un messaggio, se fosse morto non avrebbe avuto senso avvertirlo.
Il Vermiglio guardò compiaciuto il risultato della tecnica, conscio di aver impartito una lezione che lo sconosciuto non avrebbe dimenticato in fretta. Setsuna invece osservò la scena atterrita: nonostante le sue preghiere di lasciar perdere lo scontro diretto, il suo amato aveva volutamente deciso di fare di testa propria.
A dirla tutta la Hyuga gli inveì contro, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato quando invece -secondo Kinji- l'aveva aiutata a togliersi dai piedi un seccatore che voleva approfittarsi di lei.


- Difendi un verme come quello? Hai idea di cosa stava pensando di farti? E sarei io quello che ha torto!?

Si accorse solo in un secondo momento di aver usato dei toni fin troppo accesi, eppure non era stato capace di calmarsi e tenere a freno la lingua, provocando una reazione violenta da parte di Setsuna, la quale lo colpì fisicamente con una tecnica che il Jonin incassò passivamente venendo allontanato di qualche metro. Il viso chinato a fissare il terreno sotto i suoi piedi, la sensazione di essere stato ferito nell'orgoglio proprio da chi credeva non lo avrebbe mai fatto.
Avrebbe potuto fermarsi, chiedere scusa e spiegare il perchè delle sue azioni, come facesse ad essere sicuro delle intenzioni dell'altro ragazzo... eppure non lo fece, non ne fu capace perchè la rabbia prese il sopravvento senza che potesse farci nulla. Stava lentamente scivolando verso l'altro se stesso.
La sua Setsuna lo aveva colpito per difendere un perfetto sconosciuto, questo era tutto quello che gli interessava.
Quando alzò nuovamente il capo, Setsuna potè notare la sclera di uno degli occhi completamente nera e uno strano chakra aleggiare attorno alla figura dell'Uchiha; più cupo e sinistro del solito, qualcosa che non aveva mai visto prima di allora ma che non poteva che essere il preludio di qualcosa di poco piacevole.


Perchè lo hai fatto?... Volevo soltanto proteggerti...

Ciocche di capelli argentei, l'abisso divenne sempre più prossimo, ma ancora Kinji riusciva a pensare e riflettere autonomamente, nonostante sentisse nell'inconscio la presa invisibile ma potente dello shinobi intrappolato nel monile al suo dito che aveva preso a brillare intensamente.
Intanto mentre la psicologia dell'Uchiha veniva messa a dura prova dalla coscienza dello Spettro d'Argento, nel mondo reale questi concentrò il chakra in una gamba per poi sbatterla violentemente per terra e creare una voragine che si sarebbe diretta verso Setsuna per costringerla alla difesa o a muoversi da li.


<attivazione> - Sharingan Completo - [Frz +30/Dif +30/Int +40/Res +20][Chk x turno: 50] "Questo non è un vero e proprio stadio dello Sharingan, tanté che il numero di tomoe resta invariato,ovvero tre per occhio. Tuttavia, a livello Jonin, il ninja è in grado di comprendere e sfruttare appieno le particolari capacità della propria doujutsu. Infatti, non tutti gli Sharingan sono uguali. Ognuno ha proprietà particolari che solo raramente risultano simili a quelle di un altro Uchiha, poichè complici le differenze caratteriali tra individuo ed individuo, emergono capacità decisamente diverse tra loro. (Livello Richiesto: 25).

<attivazione> - Shuiroyasha no Mezame: 朱色夜叉 の 目覚め - Risveglio del Demone Vermiglio [Chk: 140 x turno][Int/Chk: +120] - "Nel corso dei ripetuti attacchi avanzati dalla progenie del malevolo Watashi, ritrovatosi senza il sostegno dei compagni di squadra contro un'orda immane di creature deformi, il cui unico obiettivo era quello di distruggere qualsiasi cosa si ponesse sul loro cammino, l'Uchiha prese coscienza d'un suo modo d'essere che diverge totalmente dal carattere ch'egli è solito mostrare. Mancando l'inibizione dovuta dalla presenza d'una persona da dover proteggere a qualsiasi costo ed essendo messo alle strette dal pericolo, l'Uchiha passò attraverso uno stato psicofisico che, non rientrando appunto nell'area del suo totale controllo, egli riconobbe come estraneo. Un'enorme quantità di chakra dalle sfumature cerulee viene sprigionata involontariamente dal suo organismo, avvolgendolo in maniera tale da sembrare avvolto da autentiche lingue scoppiettanti, moltiplicandone capacità e ricezione. L'avversario avrà l'impressione d'un uomo fuori controllo, governato da un'entità oscura la cui origine ignota, unita all'aspetto d'una furia, incurante o addirittura vogliosa di bagnarsi del sangue del nemico, non fa altro che instillare il più cieco terrore a coloro i quali assistono alla metamorfosi.
- Shoji: 所持 - Possessione - Durante le innumerevoli missioni svolte dall'Uchiha, egli ha compreso che spesso incutere timore nel cuore dei propri nemici è la via perfetta per la loro mente: abbattere il confine tra finzione e realtà ormai per lui non è nulla di complesso e scoprire ciò che più terrorizza il suo bersaglio non fa che rendergli il lavoro più facile; in fondo si dice che gli occhi sono lo specchio dell'anima, e uno Sharingan sviluppato pienamente come quello di Kinji non è semplicemente uno specchio, bensì una finestra su un mondo completamente diverso. Dopo che l'Uchiha ha indossato l'anello contenente la coscienza di Otomika, Kami e tanti altri, il potere sopito dentro di se ha trovato libero sfogo lasciando che il nefasto influsso del prototipo di Segno lo governasse anche solo temporaneamente. Ormai conscio del fatto che la nuova parte di lui in battaglia è tanto sadica e cinica, l'Uchiha riesce a dar sfogo alla voglia di combattere sfruttando le riserve di chakra fino a mutare parzialmente il suo aspetto agli occhi di chi osserva questo drastico cambiamento: l'alone di chakra ceruleo che lo avvolge prende ad avvampare con più intensità come se fosse un'enorme fiamma che lo consuma, i capelli perdono parzialmente il loro colore originale per far posto a dei ciuffi argentei e la sclera degli occhi diventa nera, esaltando di più il bagliore della follia del Vermiglio e della sua doujutsu.
Data la natura di per se instabile del monile d'argento e del potere che garantisce al suo utilizzatore, ogni qual volta il Vermiglio attinge alla fonte di potere arcana, il confine psico-fisico che lo divide dallo Spettro d'Argento si assottiglia, rischiando che quest'ultimo abbia infine il sopravvento sul ragazzo. Rimuovere l'anello con la forza risulta del tutto impossibile senza rischiare di perdere se stesso e la convivenza forzata con la parte "negativa" non può che terminare con il completo consumo dell'utilizzatore in cambio di un potere senza paragoni.
Le reminiscenze di Otomika, dei balli tipici dei Kaguya e della sua innata abilità sul campo di battaglia gli garantiscono ora una rapidità senza pari e dei riflessi che hanno quasi del sovrumano. Ogni qual volta Kinji elude un attacco con successo, lascia dietro di se un'immagine residua che destabilizza l'avversario rendendo più difficile difendersi dall'offensiva successiva.
In termini numerici, quando il Vermiglio decide di attaccare il nemico dopo aver eluso una sua tecnica (provocando danno certo) l'avversario subirà i seguenti malus se soddisferà i requisiti richiesti:
-Meno Vel base rispetto a Kinji: subirà un malus a Vel e Res in base al residuo/4
-Meno Int base rispetto a Kinji: subirà un malus a Def e Frz in base al residuo/4
-Meno Res base rispetto a Kinji: subirà un malus a Int in base al residuo/4

