Un insolito naufrago, Quest Firma Molluschi per Gra¥ Man

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view post Posted on 21/1/2018, 21:35     +1   -1
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GDRoff// Benvenuto alla quest per la Firma del sutra dei Molluschi! In bocca al lupo! //GDRon

Era passato qualche tempo dall'inizio di quella strana serie di eventi che avevano messo in subbuglio il mondo ninja. Lungo le coste del Paese dell'Acqua, ondate ed ondate di pesci saltavano fuori dal mare contro ogni logica, spiaggiandosi a marcire sulla sabbia ed infettando artigli e becchi dei volatili che si cibavano delle loro carcasse. A Kiri i gabbiani si erano pericolosamente avvicinati al centro; nei primi giorni si erano limitati ad appestare i moli ed infastidire i passanti, ricoprendo di guano perennemente umido a causa della nebbia le già scivolose banchine del porto, ma negli ultimi tempi, data la scarsità di cibo e chissà quale frantico istinto di sopravvivenza, si erano addentrati per le strade del Villaggio della Nebbia: nei parchi non v'era albero che non ospitasse tra le sue fronde un volatile, nè cestino che fosse al sicuro dagli assalti degli indesiderati ospiti. I cittadini erano seccati, ma generalmente al sicuro: i giovani di Kiri crescevano come ninja, mentre i vecchi ancora portavano dietro il fidato kunai tra le vesti, memori del periodo della Nebbia Insanguinata. Nella baia di Odayakai, a sud del Villaggio, un violento Tsunami aveva cancellato buona parte degli edifici sulla costa, causando una ventina di morti ed altrettanti feriti, lasciando la cittadina in condizioni disperate.
Infine, giusto qualche giorno prima una squadra di Anbu ed una moltitudine di civili avevano riportato l'avvistamento di un mostro corazzato a tre code grande quanto un'isola.
Non c'era da stupirsi se tutti gli adulti proibivano ai ragazzini di lasciare il Villaggio; alcuni addirittura erano costretti in casa propria, sotto il divieto assoluto di uscire fino a quando la situazione non si fosse calmata. E tuttavia, un giovane shinobi di Kiri era uscito sotto la tetra pioggia che diradava le nebbie e dissuadeva parte dei gabbiani e sule dallo spiccare il volo. Si era messo in viaggio lungo le coste dell'isola principale dell'arcipelago, sulla quale si trovava il Villaggio Segreto che gli aveva conferito il nuovo coprifronte. La sabbia bianca pregna di acqua era solida al suo passaggio, facilitando il cammino; c'era solo da fare attenzione ai sassi disseminati nei paraggi. Parevano essere in numero maggiore del solito... forse la recente inquietudine del mare aveva portato alla deriva oggetti più pesanti, o forse erano gli innumerevoli gusci di molluschi e carcasse di pesci che sembravano aggiungere alla massa di roccie sparsa per il litorale. Il leggero fruscio della pioggia e del vento di quella giornata stava pian piano venendo soffocato dai gridi di gabbiani nelle vicinanze.


GDRoff// Cosa che non centra: a quanto pare il verso del gabbiano è detto garruco :O //GDRon
 
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Gra¥ Man
view post Posted on 26/1/2018, 12:41     +1   -1




La solitudine, spaventa molti. Cercano infatti di tessere il maggior numero di fili tra le persone, in modo da poter adempire alla natura di animali sociali. Vi sono però delle eccezioni, nella vastità di caratteri e sentimenti che popolano il mondo. Un ragazzino infatti, cammina completamente solo, nascosto dal grigiore delle nubi che, cariche di pioggia, sembrano essere appesantite e quindi stanche, si sono adagiata sulle coste, addensando l'aria di vapore e nebbia.
Le gocce d'acqua che cadono dal cielo, tamburellano con ritmo sincopato e sconnesso sul materiale cerato dell'impermeabile di Tetsuya, infrangendosi senza possibilità di penetrare, creando minuscoli schizzi che si confondono con quelli delle altra sorelle gocce. Al riparo dalla pioggia, il capo del ragazzo è chino, mogio, piegato verso il basso ad osservare attentamente ciò che circonda i suoi piedi. Non solleva mai lo sguardo dal suolo, la spiaggia è disseminata da conchiglie e detriti. Di tanto in tanto, si abbassa. Le mani, dalle unghie sempre annerite, si sporcano di qualche granello nell'afferrare i gusci vuoti dei molluschi che hanno attirato l'attenzione del ninja per la loro bellezza. Ormai, ne tiene una dozzina in tasca: il suo povero tesoro.
Nonostante i recenti fatti, le controverse dicerie che dilagano tra gli abitati, Tetsuya esce tranquillamente di casa.
Coraggioso? Affatto. Ha paura eccome, ma deve fare una scelta. Deve scegliere se correre il rischio di scontrarsi con un mostro leggendario o con un mostro ben diverso, che infesta le sue giornate da troppo tempo, che porta il suo stesso cognome.
Così, solo, si aggira per le coste in attesa che la sua carriera possa fruttargli qualche soldo per vivere, che gli permetta di andarsene, di abbandonare queste tristi darsene.
Sospira, e il suono del suo soffio risuona metallico tra la pioggia, distorto da un respiratore che gli copre parte del viso. Non che ne abbia bisogno, all'aria aperta, ma l'abitudine, di filtrare l'aria attraverso quel boccaglio, non sembra fare differenza al piccolo shinobi, che nasconde il viso sotto l'ampio cappuccio.
Figlio del mare freddo del Villaggio, Tetsuya ne conosce l'antica lingua e sa cogliere i suoi sussurri silenziosi, come i minacciosi borbottii delle onde. Solleva ora lo sguardo, perchè sembra che le profondità marine stiano avvisando la Terra di un accaduto, e l'allarme è dato dai garruLi acuti dei gabbiano che screziano lo scrosciare della pioggia. Nessuno però, si preoccupa dato che le coste ultimamente sono infestate dai netturbini del Mare. Scrolla le spalle il giovane Tetsuya, scacciando i cattivi pensieri e tornando a guardare le conchiglie.


