[Fase IV] 立上 - Giochi da giovani, gioie di demoni, Per Kuro, Memphos, Sir Onion (1° pg), Wrigel

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view post Posted on 20/7/2018, 08:40
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N
on sapeva esattamente come descrivere quanto accaduto. Sapeva che la sua stand lo aveva spostato con estrema velocità, saettandosi lontano dal campo di battaglia. Poi aveva visto un forte bagliore, mentre Shintou si tuffava a capofitto contro il Lampo Azzurro e Hideyoshi assumeva una metamorfosi dal sapore antico, un qualcosa che Sasaki non aveva mai conosciuto di persona, ma di cui aveva udito le leggende, soprattutto da una delle più autorevoli fonti sul pianeta, qualcuno che contro lo Spettro d'Argento ci aveva pure combattuto, seppur un breve scambio di colpi.

Sarebbe stato strano descrivere il suo volto nel vedere il samurai azzurro sanguinare sul fianco, mentre i due avventori riportavano ustioni parecchio gravi, i vestiti andati in frantumi e inceneriti. Solo un pensiero lo colse:

Che cosa cazzo è saltato loro in mente?

Che cosa li aveva spinti a tentare una cosa del genere?Avevano forse frainteso la natura dell'attacco? Credevano fosse un'illusione? Non riusciva a capire che cosa avevano tentato quei due, che ora poggiavano i piedi sul suolo caldi come pop corn fumanti. Solo Kuro non sembrava aver fatto assolutamente nulla, sembrava intento a fissare il nemico, a studiare ogni suo movimento...ed effettivamente qualcosa di utile lo stava facendo. Aveva ispirato Sasaki a riflettere sulla situazione.

(Ora...la barriera è solida, certo l'ho scalfita forse, li ho visti tremare, ma chiaramente non andrà da nessuna parte finché quel coso continua a tempestarci...sanguina, quindi non era pura energia, non sempre almeno...quindi è vulnerabile.

Questo tizio mi ricorda tanto il tuo simpatico trio, Fumimaro. Soprattutto quel cazzone che controllava il fuoco...vediamo se la stessa tattica può funzionare ancora, ma prima, devo attirare la sua attenzione)


Tattica suicida forse, ma avrebbe consentito diverse cose: lasciare a Hideyoshi e Shintou il tempo di riprendersi dalla scossa, permettere a Kuro di fare qualsiasi cosa stesse facendo e, chi sa, se avesse funzionato, magari stampare il suo potente pugno sul grugno di quel babbaleo blu.






Sanguina il corpo del gorilla, gocciola il corpo del Kraken di Shirokabe. L'icore vermiglia viene pompata nelle catene, scorre lungo vene di ferro scarlatto che bevono assetate dalla carne del Saru Sennin gonfiandosi e pulsando a ritmo del suo miocardio. Scariche elettriche adornano lingue incandescenti, fondono il terreno ai suoi piedi, generano un calore in grado di stordire i più deboli di costituzione, si rizzano i peli sul suo corpo avvolti dalla scarica elettromagnetica che si sprigiona dal suo mare incandescente. Sanguina Sasaki Keigo, non potrà andare avanti per molto tempo impiegando una simile tecnica, non se è costretto a metterci tutto quel controllo. Questa battaglia s'ha da vincere, a qualsiasi costo, ne va della vita di molte persone: della vita delle poche persone a lui care, della vita di milioni di innocenti che non sanno neppure cosa stia succedendo, della vita che ancora non è stata generata.
Osserva il campo di battaglia, crepitano i tentacoli che scorrono sotto ai suoi piedi mentre avanza verso la barriera, lo sguardo dritto verso Son Goku, rigonfio di una furia lucida che, chi sa, avrebbe potuto forse intimorire pure il Saru Shin nel vedere un piccolo e patetico uomo avanzare con una tale determinazione verso di lui. Alza le mani verso il cielo, pendono dalle sue braccia i draghi che mordono la sua carne. Il Rosso appare come una chimera frutto dell'orrido pasto di mille mostri che, nutrendosi della sua carne, si reincarnano in un essere più potente. Alza le mani verso il cielo, e senza rendersene conto, assume una posa molto nota. Le mani rivolte verso il cielo, lo sguardo d'acciaio e glaciale di occhi azzurri: era così che si sprigionava il potere dello tsunami di sabbia di Keiichi. Era con questa tecnica che seppelliva i suoi nemici e coloro i quali, disgraziati, non morivano soffocati, ricevevano la giusta punizione per aver osato sfidare lo Shinigami, quando appoggiando le mani a terra, la polvere di roccia si compattava in un'unica gigantesca pressa, nel Grande Funerale del Deserto.

Si sprigiona uno stridio infernale dal mare di ferro, decine e decine di tentacoli sbucano dal mare, uno tsunami di ferro si erge addosso alla gabbia di Son Goku. Urla il gorilla chimera dietro di lui, i tentacoli del Kraken cozzano contro la barriera, iniziano a frustarla e stritolarla, incurante di chi vi si trovi vicino. Le catene salgono lungo la barriera. Così ha inizio la sua morsa d'acciaio, così ha inizio la sua provocazione. E nel mentre, prende alcune delle sue catene e inizia ad inciderci sopra una fuuinjutsu di contenimento elementare.

Raiton.

L'idea è quella di creare un sigillo così grande e potente – dalla somma di tanti piccoli – in grado di contenere il Lampo Azzurro. Gorilla's Red prende la catena, per magia inizia a moltiplicarsi. È incredibile come la sua èarticolare Kekkei Genkai lo renda così simile al sensei. Se avesse tempo per ragionarci, troverebbe ironica la cosa. La Fuuinjutsu marchia la catena, ruggisce Gorilla's Red, pende la catena dalle sue mani e inizia a moltiplicarsi e mischiarsi nel mare, una goccia che scompare in mezzo all'oceano. Ruggisce Sasaki, quasi si batte i pugni sul petto come a scimmiottare Gorira quando scende in battaglia. Esplode il potere di Son Goku dentro di lui, esplode di rimando il gorilla che si illumina di smeraldo.

Non ha abbastanza chakra per fare quello che vuole fare. Ma spera che il potere primordiale di Son Goku possa, da solo, bastare a colmare le sue mancanze.

Deve solo afferrarlo.

Deve solo afferrare un arto di quel Samurai azzurro. Senza rimanerne incenerito magari. Un solo arto. Una gamba, un braccio, anche solo il collo.

Solo questo gli sarebbe bastato.





oltre a mantenere attive le tecniche di prima, uso:

<bukijutsu a Vasto Raggio> - Kusari Jutsu: Tentacoli di Kraken - “Kraken. Questo il nome datogli dalla ciurma di Dovi a causa della sua particolare capacità di manipolare più catene lamellate contemporaneamente, facendolo apparire simile al leggendario Signore degli Abissi. Un tempo un attacco ravvicinato, col tempo Sasaki ha imparato ad usare con più maestria le sue catene, e grazie al suo particolare talento di manipolazione delle catene, è in grado di espandere il raggio d'azione di tale tenica.
Saettando contro il nemico, i tentacoli del Kraken non solo lasciano poco spazio a manovre elusive, ma una volta che avvolgono il nemico, cercano di stritolarlo e tagliarlo senza pietà. Il nemico, avvolto nelle catene taglienti e stritolanti, subirà malus per le prossime difese ed elusioni”.

<fuuinjutsu> Sigillo di Incisione (costo: NA) (eff: variabile)
E' una tecnica più che di sigillo, affine a molte altre tecniche, e necessaria per utilizzare i sigilli "permanenti" che vanno letteralmente bruciati sulla pelle delle persone.
Consiste nel concentrare il proprio chakra in un dito, rendendolo di fatto ustionante. Passando il dito su qualsiasi superficie, questo lascerà una scia bruciata al suo passaggio, permettendo così di scrivere senza inchiostro o altri artifici. Non è una semplice ustione, oltretutto: è virtualmente impossibile rimuovere le scritte tracciate in questo modo, se non distruggendo la superficie su cui sono state incise. Nel caso sia "vivente", anche se i lembo di pelle dovesse danneggiarsi o venire rimosso, guarirebbe con la scritta ancora presente, preservando qualsiasi proprietà magica avesse il sigillo tracciato in questo modo.
La modalità di rilascio di questa tecnica funziona unicamente per scritte non legate ad altri sigilli. Se si vogliono cancellare sigilli scritti con questa tecnica, si dovrà invertire quelli, e non questa.

<fuuinjutsu> Intrappolamento Elementale /Rilascio Elementale (costo: variabile) (eff: variabile)
Si prepara una pergamena piuttosto complicata a priori, tracciata con inchiostro particolare. Il costo è di 50 ryo per pergamena più l'inchiostro necessario per prepararla. Al suo centro rimane uno spazio vuoto, in cui si intrappolerà un certo quantitativo di chakra, pari al chakra utilizzato quando il rotolo è stato "incantato". Questo chakra deve essere obbligatoriamente di uno dei cinque elementi, e annulla completamente l'effetto di quell'elemento. In parole povere, è possibile prelevare in questo modo qualsiasi attacco o residuo di attacco di uno dei cinque elementi per analizzarlo e comprenderne il funzionamento.
Chi ha l'abilità trappole, in compenso, fa un utilizzo molto migliore di questa tecnica. Quando piazza la trappola specifica che la piazza per questo scopo specifico, e intercetta con questo rotolo un attacco dell'elemento selezionato, annullandolo completamente e "caricando" il rotolo... a meno che il chakra utilizzato per creare il rotolo in questione non sia inferiore a quello immesso nella tecnica (in questo caso, il rotolo è inservibile) La prcedura di rilascio è molto più complessa, quindi i rotoli possono venire svuotati per un riutilizzo futuro, ma non utilizzati similmente a delle carte-bomba.
E' da notare che un rotolo di intrappolamento del fuoco non può intrappolare nessun altro elemento a parte questo e viceversa.
 
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view post Posted on 23/7/2018, 17:59
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Mhh... mhhhh..

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"Ah... a-ah... ah ah... ahahahahahah..."

*Ansimò, la fatica e l'euforia intrecciate in un unico brivido mentre claudicava in avanti dopo aver toccato terra. La mente, fibrillata ancora dalla tensione del fulmine, non poteva comandare in maniera coerente... i muscoli, irradiati dal terribile calore che lo aveva investito, faticavano a rispondere... ma il cuore, anche in quel fuoco incrociato, batteva in un'unica direzione. Nel vedere il samurai azzurro tenersi il fianco sanguinante, Hideyoshi seppe di aver realizzato l'impossibile, di essere ancora degno di guidare il Suono. Un sorriso indecifrabile incise la pelle ustionata: aveva raggiunto la folgore, no, di più, l'aveva trapassata.
Si lasciò cadere al suolo, la pelle fumante, i capelli ridotti a ciuffi sparuti.*


(Ki... Otomika... Keiichi-sama...
Non è finita. Non sono finito. Ce la posso fare. Posso sopravvivere, posso tornare.)


"Ce l'ho fatta... Kuro-san... ce l'ho fatta."

*Rantolò, lanciando uno sguardo al compagno, in mente ciò che Yumi gli aveva suggerito due mesi prima... ciò che Mahiru aveva confermato a pochi giorni dalla loro partenza: il Segno stava avendo la meglio, lo stava consumando, lo stava trasformando. E se quello era il suo destino, allora era lo stesso di chiunque vi fosse entrato in contatto, non importa il livello di esposizione alla Progenie.
Ma c'era ancora tempo, c'era ancora speranza. La sua mente gli apparteneva, e così, ancor di più, la sua volontà, muraglia contro nemici di ogni forma e sostanza. Non lo avrebbero avuto, non finché le coscienze di chi contava su di lui potevano sostenerlo, spingerlo avanti. La natura salvifica di un debito che malattia, corruzione e morte non potevano scalfire.
Si forzò a tornare in posizione eretta, spingendosi sulle armi che il Ballo dell'Ambizione aveva sostituito alla lancia di Ryutaro. Le lame pesavano come macigni, quasi capaci, nel rialzarsi, di farlo cadere all'indietro... ma si mantenne in equilibrio, il respiro via via più controllato, la concentrazione forzata a tornare sul momento presente.
Non era finita. La barriera era ancora in piedi, il samurai era ancora in vita... e così suo fratello. Date le condizioni in cui versava sarebbe stato saggio tornare al Primo Stadio, riprendere le forze, lasciare che fossero gli altri tre a finire il lavoro... sarebbe stato saggio, ma la saggezza non apparteneva al Sentiero del Vuoto.
Snake Black, deflagrato non meno di lui dall'incontro con il fulmine, sibilò come aveva fatto prima, il suo istinto perfettamente in linea con i pensieri del Cantore di Lame.*


"Lo so, lo... lo so. Non è ancora il momento. Dammi tregua."

*Strinse i denti, spostando lo sguardo da Saburo a Ranmaru, quindi a Sasaki, che lentamente, avvinto dallo stridio dell'acciaio, del chakra smeraldino e dei draghi generati dalle sue catene, avanzava verso la barriera. La sua figura era assolutamente irriconoscibile, un coacervo tumultante di ferro e sangue, pulsante di energia e tenuta in piedi, Hideyoshi sospettava, da una determinazione non diversa dalla sua. Chissà cosa lo animava, cosa lo spingeva ad un assalto tanto diretto e sconsiderato... chissà cosa lo attendeva fuori di lì.
Per l'ennesima volta il tempo di simili domande scadeva prima ancora di cominciare: il Kraken alzò le mani verso il cielo, una posa che, per un battito di ciglia, evocò qualcosa nell'animo del Cantore... quindi le abbatté al suolo, investendo il sigillo a protezione di Son Goku con una valanga di catene. Di nuovo all'assedio, questa volta, forse, l'ultima, ma non unicamente mirata alla liberazione del Quattro Code: qualche attimo dopo aver preso a flagellare la barriera, le articolazioni dell'energumeno si mossero verso Ranmaru, di certo nel tentativo di afferrarlo.
Poteva farcela? Forse; il samurai azzurro era ferito e distratto, ma rimaneva senz'altro un pericolo per chiunque tentasse di assalirlo... specialmente usando armi metalliche. Il Cantore ne sapeva qualcosa.*


(Non ha importanza. Dobbiamo incalzare, dobbiamo premere sul vantaggio acquisito. Nessuna pietà.)

*Lo sguardo tornò a serrarsi sull'avversario, il chakra maledetto a sfrigolare sulla pelle come una seconda veste. I pensieri del ragazzo si mescolavano alle sensazioni dello Spettro d'Argento, alle sue valutazioni, ancora una volta, mentre le membra deboli e ferite facevano leva su tutto ciò che rimaneva loro per sostenere un secondo attacco.
Ma questa volta il bersaglio era fermo, immobile, i suoi occhi tratti altrove... se fosse stato veloce abbastanza, preciso abbastanza...*


(Mi hai messo in questa situazione, vedi di fare il tuo dovere.)

