[Fase IV] - Simulacrum, Crow - Kuroi Inu

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view post Posted on 6/5/2018, 21:48
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Mhh... mhhhh..

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*Erano vivi? Possibile?
Il primo a tornar loro sarebbe stato il senso del tatto, e con esso un'ondata gelida, ma secca. Ciascuno premuto contro la pietra di un pavimento invisibile, buio, i ninja recuperarono lentamente mobilità. Nessun dolore pervenne, nessuna ferita ne impedì l'alzarsi... incredibile che fosse. L'olfatto non restituì loro nulla, e così la vista, il cui ritorno fu assolutamente irrilevante.
Ma quando venne il turno dei timpani, quando lo stordimento ed il disorientamento smisero di otturarli, a pervaderli fu un tono sinistro e profondo. Un crepitio, vento tra le rocce... e non continuo, ma cadenzato, stabile, nascente e morente ad intervalli regolari. Un respiro.*


GDROFF///Benvenuti amici. Alzatevi, ricomponetevi, esplorate.
Avete fino al 13 per rispondere, una settimana. Se non potete, per favore fatemelo sapere con un certo anticipo. Per qualsiasi cosa contattatemi.///GDRON
 
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Kuroi Inu
view post Posted on 11/5/2018, 22:16






Freddo; Intenso, tremendo, gli pervadeva le ossa; Freddo, ma asciutto, una sensazione familiare, il freddo del deserto; Niente sabbia sotto le dita, solo...freddo, vuoto. Niente forze, l'aria gli pesava sulle spalle, non riusciva a muoversi, a malapena a respirare. Aghi di ghiaccio nei polmoni, un colpo di tosse, pugnalate nello stomaco. Un gemito, il gomito e l'avambraccio iniziano a strisciare sul pavimento. Un altro colpo di tosse, altro dolore. Poco a poco le forze tornavano ai suoi muscoli, centimetro per centimetro stava vincendo la forza di gravità che lo teneva attaccato al pavimento.
Aprì gli occhi, buio, assoluto, totale, non riusciva a distinguere neanche una sagoma. Tenendosi a stento con un braccio, portò una mano agli occhi. Non sentiva tracce di ferite o sangue.
È solo buio.
Con le forze stava tornando anche la ragione, ed il primo pensiero cosciente aveva già attraversato il suo cervello. La calma dell'incoscienza cominciò ad essere sostituita dal panico della veglia. Si alzò di scatto, il corpo ancora debole spinto dalla mente ormai sveglia; I suoi primi passi furono barcollanti; Tese in avanti le mani, alla ricerca di un appoggio, ma non trovò nulla; Riprese l'equilibrio appena in tempo per non cadere a terra. Si guardò intorno, ma ciò non ammontò ad altro che assicurargli che il collo era ancora integro e flessibile. Si sentiva ancora stanco, avrebbe dato tutto per potersi poggiare a qualcosa, anche solo per un attimo, per riprendersi un po'. I ricordi degli attimi prima dell'oblio gli ritornarono in testa con la forza di un torrente in piena: stralci malconci e rattoppati di memorie, immagini ferme nel tempo, sensazioni, suoni, il sapore della terra sulle lingue.
Sono...svenuto, crollato a terra. Ricordo...ricordo linee di luce per terra, un suono inumano e...una statua, una statua che si muoveva, immensa. Non ero solo, c'erano altri a terra...Altri...Dove sono gli altri?
Avanzò un passo tentativamente, un giramento di testa, poteva sopportarlo; Un altro passo, un suono netto gli attraversò le orecchie, informandolo che aveva recuperato l'udito. Un altro passo, provò a farsi sentire ma dalla sua gola non uscì alcun suono; Un altro colpo di tosse, provò a schiarirsi la voce.
...N-nessuno? Dove siamo?
L'unica risposta alla sua domanda fu l'inconfondibile suono del vento, conosciuto ma quasi assordante dopo l'assoluto silenzio di cui era stato testimone. Un soffio d'aria seguì il suono, sferzandogli la faccia resa fragile dal freddo. Nonostante il dolore e questo nuovo fastidio, Hideo lo accolse come segno propizio, poiché poteva significare solo una cosa:
Un uscita.
Gli sarebbe bastato trovarla, ed i suoi problemi avrebbero avuto una soluzione. Ma dopo un attimo, il soffio s'interruppe, il silenzio calò di nuovo in quel luogo sconosciuto. Istintivamente cercò nuovamente di guardarsi attorno, ancora una volta la sua vista non gli restituì alcuna immagine.
Prima che potesse mettere insieme coerentemente la sua confusione, la brezza tornò, crescendo linearmente d'intensità per poi svanire un altra volta.
Che tipo di caverna poteva permettere un fenomeno tanto strano.
Per un attimo, sepolta sotto tutta la confusione e la paura, la scintilla della curiosità si riaccese nel ragazzo, spingendolo ad inseguire quella misteriosa sorgente di vento, ignorando quella parte di lui che cercava di ricordagli quanto potenzialmente pericolosa fosse quella situazione.
Non vedo altre opzioni, se voglio uscire di qui. - Tanto vale soddisfare la mia curiosità...
 
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| Crow |
view post Posted on 12/5/2018, 11:21




Fukagizu, Gennaio 249 DN




Ignara, spaesata, spaventata. Una fioca luce nel nulla assoluto, nell'oscurità più profonda. Si sentiva così la giovane vermiglia. Non bastò quel rapido sguardo con il giovane del deserto vissuto poco prima; era sola in un mare di solitudine con una manciata, scarsa, di certezze tra le mani. Sarebbero bastate? Cominciò a guardarsi intorno: shinobi provenienti da tutte le parti del mondo erano lì presenti per un motivo ben preciso. Il suo collimava altrettanto? Bastava la chiamata del Kage a posizionarla lì con nessuno al suo fianco, con le sue debolezze e le sue fragilità? ''Troppo tardi per i ripensamenti, stupida.. stupida, stupida..'' Poche le volte in cui non fu severa con se stessa; nonostante gli enormi progressi raggiunti, le possibilità di dimostrare pienamente la sua forza, il suo valore, si erano dimostrate misere.. poco ricercate dalla stessa a dire il vero.. ogni nodo veniva al pettine: pensieri al momento giusto.. ma nel posto sbagliato.

Perse di vista il compagno della sabbia scorto poco prima; era tempo di muoversi, addentrarsi dove ogni ninja si dirigeva. Scegliendo di passare inosservata, come sempre aveva fatto, celò ancor di più il viso con il cappuccio cercando un buon punto per osservare al meglio qualsiasi cosa pur restando fisicamente in disparte. Passo dopo passo.. quella strana sensazione percepita poco prima all'entrata delle rovine s'era fatta sempre più forte, palpabile quasi.. più ci si addentrava più la si sentiva sulla pelle. Al di sopra delle sue capacità, la comprensione di tale forza nell'aria, l'unica arma a disposizione della giovane fu il presentimento, l'istinto primordiale, quello che non fallisce mai.. presagio di pericolo. La moltitudine di shinobi ben più capaci di lei al suo fianco non avrebbe placato quel senso di disagio; non restava altro che aspettare il da farsi. Un cantuccio rialzato, un'insenatura formata dal cedimento di una colonna fu la scelta: una posizione di vantaggio visivo e uditivo; altro non poteva fare. Nessuno si sarebbe curato di un'infima genin lì in mezzo.. quella era la speranza.

***

I gruppi andavano formandosi. Campi base, tende mediche, vettovagliamenti, tutto il necessario per uno scontro imminente era lì, predisposto sia fuori che dentro il perimetro dove la maggior parte delle forze armate s'era concentrata. Non vedeva Azusa; scorgeva da lontano solo il loro Kage, Himura Koshima, in compagnia di una giovane donna, Kage anche lei a giudicare dalle vesti, ''Quello è l’effige di Konoha..'' ma non Azusa, probabilmente impegnata alla tenda medica allestita in posizione più arretrata. Buona parte dei presenti guardava nella stessa direzione: gli uomini che poco prima avevano accompagnato gli shinobi al centro del complesso erano lì, schierati con un uomo mai visto prima dalla ragazza. Piccolo e minuto in confronto ai suoi luogotenenti, non ci volle molto per capire che il comando era suo. Il vociare incontrastato, roboante di almeno un centinaio di voci all'unisono, sembrava non scalfire l’area circostante del giovane e presunto capo, comandante forse, di quegli strani individui; aleggiava piuttosto un inquietante silenzio.. attesa.

Attendere, attendere, attendere. Sembrava non ci fosse altro da fare. Passavano le ore e il sole cedette il posto al cielo stellato. Cos'era lei? Chi era? Era un medico. O meglio, quello era il proposito: era un’apprendista e gli apprendisti apprendono, lavorano a più non posso e si danno da fare. Se non della sua assenza, qualcuno si sarebbe quantomeno accorto della sua presenza alla tenda medica; lì avrebbe avuto qualcosa da fare. Fece per muoversi e scendere giù dal cantuccio quando la quiete come d’improvviso smise d’essere: tuoni e tumulti, violenti impatti nell'atmosfera al di sopra delle loro teste. Il cielo scuro accentuava e favoriva la vista di quei lampi luccicanti, aggressivi e minacciosi. Qualcosa o qualcuno colpiva da un punto non troppo distante quella che adesso, agli occhi della rossa, si dimostrava una vera e propria barriera. ''Ecco cos’era quella sensazione quando siamo entrati..''

''… N-non.. NON REGGERÀ!!''

Fu il suo unico pensiero. Occhi chiusi e serrati a celare qualsiasi cosa alla sua vista, mani a coprire le orecchie per sfuggire a quei boati; il suo coraggio non resse che una manciata di secondi prima di vacillare a terra inerme. ''Codarda. CODARDA!!'' Urlò al suo io interiore, a sé stessa. Ferma, immobile, rannicchiata e paralizzata ancora lì nel suo cantuccio mentre polvere e cenere piovevano letteralmente dal cielo, residui della barriera infranta che a difficoltà cercava di rigenerarsi. Ci volle qualche minuto prima di aprire gli occhi e notare una terza fazione capeggiata da una donna anziana nell’aspetto ma tutt’altro che caduca nello spirito emanato. Sì, si trattava di fazioni; era fin troppo evidente. La stessa posizione fisica, triadica, dei gruppi ne suggeriva la natura di distanza. Lei, loro, i ninja, erano dalla parte di qualcuno? Con i nuovi arrivati? Impolverati, agguerriti, vistosi nei drappi rossi, o nei già presenti uomini al servizio di quel giovane dalla irrequieta calma?

Tutto troppo in fretta per la giovane. Neanche il tempo di capire pienamente la situazione che i fragori, cessati con l’entrata in scena dell’ultimo gruppo, ripresero ancor più violenti: non bastò il cielo scuro a celare enormi figure animalesche al di fuori della barriera sempre più provata dagli attacchi. Non capiva, ancora una volta in preda al terrore. Cos’erano? Perché erano lì? Cos’erano? Cos’erano? Minuscola, infinitesimale, insignificante. Un’improvvisa sensazione di debolezza e fragilità la pervase. Il chakra, così pensava lei, emanato da quelle grottesche creature era palpabile, lo sentiva dentro, formicolava ogni fibra del suo corpo; era troppo. ''Non.. Non riesco a muovermi..''

