[Fase IV] The chamber of secrets, per Angy, Vale93, Karen, Jöns e Tuttoruge

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view post Posted on 5/5/2018, 21:53
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Un volo senza rumore, caduta senza dolore.
Forme di puro spirito, riaprono gli occhi nell'oscurità di un antro informe: gli occhi eterei si adattano a fatica al ventre di mostro in cui sono piombati, cercando appigli evanescenti nello scenario oscuro e sfuggente... poi, gradualmente, un lucore tenue si accende dal nulla del buio a illuminare fiocamente i dintorni.




Fluttuano senza peso, senza direzione: acqua sopra e sotto di loro, acqua in ogni direzione; fluttuano in quella che appare essere una caverna, sulle le cui pareti scabre gli anemoni colorati abbarbicano i loro pedali. Le corolle luminescenti sono le sole stelle a guidarli nella notte in cui sono sprofondati: rosee, azzurre, gialle o in tinte più ardite danzano assecondando le correnti invisibili che percorrono l'antro, mentre sotto i loro piedi – qualche decina di metri più in basso – emerge dalle ombre una peculiare forma quadrata. I suoi confini appaiono estremamente nitidi, come scolpiti da mani umane: un quadrato perfetto, pallido e levigato rispetto alla roccia naturale, bordato da coralli e kelp ondeggiante.

La luminosità naturale, dapprima tenue, si fa via via più vigorosa: raggiunge sempre nuovi anfratti, rivelando l'estensione considerevole della caverna in cui i cinque shinobi sono stati risucchiati... abbastanza grande da contenere due o tre volte il palazzo dello stesso Hokage; in basso, dal lato opposto del quadrilatero rispetto a quello sopra al quale la squadra fluttua, si apre nella parete scura l'imboccatura di un tunnel – abbastanza largo da consentire a quattro persone affiancate di camminarci comodamente dentro. Il kelp che orla l'apertura è piegato con forza da una corrente impetuosa, che sembra provenire proprio dall'interno della galleria.



CITAZIONE
Post di apertura in sordina: prevedo che avrete una quantità di domande piuttosto consistente, e non potendole prevedere tutte penso sia più saggio lasciare a voi la richiesta di certi dettagli.
Non sarà il mio abituale modus operandi: come sapete detesto fornire informazioni su whatsapp, ma qui siamo ancora a livello di ambientazione.
Come vi accennavo, vi pregherei di farmi sapere il prima possibile quali saranno i vostri tempi di risposta, sempre nei limiti della prevedibilità delle situazioni di lavoro/studio.

Per il momento giocatevi l'”””arrivo””” e per eventuali azioni chiedete direttamente a me l'esito. In ogni caso, qualunque cosa facciate, non vi è possibile avere ragione della corrente che esce dal tunnel: da lì non uscirete, almeno per il momento.

scadenza per postare: sabato 12 (in teoria alla stessa ora di invio del post, in pratica prendetevi pure fino a mezzanotte. Come sapete, preferirei riusciste a postare tutti prima... fate il possibile)


Edited by -Egeria- - 6/5/2018, 16:53
 
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view post Posted on 6/5/2018, 18:56
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Raion: Parlato
***Pensato***


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La sveglio io l’Hokage!!!





Le braccia fluttuano. I capelli ondeggiano. Lo stomaco ha un leggero mal di mare.
Il Kamata aveva perso conoscenza e d’un tratto tornava in vita.
Riaprendo gli occhi si accorse che qualcosa era diverso.
***MALEDIZIONE SONO SOTT’ACQUA! SOFFOCHERÒ COME UNA BANALE CARPA!***

E con tutta l’aria nei polmoni cacciò un urlo da disgraziato:
Raion: AHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!! ma solamente bolle uscirono. Come quelle di una carpa.

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Mosse le gambe e le braccia in tutti i sensi mentre si teneva il collo mimando gesti di soffocamento. ***Morire così è uno straziooooo!!! NOOOOOOO!!!! ***
Muovendosi come un dannato vide che attorno a se vi erano anche altre Shinobi. ***OH per tutti i Kami siamo finiti all’inferno e l’inferno è pieno d’acqua!!***


Ma i secondi passavano e nonostante si sentisse morire, non si stava avvicinando per niente la sua fine.
***Santissimi Kami ma che cavolo???…. per quale diavolo motivo non sto soffocando??? Riesco a respirare??? Sono vivo?***

Diede una scorsa attorno e vide cose che nemmeno immaginava vere: alghe, un cubo, acqua dappertutto e luci strane.
***Ok…sto veramente nell’aldilà… certo che... *** voltandosi vide subito l’Hokage con vicino Kinji ***E’un aldilà affollato solo di shinobi della foglia… ma stanno ancora…. ***

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Con tutte le sue più ammirate abilità natatorie (nuotata a cagnolino altamente non-idrodinamica) si avvicino’ alla coppia dei due superiori ***…stanno ancora nel mondo dei sogni… o forse… sono morti!! Devo rianimarli!! Presto!! L’Hokage ha bisogno di me! Finalmente servo a qualcosa! ***

Si rimboccò le maniche ***Presto! Una respirazione bocca a bocca è quello che serve!!!*** un sorriso sornione gli comparse sul volta. ***Hihihihi potrò vantarmi di aver baciato l’Hokage! Buhahahahha… Sarò il nuovo sex symbol di Konoha ahhh… *** scosse la testa levandosi quei pensieri idioti vedendo l’Hokage ancora senza conoscenza.
Si appiattì per quanto inutilmente i capelli e le ciocche come un ragazzino al suo primo appuntamento. Si raddrizzò le vesti e….
Preparò le labbra in fuori e chiuse gli occhi avvicinandosi verso la bella Uchiha.
Le guance si assottigliarono, il bacio si allungò mentre le labbra si muovevano ritmate.

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Ma volle controllore di ben assestare la respirazione bocca-a-bocca e quando riaprì gli occhi vide uno sguardo smarrito, con occhi sbarrati posarsi su di lui: l’Hokage si era svegliata giusto giusto in quel momento.
Raion si ritrasse come un poppante sgambettando e muovendo le mani in senso di “scuse” e vanificando parole in acqua nello scusarsi che si tradussero in semplici gorgoglii e bolle
Raion: *blrbrlbrlbrlbrlbrl*
***Porca puttana… che spavento! Volevo rianimarla e si è rianimata da sola! Santi Kami che sfiga…. avrei potuto baciare l’Hokage!! ***

E un altro sguardo, questa volta infernale, calò sul Kamata.
La successiva ramanzina dell’Hokage fece capire all’instante al disegnatore che tutti i pensieri fatti fino a quel preciso istante erano andati condivisi per telepatia tutt’attorno.

***Oh…santi Kami… beh.. no.. cioè… volevo solo… aiutare… cioè… ecco Kinji-sama che si sveglia! Perdinci… accorro subito da Hakurei laggiù in fondo! ***
E ancora con la sua proverbiale nuotata si allontanò il più veloce possibile verso l’eremita dei gatti che sembrava essere ancora nel mondo dei sogni.

Avrebbe tentato di prenderlo per le spalle e con tutto il suo vigore da anoressico avrebbe cercato di scuoterlo come un telo da mare nel vano tentativo di svegliare un compagno e rimediare una figuraccia tipica agli occhi dell’Hokage.






//Gdr-off
ok… Egeria… mi hai provocato… niente parole? solo telepatia?… embeh…. sta sicura che una apertura di questo genere non me la sarei mai fatta scappare!
 
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view post Posted on 6/5/2018, 21:44
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♫ Peace ♫

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GdrOff// Continua da "Scontro finale" // GdrOn




Arrendersi non era mai rientrato nelle sue corde, anche nella situazione più disperata era solita trovare la forza di andare avanti, di battersi. Di vincere. L'ineluttabilità degli eventi questa volta però l'aveva sopraffatta e ora il suo spirito vagava, le sembrò di ascendere, di salire sempre più in alto lasciandosi trasportare da quel vento freddo; una corrente calma ma continua e così, un po' fluttuando e un po' galleggiando, alla fine si trovò a rivedere la luce. Il primo tentativo di riaprire le palpebre fu breve, giusto il tempo di scorgere forme sfocate e distanti da lei mentre alle orecchie non le giungeva alcun suono. Rifugiatasi di nuovo nel buio tuttavia non trovò sollievo e anzi, avvertì la testa più pesante del corpo nel ripensare al suo fallimento, a cosa aveva perso e alla sofferenza che aveva contribuito a creare con quell'insuccesso.
Ma l'ipocrisia non era nelle sue corte tanto quanto la resa e dunque si costrinse a guardare in faccia la realtà. A fatica riaprì di nuovo le palpebre e ora le forme iniziavano a farsi meno sfocate e distanti, tutt'attorno v'era più luce ed ebbe l'impressione di essere finita sul fondo di un oceano sconosciuto. Le alghe le suggerirono questo, il verde ammuffito e la mucillagine in cui stava sguazzando.
Della sua visione romantica non restò che un lontano ricordo.


(È questo che mi aspetta, è questa l'eterna dannazione?)

Dischiuse le palpebre ancora una volta e vedendo le bolle salire in superficie non capì cosa stava succedendo, confusa istintivamente mosse le braccia per sollevarsi e tornare in posizione verticale ma non trovando appoggi non fece altro che amplificare il disorientamento che provava.
Se era sott'acqua perchè non stava annegando? Non avvertiva alcuna sensazione di soffocamento, i suoi polmoni non si stavano riempiendo d'acqua e al contempo non sentiva di arrancare, per qualche arcano motivo non aveva alcun bisogno di ossigeno. Fisicamente stava bene tutto sommato, dovendo fare un paragone si sentiva un po' come al termine degli allenamenti con Gamashima - il rospo che la addestrò a combattere in acqua - un po' ammaccata nello spirito e nel corpo ma sollevata per essere riuscita ad aprire le sue branchie e controllare la respirazione epiteliale grazie al chakra naturale.
La differenza? Beh.. non stava affatto utilizzando quell'energia.


(Ma quello è Kinji.. e quelli sono Hakurei e Chiaki.. sono stata io a condurvi qui..)

Riavendosi del tutto distinse le figure dei suoi compagni che come lei stavano fluttuando in quel mare sconfinate e senza alcuna via d'uscita ma il peggio arrivò dopo. In quella stasi non avvertì la fretta di di fare alcunchè e prima di muoversi verso il suo allievo si chiuse nuovamente in sè stessa e nel buio dell'autocommiserazione. Quando riemerse dal nuovo sonno stavolta si trovò faccia a faccia con quello smidollato di Raion e dei suoi pensieri sconci: mai risveglio fu più traumatico nè punizione più azzeccata, era quello che si meritava per il suo fallimento.

"BRRLLRRMMN!!"

Chiamò il nome del chunin con tutto il fiato che aveva generando un'onda sonica carica di bolle che fece volare via il moretto spregiudicato. Dopo aver vomitato fino all'ultima bolla e aver udito a stento il suono della sua voce - probabilmente solo nella sua testa - si fermò a riflettere, come aveva fatto poco prima a sentire i deliri di Raion? Sbollita la rabbia capì che in quel luogo riuscivano a comunicare mentalmente, un po' come con la telepatia Yamanaka ma più istintivamente e senza l'utilizzo di tecniche particolari. Non c'era modo tuttavia di filtrare cosa far passare o meno, tutto ciò che pensava arrivava al destinatario e presto avrebbe capito che sarebbe stato lo stesso anche con gli altri compagni. Si sentì come denudata, non era abituata a condividere i suoi dubbi e le sue debolezze con i sottoposti. Mostrarsi sempre calma e sicura era parte del suo ruolo e anche se rivelare la sua umanità non sarebbe stata una tragedia non sembrò entusiasta all'idea e grazie a quella comunicazione indotta lo recepirono tutti e quattro i presenti. Da li appresero la vastità del suo dispiacere per la situazione in cui erano finiti loro e tutti gli altri compagni persi chissà dove in un'altra caverna.

(Se non siamo morti allora dove siamo finiti?)

Applicandosi finalmente nell'aiutare gli altri a riaversi scrutò meglio le profondità di quel lago senza sponde e scansando mucillagine e alghe galleggianti finalmente riuscì a definirne i confini.

(C'è un tunnel laggiù.. forse c'è una via d'uscita ma la corrente non sembra promettere bene. Chiaki, per caso riesci a vedere qualcosa di più con il byakugan?)



GdrOff// Dopo l'interazione con Chiaki proverei ad effettuare la tecnica del richiamo per evocare l'evo personale per mandarla in avanscoperta in quel tunnel. Ovviamente se non funfa il richiamo amen xD // <b>GdrOn

 
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view post Posted on 7/5/2018, 16:49
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Buio.
Dopo essere stato trapassato dal rettile inconsistente, per Kinji non era rimasto nulla se non un abisso fatto di oscurità e nulla dove non esistevano più preoccupazioni o dolore.
Eppure qualcosa dentro di se voleva avvertirlo che non aveva ancora lasciato del tutto il mondo terreno: gli occhi ancora chiusi nonostante inconsciamente provasse ad aprirli, la sensazione di essere cullato senza però avvertire alcun contatto fisico, il silenzio assordante.
L'Uchiha si ritrovò suo malgrado in uno stato a dir poco singolare in cui la coscienza era ancora sveglia e presente dentro di se ma il corpo non era abbastanza reattivo da obbedire ai suoi comandi.