*Pensò, rivolto tanto al serpente che lo cingeva quanto, inconsciamente, a sé stesso. Quindi, con una spinta tanto dolorosa da spezzargli il respiro, tanto forte da arrestare il cuore, il corpo schizzò nuovamente in avanti, falciando terra ed erba sul suo percorso.
L'aria gli sibilò nei timpani, perfetto connubio con le note di Snake Black, mentre l'universo era sfocato dal pennello di un divino impressionista. Come sempre accadeva la mente rimase indietro, e con essa ogni dubbio ed esitazione, ogni dolore e remora. Solo l'obiettivo, solo la scommessa. Vide il samurai azzurro avvicinarsi sempre di più, ad un tempo istantaneo ed eterno, prima che il corpo si torcesse per colpirlo alle gambe... l'acciaio assuefatto al sapore di sangue e tuono.*


GDROFF///
<effetto jonin> - Shihai no Seika: L'ambizione di Otomika non può essere controllata in alcun modo, salvo dalla furia dello scontro.
L'energia più densa generatasi dall'impatto dei colpi non si allontana dai palmi del ragazzo, ed incapace di scaricare altrove si condensa in due armi dall'aspetto crudele e letale. Ciascuna è composta da una coppia di lunghe lame in forma di mezzaluna, strette nel pugno attraverso un manico centrale, e sigillate da una mitena circolare a proteggere il dorso della mano. Lungi dall'essere strumenti di difesa, i due scudi hanno il solo scopo di rappresentare il volto di un demone. Conferiscono un bonus di +5 a Frz, che aumenta ad ogni colpo bloccato o inferto fino a +40, Ferita da Taglio. Una volta raggiunto il pieno potenziale, l'Inno del Dominatore risuona infausto in lontananza, e gli occhi dei demoni si accendono di viola. Le lame cercheranno ora attivamente il sangue avversario, guidando i colpi del Cantore attraverso la difesa ravvicinata e riducendone l'efficacia di 1/20 ogniqualvolta è ripetuta la stessa tecnica, fino ad un massimo di 1/5.
Il Ballo dell'Ambizione è utilizzabile una volta per scontro. L'Inno del Dominatore sostituisce qualsiasi altra arma equipaggiata, e scompare al cambio di Sentiero."


<taijutsu Ravvicinata> - Stile della Luna: Amputazione - (Stm: 12)(Frz: +100 +Vel/4 +Bonus Arma)
“L’Amputazione si discosta leggermente dal normale Stile della Luna. La tecnica, infatti, è composta da una rapida serie di passi, accompagnati da eleganti movimenti della lama, che consentono di avvicinarsi la nemico avendo già guadagnato una sufficiente velocità. Non vi è però complessità nelle movenze del ninja: il nemico può seguire senza difficoltà ogni passo, ogni spostamento, ogni oscillazione dell’arma senza lacuna difficoltà. Tutto ciò risulta essere, però, inutile di fronte al singolo, letale fendente che si abbatte contro di lui. A seconda del danno certo che questa tecnica infligge, una parte del corpo del nemico viene gravemente ferita:
-da 20 a 35 danni: mano. Una delle mani del nemico viene gravemente daneggiate da un netto taglio, che risce anche a spezzare diverse ossa. In questo caso, le armi a due mani daranno un bonus dimezzato a causa della difficoltà d'utilizzo e la Frz subirà un malus di 30. Le ferite si possono guarire utilizzando una tecnica medica almeno di rango jonin o con 24 ore di riposo all'ospedale. E' anche possibile riposarsi per 4 post (non si deve utlizzare chakra o combattere, nè fare azioni chiaramente faticose), nei quali ci si medica. In questo caso, il malus all'arma sarà ridotto ad 1/4 e quella alla Frz a 15. Se entrambe le mani vengono colpite, si potranno solo utilizzare armi ad una mano con bonus dimezzato e si avrà un malus di 60 alla Frz. Riposandosi e curandosi per 4 post, le armi ad una mano daranno bonus di 3/4, quelle a due mani di 1/2 e il malus alla Frz sarà di 30.
- da 36 a 60 danni: braccio o gamba (a scelta dell’utilizzatore della tecnica). Una profonda ferita, tanto grave da compromettere quasi totalmente l'utilizzo dei muscoli e da danneggiare pesantemente anche i nervi e i vasi sanguigni. Nel caso di un braccio, non si potranno più utilizzare armi a due mani e ci srà un malus alla Frz di 50. Ci si può curare come per le ferite alla mano; nel caso non si vada in ospedale nè si utilizzi una tecnica medica, si potranno utilizzare armi a due mani con un bonus della metà e il malus alla Frz sarà di 30. nel caso vengano colpite entrambe le braccia, il malus alla Frz sarà di 100 e non si potranno utilizzare più armi. Con 5 post di riposo e cura, il malus diminuirà a 60 e si potranno tulizzare armi ad una mano con un bonus della metà. Nel caso di una gamba, si avrà un malus di 50 alla Vel e non si potranno più eludere gli attacchi nemici. Con 5 post di riposo e cura, il maus diminuisce a 30 e l'elusione è possibile, anche se con un malus di 30. Nel caso vengano colpite entrambe le gambe, il malus alla Vel sarà di 100 e non si potrà più eludere, nè camminare. Con 5 post di riposo e cura, il malus diminuirà a 60, ma sarà comunque impossibile l'elusione.
- da 61 danni in su: testa. Una profonda ferita danneggerà il capo del nemico e, fratturando alcune ossa, le funzioni cerebrali saranno indebolite. Avrà un malus di 80 a Int e di 50 ad ogni sua azione. Si può curare con gli stessi metodi delle altre ferite, diminuendo, con i 7 post, il malus all'Int a 50 e quello alle azioni a 30.
///GDRON
 
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view post Posted on 23/7/2018, 19:22
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La sua spada incontrò quelle di Ranmaru.
Fu un solo attimo. Lungo però come una vita.
Persino il Tempo sembrò fermare la sua corsa infinita, fermarsi e osservare.
Gli occhi color rubino dello Jashinista incontrarono l’unico di Ranmaru. Fu come se in quello sguardo vi fosse la trasposizione delle armi che impugnavano.
Sentì il fulmine scorrere sulla lama, mordendo, graffiando, squassando un corpo ormai avvezzo alla battaglia e al dolore.
Potè vedere il volto deformato del Lampo Azzurro.
Tre spade come lampi, una che si ergeva come un piccolo scoglio in quella tempesta, come se Raijin stesso fosse in mezzo a loro.
Sentì i fulmini crepitare, la terra rompersi, il crepitio dei lampi e il volto del generale del Taisei. Un volto trasfigurato dalla battaglia, eterna pazzia che accompagnava l’uomo fin dai suoi albori.
La violenza che da sempre lo animava. Da sempre lo guidava. Quella tensione mai sopita che tramutava un uomo in una belva, un mite in un assassino, un assassino in un pazzo senza freni.
Questo era sul volto di Ranmaru, brillava nel suo unico occhio che tentò di fagocitare i due rubini che si ergevano in quella Tempesta che non dava scampo alcuno.
Eppure Shintou fronteggiò la sua tecnica non la evitò.
Non era tipo da scansare una tecnica. Non lo era mai stato. Almeno in battaglia.
Aveva scansato ben altro, però. Che forse era meglio non fare; forse evitare una tecnica, un affondo, una lama che calava mortifera sarebbe stato meglio; si sarebbe evitato molta di quella sofferenza che poi calò a mò di mannaia.
Ma era come se si fosse posto un sigillo. Come se, visto che in vita evitava i propri fantasmi, nella battaglia affrontava di faccia, con il petto in avanti, le tecniche dei propri nemici in quella assurda pantomima che si era creato.
Poco o nulla c’entrava con un codice guerriero.
La contraddizione. O almeno il non farsi completamente schifo.
Un coraggio che nascondeva la pazzia e che era voglia di morire.
Qui era lo stesso? Poteva evitare quel colpo, poteva richiamare molto altro per proteggere l’arma dei Demiurghi, perché non lo fece?
Perché voleva sentire la tecnica di Ranmaru.
Voleva incidersi profondamente e dolorosamente la sua anima nella propria. Voleva sentire quanto quell’animo fosse guerriero, quanto ruggisse il suo cuore e quanta volontà albergasse nei profondi recessi della sua anima.
Non era più un povero martire nelle mani altrui, era un uomo che camminava fiero di quello che fu e di quello che è, e affrontare il proprio nemico, non evitare i suoi colpi, era un omaggio.
Un omaggio alla sua forza, alla sua caparbietà e un riconoscimento del proprio ideale – giusto o sbagliato – perché non era onorevole evitare i colpi.
Li si affrontava. Perché come eravamo in battaglia eravamo anche nella vita.
Onore…una parola vuota. Aveva visto molto – e quel molto gli faceva schifo – e sapeva molto bene che pochi combattevano come lui.
Non con onore, non con un rituale che era anche un modo per prepararsi alla dipartita, ma si combatteva solo per una sopravvivenza dove tutto era concesso, tutto era lecito e anche nello scontro mortale le serpi erano in agguato.
Uomini disposti a tutto pur di vincere…come sempre ve ne saranno, vi erano, e vi sono sui campi di battaglia.
Eppure lui rimaneva fedele ad un solo ed unico principio, perché quel principio lo aveva imparato a sue spese, con un dolore indicibile, con una sofferenza tale che solo quando fu nel Buio capì cosa significasse davvero.
Era un principio a cui si atteneva stoicamente e stupidamente.
“Lasciar tagliare la mia pelle e tagliare la carne, lasciar tagliare la mia carne e tagliare le ossa”
Questo era il suo peculiare modo di combattere. Questo era il modo di combattere dei Maestri dello Shinmei Ryuu.
E quindi fronteggiò quel fulmine. E quindi vide Ranmaru e poi la lancia di Hideyoshi che morse il costato come un infido serpente.
Con la coda dell’occhio vide il fratello.
Fulmine e Fuoco. Due Draghi elementali capaci di ritornare ad essere l’elemento che li animava.
Ma Ranmaru era stato colpito. Significava che vi era un lasso di tempo in cui tornava visibile.
E in quell’attimo, solo ed unicamente in quella frazione di secondo che Ranmaru diveniva di nuovo visibile e poteva essere colpito.
Il problema era resistere alla forza della tempesta di fulmini che generava.
Un problema non da poco.
Il dolore pervase il suo corpo. La forza brutale e selvaggia del fulmine attraversò il corpo del samurai facendogli scoprire un nuovo significato della parola dolore.
Un dolore, un qualcosa di già provato...un qualcosa che gli restò incisa nel corpo e nell'anima da quello stesso qualcuno che sembrava aver animato il Kokage.
Eppure…eppure in quella tempesta lui sorrise.
Eppure continuò a sorridere anche ora. Anche adesso con un corpo a pezzi e bruciato ma che rimaneva in piedi come se quel dolore non fosse nient’altro che miele.
Dolce e squisito che non poteva farne a meno. Lo assaporava. Lo inebriava. Colmava i suoi sensi come se il tutto non fosse che questo.
Un mondo dolce. Un mondo così …magnifico.
E quello sguardo fece da contraltare a quello del Lampo Azzurro. All’odio vi era l’eccitazione della battaglia. A quello sguardo così duro, così vibrante di quel sentimento così puramente oscuro, vi era uno sguardo vivo. Vivo ma dannatamente d’acciaio.
Freddo come solo chi aveva visto l’Inferno poteva avere, come solo chi era morto continuava a portarne traccia. Uno sguardo che di mortale aveva poco.
La spada si alzò, ticchettando sulla spalla, mentre quel corpo rimaneva lì: una quercia di fronte al Lampo. Una quercia che non si poteva spezzare.
Il respiro fu più intenso, gli occhi socchiusi e poi si aprirono del tutto.
E furono per Ranmaru.
Si spostarono sul fratello e poi su di lui, infine sui suoi compagni.
Una smorfia contrasse il viso del fu samurai.
Per lui questa era una farsa.
Il Taisei e il Kyo Dan continuavano bellamente a stare sullo sfondo e a manovrare i fili di ognuno di loro. Quella battaglia non era perché la volevano ma perché costretti.
E da questa gabbia ne sarebbe uscito.




dago
«Non puoi vincere…»





Furono parole non dette a caso.
Ranmaru non poteva vincere.
Ma questo non sarebbe contato. Perché si poteva continuare a combattere anche se tutto intorno a noi fosse solo morte.
Shinta Himura lo aveva fatto. Nonostante tutto, nonostante la sconfitta continuava a combattere. Perché questo facevano i soldati.
Il destino di un samurai era sulla spada del nemico.
Ma qui era diverso. Qui era tutto così… stupido.
Che persino la forza di Ranmaru veniva affogata da quest’ombra imponente.
Avanzò di un passo.
Un altro ancora…

«La tua tecnica è pura…ma non hai volontà.
E poi…»


Guardò Saburo…la stupidità dell’uomo…

«Domandati perché tuo fratello non partecipa a questa battaglia.
Siete due stupidi imbecilli…»


Poteva fin da subito partecipare e non lo aveva fatto. Poteva parare il colpo del fratello, invece si era spostato.
Lontano. Perché? Perché non avevano la forza di finire quello che avevano iniziato…
.. due bambini. E sullo sfondo i fili di quelle merde del Kyo dan e del Taisei.
Avevano reso due guerrieri delle patetiche donnicciole.
La lama andò ad incidersi la carne.
Il suo sangue bagnò la lama.
Pagò il pegno per essere Sankaku.
Per attingere a tutta la sua forza che celava agli occhi di chiunque.
Era la Lama Nera del santuario delle Tre Vie. Guidava un esercito di Jashinisti. Era l’allievo di Yamamoto Kuchiki e sebbene fosse ancora così stupido da abbassare la testa di fronte ai mortali, la sua essenza rimaneva pura e brutalmente selvaggia nel suo animo.
Era come un animale tenuto in catene così forti che da pari suo quelle di Son Goku non erano nulla.
Perché un potere del genere era una responsabilità prima che un onere.
Prima ancora di essere un onore.
E non aveva combattuto con onore fino a quel momento. Aveva osservato come un gatto sornione.
Non aveva dato rispetto al suo avversario. Nè ai suoi compagni che si stavano spendendo fino all'ultima goccia di sangue e sudore.
La lama si alzò al cielo, mentre il sangue colò sulla mano ticchettando per terra e dietro di lui si sarebbe formato il Manjushage.
Quel Giglio del Ragno Rosso che era la sua essenza. Lo stesso nome della sua falce. Perché il Giglio del ragno rosso era anche denominato FIORE DELL’ALTRA SPONDA. Accompagnava, si diceva, i morti nel loro ultimo viaggio indicando loro la strada.
E quando sarebbe fiorito del tutto solo allora si avrebbe avuto la fine di ogni cosa.
Il Mondo dei Morti si sarebbe affacciato su questa realtà, richiamato dal sangue, richiamato da quel chakra che pulsava come un fiume in piena senza freno alcuno.
Un giglio…eppure…cos’era questa strana sensazione? Cos’era questa risonanza incompleta?
Perché aveva una sensazione di qualcosa di incomprensibile che gli sussurrava nelle orecchie?
Cosa? Cos’era questo quid che non riusciva a tracciarne i contorni?
Il giglio era tigrato, i suoi petali ricordavano il manto striato di una tigre ma..
sembrava un fantasma. Un pallido ricordo di qualcosa che fu e non vi era più.
La mano faceva male….
Shuhaizo…anche qui tornava? Ma cosa importava ora?
Recriminare sul passato… di nuovo?
Shitsuki. Solo ed esclusivamente Shitsuki era importante.
E quindi avrebbe sofferto anche tutto il dolore del mondo pur di ritrovarla. Pur di ritrovare Kazora e Hikaru. Loro erano lì…da qualche parte…in tenebre così profonde che la sua mano non poteva raggiungerli. Avrebbe sacrificato quella stessa amno se sarebbe servito per riprenderli tutti.
La sua spada non poteva tagliare questa distanza, non poteva fare nulla ma…
poteva tagliare quella barriera.
Tutto ruotava intorno ad essa e il suo antichakra sarebbe corso sulla lama senza più freno alcuno. Il suo chakra si sarebbe irradiato in una tempesta di quelli che sarebbero sembrati alla vista piccoli petali di giglio e giglio del ragno rosso.
I "petali di ciliegio" che sembravano danzare nell'area circolare dello Hyakuretsu Ōkazan erano condensazioni di energia, che avrebbero seguito ogni movimento delle armi di Shintou.
Allargò le gambe posizionandosi in guardia alta, tenendo la spada parallela al terreno, avrebbe ritirato indietro il braccio sinistro e inserito la punta della spada tra le dita della mano destra; l'attacco sarebbe consistito sostanzialmente in un potentissimo affondo portato in corsa.
Avrebbe colpito in un’unico punto insieme alle sue copie. Undici Gatotsu Zeroshiki sullo stesso punto, il suo antichakra a tentare di annullare quel chakra che teneva in piedi la barriera, mentre le catene di Sasaki iniziavano a stritolarla.
Colpirla singolarmente non serviva. Glielo avevano detto…ma colpirla nello stesso punto?
Contemporaneamente?
La barriera avrebbe retto alle zanne del Byakko?