Un colpo, due colpi.. neanche li contava più. Attratte da qualcosa quelle creature diedero vita alla loro danza disperata, impattando con inaudita ferocia sulla barriera ormai prossima al collasso. L’anziana a capo dei drappi rossi parlava. Il Kage della Foglia parlava. Voci lontane, irriconoscibili. Il vortice di paura e stupore ottenebrava i sensi della giovane che stava lì, rannicchiata nel suo angolo rialzato immobile, catatonica, preda dei suoi pensieri. ‘’NO!!!’’ Quel poco di resistenza svanì come sabbia soffiata via dai venti desertici. Panico. La terra tremò. Passi, posizioni di combattimento, pavidi in fuga e temerari in prima linea; l’inizio e la fine erano a pochi centimetri di distanza l’uno dall’altra. I giganti oltrepassarono il confine fino a poco fa demarcato invadendo l’area, calpestando qualsiasi cosa sotto la loro portata, senza distinzioni.
''È la fine. Invece di battermi e fare qualcosa me ne sto qui. Le gambe non rispondono, sono patetica maledizione. Le speranze che Azusa ha riposto in me saranno ripagate così? Pietosa.. Pietosa..''
Non s’accorse poi così tanto di quello che subito dopo accadde. In lontananza rispetto a lei, il giovane a capo del primo gruppo, o meglio, le sue azioni, scatenarono l’impensabile: i sopravvissuti avrebbero avuto qualcosa da raccontare al loro rientro. Chiunque all’interno dell’area non avrebbe avuto niente da raccontare, non sarebbe rientrata e molto probabilmente avrebbe perso qualsiasi appiglio alla vita. Durò tutto una manciata di secondi.

Soundtrack

~Haiko?

F-fr.. Fratello?? Sei tu??

~Sorellina. Dolce sorellina. Sì, sono io. Vieni, dolce sorella. Avvicinati.

D-dove sei? Ho paura.

~Ma come? Sono qui. Tendi la mano, sto per prenderla, non avere paura. Ci sono io adesso.

Mito-chan..

~Ti aspetto dolce sorella. Piccola Haiko.


Fu la vista il primo pezzo. Tutto divenne scuro. A fatica riuscì a scorgere non molto lontano da lei un essere ancor più grande di quelle creature, uscito chissà da dove. Grottesco, orripilante, fulmineo. L’unico gesto fu l’istintiva interposizione delle braccia sul viso, quasi a protezione. E poi.. Il passato. Eccolo il passato che ritorna. Il passato che non se ne va. Il passato che attende il momento giusto per fare capolino e strappare via ogni certezza costruita fino a quel momento. Gli anni di dolore e privazioni. Eccoli. Tutti lì, decuplicati nello stesso momento. Ogni brandello del corpo e dell’anima vennero svuotati della propria essenza in un battito di ciglia. Più volte s’era chiesta se al momento della sua morte avrebbe avuto modo di vedere frammenti di vita passarle davanti. Si sbagliava. Uno strappo netto. Un interruttore nel suo caso. La medicina nel suo impianto arrestò ogni beneficio. Il corpo non reagì e cadde privo d’ogni energia vitale a terra rovinosamente come un vaso in frantumi. Non sentì nemmeno la ferita alla fronte causata dall'impatto. Nulla.



???



~Che fai? Non vieni? Sono io che mi sento solo. Vieni Haiko. Ti prego.

No. Non ancora.


AHH!!

Urlava. Urlava eppure la sua voce si perdeva nel vuoto. Dove fosse neanche lei sembrava in grado di capirlo. Freddo. Molto freddo. Era viva? Stava bene? Troppe domande. La caduta. Fino a prova contraria s’aveva fracassato la testa cadendo dall’alto dopo aver perso i sensi. Ma.. Ma.. Difficile a dirsi se quel che provava era dolore o altro. La ferita, presunta, pulsava lancinante, unico punto di calore su tutto il corpo. Aveva freddo, non poteva negarlo. La prima cosa che sentì sulla propria pelle fu la nuda terra sulla quale poggiava, rannicchiata probabilmente. Primordiale, fu la sensazione provata subito dopo il risveglio. L’inizio d’ogni cosa. Buio, buio totale. Aveva perso la vista? Incespicò nel tentativo di rialzarsi. Poteva muoversi! Ma.. come? Aveva perso ogni cosa, era ritornata all'inizio di tutto. Tutto troppo confuso. Mosse qualche passo in avanti, braccia protese come per cercare un appiglio; dispersa nel nulla.

C’è nessuno?

Se fu la vista ad aver abbandonato la ragazza, l’udito d’altro canto si mostrava chiaro e limpido. Nessuna risposta alla sua semplice domanda. Solo.. Solo.. Un ritmo regolare.. familiare.. innato. ''R-Respiro?.. Dove sono?'' Smise di muoversi. La cadenza di quel respirare le mise i brividi, paralizzandola sul posto. Era quello l’inferno?

 
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view post Posted on 16/5/2018, 20:03
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*Il richiamo di Haiko rimbombò sulla pietra, il tono presto deformato in acuti e gravi attraverso lo spazio. L'eco si espanse grottescamente per un tempo lunghissimo, e, quando finalmente perse di forza, lasciò dietro di sé una situazione completamente invariata. Silenzio, fino al sopraggiungere della nuova brezza.
Hideo, dal canto suo, aveva iniziato a muovere qualche cauto passo proprio seguendo quel suono. Uno dietro l'altro, nell'oscurità, il giovane mise i piedi in fila sentendo sotto di sé il contatto solido della pietra. Poteva sentire la brezza farsi radicalmente più intensa avvicinandosi, tanto nella portata quanto nella velocità... e lo stesso poteva dirsi per il rumore. Improvvisamente, anche senza l'ausilio della vista, il giovane sentì le pareti che lo avevano cinto fin lì interrompersi bruscamente, introducendolo ad uno spazio freddo, uno in cui il suono del respiro rimbombava senza costrizioni e in cui il vento non giungeva tanto irruento. Era entrato in una stanza di grandi proporzioni... quali, con precisione, ancora impossibile dirlo.
La nozione gli avrebbe indubbiamente dato pausa, arrestandone il passo fosse solo per la sorpresa. La suola calpestò un'ultima volta, contesa tra la solidità della pietra e la cedevolezza della sabbia... quindi, assordante, un rombo.*




*Una luce accecante riempì l'ambiente, seguita da un tremito violentissimo e dal crepitare della pietra su sé stessa, come se la struttura in cui si trovavano si stesse contorcendo. Il pavimento sotto Haiko si fece improvvisamente ripidissimo, costringendola a scivolare verso Hideo che, nel frattempo, era sbalzato via dal tumultare della sabbia e della pietra sotto i suoi piedi. I due tornarono uno accanto all'altro, disorientati e spaventati, mentre alle loro spalle uno scorrimento pesante di catene e pietra siglava con un grande tonfo il sigillarsi di un cancello: erano intrappolati... appena in tempo per l'inizio delle danze.
Un ruggito spaventoso si elevò sopra ogni altro rumore, la sua profondità tale da sembrare partorito dalla pietra stessa… e, in breve, i due avrebbero realizzato quanto tale ipotesi non fosse poi così lontana dalla realtà. Una enorme bestia si innalzava al centro della stanza in cui si erano venuti a trovare, la figura capace di convogliare a sé la sabbia che ne costituiva il suolo, smuoverla come dune nel deserto, e comunque apparire minuta rispetto alle proporzioni dell’arena. Si, l’arena. Una piazza ovale di dimensioni mastodontiche, paragonabili a quelle di Suna stessa, circondata da colossali mura in pietra e sorvegliata da due ancor più impressionanti statue umanoidi, che, ciascuna innalzantesi da un punto mediano della cinta muraria, si fronteggiavano elevando le proprie braccia a sostegno di una gigantesca clessidra. L’arcaico segnatempo pendeva dalla stretta congiunta delle due statue sul centro dell’arena, e, riflettendo la luce intensa che gli occhi delle sculture emettevano, illuminava a giorno l'intera stanza. A coronare la meraviglia erano i minuziosi intarsi che decoravano tanto la cinta quanto le statue stesse, paludate l’una come sacerdote tribale, in veste lunga e copricapo piumato, l’altra come guerriero, nudo nel petto ed armato sulla schiena.
Che a Hideo ed Haiko tali conclusioni giungessero, o giungessero in tali termini era del tutto irrilevante: nemmeno il tempo di riprendersi dal bagliore e dallo smottamento che il ruggito avrebbe monopolizzato le loro attenzioni, assieme al demone che l’aveva prodotto. La creatura, risvegliatasi forse da un sonno profondo, non ci mise molto ad identificare loro come responsabili, e furente prese ad artigliare la sabbia per spingersi in avanti, scivolandovi sopra. La forma era quella di un tasso, almeno vagamente, e il tratto più riconoscibile, fatta eccezione per i tratti blu scuro sulla pelle di sabbia ed arenaria, era l’enorme coda irta di punte rocciose.
Inutile dire che, se li avesse raggiunti, poco sarebbe rimasto di loro.*


GDROFF///Oh diamine. Shukaku si dirige incazzato verso di voi a tutta birra. Decidete cosa fare, in fretta, sapendo che intorno avete soltanto una enorme distesa di sabbia e mura alte. Le due statue sono altissime, comunque troppo lontane perché possiate interagirvi. Se vi serve vi disegno una mappa dell'arena XD.
Scadenza 23/5.///GDRON
 
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Kuroi Inu
view post Posted on 23/5/2018, 13:04





Cominciava ad abituarsi a quella condizione: il suo passo era diventato un poco più saldo, la sua andatura meno incerta. Purtroppo però sembrava che la sua vista non volesse saperne di adattarsi all'oscurità, continuando a lasciarlo privo di uno dei sensi più importanti. Per sua fortuna, l'udito era stato più magnanimo, continuando a fornirgli i suoi servizi, collaborando con il tatto per seguire quello strano vento intermittente che aveva ispirato il suo cammino.
Spero solo di non star facendo un enorme cazzata.
Le parole gli uscirono di bocca prima ancora di passare per il cervello, cercando di arrivare ad un udienza che, a quanto ne sapeva, non esisteva.
Ma non poteva farsi scudo neanche di quella piccola certezza: già due volte era stato raggiunto da un curioso rombo, nato da chissà dove alle sue spalle; con un po' di fantasia, avrebbe potuto immaginare che qualcuno gli stesse parlando, ma il ragazzo voleva continuare a sperare di essere solo in quel buio sovrannaturale, dato che l'alternativa poteva essere potenzialmente peggiore.
Meglio la solitudine al dubbio di avere qualcuno alle calcagna - Magari qualcosa che ci vede meglio di me in questo buio maledetto.
Inutile dire che, da allora, il suo passo si era fatto un poco più veloce.

La sua cieca ricerca si interruppe all'improvviso quando il ragazzo si sentì pervadere da una sensazione insolita. Non era sicuro di come descriverla, ma riusciva a capire che qualcosa era cambiato nella zona a lui circostante: non aveva toccato alcuna parete da quando era li, quindi non avrebbe potuto dirlo con certezza, però poteva avvertire di trovarsi in uno spazio più ampio.
Un altro passo in avanti ed il ragazzo capì il perché di quella sensazione: anziché incontrare la stessa superficie solida che aveva sostenuto il suo cammino, i suoi sandali sprofondarono in una sostanza decisamente più familiare.

Sabbia.