Che cos'è questa sensazione? Non riesco a capire... un attimo fa pensavo ormai di essere finito e invece sono ancora... No, non mi sembra di essere ancora sul campo di battaglia.
E' tutto così silenzioso e buio... è forse questo che attende tutti noi dopo la morte? Non vedo nulla persino se mi sforzo di aprire gli occhi... e non sento alcun ostacolo attorno a me, come se stessi fluttuando in questo spazio vuoto.


Non fu affatto facile per il Vermiglio riprendere l'equilibrio, poichè di fatto non c'era alcun riferimento a fargli capire in che situazione si fosse cacciato. Si sentiva come alla deriva degli eventi, cullato da un mare oscuro che lo aveva inghiottito e portato talmente a fondo da non riuscire a vedere nemmeno la luce del sole.

Come sarà finita la battaglia? Siamo tutti morti? Non riesco a capire dove mi trovo, e nemmeno a controllare se ho delle ferite... passare l'eternità in questo modo deve essere incredibilmente triste.

Parzialmente rassegnato all'idea di non avere alcuna via d'uscita da quel luogo, Kinji volse lo sguardo verso qualcosa che, finalmente, sembrava voler cambiare la staticità del luogo: un luce seppur fioca riusciva a risplendere attraverso la cappa di oscurità che l'aveva inghiottito.
Riuscì quindi ad constatare che era steso orizzontalmente rispetto al bagliore che arrivava dall'alto; sotto di lui non sembrava esserci nulla, così come verso l'alto non riusciva a scorgere nulla di particolare.
Il Jonin alzò un braccio verso la luce, capendo che quella poteva, anzi, doveva essere la chiave per la libertà.


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Sembra come se mi trovassi sott'acqua... eppure non ho difficoltà nel respirare. Devo approfittare per capire quali sono i limiti di questo posto.

Solo allora si accorse che non era affatto solo: non troppo distanti dalla sua posizione vi erano Raion e Akane già svegli e intenti a familiarizzare con l'ambiente e far riprendere i sensi a chi era stato trascinato in quella che pareva sempre più simile ad una caverna subacquea.
Attorno alle pareti rocciose si potevano ammirare variopinti anemoni che davano un tocco di colore e che rivelavano la vera grandezza di quel luogo man mano che la luce cominciava a diventare più forte.
Kinji riuscì a sentire alcuni dei vaneggiamenti di Raion e i dubbi che si affollavano nella mente della sua sensei, e cercò quindi di rispondere per chiedere se sapessero da quanto fossero li.


- BLRLLLRRBH?

Neanche una parola uscì dalla sua bocca, facendo spazio soltanto a bolle e suoni distorti dal liquido che li accoglieva al suo interno.

Ma allora come ho fatto a sentire la loro voce?...

Forse la tecnica di Hachi era ancora attiva e li aveva lasciati in contatto fra loro, oppure semplicemente in quel posto non regnavano le leggi alle quali erano abituati da una vita; sarebbe stato difficile abituarsi ad un simile cambiamento, però l'eremita si convinse che avrebbe provato a sforzarsi. Già l'idea di non essere solo in quella strana situazione lo rincuorava, figurarsi sapere che non era morto ed era ancora possibile per lui tornare in vita... ammesso che fosse davvero morto.
Intanto ripresero i sensi anche Hakurei e Chiaki, facendo salire il conteggio di sopravvissuti a cinque; non era nemmeno detto che non ci fossero altri poveri disperati più avanti, visto e considerato che sembrava esserci un tunnel verso il fondo, dove era ben visibile una forma cubica adornata da molte alghe sulla parte opposta.
Kinji cercò quindi di sperimentare la comunicazione mentale che sembrava tenerli in contatto tutti insieme rispondendo ai dubbi di Akane proponendo delle alternative a quella via angusta e dalla corrente impetuosa.


Abbiamo poche alternative: o proviamo a risalire, oppure cerchiamo di scendere e controllare più da vicino il tunnel e quello strano oggetto che sembra non appartenere al resto della caverna.
 
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view post Posted on 9/5/2018, 07:43
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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[x] Il buio l’aveva inghiottita, eppure in quel passaggio stranamente non si sentiva sola. La sua mano stringeva qualcosa di caldo, spirituale e familiare. Doveva trattarsi di Yume che non l’aveva abbandonata nel tragitto della morte come in quello della vita. Dove si trovava? I ricordi, i pensieri ed i sensi di colpa erano rimasti ancorati al suo essere. L’aldilà pensava fosse diverso, che venisse donata una pace o una dannazione eterna ai suoi ospiti. Invece la sua mente macinava, bloccata in quel limbo dove le ultime immagini di distruzione si susseguivano nella sua testa. Quella lingua di chakra aveva finito per inglobare anche lei. Un pensiero andò immediatamente ai suoi due cuccioli e alla frase che suo figlio le aveva rivolto prima della partenza; che sciocca ad averci creduto. Fuyuki sarebbe stato un ottimo padre, magari senza di lei si sarebbe prodigato a dare più attenzione ai piccoli; la stessa che necessitavano da quando si erano integrati nella nuova comunità. Aiko lo cercava spesso, soprattutto adesso che aveva intrapreso gli studi accademici. Non aveva voglia di aprire gli occhi, si sentiva stanca di ogni cosa. L’egoismo continuava a dominare nel mondo e lei crescendo, ed accumulando esperienza, si rendeva conto che nulla poteva contro così tante menti corrotte. Continuava a lottare, a credere, ma per cosa? Le persone non perdonavano ma si prendevano solo ciò che volevano. Inglobò una grande quantità d’ossigeno ed avvertì i suoi polmoni alzarsi ed abbassarsi ritmicamente, in un meccanismo così umano. Che cosa strana...

Chiaki svegliati, non siamo sole

Yume, che posto è mai questo?

Strinse d’istinto la mano cercando il contatto con la sua protettrice spirituale, ma una voce invadente si fece largo tra loro due. Non sembrava un discorso ma piuttosto un monologo, le cui argomentazioni erano veramente sciocche ed insensate. Ma chi aveva parlato? Quel tono aveva qualcosa di familiare, le sue orecchie lo avevano già udito e nemmeno troppo tempo addietro. In tutto quel caos era persino difficile riflettere con se stessi, ma possibile che quel ragazzo potesse fare così tanto rumore? Spalancò le palpebre, poi socchiuse le labbra per fare un’ulteriore domanda allo Tsuki no Seishin, ma il suo bisbiglio si trasformò in piccole bolle che si spostarono verso l’alto. Acqua, il suo corpo era immerso completamente e fluttuava insieme alla sua lunga chioma blu come la notte. Le varie sfere prodotte dal suo apparato respiratorio però non raggiunsero nessuna superficie, lasciandola basita sul particolare ambiente in cui era finita. Poche volte nella sua vita aveva avuto l’onore d’osservare la superficie cristallina del mare, eppure quel posto le ricordava, in tutto per tutto, i fondali che aveva avuto modo di scrutare nei vari tomi di medicina; infondo molte specie venivano sottratte all’oceano per i più svariati scopi. Ci mise un po’ a trovare l’equilibrio in quello spazio privo di statica; poi vide i sopravvissuti o almeno coloro che avevano varcato la sua stessa porta. Passò in rassegna i loro volti uno ad uno, riconoscendoli all’istante; in fin dei conti facevano parte dello stesso villaggio ed avevano affrontato il viaggio della morte insieme. Chissà perché il fato aveva scelto proprio loro come compagni di viaggio? Nuove voci moleste si fecero strada nella sua mente, invadendola prepotentemente; mischiati ad un certo abbattimento da parte del reggente di Konoha. Cosa significava tutto ciò? Il suo io poteva essere denudato così senza ritegno? Strinse la mano alla sua compagna ma un dolore fastidioso, la costrinse a scostare immediatamente l’arto. Un fiore subacqueo dalle tonalità rossastre fluttuava aggrappato alla roccia. Quindi era quel vegetale marino a cui era aggrappata? E pensare che fino a quel momento l’aveva scambiato per la sua guida interiore. Se la situazione non fosse stata tanto seria, sarebbe scoppiata a ridere per la sua performance. Non sapeva definire come si sentisse, il umore mutava così in fretta. Da un lato si era aggrappata con tutta se stessa alla vita, dall’altro si chiedeva come avrebbero fatto ad uscire da quel maledetto posto. Collaborando forse avrebbero visto una luce alla fine del tunnel. Tunnel... quella parola si ripeté nella sua mente con la voce del capovillaggio. Rispose prontamente ma dalla sua bocca fuoriuscirono solo molte più bolle.

Giusto non è questo il metodo per interagire

Provò ad attivare la sua capacità innata, parecchio timorosa dopo le esperienze negative con i Bijuu ed il loro chakra. Fissò il punto indicato dal suo superiore con intensità finché non fu costretta a distogliere lo sguardo, ed infine a disattivare il Byakugan. Si massaggiò le palpebre e con estrema accuratezza cercò di trasmettere la sua visione.

Il chakra primitivo intriso nelle pareti che ci circonda confluisce verso quel quadrato... ma è tutto così confuso ed ingarbugliato. Questa energia è troppo pura e perfettamente equilibrata, praticamente un ostacolo per i miei occhi. Non sono riuscita a vedere oltre...

Non sapeva bene come funzionasse quel nuovo metodo di comunicazione, ma stranamente sembrò che il suo messaggio arrivò a destinazione. Quanto poteva essere inutile una Hyuga senza la sua dote migliore? Eppure era grata che ancora detenesse il dominio del suo chakra, un elemento non del tutto scontato dopo aver visto l’apocalissi abbattersi sul mondo intero. Che avessero mantenuto comunque tutte le loro capacità? Purtroppo era difficile a trarre conclusioni, se non avessero fatto esperienza in quel nuovo spazio. La giovane emanò una leggera luce verde dalla sua mano, dando un pizzico di refrigerio alla superficiale ferita. Kinji Uchiha, il famoso pupillo del Sandaime in persona, aveva ragione. Rimanendo lì non avrebbero concluso molto, se volevano uscire da quel posto avrebbero dovuto azzardare e rimboccarsi le maniche. La corrente nel foro sicuramente non sembrava incitare la squadra ad entrare, ma quale altra scappatoia avevano oltre a quello strano quadrato? Si sarebbe avvicinata così nuotando all’oggetto, all’inizio un po’ goffamente fino a prendere più dimestichezza nei movimenti, provando ad osservarne i bordi della composizione così umanamente scolpita, cercando visibilmente e tattilmente qualsiasi dettaglio degno di rilievo. Avrebbe sollecitato alcuni punti, tentando di capirne lo scopo; infine se nulla fosse accaduto avrebbe evocato lo stesso elemento che dominava, sperando che la pressione dell’acqua avesse potuto qualcosa contro quel nucleo di energia. Non sarebbe rimasta intrappolata lì dentro nella disperazione dei suoi rimpianti.

<attivazione> - Byakugan - [Chk: 40/60/80/100] “Il Doujutsu tramandato ad ogni membro del Clan per via genetica. Sin da bambini gli Hyuga infatti sono facilmente riconoscibili a causa degli occhi completamente bianchi che non mostrano alcuna pupilla, attivando però il Byakugan questa inizia a delinearsi e le vene delle tempie si gonfiano vistosamente. Grazie ai suoi occhi speciali lo Shinobi avrà un'ampia di visione di ciò che lo circonda, potendo aumentare infatti il suo campo visivo di ben 50 metri in tutte le direzioni; ciò gli conferirà maggiore sicurezza nei movimenti, data la consapevolezza della propria Difesa Assoluta. Inoltre sarà in grado di vedere il flusso interno del Chakra del nemico e i suoi Tsubo. Unica pecca di quest'abilità oculare è un punto cieco nel centro della nuca, segreto tenuto nascosto agli estranei gelosamente e svantaggio che molti riescono a colmare con un po' d'ingegno. Attivando questo Doujutsu, i membri del clan sono in grado di vedere qualsiasi essere vivente all’interno del loro campo visivo rendendo quindi impossibile nascondersi da essi tramite normali metodi. Oltre a ciò, la possibilità di vedere i punti dove il Chakra nemico è più concentrato, così come la natura elementale del suo Chakra, rende possibile poter in un certo senso prevedere gli attacchi avversari e notare molti dei loro punti deboli permettendo di colpire con precisione. Ciò dona un bonus pari a 20/40/60/80 ad ogni Taijutsu o Bukijutsu, sia offensiva che difensiva. Tale bonus sale a 30/60/90/120 nel caso si usino tecniche di clan. Quest’attivazione conta come un potenziamento a tutte le statistiche tranne che a Chk e Vta, quindi sarà possibile usare una sola altra attivazione che dia bonus ad una qualsiasi statistica.”