[NB: Nel caso non sussista la prima clausola, nessun malus verrà applicato]
[Richiede l'attivazione minima dello Sharingan completo e non può essere appresa in quanto prerogativa della simbiosi tra Kinji e Otomika]
[Pagando nuovamente il costo è possibile spostare il bonus da Int a Chk o viceversa nello stesso turno]"

<taijutsu Ravvicinata> - Stile della Pietra Grezza: Scossa Ravvicinata [Stmn: -4][Frz: +120] - "Il ninja corre verso l’ avversario con fare minaccioso; visivamente i muscoli sono completamente in tensione e tutto nel suo aspetto sembra far credere all’ avversario che eseguirà un attacco diretto. Giunto vicinissimo al nemico, però, piuttosto che sferrare colpi diretti su quest'ultimo come ci si aspetterebbe, il ninja della Roccia si concentra sul terreno colpendo con violenza il suolo sotto i piedi dell’ avversario facendolo sprofondare di diversi metri. Si apre, quindi, una voragine sotto i piedi dell’ avversario e questo vi cade dentro seppellito, anche solo parzialmente, da diverse rocce. Inoltre l’ impatto distruttivo fa volare diversi detriti che infieriscono maggiormente sull'avversario. [vista l’ ampiezza del raggio d’ azione, se si vuole eludere la tecnica si subirà un malus di 30]."



//Azioni concordate con la masterata per andare più spediti. Non usare i calcoli, limitati a portarmi in spoiler che tecniche/attivazioni usi.//
 
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Furono parole al vento le sue, completamente inutili. Sperava in cuor suo che un intervento da parte sua fosse sufficiente a placare i bollenti spiriti dei due uomini posti inspiegabilmente l'uno di fronte all'altro in un aperto scontro verbale che, per lei, aveva dell'assurdo, eppure nessuno dei due aveva minimamente ascoltato quello che aveva detto, nemmeno quando esasperata dalla faccenda aveva alzato la voce. Si sentì come un moscerino fastidioso in mezzo a due colossi, inesistente ai loro occhi e alle loro orecchie. Ah se non fosse stato Kinji l'uomo a cui stava saldamente stringendo il braccio li avrebbe stesi entrambi con un pugno ben assestato in volto, talmente stava montando dentro quella maledetta sensazione di frustrazione alimentata dal non riuscire a ottenere quello che si era prefissa. L'inaspettata dipartita della piccola Himitsu, bambina innocente posta sull'altare sacrificale per un demone senza scrupoli abituato a fare il bello e il cattivo tempo indisturbato, e quella di Arashi Kaguya, avvenuta in circostanze ben distanti da un suo possibile intervento tempestivo, ma percepita dalla Hyuga come una grave mancanza nei confronti dell'amico e dell'eremo tutto pur non essendola, aveva scatenato in lei un circuito di agitazione e collera, contro se stessa e contro un destino del tutto sbagliato che andava spesso premiando il male piuttosto che il bene, che ogni piccola sfumatura pareva adesso più nera della pece ai suoi occhi. Esattamente come quella situazione, che poteva risolversi con un nonnulla e che invece stava andando a peggiorare di secondo in secondo, grazie alla lingua sin troppo lunga di quello stupido di bell'aspetto.
Aveva paura che quell'insistenza acida avrebbe presto o tardi causato una qualche reazione a catena, alimentando la destabilizzazione favorita da quell'anello che il suo Kinji portava al dito e che visibilmente oramai influiva sul suo carattere, al tempo più posato e cauto. E così avvenne. L'eventualità che almeno l'Uchiha ascoltasse le sue parole supplicanti, guardandola negli occhi e capendo con un solo sguardo che era molto più saggio lasciar perdere le provocazioni di un perfetto sconosciuto, s'infranse nel momento in cui quest'ultimo sorrise appena, in una maniera che Setsuna non aveva mai visto. Non prometteva nulla di buono, e s'accorse troppo tardi della concentrazione di chakra sulla mano opposta a quella che teneva stretta. Alle poche parole di risposta all'accusa lanciata dallo Hyuga seguì un colpo repentino, troppo perché lei potesse avere anche solo l'opportunità di tentare di fermarlo, che raggiunse la bocca dello stomaco del ragazzo dai capelli castano scuro.
Setsuna rimase incredula, completamente senza parole, interdetta. Non soltanto l'aveva colpito senza nemmeno avere un momento per ascoltarla, facendo quasi finta che non esistesse, ma c'era stata della brutalità nel colpo inferto; una crudeltà che non faceva parte del Kinji Uchiha che aveva conosciuto e che amava. Ne ebbe paura, mentre osservava il ragazzo colpito a metri di distanza, a terra, che provava a rialzarsi tenendosi dolorante lo stomaco e digrignando i denti.


(N-non può essere.. perché? Kinji..)

Ma allo sgomento provato venne ben presto sostituita la sua reazione, guidata prevalentemente da una collera che aveva radici profonde, sin dal tempo in cui aveva scoperto dell'anello e dei suoi effetti collaterali origliando la discussione fra lui e Akane. Non poteva starsene zitta dopo quanto successo, nemmeno se il ricevente della sua rabbia e della sua paura era proprio l'uomo a cui avrebbe dato la sua vita senza pensarci mezza volta. - Ma cosa diavolo ti è preso, si può sapere?! - inveì, mollando il suo braccio con stizza e guardandolo negli occhi con uno sguardo che aveva dell'incredulo. Era spaventata, disgustata da quel comportamento e dal modo in cui aveva praticamente ignorato le sue parole. Quello non era il suo Kinji. E per rincarare la dose lui rispose a tono, insinuando di sapere cosa passasse per la mente a quell'imbecille che, a dirla tutta, un po' si meritava un pugno in faccia pure lui. Era assurdo. - Cosa stava pensando di farmi?! - ricalcò le sue stesse parole, non capendo cosa volesse dire. Scosse la testa, sorridendo nervosamente. - Come fai anche solo a pensare di poter sapere cosa passa per la testa a una persona, semplicemente osservandola? Quel tipo stava soltanto aiutandomi a sistemare il macello che ho combinato qui. Non ha fatto nulla di male, NULLA. - quello era quanto, e non comprendeva come facesse lui a non capirlo. Era forse colpa di quel dannato monile che portava al dito? Forse. Fatto stava che nel momento in cui fece per alzare nuovamente i toni, arrivando quasi a partire in quarta verso l'altro che, nel mentre, aveva riguadagnato con estrema fatica la posizione eretta e blaterava circa il fargliela pagare cara, lo spinse via d'istinto, con un palmo di charka, gridando un 'NO' secco. E se ne pentì subito dopo averlo fatto, nonostante non avesse usato chissà quanta forza.

Si sentì sporca, peccatrice di un reato, come se avesse mandato in pezzi qualcosa a cui teneva enormemente. Questa volta fu l'Uchiha ad essere interdetto, e quasi questo suo nuovo atteggiamento remissivo le mise addosso più paura di poco prima, quando esplodeva di collera. -
G-gomen.. - disse appena, con un filo di voce, cercando di racimolare il coraggio per avvicinarglisi e spiegare la situazione, nella speranza si fosse calmato per davvero. Ma le cose non stavano affatto come sperava, purtroppo. Kinji era infuriato, poteva percepirlo, e quella non era altro che la calma prima di una tempesta che l'avrebbe travolta con una forza inaudita. Dal momento che lui ebbe sollevato il capo, distogliendo lo sguardo da un punto imprecisato verso il basso che aveva preso a fissare con insistenza dopo il colpo incassato, Setsuna poté subito notare la sclera dell'occhio destro del suo amato divenire completamente nera, in netto contrasto con lo sharingan, e un'aura strana avvilupparlo. Indietreggiò, preoccupata, all'erta. Da castane, diverse ciocche di capelli del ragazzo divennero bianche e non ebbe il tempo di chiamarlo, di provare a farlo rinsavire, che subito con un colpo di gambe fece tremare la terra sotto di sé, squarciandola.