L'associazione fu immediata: come poteva essere altrimenti, per un abitante di Suna?
A dirla tutta, ora che il freddo che lo aveva accolto in quel luogo si era smorzato - Non me ne ero neanche accorto. - ad Hideo sembrava quasi di poter sentire il sole mattutino scaldargli la pelle, come se si trovasse di nuovo nel suo deserto natio. Il ricordo della sua terra natale gli portò un filo di conforto, un brandello di normalità in quel luogo trapuntato di incertezze.
Prima che potesse desiderare che la luce accompagnasse le familiari sensazioni che stava provando, un lampo intenso gli riempì la vista, colorandola di bianco. Istintivamente si coprì gli occhi, cercando di schermarli da quel bagliore improvviso e doloroso.
Barcollò di qualche passo all'indietro, cercando inconsciamente di allontanarsi da quella fonte di luce, solo per incontrare la ripida inclinazione della pietra dietro di lui; fu per puro caso (o almeno così sembrò a lui) che, scivolando giù da quella stessa inclinazione, Haiko non lo travolse. Si voltò ad osservare qualunque cosa avesse sollevato la sabbia che gli aveva improvvisamente inondato la schiena, giusto in tempo per accorgersi, ora che i suoi occhi stavano cominciando a tollerare nuovamente la luce, dell'immenso portone di pietra che aveva appena sigillato l'ingresso a quella distesa di sabbia.
Qualcosa mi dice che questo non è un buon segno.Lo stava facendo di nuovo, stava pensando a voce alta, doveva essere decisamente colpa dello stress. Almeno stavolta c'è qualcuno ad ascoltarmi.
Non ebbe neanche il tempo di assicurarsi delle condizioni della ragazza ora al suo fianco prima che la sua attenzione venisse completamente canalizzata dal ruggito assordante che aveva appena riempito quella enorme stanza.
Oh no, oh no. Spero solo che sia l'eco di questo maledetto posto che gioca brutti scherzi. - La sua voce, appena un sussurro, in confronto al verso assordante di qualunque cosa avesse fatto di quell'area la sua tana. Una tana, perché qualunque cosa abiti qui, dubito sia umana - ...O ben intenzionata. E ancora una volta quel vizio con cui stava ancora venendo a termini tradì la sua paura.

La terra iniziò a tremare, animata da quel suono orribile la sabbia a smuoversi in maniera innaturale, solo la familiarità del ragazzo con il deserto gli consentì, a stento, di mantenersi in equilibrio sulle mutevoli sabbie. Senza che un filo di vento le animasse, le dune dorate si muovevano strisciando su se stesse, convogliandosi al centro di quella piazza ovale, dove una figura ricurva ed imponente stava emergendo dal sottosuolo. Anche se i dettagli più minuti furono offuscati dalla distanza, ad Hideo non fu difficile capire che le dimensioni della creatura, sufficientemente grande da poter svettare sopra molti palazzi del suo paese.
Alla vista di quella creatura, nata dalla sabbia e di essa padrone, Hideo non poté fare a meno di pensare a qualcosa che gli era stato detto non troppo tempo fa:
I Draghi sono Draghi proprio perché gli uomini non possono nulla contro di loro.
Qui, ci sono i Draghi.

Doveva sembrare pazzo alla ragazza, ammattito dalla paura: da quando si erano riuniti, il ragazzo non aveva fatto altro che sputare fuori frasi apparentemente senza senso. E forse era vero, forse la paura gli aveva offuscato la mente ed ora il Genin era ridotto a blaterare cose senza senso.
Ma quando la creatura, con un secondo, bestiale ruggito, cominciò a spingersi verso di loro in preda ad un ira che Hideo non provò neanche a comprendere, il ragazzo si trovò più preparato di quanto non si sarebbe aspettato. La mano dominante scivolò rapida ed istintiva nella sacca dell'argilla, di cui il ragazzo non si era neanche curato di confermare la presenza da quando si era risvegliato. Ingurgitata una grossa quantità d'argilla, la bocca sul suo palmo iniziò il duro lavoro d'impasto. Si trattava di qualcosa su cui si era esercitato più volte assieme a Ryu, ma di cui, a differenza delle sue creazioni più minute, non aveva mai fatto uso in missione. Quale momento migliore, se non in una situazione di vita o di morte?
Con quel delicato processo affidato ad una delle sue bocche, il Genin ripassò rapidamente le sue opzioni per evitare la carica che non aveva fatto altro che farsi più vicina. Non che avesse poi tante opzioni, l'unica cosa che poteva fare era scappare, il suo chakra non gli permetteva ancora di controllare alcun tipo di elemento che potesse frapporre una barriera tra di loro. E qualcosa mi fa pensare che un muro non basterebbe a fermarlo.
Venuto a patti con la mancanza di opzioni, Hideo decise di sfruttare quel piccolo vantaggio che gli dava la familiarità con il terreno di combattimento, sperando disperatamente che potesse eguagliare quella della creatura che la sabbia era in grado di controllarla. Una speranza vana, ovviamente, ma aveva bisogno di aggrapparsi ad ogni barlume di positività.
Approfittando al massimo del poco tempo a disposizione, il ragazzo si rivolse alla sua compagna, e con la voce più ferma che quella situazione gli permetteva, la istruì su un piano che lui stesso stava ancora finendo di formulare.
Corri nella direzione opposta, e cerca di non farti notare.
Riproducendo sigilli ormai impressi nella memoria, il Genin disperse una grande quantità di chakra, per poi dargli forma affinché creasse due copie di se, che lo avrebbero assistito nella seconda parte del suo piano: correre.
Con tutta la forza che aveva lentamente recuperato, il ragazzo cominciò a correre, tenendosi vicino alla parete che delimitava quell'arena. Seppure quella potesse apparire come una semplice e disperata fuga, si trattava in realtà di una delle tecniche segrete del villaggio, una tecnica che in quel momento rendeva Hideo grato di aver seguito con attenzione qualche lezione del loro maestro di Taijutsu. Accentuando quanto bastava il movimento delle gambe e occasionalmente zigzagando nel suo percorso, il Genin sperava di sollevare un polverone abbastanza appariscente da confondere la sua presenza con quella dei cloni, guadagnandosi così un po' di tempo per finire di plasmare l'argilla nella sua bocca. Forza, andiamo, ancora un po', maledette zampe, perché siete così complicate?
Ora, non restava altro che attirare l'attenzione di quel mostro. Utilizzando la mano ancora libera, Hideo racimolò un altro po' di argilla, appallottolandola rapidamente prima di iniziare a modellarla. In decisamente meno tempo di quanto gliene sarebbe servito per completare l'altro suo progetto, il ragazzo rilasciò in volo una mezza dozzina di piccoli uccellini, programmati dal suo chakra per volare in direzione della creatura ed esplodergli addosso.
Non si illudeva di infliggergli qualsiasi forma di danno fisico, ma sperava di causare abbastanza fastidio da attirare su di se tutta la sua rabbia, lasciando tempo alla ragazza di pensare a qualcosa.
Sperando che le venga in mente qualcosa di meglio di farsi inseguire da un mostro grande quanto un palazzo.




Azioni questo turno:
Fase Difensiva:
<taijutsu> -Illusione del Deserto- (Stm: -3)(Vel: +30*Numero di Copie Illusorie) “Si sa nel deserto i rischi sono molti e tutti amplificati da quel lacerante senso di fiacchezza che attanaglia chiunque lo attraversi. Tale tecnica riproduce ciò grazie a dei rapidi movimenti attorno all'avversaio, ciò darà l'illusione di essere prensente ovunque; permette inoltre di utilizzare come attivazione la Tecnica della Moltiplicazione del Corpo, permettendo di creare 2 copie da Genin, 3 da Chunin, 4 da Jonin e 5 da Jonin-S, per confondere l'avversario e poi sfruttare tale vantaggio per eludere meglio l'attacco nemico. Questa elusione migliorata smuove una gran quantità di polvere che causa status Accecamento in base al residuo. Se l'elusione riesce il nemico dovrà difendersi con Def/5 dalla sabbia che entrerà nei suoi occhi.”

Stm: 85-3 = 82
Vel: 71+60 = 131

Attivazione:
<tecnica> - Moltiplicazione del Corpo - [Chk:10 x copia][Eff +20 x copia] [Max 2 copie a turno] "Il ninja crea copie illusorie di sè al fine di confondere l'avversario. [Il calcolo da fare per trovare l'efficacia delle copie è: (Int+Chk residuo+Bonus Tecnica). Se l'illusione riesce la vittima avrà un malus a Frz e Def pari a 5+(Danno Certo/10)"

Stm: 82-(40/20)= 82

Azione Bonus:
Inizio l'impasto di:
<ninjutsu elementale> - Destriero - (Chk: 70)(Argilla: 100 g)(Tempo di Impasto: 1 turno) "La concetrazione, durante l'esecuzione delle loro tecniche o, come essi stessi dicono, delle loro opere d'arte, è fondamentale per i membri di questo clan. Si è così sviluppata con il tempo una tecnica che crei una cavalcatura, in grado trasportare il ninja e di schivare gli attacchi rivolti contro il suo creatore. La forma di tali esseri varia moltissimo da ninja a ninja, anche se, solitamente, si tratta di gigantesche lucertole, ragni o cavalli. Alcuni, però, amano mostrare la propria arte in forme particolari, che restano impresse nella memoria di chi le osserva: è così che sono nate delle cavalcatura con sembianze di buoi, cavallette e persino scimmie. La funzione di una cavalcatura non è certamente quella di esplodere, dato che, come i canarini d'argilla, non possiedono questa capacità. Devono invece trasportare il ninja, che sarà così in grado di schivare più facilmente gli attacchi nemici. La cavalcatura ha Vel pari a 150/250/390/590 e Slt 250/500/875/1250. Non essendo una creatura vivente e, dunque, affatto dotata di istinto o intelligenza, non possiede alcuna riduzione del danno e subirà per intero tutti i danni. Un destriero può anche essere in grado, eventualmente, di muoversi senza trasportare il ninja, sebbene questo debba rimanere nelle vicinanze per impartirgli ordini. Nel caso, invece, la creazione abbia già una destinazione prefissata (come nel caso del canarino), si può muovere autonomamente, ma non sarà in grado di reagire ad eventuali imprevisti (percorso bloccato, attacchi nemici o simili). Il destriero non può essere potenziato tramite l'utilizzo di più bocche, mentre si può impiegare una maggiore quantità di argilla (la Vel aumenterà tanto quanto l'argilla immessa, mentre la Slt di argilla immessa*2)."

<passiva> - Abile utilizzatore dell'argilla[5/10] - "Il ninja riesce ad utilizzare sapientemente la propria argilla, le cui scorte sono limitate, diminuendone dunque la quantità necessaria per le proprie creazioni di:
Liv 6 : -5g

Argilla: 400 - 95 = 305

Fase d'attacco:
<ninjutsu elementale a lungo raggio> - C1: Insetti d'Argilla (Chk: 60)(Argilla: 60g)(Tempo di Impasto: 0 turni)(Int: +70) "Prima e più semplice tecnica che viene insegnati ai nuovi adepti del clan, non appena sono in grado di manipolare l'argilla. Si tratta di un attacco estremamente facile da portare a termine, ma che si può rivelare letale per il nemico: il membro del clan crea diversi, piccoli insetti d'argilla, che poi fa dirigere rapidamente verso l'avversario. Tali creazioni, dall'aspetto innocuo, nascondono in realtà un potere esplosivo abbastanza elevato da uccidere una persona. Il loro massimo punto di forza, in ogni caso, è la difficoltà dell'avversario di notare delle piccole creature che, strisciando sul terreno, muovendosi silenziosamente verso il loro obiettivo, gli si avvicinano. Se l'avversario non possiede "Fiuto", la tecnica avrà un ulteriore bonus di 10. Anche se lo possedesse, non è comunque necessario usarlo per individuare gli insetti."