CITAZIONE
<ijutsu passiva> - Reiki: Aura Protettrice - "A volte il medico è costretto a scendere in battaglia, supportando per quanto gli è possibile i compagni di squadra, sostituendo il compito di un medico da guerra. Certamente non è il ruolo in cui spiccano maggiormente, ma in ogni caso il loro aiuto può risultare sotto diversi punti di vista di vitale importanza, trasformando quella possibile disonorevole sconfitta in una grandiosa vittoria. Uno dei modi con il quale lo shinobi si rende assai utile è grazie all'utilizzo dell'Aura Protettrice, ovvero un concentrato di chakra color smeraldo che ricopre il campo di battaglia, rinvigorendo e al contempo attutendo gli assalti da parte degli avversari, questa inoltre, può essere utilizzata in due modi differenti a seconda della situazione:
• Su se stessi: creando una sorta di armatura traslucida, la quale diminuisce i danni ricevuti bloccando in parte gli attacchi nemici e al contempo curare una minima parte di questi. La Ijutsu dunque garantisce un bonus di 20 alla Resistenza e alla Difesa, escluso della genjutsu, inoltre diminuisce i Danni Certi subiti, inclusi quelli dei malus, di 3 a turno.

<passiva> - 土 - Difesa Oltremisura - "Senza troppi allenamenti, ma giusto con un utilizzo costante di Ninjutsu di tipo Terra, chi ha il dono di poter manipolare il suddetto elemento ottiene un irrobustimento delle proprie ossa e carni. Questo potere latente permette ai suddetti Shinobi di trasformarsi in perfette truppe d'assalto in prima linea, ottime per combattimenti cruenti e sostenuti, in cui solo il più forte e coraggioso rimane in piedi. Questo irrobustimento rende i loro muscoli più tonici, forti e soprattutto visibili, facendo in modo che la pelle appaia più che come un lembo fragile da poter strappare una vera e propria armatura da sfondare con difficoltà, ma soprattutto con colpi mirati, precisi e mossi da un intento omicida o di salvezza. Questo è l'unico modo per spaccare la loro armatura calcarea, indurita nel corso degli anni e dei combattimenti. L'epidermide permette a questi ninja d'essere immuni a molti traumi, come tutti i Malus di Sesto Grado, di cui non sentiranno praticamente nulla, se non il solletico o massimo il fastidio. Non solo, il fisico sovrumano renderà più difficoltoso agli avversari del suddetto fargli dei danni seri, i quali lo potrebbero portare alla morte, poiché questo ne subirà molti di meno. In termini pratici chi dispone dell'Elemento Terra e di questo Talento potrà diminuire i Danni Certi di un valore pari a Vita/20, eccezion fatta se nella tecnica utilizzata o nell'eventuale talento di chi lo attacca ci sia la dicitura che permette di causare Danni Certi."

PUNTI ESALTAZIONE TOTALI 19

FASE D’ATTACCO
<bukijutsu ravvicinata> - Shinmei Ryu - Gatotsu Zeroshiki: Colpo delle Zanne "Shinta si posiziona in guardia alta, ad una certa distanza dall'avversario, tenendo la spada parallela al terreno, ritira indietro il braccio sinistro e inserisce la punta della spada tra le dita della mano destra; l'attacco consiste sostanzialmente in un potentissimo affondo portato in corsa. Shinta è in grado di sferrare il Gatotsu in qualsiasi posizione, facendo si che l'elusione sia vana o difficoltosa: l'elusione è possibile solo e se la propria Vel Base sia pari o superiore alla Frz Base di Shinta.
Unica pecca: si devono usare armi bianche ad una mano. Si può usare solo un arma." [Aggiunge al Taglio dell'arma il malus perforazione.]
Se usata con la sua attivazione l'attacco potrà essere a lungo o a vasto raggio.

SWITCHATA A VASTO RAGGIO

Attivazione Personale- Hyakuretsu Ōkazan
Letteralmente, "Colpo Dei Cento Petali Di Ciliegio", tecnica del genere ougi, ovvero "Significato Profondo".
Unione del kaan con il suono nuovo chakra acquisito ad Oto. Ma soprattutto diretta manifestazione del suo nuovo essere e della sua nuova condizione di Immortale. I precetti dello Shinmei rimangono nella sua anima, ma vengono ampliati dalla sua nuova condizione, dal suo corpo finalmente libero dalla malattia, dalle sue cicatrici che corrono sul suo corpo illuminandosi di un blu elettrico, e da quel nuovo chakra che lo rende ancora più forte ora che è finalmente libero.
Se il kaan era un mantra buddista di meditazione, per sbloccare le proprie capacità nascoste sia fisiche che spirituali riuscendo a rendere manifesta la sua forte volontà in un simulacro, in un oggetto qualsiasi che faceva da tramite per la forza interiore, il Ki, del maestro e poter diventare capace di oltrepassare i propri limiti ed arrivare alla quintessenza della propria tecnica, questo colpo è il passo successivo.
Tutto questo viene superato, portato ad un tale livello superiore, perfetta unione, dopo sacrifici, morte e inferni passati, all’unione tra la sua vecchia via e la nuova.
La spettacolare esecuzione dello Hyakuretsu Ōkazan ha inizio con un singolo fendente di spada, che genera nel terreno, a non più di pochi metri di distanza dall'utilizzatore, una circonferenza del diametro di tre metri. Istantaneamente l'area all'interno della zona così circoscritta viene investita dal ki dello Shinmei, e sembra irradiarsi in una colonna di luce che subito si compatta in una tempesta di quelli che sembrano alla vista piccoli petali di giglio e giglio del ragno rosso. Alla comparsa dei petali di luce, la vittima sembra investita da una fitta pioggia di lame. In realtà, l'esecuzione effettiva è ben diversa da ciò che traspare dall'esterno: il fendente di spada di apertura irradia ki nell'area prescelta, ma ad esso seguono dai due agli otto brevi movimenti di spada, tanto più brevi quanto sono numerosi. Questi colpi si imprimono nel ki, che li riproduce sotto forma di lame di energia che vanno a colpire l'avversario come se fossero eseguite direttamente da sotto suoi piedi. I "petali di ciliegio" che sembrano danzare nell'area circolare dello Hyakuretsu Ōkazan sono condensazioni di energia, che seguono ogni movimento delle armi di Shintou, potenziando così i suoi attacchi con armi ma anche le sue difese con le stesse.
Saranno tanto più numerosi quanto meno è perfetto il controllo del ki da parte dello Shinmei. Si dice che i grandi maestri Shinmei riescano a generare una colonna di luce talmente intensa da bruciare gli occhi, nella quale danza come trasportato dal vento un singolo petalo di ciliegio, un livello al quale Shintou tutt'oggi aspira con risultati incoraggianti ma ancora ben distanti dalla perfezione.
~ Zankūsen Kai: Anche le armi di Shintou risentono del nuovo chakra. Di fatti il metallo vibrerà delle medesime pulsazioni del possessore. Si concretizzarà sotto forma di lama energetica in un raggio d'azione piuttosto ampio, come se fosse un prolungamento della spada, e seguirà fedelmente il movimento della nodachi. Le sue armi e l’attaccamento con esse è indissolubile, così intenso dall'impedire a chiunque di scindere il rapporto fra coloro che adesso sono definibili compagni di ventura. Shinta riesce a controllare e a modellare il suo chakra, o Ki, sulla lama della sua spada per sprigionare da essa una vera e propria bordata di energia. In termini da regolamento può decidere se i suoi attacchi ravvicinati con armi possano essere a lungo o vasto raggio con un costo in più di stamina. In più potrà decidere se infondere il chakra sconosciuto di Oto.
Antichakra di Oto: i suoi attacchi con armi non potranno essere contrattaccati ma solo difesi.

<attivazione> - Moltiplicazione Superiore del Corpo - (Chk: 50 x copia) “L'utilizzatore si concentra e componendo un unico sigillo forma delle copie non-illusorie che potranno agire in turno proprio composto solo da una azione , oppure sprecandone una dell’originale. Se colpite svaniscono. Le copie hanno statistiche pari ad 1/3 [arrotondato per difetto] dell’originale [Tranne la Slt che non la possiedono], Possono usare tutte le sue jutsu e le tecniche, i cui bonus saranno ridotti ad 1/3 della tecnica reale.”
COPIE CREATE 10

TALENTO

Talento Personale: Manjushage 曼珠沙華 – Giglio ragno rosso

Cos’è la morte? Cos’è Jashin? Cos’è essere jashinista e cosa lega il Dono dell’Immortalità con l’assiduità di uccidere, sacrificare anime per poter restare vivi?
Risposte assurde, domande ancora più assurde ma per uno come Shintou sono all’ordine del giorno.
Non consumato dalla brama di potere cerca sempre una soluzione pacifica se e dove fosse possibile, senza fare mattanza di tutti e tutto in un’assurda e insensata mattanza solo per soddisfazione personale e ingigantire il proprio Ego. Ma si sa che per un’Immortale tutto questo perde di significato.
Perde di significato i dogmi e le leggi degli uomini, schiavi del tempo e della morte, perde di significato la fede negli Dei, la dignità, gli ideali. Ecco, soprattutto gli ideali non hanno più significato per Shintou.
Schiavi e significanti di uomini mortali che a loro volta sono schiavi del tempo e della paura della morte. Ed essendo schiavi anche i loro farneticamenti sono sconclusionati e nessuno di loro è libero.
Così questo mondo è una pura invenzione, una porta, una finestra su quell’altro. Quell’altro che a volte si solleva il velo di maya, a volte resta nascosto ma c’è.
Lì con tutta la sua forza, tutta la sua potenza e con tutti i suoi segreti. Vi è un mondo che pulsa sotto il nostro e vi sono forze che potrebbero disintegrare la realtà.
La morte è solo una via che dovremmo prendere tutti, Jashin una forza che non ha eguali. Ed essendo lui un iniziato, toccato dal Dio delle Tre lame in persona i suoi occhi possono squarciare quel velo e vedere il mondo dei morti.
Ecco la vera essenza di Shintou. Riuscire ad unire i due mondi, non appartenendo né all’uno, né all’altro. Cosi come una volta era Shinta, rinato come Shintou. Da ronin a samurai, da shinobi a uomo. Da schiavo a libero, passeggia tra i due mondi non appartenendo a nessuno e restando fedele a se stesso e alle sue idee.
Ma si sa che la libertà non esiste perché sempre vi sarà qualcun altro più forte e che imporrà le sue idee e i suoi domini. Si può accettarlo…ma restando fedeli a se stessi.
Sfruttando il chakra di Oto riesce a poter infrangere tale realtà ma non solo. Come fa un accolito di Jashin a sacrificare anime se non ha un cuore? Come può uccidere se non può sfruttare questa sua peculiarità?
Ecco…qui entra in gioco la vera essenza di questa capacità. Hingabana, Giglio del Ragno Rosso, così viene chiamato nel villaggio di Jashinisti della sua Shitsuki.
Lo stesso nome della sua falce. Perché il Giglio del ragno rosso è anche denominato FIORE DELL’ALTRA SPONDA. Accompagna, si dice, i morti nel loro ultimo viaggio indicando loro la strada. Così quando Shintou estrae la falce questo è il segno che non vi sarà pietà alcuna.
Ogni sua fibra sarà votata all’omicidio del suo nemico.
Quando ciò accadrà un Giglio di ragno rosso prenderà a manifestarsi dietro le spalle, fiorendo a mano a mano che la vittima sarà ferita. Fino a quando non fiorirà del tutto e solo allora si avrà la fine di ogni cosa.

[Il collegamento, via via che sarà più forte, darà a Shintou nuovi modi per colpire la sua vittima fino a strapparle direttamente l’anima sacrificandola a Jashin. In questa forma dovrà pagare un costo di 30 di Slt immediatamente, non dovrà aver eluso, non dovrà aver subito Danni Certi nel turno precedente per attivare il talento. In questa forma il Collegamento, e gli eventuali PC, funzioneranno solo per rendere più nitida l’anima. Per cui non potranno essere usati per potenziare le tecniche di clan e/o tecniche personali.
Eventuali ferite su Shintou non potranno comparire sul corpo dell’avversario in base al regolamento Collegamento. Questo è l’unico modo che ha Shintou per sacrificare l’anima. I vari livelli del talento sono a sommatoria e bisogna attivarli tutti per arrivare all’ultimo stadio.]

Lv 6: da 1 a 10 Punti Collegamento. Potrà riuscire a intravedere l’anima del suo avversario potendola così attaccare. Visto che l’emanazione è quasi del tutto indistinta gli attacchi verso di essa non avranno esito ma creeranno nel malcapitato un senso di angoscia e sentirà la propria anima urlare per la paura. Ogni suo attacco, se vi è Danno Certo, crea status panico calcolato sui PC/10

Lv 5: da 11 a 20 Punti Collegamento. La forma dell’anima diventa sempre più nitida e il giglio si apre un po’ di più, così come i colpi sono sempre più precisi e feriscono in maniera più decisa l’anima. In questo stadio ogni Danno Certo avrà un ulteriore bonus dato da PC/20

Lv 4: da 21 a 30 Punti Collegamento. L’anima è del tutta visibile e a questo stadio ogni colpo si rifletterà sulla mente dell’avversario, funzionando similmente ad una genjutsu. Gli attacchi dovranno essere parati non più con la Def ma con la Res o elusi.

Lv 3: da 31 a 50 Punti Collegamento. A questo punto del livello il giglio è quasi del tutto fiorito e anche il mondo dei morti inizia a far sentire la sua presenza su questo mondo.Yurei inizieranno a volteggiare tra i due contendenti,Yokai faranno sentire le loro urla, Onryo cercheranno di afferrarlo.
Questo porterà un malus agli attacchi del suo avversario di PC/20

Lv 2: da 51 a 70 Punti Collegamento.Yomotsu Hirasaka- Valle della Morte.In questo stadio oramai il giglio è fiorito e i suoi petali aprono la Valle dei Morti dove le anime si raccolgono per sprofondare nell’oblio. Lì dove le potenze infernali le attendono.
Per resistere a tale visione la somma di Res+Chk(potenziabili da attivazioni) dell’avversario dovrà essere più alta della somma di Frz+Chk di Shintou.
In caso contrario darà un malus di 10 +PC/3 a Frz, Def,Res,Int e Vel.

