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| I due fanciulli si concentrarono, ognuno a suo modo. Il primo ad accorgersi di qualcosa fu Akira, che indicò alla sorella un punto alle loro ore 2, nel mezzo del bosco. Lì, acquattati fra i cespugli poco prima di un corso d'acqua, c'erano due persone. Misa li vide, non benissimo ma riuscì a capire cosa fossero. Erano cacciatori, avevano una faretra sul fianco e l'arco in mano, pronto a scoccare. Uno aveva i capelli lunghi, raccolti in una coda, l'altro tagliati corti e coperti in parte da un berretto. Mori tutti e due, impossibile capirne i lineamenti da dove si trovavano, e dalla stazza potevano essere sulla ventina. Ben piazzati, spalle larghe, una schiena robusta adatta al lavoro fisico. Stavano facendo la punta a qualche animale che sarebbe venuto ad abbeverarsi, in tutta probabilità. Le loro vesti erano semplici, dei colori del fango e della terra. Quasi sicuramente venivano da uno dei tanti villaggetti sparpagliati qui e là nel Paese dell'Acqua.
Erano distanti un centinaio di metri, e sembravano molto assorti. I due Ogawa si trovavano sottovento, e questo era decisamente comodo: avrebbe impedito ai cacciatori di percepire il loro odore.
Fra cespugli e alberi, c'era abbondanza di nascondigli. Dovevano solo fare attenzione a dove mettevano i piedi... E a come.
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