(Maledizione..!)

Imprecò silenziosamente, stringendo i denti. Appena in tempo fece per scartare sul lato sinistro, roteando su se stessa e lasciando al suo posto un turbinio di erba e polvere che scivolò sul fondo della voragine aperta dal ragazzo. Era fuori controllo, completamente: qualcosa aveva preso il sopravvento sull'animo gentile del suo amato Kinji, qualcosa di dannatamente oscuro e pericoloso che rischiava di portarglielo via per sempre. Quella che aveva davanti era una visione, la concretizzazione di tutte le sue paure più recondite. Ci voleva un nonnulla per fermarsi, per lasciarsi andare alla disperazione e dar spazio a quello scempio senza muovere un dito, finendo vittima di quella presenza oscura che avrebbe ucciso tanto lei quanto lo Hyuga più distante.. ma non poteva mollare così. Non poteva rinunciare a riportare indietro il suo uomo, così come non poteva rinunciare a proteggere il villaggio. Ne andava della sua dignità, del suo nindo. Quello non era Kinji: era solo l'ombra di colui che doveva essere.

Scordatelo.. - sussurrò, stringendo talmente forte i pugni che le nocche le diventarono bianche e le unghie, per poco, non le si conficcarono a sangue nella carne. Determinazione, collera. - ..chiunque tu sia, non ti permetterò di portarmi via Kinji! - questa volta fu un urlo a pieni polmoni, colmo di una miriade di emozioni, speranze e frustrazione. A costo di rimetterci tutta se stessa, non avrebbe permesso a quel monile di corrompere ulteriormente l'amante, rischiando di cambiarlo per sempre in qualcuno che non era. Fu allora che con un battito di ciglia attivò il prezioso byakugan, pronta a dar battaglia per proteggere se stessa, il villaggio e il ragazzo sotto il gioco dell'oscuro prezioso, scagliandosi contro l'avversario per tenerlo quanto meno occupato.
Fletté le gambe, concentrando su di esse abbastanza chakra per potersi dare una decente spinta in avanti. Ancora una volta le ali della Valchiria furono spalancate per un bene superiore, mentre in volo s'apprestava a mordere a sangue il polpastrello del pollice, srotolando con un unico movimento il rotolo posto sulla cintola per poter richiamare il suo prezioso cimelio. A quel punto una densa colte di fumo coprì interamente la sua figura, celandola per qualche secondo agli occhi dell'avversario, e non appena ne emerse il copricapo piumato, cimelio dei rapaci, era già sulla sua testa. Sfuggevole come uno spettro, fece per superarlo, saltandogli alle spalle con una capriola, al contempo stringendo le mani al petto per comprimere il chakra sui palmi delle mani e poterlo poi successivamente rilasciare per colpirlo con un palmo d'aria. Non poteva permettergli di attaccare lo Hyuga - pur avendo risentimenti anche nei suoi confronti per il comportamento tenuto - e non poteva permettergli di andare a zonzo per il villaggio conciato in quella maniera: lei doveva essere il centro dei suoi pensieri; quell'essere col corpo del suo amato doveva catalizzare totalmente la sua attenzione e la sua furia su di lei.



<attivazione> - Byakugan - [Chk: 40/60/80/100]
“Il Doujutsu tramandato ad ogni membro del Clan per via genetica. Sin da bambini gli Hyuga infatti sono facilmente riconoscibili a causa degli occhi completamente bianchi che non mostrano alcuna pupilla, attivando però il Byakugan questa inizia a delinearsi e le vene delle tempie si gonfiano vistosamente. Grazie ai suoi occhi speciali lo Shinobi avrà un'ampia di visione di ciò che lo circonda, potendo aumentare infatti il suo campo visivo di ben 50 metri in tutte le direzioni; ciò gli conferirà maggiore sicurezza nei movimenti, data la consapevolezza della propria Difesa Assoluta. Inoltre sarà in grado di vedere il flusso interno del Chakra del nemico e i suoi Tsubo. Unica pecca di quest'abilità oculare è un punto cieco nel centro della nuca, segreto tenuto nascosto agli estranei gelosamente e svantaggio che molti riescono a colmare con un po' d'ingegno.
Attivando questo Doujutsu, i membri del clan sono in grado di vedere qualsiasi essere vivente all’interno del loro campo visivo rendendo quindi impossibile nascondersi da essi tramite normali metodi. Oltre a ciò, la possibilità di vedere i punti dove il Chakra nemico è più concentrato, così come la natura elementale del suo Chakra, rende possibile poter in un certo senso prevedere gli attacchi avversari e notare molti dei loro punti deboli permettendo di colpire con precisione. Ciò dona un bonus pari a 20/40/60/80 ad ogni Taijutsu o Bukijutsu, sia offensiva che difensiva. Tale bonus sale a 30/60/90/120 nel caso si usino tecniche di clan.
Quest’attivazione conta come un potenziamento a tutte le statistiche tranne che a Chk e Vta, quindi sarà possibile usare una sola altra attivazione che dia bonus ad una qualsiasi statistica.”

<taijutsu Ravvicinata> - Turbine Foglioso - (Stm: -5)(Vel: + 100) “Il Villaggio della Foglia in tutta la sua splendente luminosità ha sempre cercato di rendere le proprie jutsu oltre che decisamente perfette anche molto sceniche, come si può vedere nel Turbine Foglioso. Infatti il ninja di Konoha incrociando i propri piedi a terra rotea su se stesso ad una velocità impressionante, schizzando in aria o di lato, alzando una quantità spropositata di polvere che non servirà solo per rendere più impreciso l'attacco, ma anche per accecare l'avversario, difatti se verrà completamente difeso un colpo a corto raggio si calcolerà il malus d'Accecamento sul residuo.”

<attivazione> - Warukyūre no Hōken – Benedizione della Valchiria - [Chk: 100 x turno][Frz/Vel +80]
"Da sempre la kunoichi dai lunghi capelli cobalto e gli occhi candidi come la neve pare essersi interessata al chakra e al suo funzionamento, tanto da farle sviluppare sin dalla fanciullezza una naturale curiosità verso i complessi libri di medicina che la madre, Kanae Hyuga, custodiva gelosamente nella biblioteca della loro residenza di famiglia alla periferia del villaggio. Dopo aver intrapreso gli studi e dopo essere divenuta un perfetto medico da guerra, Setsuna ha compreso che l'unione della sua doujutsu e di un'ottima capacità nel concentrare e controllare il chakra poteva rivelarsi la carta vincente per uscire indenne dalle situazioni più disperate. Proprio in base a questo principio ha imparato a manifestare il proprio chakra non solo dal palmo delle mani, ma persino in parti ben localizzate del corpo per aumentare la potenza dei suoi attacchi.
Ritornata all'Eremo dei Rapaci per un addestramento intensivo, la Hyuga è stata allenata nel controllo della manifestazione del chakra sotto l'occhio vigile del rapace Hideki, il quale sembra averla indirizzata verso il passo successivo imprimendo tra le sue scapole un vistoso sigillo. Da quel momento, la ragazza ottenne capacità straordinarie nel controllo di se stessa e del chakra in circolo nel suo corpo, e conseguentemente comprese come aumentare efficacemente la portata dei suoi attacchi, riducendo rapidamente le distanze tra lei e gli avversari. Fu facile applicare poi questo principio anche alla difesa, sfruttando la rinnovata capacità per allontanarsi e fuggire quando necessario.
Fortemente ispirata dal gesto del rapace, la kunoichi ha sviluppato questa peculiare abilità - sopita da tempo nella gabbia della sua anima - manifestando il chakra proprio dal sigillo impresso sulla sua schiena, facendogli assumere una forma che ricorda vagamente l'apertura alare di un angelo. Grazie a questo stratagemma, la ragazza è in grado di sfruttare delle ali di chakra - composte da scaglie effimere simili a piume, rilucenti dei colori freddi - per planare per brevi distanze e muoversi più velocemente durante i suoi assalti, rendendola più temibile e difficile da contrastare. Oltretutto, pare che l'unicità di questo potere sia dovuta alla percezione ampliata che la giovane acquisisce rispetto alle anime sospese: sfruttando questo potere, Setsuna sembra difatti essere in grado di percepire e ascoltare chiaramente le voci dei guerrieri caduti che ha incrociato lungo il suo percorso. [Il bonus può essere aggiunto in relazione a un solo parametro per turno o suddiviso su entrambi a completa discrezione dell'utilizzatore (fermo restando il tetto di 80 punti)]."

