- Qualcosa è andato storto! Chiamate urgentemente Aoki e Sawa!
Si levò una voce così impetuosa da far vibrare le pareti dell'ospedale. Apparteneva ad uno degli infermieri incaricati di visionare stabilmente la condizione clinica del Kanada. In pochi avrebbero potuto presagire una situazione così nefasta, ma eppure accadde. Aoki aveva fatto il suo dovere con minuziosità, ma probabilmente qualcosa le era sfuggito. Forse aveva sottovalutato quel chakra primordiale lasciando che venisse repulso dal corpo autonomamente; quello era un segnale di incapacità dello Squalo di poter rigettare il potere assimilato. Sopraggiunsero celermente le due dottoresse, Akio e Sawa; la prima con un certo sgomento delineatosi sul suo volto, la seconda piuttosto eccitata per la situazione allarmante.
- Cosa è successo, Chiaki-san?
Proferì il capo medico all'infermiera; quest'ultima palesemente provata per la notizia che stava per darle, le afferrò il polso e la esortò a seguirla nella stanza di Mitsuaki.
- Le ferite si sono riaperte, tutte. Ce ne siamo accorti da poco, ma probabilmente la cosa va avanti da giorni. Gli addetti alla trasfusione gli hanno fatto un controllo e pare che tutto il sangue immesso è stato perso. E' in fin di vita.
La donna divenne scura in volto. Come se quella responsabilità le stesse macinando l'animo, rendendola colpevole del misfatto compiuto. S'avventò nella stanza, seguita da Sawa, per constatare le notizie che le avevano riferito. Era effettivamente vero, proprio come le era stato detto. Non si perse d'animo nonostante avessero poco tempo per sopperire alle loro mancanze. Accese due lampade pendenti sulla barella e iniziò a controllare ogni ferita, per verificare la condizione dello strato di pelle e l'eventuale rigenerazione della stessa. Quasi nessuna di essa presentava nuovi lembi di epidermide ed il flusso circolatorio faceva fatica a raggiungere le zone periferiche, come gli arti che stavano per andare in cancrena.
- Portatelo immediatamente in Sala Operatoria.
S'era tolta quell'apparente maschera; quella prove evidenziava la sua non impeccabilità nella mansione svolta e fu quella la parte più dolorosa da sopportare. Era sempre stata ineccepibile nel suo lavoro, mai aveva fallito, anche quando la situazione era più brutta del previsto.
- Morirà? Il Mizukage se la prenderà con te accusandoti di tradimento.
Fece un ghigno divertito. Effettivamente era vero, sarebbe successo questo data lo stretto legame che la dottoressa aveva con Hogo. Sawa, dal canto suo, si divertiva; era piuttosto sadica come ragazza e forse il ruolo da medico non le calzava a pennello. Ahimè, era utile per varie cose. Possedeva una conoscenza molto approfondita sugli tsubo, sul chakra e le tecniche di auto potenziamento.
- Chiaki-san, prepari immediatamente un'altra trasfusione, e dica a loro di muoversi se non vogliono morire per mano mia!
Proferì Akio, adirata più che mai. Difficilmente mostrava quel lato del suo carattere, apparentemente innocua e paziente, in quel momento stava provando sensazioni contrastanti. Da una parte la delusione,
dall'altra la rabbia. Se non avesse agito immediatamente Mitsuaki Kanada sarebbe morto; sulle sue mani sarebbe ricaduta la colpa del decesso di uno Spadaccino e non era una cosa bella con cui sopravvivere. L'equipè medica aveva già preparato il tutto, ma prima di poter suturare nuovamente le ferite dovevano fare in modo che il chakra primordiale sparisse del tutto. In tal caso solo una tra di loro era in grado di colpire senza provocare ulteriori danni gli tsubo, ed era la più inaffidabile del gruppo: Sawa Emi. Gli occhi del capo medico da Recupero tergiversarono quando si rese conto di tutto ciò, non si fidava minimamente della temperanza della ragazza, o bambina, ed era altrettanto conscia che un suo errore non avrebbe provocato un cambiamento di colpe. Solamente lei sarebbe stata accusata del fallimento, non avendo svolto il suo dovere con dedizione sin dall'inizio, reputando ininfluente quel dettaglio che si era rivelato distruttivo.
- Sawa-san, dovrai stimolare i suoi tsubo affinché il chakra primordiale ne fuoriesca. Agisci con cautela e non provocargli ulteriori danni, già sono piuttosto deboli ed una pressione più forte del previsto potrebbe essere un male per noi, e sopratutto per lui.
La squadrò, quasi invitandola a non errare nel suo compito. Il medico da guerra, diversamente, sorrise entusiasta, quasi come se quello non fosse un compito così complicato. Anzi, pareva eccitarsi sempre più quando iniziavano a togliere le medicazioni dalle ferite riaperte.
Alcuni rivoli di sangue gli solcavano la pelle; era piuttosto grumoso,
un segnale di dissanguamento, a quanto pare.