<passiva> - Abile utilizzatore dell'argilla[5/10] - "Il ninja riesce ad utilizzare sapientemente la propria argilla, le cui scorte sono limitate, diminuendone dunque la quantità necessaria per le proprie creazioni di:
Liv 6 : -5g

Argilla: 305 - 65=250
Stm: 80-(60/20)=77
Danni: 92 + 71 + 14 (spec)= 177

Inclusi i calcoli per completezza.
 
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| Crow |
view post Posted on 24/5/2018, 16:54




Inutile, sparsa nel vuoto la voce della giovane vermiglia. Nessuno nelle vicinanze, nessuno accanto a lei, sola, abbandonata a sé stessa e ai suoi pensieri. Ancora piccoli passi. Fermarsi e restare in balia dell’oscurità equivaleva a perire miseramente. Impossibile per la kunoichi rendersi conto dello spazio circostante; avrebbe potuto camminare finché le gambe avessero retto o finché un muro si fosse parato lì, di fronte a lei, sbarrandole la strada. Non aveva ritrovato il coraggio, -non ne fu mai totalmente priva in vita sua- era spirito di sopravvivenza, il suo. A tenerle ironicamente compagnia quel ritmo regolare, respiratorio, vitale. Lo scalpiccio dei suoi passi sembrava confondersi, passare in secondo piano di fronte alle pulsazioni circostanti. Di una cosa sembrava esser certa: lo spazio lì presente a circondarla era immenso e costituito da una pavimentazione solida, impenetrabile.. roccia? ''Avrà mai una fine?'' Uno, due, tre, dieci, venti metri. Niente. Dove stava andando?

Da quanto tempo sto camminando? Spero di.. ???!!!!

Per uno scherzo del destino, forse, l’ultimo passo mancò completamente il suolo ledendo clamorosamente al suo da poco ristabilito equilibrio. La totale assenza, in qualsiasi direzione la rossa avrebbe cercato, di appigli, appoggi e sporgenze fu la goccia finale d’un vaso ormai ricolmo. Cadde in avanti, rovinosamente. Incontrò l’ennesima pavimentazione dura e impietosa? Non lo seppe nell'immediato. Il vuoto, o meglio ciò che la gravità le permise di trovare fu una rocambolesca discesa in avanti, spiovente, come se si fosse aperta una botola o il pavimento avesse preso una diversa inclinazione. L’oscurità non aiutò di certo. Confusione, caos e impaccio fisico presero il comando nella rocambolesca discesa della giovane verso l’ennesimo luogo ignoto.

AH!

L’unica speranza d’un atterraggio morbido fu accolta ed esaudita. Non un duro pavimento ma soffice sabbia ad accoglierla. È tutto un sogno, vero? Sulle ginocchia, mani sulla sabbia, fissava per terra. Era tutto un tragico scherzo del destino? Così lontana da casa eppure così vicina, a contatto con la sabbia.. la sua sabbia, del suo popolo, delle sue radici. Tutt'attorno a lei una forte luce proveniente da ..'' una clessidra??!!'' e un immenso spazio racchiuso da una folta schiera di colonne. Due statue, imponenti e severe a reggere la clessidra. ''È uno scherzo. È uno scherzo. Adesso mi sveglio. Sì.'' Rimase un attimo sulle ginocchia raddrizzando la schiena facendo per alzare lo sguardo. Quel ragazzo del deserto come lei. Cosa ci facesse lì sarebbe stata l’ennesima domanda in cerca di una risposta; inutile formularla a sé stessa o a lui stesso. Lo fissò profondamente con occhi quasi vitrei. Che fosse un’implicita richiesta d’aiuto o semplice sbigottimento, solo lei lo seppe. Azusa o qualsiasi altra sua figura cara non sarebbe corsa in suo soccorso; l’unica persona presente, quel giovane a pochi passi da lei. ''Azusa starà bene?'' S’alzò lentamente senza distogliere lo sguardo dal suo nuovo compagno.



Un leggero sorriso, forse un tacito saluto. Non ebbe modo di fare altro. Il terreno sotto di loro, la sabbia, fu come se improvvisamente avesse preso vita. Il lungo e profondo respiro aveva una fonte e stava lì, a decine e decine di metri da loro e stava emergendo, convogliando a sé il giallo manto sabbioso. ''C-C-CHE ROBA È ?!?! O Kami..'' Grosso. Enorme. Mastodontico. Altri aggettivi non pervennero alla mente. Nulla in confronto con l’enormità della zona stessa ma abbastanza da spazzar via loro o qualsiasi altra cosa. Di fronte a loro la morte incarnata, materializzata. Occhi furenti e carichi d’odio, il colore stesso della sabbia a far da pelle, lunghi e possenti artigli ed un’unica e vistosa coda irta. ''Siamo .. morti ..'' Male armati, impauriti probabilmente e frastornati per il continuo sbalzo di luogo e situazione loro, pronto alla carica e assetato di sangue lui: partì alla carica. Di lì a poco tutto il male del mondo sarebbe piombato su di loro.

Fu il ragazzo a muoversi per primo escogitando una manovra elusiva. Uno scontro diretto avrebbe avuto le stesse conseguenze del cristallo sulla roccia. Un consiglio disperato: spostarsi in direzione opposta alla sua. Avrebbe caricato in linea retta la bestia? Non ebbero i mezzi di prevedere il futuro. L’enorme stazza del mostro tradì ogni speranza di movimenti goffi e impacciati: nonostante le dimensioni possedeva un’elevata velocità. Impossibile la semplice fuga. Alle loro spalle quella che sembrava una gigantesca porta sbarrata tra le due statue. ''Forse.. Forse..'' Ricorse all'astuzia. Il compagno dall'altra parte sembrava voler coprire le sue mosse sfruttando la sabbia e le sue capacità elusive formando materialmente più copie di sé stesso. Provare un qualcosa di simile non fu una pessima idea. ''Coraggio Haiko. Ricordati gli insegnamenti di Tanaka!''

Sfruttando l’idea del compagno e di conseguenza del suo polverone di sabbia un guizzo scaturì dalla vermiglia: chakra su chakra impastato sui palmi; la posizione giusta e tutta la sua vitalità lì stagliata per erigere l’unica difesa contro l’orrenda bestia. Una nuvola grigiastra a coprirne i movimenti e una sua copia a spalleggiarla. Il collegamento mentale tra le due fu repentino, istantaneo: attirare quella furia devastante contro l’enorme porta. Con un pizzico di fortuna avrebbe seguito la copia e non lei, che nel frattempo avrebbe preso una direzione opposta allo shinobi per evitare un frontale con il mostro-sabbia. Ogni energia andava convogliata sugli arti inferiori per un unico forte scatto laterale schivando così il mortale impatto.



CITAZIONE
<tecnica> - Moltiplicazione del Corpo - [Chk:10 x copia][Eff +20 x copia] [Max 2 copie a turno] "Il ninja crea copie illusorie di sè al fine di confondere l'avversario. [Il calcolo da fare per trovare l'efficacia delle copie è: (Int+Chk residuo+Bonus Tecnica). Se l'illusione riesce la vittima avrà un malus a Frz e Def pari a 5+(Danno Certo/10)"
 
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view post Posted on 1/6/2018, 08:32
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Mhh... mhhhh..

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*Una raffica di piccole esplosioni, ancor più insignificanti se rapportate alla mole del demone, alla sua furia inarrestabile. Gli uccellini di Hideo fecero il loro dovere, ma non modificarono di un centimetro la traiettoria della bestia, né ne distrassero l'intento... anzi. Quasi in reazione a quei colpi la sabbia sul petto del Tasso prese a tumultare, quindi si riversò in terra, causando un'ulteriore tsunami che presto raggiunse entrambe le pareti. Nessuna via di fuga: i loro tentativi non erano diversi da quelli del verme che tenta di sfuggire al falco.
Presto la sabbia sotto i loro piedi avrebbe iniziato a ritrarsi, esattamente come fa il mare prima dell'onda, e non sarebbe rimasto altro che la consapevolezza di un'imminente e terribile fine. Quale dio li aveva condannati a quel destino? Destarli per quello spettacolo terribile?
Che i due genin tenessero o meno a qualche divinità, o semplicemente alla propria sfortuna, la risposta sarebbe giunta qualche attimo dopo... in un sapore che non aveva niente da invidiare a quanto sperimentato sin lì.*




*Con un boato da far tremare le ginocchia la sabbia di fronte a Shukaku si inabissò improvvisamente, quindi, come un geyser, esplose. La colonna risultante si sollevò fino a filtrare la luce dorata della clessidra, creando un chiaroscuro destinato a sopravvivere per meno di un battito di ciglia: al primo seguì un secondo, ben più potente boato, un'onda d'urto capace di appiattire le sabbie e far perdere l’equilibrio, prima che lo spostamento d'aria sollevasse una tempesta.
Presto, al posarsi, ai due ninja sarebbe apparsa una visione a stento descrivibile: Shukaku era entrato in collisione con qualcosa. Un muro, forse, o una scultura, tanto grande e ben piantata da arrestarne l'avanzata e deformarne la figura. Fuse in un'amalgama di pietra e sabbia, nello scontro il demone e l'ostacolo erano diventate un'unico ammasso tumultante, vorticante. Da un primo momento parve loro che fosse soltanto Shukaku a muoversi, a tentare di recuperare le proprie sembianze... ma, ben presto, quello che sembrava essere stato lo scontro tra un essere animato e uno inanimato prese ben altra piega. Era una lotta, un combattimento in atto anche in quella forma aberrante.
Due i ruggiti, due le bestie. La seconda partorita dalla pietra che componeva il letto stesso dell'arena. Immensa, grande quanto il demone, presto apparve avere tuttavia una forma molto più definita di quest'ultimo. Le placche dorsali, caudali e pettorali, nonché quelle che coprivano braccia e gambe, erano di taglio minuzioso e composto, vergate per tutta l'estensione delle stesse incisioni che caratterizzavano statue e mura. Niente a che vedere con la fluidità primordiale del Tasso. Una scultura semovente, ciascun segmento collegato al successivo da un sostrato di pelliccia nera. Un equilibrio impossibile, garantito da un fattore rigenerante simile in natura a quello del bijuu... benché non negli effetti.
Immediatamente, ed in risposta al ricomporsi del demone, due rune brillanti si accesero sul corpo della scultura. Una in dietro al collo, di luce azzurra, l'altra nel petto, tra il viola e il rosso. Due copie identiche si illuminarono sui colossi che reggevano la clessidra, la blu sul sacerdote e la viola sul guerriero. Sostenuto dal loro potere, il costrutto si ricompose, non cedendo di un centimetro terreno.
In tutto questo clamore Haiko ed Hideo erano spettatori minuscoli, insignificanti... ma, per qualche ragione, necessari ed imprescindibili. Esattamente all'unisono con le altre quattro copie, altre due rune presero forma sui loro corpi. Una, azzurra, sulla nuca di Hideo... l'altra viola, tra le clavicole di Haiko.
Karada
Kokoro

Nessun dolore ne annunciò l'apparizione, nessun fastidio. Forse nemmeno si sarebbero accorti immediatamente della loro presenza... ma uno strano brivido li avrebbe immediatamente attraversati. Uno mai provato prima: come la roccia circondata dalla brezza, erosa inevitabilmente. Un ricordo se ne andava dalla mente di Hideo, mai più recuperabile. Una sensazione spariva dal corpo di Haiko, mai avvertita.*


GDROFF///Mi scuso per il ritardo. Scadenza 8/6.///GDRON
 
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Kuroi Inu
view post Posted on 8/6/2018, 01:09





Come si aspettava, le sue creature d'argilla si rivelarono ben poco efficaci contro il colosso di sabbia. Almeno inizialmente, sembrò che non ne avesse avvertito affatto la presenza, continuando imperterrito nella sua carica; eppure, forse in reazione al debole assalto del Genin o forse parte di una tattica di caccia completamente slegata dalle azioni di Hideo, una grossa quantità di sabbia abbandonò la gigantesca figura animale per riversarsi sull'arena, creando un movimento innaturale per qualsiasi deserto. Uno tsunami di sabbia, doveva ipotizzare, seppure le sue conoscenze di un fenomeno simile si limitasse a quello che aveva letto nei libri.
Ci volle poco prima che anche la sabbia sotto i suoi pieni iniziasse a smuoversi, costringendolo ad afferrare il muro accanto a lui per evitare di venire inghiottito.
Ora che temeva per la sua vita, la nebbia che aveva aleggiato nella sua testa era finalmente svanita: una fortuna, dato che senza abbastanza chiarezza mentale probabilmente non avrebbe fatto in tempo a concentrare il Chakra su mani e piedi, senza il quale non sarebbe riuscito a rimanere aggrappato ai basso rilievi che decoravano la superficie rocciosa.
Un altra lezione che non mi pento di aver seguito!