Lv 1: 71+ Punti Collegamento. Meido Zangetsuha - Luna del mattino che conduce all'aldilà
A questo punto il fiore è del tutto germogliato e il mondo dei morti si apre davanti al suo avversario. Questa tecnica crea un grande circolo nero, che spedisce l'intero corpo del nemico all'inferno. Con un singolo colpo della sua falce il suo nemico sarà assorbito dallo Yomotsu Hirasaka e sarà sacrificato direttamente a Jashin
Se l’attacco avrà successo, cioè si avrà Danno Certo, si subirà un malus di -200 di salute.
Se questo non muore subirà un contraccolpo pari a -200 ad ogni statistica esclusa la VTA.
Il resto dei malus dati da questo talento si azzereranno del tutto ma non potrà più essere sacrificato a Jashin.
 
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view post Posted on 23/7/2018, 19:50
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La tecnica della sostituzione, per quanto improvvisata e banale, si rivelò essere piuttosto efficace. Infatti, scortato dal suo fedele Lupo di Chakra, riuscì ad evitare completamente l’attacco del demone elettrico, e portarsi ad una distanza necessaria per iniziare la sua tecnica nel modo migliore. Perfino la sua tecnica speciale sembrava essersi attivata alla perfezione, tant’è che riuscì a percepire, grazie ad i suoi nuovi sensi amplificati, parecchie cose sebbene in tempo fosse davvero limitato.
Ormai era fin troppo chiara la capacità dei due fratelli di manifestarsi nel loro elemento portante, li aveva visti sparire ed attaccare usando fulmine e fuoco, quasi intangibili ad altri attacchi.
Aveva visto Saburo, capo del Kyo Dan, manifestarsi sotto forma di fiamma, subito dopo che l’attacco del Drago Azzurro terminò. Aveva visto proprio Ranmaru svanire nel nulla, per poi ricomparire pieno di sangue, ma la cosa che saltò maggiormente all’occhio di Kuro, fu la reazione sconsiderata di Hideyoshi, che in preda alla rabbia ed alla frustrazione, si era scagliato contro il nemico senza pensarci due volte, quasi a cercare di contrattaccare quella immensa scarica di fulmini.


( Sembra abbia perso il senno per un attimo. I suoi occhi non sono quelli calmi di sempre, non è stato affatto riflessivo come è suo solito fare. Forse non sono l’unico che sta venendo consumato dal Segno direttamente dall’interno.
Questo Sigillo ci ha salvato la vita, ma se la sta riprendendo con gli interessi..
Fa male non poter fare niente per aiutarlo, in questo momento. Sono il suo scudo e la sua spada, ma sono l’unica risorsa in grado di prendere informazioni dal nemico senza essere scoperto. Devo lasciare lo scontro a loro tre, io devo provare a distruggere quella dannata gabbia. )


Aveva chiaramente visto gli attacchi dei suoi colleghi non scalfire neanche per un secondo la barriera che proteggeva gli uomini che tenevano quella grossa scimmia ancorata al muro, ma nell’esatto istante della collisione, tutti sembravano aver accusato il colpo.
La scelta di Kuro era tra aiutare i tre amici nello scontro contro il Drago Azzurro, o provare ad indebolire ulteriormente quelle colonne, ascoltando le parole dell’uomo in fiamme, apparso a pochi metri da lui. Non avrebbe potuto rivelare l’attivazione della sua tecnica, ma in cuor suo sapeva e sperava che, sebbene doloranti e carbonizzati, Hideyoshi e l’altro dai capelli bianchi, avrebbero affrontato nuovamente l’Azzurro.


( Posso prendere tempo, posso e devo farlo.
Se prima, usando questa tecnica, il Lupo che mi accompagna si è moltiplicato, potrebbe farlo nuovamente. Questa volta però, suppongo venga fuori un lupo ben più grosso dei precedenti, se provassi a chiamare.. )


Più tempo trascorreva, più nella mente di Kuro si sommavano sempre più strategie, ma il problema stava nel trovare quella migliore da applicare in quel frangente.
Allora, premendo nuovamente col il pollice della mano sinistra sul taglio effettuato tempo prima, lo shinobi del Suono fece uscire un altro piccolo fiotto di sangue, cercando di utilizzare nuovamente la tecnica del Richiamo. Se la sua intuizione sarebbe stata veritiera, al posto di Bull si sarebbe palesato un altro lupo, che avrebbe attacco la colonna invisibile cercando di indebolirla ulteriormente.


(Quando a me, devo aiutare i miei compagni, sia in attacco, che nell’indebolimento di quella dannata colonna. Il mio attacco sarà indirizzato alla colonna, ma posso provare a far credere a quel demonio rapidissimo, che sto per colpire lui. Quanto meno devo provarci.)

- Saburo, attacca la colonna, ora!

Intanto Kuro posò le mani sul terreno, con i palmi rivolti verso il basso. Cercò di attivare la sua tecnica che prendeva ispirazione da uno dei più letali balli Kaguya, osservato e studiato nei vari scontri al fianco di Hideyoshi.
Sentì chiaramente qualcosa muoversi sotto terra. Non era ben certo se fossero piccole rappresentazioni eteree di lupi o delle sue lame, ma il lieve ringhiare che percepivano i suoi sensi migliorati, lasciavano intuire che in quell’esatto momento, avesse sguinzagliato un numero indefinito di quadrupedi pronti a sbranare qualsiasi cosa.
La strategia sarebbe stata molto elementare, ma forse avrebbe aiutato i suoi compagni a guadagnare tempo: avrebbe indirizzato i suoi cani contro Ranmaru, per poi deviare l’accatto alla fine contro la colonna, cercando di arrecare quanto più potere d’attacco possibile contro quella gabbia quasi invisibile.


(Se le parole del Rosso sono veritiere, un attacco multiplo contro la colonna potrebbe aiutarci a scalfirla ed a liberare Son Goku.
Non resta che sperare. E’ giunto il momento di rendersi utile. )



-Tecnica del richiamo- (Chk: dipende dall'evocazione) "Il ninja si procura volontariamente una piccola ferita. Il sangue che ne sgorga è il sacrificio richiesto per attivare il legame con il contratto firmato, e la composizione di diversi sigilli permette di evocare le creature più disparate, sempre più potenti ad ogni grado ninja superiore a quello di Genin. Poggiata la mano a terra, la creatura evocata potrà agire seguendo le direttive dell'evocatore."[/color]

Frz: 324
Def: 300
Vta: 70
Chk: 84
Int: 70
Res: 268
Vel: 70

Stm: 276
Slt: 350Bull (Chk 120)

A differenza dell’evocazione Genin, Bull è il più grande tra i cani evocabili tramite questo Sutra. E’ un enorme bulldog nero, con un vistoso collare spinato al collo. Indossa anche lui un gillet blu scuro e porta il copri fronte legato alla zampa anteriore sinistra. E’ l’unico cane che non dispone del dono della parola, eccezion fatta per qualche sillaba detta di tanto in tanto. E’ massiccio e corpulento, e quindi meno adatto all'inseguimento nonostante il suo fiuto sia di gran lunga superiore rispetto a quello degli altri canidi. E’ adatto agli scontri prolungati e, nonostante la sua grossa stazza, non disdegna mai un buffetto o una carezza come ringraziamento.

<taijutsu ravvicinata> -Placcaggio canino- (Stm: -10)(Frz: +160) “Bull attacca l'avversario avvalendosi della sua possente mole per bloccarlo a terra e massacrarlo brutalmente. [Questa tecnica causa status Ferita da perforazione]”.

<taijutsu difensiva> -Irrigidimento muscolare- (Stm: -10)(Def/Res: +200) “Grazie alla sua enorme stazza riesce a rendere duri e forti i suoi muscoli come e più dell’acciaio. Risultando al contempo una difesa forte ed efficace contro la maggior parte degli attacchi sia ravvicinati che a raggio più elevato”. [se difende l’ evocatore +50]

Possiede un’Abilità Sensi Migliorati (olfatto) a livello 3. Specializzazione: Taijutsu.

<bukijutsu a raggio totale> (Combo Deformazione) • Tsuiseki : Insegui • (Stm: -12)(Frz:+180 + 1/3 Vel)(Necessita di Deformazione Lunghezza) "L'ennesima evoluzione delle tecniche offensive di Shinso risponde al comando Insegui e rispecchia la vecchia filosofia di combattimento dello shinobi del Suono, con qualche piccola aggiunta finale appresa negli anni.
Conficcando la lama della sua wakizashi nel terreno, la scompone e la frammenta, facendola ricomparire lungo tutto il campo di combattimento. Migliaia sono le lame che fuoriescono dal terreno per inseguire e colpire l'avversario da ogni punto, sotto i suoi piedi. Per esecuzione ricorda molto il Sawarabi no Mai del clan Kaguya, ma utilizza il suo chakra misto alla lama di Shinso.
Le ferite provocano status da Taglio.
 
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view post Posted on 25/7/2018, 11:12
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Artificial Flower's Lullaby

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Le storie che si imparano a scuola insegnano di grandi battaglie, guerre durate anni, duelli che si protraggono per ore in mezzo a paesaggi mozzafiato che fanno da estetica cornice agli esercizi di stile, spada e strategia.
Ma non sempre ai bambini viene detto che la guerra è anche questo: azioni fulminee, attacchi e contrattacchi che durano, e devono durare, pochi istanti. Uno di troppo, e sei morto. Uno di meno, e sei morto ugualmente.
Ancora nessuno era morto, ma qualcuno c'era andato vicino. Shintou e Hideyoshi si erano presi in pieno un fulmine che li aveva quasi bruciati vivi, Ranmaru aveva un fianco squarciato e ansimava mentre il sangue gli colava lungo le piastre dell'armatura che non era riuscito a proteggerlo degnamente.
Anche Sasaki sanguinava, ma per sua libera scelta: assieme al suo Gorilla's Red aveva pagato il prezzo necessario ad utilizzare quel potere spaventoso che gli era valso il soprannome di Kraken. Potere che stava tentando di utilizzare anche adesso, in una tattica furba che avrebbe potuto ribaltare la situazione.

Le catene salirono attorno alla gabbia, obbligando i membri del Kyo Dan e le copie di Shintou a farsi indietro per non essere frustati, e iniziarono a stringerla.
All'interno, i pilastri caddero in ginocchio, ansimando pesantemente nel tentativo di contrastare quell'attacco che premeva da ogni parte.

«RESISTETE!» tuonò il Lampo Azzurro. Vedeva i suoi uomini doloranti e vessati, e non poteva sopportarlo. Il suo sangue sfrigolò, evaporando in filamenti rossi, mentre capelli e vestiti presero a vibrare per l'elettricità statica che stava di nuovo percorrendo il suo corpo.
In quel momento però, quando stava per muoversi verso Sasaki, venne intercettato da Hideyoshi che lo attaccò alle gambe.

La lama del Cantore colpì il vuoto, o meglio, il fulmine. Si scompose, semplicemente, lasciando che l'arma lo attraversasse. Hideyoshi percepì una leggera scarica attraversare la sua lancia, intorpidendogli le mani già doloranti.

Shintou, intanto, dopo gli insulti di rito ai fratelli dei Draghi -che gli valsero un'occhiata cupa da Saburo e una di stizza da Ranmaru- usò il tempo che Hideyoshi stava conquistando per richiamare il potere degli Inferni che lo avevano plasmato.
Eppure, qualcosa non tornava. Il fiore delle anime appariva debole, spento, come una pianta cresciuta al buio. Brillava, ma debolmente. E le striature della tigre avrebbero potuto facilmente essere scambiate per ferite agli stessi petali.
Come mai, si chiese. Evidentemente gli sfuggiva la natura del luogo in cui si trovava, e del corpo che in quel momento abitava. Corpo a cui il suo potere era collegato... Ma che giaceva là fuori, da qualche parte oltre le pareti del Gedo Mazo.

Non era importante, o meglio, non era fondamentale. Perché anche senza il Manjushage, il potere del Triangolo del Santuario era sufficiente ad abbattere i suoi nemici. Paradossalmente, lo era perché non era da solo, e la combinazione delle forze in campo gli aveva permesso, vuoi per fortuna o vuoi per strategia, di colpire nel momento giusto.

Ranmaru vide i tanti Shintou preparare un attacco multiplo, e la sua bocca si storse in un ringhio. Superò Hideyoshi, lasciandoselo alle spalle, e saettò verso la gabbia... Ma era già indebolito, e le catene di Sasaki erano lì ad aspettarlo.

«A-AAAARGH!!»

Il figlio delle Isole di Ferro aveva imparato bene dalle sue battaglie. Il sigillo Raiton sulle catene lo aveva drenato, percepiva chiaramente la debolezza fisica data dalla mancanza di chaka. Ma forse, vedere Ranmaru immobile, avvolto da fulmini che tentavano di liberarsi invano, lo avrebbe rallegrato un po'.
La trappola di catene permise alla combinazione di attacchi di Shintou di penetrare le ultime difese già provate del Taisei.
I quattro pilastri persero i sensi, cadendo a terra, e la gabbia esplose in un'apoteosi di frammenti azzurri, petali di vetro che svanirono mentre scendevano a terra.

L'attacco dei cani lanciato da Kuro fu solo la ciliegina sulla torta. Saburo non ebbe nemmeno bisogno di intervenire, e infatti non lo fece. Mentre i cani si avventavano sui membri del Taisei riuniti in circolo, quelli del Kyo Dan finivano il lavoro trucidandoli in pochi secondi, mentre ancora tentavano di mantenere il rituale attivo.
Non ce la fecero.
E le catene di Son Goku si spezzarono.

«CE NE AVETE MESSO DI TEMPO, RAZZA DI PULCI!»

Il ruggito del Babbuino dalle Quattro Code risuonò liberatorio e feroce, facendo vibrare le casse toraciche di tutti. Si scrollò tutto, sgranchendo i muscoli e le code, e fece pochi passi in avanti mentre il Kyo Dan indietreggiava riverente, inneggiando allo Yonbi.

Saburo invece avanzò. Si frappose tra Son Goku e Ranmaru, che dopo aver visto la gabbia esplodere e i suoi uomini venire massacrati era caduto in ginocchio, tenendosi il fianco ferito. Non stava nemmeno provando a liberarsi dalla trappola di Sasaki, e dei suoi fulmini non rimaneva che qualche sporadico bagliore.

Gli occhi tondi del Demone si posarono sui guerrieri rimasti in piedi. Feriti, spossati, giusto Kuro e Saburo avevano l'aspetto fresco e sano. Gli altri compensavano per loro, c'era da dire.

«Quindi... Voi chi sareste?»




CITAZIONE
Dunque fanciulli, vi avviso che dall'1 al 13 agosto non ci sarò. Non avrò nemmeno un pc a portata di mano, perché vado in mezzo ai monti al campo nazionale degli scout.
Quindi, vedete voi. La scadenza tecnicamente sarebbe l'1, che sono i sette giorni precisi, ma se riuscite a postarmi il 30 io il 31 vi faccio avere il post e poi potete prendervela con calma per quello dopo.