Nel caso l'approccio visibile e tattile con il "quadrato" non porti a nulla, allora provo ad utilizzare questa tecnica:

<ninjutsu elementale a lungo raggio> - Suiton: Geyser - [Chk: 85][Int: +115] “Il ninja sfrutta l'acqua nel sottosuolo, concentrandola tutta sotto l'avversario e facendola uscire come un getto unico, scaraventando lontano chi si trovasse nel punto sbagliato. L'elusione di questa tecnica subisce un Malus di 35. Se l'avversario non riesce a difendersi completamente, verrà scaraventato in aria e poi rovinerà al suolo, subendo danni e ferita da urto pari ad 1/3 del residuo non parato (senza contare Res/5).”

 
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view post Posted on 10/5/2018, 00:00
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Qualcosa gli parve emergere dal nulla.
Gli parve?
Sì, era così. Era inequivocabile. Percepiva ancora qualcosa. Con quali sensi, se ormai erano stati soppressi?
Non sapeva dirlo.
Eppure quelle luci erano sempre più vive, così come il rumore soffuso del suo passo, come di scarpe dalla pianta dura che battono su un pavimento altrettanto duro - marmo? Sì, era marmo, lo vedeva adesso guardando a terra. Notò di avere un calice di vino in mano, eppure sentì che quella constatazione non gli portò stupore, come se gli fosse estranea.
Sì, forse iniziava a capire.
Aprì una porta di quel salone scintillante, come se le sue pareti fossero coperte da uno strato d'oro finemente lavorato - lo notava dalla visuale periferica, il suo corpo doveva essere abituato a un simile sfarzo -, uscendo dunque all'esterno
Che fosse realmente ancora vivo?
"Cosa ti turba?"
Una voce alle sue spalle, dalla sua sinistra. Non lo guardò, camminava lungo quel balcone ipostilo, decorato in ogni modo da piante che sbucavano dalle pareti, dal soffitto, e... la visione da quel balcone.
"Non lo so, è come se - "
Una visione... magnifica.
" - è una sensazione simile a quando si prova paura."
Non aveva mai visto nulla del genere.
"Non so neanche descriverla bene. E'... paura."
Sembrava una città... da sogno.
"Sei turbato per la morte di Lord Nambaryn?"
"No, lui aveva fatto la sua scelta. Ci aveva traditi. E ne ha semplicemente pagato le conseguenze."
"Un ragionamento molto lineare."
"Quando comandi uomini in battaglia sei costretto a ragionare in modo lineare. Credevo lo sapessi anche tu", e si voltò finalmente a sinistra verso il suo interlocutore, sorridendogli. Sembrava quasi un ragazzo, o comunque un giovane uomo, in uno strano abito esotico. Non che il suo fosse diverso, appurò presto.
"Sì, ti conosco bene. Ma ultimamente ho come l'impressione che i tuoi ragionamenti stiano diventando un po' meno lineari."
C'era dell'ironia velata sul suo volto. Dovevano conoscersi bene. Lui, invece, presto si sentì quasi risentito da quell'affermazione. Volse lo sguardo al panorama, scosse la testa e diede un sorso.
"Molti comandanti sono piuttosto scettici per questa tua ossessione di voler continuare il viaggio. Di non volerti fermare qui."
"- Chi sono?"
Gli parve quasi ci fosse un cenno della più pura ma controllata collera in quella domanda.
"Sai che non te lo dirò mai."
Lo guardò di nuovo. Non sembrava per nulla intimidito, anzi.
Sbuffò.
"Eri solo un soldato di ventura, dicono. Un piccolo nobile che ha trasformato le nostre tribù in un impero. Dicono: non ti basta questo?" e gli fece un cenno verso la città.
"E' naturale che lo pensino. Fin dalle prime vittorie e dai primi barbari saccheggi a cui siamo sempre stati abituati non volevano altro che tornare a casa carichi d'oro. Ma io ho visto il futuro, Dorbai. L'ho visto già mille volte, su migliaia di volti. Le genti vogliono... hanno bisogno, di cambiare. Il nostro maestro si sbagliava. Lord Nambaryn aveva ragione da questo punto di vista - è stata una fortuna, non l'ho mai negato, essere cresciuti sotto la sua ala."
" - Sento di non seguirti bene."
"Pensa alla nostra gente - non parlo di noi, pensa alla media dei nostri compatrioti. Spaccano le ossa dei defunti e poi li danno in pasto agli avvoltoi. Svuotano il cranio ai nemici e vi bevono il loro sangue. Si accoppiano in pubblico.
E quanti altri popoli come noi esistono al mondo, non ancora toccati dalla luce?
Tutti loro cosa potranno mai pensare o scrivere se a nessuno di loro è mai detto che si possa fare? Come potranno diventare cittadini, come la gente che abbiamo conquistato, se nessuno di loro sa leggere?
Ma come Aquile, come membri della Grande Armata potranno arrivare là dove non credevano possibile. Dove neanche sapevano fosse possibile. Potranno continuare a fare i soldati o poi darsi al commercio, diventare manovali o entrare nelle accademie che fonderemo... nelle tante città che fonderemo, in ogni dove nei nostri domini...
"
Si sentì mancare il fiato. Aveva parlato troppo a lungo, e con fervore. Si riprese.
"Noi abbiamo la possibilità di collegare queste terre, Dorbai. E i popoli."
"Qualcuno potrebbe essere scettico su questa tua visione. Potrebbero dire che sia solo un modo elegante, raffinato... per poterli semplicemente assoggettare al tuo volere."
"Assoggettare? ma noi li abbiamo tutti liberati, dai monarchi che li comandavano e li trattavano come schiavi!
No, Dorbai, c'è molto di più di questo in gioco, ne sono ormai sicuro.
"
Si prese una pausa. Restò a fissare intensamente la città per un tempo indefinito. Poi si spostò più su, verso la linea d'ombra oltre l'orizzonte.
"Liberare i popoli. Renderli tutti parte di una stessa realtà. Capisci Dorbai, noi possiamo veramente costruire... un Nuovo Mondo. Qualcosa che oscurerebbe per sempre qualunque altra opera umana che sia mai stata fatta.
Un'impresa degna -
"
Ci pensò un po'.
" - di quegli Angeli che sono i veri amici dell'uomo."
Dorbai gli parve avesse capito a chi si riferisse. Qualche strano Pantheon? Possibile.
"Ricordi cosa ci diceva il maestro? Lui li considerava dei Demoni."
Silenzio.
" - Forse sono la stessa cosa."
"Ricorda anche il fato di quegli esseri, allora. Sono condannati a soffrire immensamente."
"Ah, tutti quanti abbiamo sofferto e soffriamo. Ma alla fine, quando giungi alla fine dei tuoi giorni, la sola cosa che importa è solo e soltanto quello che hai fatto."
Avvertiva tutta la forza di quei pensieri. Come se - nel corpo, nella testa che lo ospitava (era giusto dire così? - forse, non sapeva dirlo) - fossero qualcosa dal sentore dell'ineluttabile. Un'idea fissa, costante, un pensiero lancinante.
" - Ma cosa vuoi fare esattamente, Ganshuk?" sentì chiedere Dorbai dopo un po', con una voce strana. Dubbiosa forse, ma c'era anche dell'altro.
"Che cos'hai in mente?"
Che fosse preoccupazione? Ma quelle idee, quei dubbi, li sentiva schiacciati dalla forza dei pensieri del suo ospite, che crescevano sempre più, man mano che il suo sguardo vagava oltre l'orizzonte. La loro forza, il loro ardore era tale che si sentì quasi annullato. Come se si stesse per annullare sempre più, secondo dopo secondo.
"Creeremo questo Nuovo Mondo. Siamo ancora al principio, Dorbai. E' solo il principio. Lo porteremo fino ai quattro angoli del mondo, perchè tutti ne possano godere. E, su ogni angolo che toccheremo, faremo erigere un grande altare - "
Lo sentiva, il calore di quelle parole. Nella condizione in cui si trovava, avvertiva il tepore, la pienezza, il fulgore di quei pensieri. Ma, preservando parte della sua identità, al contempo... ne aveva paura.
"Per far sì che chiunque passi mai da lì possa vedere nel corso dei millenni... che i Titani!" e la pronunciò serrando i denti, come fosse il ringhio di una bestia adirata: " - sono arrivati fin laggiù."
Lui non lo sapeva - non poteva saperlo, col suo sguardo rivolto all'orizzonte -, ma fu forse in quel momento che a Dorbai venne per la prima volta quel pensiero. Si conoscevano da quando erano bambini, loro così come tutti i membri della Punta, ma solo adesso capì come il suo spirito greve e superbo stesse fantasticamente plasmando gli eventi degli ultimi anni.
Era il suo migliore amico. Erano legati da un patto di sangue. Gli voleva bene, e gliene avrebbe sempre voluto, fino alla fine dei tempi. Ma solo allora sentì di aver capito la reale natura di quel suo sguardo così enigmatico - incredibilmente magnanimo con gli amici, quanto spietato e terrificante coi nemici; la reale natura di quegli occhi azzurri e penetranti, come se potessero congelare chi li guardava.
Erano gli occhi dell'Aquila. Gli occhi di un tiranno.