<taijutsu a lungo raggio> - Juken ~ Palmo d'Aria - [Chk: 110]
"Forma alquanto bizzarra del Juken, ma nonostante ciò questa resta una delle migliori Tecniche del Clan. Lo Hyuga avvicina i palmi delle mani al petto e, concentrando sul punto di unione una notevole quantità di Chakra, spinge poi le braccia in avanti tramutando l'energia in una potente onda d'urto capace di travolgere il nemico. E' senza ombra di dubbio un Jutsu affascinante, utile infatti per cogliere il nemico impreparato: durante la prima volta in cui questo verrà usato in uno scontro l'avversario non potrà eludere con tecniche (però può sostituire). La Frz ottiene un bonus di 170. Al contrario del normale Juken, questa tecnica causa danno alla Slt e Status Contusione."


|| Chiedo infinitamente schiuma per l'attesa interminabile. Devo riprenderci un attimo la mano con la Valkyrie. :sisisi:

EDIT. Sistemato le ripetizioni e gli obbrobri grammaticali (bello non rileggere) con il permesso del master.||

Edited by ¬BloodyRose. - 28/8/2018, 12:56
 
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view post Posted on 29/8/2018, 15:06     +1   -1
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La bella Setsuna non si lasciò sopraffare dall'attacco improvviso, sfruttando una delle tecniche della Foglia per potersi spostare in fretta e furia dalla traiettoria dell'offensiva; facendo uno scatto repentino, la kunoichi riuscì a non sprofondare nella voragine generata dall'onda d'urto lasciando dietro al suo passaggio un turbinio di foglie secche e polvere.
Kinji non osservò direttamente la Hyuga, anzi, rimase impassibile dopo l'attacco in attesa di non si sa effettivamente cosa.
Lo sguardo del Vermiglio si posò sulle sue stesse mani, alzandole verso il viso come per rendersi conto di cosa stesse accadendo.


Cosa sto facendo? Dovrei fermarmi in questo stesso istante e spiegarmi... ma per qualche motivo non riesco più a controllarmi... io non riesco...

***



Intanto, nel subconscio dell'Uchiha, si delineò sempre più l'immagine dell'altro se stesso: si trovavano faccia a faccia entrambi, in uno spazio totalmente nero e privo di qualsivoglia oggetto a differenza di tutte le altre volte.
Se non fosse stato per il colore dei capelli, sarebbe stato impossibile non credere che quella fosse la sua stessa immagine riflessa da uno specchio.
Finchè, finalmente, lo Spettro parlò.


- Te ne sei reso conto, vero? La tua presa su di me sta cedendo proprio come ti avevo anticipato... è inevitabile.

- Fa silenzio! Ti relegherò nel mio animo come ho sempre fatto.

Come suo solito, l'essere dai capelli d'argento non perse la sua compostezza e continuò a fissarlo gelido come un boia pronto a far calare la lama sulla testa di un uomo mandato al patibolo.

- Molto bene, ma ti consiglio di sbrigarti... sempre se ne sei capace.
Perchè adesso ho io il controllo... e non vorrei far del male a quella dolce fanciulla.


- Setsuna...!

***



La kunoichi dai capelli cobalto sembrò mossa da un impeto e, invece che bollare il suo amato come un mostro insensibile sembrò perfettamente in grado di capire che tecnicamente quello non fosse lui.
Esteriormente l'Uchiha non sembrò affatto toccato da quelle parole, ma internamente si stupì della tempra e comprensione dimostrate dalla sua Setsuna. Non le aveva detto nulla per non preoccuparla, per non darle più pensieri di quanti non ne avesse già, eppure da parte della più piccola non aveva ricevuto odio ne repulsione come si aspettava.
Ma la Hyuga non perse tempo e, conscia del fatto che non poteva affatto fuggire, decise di combattere il fuoco con il fuoco: le ali di chakra spuntarono dalle scapole e in pochissimo tempo macino decine e decine di metri di distanza approfittandone per indossare il cimelio che le era stato affidato dall'eremo tutto.
Una volta alle spalle dell'Uchiha, si preparò ad attaccarlo con una delle tecniche tipiche del suo clan, ma fu allora che potè sentire nuovamente la voce del Jonin, fredda e distaccata.


- Sei dispiaciuta?

Voltò improvvisamente il capo facendo incontrare nuovamente i loro due sguardi.

- Non esserlo.

Rispose alla sua stessa domanda, per poi portare entrambe le braccia davanti al petto, incrociandole poco prima di venire preso in pieno dai palmi di chakra.
Venne sobbalzato a diversi metri di distanza lasciando i segni dei piedi sul terreno, i quali erano stati saldamente ancorati ad esso per non essere spazzato via.
Ancora una volta l'Uchiha si fermò un istante per guardare le sue condizioni, stavolta gli si poteva leggere un certo sdegno in viso.


- Questo corpo è fin troppo gracile per me...

Bisbigliò in modo che la più piccola non potesse ascoltarlo perfettamente.

- Ma è abbastanza veloce.

Sguainò immediatamente la katana tenendola in guardia bassa -ovvero con la lama verso il terreno- e corse verso Setsuna simulando un fendente diretto al torace ma, una volta abbastanza vicino, conficcò la punta a terra per poi sollevare una nube di polvere e pietrisco atta a costringere la più piccola a chiudere gli occhi per non venire accecata.
Quello fu il momento ideale per lo shinobi dalle ciocche argentee: concentrò il chakra raiton nella mano libera e si fece strada attraverso la cortina di polvere per poterla colpire direttamente sfruttando l'espediente di un attimo prima.
Setsuna avrebbe dovuto pensare in fretta a come non farsi colpire da quella tecnica potenzialmente fatale.


<ninjutsu elementale ravvicinata> - Chidori - " Tecnica creata dall'uchiha prima di partire per la sua seconda missione. Spinta dalla voglia di eguagliare in potenza gli attacchi fiammanti che vide fare al suo ormai ex-compagno Kairi, ha migliorato sempre più questa sua particolare attitudine con il chakra di tipo fulmine e con il tempo è riuscita a creare il suo jutsu personale. Il Chidori consiste nella concentrazione di chakra attorno ad una mano che trasformandosi in caria elettrica poi si estende verso l'esterno prendendo la forma di mille saette con un'enorme potenza distruttiva. L'accumulo di energia elettrostatica quando raggiunge i massimi livelli arriva a delineare attorno al corpo del ninja che la esegue un addensamento di chakra azzurrino, una vera e propria aura che si estende verso l'esterno."
[Richiede l'attivazione minima dello Sharingan Completo] [Incanalabile solo se ravvicinata o a lungo raggio] [Causa ferita tagliente e perforante con status paralisi]
 
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Poteva anche essere forte, ma non abbastanza da competere ad armi pari con un jonin del calibro di Kinji. Sapeva sin da principio di non poter fare molto, nemmeno per arrestare quanto meno la sua l'avanzata, ma ci aveva creduto per un momento; in cuor suo aveva erroneamente dato per assodato che un attacco a sorpresa, portato avanti con proverbiale rapidità, avesse potuto fare in modo di destabilizzare abbastanza l'avversario. Questo l'avrebbe portata in una situazione di vantaggio, per quanto effimero potesse essere.. eppure Kinji era dannatamente più veloce di quanto poteva esserlo lei, e non fu difficile per lui leggere il suo stato d'animo riflesso nell'espressione del suo viso, punzecchiarla verbalmente, con freddezza, e voltarsi per parare in pieno i suoi palmi d'aria. Aveva usato una discreta potenza, ma l'unico effetto che ottenne fu quello di farlo allontanare di qualche metro. Nel terreno i segni dello scontro, simili alle spaccature che parevano aprirsi nel loro rapporto: quello non era Kinji, era qualcuno che non conosceva e che stava cominciando a odiare. Si. Quell'uomo così gelido, così poco comprensivo, così poco incline al dialogo, non era nemmeno l'ombra dell'uomo che amava. Lo stava annichilendo.