- Che bello, che bello!
Gli occhi le diventarono lucidi e la gote si arrossì leggermente. Stavolta, però, non doveva agire per uccidere, ma bensì per il contrario, ovvero salvargli la vita. Cosa alquanto astrusa da chiedere a quella bambina, ma per ingraziarsi Hayate-sama avrebbe fatto di tutto, anche reprimere quel suo lato omicida. Il chakra fluiva attraverso 361 punti, e utilizzavano un sistema di energia simile a quello circolatorio; il suo compito sarebbe stato quello di favorire l'afflusso del potere appartenente allo Spadaccino eliminando, quindi,
quello di Isobu. Sawa fece confluire del chakra all'interno dei polpastrelli, evidenziandoli con un'alone di energia, per poi individuare gli tsubo sui quali applicare la tecnica. Iniziò dapprima dalla parte inferiore del corpo, per poi risalire verso l'alto fino a giungere all'altezza del cuore. Era attenta, non voleva che qualcosa le sfuggisse di mano o che l'euforia del momento la tradisse. Non sapeva se effettivamente era riuscita nel suo intento; le mani quasi le tremavano per quanta adrenalina fluisse nel suo corpo.
- Deve muoversi, o non potremo iniziare la trasfusione e morirà!
Giunse la voce dell'infermiere addetto alla macchina della trasfusione.
Sawa orientò il proprio sguardo sulla sua figura; era torvo e disprezzante. Fu chiara.
- Stia zitto o libero la bambina.
In effetti si, stava impiegando molto tempo per portare a termine il suo compito... Lo stava facendo minuziosamente e verificando che ogni tsubo fosse effettivamente libero dal chakra primordiale. Stava per finire; l'esito non era chiaro ma il cenno di assenso in direzione di Aoki non poteva avere altri significati.
- E' il tuo turno. Sta morendo. Manca poco, devi essere veloce ma precisa.
Non sembrava più la solita, anzi, era seria. Non stava più ironizzando sulla sorte dello Squalo, era preoccupata anche lei per la sua sopravvivenza. Era conscia delle difficoltà e del possibile dissanguamento del ragazzo, ma confidava che Akio potesse rimediare agli errori precedenti. Si scostò dalla barella per darle modo di avere un movimento maggiormente libero. Ora toccava a lei.
Adoperò i guanti sterili, dopo aver pulito accuratamente le mani, e ripose su un ripiano mobile tutti gli utensili di cui avrebbe avuto bisogno nel corso dell'operazione.
- Sawa, dovrai suturare tu le ferite. Io non potrò farlo. Se non agisco ora, morirà.
Sentenziò Aoki. Era convinta; si era decisa ad utilizzare una di quelle tecniche che poche volte sinora aveva utilizzato per salvare la vita dei suoi pazienti. Questo caso, però, era il più grave di tutti e avrebbe usufruito di ogni nozione da lei conosciuta per porvi rimedio. Si tolse i guanti e le immerse in una piccola bacinella d'acqua, per poi strofinarle sulla fronte. Un sigillo apparve su di quest'ultima, celato dal trucco. La collega ne era a conoscenza, avevano pur sempre lavorato insieme ed aveva comunque uno studio della medicina parecchio approfondito. Con un cenno del capo le diede il proprio appoggio a riguardo; quella tecnica richiedeva quasi tutto il chakra della donna, inducendola a svenire o, in casi peggiori, al coma. Un attimo, ed un balenò smeraldino venne sprigionato dal sigillo. Si collocò come un mantello sul corpo morente dello Squalo, coprendolo interamente. Sorrise, prima di perdere l'equilibrio e cadere fragorosamente a terra. Non era riuscita ad accumulare abbastanza chakra da tenerne un bel po' pure per lei. Sperava, in quell'espressione di gioia, di aver fatto tutto quello che poteva. L'intera sala operatoria fece un sussulto; alcuni infermieri adagiarono Aoki su di un'altra barella affinché riposasse, mentre dall'altra parte Sawa stava per iniziare l'operazione
Non ci volle molto per capire che quella non era una cosa così difficile; suturare delle ferite e verificarne le condizioni era un compito affidabile anche ad un medico genin, ma voleva agire responsabilmente. Era meglio avere più esperienza a riguardo, come lei che era un medico Jonin. Così come fece quasi una settimana prima la collega, la donna dalla chioma cremisi oltre a suturare le ferite, pulirle, e unire i due lembi di pelle con le graffette, verificò che non vi fosse alcuna rimanenza del chakra primordiale. Nel caso in cui vi fosse stata una minima possibilità della sua presenza, lo Squalo sarebbe inevitabilmente morto. E continuò a suturare, pezzo per pezzo. Avrebbe potuto competere per la Tessitore, tanta la sua perizia nel svolgere quel compito.
- Credo possiate iniziare con la Trasfusione, vediamo come reagirà al sangue immesso.
Ordinò.