Accadde troppo in fretta. Quel mondo fu sottratto al suo sguardo, ogni cosa fu sottratta ai suoi sensi. Lo soppiantò un'unica sensazione. Fatica. Ansia. Rabbia. Erano più sensazioni tutte condensate in un unico stato d'animo, ma presto sentì quelle speculazioni, quelle forme delle cose - anche astratte, come le sensazioni - svanire improvvisamente, come non fossero mai esistite.
Lungo la vasta e desolata prateria del veldt, Guarda-la-Luna correva a perdifiato, come mai aveva fatto in vita sua, neanche quando fuggiva dai leopardi. C'era qualcosa che lo sospingeva in quella corsa, una nuova forza che lo rendeva l'ombra dell'essere che era stato sino a quel momento. Aveva un braccio più pesante dell'altro, si rese conto: vedeva un oggetto stretto da una delle due mani comparire e scomparire dal suo campo visivo, insieme alle forti braccia pelose. Era un oggetto, su questo pochi dubbi, pressappoco cilindrico, ma una qualità simile era un pensiero ben oltre le sue capacità di astrazione. Davanti a lui, del tutto incurante della sua corsa, pascolava un branco di facoceri. Uno di loro distava ormai pochi metri, nella retta d'azione della sua corsa. Era un individuo giovane e stupido, anche in base all'esiguo metro dell'intelligenza dei facoceri. Pur avendo osservato Guarda-la-Luna con la coda dell'occhio, lo prese sul serio quando ormai era troppo tardi - in fondo, perchè mai avrebbe dovuto sospettare una qualsiasi cattiva intenzione da quelle creature così innocue? Continuò a strappare erba finchè gli occhi non gli uscirono dalle orbite, sospinti dall'impatto dell'osso col cranio in frantumi e privandolo di ogni barlume di coscienza.
Il resto del branco continuò a pascolare senza allarmarsi, poichè l'uccisione era stata fulminea e silenziosa. Quel loro stupido e sfortunato membro era morto senza emettere un suono. Il resto della tribù si stava cautamente avvicinando, provando una sensazione vaga. L'antenata dell'inquietudine.
Ma tutto ciò al momento non era nei pensieri di Guarda-la-Luna. Quando aveva sollevato il braccio, scostando l'osso da quanto restava del cranio del facocero, provò un piacevole senso di potenza e autorevolezza. Non che non ci fosse abituato coi membri della sua razza, ma raramente gli era capitato di provarlo con un essere finora considerato invincibile dai suoi simili, e dai lui stesso, fino a poche ore prima. Quelle sensazioni lo investirono così intensamente che iniziò a ripetere il gesto, e con tale ferocia che il branco a quel punto non potè più ignorarlo. Ma ciò a Guarda-la-Luna non importava. Non da quando la sera prima aveva avuto quel sogno. Aveva sognato un pacifico gruppo familiare che differiva per un solo aspetto dalle scene a lui note. Il maschio, la femmina e i due piccoli erano ingozzati e satolli, con la pelle liscia e lustra... e quella era una condizione di vita che Guarda-la-Luna non aveva mai neanche immaginato. Non che la sua fosse male, in fondo: la sua avanzatissima età di venticinque anni spingeva molti individui delle tribù nemiche a ritenerlo praticamente immortale, e questa longevità non era un caso; era un gigante di un metro e sessanta, e sebbene fosse assai denutrito pesava quasi sessanta chili. Sarebbe campato probabilmente altri dieci anni, se il fato lo avesse assistito.
Ma quel sogno, quella visione aveva cambiato qualcosa in lui, seppur non ne potesse essere consapevole. Mentre sedeva al mattino all'imboccatura del rifugio, vedetta per tutti coloro che lo seguivano, aveva sentito dei lievi e costanti fremiti mai provati in precedenza. Era una sensazione vaga e diffusa.
Non aveva la benchè minima idea di cosa fosse, nè di cosa la causasse, nè tanto meno come potesse farla cessare, ma l'insoddisfazione e lo scontento per la propria vita lo avevano ormai catturato, lo avevano stretto nella loro morsa.
E così, ora li stava liberando tutti a ogni colpo, a ogni urlo che adesso cacciava a ogni colpo. Muovendo, a ogni colpo, un piccolo passo per tutta la sua gente. Quando si sentì stremato, il suo corpo lo indusse a riprendere fiato. Era completamente imbrattato di sangue, e davanti a lui giaceva solo una carogna irriconoscibile. Il resto della tribù tutta intorno, con ammirato stupore. Di lì a poco, uno di essi si avvicinò a Guarda-la-Luna, chiedendo di poter prendere l'arma. Guarda-la-Luna gli cacciò un ringhio terrificante, ma si sentiva ancora troppo stanco per punire a dovere la sua presunzione. Dopo alcune timide insistenze, quello riuscì a leccare l'osso. Era qualcosa che Guarda-la-Luna aveva già capito da un pezzo, ma ora se ne stava rendendo conto tutta la tribù che man mano si avventava sulla carcassa macellata: ora sapevano che non avrebbero più sofferto la fame.
Ma era ancora troppo in estasi, troppo infervorato da quanto accaduto per sentire fame. Era qualcosa che non avrebbe mai detto. Ma i flussi degli eventi sanno essere imprevedibili. In fondo, quanto aveva visto e fatto - e quanto ancora avrebbe avuto da fare -, la nascita di quell'affascinata esasperazione che aveva contribuito ad accrescere a dismisura la sua tormentosa, eterna fame, non erano altro che una causale conseguenza di una serie di contingenze che stavano avvenendo anche in quel momento nel suo cervello. Gli atomi stessi del suo cervello si aggregavano impercettibilmente in nuove formazioni, e se egli fosse sopravvissuto queste sarebbero divenute eterne, poichè i suoi geni le avrebbero trasmesse alle generazioni future.
Sarebbe stato un processo lento e tedioso, ma i flussi degli eventi sanno anche essere pazienti.
E Guarda-la-Luna non lo poteva sapere. Ripresosi dalla fatica, ancora preda della sua estasi di potenza, ora correva per il veldt, imbrattato di sangue dalla testa ai piedi, libero, con l'osso in mano, ringhiando come un demonio urlante. Raggiunse la mandria di facoceri, ma questi appena lo videro scapparono dal sua furia. Nessuno poteva ora dargli problemi laggiù. Seppur in maniera rozza e primitiva, in quel momento si sentiva il padrone incontrastato del mondo. Forse ora neanche i leopardi avrebbero potuto contrastarlo. Chissà, avrebbe dovuto ben organizzarsi col resto della tribù - nonostante quel sentimento crescente in lui, preservava ancora il giusto raziocinio. E neanche Pelo Bianco, il terribile capo-tribù oltre il fiume, avrebbe ora potuto molto contro di lui - come avrebbe mai potuto opporsi al Titano che era diventato. Lo avrebbe sconfitto e si sarebbe saziato della sua carne, forse così avrebbe acquisito le qualità di un guerriero tanto formidabile. Un pensiero astratto così eccelso non fece altro che accelerare ancor più la sua corsa delirante. Si lanciò in aria con il salto più libero di tutta la sua vita, e quando fu a mezz'aria scagliò titanicamente il suo rampone contro ogni cosa lo avesse mai privato di quella libertà sino a quel momento.
In quegli istanti lo sguardo gli si soffermò brevemente sul cielo del primo mattino. Quella strana faccia spettrale era ancora visibile. Sebbene non potesse ricordarlo, quando era stato molto giovane Guarda-la-Luna aveva cercato più volte di toccare quello strano oggetto che saliva ogni tanto nel cielo.
Non vi era mai riuscito, ma sapeva ormai bene perchè. Non aveva mai trovato un albero abbastanza grande sul quale arrampicarsi. Eppure in quegli istanti era convinto che ce l'avrebbe fatta. Che col suo salto, sarebbe arrivato a prenderla.
Che sarebbe arrivato laggiù. Ciò ovviamente gli era impossibile, poichè a lui mancavano le ali, ma questo non riuscì ad arrivare a pensarlo.
Riuscì a fermarsi allo step precedente, dopo appena tre o quattro minuti di finissima speculazione filosofica. Chissà dove avrebbe potuto mai trovare un albero tanto alto, pensò. Non aveva ancora saziato la sua fame corporea, che essa era già prematuramente passato ad altro.

Quando abbassò di nuovo lo sguardo, notò che qualcosa era cambiato. Un ambiente oscuro, azzurrognolo, una luce tenue e rossastra all'orizzonte. Come quando si preparava a uscire dal rifugio. Come se il tempo fosse tornato di un paio d'ore indietro, ma lui ancora non aveva idea di cosa fosse il tempo. In lontananza, vide una strana sagoma. Raccolse immediatamente l'osso davanti a lui, ma presto vide che non si era accorto della sua presenza. Forse non gli interessava, come poco prima ai facoceri. Maledetto! Quell'essere indefinito avanzava nel veldt praticando buchi nel terreno. Usava uno strano oggetto, simile alla sua arma, ma con una mossa particolare da ogni buco creava una scintilla. E con un altro strano strumento, traeva fuoco dalle rocce che qualcosa, o qualcuno, aveva collocato in quel posto, buco dopo buco. Guarda-la-Luna lo vide proseguire, ma presto si rese conto di non essere solo. Al seguito di quell'essere, si spostavano una schiera di esseri simili a lui. Non riconosceva nessuno della sua tribù, ma d'altronde avrebbe dovuto annusarli per riconoscerli bene. E al momento non aveva la minima idea di cosa gli stesse accadendo. Li vide spostarsi, alcuni con la testa china, altri no, e frattanto alcuni di quelli a testa china raccoglievano delle ossa da terra. Si spostavano vacillando nella luce lieve di quell'alba come meccanismi a orologeria, in modo tale che parevano frenati da una prudenza e una cautela che avevano un che di artificioso, che non erano reali di per sè. E così avanzavano uno dopo l'altro seguendo quella traccia di buchi lasciati da quella strana entità, traccia che non sembravano una ricerca di continuità, quanto piuttosto la verifica di un principio; un sigillo di sequenze e causalità, come se ognuno di quei buchi rotondi e perfetti dipendesse da quello che lo precedeva, in quella prateria dove stanziavano solo le ossa, i cercatori di ossa e quelli che non le cercavano.
E quando tutti ripresero ancora il cammino, Guarda-la-Luna vide il cielo cambiare ancora. Dava ai suoi occhi delle sensazioni simili a quelle che provava osservando il corso del fiume. E la pallida faccia del firmamento parve anch'essa mutare forma ai suoi occhi. Le grandi cateratte di un mondo di meraviglie gli si stavano spalancando, e in quelle selvagge fissazioni che avrebbero portato il mondo a piegarsi - o a doversi adattare - alla sua volontà, a due a due vide fluttuare in quel cielo infinite processioni di esseri mostruosi che parevano chiamare la nuova furia dei suoi colpi. Ma da quella distanza non avrebbe mai potuto abbatterli col suo osso. Gli sarebbe servito qualcosa di diverso. Soprattutto perchè, prima che il suo mondo venisse avvolto completamente dalle acque, riuscì a capire come, in mezzo a tutti quegli esseri, stanziasse ora un grande fantasma incappucciato, simile a una collina di neve nell'aria.



Possibile che non fosse morto? E, soprattutto, possibile riuscisse ancora a pensare?
Che fosse divenuto realmente un tutt'uno con quelle immagini, che gli giungevano, ancora una volta, dai tempi remoti di... non sapeva ben dire se quanto stava pensando potesse essere la tesi corretta.
Ma soprattutto adesso, abbandonando il corpo di quello scimmione, quella sensazione attorno a lui sembrava non essere scemata. Era come se fluttuasse nell'acqua. Come un peso morto privo di vita. Possibile?
Poi qualcosa lo turbò. Una fonte immane di energia che si espandeva introno a lui, e, tra in mezzo a quell'intricato ordito, quello che pareva essere il suo cuore pulsante. Pulsava, come fosse un cuore. Un chakra straordinario, primordiale. Qualcosa che ricordava bene.
Ricordare?
Era dunque davvero...
I sensi stavano tornando gradualmente ad attivarsi lo avvertiva ad ogni istante. Così come ora riusciva ad avvertire un certo senso di vertigine, e una leggera pressione alle spalle. Era come se qualcuno... lo stesse sventolando. Letteralmente.
Gli occhi spalancati, di colpo. Si girò di scatto, con gli occhi inferociti e le dite poste a uncino come fossero realmente dotate di artigli, ed emettendo un grido che a terra, con le onde sonore libere di propagarsi in un mezzo a loro più congeniale, sarebbe apparso simile a quello di un gatto a cui era appena stata tirata la coda.
Raiona Kamat, che cazzo ci faceva lì! Che cazzo ci facevano loro due lì, anzi!
Aveva vagamente constatato quella serie di bolle e di gorgoglii che avevano preso il posto della sua voce, ma ci avrebbe fatto caso solo dopo qualche secondo; solo dopo aver ripreso maggior lucidità e aver placato il suo scatto d'ira. Sentiva vagamente i suoi pensieri.
Che cazzo di luogo era mai quello?
E non solo, a quanto sembrava. No, un pensiero alla volta. Si voltò verso Raion e gli fece un cenno col pollice dicendogli che era tutto a posto. Che aveva capito le sue buone intenzioni.
Poco lontani, l'Hokage, Kinji Uchiha e Chiaki Hyuga. Era come se fossero stati catapultati in un anfratto oceanico cosparso di energia. Non sembrava avessero problemi a respirare. Anzi: di respirare non ne sentivano assolutamente l'esigenza.
Che cazzo stava succedendo?
Calma. Doveva ricordare. Ricordava vagamente quegli strani esseri usciti da quella statua, a cui non aveva opposto la minima resistenza. E, forse, questi li avevano fatti catapultare in un altra dimensione. Buffo. Ci si stava abituando. Anche se ora era diverso.
Il corpo era suo, non c'era dubbio - per quanto potesse parlare di corpo. E attorno a lui vedeva solo gente che conosceva - che conosceva direttamente, nella vita reale intendeva.
Certo che quel posto... era stupefacente, si disse. Una meraviglia paragonabile alla grande città di cui Ganshuk, a quanto pareva, era diventato il sovrano. Di nuovo quei pensieri. Che cazzo significavano mai? Stava posticipando un nuovo confronto con Akamatsu da troppo tempo. E lui non l'aveva più cercato.
Ma calma, si disse, un pensiero alla volta: non poteva permettersi di lasciarsi sviare oltremodo al momento. Se era davvero sopravvissuto, non doveva pensare a altro che cercare di uscire da quel posto chiaramente al di fuori dalla loro dimensione.
E di nuovo quella pulsazione. Una decina di metri al di sotto di loro, quello che pareva il fulcro nevralgico dell'intera... struttura? Non sapeva come chiamarla. Una struttura naturale, meravigliosa. Basta, un pensiero alla volta.
Si avviò verso il fondale con cautela, avvicinandosi a quello strano oggetto; pois i fermò a tre metri da lui, esaminandolo meglio con ogni senso avesse a disposizione. Chissà che non avrebbe scoperto qualcosa, esaminandolo più da vicino.


- Sensitivo "Chi possiede questa'abilità è in grado di percepire la presenza e, in caso, il chakra, di coloro presenti in un certo raggio d'azione. Quest'abilità è in parte passiva, infatti è sufficiente possederla per percepire le presenze vaghe e indistinte. Si riuscirà a distinguere il numero delle presenze e la loro direzione, ma non la distanza da sé e in generale la posizione precisa. Per ottenere una visione chiara di ciò che si ha intorno, sarà necessario concentrarsi per qualche tempo. A questo punto l'abilità risulta attiva; in questo stato è possibile conoscere la posizione precisa di tutte le creature dotate di Chakra nel proprio range d'azione e inoltre, sarà possibile associare i chakra a quelli delle persone che si conoscono o che comunque si ha già avuto modo di esaminare. Il ninja che ha attivato il Sensitivo può individuare qualsiasi fonte di chakra, anche la più debole, ragion per cui può conoscere il punto in cui è stata piazzata una trappola a base di chakra, il cui segnale è piuttosto statico e debole per cui non richiede grande concentrazione.