(Per quale motivo siamo arrivati a questo punto? Se solo tu me l'avessi detto per tempo, forse avrei potuto trovare una cura..)

Quello il fulcro della faccenda, quello che le faceva ancor più male e pareva scavare nella ferita con bruciante avidità. Anche sforzandosi non riusciva a trovare giustificazioni adeguate a quel comportamento, se non la poca fiducia di Kinji nelle sue capacità e nel suo amore. Se credeva di proteggerla tacendole un pericolo del genere, beh.. aveva sbagliato i suoi calcoli, evidentemente. Adesso era molto più in pericolo di quanto avesse potuto essere sapendo. Ma non era quello il tempo di demordere. Ci sarebbe stato tempo per discutere della faccenda, adesso che era uscita a galla con l'aiuto di un citrullo incapace di comprendere quando tacere. L'unica cosa importante adesso era sopravvivere allo scontro, non permettere a quel demonio di andare a zonzo per le strade del villaggio e scuotere abbastanza Kinji da farlo reagire. Si. Solo lui poteva fare qualcosa per sistemare quella situazione senza coinvolgere altri: soltanto la presenza dell'altro Hyuga - ancora agonizzante per il troppo dolore all'addome - era un grosso problema.
Si pose in guardia e lo vide farfugliare qualcosa, cogliendo solo a sprazzi quello che le sue labbra avevano mimato. Aveva un'espressione sprezzate mentre parlava a sé stesso, disgustata da qualcosa che la Hyuga non poteva sperare di capire da quella distanza. Ma quell'impasse durò dannatamente poco: rapido Kinji sguainò la spada, tuffandosi in sua direzione e sollevando con la punta della lama abbastanza terriccio da terra da non permetterle di preparare una difesa precisa all'attacco che seguì. Una finta di tutto rispetto, a cui poté rispondere solo in un modo abbastanza raffazzonato ma totale. Chiuse gli occhi, digrignando i denti e udendo il primo sfrigolio dei fulmini a qualche passo di distanza. Dovette fare in fretta, flettendo le gambe, divaricando le braccia e richiamando quanto più chakra possibile da sospingere fuori dal suo corpo con movimenti rotatori. Una cupola azzurrina avrebbe avvolto la sua figura sinuosa in men che non si dica, lasciando impattare l'attacco nemico per poi respingerlo con altrettanta violenza. Nessuno poteva sperare di penetrare quella difesa assoluta, per quanto raffazzonata e precipitosa potesse essere stata la preparazione. L'arto nemico impattò contro di essa, scuotendola e destabilizzandola, ma non penetrandola. Avrebbe sfruttato lo sbalzo e la destabilizzazione dell'impatto sull'avversario per cessare quei movimenti e allontanarsi con qualche capriola indietro.


Non permettergli di usare il tuo corpo, Kinji! - disse in direzione del suo amato, atterrando con una breve scivolata e guardandolo poi con determinazione, pronta a qualsiasi cosa. - Questo non sei tu. Non permettere a uno stupido anello di distruggerci! - insistette, bypassando totalmente la provocazione, cercando di far breccia nell'uomo che amava e che, da qualche parte, ne era convinta, era chiuso dentro quell'involucro di carne. Non voleva attaccare ancora, poiché era evidente anche a un poppante che il divario fra di loro era troppo. Avrebbe solo sprecato energie preziose, che poteva sfruttare per schivare o quantomeno difendere fino a che Kinji non fosse rinsavito del tutto. Ovviamente non poteva avere certezza assoluta della sua ipotesi, ma sentiva che era così; dopotutto aveva esitato un momento. L'aveva visto con i suoi stessi occhi, osservarsi le mani come se stesse chiedendosi cosa stesse facendo. Kinji poteva farcela, e sperava ce la facesse in fretta perché di quel passo di lei non sarebbe rimasto nulla.

(Non lasciare che mi uccida Kinji, perché questo farà. Non posso contrastarlo e non avrà alcuna pietà di me, né di nessuno al villaggio. Onegai..)



<attivazione> - Byakugan - [Chk: 40/60/80/100]
“Il Doujutsu tramandato ad ogni membro del Clan per via genetica. Sin da bambini gli Hyuga infatti sono facilmente riconoscibili a causa degli occhi completamente bianchi che non mostrano alcuna pupilla, attivando però il Byakugan questa inizia a delinearsi e le vene delle tempie si gonfiano vistosamente. Grazie ai suoi occhi speciali lo Shinobi avrà un'ampia di visione di ciò che lo circonda, potendo aumentare infatti il suo campo visivo di ben 50 metri in tutte le direzioni; ciò gli conferirà maggiore sicurezza nei movimenti, data la consapevolezza della propria Difesa Assoluta. Inoltre sarà in grado di vedere il flusso interno del Chakra del nemico e i suoi Tsubo. Unica pecca di quest'abilità oculare è un punto cieco nel centro della nuca, segreto tenuto nascosto agli estranei gelosamente e svantaggio che molti riescono a colmare con un po' d'ingegno.
Attivando questo Doujutsu, i membri del clan sono in grado di vedere qualsiasi essere vivente all’interno del loro campo visivo rendendo quindi impossibile nascondersi da essi tramite normali metodi. Oltre a ciò, la possibilità di vedere i punti dove il Chakra nemico è più concentrato, così come la natura elementale del suo Chakra, rende possibile poter in un certo senso prevedere gli attacchi avversari e notare molti dei loro punti deboli permettendo di colpire con precisione. Ciò dona un bonus pari a 20/40/60/80 ad ogni Taijutsu o Bukijutsu, sia offensiva che difensiva. Tale bonus sale a 30/60/90/120 nel caso si usino tecniche di clan.
Quest’attivazione conta come un potenziamento a tutte le statistiche tranne che a Chk e Vta, quindi sarà possibile usare una sola altra attivazione che dia bonus ad una qualsiasi statistica.”