Un secondo boato scosse nuovamente i suoi sensi, rimbombando terribilmente nel chiuso di quella caverna. Granelli di sabbia incredibilmente fine si sparsero per metri, nati dall'impatto della creatura con una figura più solida, nata dalla stessa pietra dei muri che li tenevano in trappola. La creatura era rimasta deformata dall'impatto, assumendo una grottesca imitazione delle sue sembiante mentre la sabbia attorno ad essa tentava di ricomporla, come un artista che cerca di disperatamente di correggere un suo errore; se non avesse sperato che quella creatura potesse disperdersi per sempre nella sabbia, Hideo avrebbe quasi potuto ammirare lo sforzo.
Quando però la sabbia iniziò a posarsi, Hideo dovette realizzare che le sue speranze erano peggio che vane. L'impatto non li aveva affatto salvati dalla creatura, anzi, ne aveva attirata una seconda. Quello che all'inizio era sembrato essere un muro, stava ora attivamente lottando con la creatura, animato da una massa nera che a causa della confusione era impossibile identificare con certezza. Era però impossibile negare che le placche che essa mostrava su gran parte del corpo fossero della stessa fattura dei bassorilievi che decoravano tutte le mura attorno a loro: non una creatura nata dalle forze della natura, ma una plasmata e rifinita per uno scopo, per quanto misterioso.
Era come se i due elementi di quell'arena si fossero animati per darsi battaglia, ed i due sfortunati Shinobi di Suna si trovavano in una posizione ben più scomoda di quella da spettatore. Per il momento Golem e Bestia continuavano a lottare, avvinghiate in una bestiale pantomima di prese e colpi, in perfetto equilibrio tra di loro. Due forze uguali ma opposte una all'altra, apparentemente ignare dei due ragazzi che tentavano disperatamente di fuggire da quel campo di battaglia, più che consapevoli di non avere chances quando messi davanti a creature tanto fisicamente imponenti.
Spererei che si facessero fuori a vicenda, ma visti i precedenti...

Tra i fremiti causati dallo sforzo di mantenere la concentrazione sul suo chakra e la tensione causata dalla situazione in cui si trovava incastrato, Hideo si trovò preparato al brivido che gli attraversò la schiena, partendo dal collo ed impregnandogli ogni osso del corpo con un freddo innaturale, non dissimile da quello che aveva provato quella mattina, quando aveva ---------------------. Scosse la testa, aveva perso il filo del discorso. Non che questo sia il momento migliore per rimuginare.
Dalla sua posizione sopraelevata, il manipolatore dell'argilla poté notare due cose: tra un fiotto di sabbia ed un ruggito bestiale, la Bestia aveva assunto la sua forma originale mentre sul corpo del Golem, ancora avvinghiato ad essa in una stretta mortale ed anch'esso nell'atto di recuperare una forma più stabile, erano apparse alcune rune; quella azzurra, sulla nuca del costrutto, leggeva " - Kokoro". Mente. Purtroppo non riuscì ad identificare la seconda runa, coperta dalla sabbia alzata dagli sforzi delle due creature, così come non fu in grado di accorgersi della runa apparsa sulla sua nuca, o di quella apparsa su di Haiko, opposta a lui nell'arena. Cercando però una via di fuga di cui approfittare, ora che l'attenzione non era rivolta su di loro, Hideo vide che la stessa runa era apparsa su una delle statue che sorreggevano la clessidra. Non sapeva cosa ciò potesse significare, non ne aveva i mezzi; quello che però aveva era una mente troppo attiva per il suo stesso bene e tanta immaginazione da sfruttare per tutti i motivi più sbagliati.
Il Golem fino a quel punto non si era rivelato ostile nei loro confronti, ma chi poteva dire che una volta sbarazzatosi della Bestia non avrebbe rivolto la sua attenzione verso di loro? La Bestia era sembrata avere intenzioni ostili nei loro confronti, ma potevano essere del tutto certi di essere loro l'obbiettivo originale? Come potevano sapere cosa fare, non avendo alcuna informazione? Più si guardava attorno e più si rendeva conto che non esistevano vie d'uscita: che ciò potesse significare che dovevano schierarsi da una parte prima di poter essere liberati? Non poteva sapere con certezza se agire secondo il suo istinto li avrebbe aiutati nella fuga, ma cosa avrebbe guadagnato nel restare a guardare?
Non posso restare a fare niente - Se c'è anche solo una possibilità che io abbia ragione...

L'argilla che aveva iniziato ad impastare prima che il secondo titano facesse la sua comparsa era ormai sufficientemente pregna di Chakra. La sua opera più ambiziosa era pronta per nascere, e non poteva arrivare in un momento migliore. Una creatura troppo grande per essere plasmata in una bocca, tanto complessa da richiedere che fosse il Chakra a darle forma una volta che la materia grezza era stata rigurgitata. Un destriero.



Un Go Dachou, un grande struzzo, per così dire, con qualche lieve modifica per renderlo più adatto come cavalcatura: un secondo paio di zampe, ad esempio. Non proprio la forma più adatta per una situazione del genere, ma di certo non aveva avuto tempo di modificarne il design, quindi si sarebbe dovuto accontentare della forma su cui si era esercitato. Fossimo ad una parata la storia sarebbe diversa.
Rilasciò il Chakra che lo teneva ancorato al muro giusto in tempo per atterrare sull'appena generata creazione animandola con lo stesso Chakra disperso. Un legame appena percettibile, ma l'unico modo di controllare i movimenti di una creazione tanto più ingombrante. Immediatamente l'uccello quadrupede iniziò a correre in direzione della statua adornata di vesti, seguendo l'ordine muto di Hideo. Ad essere sinceri, il ragazzo non si aspettava di riuscire a plasmarlo senza problemi, non in una situazione del genere; eppure eccolo li, a muovere la sua cavalcatura senza troppi intoppi, lasciando che la poca autonomia che gli poteva imprimere si occupasse del movimento delle zampe mentre lui gli impartiva una direzione. Si sorprese anche alla velocità della sua creazione, decisamente più agile di quanto non si fosse dimostrato il suo creatore. C'era un vantaggio a plasmare il proprio destriero nella forma di una creatura apparentemente tanto ridicola: le sue zampe erano decisamente più adatte al movimento sulla sabbia incerta di quanto non lo fossero gli arti di qualunque essere umano.
Mentre si faceva sempre più vicino al suo obiettivo, il Genin si preparò per impastare un secondo carico d'argilla per generare un secondo stormo di volatini, sperando che il loro potenziale fosse sufficiente a danneggiare la runa sulla nuca della statua senza distruggere una delle uniche due fonti di luce a loro disposizione.
Ma prima che l'argilla potesse essere fagocitata, Hideo si trattenne, bloccato da un pensiero che solo ora si era fatto strada nel suo cervello, facendo breccia nel muro dell'ansia. A NOSTRA disposizione. Non sono l'unica persona intrappolata qui dentro.
Volse lo sguardo verso la sua compagna; forse sarebbe stato il caso di comunicare con lei prima di agire, prima di fare una decisione per tutti e due.
Il suo destriero si animò nuovamente, partendo all'approssimazione più vicina di un galoppo che Hideo fosse stato in grado di creare, in direzione della ragazza dai capelli rossi. Abbandonando qualche precauzione in cambio di maggiore celerità, il ragazzo decise di spostarsi tagliando per il centro dell'arena anziché continuare a correre fiancheggiando il muro. Doveva muoversi in fretta, prima che uno dei due titani avesse il sopravvento e non poteva sapere quanto tempo fosse ancora a loro disposizione.
Mentre cavalcava verso il lato opposto dell'arena, si accorse che anche la seconda statua presentava un simbolo sul petto: " - Karada". Corpo. Devono essere questi sigilli che danno forma al Golem.
Aumentò l'andatura del suo destriero, ordinandogli di fermarsi solo quando ebbero raggiunto la loro compagna. L'interruzione brusca sollevò una gran quantità di polvere, ed una parte del cervello di Hideo fece nota di fare pratica con il controllo del uccello quadrupede.
Si arrovellò il cervello cercando di ricordare il nome della ragazza, solo per rendersi conto di non conoscerlo. Cercando di esprimersi nel modo più chiaro che il suo stato d'animo gli permetteva, il ragazzo cercò di comunicare alla sua compagna ciò che aveva scoperto e ciò che intendeva fare...tutto in una volta:
Credo quei sigilli animino il Golem che ha fermato la Bestia, ma credo anche che non fossimo noi l'obbiettivo della Bestia, all'inizio. Forse questa è una prigione per lui e adesso anche per noi, quindi forse per andarcene dobbiamo abbattere il Golem.
Non era certo di aver espresso correttamente (o coerentemente, se per questo) le sue idee, ma non era neanche certo delle idee che andava esprimendo, quindi non si sarebbe sorpreso più di tanto a scoprire di aver sputato fuori un flusso di pensieri totalmente senza senso. Ciononostante però aggiunse:
Questo però potrebbe significare liberare anche l'altro prigioniero, e non so se sia una buona idea.
Si passò una mano sulla faccia, per poi infilarla tra i capelli; molti erano sfuggiti al suo codino e ora gli ricadevano sul volto: gli avrebbe dato fastidio, se non avesse avuto cose più gravi a cui pensare.
Mettiamola così: non sono certo cosa possiamo fare, e non sono neanche certo che l'unica cosa che possiamo fare possa essere utile. Ma che altre opzioni abbiamo?