- Nella modalità attiva è possibile individuare istantaneamente tutte le persone nascoste (indipendentemente dal livello di Nascondersi o di Sensitivo), tuttavia sarà impossibile individuare persone che riescono a celare in qualche modo il proprio chakra (es. tramite abilità Controllo chakra superiore, tecniche, attivazioni, direttive del master, etc...) . risulterà impossibile anche distinguere una Genjutsu dalla realtà una volta che si è sotto il suo effetto. Le azioni morte effettuate mentre si mantiene attiva l'abilità ripristineranno solo metà della Stm prevista per lo sforzo del mantenimento.

- Al Lv.2 sarà possibile individuare l'abilità "Sensitivo" altrui, ma solo se diretta verso di sé o nelle immediate vicinanze."

Liv 2: 1 turni necessari all'attivazione, 4 chilometri di range
 
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view post Posted on 13/5/2018, 16:20
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CITAZIONE
Riportando l'indicazione che vi avevo fornito via chat dopo la chiacchierata con Rouge: i pg potranno comunicare per via telepatica, ma riusciranno ad isolare i concetti da trasmettere rispetto a quelli che vogliono tenere per sé. Come al solito comunicare su whatsapp provoca sempre incomprensioni parziali, come primo giro un leak di pensieri può starci tranquillamente, perché i nostri eroi devono prendere confidenza con questa “””gradita””” novità.

Occhio che quello che vedete non è un cubo, ma un quadrato: è come se sorvolaste una scacchiera dall'alto, con 20 caselle per lato. Considerate di avere di fronte a voi la parete su cui si apre il tunnel: è una parete molto estesa e ricoperta di anemoni e coralli, il foro si aprirà in basso a sinistra e tra voi e il foro si estende la scacchiera. Il lato della scacchiera è ampio come la base della parete verticale.





E così prendono confidenza con quell'ambiente affatto nuovo, chi annaspando alla ricerca dell'ennesimo danno, chi cercando attivamente una via d'uscita da quella situazione.
Non sarebbe stato per nulla gradevole per l'Hokage scoprire il totale isolamento in cui erano piombati: la lieve ferita auto-inflitta brucia come una vera lesione e ciò che ne fuoriesce sembra del sangue vero, tuttavia nessuna creatura anfibia sarebbe potuta giungere in suo soccorso.
I tentativi eventuali di esplorazione verso la volta della caverna avrebbero portato ad un risultato altrettanto magro: l'acqua sembra riempire interamente l'antro, senza formare la minima camera d'aria tra sé e il soffitto scabro.

I flussi di energia che percorrono silenziosamente le pareti sarebbero stati percepiti con estrema facilità da coloro che avessero avuto abilità sensitive – o una doujutsu come il Byakugan, ma il primo vero passo verso la comprensione di quello strano rompicapo sarebbe stato effettuato solo col primo contatto fisico... ossia nel momento in cui la giovane Hyuga avesse deciso di toccare l'artefatto sul fondo del lago sotterraneo.
Improvvisamente avrebbe riacquistato tutto il suo peso e nonostante la pressione idrostatica sottostante, una forza dall'alto l'avrebbe premuta con gentile fermezza contro il granito liscio e candido, del tutto privo di incrostazioni coralline.
Immediatamente si sarebbero verificati altri due fenomeni, pressoché contemporanei: la larga mattonella su cui il suo corpo si è poggiato avrebbe preso a risplendere debolmente, mentre uno dei flussi di energia all'interno della parete della grotta si sarebbe improvvisamente risvegliato. Più... luminoso, più vivo, più intenso e per qualche ignoto fenomeno, anche gli anemoni sbocciati sulla superficie della roccia in corrispondenza col suo percorso avrebbero rifulso di una luce più vivace rispetto agli altri.

Non avrebbe fatto piacere a Chiaki rendersi conto che non avrebbe potuto spostarsi dal riquadro di granito su cui si trova, né constatare che l'artefatto su cui è intrappolata sembra non essere l'unico di matrice umana all'interno della caverna.
Se ne sarebbero resi conto anche i suoi compagni, qualora avessero goduto della medesima prospettiva sulla parete che aveva la kunoichi: quelle che si presentavano come asperità naturali, dal punto di vista fondale assumono forme completamente nuove... quelle di una scultura – un bassorilievo, per l'esattezza – raffigurante un'immagine dalle proporzioni titaniche, tanto grande da occupare l'intera parete.
Testa di toro, gambe di piovra, fissa dagli occhi vuoti quello strano quadrato di pietra, come a volerne essere il guardiano silente.



CITAZIONE
Prendete come riferimento la parete che vi ho descritto nel quote sopra: è quella in cui vedete il bassorilievo, nonché quella in cui scorre il flusso attivato da Chiaki. Il bassorilievo è scolpito in modo tale che si riesca a decifrare l'immagine solo guardandola da sotto in su.

Scadenza: sabato 19/05
 
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view post Posted on 14/5/2018, 21:24
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♫ Peace ♫

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La Hyuga provò ad osservare quella caverna con la sua doujutsu ma ironia della sorte fu un buco nell'acqua, potè constatare unicamente che le pareti attorno a loro erano intrise di chakra primitivo e che quella stessa energia sembrava riportare al quadrato sul fondale, un punto che la ragazza si apprestò ad analizzare da vicino. Seppur scettica Akane la lasciò fare, concordava con Kinji sull'idea del darsi da fare e quell'elemento insieme al tunnel erano gli unici degni di nota per il momento.
Nello stesso istante in cui la superficie liscia di quel quadrato venne toccata videro il corpo della Hyuga venire come spinto verso il basso - o in base ai punti di vista - venir attratto dal basso da una forza magnetica. La jonin sembrò soggetta ad una nuova gravità mentre per gli altri restò tutto invariato, un evento bizzarro che ricordava la sua tecnica di manipolazione spaziale sviluppata con il mangekyou. Nell'osservare il fenomeno ebbe una brutta sensazione, con la poca fortuna avuta di recente sperò vivamente che quel gesto non avesse fatto scattare qualcosa di pericoloso o irreparabile ma per fortuna guardandosi attorno notò solo una maggiore illuminazione della mattonella e al contempo della parete incrostata di alghe che avevano difronte. Più brillanti nei loro colori gli anemoni fluttuanti furono un bel vedere -una magia all'interno di un incubo - ma quell'unica sensazione positiva sparì quando Chiaki tentò di uscire da quel quadrato. La vide fallire nel tentativo e aggrottando la fronte con un paio di bracciate scese in profondità a dare un'occhiata più da vicino.


(Occhi aperti, questa storia non mi piace per niente.)

Quando alzò lo sguardo poi lo vide anche lei. Immenso, riflesso tra le ombre di quell'enorme parete, un bassorilievo che aveva preso vita tra le corolle galleggianti - e non poteva sbagliare - aveva la testa di toro, numerosi tentacoli e quegli occhi vuoti. Ovunque si trovassero Gyūki li stava osservando e presto avrebbe ricambiato il torto subito appena un mese addietro.

(L'Hachibi..)

Esclamò con ansia tra se e sè e fu grata di constatare che le sue preoccupazioni stavolta non giunsero ai compagni; fu allora che iniziò a capire che bastava indirizzare il pensiero in modo corretto e focalizzarsi verso chi doveva ricevere il messaggio. Mettendosi d'impegno dunque scelse Raion.

(Raion, perdonami, com'è che hai fatto a raggiungerci a Fukagizu? )

Ostentando sicurezza davanti a quella visione agghiacciante chiese al chunin di ripetergli le sue peripezie, questo senza curarsi di avergli appena confessato che poco prima lo aveva bellamente ignorato. Seppur con poca convinzione la sua domanda sorse spontanea, erano davvero poche le possibilità che quell'aneddoto potesse fornirle un indizio per uscire da li.

Nel mentre fece qualche rapido test, girando il palmo della mano concentrò del chakra raiton e facendolo scorrere la corrente tra le dita constatò che il liquido che li teneva a galla non fungeva da conduttore. In tutti sensi quindi potè affermare che non si trattava di acqua e che e loro abilità pur funzionando, non seguivano le normali leggi della natura. Nella peggiore delle ipotesi quindi erano finiti in un'altra dimensione - forse in un luogo simile all'Oblio - del resto solo così si spiegava perchè nel mordersi il pollice pur perdendo una goccia di sangue e avvertendo dolore, non era riuscita a richiamare in supporto i suoi anfibi; a dispetto del semplice chakra elementale e delle funzionalità delle loro innate in questo modo riuscì a circoscrivere il problema al luogo e quindi alla distanza che li separava dal mondo che conoscevano. Già così era un rompicapo bello e buono ma reduce da molte disavventure Akane ebbe come il presentimento che quello altro non era che l'inizio.
La scacchiera sul fondale unitamente al problema di Chiaki riportarono a galla ricordi poco piacevoli di una partita a shoji impersonata su un campo a lei sfavorevole, al giorno in cui suo malgrado aveva raccolto la sfida lanciatole dal Demone dell'Azzardo di nome Chansu.
[X]

(Gyūki-sama.)

Chiamò mentalmente cercando di visualizzare la presenza del demone oltre quel fitto muro di piante marine incrostate.

(Sembra che ti debba delle scuse.)

Non aveva idea di cosa volesse da loro l'ottocode ma se l'alternativa per uscire da quel luogo era stare alle sue regole e trovare un modo alternativo, l'Uchiha avrebbe puntato di certo alla seconda. Era una divergente esattamente come lo era Kinji e nel pensarlo non potè che dedicargli uno sguardo complice, in una situazione tanto difficile era felice di averlo al suo fianco.

(E' questo il limbo in cui ti abbiamo confinato?)

Con sincera curiosità ma anche con rimorso e al contempo, con ambizione, l'Hokage cercò di comunicare con il demone nel tentativo di fargli capire che non aveva avuto altra scelta e che se erano giunti li era solo per via dei suoi errori di valutazione. Era lei e solo lei che meritavano di finire sigillati in quel limbo, se avesse potuto scegliere tra lei e loro di fatti non avrebbe esitato a sacrificarsi per donare libertà ai suoi compagni.

 
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view post Posted on 15/5/2018, 12:00
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Indirizzata dall'Hokage, la Hyuga cercò di sfruttare la sua doujutsu per ottenere informazioni più consistenti sulla loro posizione e su cosa li stesse trattenendo forzatamente.
Purtroppo per loro però, Chiaki non ebbe molti risultati da portare alle loro orecchie - o per meglio dire, menti- limitandosi a descrivere ciò che era stata capace di osservare prima di disattivare il byakugan ed essere costretta a massaggiarsi le palpebre: il chakra primitivo che permeava la grotta e le pareti stesse confluiva nel piccolo pezzo di (apparente) civiltà che stonava con tutto il resto.
L'energia però era troppo pura e incontrollabile per poter sforzare ancora la vista, perciò non avrebbero potuto fare affidamento sulla visione quasi completa degli occhi perlacei.


E' un bel guaio questo: se non siamo in grado di utilizzare le nostre abilità, come potremmo provare a fuggire da questo posto?

Mentre Hakurei stava esaminando con la dovuta distanza il quadrato sul fondo, la Hyuga cominciò ad avvicinarvisi con qualche goffa bracciata finchè non fu abbastanza vicina da stabilire un contatto fisico.
Akane la lasciò fare, nonostante era evidente che nutrisse qualche dubbio come tutti a tal proposito, scoprendo che per loro fortuna non c'era nessuna brutta sorpresa ad attenderli; un leggero bagliore, più forte di prima, veniva emesso dalla forma geometrica e da esso una sorta di energia sembrava essersi sbloccata andando ad intaccare alcuni degli anemoni sulla parete corrispondente.
Quel gioco di colori improvviso donava un lieve senso di serenità al Vermiglio, anche se era difficile dimenticare dove si trovassero e come ci fossero arrivati.
Guardando la parete dall'alto verso il basso non gli parve di notare nulla di interessante, se non fosse che Chiaki era praticamente incollata alla mattonella quadrata. Aveva riacquistato gravità, ma non sembrava riuscire ad abbandonare la posizione nemmeno sforzandosi.
Intanto l'Hokage aveva concentrato il chakra raiton debolmente in una mano per provare se il liquido nel quale erano immersi fosse, similmente all'acqua, un conduttore: nessun risultato legato alla fisica che conoscevano. Sembrava che la grotta fosse un luogo del tutto a se stante, dove le leggi degli uomini non contavano più nulla sia nel tempo che nello spazio.


La corrente sembra troppo forte per essere vinta nuotando, così come toccare l'unico oggetto degno di nota non è servito a fare granchè... forse ci stiamo focalizzando troppo su ciò che vedono i nostri occhi. Dobbiamo pensare fuori dagli schemi per trovare la soluzione?