Edited by gaeshi - 25/7/2018, 12:37
 
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view post Posted on 27/7/2018, 20:17
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N
e più mai toccherò le sacre vette ove il mio corpo fanciulletto giacque, Shirokabe mia, che te ne specchi nel bagliore delle bianche mura da cui vergine nacque l'Arte, e fea quei monti fecondi col Bushido, onde non tacque le tue argentee lame e le tue corazze l'inclito verso di colui che l'Arte affinò fatale, ed il diverso cammino per cui glorioso di fama e fortuna, assunse al pinnacolo umano il samurai Musashi Myamoto.
Tu non altro che il ricordo avrai del figlio, o materna mia terra: a me prescrisse il Padre immemore sepoltura.


Collasso. Quando le catene avvolsero del tutto la barriera, iniziò il suo attacco. E con una posa molto simile, strinse il pugno della mano, come ad impartire un comando molto semplice, ma fatale: una pressa di ferro, fiamme e fulmini, tentacoli di metallo rovente che sbattevano, furibondi, su ogni cosa che incontravano. Furbi quelli del Kyo Dan e le copie di Spada Tigrata a scansarsi, perché a differenza del suo Mare di Ferro, non aveva alcuna intenzione di risparmiare nessuno che fosse nella portata della sua morsa. Questo perché in quel momento non poteva permettersi distrazioni, non poteva permettersi esitazioni. Voleva distruggere quella barriera, voleva avere la sua risposta da Son Goku, voleva ascoltare direttamente le sue parole e comprendere come porre fine a tutto questo macello. Vide con la coda dell'occhio il Lampo Azzurro avanzare verso di lui, vide il Kokage distrarlo. Concentrò ancora di più il suo sforzo, strinse i pugni fino a fermare il flusso del sangue, le sue nocche sarebbero sbiancate non fossero state nascoste dai guanti avvolti da peluria bianca dell'attuale Re dei Primati, il Grande Enma. Mordevano e stritolavano, frustavano e dilaniavano come pazzi, i suoi tentacoli evocavano quanto di più simile al suo ricordo era la visione dell'assalto del Kraken alla nave degli Orsi d'Acciaio. La distrazione di Hideyoshi fu sufficiente, perché vide chiaramente i quattro pilastri del Taisei collassare. Quasi nello stesso istante, Ranmaru gli si lanciò addosso: dal mare di ferro sarebbe comparso un paio di occhi smeraldini che, biechi e sogghignanti, avrebbero guardato Ranmaru. Poi, un sibilo nel mare di ferro, un lamento con traccia di scherno, quasi una risata, ma non di malvagità o compiaciuta del suo successo. Una risata che nascondeva una profonda tristezza per lo spreco di vita che stava per essere compiuto.

”Hinjaku”



Sasaki: ”Mudada! OOORAA!”

Con un singolo schiocco di dita, la sua trappola scattò. Alimentati dal chakra di Son Goku, i piccoli sigilli di contenimento incisi sulla sua catena, moltiplicata per centomila volte dalla sua stand e dalla sua incredibile quanto assurda kekkei genkai, crearono una trappola sufficiente se non a fermare, perlomeno ad arginare quel fiume in piena di energia pura che era Ranmaru. Bloccato al suolo, solo un globo di energia elettromagnetica si sprigionava dal suo corpo, in grado di respingere qualsiasi cosa si avvicinasse ma non abbastanza per permettergli altro. Il suo potere bloccato e ritortogli contro, era uno spettacolo che avrebbe potuto far sorridere...se fosse stato un sadico bastardo. Ma non lo era.

Un nemico a terra, sanguinante, spezzato nel corpo e nell'anima dalla morte dei suoi compagni. Poteva ben comprenderlo.

E quando Son Goku si liberò dalle catene, le sue parole fecero tremare il mondo onirico dove si trovavano.

(Pulci?) si ritrovò a pensare, domandandosi sia se Son Goku poteva captare i suoi pensieri, sia rendendosi conto che quel paragone lo aveva suggerito lui stesso.
Quando Shintou si avvicinò a Ranmaru, lo sentì parlare ed avere un minimo di dialogo col Lampo Azzurro. Distolse le catene, che comunque si ritirarono in generale dal campo di battaglia: era un bagno di sangue, sudava icore cremisi da ogni parte del corpo. Esausto. Il consumo di energia fisica e di chakra per poco non lo fece svenire, fu solo la pura determinazione a tenerlo in piedi. Non devi crollare per nessun motivo, ripeteva a se stesso. Se crolli ora, tutto sarà stato inutile.

Si ritrovò quindi a riprendere fiato, lentamente e con molta fatica. Ogni compressione e decompressione della cassa toracica mandava una scarica di dolore ai polmoni che ardevano come la sabbia del deserto. Le sue ossa sembravano molli, molto più molli di quanto non erano in genere, quando usava la sua bizzarra abilità da contorsionista diventando una vera e propria ballerina col corpo di boscaiolo. Ansimava, il Radiatore dal manto vermiglio, ansimava e sputava sangue, quasi accecato dal sudore che gli colava sugli occhi e che, mischiandosi alla sua linfa vitale, gli dava un aspetto mostruoso e ferino. Le sue pupille perdevano il fuoco, le immagini si distorcevano e sovrapponevano, colto da un violento astigmatismo da spossatezza. Il naso doleva ad ogni respiro, respirare con la bocca era impossibile, ogni volta che la apriva tossiva sangue e forse anche vomito, non ne era sicuro. Si ergeva sulle gambe in un precario equilibrio del suo baricentro, su gambe dalle giunture piegate per sostenere il suo peso e insensibili alla loro stessa percezione- Gorilla's Red imitava la posa del suo padrone in tutto e per tutto, se ne stava muto, lo sguardo corrucciato, il labbro aggettato, gli occhi seri, la sua espressività lo stupiva, ma d'altronde, era pur sempre la stand più simile ad un umano tra le quattro.

“Morte onorevole.”
“Sterminio di innocenti. Come il suo clan. La sua famiglia.”

Le motivazioni di Ranmaru erano le solite di chi si muoveva per vendetta. Che, per quanto giusta o sbagliata che fosse, accecava sempre chi la impugnava, facendone un piatto da servire freddo, come l'acciaio di una lama.

Eccoli là, raccolti tutti in venerazione, quegli stolti del Kyo Dan...forse credevano che fossero loro alleati, non aveva importanza. Vedere Saburo frapporsi tra Son Goku e il fratello gli fece venire voglia di attaccarlo seduta stante, perché dopotutto aveva lasciato suo fratello da solo contro nemici che non erano suoi alleati. Non contava davvero un cazzo il legame di sangue, quando il fanatismo aveva consumato la ragione, huh?

Fu solo dopo lunghi istanti di trance, dove concentrò tutte le sue energie che formulò un pensiero, rivolto al quattro code:

(Che cosa mi rispondi, Son Goku?)

Che cosa aveva da dire a tutto quello che Sasaki aveva detto?


 
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view post Posted on 29/7/2018, 11:42
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9CMvH6u

Scattò verso la barriera.
Perchè? Perchè Ranmaru non poteva nelle sue condizioni evitarlo. Non con l’attacco di Hideyoshi a cui doveva frapporre una difesa.
E poi…perché non era un nemico degno. Tutto questo era una farsa a cui stava dando, anche lui, il suo apporto.
La barriera era l’obbiettivo Ranmaru solo uno dei tanti co-protagonisti di questo dramma.
Poteva fermare l’attacco di Shintou, vero, ma non delle altre dieci copie. Era in minoranza numerica e suo fratello, vigliacco o meno che fosse, se ne stava in disparte godendosi i frutti che i quattro avrebbero maturato.
E quindi fu con una strategia in mente che attaccò la barriera dando le spalle al nemico. Un nemico ormai allo stremo…e fu per questo che sfruttò tale occasione.
E anche perché Ranmaru, per quanto forte, era dilaniato nell’anima. O almeno questo parve a Shintou…le sue lame non erano mortifere e tutto questo era così dannatamente stupido.
E quindi avrebbe tagliato tutto questo.
E così fu. Con l’aiuto di facciadifaina e con Kuro quella barriera finalmente cadde.
Cadde e dalle sue ceneri sorse il vero protagonista di tutto questo.
In fondo non aspettava altro. Smaniava dalla voglia. Voglioso di battersi il petto dimostrando l’ennessima ovvietà. Nessuno era esente da colpe.
Nessuno era nel giusto.
La sottile linea di grigio…le colpe erano di tutti. Accettarle forse, mettere da parte l’orgoglio, avrebbe giovato a tutti ma purtroppo se il cervello era grande quanto una noce era difficile.
Son Goku fu patetico. Patetico nell’appellarsi a loro come pulci – pulci che lo avevano sconfitto non una ma ben due volte – e che lo avevano salvato da catene così forti da strozzarlo e farlo apparire nella sua reale veste: una scimmia con troppo potere.
Noioso nel sua spacconeria ormai fuori luogo e anche inutile.
Il suo essere smargiasso non cambiava la reale situazione – sebbene la scimmia col dono della parola non lo capisse: lui era un debole che non riusciva ad avere un minimo di orgoglio da accettarlo.
Le pulci sapevano essere molte difficili da schiacciare…pulci che lo avevano relegato in gabbie così oscure che si era persino dimenticato il sapore del vento e il tepore del sole sulla pelle.
E poi, quando la libertà fu un dolce nettare da cui dissetarsi, ecco che di nuovo quella gabbia fu su di lui.
E stavolta fu ancora più tremendo: perché due volte la sconfitta fu su di lui e la seconda fu più repentina della prima.
Che ancora poteva ricordarsi del blu cobalto del cielo e della terra che tremava sotto le sue zampe.
Le stesse pulci gli avevano fatto questo.
Le stesse che ora lo avevano liberato.
Una scimmia
Piantò la sua katana al suolo.



71ZcoBS
Ranmaru perdeva sangue. Una ferita profonda, troppo, da cui sgorgava a fiotti il sangue. Ormai la mano ne era fradicia come le vesti.
Fino a poco prima lo avrebbe ucciso senza pensarci troppo ed ora? Ora perché si avvicinava a lui?
Per colpa sua Shitsuki e la sua famiglia erano in questa cloaca… per colpa sua…vide le vesti…Taisei…le portava. Era un nemico.
Perché, quindi, non lo reputava come tale?
Perché, forse, aveva capito che né Taisei, né Kyo dan erano i soli colpevoli.
Nessuno era esente da colpe perché nessuno fu perfetto.
E vi può essere onore anche tra nemici. Forse è l’unica cosa che ci rende meno demoni ed egoismi…o forse l’ennesima favola da raccontarsi per riuscire a dormire la notte.
Era ancora così pateticamente mortale.

Si avvicinò per curarlo, non era giusto che morisse con i propri demoni. Aveva visto e provato su di sé cosa volesse dire.
Cosa significasse morire in quel modo. L’Inferno non si dimentica, né chi lo abitasse e i loro sguardi ancora lo falciavano.
Non gli permise di farlo. Vi era una barriera di elettricità statica e il suo sguardo era carico di tensione e di rabbia.
Aveva lo stesso lampo in quell’unico occhio. E se avesse potuto lo avrebbe trafitto con le sue spade…ma non potendolo fare delegò allo sguardo e a quell’unico, intenso occhio la sua volontà di recidergli la testa.

«Non sono un tuo nemico né di tuo fratello. Le circostanze ci vedono schierati su due fronti opposti ma…non vedo nemici qui.
Non più


Altri erano i nemici. Ma sicuramente, ad uno sguardo più attento, persino i Bijuu non erano esenti da colpe alcuna.
Il Taisei e il Kyo Dan avevano prosperato e proliferato come un cancro appunto per la stupidità di questi demoni.
E a ben vedere la noiosa e puerile dimostrazione di spacconeria di quella scimmia col dono della parola, era la risposta a tutto questo.
Avevano il potere ma erano stati battuti. Più e più volte eppure continuavano imperterriti nel loro errore. E questo non significava essere arrabbiati perché erano stati rinchiusi. Avevano continuato a perpetuare nel loro stesso errore.
Dovevano avere maggior criterio e responsabilità.
E la Legge dell’Equilibrio, tanto cara a chi questa realtà la comandava, non avrebbe permesso oltre il loro scorazzare senza un minimo controllo.
Ma il Lampo Azzurro si sforzò. Sofferenza. Ora trasudava sofferenza il suo corpo e il suo sguardo eppure manteneva una dignità in quel dolore..
E più si sforzava più quella barriera aumentava.
Era ostile; gli pizzicava la pelle e non fu un dolore buono.

« Potreste anche aver vinto, ma ci avete condannato tutti. Uccidimi ora, e lasciami la mia dignità.»

Un buon avversario. Nobile quanto bastava, stupido quanto altri. Non credeva che morire avrebbe espiato il disonore o chissà quali colpe.
Bisognava morire dopo aver tentato di tutto. Dopo aver combattuto.
Troppo facile era morire, in certe occasioni, più difficile vivere e tentare di trovare una strada.
Morire non era mai la soluzione solo una semplice via di fuga.

«Non uccido a cuore leggero. Nemmeno quando è necessario…e non ti ucciderò.
Non avete voi colpe. Dimmi perché siamo condannati.»


Il tono tradiva la stanchezza. Sebbene fosse in piedi era allo stremo.
Allungò una mano. Perché? In fondo poteva ucciderlo e non lo stava facendo.
La seconda possibilità? O per qualcos’altro che nemmeno lui riusciva a comprendere’ Era ancora così umano dopotutto?
Ancora riusciva a vedere le ferite del cuore degli uomini?
E nonostante tutto non ne rimaneva indifferente…il suo più grande difetto.
Ma il dolore lo investì. Come se avesse toccato la parte più vera del lampo Azzurro e non quella maschera che si era messo a mò di scudo.
Un dolore che lo fece quasi svenire. Lo sentì sulla sua pelle, lo sentì corrergli dentro fin le ferite facendo ribollire il sangue, scariche di elettricità pura attraversarlo a gran velocità mostrando solo il bianco.
Le ustioni iniziarono a sanguinare…non così tanto come lui.
La ferita era grave. Gli aveva trapassato lo stomaco e non sarebbe sopravissuto a lungo senza una cura immediata. E forse…forse aveva accelerato l’irrimediabile. Forse era già troppo tardi.
Si sforzò ancora di più e il sudore colò dal mento. Gocce a ticchettare sulla terra, il respiro corto…

« Dopo tutto quel parlare…non mi concedi nemmeno una morte onorevole? Guardati attorno. I miei uomini sono morti. Avete vinto, e quelle bestie immonde torneranno a sterminare innocenti. Innocenti come il mio vilaggio…il mio clan…»

Una tosse sconvolse quel corpo. Sangue macchiò le sue labbra. Si piegò in avanti.
Doveva lasciarlo morire?
Si girò di scatto verso il fratello.

«Tuo fratello sta male! Vuoi lasciarlo morire e dare importanza a quella scimmia?!»