<attivazione> - Warukyūre no Hōken – Benedizione della Valchiria[/font][/size] - [Chk: 100 x turno][Frz/Vel +80]
"Da sempre la kunoichi dai lunghi capelli cobalto e gli occhi candidi come la neve pare essersi interessata al chakra e al suo funzionamento, tanto da farle sviluppare sin dalla fanciullezza una naturale curiosità verso i complessi libri di medicina che la madre, Kanae Hyuga, custodiva gelosamente nella biblioteca della loro residenza di famiglia alla periferia del villaggio. Dopo aver intrapreso gli studi e dopo essere divenuta un perfetto medico da guerra, Setsuna ha compreso che l'unione della sua doujutsu e di un'ottima capacità nel concentrare e controllare il chakra poteva rivelarsi la carta vincente per uscire indenne dalle situazioni più disperate. Proprio in base a questo principio ha imparato a manifestare il proprio chakra non solo dal palmo delle mani, ma persino in parti ben localizzate del corpo per aumentare la potenza dei suoi attacchi.
Ritornata all'Eremo dei Rapaci per un addestramento intensivo, la Hyuga è stata allenata nel controllo della manifestazione del chakra sotto l'occhio vigile del rapace Hideki, il quale sembra averla indirizzata verso il passo successivo imprimendo tra le sue scapole un vistoso sigillo. Da quel momento, la ragazza ottenne capacità straordinarie nel controllo di se stessa e del chakra in circolo nel suo corpo, e conseguentemente comprese come aumentare efficacemente la portata dei suoi attacchi, riducendo rapidamente le distanze tra lei e gli avversari. Fu facile applicare poi questo principio anche alla difesa, sfruttando la rinnovata capacità per allontanarsi e fuggire quando necessario.
Fortemente ispirata dal gesto del rapace, la kunoichi ha sviluppato questa peculiare abilità - sopita da tempo nella gabbia della sua anima - manifestando il chakra proprio dal sigillo impresso sulla sua schiena, facendogli assumere una forma che ricorda vagamente l'apertura alare di un angelo. Grazie a questo stratagemma, la ragazza è in grado di sfruttare delle ali di chakra - composte da scaglie effimere simili a piume, rilucenti dei colori freddi - per planare per brevi distanze e muoversi più velocemente durante i suoi assalti, rendendola più temibile e difficile da contrastare. Oltretutto, pare che l'unicità di questo potere sia dovuta alla percezione ampliata che la giovane acquisisce rispetto alle anime sospese: sfruttando questo potere, Setsuna sembra difatti essere in grado di percepire e ascoltare chiaramente le voci dei guerrieri caduti che ha incrociato lungo il suo percorso. [Il bonus può essere aggiunto in relazione a un solo parametro per turno o suddiviso su entrambi a completa discrezione dell'utilizzatore (fermo restando il tetto di 80 punti)]."

<taijutsu difensiva> - Difesa Assoluta ~ Rotazione Suprema - "Si tratta della forma base della perfetta Difesa Assoluta si cui il Clan Hyuga si fa vanto. Il Ninja, ormai abile nel controllare il Chakra, riesce addirittura a farlo fuoriuscire da ogni poro del suo corpo, ma non è tutto: grande velocista, sinuoso e slanciato nei movimenti, lo Shinobi ruota su se stesso, permettendo alla sua energia concentrata al di fuori della pelle di divenire uno spesso strato di Chakra che prende la forma di una cupola. Grazie a questa pregevole difesa può bloccare anche le offensive più ben organizzate in un raggio d'azione di ben 360°, mandando così in fumo i progetti del nemico. Il parametro Def/Res ottiene un bonus pari a 190 più la Vel/8. Se viene parato completamente un attacco ravvicinato il nemico subisce un contraccolpo alla Sal pari a (Difesa – Attacco)/5."
 
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view post Posted on 17/9/2018, 10:38     +1   -1
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La finta dell'Uchiha sortì l'effetto desiderato, impedendo a Setsuna di mantenere contatto visivo con il suo aggressore per diversi secondi; istanti che sarebbero stati più che abbastanza per il Jonin per portare un'offensiva dalla quale pochi avrebbero potuto sperare di uscirne illesi.

***



- Sto aspettando, KinjiUchiha.

Provocò lo Spettro con la sua solita espressione imperturbabile; sapeva bene che stava guadagnando terreno da quando la sua anima si era legata indissolubilmente a quella di Kinji e un giorno, senza poter fare nulla per contrastarlo, l'Uchiha avrebbe semplicemente perso quella prova di forza per il controllo di corpo e mente.
Il processo era inevitabile, o almeno così pareva dato che ancora dopo tutto quel tempo nessuno era stato in grado di trovare una cura. Nemmeno Keiichi, uno dei medici più influenti e capaci del suo tempo, era riuscito a trovare una soluzione.
Frustrato, ma allo stesso tempo determinato a non mollare la presa, il Vermiglio strinse i pugni cercando disperatamente una soluzione.


Deve esserci un modo per avere la meglio su di lui... sono diventato più forte da allora, potrei provare uno scontro diretto, anche se non credo di essere ancora alla sua altezza. Per di più non ho idea di quali possano essere le conseguenze se dovesse riuscire a sconfiggermi qui nel mio subconscio.
Devo agire e in fretta se voglio tornare in me. Non ho altra scelta.


Kinji irrorò il corpo di chakra per poi scattare contro lo Spettro, il quale non si fece trovare impreparato bloccando l'attacco imminente rimanendo in una stretta che l'Uchiha non avrebbe mollato facilmente.

- Credi di potermi battere?

Le sue parole trasudavano superiorità, coadiuvata da una forza fisica evidentemente superiore.

- No, ma posso costringerti ad usare tutta la mia energia qui piuttosto che all'esterno. Non ti lascerò uccidere Setsuna!

L'altro Kinji sembrò finalmente reagire davanti a quel piano semplice quanto corretto. L'espressione apatica venne deformata da un mezzo sorriso compiaciuto.

***



Fortunatamente Setsuna riuscì a reagire all'offensiva utilizzando una delle tecniche peculiari del clan Hyuga: la rotazione suprema. Grazie all'emanazione di chakra da tutti i propri tsubo, la kunoichi non ebbe bisogno di guardare l'avversario per capire che una difesa a 360 gradi era l'unica scelta.
La mano carica di chakra del Vermiglio impattò contro la barriera della Hyuga generando diverse scintille di energia che non davano -stranamente- come favorito l'Uchiha.
In circostanze normali avrebbe distrutto la barriera difensiva senza troppe difficoltà, ma stavolta sembrava non riuscire a penetrare la difesa dell'amata, forse grazie all'azione che stava intraprendendo nel subconscio: costringendo se stesso e Otomika a utilizzare le energie per una lotta intestina, non sarebbe rimasto granchè da sfruttare all'esterno.
Dopo alcuni secondi di stallo, la Hyuga fu in grado di respingere l'avversario di qualche metro per poi prendere nuovamente le distanze e spronarlo a non lasciarsi andare. In qualche modo sembrava aver capito perfettamente la situazione in cui si trovava. Le parole di Setsuna arrivarono persino a scuotere Kinji dall'interno.


***



Lo scontro tra i due continuava ad imperversare finchè le parole della bella Hyuga non vennero recepite da entrambi.
Kinji sentì che nonostante la sua amata l'avesse visto ridotto in quello stato, continuava ad avere fiducia in lui; aveva temuto che non potesse capire, che le avrebbe dato preoccupazioni inutili nel confessargli cosa gli era successo e che, inevitabilmente, lo avrebbe allontanato. Invece sentendo la sua voce si rese conto che era proprio grazie al suo supporto e alla sua volontà ferrea che avrebbe trovato il coraggio di opporsi allo Spettro, trovando il modo di recuperare il senno.


- Tranquilla, non me ne starò qui a lasciare che qualcosa del genere accada!

Ruggì l'Uchiha, irrobustendo i muscoli con un chakra ancor più voluminoso che, per qualche secondo, gli diede modo di avere la meglio sull'altro se stesso.

- Dunque è così... per stavolta devo dartene atto... Kinji Uchiha.