Pensò tra se e se, constatando che stavolta i suoi pensieri non erano arrivati agli altri membri del gruppo. Forse adesso che stava familiarizzando con quel bizzarro metodo di comunicazione, aveva compreso che bastava concentrarsi sul destinatario per poter conferire mentalmente.
Una scoperta utile, almeno per poter filtrare cosa gli passasse per la testa.
Quando vide Akane avvicinarsi alla posizione della Hyuga, rimanendo piuttosto incredula davanti alla parete di roccia dagli anemoni più vivaci, l'Uchiha provò ad avvicinarsi facendosi largo con uno stile di nuoto ben lontano dall'essere perfetto. L'acqua non era proprio il suo elemento.
Una volta abbastanza vicino, anche Kinji rimase un attimo colpito da quello che le creature avevano da mostrare e che dall'alto era impossibile decifrare: un bassorilievo di dimensioni davvero esagerate, raffigurante diversi tentacoli ed una testa di toro con occhi vuoti intenti a fissare il quadrato.


L'Hachibi... cosa significa questo? E' forse il luogo dove riposa adesso che è stato intrappolato? In effetti ha senso... il chakra puro, l'ambiente "marino" e adesso questa scultura.

Dando un'occhiata più da vicino inoltre si poteva vedere che il quadrato su cui era rimasta la compagna non era affatto l'unico oggetto "estraneo" e di matrice umana.
Se quello era effettivamente il luogo dove era stato confinato l'Hachibi, avrebbero potuto contare sul suo aiuto per uscirne? Certo che no, pensò Kinji, piuttosto il mostro avrebbe goduto nel vedere parte dei fautori di quel suo triste destino soffrire a loro volta di una fine così tragica.
Quella trappola era ideata per rendere il demone completamente innocuo, ma forse non era stata concepita per introdurre persone, o qualsiasi cosa fossero diventati ormai, totalmente estranee. Se era stato liberato già una volta, forse avrebbero potuto tentare di ricreare un simile successo per riuscire a fuggire da quel limbo tra vita e morte.
Era un'idea, bizzarra e senza alcun fondamento, perciò prima di esporla agli altri il Vermiglio preferì valutare tutte le opzioni rimaste. Come aveva imparato ormai da tempo: Una volta eliminato l'impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, deve essere la verità.
Kinji avrebbe lasciato al Sandaime le redini degli sviluppi che sarebbero scaturiti di li a poco... anche se, a dirla tutta, nulla dava certezza che il Bijuu volesse o potesse rispondere ad eventuali domande che il gruppo avrebbe sottoposto.
 
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view post Posted on 15/5/2018, 19:58
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Disegnatore di UCCELLI

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Raion: Parlato
***Pensato SOLITARIO***
*Pensato CONDIVISO*


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La promessa mancata





Hakurei si sveglio' e il suo viso dava l'impressione di non apprezzare la presenza del Kamata.
***Meno male... si è svegliato...***

La situazione era del tutto fuori dal comune: un antro acquoso con luci, alghe e quant'altro. Senza poi parlare di quel dettaglio bizzarro della telepatia.
Raion fece uno sforzo, chiudendo gli occhi e sfregandosi i capelli che ondeggivano: voleva il controllo sui propri pensieri.
Dopo alcuni tentativi, riusci' nel suo intento e filtrando le proprie riflessioni tra quelle che voleva comunicare e quelle che invece preferiva celare per....
***... per eivitare di pensare all'Hokage in topless... santi Kami... l'ho vista veramente grigia... quell'urlo mi ha letterelmente spazzato via... bon.. ora.. ascoltiamo gli ordini... Hakurei sta già guardando la zona e Chiaki-sama.... giusto... lei non la conosco bene.. ma l'ho vista giusto al suo rientro a Konoha con Fuyuki-sama... Ehi... sta andando sul fon....***
E in un batter d'occhio lei stessa fece rapporto con la telepatia rivelando c'ho che il suo byakugan aveva potuto percepire.
Poco.

Ma non era da poco essere già in una situazione diversa dagli altri.
***Per tutti i Kami è riuscita a recuperare gravità! E noi stiamo ancora a fluttuare! ***

Poi si volto' ad Hakurei e "penso' " *Andiamo a vedere! Almeno non fluttuiam....cazzo....* Ma la telepatia venne interrotta alla visione della povera Hyuga bloccata in una specie di campo di forza.
***Kami schifosi... è una razza di trappola?? Ma dove siamo finiti???*** guardandosi attorno potè constatare che altre luci danzavano tra le pareti e qualcosa di diverso era di fronte a lui ed Hakurei proprio mentre l'Hokage stava nuotando sino a loro.
***Per... Per.. tutti i Kami... quell... quello è l'Hachibi!!! OH santissimi Kami!! Che sia intrappolato??? Deve esserlo!! Da quella pietra lo devono avere infilato li dentro!! Chissà se sente? Ci ascolta???***

L'Hokage intervenne facendo presente di fare attenzione e si rivolse a Raion con una domanda che il disegnatore non si aspetto'.
Si volto' a guardarla per una frazione di secondo con sguardo vuoto.
***Ma porca di una puttana lercia bastarda..... ma allora quando parlo non mi ascolti ah? Zuccona di una Hokage!! Te l'ho detto prima come ci sono finito in 'sto casino! C'hai le orecchie di creta o cosa??***
Quando si accorse che vi era una minima probabilità che i suoi pensieri non erano stati "filtrati" , entro' in paranoia. Sgrano' gli occhi, aspettando un ceffone o una scarica di pugni.
Nulla accadde.
Era salvo..
***Devo fare piu' attenzione cretino... ora.... pensiamo bene...***

*Hokage-sama, la faccio breve... in pratica... stavo pulendo i bagni all'accademia quando due tentacoli sono spuntati fuori dalle tubature del water e mi hanno trascinato fino a voi... escrementi compresi....*

Aveva fatto rapporto ancora una volta e questa volta limitandosi al minimo indispensabile, evitando uno dei suoi lunghi monologhi.

Girandosi ancora una volta verso il bassorilievo si perse come di consueto in uno dei suoi pensieri introspettivi senza senso. Ma piu' che un pensiero era un disperato tentativo di comunicare con l'Hachibi: con lui aveva un conto in sospeso. Una promessa che si sentiva in debito di portare a termine.
Si concentro' e cerco' di alienarsi da tutti e di concentrare i propri pensieri su quel bassorilievo alla disperata ricerca dell'Hachibi stesso. Era piu' che convinto che ci fosse il Bijuu la dentro. Anzi... piu' che esserne convinto, lo sperava. Tutte le sue convinzioni recentemente erano pure speranze.

-->al bassorilievo-->*Ehm... sei... sei tu vero? no... non dirmelo... lo so... cioè... no... non lo so.. ma... al diaminie... ho bisogno di parlarti! Anche se non sei dietro quella crosta di terra.... La nostra promessa.... io... io.. non l'ho dimenticata.... ho fatto veramente di tutto! Lo giuro! Non potevo di certo prendere a schiaffi l'Hokage! Ho cercato di tutto per convincerla! ... mi spiace... ho fatto tutto quello che ho potuto per darti una mano! Cioè... si'... ti prego non averla a male... sono io stesso che ti ho portato dentro una pietra con quella rompi scatole di una Hyuga... Ma mai avrei pensato ad un casino del genere! Ho....ho..veramente fatto di tutto per convincere l'Hokage... mi son fatto anche sbattere a pulir cessi! Cerca di capire! Sono solo un dannato scribacchino da quattro soldi a Konoha... ma almeno... ho fatto tutto quello che ho potuto! O almeno credo.... insomma... anche se sono un pezzente..... io le promesse le mantengo... o.... almeno ci provo...* e un grosso "respiro" di sollievo usci' dalle sue labbra... in realtà furono semplici bolle.

Quella sensazione che ora percepiva era di puro sollievo, le spalle gli erano leggere, nonostante si trovasse in un luogo totalmente ignoto e inspiegabile.

***Forse sarà solo una statua... ma almeno mi sono levato un peso dallo stomaco... non sopportavo piu' l'idea di aver un conto in sospeso... forse non sono riuscito nell'intento... ma almeno ho confessato... ho fatto tutto quello che era in mio possesso… facendo chiaramente la solita figura dell'idiota e finendo a pulir cessi.. ma diamine....almeno c'ho provato!***

Guardo' ancora una volta quel bassorilievo e ne fu attratto quasi magneticamente. Aveva bisogno di capire se aveva veramente parlato con il polpo-tauro o era uno dei suoi classici vaneggiamneti come tutta la situazione in cui si trovava d'altronde.
Ci si avvicino' con movimenti natatori degni di un neonato lanciato in una vasca per la prima volta. E arrivato a pochi centimetri da quella specie di opera d'arte marina la tocco' con le mani. Non percepi' nulla.

***Non c'è nulla... o forse... che sia solo una grossa crosta e lui sia al di sotto? ***

Si volto' all'Hokage e la vide intenta ad usare tecniche raiton senza problemi, come se l'acqua stessa non conducesse per nulla.

***mh…. questo non è normale... e se questa non fosse acqua? In fondo come cavolo facciamo a respirare? Forse... forse posso provare con qualche tecnica animata. Non dovrebbe squagliarsi una figura se non è acqua...***

Prese il pennello e la boccetta di inchiostro e con gesti veloci per evitare che il contenuto della stessa fosse sparso ovunque, tento' di dipingere sul bassorilievo due serpi che prontamente cerco' di animare con un mezzo sigillo.
Se la cosa fosse andata a buon fine due serpi si sarebbero animate. Ondeggianti e sinuose come anguille in acqua si sarebbero separate dalla superficie.
*Chiaki-sama.... forse è una cavolata... ma mi è venuta un idea! Prenda una delle serpi che si dirigono verso di lei! Se riesce a passare quella che sembra essere una barriera che vi imprigiona, vuol dire che blocca il suo corpo ma non tutto il resto! se vuole possiamo provare ad usare il serprent come fune... non so quanto serva ma potremmo tirare dalla nostra parte e lei si aggrappa alla coda! *
Avrebbe atteso una risposta dalla Hyuga: in fondo era suo superiore!

L'altra serpe invece?
Quella invece avrebbe provato a stritolare uno dei tentacoli del bassorilievo nel vano tentativo di sgretolare la roccia e scoprire se dietro quell'apparente arte scultorea vi fosse il Bijuu.

***Devo sapere se è lui o no... le provo tutte...***





//Gdr OFF - > chiedo scusa per gli accenti “apostrofati” ma con tastiera svizzera non ho scelta!

<ninjutsu> - Arte Ninja: Ultra Illustrazione Animale- [chk=ml impiegati]
"La tecnica fondamentale del clan, il segreto che è stato tramandato di generazione in generazione da quando per la prima volta si riuscì a sollevare una creatura vivente da un semplice ritratto di inchiostro.
Con questa tecnica, il ninja compone gli adeguati sigilli ed è in grado di estrarre dal vincolo cartaceo la sua creatura, rendendola viva e tridimensionale, e soprattutto in grado di eseguire i compiti che le vengono assegnati, rimanendo in questo estremamente fedele al suo evocatore.
Svolge un ruolo fondamentale in questa tecnica la velocità di esecuzione, in quanto il numero di figure creabili in una volta sola non può superare vel/100 +1(arrotondato per difetto, sostanzialmente ogni 100 punti di vel corrispondono a una Figura in più). I ml impiegati, che rappresentano anche il costo in chakra, sono dati dalla somma dei ml utilizzati per ogni creatura."

SerpentiQuesti piccoli rettili sanno il fatto loro, udire il loro sibilo non è mai un buon segno per chi affronta un membro del clan delle Figure animate. Piuttosto rapidi nei movimenti, si avvicinano furtivamente al nemico per colpirlo con i loro attacchi speciali, votati non tanto al danno ma piuttosto all'indebolimento dell'avversario, che può essere così liquidato con gli attacchi delle altre figure.


SUL BASSORILLIEVO:
<taijutsu ravvicinata> - Sss...trangola - (Cos:-10/15/20)(Frz:+ 160/200/240) “Tecnica di immobilizzamento, il serpente raggiunge la sua preda per poi stringerla nelle sue spire, potendo così paralizzarla e soffocarla. Bloccato nella sua morsa e strangolato dalla pressione, il nemico attenderà inerme il prossimo attacco, mentre l'inquietante sibilo del serpente si farà largo nelle sue orecchie.
Questa tecnica causa status Sonnolenza e Paralisi calcolato su Danno*1.5, e la sensazione di soffocamento riduce la Difesa del nemico di una quantità pari al Danno. Se nel turno precedente l'avversario è stato intontito dalla tecnica Sss...offri, questa tecnica ottiene un bonus di +20.”






tralascio i calcoli ma lascio le tecniche e figure usate.
 
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Da una Lacrima di Luna

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Ci mise un po’ per entrare in sintonia con quell’elemento che in realtà avvertiva piuttosto diverso da quello che in realtà era radicato nel suo essere. Muoversi in un ambiente acquatico non sembrava essere tanto differente dal volare, sempre se effettivamente stavano facendo ciò che i loro occhi vedevano. Se non avesse visto l’Hokage mordersi il dito e quindi provare dolore, avrebbe potuto benissimo sospettare si trovassero dentro un’illusione. Nessuno dei loro fratelli sarebbe accorso ad aiutarli, né i mustelidi né i rospi. Nonostante i compagni presenti avvertì un vuoto dentro di sé, infondo aveva condiviso quasi tutte le sue avventure confidando nelle creature dell’eremo. Oltre al mal funzionamento del Byakugan, si sarebbe dovuta segnare anche questo dettaglio non da poco.

