CITAZIONE
Parlato; Pensato
Un fascio di luce cominciava ad illuminare la stanza del giovane Jo. La mattina del suo esame pratico, la resa dei conti era arrivata, inesorabilmente. Si scrollò di dosso le coperte alzandosi, e si sciacquò la faccia cercando di prendere il pieno controllo del suo corpo al più presto. Era stata una lunga notte tormentata, il solo pensare all’esame lo aveva reso particolarmente agitato, disturbando più volte il suo sonno. Nella sua mente si era già preparato il giorno precedente ad affrontare entrambi gli esami, scritto e pratico, in una sola giornata, così era la norma, o così almeno gli era stato riferito da amici e conoscenti; e invece no, gli insegnanti avevano deciso di provare qualcosa di “nuovo” e avevano apparentemente bisogno di più tempo per poter organizzare l’esame al meglio e così le due parti erano state divise in giorni diversi. Il giovane Jo era stato divorato dal dubbio e dalla preoccupazione, non riusciva a capacitarsi del perché di questo cambiamento improvviso nei suoi piani e del perché il fato aveva deciso che proprio a lui sarebbe spettata una sorte differente.
Scese in cucina, cominciò ad addentare una pagnotta avanzata dal giorno precedente e cominciò a prepararsi una tisana per cercare di distendere i nervi. I suoi genitori ancora dormivano, si era svegliato molto presto, forse un po’ troppo, contando il notevole anticipo rispetto all’orario prestabilito per l’incontro in accademia. Tuttavia ciò non lo preoccupava minimamente, anzi era contento di non dover affrontare l’esagerata preoccupazione della madre, e le odiose frecciatine del padre, pronte a ricordagli un possibile imminente fallimento, sarebbe anzi partito subito verso l’accademia, una volta finito il pasto frugale, avrebbe aspettato là l’inizio dell’esame, senza correre il rischio di assistere alla sveglia dei suoi genitori, evitando così scomode domande e spiegazioni. Dopo aver sistemato il luogo dove aveva mangiato tornò nella sua camera, indosso dei comodi pantaloni marroni e una maglietta grigia, si assicurò di aver preso tutto il suo materiale da aspirante ninja e si apprestò ad uscire, passo velocemente davanti alla camera dei suoi genitori,che ancora dormivano, accennando un
“Ciao mamma, ciao papà, io vado allora…” e si diresse velocemente verso la porta d’uscita.
Appena fuori dalla casa-ristorante una ventata di fresca aria mattutina travolse il giovane Jo. L’impatto con l’ambiente esterno lo tranquillizzò di colpo.
“Dai… andrà tutto bene, l’esame scritto di ieri non penso sia andato poi così male, poi sono anni che mi preparo, sarò all’altezza di raggiungere il grado più basso della piramide sociale degli Shinobi”Effettivamente il giovane si sentiva molto più a suo agio al di fuori delle mura domestiche, non avere le preoccupazioni di sua madre e le pressioni di suo padre sul collo lo rendevano molto più lucido e calmo, e anche sicuro di se stesso, era infatti abbastanza fiducioso di avere tutti gli strumenti per poter superare questo primo esame della sua vita. Pensò alla piccola Shiko, qualche giorno prima le aveva detto che in questi giorni avrebbe affrontato l’esame genin; la ragazza aveva reagito con entusiasmo e gioia, dimostrandosi molto fiduciosa nelle capacità del giovane Jo, questo fatto lo aveva reso molto orgoglioso, alla fine c’era ancora qualcuno che al contrario dei suoi genitori credeva ancora in lui e ciò era una delle poche cose che gli dava ancora la forza di andare avanti.
Arrivò all’entrata dell’accademia con un certo anticipo, ma con un certo stupore trovo di fronte a sé diversi alunni che già si erano appostati impazientemente davanti all’entrata principale, attendendo con ansia l’apertura del tutto. Facce già viste ma con cui preferiva non socializzare, non è che non voleva mischiarsi a loro, ma si sentiva un po’ umiliato a stare in mezzo a tutti quei ragazzini più giovani di lui, inoltre la sua statura che andava già oltre la media della sua età era ancora più evidente a confronto con dei dodicenni e ciò lo metteva lievemente a disagio. Salutò i ragazzi cercando di non dare troppo nell’occhio e si sedette sul muretto ad aspettare con calma l’orario prestabilito. Ascoltava da esterno i discorsi dei giovani aspiranti shinobi, c’era chi si confrontava sull’esame scritto del giorno precedente, chi sulle probabili modalità dell’esame pratico e chi argomentava fantasiose teorie sul perché l’esame era stato ripartito in due giorni, quando all’improvviso un gruppo di insegnanti che Jo più o meno riconobbe uscì dalla struttura. Le chiacchiere dei ragazzini vennero subite interrotte, l’orario prestabilito per l’incontro ormai si avvicinava, e dopo un veloce appello uno degli istruttori, un ragazzo dai capelli corvini che sembrava molto giovane ed insegnava l’arte del Taijutsu si fece avanti e avvertì i ragazzi informandoli che a breve tutti gli aspiranti Shinobi sarebbero stati portati nel luogo della prova.
Un brivido percorse la schiena del giovane Jo al sentire queste parole, finalmente era arrivato il momento tanto atteso, i suoi dubbi sarebbero stati sciolti, finalmente avrebbe scoperto cosa gli insegnanti avevano in serbo per l’esame pratico e se lui ne sarebbe stato all’altezza.
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gdr offMi scuso per l'imbarazzante ritardo, ho avuto delle complicazioni che mi hanno tenuto lontano dal pc più del dovuto, non volendo rushare il tutto già al primo post, ho aspettato di avere un po' di tempo libero, ora che c'è anche un altro esaminato cercherò di rispondere più rapidamente
Edited by Woofie - 20/5/2018, 04:56