Azioni per questo turno:

Fase D'attacco

Concludo l'impasto di:
<ninjutsu elementale> - Destriero - (Chk: 70)(Argilla: 100 g)(Tempo di Impasto: 1 turno) "La concetrazione, durante l'esecuzione delle loro tecniche o, come essi stessi dicono, delle loro opere d'arte, è fondamentale per i membri di questo clan. Si è così sviluppata con il tempo una tecnica che crei una cavalcatura, in grado trasportare il ninja e di schivare gli attacchi rivolti contro il suo creatore. La forma di tali esseri varia moltissimo da ninja a ninja, anche se, solitamente, si tratta di gigantesche lucertole, ragni o cavalli. Alcuni, però, amano mostrare la propria arte in forme particolari, che restano impresse nella memoria di chi le osserva: è così che sono nate delle cavalcatura con sembianze di buoi, cavallette e persino scimmie. La funzione di una cavalcatura non è certamente quella di esplodere, dato che, come i canarini d'argilla, non possiedono questa capacità. Devono invece trasportare il ninja, che sarà così in grado di schivare più facilmente gli attacchi nemici. La cavalcatura ha Vel pari a 150/250/390/590 e Slt 250/500/875/1250. Non essendo una creatura vivente e, dunque, affatto dotata di istinto o intelligenza, non possiede alcuna riduzione del danno e subirà per intero tutti i danni. Un destriero può anche essere in grado, eventualmente, di muoversi senza trasportare il ninja, sebbene questo debba rimanere nelle vicinanze per impartirgli ordini. Nel caso, invece, la creazione abbia già una destinazione prefissata (come nel caso del canarino), si può muovere autonomamente, ma non sarà in grado di reagire ad eventuali imprevisti (percorso bloccato, attacchi nemici o simili). Il destriero non può essere potenziato tramite l'utilizzo di più bocche, mentre si può impiegare una maggiore quantità di argilla (la Vel aumenterà tanto quanto l'argilla immessa, mentre la Slt di argilla immessa*2)."

stm: 77 - (70/20) = 73,5
 
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| Crow |
view post Posted on 11/6/2018, 11:06




Tentativi vani furono i loro. Cosa mai avrebbero potuto fare due infime forze contro l'espressione più violenta incarnata in quella creatura ferale? Ci provarono, non s'arresero alle apparenze, alla furia e alla stazza dell'animale furioso, quello no: il piano elusivo di lei, intenzionata a far sì che l'aggressore si schiantasse sull'enorme parete e le microesplosioni di lui non fecero in tempo a mostrare la loro inefficacia che tutto cambiò improvvisamente per l'ennesima volta. La sabbia sotto i loro piedi sembrò scorrere, fuggire via, verso un unico punto focale nell'arena; senza una buona dose di tempismo e riflessi avrebbero perso l'equilibrio rischiando di essere risucchiati verso l'inizio dell'ennesimo oblio. Haiko, come il compagno, mettendo in pratica gli addestramenti ninja concentrò parte del proprio chakra su mani e piedi saldandosi a terra.

La bestia correva forsennata. Li avrebbe presi alla fine. Col senno di poi forse Haiko avrebbe pensato tutto ciò. Zampate furenti ad acquisire sempre più velocità. Nessuno avrebbe mai immaginato che l'animale primordiale padrone della sabbia avrebbe perso totalmente il presunto interesse per i due genin: il punto focale dal quale la sabbia veniva risucchiata prese forma umanoide, gigante, sovrastante, imperante. Sabbia e roccia a formare un figuro spaventoso alla vista. Non ci volle molto: la bestia si trovò il nuovo arrivato sulla strada e lo scontro fu inevitabile. Difficile per la vermiglia descrivere una scena simile: due titaniche ed opposte potenze a lottare all'ultimo granello di sabbia. Divennero spettatori.

Lì, fermi ad assistere alla lotta. Poche cose passarono per la mente di Haiko; la scena a dir poco surreale atterrì qualsiasi tipo di reazione spontanea. Li fissava semplicemente in balia dello stupore più totale. Unico particolare fu la presenza di due sigilli sulla bestia umanoide, golem, di sabbia e roccia. Parole semplici ma dal significato, dal contesto, in quel momento indecifrabili.

Fu una frazione di secondo. Un lampo. Sgranò gli occhi quasi ad aver di fronte a sé la magnificenza, la beatitudine in corpo e nell'anima. Non lo seppe, non lo capì. Una nuova vita, mai più un oggetto rotto, difettoso, la perfezione per quanto riguardava lei. ''Nessuna malattia.''

No.

Nessuna frazione di secondo. Non accadde nulla. Immaginazione? Sogno? Il rumore assordante della lotta primordiale cancellò ogni pretesa di pensiero dalla mente della giovane. Fu la voce del giovane compagno a destarla dal sonno interiore.

Poche parole inaspettate. Non aveva pensato ad una simile soluzione. Prigionieri anche loro insieme alla bestia? Avrebbero dovuto prendere le parti della bestia concentrandosi sul golem? La situazione cominciava a farsi sentire pesante per le spalle fragili della ragazza. ''Ti arrendi così? COMBATTI!!''

Facciamolo. Voglio andare via da qui. Anche tu immagino...

Si diresse in direzione del compagno dando fondo ad ogni energia in corpo per essere più veloce possibile. Intanto lo stesso aveva evocato a sé una creatura dalle sembianze animali, bianca, curiosa. Non finiva di sorprendersi. Stava per andare incontro al proprio destino. La decisione di combattere il golem era da pazzi, folli, eppure sembrava in cuor di entrambi la soluzione migliore. Aiutare la bestia per aiutare loro stessi. Non avrebbe immaginato di ritrovarsi in quella situazione qualche mese prima. Mise mano ad un kunai stringendo l'impugnatura con tutta la forza in corpo, correndo e non distogliendo lo sguardo dai sigilli sul golem fategli notare dal ragazzo. Erano la chiave. Loro due erano la chiave. Tutto cominciava da lì.
 
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view post Posted on 16/6/2018, 10:08
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*Un'intuizione fulminante, nata da un ragionamento sorprendentemente freddo per la circostanza in cui erano venuti a trovarsi. L'idea che, nonostante quanto avevano visto e subito nelle prime fasi del loro risveglio, il demone non avesse avuto loro come bersaglio, ma la statua stessa. Il luogo, secondo Hideo, poteva rappresentare una prigione tanto per loro quanto per la creatura.
Da qui tuttavia a prospettare una qualche forma di collaborazione, il passo era titanico: fino a prova contraria il demone tale rimaneva, una forza della natura incontrollata e spietata. Se il golem avesse ceduto, se fossero riusciti a distruggerlo, Shukaku avrebbe potuto attaccarli senza la minima esitazione.
Su questo necessariamente avrebbero dovuto riflettere mentre, nell'infuriare di quello scontro titanico, le rune continuavano a fare il loro dovere. Da un lato il Tasso continuava a rigenerarsi spontaneamente, dall'altro il golem era ricostituito dal potere delle due statue. Pezzo per pezzo, l'illuminarsi delle icone riportava il costrutto alla sua forma originale, prendendo in pegno qualcosa che apparteneva ai due ninja. Una sensazione, un pensiero, allo stesso modo con cui il vento erode una roccia o le onde uno scoglio: ancora a stento percettibile, presto l'influenza esterna li avrebbe cambiati inevitabilmente.
Ma come impedirlo? Cosa potevano loro due? Avrebbero anzitutto dovuto stabilire un legame diretto tra la distruzione del costrutto, l'attivarsi delle rune e l'affievolirsi delle loro coscienze per formulare un piano... e tale consapevolezza non poteva essere facile da ottenere. Non in quella situazione.*


"CHE.... CHE DIAMINE STATE ASPETTANDO?!
SI, DICO A V-.... A VOI, MICROBI! ATTACCATE QUESTO COS-E FAMMI PARLARE!"


*Tuonò una voce, lo stesso tono di una frana lungo il fianco di una montagna, proprio nello stesso istante in cui Shukaku vibrava al golem una poderosa codata in faccia. Approfittando del momento di pace il demone terminò il proprio appello, rimuovendo ogni dubbio residuo riguardo l'origine del richiamo.*

"SIETE NINJA, NO? ALLORA DATEVI DA FARE! NON HO INTENZIONE DI MARCIRE QUI DENTRO!"

*Li esortò senza troppe cerimonie, mentre già il colosso di fronte a lui riprendeva l'assalto.
Stava ai due giovani ninja valutare il da farsi: tentare un approccio diretto contro il costrutto o cercare qualche altro modo per aggirare l'ostacolo.*


GDROFF///Ok, mi scuso per la scarsa qualità, ma veramente qui sto racimolando tempo per postare tra un viaggio in treno e l'altro. Avete varie opzioni di indagine e di azione, sapendo che il golem e il demone sono ancora occupati uno contro l'altro, e che lo scontro finisce per ripercuotersi su di voi(questo lo sapete voi giocatori, mentre i personaggi devono ancora elaborare un po' la faccenda).///GDRON
 
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Kuroi Inu
view post Posted on 26/6/2018, 10:38





Aveva parlato. L'enorme bestia di sabbia aveva appena parlato e lo aveva fatto con un tono di voce molto simile a quello del mercante sotto cui Hideo aveva lavorato prima di intraprendere la sua attuale carriera. Gli ci volle tutta la sua forza di volontà per tenere chiusa la sua mascella, lasciandone appena abbastanza da permettergli di non ridere istericamente all'assurdità della situazione. Tanto lo stupore, che il ragazzo neanche si accorse di non ricordare più il nome dell'uomo che lo aveva impiegato per più di due anni, quando non aveva nessuno a cui rivolgersi.
Cosa fare in una situazione simile? Come comportarsi quando una creatura dall'aspetto bestiale ti chiede aiuto nel disfarsi di gigante di pietra? Di certo non si trattava di un problema che ti insegnavano a risolvere sui banchi. Gli unici indizi a loro disposizione erano i caratteri luminosi che sembravano collegare le statue al loro carceriere. Forse la soluzione più logica era proprio quella più diretta, forse il suo istinto aveva avuto ragione e distruggere i caratteri avrebbe distrutto il Golem, restituendo ai Ninja ed alla Bestia la libertà perduta.
E li giaceva il problema: potevano veramente fidarsi di quella enorme bestia?
Certo, il suo obbiettivo attuale coincideva con il loro, ma chi mai preferirebbe la prigionia alla libertà?
Cosa ci assicura che appena libero non ci si rivolti contro, o peggio contro il villaggio?
Non poteva immaginare quali fossero i propositi della creatura, ma vista la sua composizione poteva immaginare che essa si sarebbe trovata a suo agio nei deserti di Suna; e chi poteva dire che danni avrebbe causato la sua presenza?
Purtroppo però il ragazzo non vedeva altre alternative, a parte marcire in quella cella per il resto della sua vita (che si prospettava essere molto breve, vista la completa mancanza di cibo ed acqua). Probabilmente sarebbe stata la scelta migliore, quella che ci si aspetterebbe da uno Shinobi, rinunciare alla propria libertà, alla propria vita, in cambio della possibilità di tenere al sicuro il proprio villaggio. Hideo però, in quel momento tanto assurdo, non sentiva di possedere quella freddezza che ci si sarebbe aspettati da qualcuno che faceva uso del titolo di Ninja. A dirla tutta, era terrorizzato dall'idea. Inconsciamente inziò ad accarezzare il colo sinuoso della sua cavalcatura, che ovviamente fu incapace di ricambiare il gesto; nonostante il ragazzo si accorgesse appena del suo gesto, il piumaggio scolpito del destriero lo aiutò a rimanere calmo, almeno un po'.