Chiaki non essere troppo avventata, il pavimento sembra...

Non fece in tempo a toccarlo che improvvisamente uno strano chiarore illuminò interamente la mattonella sulla quale il suo corpo si adagiò improvvisamente. Quasi come se le avessero legato un macigno al piede, la ragazza riprese la sua normale posizione eretta, trovando sostegno grazie alla gravità. Di fatto un piccolo sviluppo per quella situazione statica, dalla quale riuscivano a trarre suggerimenti molto lentamente. Il contatto con il granito sbloccò la presenza di un componente che era passato inosservato al gruppo, causa probabilmente il suo perfetto nascondiglio. Si trovava parallelo alla sua figura ed ancorato alla dura roccia cavernosa, circondato dalla flora marina che si muoveva ondeggiando seguendo una corrente inesistente. Fu la luce a dar maggior risalto a quell’opera umana, ma dalle sembianze animalesche. Una bestia mitologica con il muso da toro e le gambe da piovra. Non aveva mai visto nulla del genere, soprattutto perché animali simili non appartenevano al loro mondo. A quel pensiero un flash apparve nella sua mente, l’immagine di un’entità senziente e dalle dimensioni rilevanti: Kurama; seguita poi dallo scalpitare di zampe che si dirigeva al centro della piazza. Che anche quell’ibrido appartenesse alla loro stessa categoria? Non poteva dirlo con esattezza... poteva solo lontanamente sospettarlo. Gli occhi perlacei di lei fissarono la struttura per qualche secondo prima di effettuare il passo ed avvicinarsi. Come se un vetro le fosse stato appena posizionato davanti, la diciottenne si trovò a sbattere contro una barriera invisibile. Che cosa significava? Il meccanismo l’aveva bloccata in risposta alla sua attivazione? Rimase piuttosto calma nonostante la situazione spiacevole e ben presto venne raggiunta anche da altri esponenti del villaggio. Sì, la sua era stata una mossa azzardata senza le dovute precauzioni, ma finché era ancora incolume non dava alla faccenda così tanto valore. Riflessiva si guardò intorno, cercando di capire come funzionasse la sua prigione. Avvicinò la mano alla superficie e plasmando il suo chakra lo allontanò dal suo corpo rendendosi conto che era solo il suo spirito, o quello che rimaneva del suo corpo, a non poter passare oltre.

Una trappola... giusto Yume? Non ti preoccupare, in qualche modo ne usciremo

Il combattente smilzo e dalla carnagione pallida, lo stesso che aveva fatto il suo ingresso in guerra completamente sporco di letame, si avvicinò senza timore alla realizzazione scultorea. Fu lieta di vedere che in quell’ambiente non era l’unica a muoversi piuttosto goffamente. Lo stesso utilizzò la medesima strategia della fanciulla toccando l’opera umana ma al contrario di quanto capitato a lei, nulla accadde. Ognuno di loro sperimentava le sue capacità e cercava di farlo senza azzardare troppo; anche ai più inesperti poteva essere passato di mente il pensiero che l’errore di uno si sarebbe potuto capovolgere a sfavore di tutti. Il Sandaime invece testò il suo elemento ponendo il palmo rivolto verso l’alto, ma non comunicò nessuna informazione rilevante. Pure lei avrebbe dovuto muoversi se non avesse voluto rimanere sigillata lì dentro per il resto dell’eternità. Compose i sigilli, modellando il chakra elementale a suo piacimento. Uno strano gorgoglio fuoriuscì da sotto di lei, poi una serie di bolle ed infine si ritrovò a fluttuare proprio come al principio. Il gioco durò poco in quanto il gayser la fece muovere il linea retta, non permettendole di trovare nessuna via d’uscita. Qualunque lato della barriera colpiva sembrava di uguale spessore, inutile il tentativo di cercare un punto debole in quest’ultima.

Si possiamo provare... anche se non sono così positiva

Comunicò rivolgendosi al moretto, vicino alla statua animale. Non era molto speranzosa nella riuscita della sua iniziativa, ma sempre meglio che starsene con le mani in mano. Poi se da un lato era sicura che lei non potesse uscire, si domandava se gli altri o le tecniche altrui non potessero varcare la soglia del muro trasparente. Una delle serpi d’inchiostro create direttamente dal pennello dello shinobi riuscì ad oltrepassare con stupore il varco, ma quando la Hyuga poggiò la mano sulla sua coda pronta ad usare la forza pur di uscire un’idea stramba le venne in mente. La sua posizione, l’apparizione della figura scultorea, il suo corpo relegato in quello spazio... forse tutto ciò era connesso. E se dovesse essere lei ad entrare in contatto con l’oggetto inanimato? Infondo se il jutsu del moretto era arrivato fin lì, forse persino la diciottenne poteva far uscire il suo chakra dal blocco. Ci avrebbe provato nuovamente a fare la sua mossa, chissà se la Dea bendata non avesse guardato dalla sua parte per quella volta?

<ninjutsu elementale a lungo raggio> - Suiton: Geyser - [Chk: 85][Int: +115] “Il ninja sfrutta l'acqua nel sottosuolo, concentrandola tutta sotto l'avversario e facendola uscire come un getto unico, scaraventando lontano chi si trovasse nel punto sbagliato. L'elusione di questa tecnica subisce un Malus di 35. Se l'avversario non riesce a difendersi completamente, verrà scaraventato in aria e poi rovinerà al suolo, subendo danni e ferita da urto pari ad 1/3 del residuo non parato (senza contare Res/5).”

<ninjutsu elementale a lungo raggio> - Fuuton: Lame di Vento - [Chk: 80][Int: +115] “Il ninja plasma il vento, dandogli la forma di una serie di lame che vanno a colpire l'avversario, ferendolo profondamente. Chi si difende da questa tecnica senza l'ausilio di barriere, subirà comunque punti Ferita da Taglio pari ad 1/100 dell'efficacia totale della tecnica.”

 
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view post Posted on 20/5/2018, 10:20
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Vide Chiaki Hyuga avvicinarsi al quadrato, e quasi non gli venne un sobbalzo.
Bhe, poco male, pensò: qualora entrare in contatto con quell'oggetto così colmo di chakra avesse innescato una qualche reazione avrebbero avuto ulteriori indizi, e soprattutto non sarebbe stato lui a subirla. A meno che non fosse stato abbastanza distante.
Lo era? Due, tre metri? Merda. Forse no.
Si allontanò istintivamente con qualche bracciata - che razza di codardo! Bhe, in fondo lei era una jonin veterana, aveva molte più possibilità di sopravvivere rispetto a lui, quale codardo: stava usando solo il cervello - ma presto vide qualcosa di curioso; il semplice contatto col quadrato sembrò innescare un processo curioso, come se stesse generando un campo gravitazionale attorno a sè. No, era qualcosa di più complesso: solo Chiaki Hyuga sembrava risentirne, l'ambiente attorno a lui pareva del tutto immutato. L'ambiente nei sui pressi almeno: poco lontano, dalla parte opposta dell'antro, potè notare come la vaga sagoma di una creatura demoniaca stesse emergendo, stesse sorgendo dalla pareti, ma non del tutto - come se una parte di lui tentasse di liberarsi da quella prigione di pietra, senza poter affrancarvisi del tutto. Potere, o volere?
Che cazzo di senso aveva chiederselo al momento. I flussi erano cambiati, al momento era questa la cosa a cui doveva maggiormente pensare: il contatto di Chiaki Hyuga con quella pietra aveva innescato qualcosa in tutta la stanza, come se quell'azione avesse messo in moto una serie di conseguenze che si ripercuotevano per tutta la sala, fenomeno palesato attraverso quella scia luminosa di anemoni che ne rappresentavano la traccia, il contenuto più evidente.
La rete di chakra nella stanza gli lasciava gli lasciava presagire qualcosa. Guardò Chiaki Hyuga: sembrava non potersi più muovere da quella casella, casella che si rese conto non essere la sola su quel fondale.
Buffo. Quel chakra, come lo sentiva pulsare, la sua natura, e anche le fattezze stesse di quella bestia titanica; era destino che avrebbe dovuto giocare con gli dei per poter sopravvivere a quella guerra - ed era, seriamente, ancora vivo?
Le sensazioni c'erano, a prescindere dalla loro natura. I pensieri c'erano. I ricordi c'erano. Fanculo, era vivissimo al momento, a prescindere da cosa fosse successo al suo misero hardware di poltiglia rossastra.
Soffiò col naso creando una piccola serie di bollicine. Con Matatabi aveva potuto far fronte a una rete più ampia di possibilità, a un maggiore spazio di manovra. Aveva potuto godere della maggior imprevedibilità e imperfezione di Malkuth, del mondo della forma che si fa contenuto, della potenza che si fa atto.
Qui, nella sua vaga e fantastica speculazione, gli Dei sembravano chiamarlo a un gioco disperato. A mettere in gioco la sua vita secondo le leggi più ferree di Keter, del pensiero astratto. A loro, in fondo, decidere sempre il terreno di gioco, su cui si dovevano dibattere i miserabili della sua risma.
Avrebbe avuto qualche possibilità?
Chissà.
E forse stava speculando troppo. Forse nulla di quello che stava pensando si sarebbe mai avverato.
Magari Chiaki Hyuga era riuscita a sopportare meglio il flusso di chakra, mentre una mezza sega come lui sarebbe rimasta fulminata all'istante. Una bella fine gloriosa. Quella che aspetta tutti in fondo, schiavi e sovrani.
Si fottano tutti allora! Che si fottano pure tutti.
Colmò dunque i pochi metri che lo separavano dalla scacchiera, cercando di adagiarsi su uno dei riquadri liberi. Poco prima che il suo piede si posasse, avvertì una sensazione strana. Era un'inquietudine che non gli era nuova, ma, constatò, che sembrava non pesargli più di tanto.
Ci stava facendo l'abitudine. Non era male quella realizzazione, in fondo, come ultimo pensiero cosciente.
 
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view post Posted on 20/5/2018, 22:14
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CITAZIONE
Mi perdonerete se taglio corto: a fine post oramai saprete cosa dovete fare.
Lanciate un D20 e comunicatemi l'esito in pvt appena lo fate (the sooner, the better). Lasciate il numero anche sotto spoiler nel post per amore di cronaca.





Ed è così che, sotto gli occhi della scultura muta e sorda, il giovane Eremita compie la sua mossa: nel momento esatto in cui i suoi piedi sfiorano il marmo, vengono istantaneamente calamitati verso il basso mentre una seconda fila di anemoni prende a brillare lungo la parete.
I cambiamenti tuttavia si esauriscono qui: due ninja bloccati, altri tre ancora fluttuanti nello strano fluido dall'aspetto acquoso.

“Perché parli col muro, Hokage-sama?”

Una vocina acuta, infantile, cristallina sarebbe risuonata improvvisamente nelle loro menti. Sarebbe stato piuttosto difficile individuarne la fonte – più o meno come cercare il proverbiale ago nel pagliaio, considerando che di anemoni ce ne sono a centinaia lì attorno. La creaturina si sarebbe fatta avanti solo dopo aver assistito a un numero congruo di tentativi... un numero sufficiente a scatenarne la risata divertita: spensierata, senza malizia. Un po' il ridacchiare dello studente monello che ha appena tirato uno scherzo al sensei.
L'avrebbero vista guizzare con rapidi movimenti dei corti tentacoli, staccandosi dalla roccia poco dietro alle caviglie di chiaki e raggiungendo grossomodo l'altezza degli occhi dei due shinobi ancorati alla scacchiera.

“Non può sentirti, non è mica lui.
Lui non è così piatto
- avrebbe puntualizzato l'anemone, con una certa punta di pedanteria.
I tentacoli urticanti se ne stanno lì, in cima alla sua testa, a mo' di zazzera scarmigliata; sotto si agita un corpicino grigiastro che misurerà sì e no una quindicina di centimetri, dotato di otto tentacoli e un buffo musetto dall'aria amichevole: i suoi lineamenti assomigliano vagamente a quelli di un vitello.

“Se è vero che vi dispiace, dovreste proprio smettere di bighellonare e perdere tempo. Lui non ne ha più così tanto.
Si inizia come hanno fatto loro, vedete?
Non possiamo iniziare, se non ci siete tutti!”


Ed avrebbe indicato con uno dei suoi minuti tentacoli le figure di Chiaki e Hakurei, saldamente incollati ai loro posti.



CITAZIONE
Scadenza: sabato 26/05
Metto anche qui l'avviso di un mio (molto) probabile ritardo nel posting causa impegni di lavoro nel weekend.
 