Son Goku aveva aspettato duemila anni, incatenato in una prigione da cui si era liberato salvo poi ricaderci subito dopo.
Non era importante ora. Non lo era mai stato in fondo.
Era proprio quella boria ad aver causato tutto questo e la stupidità dell’uomo. Un bel connubbio…
Ma a dirla tutta…lui era esente da quel sentimento chiamato vendetta? Poteva giudicarlo?
E se i Bijuu avessero distrutto il Santuario? Se Shitsuki morisse per mano di qualcuno?
Lui sarebbe stato un Buddha?



NO




Ma i suoi propositi lo avevano accecato...forse anche il fratello. Due uomini uniti dal sangue ma allo stesso tempo così distanti dato dalle loro scelte.
Si piegò verso Ranmaru. Non sarebbe morto qui. Voleva battersi ancora con lui. Ma non così, non ora, e non in quella latrina di posto.
Ma sotto il sole con le loro katane a danzare e solo allora avrebbe saggiato la quintessenza della sua tecnica.
Fino ad allora avrebbe fatto di tutto per tenerlo in vita.
Perché…

«I valorosi non muoiono… » nemmeno gli incapaci, ad essere sinceri. «Mi ucciderai dopo. Finirai quello che hai iniziato ma ora non mollare.
Non ti lascerò morire qui! Quindi zitto!»


Era un azzardo ma aveva bisogno di aiuto e guardò suo fratello. Non aveva forze per poterlo aiutare e forse aiutarlo significava svenire. Non era il Nano…non lo sarebbe mai stato e quindi aveva bisogno d’aiuto.
Era così stupido da veder suo fratello scivolare nello Yomotsu Hirasaka senza far nulla?
Era davvero più importante quella scimmia con il dono della parola?
La sua anima era davvero una pattumiera e al posto del cuore aveva una fogna?

 
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view post Posted on 31/7/2018, 00:30
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Mhh... mhhhh..

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*Fallimento.
Non ci sarebbe stata nessuna catarsi questa volta, nessuna vittoria sulla quale costruire speranze per sé ed altri. La lama attraversò il lampo, solo quello, troppo lenta e incerta per trovare altro che non fosse la luce. Il brivido che l'aveva scosso nemmeno cinque minuti prima tornò a corrergli sulla pelle, bruciante ed istantaneo, una frustata sul cuore che lo raggiunse millenni prima della consapevolezza. Fu rotolando a terra, preda del proprio impeto, che Hideyoshi seppe di aver fallito. Il sapore dell'erba, della terra e del sangue gli riempì la bocca, il dolore della propria debolezza, di un disonore non suo gli invase la mente, e stremato, in un tentativo immediato di rialzarsi, il Cantore di Lame si accasciò definitivamente al suolo. Ogni centimetro del corpo era un dolore lancinante, ma nessuno quanto il sapere di essere sempre Hideyoshi, il fragile Hideyoshi, che poteva iniziare un lavoro... ma non finirlo.*


(Lasciami stare... non posso fare di più... non posso... ho fatto...)

*Ho fatto del mio meglio, Otomika. Ho fatto quello che potevo, Kokage-sama. Non se lo disse, non se lo volle dire. Non era abbastanza, ed anche il chakra dello Spettro d'Argento non gli fosse fluito in corpo con l'impeto di diecimila valanghe, il giovane avrebbe sofferto del ricordo, dell'auspicio. Doveva essere forte, doveva poter uccidere anche il nemico più terribile. Ne andava del futuro del Suono. Anche se chi lo vessava gli aveva imposto quella croce, gli aveva imposto quel potere nefasto, Hide sentì di averne tradito la memoria. Era questa la natura della sua maledizione, il ceppo della sua schiavitù, la natura di un nindo disconosciuto in ogni momento di lucidità... ma affrontato ad ogni agonizzante sconfitta, come il peggiore degli avversari, pronto a calciarlo nella milza una volta inerte al suolo.
Quando Kuro lo raggiunse, il Cantore era sul punto di perdere i sensi. Il Segno lo stava annientando, e benché quel luogo paresse lontano dall'Oblio, immune alla sua inevitabile trazione, Hideyoshi non poté trovarvi alcuna consolazione. Nessuna fuga dalla sua sofferenza: si arrese alla propria incapacità, ora come innumerevoli volte prima, mentre altri vicino a lui lo sosteneva, lo sostituiva, finiva l'opera.*


"Mi... mi spiace, mi spiace Keii-K... Kuro-san."

*Occhi a mezz'asta e sguardo sfocato, lentamente il Kokage regredì al Primo Stadio. Privato della massa muscolare garantitagli dal Vuoto, nudo ed ustionato, apparve agli occhi dell'amico ancor più fragile e malato di quanto normalmente non fosse. Nessuna maschera di autorità o dignità questa volta, nessun lieto fine... almeno agli occhi del ragazzo, che pure poteva rendersi bene conto del successo complessivo raggiunto dal gruppo.
In un bagliore azzurro la barriera cedeva, le forze avversarie erano sconfitte, Ranmaru era prigioniero e Son Goku si rivolgeva finalmente ai quattro prodi. Era stato il suo contributo così insignificante? Si meritava questo livello di contrizione? Come sempre, Hideyoshi non arrivò a chiederselo, non arrivò a considerare i propri meriti per quello che erano, scevri di un impossibile regolo con cui misurarli.
Ma non era finita, non poteva lasciare che finisse: anche così, anche schiacciato dall'insostenibile peso di quello che era, avrebbe dovuto sapere. Udita la voce del Quattro Code, udite le parole del guerriero dai capelli bianchi, il Cantore sentì riaccendersi una scintilla fatta di dovere, di dignità, di vita. Qualcosa, qualsiasi cosa, per non lasciarsi andare.*


(Non mollare. Non mollare.)

"Aiutami... Kuro-san. Aiutami."

*Disse, debolmente, mentre con un braccio tirava sulle vesti dello Spadaccino per fargli intuire di volersi mettere in piedi. Il solo spostamento gli avrebbe provocato un terribile capogiro, ma una volta in posizione eretta, una volta visto con i propri occhi cosa stava accadendo, Hideyoshi dovette costringersi ad avanzare, a rimanere cosciente. Ogni passo gli avrebbe fatto accapponare la pelle, ma lentamente si avvicinarono a Shintou e Sasaki, che incredibilmente, nonostante le sue condizioni terrificanti, rimaneva in piedi, lo sguardo rivolto in avanti. Vederlo a quel modo, sentire la necessità del sostegno di Kuro, lo fece sentire ancor più insignificante.
Ma c'era di più. Qualcosa in lui pativa per il guerriero rosso, ad un livello che Hideyoshi, debole e battuto, non poteva spiegarsi. Era ammirazione? Era compassione? Tra loro non c'era stato alcun tipo di rapporto, oltre quello imposto dal pericolo e dalla necessità, anzi: i sentimenti del Kokage erano stati diffidenza, quasi ostilità, specie al sentire l'energumeno parlare del Segno Maledetto con tanta familiarità... e allora cosa gli prendeva? Perché si stava avvicinando? Perché protendeva una mano verso la sua spalla?*


"Io... io sono..."

*Volle rispondere al demone, ma corpo e mente andavano già in due direzioni ben diverse. Anche al rischio di cadere, di trascinare Kuro con sé, Hideyoshi si lasciò andare verso il ninja dai capelli rossi. Una follia, il gesto mosso da una mano che solo ora poteva prendere il controllo.
Quando le dita entrarono in contatto con la pelle del Kraken, sanguinante e martoriata, nessun tipo di debolezza avrebbe potuto frenare il Segno dal riattivarsi, dall'esplodere in un'aura dorata.*


Ascesa



*Il chakra del Rosso sarebbe fluito entro e fuori di lui, investendo Kuro e Sasaki con una folata guaritrice. Non una panacea, né un ristoro significativo, ma chi gli era intorno avrebbe sentito le proprie ferite meno tassanti, le proprie fatiche meno terribili. Anche solo per un istante. Hideyoshi la sentì attraversarlo come un vento caldo, non tempestoso, ma pieno, quasi soffocante tanto era debole il suo respiro. Eppure non avrebbe lasciato che svenisse, che abbandonasse ad altri un compito tanto importante. Lo tenne in piedi, ricostituendo corpo e coscienza per quanto gli era possibile, ed altrettanto facendo per quel che rimaneva di Snake Purple.
Benché del corpo fragile e spoglio del Cantore non fosse fatto comunque mistero, i suoi occhi avevano ritrovato lucidità. La sua voce tono.*


"SONO HIDEYOSHI, ROKUDAIME KOKAGE!"
 
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view post Posted on 31/7/2018, 12:38
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RESISTETE!



L’urlo quasi straziante di Ranmaru riempiva l’aria, espandendosi e diramandosi in maniera sempre più celere, fino a terminare in uno sconfinato silenzio, carico di mille significati.
Il Lampo Azzurro stava vedendo la sua fine sempre più tangibile, tutti i suoi sforzi vanificati, tutti i suoi uomini privi di vita sul terreno. Un uomo ormai distrutto, in un urlo ricco di mille significati, ricco di rabbia e carico di tristezza. Era così vicino al raggiungimento del suo obiettivo, che vederlo distrutto in una manciata di attimi, l’aveva reso ancor più travolgente. 
Kuro comprendeva tutto questo. Riviveva la sua infanzia a Kiri, la sua voglia di rimanere li, nonostante la sua indole per niente aggressiva e sempre pacata, il pensare di essere quasi riuscito a convincere chiunque.. chiunque, tranne il Kage. Quindi si rivedeva esiliato, cacciato dalla sua terra e costretto a non potervi fare più ritorno. L’incontro don Hideyoshi, lo stesso che ormai era quasi diventato irriconoscibile ai suoi occhi, che aveva sempre più bisogno del suo ausilio.

Il silenzio dopo l’urlo, però, sembrò ancor più rumoroso. Servì per riportare Kuro con la mente a quel combattimento, ed alla devastante tecnica che Sasaki aveva utilizzato per terminare quell’attacco combinato. Si, poiché sembrava quasi che né i segugi evocati né le tante copie del ninja dalla spada pelosa servirono a qualcosa. Un mare di tentacoli avvolgeva la gabbia, stringendola sempre con più forza, debilitando però il corpo e l’animo dell’utilizzatore di quella tecnica.


(Quelle catene, mi ricordano molto il mio modo di manipolare Shinso. Una tecnica molto meno raffinata, ma estremamente potente.)


Il corpo del Lampo Azzurro sembrava quasi dilaniato, ricoperto di sangue e privo di ogni tipo di forza. Si palesò nuovamente davanti a loro, crollando in ginocchio. Nei suoi occhi, lo specchio delle emozioni trapelate da quell’urlo. Era arrabbiato, desolato, abbattuto, triste.
Ma la cosa che più stupì lo spadaccino di Oto, non fu affatto la sua reazione, ma quella di Shintou.
Si avvicinò al rivale.
Provò perfino a toccarlo, a raggiungerlo con la sua mani, ricevendo una evidente sofferenza.


(Quella barriera elettrica non cessa di esistere nonostante le sue condizioni. Se non fossimo stati in quattro, probabilmente non avremmo avuto la meglio su di lui. È stato mostruoso.)


La voglia di rivincita personale che sembrava avvolgere Shintou, non sfiorava neanche la mente di Kuro, ma non metteva certo in cattiva luce il Samurai agli occhi dello spadaccino di Oto. Bisognava ammetterlo, un giovane armato di così tanta forza di volontà, dopo tutto quel combattimento, era solamente da ammirare e da non giudicare.

Ma anche quel dialogo passò in secondo piano.
Tutto passò in secondo piano, quando lo sguardo di Kuro e quello di Hideyoshi si andarono ad incontrare. La sofferenza nei suoi occhi rispecchiava la sofferenza del suo corpo.
Rapidamente Kuro si avvicinò all’amico, avvertendone proprio il bisogno di essere aiutato, di essere sorretto. Si aggrappò alle sue vesti, quasi totalmente nudo, ancor più pallido del solito.


- Sei orrendo, dovresti considerare un periodo di pausa dai combattimenti, o per lo meno dovresti pensare prima di buttarti come un cane da guardia.

Cercò di ironizzare quanto più possibile, ormai lo faceva spesso. Sapeva benissimo che la condizione di Hide peggiorava giorno dopo giorno, quel Sigillo era passato dal donargli la vita, al togliergliela in maniera fin troppo rapida. Camminarono per qualche passo, facendo guidare la direzione al compagno, che, stranamente, aveva deciso di avvicinarsi a Sasaki. In mezzo secondo però si accorso di non avere più presa sul Kage, che si era lasciando andare completamente ed a peso morto sul bestione.
Non appena toccò il suo corpo, qualcosa si sprigionò dal corpo di Hideyoshi, un alone avvolse anche Kuro, che si sentì leggermente rinvigorito. Il colorito del Kage riprese un po’ di colore, ma non riusciva a capire come fosse stato possibile.


(Un altro sentieroo? Non smetti di stupirmi.)

In tutto questo, Kuro aveva quasi del tutto ignorato il fatto che quell’enorme bestia era stata liberata, le sue catene spezzate, ed il suo corpo ora su due piedi di fronte a loro. Non sembrava aver dato neanche l’ombra di gratitudine, anzi, si era soffermato a chiamarli pulci.

- Anche le pulci hanno la tosse, alle volte.
 
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view post Posted on 31/7/2018, 14:30
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Artificial Flower's Lullaby

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Son Goku ansimava lentamente tra le zanne strette. Il suo pelo era annerito, come bruciato, nei punti dove le catene lo avevano stretto (collo, zampe, addome, alcune code) e gli occhi privi di pupilla si aggiravano feroci sull'ambiente circostante.

Sasaki attendeva una risposta. Il suo lungo discorso di prima era stato udito? Compreso? Il guerriero dai capelli rossi, tinti ulteriormente dal sangue che gli scorreva dalle tante ferite, sentì su di sé lo sguardo penetrante del Bijuu.

«Intanto, mi riprendo quel che è mio.»

Il tono era quello che normalmente, nelle frasi degli umani, era seguito da un formale "Se non ti dispiace". Ma il Bijuu, reso livido di rabbia dall'umiliazione delle catene, non aveva evidentemente tempo e voglia nemmeno per quelle formalità.
Tese la mano verso Sasaki. Il corpo già provato del ragazzo ebbe uno spasmo. Per un attimo gli mancò il respiro, ma non fu doloroso. Sia da lui che da Gorilla's Red si levarono fumi verde chiaro, aloni tenui che ricordavano il fumo di qualcosa che evapora.
Le energie già provate del nukenin diminuirono ulteriormente: sarebbe stato difficile per lui restare in piedi senza l'appoggio di qualcuno.

«E riguardo a quello che hai detto prima...»
La sua voce era profonda come il cratere di un vulcano, ed egualmente calda.
«Certo che mi ricordo di te, Sasaki Keigo. E di quanto parli. Così come mi ricordo della prigionia, di voi milioni di formiche che in qualche modo riuscite sempre a inventarvi un trucco per intrappolarci... Senza ricordarvi che presto o tardi noi usciamo. Sempre.»

Ritrasse il braccio, e il chakra demoniaco che permeava il corpo di Sasaki volò a lui come risucchiato di colpo. Allora il pelo del Demone tornò morbido e lucente, la sua figura sembrò ergersi più possente ancora. L'energia "rubata" al nukenin era tornata al legittimo proprietario, rinvigorendolo.

«Oh, non fraintendetemi. Vi sono grato per avermi liberato. Per questo non vi ucciderò qui e ora.»