Non riuscendo a conciliare il suo istinto di autoconservazione e la fastidiosa vocina nel retro della testa che gli ricordava quali fossero i suoi doveri, il cervello di Hideo fece ciò che i cervelli fanno meglio: razionalizzare.
No, non posso restare qui. E se poi qualcosa dovesse comunque fuggire da qui? No, se rimango qui non ci sarà nessuno per avvertire gli altri. Si, devo fuggire per poter dare l'allarme nel caso peggiore.
Forte di questa sua nuova convinzione, per quanto dettate dal panico, il Genin si preparò a continuare con il suo piano iniziale: cercare di far saltare in aria quelle statue, nella speranza che agire così alla cieca non peggiorasse ulteriormente le loro condizioni. Con le mani rese salde dalla pratica e dall'abitudine, il ragazzo si portò alla bocca una manciata di argilla dalla sacca ormai sempre più leggera, iniziando ad impastarla con la sua saliva carica di Chakra. Non badò troppo ai dettagli, l'unica cosa importante era il loro potenziale esplosivo, nella speranza che quelle statue non fossero resistenti quanto i muri della residenza. Uno stormo di piccoli volatili si librò dalla sua bocca, volando diretti al petto della statua adornata come un guerriero di una qualche società perduta; si preparò a detonarli, ma si trattenne. Era la sua ultima occasione per i ripensamenti, se le cose fossero andate male, non avrebbe potuto tornare indietro. Un respiro profondo, un impulso di chakra e poi una piccola esplosione avvolse il torso della statua.



Azioni questo turno:
Fase d'attacco:
<ninjutsu elementale a lungo raggio> - C1: Insetti d'Argilla (Chk: 60)(Argilla: 60g)(Tempo di Impasto: 0 turni)(Int: +70) "Prima e più semplice tecnica che viene insegnati ai nuovi adepti del clan, non appena sono in grado di manipolare l'argilla. Si tratta di un attacco estremamente facile da portare a termine, ma che si può rivelare letale per il nemico: il membro del clan crea diversi, piccoli insetti d'argilla, che poi fa dirigere rapidamente verso l'avversario. Tali creazioni, dall'aspetto innocuo, nascondono in realtà un potere esplosivo abbastanza elevato da uccidere una persona. Il loro massimo punto di forza, in ogni caso, è la difficoltà dell'avversario di notare delle piccole creature che, strisciando sul terreno, muovendosi silenziosamente verso il loro obiettivo, gli si avvicinano. Se l'avversario non possiede "Fiuto", la tecnica avrà un ulteriore bonus di 10. Anche se lo possedesse, non è comunque necessario usarlo per individuare gli insetti."

<passiva> - Abile utilizzatore dell'argilla[5/10] - "Il ninja riesce ad utilizzare sapientemente la propria argilla, le cui scorte sono limitate, diminuendone dunque la quantità necessaria per le proprie creazioni di:
Liv 6 : -5g

Argilla: 250 - 65=185
Stm: 77-(60/20)=74
Danni: 92 + 71 + 14 (spec)= 177


// Post un po' Bleh, ma non sono riuscito a fare di meglio.//
 
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| Crow |
view post Posted on 26/6/2018, 15:30




La confusione, lo stordimento e il caos avrebbero regnato incontrastati fino a quel momento; catapultati, forse, nel peggiore dei loro incubi, i due ninja del deserto, non si sarebbero mai aspettati un capovolgimento del genere. Il loro, ormai presunto, nemico mortale, colui che sin dall'inizio li mise di fronte alla realtà, una realtà mortale, colui che fatalmente permise loro di unire le forze, sembrava aver acquisito l'uso della parola. Si rivolgeva loro con linguaggio umano. Cos'era quella bestia? Un demone? Una divinità? L'essenza stessa dell'abominio? La sabbia chiamava altra sabbia. La bestia feroce del deserto chiamava in aiuto i soldati del deserto. Assurdo. Nessuno si sarebbe mai immaginato uno scenario simile; neanche lo Shukaku probabilmente. ''Cosa facciamo adesso?'' Il golem, dal canto suo, sembrava non aver acquisito assolutamente alcuna capacità dialogica, limitandosi semplicemente a sferrare colpo su colpo, rigenerandosi ogni qualvolta i colpi subiti l'avessero danneggiato. Unico segnale di vitalità i sigilli pulsanti sull'umanoide di pietra identici ai corrispettivi su entrambe le statue. Un collegamento notato dall'arguzia del suo compagno. Di certo i due della sabbia ebbero tutto il tempo di ponderare quesiti e strategie, essendo al momento esclusi totalmente dal combattimento. Tutto il coraggio trovato poco prima, ispirata dalle parole del suo fortuito alleato, poteva svanire così in fretta? Pensare di aiutare la bestia a sconfiggere il suo aberrante rivale era un conto, assisterlo materialmente e mettersi in gioco contro un avversario al di fuori delle loro possibilità.. era ben altro.

Di nuovo. Ancora quella sensazione. Una folata di vento? Impossibile. Una carezza lungo la schiena? Un brivido. Qualcosa di infinitesimamente impercettibile scosse ogni fibra del suo corpo, all'istante, per un millesimo di secondo. Non fu piacevole. Non fu nemmeno spiacevole. Fu. E lei non se ne accorse. O meglio, se ne accorse, perdendo istantaneamente il ricordo stesso.
Non ci fece caso. Non fu proprio in grado di far caso a qualcosa di simile. Una manciata di passi, impercettibilmente più lenti rispetto a pochi secondi prima, in direzione di Hideo, stranamente silenzioso, pronto all'attacco. Aveva pensato qualcosa, aveva deciso il suo destino; era il suo turno. Avrebbe aiutato la bestia come presumibilmente avrebbe fatto il compagno o sarebbe stata lì a guardare?

I suoi cloni ancora lì presenti, guidati mentalmente corsero improvvisamente in direzione delle statue, unico punto chiaro della situazione. In possesso delle stesse abilità della loro creatrice, con l'ausilio del chakra percorsero a per di fiato, verticalmente entrambe le possenti strutture. Il compagno avrebbe tentato un'altra esplosione; le sue due sorelle avrebbero osservato da vicino quegli strani sigilli, trovando eventualmente un modo per cancellarli o distruggerli. Il rischio di restare colpita era alto, la sua costituzione al contempo era la solita: fragile per un normale ninja. Con un pizzico di fortuna non sarebbe entrata direttamente in collisione con lo scontro tra i due titani. Non avevano molte possibilità, non avevano molte alternative. La vita o la morte.

Radiamoli al suolo.



Off- Ho agito come se le azioni di Haiko anticipassero di pochi secondi quelle di Hideo, in modo da non vanificare la mia azione in partenza. Se non si può correggo. -On
 
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view post Posted on 6/7/2018, 11:43
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Mhh... mhhhh..

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*Benché il Tasso avesse veementemente premuto perché i due seguissero il loro intento originario, ossia attaccare il golem, cautela volle che le loro forze si rivolgessero non al costrutto, almeno non direttamente, ma alle due enormi statue che facevano da sentinella allo scontro. Fu forse proprio lo stesso intervento del demone a far cambiare idea ai due giovani ninja, Hideo in particolare, dato che nessuno avrebbe potuto garantire loro circa le azioni del Monocoda una volta che questi si fosse liberato. Ciononostante, era innegabile come in certa misura gli scopi di demone e genin convergessero: entrambi erano caduti vittima di quella enorme statua, entrambi avevano bisogno di liberarsi, entrambi avrebbero giovato dalla caduta del golem... o almeno così sembrava.
Quale che fosse la spiegazione, ben presto tanto le attenzioni di Hideo quanto quelle di Haiko furono rivolte esclusivamente ai due colossi, e così i loro sforzi. Le copie della ragazza iniziarono rapide la scalata, chakra sotto le piante dei piedi, prendendo piena coscienza di quanto le statue fossero imponenti. Alla sua avanzata seguì la raffica di insetti di Hideo, mirata, piuttosto che alle vie d'ascesa scelte dalle copie, al petto della figura dai cui proveniva l'energia viola. L'esplosione, da quella distanza, sembrò non più rilevante di un petardo, e nell'immediato non parve minimamente sortire effetti.*


"ALLORA?! MA CHE STATE FACENDO?! QU-OUGH!
DOVETE COLPIRE QUESTO QUI!"


*Nel frattempo, rapida, Haiko era arrivata al livello delle spalle di entrambi i colossi. Sotto i piedi tanto la vibrazione dello scontro, molti metri più in basso, quanto dell'esplosione provocata da Hideo sul petto del guerriero. La luce emanata dalla clessidra e dagli occhi delle statue era quasi accecante da quella distanza, ma, avvicinandosi, le copie avrebbero distinto le due rune. Levatosi il fumo dell'esplosione, Haiko realizzò che quella a cui Hideo aveva puntato era rimasta assolutamente illesa. La pietra stessa della statua non aveva subito alcun danno.
Il tremito causato dagli insetti d'argilla non si era ancora placato, tuttavia, che un nuovo rombo squassò l'arena... questa volta originato dalle due grandi statue. Le copie ebbero a malapena il tempo di prendere le proprie conclusioni che, in un intensificarsi di luce, la clessidra esplose in un'onda d'urto terrificante, investendole e spazzandole via.*


"WOAH! MA CHE CAVOLO?!"

*Ciò avrebbe ricondotto le informazioni acquisite alla genin, ma, quale che fosse la loro utilità, presto i due ninja avrebbero avuto il loro da fare. A seguito dell'ondata di luce, e quasi in riverbero, le rune sulla nuca e sul petto delle statue si attivarono, esattamente come quelle su loro due e sul golem.
Con uno schianto poderoso tre costoni di pietra si separarono dalla schiena del costrutto, rovinando a terra in un mescolarsi di polvere e sabbia. Dalla nube schizzarono fuori quattro nuove entità, il profilo sfocato dalla velocità con cui convergevano verso i due genin. Benché i dettagli delle figure sfuggissero allo sguardo, ai ninja non ci volle molto per capire che si trattava dei frammenti separatisi dal golem principale, e presumibilmente animati autonomamente dallo stesso potere che fino ad un attimo prima era servito solo a ricomporne il corpo. Rotolavano, dischi a grandezza d'uomo, sollevando una considerevole scia al loro passaggio e competendo in velocità con la creatura animata da Hideo, che presto se ne trovò due alle calcagna.
Haiko, dal canto suo, le vide convergere a tenaglia su di lei, quindi levarsi ad una decina di metri in un lungo balzo, che ne rallentò l'avanzata. A mezz'aria, più lenti, i dischi rivelarono quattro arti ed un capo, oltre che le loro già ben deducibili intenzioni. Calando verso Haiko, l'avrebbero colpita con i loro pugni... come se il semplice impatto con la pietra non fosse mortale già di suo.*


GDROFF///

Haiko acquisisce quanto le copie vedono, ma viene attaccata dai nuovi costrutti.
Hideo ancora ha una certa distanza grazie allo struzzo.

Non dimenticate che Shukaku e il golem si stanno ancora menando, e questo ha un effetto su di voi.

13/7///GDRON
 
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| Crow |
view post Posted on 11/7/2018, 16:59




Un buon piano? Forse il migliore che al momento i due genin del deserto potessero elaborare. Le capacità a disposizione s'erano dimostrate fin da subito scarse, infime rispetto all'apparente onnipotenza dei due colossi in lotta perpetua. Danni minimi da parte del cavaliere sabbioso suo compagno e scarse, ma al momento preziose, informazioni raccolte dalle sue sorelle. Cos'altro potevano fare? Il solo desiderio di libertà sarebbe bastato a condurli fuori da quella prigione?