***



Kinji si portò entrambe le mani alla testa e cominciò a rantolare in preda al dolore; ciò poteva voler dire solo che stava combattendo con se stesso per riprendere il controllo.
Qualche istante dopo però riportò lo sguardo su Setsuna, iracondo e non intenzionato ad arrendersi. Scattò nuovamente, stavolta fu stroppo rapido per riuscire a prevedere cosa avesse intenzione di fare; una volta abbastanza vicino alla kunoichi, istintivamente messasi in posizione di difesa, le bloccò i polsi con una presa decisamente troppo ferrea per potersi liberare e le fece perdere l'equilibrio trovandosi, di fatto, sopra di lei ormai accasciata al suolo con le mani bloccate.
Quando ormai lo scontro sembrava essere finito in favore dell'Uchiha, il suo sguardo tornò normale e l'energia che aveva scatenato fino a poco prima si affievolì bruscamente fino a scomparire del tutto, così come le ciocche bianche dalla testa di Kinji.
Ci volle qualche secondo per far si che il Vermiglio realizzasse dove si trovava e cosa era stato in grado di fare, ansimante come se avesse compiuto uno sforzo immane.
Improvvisamente si sentì tremendamente in colpa per ciò che aveva fatto, avrebbe voluto spiegare tutto a Setsuna, la quale era ancora con le spalle a terra e lo stava osservando, ma le parole non sembravano riuscire ad uscirgli di bocca. Era visibilmente in difficoltà, gli occhi lucidi e l'espressione colpevole dipinta sul volto.
Visto che gli mancavano le parole, pensò, avrebbe dato le sue spiegazioni facendo vedere a Setsuna ciò che aveva passato: portò la destra leggermente tremante sulla fronte della Hyuga e improvvisamente nella mente di lei cominciarono a prendere forma i ricordi di Kinji.
La kunoichi dai capelli cobalto fu spettatrice dei preparativi per la missione segreta ad Oto, l'infiltrazione nei sotterranei e le varie peripezie che lo avevano portato ad ottenere l'anello che portava al dito per salvare se stesso e i suoi compagni. Vide anche come aveva confidato la cosa solo ad Akane e di come avevano provato a testare l'influsso del monile, riuscendo ad abbozzare delle conclusioni che avevano portato ad una soluzione vaga e non sicura; passò poi all'incontro con i genitori che credeva di aver perduto anni prima seguendo lo svolgersi della missione per salvare la madre, compreso il triste epilogo che gli aveva dato la possibilità di usare un nuovo tipo di sharingan. La donna che forse aveva intravisto in ospedale, costretta tra la vita e la morte, era la madre di Kinji, e non poteva fare nulla se non pregare che si svegliasse presto.
Tutto questo nell'arco di pochi secondi, finchè i ricordi sbiadirono lasciando spazio alla realtà.


- Mi dispiace... avrei voluto dirti tutto, ma ero troppo spaventato... sono stato un codardo e non ti ho dato la fiducia che ti spettava di diritto... mi dispiace tantissimo.
 
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view post Posted on 3/10/2018, 15:23     +1   -1
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In qualche modo quella sua determinazione venne trasmessa attraverso le parole, giungendo al cuore dell'amato come uno spiedo ben assestato. V'erano una moltitudine di sentimenti contrastanti ad alimentare quel suo folle desiderio di non demordere dinnanzi alla palese disfatta, all'impossibile compito di arrestare l'avanzata di quello spettro che era il suo Kinji eppure non lo era. Oh sapeva che c'era qualcosa in lui, qualcosa di maligno che non vedeva l'ora di veder vacillare l'animo dell'Uchiha per prenderne possesso.. ma pur consapevole di poter fare ben poco, continuò a dare battaglia. Piuttosto avrebbe stretto i denti sino al momento di esalare l'ultimo respiro, ma non glie l'avrebbe data vinta a quell'ammasso di egoistica sete di potere che aveva preso le redini della situazione. Sin quando sarebbe stata in piedi, in grado di combattere, avrebbe dato tutta se stessa. L'aveva sempre fatto per quello in cui credeva, e adesso credeva fermamente che vi fosse una speranza, per quanto esigua la sua fiamma potesse essere nel suo cuore.
Rimase immobile nell'osservare le reazioni del castano, dapprima incerte, poi sempre più inclini a farle pensare che qualcosa si era effettivamente smosso dentro di lui. Stava reagendo? Si. Doveva essere così, altrimenti non avrebbe portato entrambe le mani alla testa, trattenendosela dolorosamente come se qualcosa al suo interno stesse sul punto di esplodere, saltare. Dovette mordersi l'inferiore a sentire i suoi rantoli di dolore e non poter fare assolutamente nulla per aiutarlo, ma doveva imporsi fermamente di rimanere ferma e non interferire in alcun modo. Era pericoloso farlo, e se avesse sottovalutato anche solo un poco la situazione generale sarebbe stata la fine. Doveva attendere, come aveva atteso a Kawagoro l'arrivo del demone gatto a due code, per poterlo fronteggiare. Ma qui la situazione non poteva che essere assai diversa. Li era pronta a rimetterci le penne, a giocarsi la carta del bluff consapevole di avere almeno la copertura alle spalle e un essere senziente, per quanto stronzo, davanti al cammino. Qui invece non aveva alcuna arma, nessuna copertura. Lo Hyuga faticava a mettersi in piedi dopo il colpo che Kinji gli aveva inferto a bruciapelo, mentre quest'ultimo era animato soltanto dalla collera. Non c'era modo di ragionare. E difatti quello che avvenne da li a pochi istanti dopo sancì la sua completa disfatta.
Fu uno scatto troppo repentino, perché lo potesse seguire col byakugan. L'unica cosa che poté fare fu quella di mettersi in posizione di difesa, digrignando nervosamente i denti e attendendo, aspettandosi qualsiasi tipo d'attacco. Le arrivò a pochi centimetri di distanza, e non ebbe tempo di reagire con prontezza che il castano l'afferrò per un braccio, strinse entrambi i polsi con veemenza e fece per farle perdere l'equilibrio. Avrebbe potuto opporre maggiore resistenza, ma non lo fece. Si ritrovò stessa sul terriccio umido, col suo uomo tramutato in una bestia feroce sopra di lei, possibilmente pronto a ucciderla.


(Morire per mano della persona che si ama deve essere un buon modo per uscire di scena..)

Si ripeté mentalmente, serrando gli occhi e voltando il capo verso destra, in un ultimo strenuo tentativo di resistenza. E quante cose gli passarono per la testa in quei lunghi attimi, quanti rimorsi a stringerle il cuore con un cappio. Aspettava la morte, come il criminale al patibolo aspetta che la scure cali sulla sua testa, eppure pian piano la presa sui suoi polsi venne meno e non appena ebbe il coraggio di osservare nuovamente con la coda dell'occhio il suo carceriere poté rivedere il suo Kinji. Nessuna sclera nera, nessun ciuffo argenteo nella zazzera castana. Semplicemente Kinji Uchiha. Si volse a guardarlo, incredula, sollevata, con lo sguardo colmo di lacrime che aveva il sapore del terrore e del dispiacere. E non dissero nulla, nessuno dei due: incapaci di esprimersi si guardarono vicendevolmente, specchiandosi negli occhi dell'altro col fiato sospeso, fino a che non fu l'Uchiha a mollare la presa e porle una mano sulla fronte.
Di primo acchito ne ebbe timore, tanto che ebbe uno spasmo e serrò gli occhi aspettandosi il peggio, poi nella sua mente vide delle immagini che le tolsero il fiato e le lacerarono l'anima. Ebbe modo di comprendere le vicende avvenute durante la trasferta al Suono e di come l'anello fosse entrato in possesso di Kinji, di come Akane aveva cercato di studiare il suo potere portandolo all'estremo nel tentativo di aiutarlo; vide anche diverse persone che riconobbe subito come i genitori del suo amato, e seppe anche della triste vicenda che aveva portato la donna a sacrificarsi per i suoi figli. L'aveva vista, sua madre. All'ospedale, nell'ala destinata proprio alle persone a un passo dalla morte. Fu quanto di più doloroso avesse dovuto sopportare, e lei non era stata presente. Le fece male.
Non appena le immagini cessarono di fluire, aprì gli occhi sospirando pesantemente, nemmeno avesse trattenuto il fiato sott'acqua. Arrivarono scuse da parte di Kinji, delle scuse che adesso non sentiva più di meritare. Quanto era stata sciocca a pensare che non si fidasse di lei? Quanto a pensare che non l'amasse più? Si sentiva una stupida ad aver tratto conclusioni di quel genere, ad aver alimentato una rabbia che non aveva senso di esistere. Hachi-sensei aveva ragione, su tutta la linea. Fu allora, con quella consapevolezza, che si sollevò a mezzo busto e affondò il viso nel petto del suo amato, stringendo con le mani i lembi del kimono bianco dalle rifiniture rosse. -
Gomen.. - biascicò in preda ai singulti, incapace di arrestare quel flusso di emozioni che per troppo tempo aveva covato dentro. Doveva liberarsene. - Gomennasai.. sono stata una stupida a pensare che non avessi fiducia in me.. - confessò all'amato, biasimandosi anche solo per averlo pensato. Si strinse maggiormente, bisognosa di sentire il calore del suo uomo dopo la freddezza che c'era stata fra di loro per le cose non dette. Un abbraccio soltanto, una carezza sul capo, e tutto si sarebbe sciolto come neve al sole, dando loro l'opportunità di ricominciare senza commettere gli stessi errori.