Inspirò lentamente e si abbassò portando le zampe anteriori a toccare terra con le nocche, a imitazione dello scimmione da cui prendeva il nome.

«Non tutti, almeno.»

Intanto, Ranmaru continuava a rifiutare le cure di Shintou. Il suo volto contratto dal dolore si era arricchito di una tetra consapevolezza: il rispetto che gli stava dimostrando il Jashinista non era pietà o commiserazione. Era l'onore che si riserva a chi ha combattuto bene, ma ha finito per ritrovarsi in fondo alla collina.

«Lascia... Stare.»

Ansimò e tossì, e un altro rivolo di sangue gli uscì dalla bocca. Suo fratello, che ancora stazionava in piedi mettendosi fra Son Goku e i due a terra, si voltò appena quando sentì Shintou rivolgersi a lui. Ma lo guardò e non disse nulla, con gli occhi assottigliati e cupi di chi non è decisamente in pace con se stesso.

La scelta di Hideyoshi di avvalersi dell'aiuto di Kuro per donare un po' di sollievo ai compagni fu probabilmente fondamentale per impedire a Shintou e Sasaki di svenire. Il primo, per la sua tremenda ostinazione. Il secondo, per la sfortunata combinazione di tempistiche.

«Son Goku! Possente signore, io ti imploro!»

Saburo aveva riposto le armi e si stava inginocchiando di fronte al demone. I suoi uomini, dopo una breve esitazione, accorsero vicino a lui, alle sue spalle, inginocchiandosi a loro volta con la fronte a terra.

«Perdonaci se non siamo riusciti ad impedire la tua prigionia! Ma siamo riusciti a liberartene! Trattieni la tua ira, o sommo!»

Era nervoso, si vedeva. Manteneva un tono apparentemente sicuro di sé, ossequioso ma non viscido, e gli occhi fissi sulla creatura di chakra acquattata di fronte a lui. Ma chiunque avrebbe potuto vedere che a differenza dei suoi uomini, persi nell'estasi timorosa di quello che per loro era un Dio, Saburo aveva ben chiaro che la loro vita era appesa al filo dei capricci di Son Goku.

«Mi chiedi di trattenere la mia ira? Quindi sai di aver sbagliato. Così come sai che quella vecchia esaltata che avete come capo ha sempre cercato di portarci dalla sua parte per usare il nostro potere. Come tutti voi sempre fate.»

«No! Non... Manpeiko-sama e tutti noi desideriamo solo che...»

L'appello nervoso di Saburo venne interrotto dalla risata di suo fratello. Flebile, soffiata, un dolore a sentirsi e ancor di più a farsi.

«Te l'avevo detto, fratellino... Vedi? Lo capisci, ora? Mostri del genere... Non possono convivere con noi.»

Inginocchiato a terra, ancora aveva le forze per parlare e tenere lontano Shintou. Il samurai infernale non riuscì a toccarlo, e quello scontro di ostinazioni non poteva durare a lungo.
Infatti non lo fece.

«Ti sbagli, folle umano. Siete voi...»

Tra le sue fauci spalancate apparve una piccola sfera nera, che mandava lampi bianchi.

«...Che non potete convivere con noi.»

La sfera crebbe di diametro nel giro di un istante. Saburo urlò. Ranmaru, invece, facendo appello a tutte le sue ultime forze, distese il palmo verso Shintou proiettando il Jashinista indietro di una decina di metri. Un colpo allo stomaco, fulmineo in tutti i sensi, che fece male ma gli salvò la vita.

Perché la grande sfera nera di pura energia saettò dalla bocca di Son Goku, e travolse in un istante quel che rimaneva di Taisei e Kyo Dan.
Fu un'esplosione che scaraventò indietro i quattro shinobi, i quali si ritrovarono gambe all'aria a volare sull'erba, spinti dall'immensa forza del Quattro Code e della sua furia vendicativa.
L'erba attutì in parte la caduta, e quando si rialzarono non c'era più nulla. Solo un cratere di una decina di metri di diametro, e il ricordo delle vite che vi erano sopra.

«Bene. Fatto questo...»

Son Goku si rialzò, posando gli occhi sui sopravvissuti. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi alzò gli occhi di scatto.
Tutto iniziò a tremare, come scosso da un violento terremoto. La montagna a cui era legato il Demone, le siepi illimitate, l'erba su cui poggiavano i piedi.
Al fragore del mondo in vibrazione, si aggiunse la profonda risata del Quattro Code.

«AHAHAHAH! Finalmente, appena in tempo direi! Ce ne andiamo, pulci!»

Aprì le braccia, con evidente soddisfazione. Le stand degli shinobi, invece, erano decisamente tese... E a ben vedere, perché furono le prime a scomparire.
Svanirono in un'esplosione di infiniti cristalli di chakra, impalpabili e sottili, dello stesso colore che le aveva caratterizzate: rosso, azzurro, viola e nero.
A sparire poi fu il turno di Son Goku. In attesa di qualcosa di bello, lo scimmione restava a braccia aperte e muso al cielo, mentre il suo corpo si scomponeva rapidamente.
Poi fu il turno degli esseri umani.
Non fece male, anzi, fu quasi liberatorio. Più il loro corpo scompariva, meno il dolore che li attanagliava si faceva presente. Iniziarono dalle mani, le gambe, poi via via si scomposero tutti, come petali soffiati dal vento.

E fu il nulla.


CITAZIONE
Signori, questo è quanto.
Vi lascerò una valutazione più approfondita nel prossimo post, che purtroppo vi arriverà a metà agosto. Voi siete in ogni caso liberi di postare nel post centrale il vostro risveglio, dopo aver concluso qua e postato le vostre valutazioni.
Come avverrà? È presto detto: dopo esservi scomposti, avrete un momento di visione dall'alto di Fukagizu. Non vedrete l'esplosione descritta nel post centrale, ma vi renderete conto di essere in alto, parte di quella pioggia di anime. Verrete istintivamente attratti verso il vostro corpo, che è rimasto intatto dove l'avevate "lasciato". Vedrete che ci sono tutti, (pg giocanti, Kage, Taisei, Kyo Dan) ma logicamente non potrete interagirvi subito. Prima dovrete giocarvi il risveglio, che sarà discretamente traumatico, come un passaggio da un bagno molto caldo a uno gelido.
Per quanto riguarda le ferite che tre su quattro di voi si sono presi: il vostro corpo è intatto, ma tornandoci rimarrà la profonda stanchezza che le vostre anime hanno subito. Il ricordo del dolore sarà drammaticamente reale, ma dopo qualche momento di riassestamento potrete rialzarvi e agire come preferite.

Ora dovrete postare qua la conclusione e le vostre valutazioni, poi in topic centrale il risveglio.

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view post Posted on 5/8/2018, 11:26
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F
u una vera e propria delusione.

Non si aspettava di certo ringraziamenti o chi sa cosa, non aveva mai dato per scontato che effettivamente Son Goku fosse allineato con quello che era il nindo dei Primati, checché lui ne fosse stato il padre cofondatore assieme a Sun Wukong. Ma quello che esce dalla sua bocca, oltre al raggio di energia che vaporizzò tutto quanto, gli fa bollire il sangue.

Non sente neppure le sue energie tornare grazie all'aiuto di Hideyoshi. Anche se percepisce il chakra del sensei, in quel preciso istante la sua mente è troppo densa di rabbia. Negli ultimi mesi, aveva passato di tutto, dalla ricerca matta e disperatissima di Misato e Honami, alla febbre più rovente, all'energia possente di Son Goku che lo disintegrava, i giorni di allenamento per usare quell'energia a suo vantaggio che ora gli veniva pure tolta, lo scontro col Kyo Dan, col Taisei, le minacce varie e la fine del mondo pendente sopra la sua testa...tutto questo solo per avere una possibilità di evitare che tutto questo accadesse ed ora eccolo lì, offeso e deriso da Son Goku mentre il mondo si scompone ai suoi piedi.

Osserva impietrito mentre Gorilla's Red esplode in mille pezzi, così come ogni altra manifestazione di energia della volontà guerriera dei suoi bizzarri compagni. Sente la sensazione di un uncino agganciargli le viscere, sente il suo corpo venire strattonato e, pian pian, inizia a disintegrarsi. Solo un unico sguardo di ferocia in direzione di Son Goku. Un ultimo, possente ruggito con le ultime energie che gli rimangono.


”Bastardo senza onore!”





E poi il nulla scintillante si apre ai suoi occhi mentre, come lacrime nella pioggia, ripiomba nel suo corpo.





Edit: valutazioni

Tempistica 9
Non certo per colpa tua, ma la settimana é stata sforata qualche volta, quindi non sarebbe giusto darti 10

Coinvolgimento personale 4
Come anticipato in privata sede, i risvolti di fine missione mi hanno lasciato un amaro in bocca che quasi mi invoglia a droppare il gdr. Ho apprezzato le rule of cool e le jojo reference, peró lo svolgersi degli eventi e il nodo in cui è finita non mi sono piaciuti purtroppo.

Edited by Memphos - 11/8/2018, 12:19
 
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view post Posted on 11/8/2018, 19:46
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Mhh... mhhhh..

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*Era finita; il grido gli era costato ogni briciolo di energia residua, e la sua eco, o il vuoto che si era lasciata dietro, ancora gli animavano il petto quando Son Goku decise di mettere un punto alla loro disgraziata vicenda. Anzitutto allungò una mano verso Sasaki, traendone con violenza la stessa fiamma verde che il giovane aveva impiegato per liberarlo. La trazione fu forte, abbastanza forte da influenzare anche Hideyoshi che, ancora in contatto con Sasaki, avvertì un'impressionante vertigine e fu costretto a lasciarsi cadere.
Nessuna gratitudine, nessun aiuto. Il Quattro Code avrebbe risposto ai loro appelli minacciando morte e distruzione, esattamente come il Sette Code, suscitando nello stremato Hideyoshi un principio della stessa ira che, fino a poco prima, gli aveva consentito una lotta senza quartiere. Ma si sarebbe trattato di una scintilla senza seguito: qualsiasi crudeltà lo avesse animato, qualsiasi forza avesse posseduto, era ora spenta ed esaurita. Di nuovo trappola del proprio guscio fragile e debole, allo spirito del Kokage non rimaneva che tormentarsi, inerte.*


(Non è servito... a niente. Niente. Arrivare fin qui, morire là fuori, tentare...)

*Tentare... cosa? Di raggiungere un compromesso? Parlare? Combattere? Si era trattenuto dal frustrare il tentativo di Sasaki ad un esito pacifico, si era rimesso alla sua volontà, ma la speranza era sempre stata a zero, tanto nei confronti dei fanatici quanto, a maggior ragione, del demone. Nemmeno l'incombere della loro dipartita poteva dargli qualche sollievo; le suppliche di Saburo, la rassegnazione di Ranmaru, lo zelo degli accoliti del Kyo Dan e la disperazione del Taisei sarebbero stati spazzati via in un battito di ciglia. Come non fossero mai esistiti.
Non c'era più spazio per nulla, non c'era mai stato spazio per nulla. Erano formiche, tutti quanti. I loro sentimenti, le loro lotte, le loro speranze... polvere. Per quanto il Cantore li avesse voluti morti, tutti quanti, per quanto una parte di lui sentisse selvaggio quel senso di malata giustizia appagarsi, saperli condannati non poté non suscitare qualcosa in lui. No, non pietà, non compassione... ma consapevolezza, il terribile dono fatto a chi è risparmiato.
In quello spaventoso atto di forza, nello scomparire noncurante di decine e decine di vite, Hide rivide il proprio percorso come shinobi. Non una produzione consapevole, ma un flusso di coscienza, un sentimento inevitabile: si era scagliato l'intera giovinezza contro chi, uomo come lui, dotato di enormi capacità, aveva scelto di sacrificare innumerevoli vite per il raggiungimento di un obiettivo ulteriore. Non importava realmente quale. A Ki, in un momento in cui aveva avuto la presunzione di ritenersi consapevole, aveva rinfacciato questo ed altro... ma la nomina a Kage lo aveva cambiato, reso accondiscendente di fronte alla crudeltà del mondo, ora vista più e più non come un carnefice distante, ma come un esattore senza scrupoli, a cui necessariamente pagare pegno... per un bene ulteriore, impossibile da salvaguardare senza abbassarsi ad essere uomo del suo tempo. Aveva dovuto accettare questo dato di fatto già prima dell'attacco al Suono, giurandosi di accrescere il proprio potere, di diventare forte abbastanza da non dover più strisciare, anche da Kage... fino a quel momento.
Nel vedere la bocca del demone spalancarsi, nel vedere la sfera annientare quelle persone, Hideyoshi seppe che tale momento non sarebbe mai arrivato.*


(Anche se fossero come noi... anche se fossero ben più pacifiche, caritatevoli... saremmo sempre alla loro mercé. Un'incomprensione, una disobbedienza... e questo è il nostro destino.)

*"Forze della natura" aveva detto Sasaki. Di minuscola statura, ma milioni, evoluti, uniti sotto un unico vessillo.
Quale spaventosa perdita poteva aver provocato, millenni prima, una simile unione d'intenti? In quale tempo ciò era possibile? A quale prezzo? Ed ora che la loro liberazione era a portata di mano, potevano davvero imprigionarli nuovamente?
Sarebbe accaduto, sarebbe dovuto accadere. L'esperienza insegnava al giovane Kokage che uno scontro rimaneva inevitabile, con creature simili in libertà.
Mentre il grido di Sasaki dava sfogo a sentimenti che il corpo non poteva più esprimere, mentre la loro essenza si involava, Hideyoshi sperò soltanto che tale scontro giungesse il più distante possibile nel tempo; in un futuro in cui le sue promesse, oltre che a parole, avrebbero potuto servirsi di capacità ineguagliabili. Pur incapace di credervi, di credere in sé stesso, il giovane fece quello in cui era sempre stato maestro: illudersi.*


GDROFF///Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaand cut!

Valutescions

Tempistiche: lol. 10.