Stava lì, ferma nella sua posizione a fissare il mastodontico combattimento,controllando allo stesso tempo le gemelle intente a scalare le due statue. Quale sarebbe stata la loro sorte non era datole saperlo; passo dopo passo, ad un'altezza da sogno per le sue condizioni, scalavano le insormontabili figure di pietra. Ed eccoli. I sigilli posti sul golem in affanno contro il tasso a brillar di luce propria. Accecanti. Cosa mai avessero voluto significare, non poteva saperlo. Li studiò, simultaneamente, nella forma, nel colore e nel significato. ''Corpo e mente? Non capisco.'' La probabile chiave di tutto era lì, a pochi centimetri dalla sua vista, e pure distava anni luce dalla sua comprensione. Provò a toccarli; la tentazione era forte, la luminescenza quasi invitante, magnetica. Non fece abbastanza in tempo. L'ennesimo lampo di luce, propagato dalle stesse statue investì le gemelle, lasciando dietro di sé quel che di loro rimaneva poi: polvere.

Polvere e informazioni. Tutto stava adesso impresso nella mente della vermiglia. Il collegamento, non del tutto chiaro, tra i sigilli, le statue e il golem, cominciava a prendere una minima forma. Non solo. ''Ma che .. '' Nel medesimo istante tra l'esplosione e il brillare dei sigilli, per una manciata di secondi, Haiko fu in grado di scorgere nel compagno una luce bluastra, della stessa tonalità del carattere luminoso studiato poco prima. Anche lui? O forse.. anche lei? Non stette a pensarci molto. Sulla nuca Hideo condivideva il simbolo azzurro: Haiko di conseguenza avrebbe dovuto possedere il secondo.

Interminabili furono gli attimi che seguirono la scoperta. Bramosa di conoscere sempre più sull'argomento cercò principalmente di liberarsi della veste tipica dei guerrieri della sabbia. L'ennesima frazione di secondo. Passarsi la mano sulla pelle nel tentativo di svestirsi fu l'ennesimo, impercepibile, attimo provato prima. Una carezza dimenticata, una sensazione persa per sempre. Insensibilità sulla punta delle dita e sul lembo appena sfiorato. Non seppe. Non capì. Non ci badò particolarmente o non poté farci proprio caso. L'unica, tangibile e concreta informazione fu il ritrovarsi addosso due forme umanoidi di pietra a pochi metri di distanza: non ebbe nemmeno il tempo di scorgere il bagliore rossastro sul suo petto che l'antagonista loro e del tasso s'era liberato di quattro macigni. Per tutto il combattimento aveva fatto solo finta di non averli visti? Una reazione così immediata, il voler scagliare loro contro altrettanti golem in formato ridotto, alle loro azioni, era l'unica spiegazione. Erano bersagli tanto quanto lo era il demone di sabbia.

Combattere. Combattere e sopravvivere. Battesimo di fuoco per la giovane rossa, che mai e poi mai aveva dato prova delle sue arti offensive. Avrebbe retto stavolta? Era sola. La cooperazione con il compagno era da escludere secondo il suo punto di vista: contemporaneamente i restanti costrutti di pietra seguivano il compagno in sella alla sua creatura. S'erano divisi nel momento di maggior bisogno. Non sarebbero stati in grado di considerare un'eventualità simile. ''Concentrati.'' Si disse, osservando la morte a pochi metri da lei: ancora a mezz'aria, i due, sembravano aver perso l'effetto sorpresa. Da una posizione, a terra, di svantaggio, con un poco di astuzia e velocità la rossa avrebbe cercato di ribaltare la situazione. E così fece. Lasciò scorrere l'ultimo attimo, l'ultima manciata infinitesimale di secondi, prima di dar fondo al suo chakra in fermento per eludere le statue mobili. Una copia di sé stessa, composta di sabbia avrebbe agito da diversivo, subendo brutalmente il colpo nemico; la confusione, presunta, le avrebbe dato modo di sgattaiolare alle loro spalle. Era tutto pronto nella sua mente; il kunai stretto e saldo nella mano destra già perdeva di rigidità: era il suo turno. Il metallo, parzialmente disciolto avrebbe avuto il compito di proteggere la mano prima del colpo caricato con quanto più chakra possibile alle spalle del costrutto di destra. Mossa disperata per una kunoichi disperata.

 
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Kuroi Inu
view post Posted on 14/7/2018, 01:43






Fottutamente inutile. Bastavano quelle due parole per descrivere il tentativo di demolizione del ragazzo. Che umiliazione, non riuscire neanche a scalfire la pietra di quella statua con un esplosione che aveva visto più volte creare vere e proprie voragini nei muri della sala in cui lui e gli altri novizi si allenavano. Ci avrebbe messo un po' a riprendersi dalla delusione di vedere quella pietra ancora liscia ed intatta riemergere dal fumo denso delle sue creazioni.
Al momento, però non poteva permettersi il lusso di pensare a dove avesse potuto sbagliare, poiché quei pensieri competevano direttamente con i complessi ordini mentali che necessitavano di essere impartiti attraverso il chakra al suo destriero, affinché non venisse travolto dalle creature di roccia che, nate appena attimi fa dalla schiena intarsiata del Golem, avevano preso ad inseguirlo a velocità sorprendenti.
Si trattava di poco più che grossi dischi di pietra, animati dalla stessa, infernale magia che teneva assieme il loro carceriere e che con ogni probabilità proteggeva le statue da ogni forma di danno; eppure ad Hideo sembrò di notare, con la coda dell'occhio, forme simili a strani e deformi arti vorticare nelle figure alle sue calcagna.
Lo stai facendo di nuovo, Hideo. Non ti distrarre!
Ma la tentazione era troppo forte. Anche in un momento teso come quello, in cui con ogni ragione il panico avrebbe dovuto rubare il palcoscenico come aveva fatto fino a quel punto, la curiosità di Hideo continuava a rimanere il re della metaforica collina. Perché quei macigni si erano animati solo ora? Come mai stavano aggredendo i due Genin, anziché concentrarsi sul Demone di sabbia, che sembrava invece essere l'unico obbiettivo del Golem?
Una teoria rimbalzava in testa al ragazzo, nonostante fosse reticente a considerarla vera. Forse, ora che i due Shinobi si erano mossi contro le statue, in favore più o meno diretto del Demone prigioniero, qualunque cosa li tenesse li rinchiusi si era accorta di loro.
No, c'era qualcosa di più che lo turbava, un dettaglio che avrebbe potuto dipingere di tutt'altra luce la loro situazione, un pensiero che lo spaventava terribilmente. Era possibile che la loro presenza fosse nota già dal momento in cui avevano toccato la sabbia di quell'arena, se non da prima, e che solo ora la guardia di quella strana cella agiva contro di loro poiché, con le loro azioni, si erano per sempre preclusi la possibilità di essere lasciati liberi.
No no no no! Concentrati!
Un profondo respiro, sforzo condiviso di narici e bocca, mimato futilmente persino da quelle non munite di polmoni. Espirò lentamente, buttando fuori tutta l'aria che aveva in corpo e con lei, sperava, anche i pensieri grigi che gli impedivano di ragionare chiaramente.
Tornato al mondo della veglia, si accorse che la sabbia sollevata dai dischi rotolanti si stava facendo sempre più vicina, rimbalzandogli fastidiosamente sulla nuca e riempiendogli i vestiti come solo la sabbia sapeva fare. Un segno quello, che i suoi inseguitori avevano iniziato a raggiungere la sua cavalcatura, nonostante la sua velocità superasse nettamente quella del suo creatore. La ringraziò mentalmente, allegando il pensiero al comando di schivare leggermente a destra per evitare di farsi travolgere da uno dei due dischi, fattosi pericolosamente vicino.
Ora che aveva recuperato un modico di compostezza, il ragazzo doveva elaborare un piano alternativo, scandagliare la sua mente in cerca di indizi utili e metterlo in atto. Il tutto, ovviamente, cercando di non farsi fracassare dai dischi di pietra, cosa che diventava via via più difficile.
L'idea lo colse alla sprovvista, repentina come quando, da bambino, capì come aprire il lucchetto posto a difesa della -----------------------.
Di nuovo quella strana sensazione...
Scosse di nuovo la testa, sollevando una piccola nuvola di detriti, doveva tornare al suo piano.
Le pietre alle sue calcagna non accennavano a rallentare, e fintanto che lo inseguivano non poteva permettersi di fare molto e, anche se avesse potuto agire liberamente, aveva avuto la prova di non essere capace di infliggere anche il minimo danno alle strutture, quindi poteva ipotizzare che lo stesso sarebbe stato vero per il Golem. La situazione sembrava piuttosto buia, ma lui sapeva di avere un vantaggio sui suoi inseguitori, o almeno così sperava. A differenza loro, infatti, lui non stava rotolando e, di conseguenza, doveva possedere un controllo più raffinato sulle capacità motorie del suo mezzo di trasporto. C'era un solo modo per utilizzare un vantaggio simile, e quello era cercare di costringere i suoi inseguitori a seguirlo fino a schiantarsi da qualche parte o ad abbandonare l'inseguimento, regalandogli secondi preziosi di vantaggio.
Forza, dai, un altro po' di sforzo. - accompagnò le parole con una lieve pacca sul fianco dell'animale d'argilla, con la piena consapevolezza che quest'ultimo non fosse minimamente in grado di percepire il suo incoraggiamento. Cambiò direzione con una curva ampia, cercando di assicurarsi che i costoni lo stessero ancora inseguendo per poi dirigersi diritto verso una delle enormi gambe del Golem. Con un po' di fortuna, sarebbe riuscito a sbilanciarlo abbastanza da dare il vantaggio al Demone, liberandolo dalla sua stretta.
Era sicuro di essere abbastanza agile da scostarsi giusto in tempo per trarre in inganno gli inseguitori, non gli restava che sperare di essere anche abbastanza rapido da evitare la mole del Golem, se questo avesse provato a calpestarlo. Nel caso in cui le creature si fossero rivelate sufficientemente intelligenti da prevedere le sue azioni senza dargli spazio per recuperare terreno, avrebbe provato lo stesso trucco con il muro ancora oltre lo scontro dei due titani, sebbene a quel punto le speranze di riuscita sarebbero state ben poche.
Ho un unica possibilità, facciamo che conti!
Ormai al galoppo verso i due titani, una seconda ondata di sabbia lo investì, questa volta colpendolo al lato della faccia. Istintivamente si girò, appena in tempo per vedere le due rocce che avevano dato la caccia alla sua compagna librarsi in aria come prive di peso. Il momento durò poco poiché le figure, rivelati i loro arti celati nella pietra, iniziarono a precipitare, come se finalmente consci della loro mole.
Il ragazzo non poté che osservare con occhi sgranati mentre i costrutti si abbattevano sulla sabbia con forza senza dubbio sufficiente a distruggere qualunque cosa si trovasse sotto di loro. Trattenne il gola un urlo a metà tra il sorpreso e lo spaventato. La ragazza doveva essere sopravvissuta, DOVEVA, in fondo lei era una Kunoichi, di certo non sarebbe rimasta schiacciata da un assalto così prevedibile, giusto?
Si morse il labbro per scacciare quei pensieri, gli serviva mantenere la concentrazione fino all'ultimo se sperava di riuscire nel suo piano pensato per metà, non poteva, non doveva, permettersi di pensare a cose su cui non aveva potere, non in quel momento.
 
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17 replies since 6/5/2018, 21:48   563 views
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