 
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view post Posted on 3/10/2018, 16:14     +1   -1
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Vedere ciò che Kinji aveva passato, rivivere quei mesi come se fossero istanti della propria vita vissuti nell'arco di pochi secondi, fece breccia nel cuore di Setsuna.
La kunoichi infatti si sollevò con il busto e portò il la fronte al petto di lui quasi per nascondersi, ammettendo inconsciamente di aver sbagliato nel giudicare il comportamento del suo amato.
Mentre le lacrime cominciarono a segnare le guance della giovane donna e i singhiozzi presero il posto delle poche scuse che era riuscita a pronunciare, l'Uchiha portò una mano dietro il capo della più giovane per stringerla dolcemente a se.
Non esistono rapporti perfetti, pensò tra se e se, ma in fondo è solo grazie al confronto che si può superare i momenti di crisi; loro due ne avevano appena avuto la prova lampante: per quanto la coscienza dello Spettro si fosse rivelata soverchiante rispetto a quella di Kinji, le parole della ragazza dai capelli cobalto erano riuscite a smuoverlo e fargli riprendere il controllo delle proprie emozioni.
Entrambi avevano commesso degli errori, ma insieme si erano dimostrati intenzionati a porvi rimedio giocando a carte scoperte, uscendone infine con un legame più solido di prima.
Kinji lasciò che la kunoichi si sfogasse per tutto il tempo che riteneva necessario, rimanendo in silenzio a consolarla come avrebbe dovuto fare molto tempo prima. Adesso che anche lei era a conoscenza di tutto ciò che aveva passato e che stava passando il Vermiglio, quest'ultimo si sentiva con un macigno in meno sulla schiena.


- Mi hai dimostrato che in realtà ho la forza di oppormi, anche se il processo è irreversibile. Tutto ciò che devo fare è affrettarmi e trovare un soluzione... ancora non ho un'idea chiara su come ci riuscirò, ma se tu avrai fiducia in me, allora non potrò deluderti.

Affermò cercando di sorridere a quella ragazza che aveva rischiato così tanto per ricordargli che non doveva sentirsi solo, specialmente non ora che aveva più bisogno che mai di aiuto. Le labbra dei due amanti si incontrarono sigillando la promessa di non commettere più gli stessi sbagli e riporre totale fiducia l'uno nell'altra.

//Il tuo sarà l'ultimo post dell'addestramento e sappi che mi va benissimo anche solo un post di off con le votazioni per me. Passiamo ai risultati.

Medio --> BENE - Premio: 635 P.ti Exp + 20% dovuto ai pesi equipaggiati

In realtà non ci sarebbe granchè da dire. E' stato un addestramento incentrato a tutto tondo su Setsuna: doveva riuscire a tenere testa ad un Kinji fuori controllo sia fisicamente che psicologicamente, e se l'è cavata egregiamente riuscendo a smuovere quelle corde che hanno permesso ai due di riappacificarsi.
Spero che questo addestramento sia stato di tuo gradimento e magari più avanti possiamo approfondire in libera.//
 
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view post Posted on 5/10/2018, 19:54     +1   -1
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Quell'abbraccio sperato arrivò, e fu come un balsamo sulle ferite aperte per la fanciulla dai capelli cobalto. Bruciava appena, ma ben presto al bruciore sarebbe subentrata la piacevole sensazione del cessato dolore. Era stato in grado di tramutare la sofferenza in speranza per il futuro, gli errori in un insegnamento importante da tenere sempre a mente; quel gesto tanto semplice aveva esaltato con semplicità disarmante il sentimento che per lungo era stato logorato dalle incertezze, e pareva sussurrarle con la voce dolce del castano 'eccomi tornato'. E in effetti Kinji era tornato, per mostrarle tutto, per scusarsi di non aver avuto il coraggio di mostrare prima cosa si agitava nel suo animo, per amarla ancora con l'intensità della prima volta. E ne fu grata. Dopo tanto tormento patito nel silenzio, quello sfogo e quell'amore che il ragazzo stava dimostrandole semplicemente rendendola partecipe di ogni cosa - bella o brutta che fosse - erano una manna dal cielo; un premio per aver fatto la cosa giusta, per essere quella che era.
Rimasero l'una nelle braccia dell'altro per minuti che parevano eterni, poi le parole dell'Uchiha giunsero per confortarla e rassicurarla. Davvero era riuscita a dargli una speranza, per combattere senza cedere un millimetro all'oscura presenza del monile? Se ci era riuscita, allora aveva davvero fatto la cosa giusta. Abbozzò un sorriso, sentendolo determinato a lottare, a trovare una soluzione. L'unica cosa che chiedeva era la sua fiducia e la Hyuga glie l'avrebbe data questa volta, ma una cosa però andava precisata in tutto questo. Sollevò lo sguardo candido, incontrando quello dell'amante, ponendo una carezza sulla sua guancia sinistra, morbida e rassicurante. -
Assieme. - disse, con un sorriso angelico sulle labbra nonostante le lacrime fossero ancora presenti a bagnare le sue gote. - Ce la faremo assieme. - concluse, ponendo l'accento sul fatto che non era solo in quella battaglia, che non l'avrebbe abbandonato. Lei era li per lui e lo sarebbe stata sin quando avrebbe avuto fiato in corpo. E suggellarono la promessa con un bacio.



CITAZIONE
Anzitutto ti ringrazio per l'enorme pazienza nel portare a termine questo addestramento (Luglio, lol). So bene che con queste mie tempistiche hai sofferto tanto tu quanto io, ma per questioni di scelte mi sono voluta concentrare sull'Evento Kakusei, lasciando un po' indietro la Valchiria. E' un peccato, perché davvero ero gasatissima per questa spartizione di 'coppa a scippapilu' con Kinji, ma poi a lungo andare ho perso un po' di hype e abbiamo fatto le cose in maniera frettolosa. La colpa è senz'altro mia come dicevo, quindi i voti che ti assegno non influiranno così profondamente: te hai fatto un lavoro splendido, mettendomi davanti una trama che, finalmente, ha fatto fare quel passo avanti a Setsuna che mi serviva per arrivare "senza pensieri" alla passaggio di rango. Quindi grazie e ci si becca presto! Ho un addestramento figo da ripagare per farmi perdonare, ya'know? Ah e quando vorrai possiamo approfondire in una eventuale libera. ^^

Coinvolgimento Personale: 9
Motivi sopra citati, prevalentemente causati dal mio ritmo di postig lento peggio di un bradipo agonizzante.
Tempistiche: 10
LOL. Se si potesse dar 20 ti darei quello, ma non si puote. Oltretutto se mettessi di meno qui potrei allegramente andare a sotterrarmi la testa uso struzzo per la figura barbina.
 
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9 replies since 4/7/2018, 12:18   434 views
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