Coinvolgimento: una missione(chiamiamola così) in cui il mio personaggio fosse tanto fuori luogo non penso di averla mai affrontata. Mai come qui ho sperato di essere un genin senza macchia, capace di adattarsi ad ogni situazione senza richiedere analisi approfondita e mille giustificazioni... ma Hide non è un genin, e io non sono uno psichiatra, perciò spero di aver fatto un lavoro decente nel trasporre quelli che sono i sentimenti e le (molte) turbe di un jonin complessato e pieno di vicende sul groppone. Detto ciò, mi rendo conto che larghissima parte di tale spiazzamento era inevitabile: l'evento è, per sua stessa natura, trasversale nella maniera in cui interessa i personaggi coinvolti e impone limiti strutturali ai master, che per forza di cose non possono fare un lavoro di fino nel coinvolgere i giocatori. Con questa questione mi sono scontrato in malo modo in passato, da master e da giocatore, per cui non avevo speranze astronomiche per la presente role. Dei quattro ninja coinvolti, tre sono entrati in uno stato di inconsapevolezza semi totale, mentre uno aveva a mala pena idea di chi avesse contro. Naturalmente questo ha posto Sasaki(nonostante la sfiducia patologica di tutti) in carica fin dall'inizio, cosa che gli è comunque servita a ben poco alla fine della fiera, anzi, e tutti gli altri al seguito nel tentativo di capirci qualcosa e non crepare. O almeno, Hideyoshi rientra perfettamente nella seconda categoria.
Stante questo muro insormontabile, ho deciso di giocare la carta "Otomika Black Snake powa, mi incazzo e basta", approfondendo il dramma di Hideyoshi di fronte alla devastazione del Suono e della propria impotenza nei confronti di eventi mastodontici. Una retorica che, per quanto interessante e capace di prestarsi allo scontro, non può non stancare. Mi sono perciò distanziato via via, involontariamente, dalla ruolata, cercando sempre di dare il massimo, di sviscerare quanto mi ero prestabilito, ma con sempre minor ispirazione fino all'ultimo post(che mi ha regalato qualcosa di interessante su cui lavorare, pro futuro). Perciò eccoci qua.
Non ne faccio una colpa particolare al master, per via di quello che ho detto sopra, ma se avessi potuto dare un consiglio in trama avrei probabilmente spinto per una maggior umanizzazione della minaccia. Son Goku si è presentato, a tre dei quattro(Sasaki aveva un briciolo di insight in più, almeno sulle fazioni coinvolte e sul demone interessato), non diverso da come era fuori: una bestia, distante e selvaggia, impossibile da avvicinare. Nel momento in cui si libera, la role finisce, e quindi alla fin fine ai personaggi non rimane nient'altro che un gran menare le mani(per carità, non guasta mai). Idem, ma questo vale più per Kuro ed Hideyoshi, si dica per Taisei e Kyo Dan, visti sempre come fanatici in lotta tra loro senza un vero esito(non che di fatto siano molto di più, complessivamente presi, ma le devianze di singoli esponenti aiutano sempre). Per cui, se Son Goku/le due fazioni/solo Saburo e Ranmaru avessero, per assurdo, deciso fin dall'inizio di allearsi con i quattro ninja, forse si sarebbe riusciti a creare qualcosa oltre il mero scontro(che qui, nonostante Hideyoshi, due su quattro personaggi hanno attivamente provato ad evitare).
Oltre questo non mi sento di dire, per via dei forti limiti presenti e per via, comunque, della considerevole libertà di scelta lasciataci, almeno in fase pre scontro. 7.///GDRON
 
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view post Posted on 13/8/2018, 18:46
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Si ci credeva.
Credeva a quello che stava dicendo. Anche adesso con i fatti ormai sul tavolo, inconfutabili, irremovibili. Ci credeva, si era convinto – ingannandosi – che il miracolo potesse farlo. Una stronzata bella e buona.
Una filastrocca, una fiaba che non aveva motivo d’essere in questa faccenda perché il lieto fine non sarebbe arrivato.
Fine di certo, ma in che modo?
La verità era che si era imbarcato in una faccenda che fin dall’inizio gli aggradava poco. Ma che in fondo era suo dovere compiere. O forse erano state solo le circostanze a imporre tale scelta. L’equilibrio avrebbe infine prevalso; la Legge sarebbe stata preservata, la sua missione infine conclusa.
Ma poteva essere tutto qui?
Si.
Era tutto qui. Kyo Dan e Taisei morivano in questo giorno, idealismi e fanatismi con loro, su tombe dimenticate sarebbe cresciuta l'erba. Il ciclo che da sempre reggeva tutto questo: sulle tombe di altri si reggevano nuove realtà, nuovi mondi così diversi da quelli prima ma anche così uguali.
Il colpo arrivò inaspettato. Anche quando lo si sapeva. Anche quando ci si preparava era sempre inaspettato. troppo forte, troppo imprevedibile, troppo veloce, troppo repentino...TROPPO. Con una forza che non doveva esserci.
La Bestia fece la Bestia. Nessun cervello, nessuna anima – lamentarsi di essere trattata come tale e poi mostrarsi in quella stessa maniera…quale contraddizione d’animo – la morte, impietosa, scese reclamando il suo bottino d’anime che afferrò con cupidigia senza versare lacrime o dargli attenzione.
La Morte in questo era Neutra; e neutra restava nel reclamare anime.
Ma per chi restava non poteva non domandarsi se tutto fosse stato tentato e se non poteva andare diversamente.
Si era detto tutto? Si era fatto tutto?
Per tutto questo tempo si era mischiato a loro, combattuto, e la sua mano ancora tremava per la forza con cui strinse la sua katana eppure ora, vedendo quella sfera, chiudendo gli occhi e alzando un braccio per ripararsi da qualcosa che non poteva avere riparo, provò pietà.
E si scoprì più umano che Jashinista.
Più mortale che Triangolo.
E capì come il suo essere dovesse essere lontano da questi scenari e avviarsi per sentieri invisibili che solo i suoi occhi potevano vedere.
Son Goku avrebbe pagato per i suoi errori? Perché questo non fu nient’altro che la Gioia di un Demone in un Gioco da uomini mortali e stupidi.
La colpa era della Bestia?
La colpa era quella di Shintou, forse, che non aveva fatto nulla o poco per cambiare quello che l’Inferno aveva già scritto sul Libro dei Morti?
Di certo restava solo un patetico uomo. Nulla di più.
Ma non riuscì a trattenere la sua rabbia e disappunto per tutto questo. Vuoi per il suo essere guerriero, vuoi perché nemmeno un pugno aveva dato a quella bestia.
Un pugno su quel muso da scimmia col dono della parola e un potere troppo grande; poche e nessuna responsabilità nel gestirlo.
Ed era questo lo sbaglio che fu il principio e il cardine di una guerra insulsa dove nessuno vinceva.
E mentre il suo corpo svaniva, mentre il byakko che lo aveva accompagnato fino a questo momento, con un ultimo sguardo di commiato, scomparve anch’egli alla vista di Shintou che già vedeva un mondo fin troppo conosciuto, si trovò a tremare come poche volte gli era successo in quel torno di tempo da immortale.
La voce di Sasaki fece da chiusa esprimendo un pensiero che trovava in Shintou facile terreno dove attecchire...ma rimase solo una voce, in un tempo che si faceva già passato e che da qui a mille anni sarebbe stato un ricordo sbiadito se non dimentico tra milioni di altri.
Stava tornando. Shitsuki da qualche parte l’aspettava, così come Hikaru e Kazora..
e allora perché non riusciva a trovare un briciolo di gioia?



f7qUGzt
«La verità è di sicuro che non c'è nessun viaggio. Arriviamo e partiamo allo stesso tempo.»




VALUTAZIONI

TEMPISTICHE 10
Poco da dire insomma. Se ci sono stati ritardi non credo sia dipeso da te quindi apposto così.

COINVOLGIMENTO 6
Non lo sò davvero...in fondo poteva nascere qualcosa di bello o forse no ma finire troncando a metà lascia sempre un pò con la faccia da roma lazio 1-1.
Gli altri hanno detto la loro che rispecchia per la maggior parte il mio pensiero.

Edited by Wrigel - 13/8/2018, 20:44
 
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view post Posted on 13/8/2018, 19:27
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Un viaggio extracorporeo ed extrasensoriale.
La verità era stata svelata finalmente. Quella non era né realtà, né finzione.
Era soltanto la pura materializzazione dei loro spiriti all'interno di quell'enorme statua che aveva preso vita, sbucando dal nulla dalla terra.
Il tutto alleggerì Kuro, che però rimase con l'amato in bocca dopo aver udito le parole dell'enorme mostro che era appena stato liberato.


Quel che "volevo" non era certo un ringraziamento o una riverenza particolare. Ma se non fosse stato per noi, lui sarebbe ancora appeso al muro.
E' mastodontico ed il suo potere sconfinato, ma di certo mi aspettavo un cenno di approvazione verso quattro persone che hanno rischiato la vita per lui.


Come se non bastasse, le sue parole proseguirono con immenso astio verso di due fratelli, il primo era in ginocchio davanti la bestia, implorando perdono, cercando di spiegare che il loro scopo era quello di salvarlo; il fratello, d'altro canto, sbuffò in una risata quasi isterica, indicando al fratello che tutto sommato, non aveva torto nel pensare che vivere con un Bijuu non era affatto una cosa fattibile.

(Sebbene contrastanti, animi diversi possono coesistere e combinarsi, nonostante l'immensa differenza di potenza. Questo è quel che penso.)

E come dimostrazione, non appena terminò il suo pensiero, l'enorme bolla nera che aveva creato lo scimmione davanti a se, esplose in un frastuono imperiale, lanciando per aria i quattro ninja, travolgendo tutto ciò che si parasse dinanzi a lui.
L'erba attutì la caduta, ma quando si rialzò, oltre ad un lieve giramento di testa, Kuro si rese conto dell'enorme cratere che si era creato, e della totale assenza di vite umane in quello che fino a qualche istante fa, era stato un sanguinoso campo di battaglia.

Poi in un baleno, tutto svanì. Il tempo di alzare gli occhi al cielo e tutto iniziò a sgretolarsi, lentamente, fino a non lasciar di loro più nulla. Prima gli spiriti di chakra, poi i loro corpi.
In pochissimi istanti, il nulla.


------------------------------------------------------------------------------------------------------------




VALUTAZIONI:

TEMPISTICA: 10 Ovviamente, non ho altro da aggiungere. Hai postato praticamente 10 minuti dopo ogni nostro post, quindi lawlz.

COINVOLGIMENTO: Sostanzialmente mi accodo a Giammo, ma sarebbe troppo facile non scrivere niente.
Penso che unire quattro utenti "grossi" in una trama di questo tipo, sia difficile ed allo stesso tempo facile.
Difficile perchè sono tutti PG diversi, con trascorsi completamente o quasi opposti. Ma proprio il fatto che questi siano così grossi (e per grosso non intendo fisicamente, altrimenti sarebbe grosso solo il PG di Mem e Kuro, per motivi spiegati in privato n.d.r.) sarebbe potuta venir fuori una cosa abbastanza epica.
Il disappunto è nato solo dal fatto che l'unico PG coinvolto quasi totalmente è Sasaki, mentre noi altri tre abbiamo cercato, chi più e chi meno di creare qualcosa (caratterialmente, vedi Hide, o "strategicamente" vedi Kuro) per poter far parlare di se in un contesto piuttosto estraneo.
A parte questa piccola nota, il resto è andato gran bene, quindi il mio voto è comunque: 8
 
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view post Posted on 14/8/2018, 13:25
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Artificial Flower's Lullaby

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CITAZIONE
Come promesso, ecco le valutazioni.
Premetto scusandomi di nuovo, stavolta ufficialmente, per come la missione è andata; avevo alte speranze, ma tra impegni, confusione mentale mia sulle tempistiche, e necessità varie da portare avanti, non è venuto il risultato sperato. Mi sono probabilmente sopravvalutata perché questo è stato il più grosso impegno da master finora, e come tutte le prime volte, c'è bisogno di un crash test e di poveracci che subiscono.
Passiamo quindi alla mia parte meno preferita: le valutazioni.

Memphos
-Role: 10. Avendo avuto modo di conoscere il tuo pg in passato, ho potuto apprezzarne la coerenza, i tentativi di alleanza necessari e il desiderio di capire e di agire verso un equilibrio, anche laddove non vi era. Si vede che conosci il tuo personaggio e lo sai muovere, e ho gradito le note di colore letterario.
-Scrittura: 9.5, non il voto massimo perché alcuni post sono risultati un po' macchinosi. Scrivi bene e il testo scorre, ma i salti da uno stile all'altro sono per me un po' pesanti, e mi trattengono dal darti il massimo.
-Strategia/Approccio: 10, hai usato tutto quello che avevi e hai sfruttato bene le tue esperienze passate.

Voto medio: 9.8
Ricompense: 10 PM, 50 p.ti Fama, 6000 p.ti exp

Wrigel
-Role: 8.5. Di certo gli impegni Off hanno fatto la loro sporca parte, ma alcuni post sono risultati un po' pressapochisti. Forse non eri coinvolto, forse non avevi voglia di scrivere, ma se per alcuni passaggi Shintou risultava vivo e presente, in altri faceva solo la comparsa. Difficile mantenere un livello alto per tutto il tempo, soprattutto quando si fa qualcosa che non ci piace, ma il dimenticarsi pezzi di descrizione fondamentale per la riuscita dell'azione è qualcosa che non posso trascurare.
-Scrittura: 8.5, stiamo migliorando per quanto riguarda i refusi, ci sono ancora un po' di accenti e apostrofi che saltano.
-Strategia/Approccio: 7. Odio sempre questo parametro perché strategicamente il restare fermo di fronte a un fulmine è una boiata, ma coerentemente ci stava con un personaggio che si considera inabbattibile. Non hai tentato grandi giochi di squadra, e a volte non sono riuscita a capire cos'è che portava Shintou a reagire in certi modi. Ti sei un po' ripreso nella battaglia finale, a riconferma di come tu sia un tank testa dura che ha bisogno di mazzate più che di strategie contro l'edera.

Voto medio: 8
Ricompense: 10 PM, 50 p.ti Fama, 5000* p.ti Exp

*Correzione Get scared: I 6000 punti exp partono dalla media di 8.1, avendo preso 8 il giocatore guadagna 5000 punti esperienza.

Sir Onion
-Role: 10, prima volta che vedo Hide ma ho percepito con chiarezza quanto questo pg abbia patito, vissuto e incamerato in sé durante gli anni. Lo conosci bene, in ogni sua sfumatura e cambiamento, e per quanto non possa dire di comprendere i suoi ragionamenti appieno (mi manca troppo bg che sarebbe impossibile da recuperare del tutto) l'ho trovato sempre "al suo posto", persino nei momenti di delirio, fatica, abbattimento o esaltazione.
-Scrittura: 10, ammetto di preferire quando usi Nan perché sei più incline all'ironia anche nel testo, ma condono alcuni microerrori di battitura sparsi in favore di un testo eccellente
-Strategia/Approccio: 8, devo levarti due punti perché okay l'esaltazione, ma ti sei lanciato contro un fulmine di testa. E non avendo percepito intenti suicidi reali, non posso considerarla una genialata.

Voto medio: 9.3
Ricompense: 10 PM, 50 p.ti Fama, 6000 p.ti Exp

Kuro
-Role: 8.5. Come per Wrigel, anche tu hai avuto dei momenti di "assenza", sicuramente non aiutati dal fatto che ti si sballava il pc, che eri via, che dovevi recuperare ritardi eccetera. Questo ha portato il tuo pg ad essere più marginale nella storia, e per quanto in parte sia dovuto alla coerenza (perché poi quando c'eri eri sul pezzo e agivi), diversi post sono un po' scarsi e al minimo sindacale di interpretazione.
-Scrittura: 9, il testo scorre bene e la grammatica è a posto, ma probabilmente per i motivi citati sopra spesso manca di coinvolgimento per il lettore.
-Strategia/Approccio: 9, sempre per la questione coerenza vs strategia. Se un pg è poco incline a prendere l'iniziativa non posso certo penalizzarlo se decide di starsene in disparte e guardare. Tuttavia, a parte l'ultimo momento di osservazione dei nemici, ho visto Kuro un po' "trascinato". Sicuramente la presenza di Hideyoshi non ha aiutato a renderlo protagonista, quindi il voto non cala più di tanto.

Voto medio: 8.8
Giri saltati: 1 (-10% alle ricompense)
Ricompense: 10 PM, 50 p.ti Fama, 5400 p.ti Exp

Andate in pace.



Edited by Get scared. - 17/8/2018, 15:58
 
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