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view post Posted on 22/5/2018, 21:33
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♫ Peace ♫

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D20: 16


Rimase a dir poco basita dalla risposta del Kamata ma per quanto quella storia sembrasse frutto della fantasia non potè che credergli e il motivo era semplice, l'aveva visto ricoperto di escrementi con i suoi occhi e aveva la testimonianza di Hakurei. Da solo inoltre non sarebbe mai riuscito a scoprire la destinazione esatta dell'esercito, figurarsi seguirli senza farsi scoprire; in poche parole Akane riuscì a credergli per via della sua debolezza ma ovviamente non andò a dirglielo, si limitò a fargli un cenno cercando di allontanare dalla sua mente quell'immagine disgustosa.
Intanto Hakurei senza proferire parola raggiunse il fondale restando intrappolato a sua volta e mentre Raion prese ad esaminare da vicino il bassorilievo, ecco che una piccola creaturina catturò l'attenzione dei presenti.


(Ma da dove..)

Ci mise un po' a individuare la fonte di quella vocina, si trovva più in basso rispetto alla sua posizione e quella di Kinji. Si trattava di un piccolo anemone incolore la cui forma ricordava vagamente quella dell'Hachibi. Amichevolmente questi la spronò "ad iniziare" raggiungendo gli altri due shinobi sul fondale.

(Iniziare cosa? Che cos'è questo posto?)

(La partita, Hokage-sama)

Sottolineando quella che per lui era un'ovvietà prese a fluttuare nella sua direzione con aria confusa e giudicare da come si grattava il capo con un tentacolo sembrò in difficoltà nel rispondere alla seconda domanda.

(È più facile uscire che spiegarlo. Non è un posto vero questo... i posti sono da qualche parte, ma questo non lo è.)

(Non fa una piega..)

Commentò lei con rassegnazione, se nemmeno quel piccoletto nel suo habitat aveva le idee chiare come potevano venirne a capo? Con la frustrazione crescente le domande poterono solo che aumentarono di pari passo e infatti presto l'esserino si trovò a dover rispondere ancora; Raion cercò di capire chi o cosa fosse quel polipetto in miniatura ottenendo tuttavia di rimando risposte ambigue con un plurale maiestatis aperto a varie interpretazioni.

(Io? Non c'è io, ci siamo noi. Lui è qui, ma non lì.)

Chiaki quindi lo incalzò di nuovo, stavolta in modo più specifico. L'intenzione restava la stessa, capire chi o cosa fosse, qual'era il suo compito e a cosa dovevano giocare di preciso.

(Facciamo prima a farvi vedere che a parlarne. Noi siamo noi, e se non fosse che ci stavate mettendo troppo non ci avreste nemmeno visti.)

Quel breve scambio con i ninja di Konoha si concluse così, senza portare a nulla di concreto e anzi, per l'Uchiha aumentò il desiderio di lasciare quel posto-non-posto.
L'unica scelta che avevano sembrava essere quella di iniziare una partita di un gioco sconosciuto, senza conoscerne le regole né cosa era stato messo in palio. Ragionandoci su il premio più plausibile poteva essere la libertà, quella del gruppo e forse dell'Hachibi stesso ma se questa intuizione era corretta significava che in caso di sconfitta sarebbe accaduto l'esatto opposto. Giocando e perdendo sarebbero finiti a vagato in eterno in quella caverna, marcendo e decomponendosi fino a trasformandosi lentamente in nutrimento per il kelp e gli anemoni che abitavano quelle acque. Per niente entusiasta all'idea il Sandaime scese ancora un po' fin quasi a toccare la casella di fianco a quella di Hakurei ma prima che lei o gli altri due finissero intrappolati in una nuova casella volle fare un test.
Nella partita a shoji nell'Oblio era riuscita a infoltire le pedine della scacchiera con i suoi cloni dunque volle tentare lo stesso. Unite le mani eseguì la tecnica e al posto della classica nuvoletta di fumo il kage bushin apparve dietro una schiuma di bolle biancastra che una volta dissolta presento le sue stesse e identiche fattezze, aveva la sua stessa espressione preoccupata, più tesa anzi. Non appena questi toccò la mattonella fu investito da una scarica elettrica e sparì così come era apparso lasciando l'originale con l'amaro in bocca.


(Niente richiamo, niente cloni. Resta solo una cosa..)

Contrariata dall'esito increspò le labbra invitando Kinji e Raion a seguirla. In un secondo momento i suoi occhi cremisi si posarono sull'anemone e con una mano sul fianco e l'altra aperta ad accoglierlo sul suo palmo lo invitò gentilmente a spiegare le regole.
Ora che era in trappola - con la gravità a tenerla ben ancorata al fondale - improvvisamente avvertiva l'urgenza di portare a termine quella sfida e non potè che chiedersi se in quel posto il tempo scorresse normalmente o se perfino quella concezione veniva distorta.



<attivazione> - Moltiplicazione Superiore del Corpo - [Chk: 50 x copia] “L'utilizzatore si concentra e componendo un unico sigillo forma delle copie non-illusorie che potranno agire in turno proprio composto solo da una azione , oppure sprecandone una dell’originale. Se colpite svaniscono. Le copie hanno statistiche pari ad 1/3 (arrotondato per difetto) dell’originale (Tranne la vta che non la possiedono), possono usare tutti i suoi jutsu, i cui bonus saranno ridotti ad 1/3 della tecnica reale.”

<attivazione> - Mangekyou Sharingan - [Chk: 100][PV: -2 x turno] [Frz/Def: +30/Int: +140/Res: +20] "E' lo stadio definitivo dello sharingan Uchiha. Ancora, dopo tanto tempo, non si è riusciti a comprenderne bene né il funzionamento né i reali poteri, l'unica cosa certa è che rende il possessore oltre modo temibile. Chiunque sia riuscito a portare la propria Doujutsu fino a questo livello è stato vittima, nella propria vita, di traumi inimmaginabili che l'hanno segnato fino al profondo dell'animo, ma come si suol dire, il gioco vale la candela. Il Mangekyou mantiene e potenzia esponenzialmente le abilità e le peculiarità dello Sharingan a tre tomoe, ma il suo utilizzo richiede un grande sacrificio da parte dell'utilizzatore: esso consuma infatti una discreta quantità di chakra per essere mantenuto attivo e, dopo un uso eccessivamente prolungato, anche la vista stessa inizia risentirne, a causa dell'enorme sforzo al quale vengono sottoposti gli occhi. Ogni volta che si eseguirà una qualsiasi tecnica che usa chakra, i Punti Vista totali dello shinobi subiranno un calo pari alla stamina spesa per la tecnica distribuita equamente nei PV dei due occhi."
-Mangekyou Sharingan Eterno: Per ottenerlo, dovrete strappare gli occhi ad un vostro consanguineo e farveli trapiantare. Anche i consaguinei potranno essere indifferentemente PG o PNC. La particolarità del Mangekyou Sharingan Eterno è che permette all'utilizzatore di mantenerlo attivo e di sfruttarlo per normali tecniche senza che la vista ne risenta minimamente. Tuttavia, a rango Jonin-S, il Mangekyou Sharingan permetterà di ottenere la padronanza di jutsu potentissimi che andranno ad influire ugualmente sulla vista dello shinobi, anche se in maniera piuttosto ridotta(1/2 PV necessari).

<abilità/attivazione> - Sensi Migliorati - [Liv 0: 61/∞] [Stm: -2] "I ninja sviluppano i loro sensi per localizzare pericoli e nemici i agguato, ma ogni individuo possiede un senso che è naturalmente superiore agli altri. Può essere qualcosa di semplice come la vista, oppure più particolare, come il tatto o l'udito. Ogni senso ha le sue caratteristiche che comprendono sia svantaggi che vantaggi, ma ognuno è stato dato un solo dono da Madre Natura o dal duro allenamento.

Vista: gli occhi del ninja sono acuti e vedono molto più lontano (raddoppio del raggio d'efficacia), ma sono anche più sensibili e ricevono +1PF dalle ferite da Accecamento. Al Lv.4 l'abilità permette di leggere il labiale a distanza (i portatori di Tecniche Oculari come Sharingan o Byakugan, o chi intende svilupparne di personali, sono obbligati a scegliere il senso della Vista).
    Liv 0: 800 m di raggio
NB: L'abilità Sensi Migliorati può scovare i nemici "Nascosti" o individuare le "Trappole" piazzate ma deve essere attivata per ogni trappola e ninja nascosto, se ad esempio l'avversario piazza due trappole e si nasconde; si userà tre volte.


Edited by ~Angy. - 26/5/2018, 06:09
 
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view post Posted on 23/5/2018, 10:32
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Raion: Parlato
***Pensato SOLITARIO***
*Pensato CONDIVISO*


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Kawabonga





L'idea del Kamata del tiro alla fune andò a vuoto vedendo la Hyuga rimanere intrappolata.
*Mi spiace Chiaki-sama... non saprei che altro...* e proprio in quel momento vide Hakurei agitare gambe e braccia andando a nuotare sul fondo, porprio accanto della Hyuga.

Lì per lì pensò che l'Uchiha (beh.. si.. Raion è ancora convinto che Hakurei sia un "occhi-rossi"... vecchia storia) volesse provare a far uscire Chiaki, ma quando realizzò che il suo vero intento era quello di mettersi lui stesso sulla scacchiera.

*Ehi! Ma che cavolo stai facendo!! Ohhhhhh!* facendo uscire una gran quantità di bolle dalla sua bocca.

Quando il ragazzo si intrappolò con le sue stesse mani in una specie di casella, Raion allungò la mano sinistra con la palma verso l'alto indicando proprio Hakurei e disse/pensò
*Che t'avevo detto? Oh... i tuoi antenati Uchiha si staranno sbellicando dalle risate a vedere te che ti infili nei guai di tua spontanea volontà!* poi mimò con entrambe un applauso che risultò totalmente sordo e per di più a rallentatore.
Ma poco importava... il Kamata doveva fare la sua solita scena teatrale.

Pensando tra se e se: ***mh... certo che... l'Hokage non aveva detto di fare attenzione ed evitare di fare cazzate? Santi Kami... lo avessi fatto io mi sarei ritrovato con un malrovescio adi pulire le latrine del paese della pietra... e Hakurei?? No... lui no... chiaro... un altro raccomandato come Makoto...*** sbuffò e guardò l'Hokage con sguardo stanco e rassegnato come a dire "Seriamente? A me i bagni della scuola e a lui che si caccia nei guai di spontanea volontà diciamo 'na sega, ah?"
Avrebbe voluto dirgliene di tutti i colori ma si trattenne. Doveva restare nei ranghi e dimostrare che la sua "testa calda" si stava raffreddando.

Ma quella frustrazione durò giusto qualche istante perché ben presto una voce dall'ombra si fece strada.
***Chi diavolo è adesso??*** brandendo lo scopettoncino delle toilette che prese velocemente dalla cinta.

Una anemone. Una creatura talmente piccola che mai il Kamata avrebbe pensato potesse essere legata all'Hachibi.
Ma il suo colore e i tentacolini dicevano il contrario.

L'Hokage non targiversò più di tanto e partì incalzante con le domande.

Anche Raion partecipò all'inquisizione perché non era convinto al cento per cento della relazione con l'Hachibi.
*ma lui... dov'è ? E tu? Chi diavolo sei?*

Io? Non c'è io, ci siamo noi
Rimase impietrito.
***Che risposta di merda..... e io come faccio a sapere che non mi pigli per il culo?ahhhhh che strazio....***

Ma l'anemone era chiaro. L'unica soluzione per liberare l'Hachibi era farsi "incapsulare".

***Stiamo scherzando? Anche noi nelle caselle?? Vuoi forse dirmi che quei due, intrappolati sul fondo, stanno aiutando l'Hachibi?? E IO NOOOOOOO??***

Non perse tempo e si mise subito a "nuotare" goffamente nell'acqua per raggiungere la più vicina casella.
L'Hokage lo superò di netto vantaggio e subito provò con un clone per vederne gli effetti.
E il clone si fece arrosto.
Raion deglutì.

***Santi Kami... stasera è previsto in tavola Shinobi alla piastra con salsa di Konoha... ma che cazzo.... però... riflettiamo zuccone... gli altri due sono ancora vivi e non cotti... mh... ***
L'Hokage non perse tempo e si fece intrappolare.

Subito dopo diede ordini perentori. Anche Kinji e Raion avrebbero dovuto farsi "incapsulare".

Voltò lo sguardo a Kinji e disse*Spero veramente che la carne di shinobi di Konoha sia buona... le intossicazioni alimentari non mi sono mai piaciute... *

E con un gran sorriso smagliante, pollice verso l'alto e occhiolino rivolto a Kinji-sama si preparò al meglio per farsi catturare.

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*KAWABONGA!* urlo di battaglia totalmente inutile, ma si sa... il Kamata amava la scenografia.

Fece le ultime "sguazzate" per raggiungere la casella più prossima e pose entrambe i piedi al suolo.


 
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