Aggiornerò la scheda promesso
 
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view post Posted on 3/2/2018, 20:26     +1   -1
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Seppure per i primi minuti fu semplice ignorare i gridi degli uccelli che infestavano il litorale, man mano che il tempo passava questi presero a riecheggiare fastidiosamente nelle orecchie del giovane. Il dubbio che potesse trattarsi di una sua impressione, magari dovuta all'apatia e stanchezza che il clima ispirava, fu spazzato via pochi momenti dopo, quando un acuto schiamazzo perforò i timpani del ragazzo. Dalla sua destra, verso il mare, proveniva un baccano che solo uno stormo ben nutrito di volatili affamati poteva produrre: chissà quanta penuria di cibo doveva esserci perché così tanti uccelli si avventassero a quel modo sullo stesso ritrovamento? Alcuni gabbiani e qualche sula erano giunti in volo da quella direzione e si erano messi a frugare tra le conchiglie in maniera non dissimile al giovane, ma con aria forse più sconsolata: probabilmente il gruppo era talmente grosso che quei poveri diavoli erano rimasti tagliati fuori, incapaci di raggiungere il centro di tutto quel gran trambusto, ma non sembrava avrebbero trovato chissà cosa tra i sassi e le bianche conchiglie, se non sabbia.
Un altro grido, simile al primo, ma più allarmato risuonò nell'aria fredda. Non sembrava che i volatili stessero combattendo tra di loro per il cibo, piuttosto, che qualcos'altro stesse combattendo contro di loro. Uno sguardo più attento ai rinunciatari avrebbe rivelato leggere contusioni e penne lievemente arruffate e sporche, nonstante la pioggia lavasse senza sosta le loro piume.

Il gruppo di assalitori era ancora troppo lontano per poter distinguere qualcosa all'interno di quel pandemonio di penne, becchi e zampe palmate. Improvvisamente però, senza alcuna ragione apparente, un gabbiano nel bel mezzo di una virata sembrò come addormentarsi e piombare al suolo, tornando in controllo di sè stesso di soprassalto all'impatto. Dopo aver ripreso il volo alla bene e meglio si aggiunse ai suoi compagni sconfitti in cerca di qualche misera consolazione tra le roccie della spiaggia.
Sarebbe stato normale pensare che, a forza di venire abbattuti, i molesti pennuti avrebbero prima o poi desistito nella loro battaglia, ma più volatili venivano scacciati e più ne accorrevano, speranzosi di trionfare dove gli altri avevano miseramente fallito. Uno spruzzo di sabbia, quasi ghiaia data la grana grossolana, prorompette verso l'alto. L'inarrestabile turbinio alato si scompose per qualche attimo, ma a parte quello non battè ciglio. Forse quella mossa disperata aveva fatto guadagnare qualche istante di riposo alla povera bestia che stava cercando di liberarsi da quella piaga.
Non sembrava però stesse cercando di fuggire... forse era ferita?
 
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Gra¥ Man
view post Posted on 17/2/2018, 16:40     +1   -1




Stai da solo, stai lontano dai guai. Se vedi qualcuno allontanati, se ci sono guai in vista, scappa.
Poche massime nella vita di un vigliacco, imposte, se quel vigliacco è una persona che si circonda di solitudine.
Nonostante sia molto bravo nello stare in disparte, senza attirare troppe attenzioni, lasciando che gli sguardi gli scivolino addosso o che addirittura lo ignorino; ultimamente la tranquillità ha abbandonato i giorni del ragazzo. Si è convinto, che la colpa è tutta della targhetta che gli è stata consegnata all'accademia: quel coprifronte che è adagiato sotto il mento, legato attorno al collo è, secondo Tetsuya, un maledetto talismano di sventura. Non l'ha sfilato, ha solamente chinato il capo, come è solito fare, accettando il suo destino. Farà di tutto per fuggire dalle avversità, ma se saranno loro a trovarlo, non potrà far altro che subirne le conseguenze.
Povero ragazzo, il mondo dei ninja non è fatto per i codardi, il suo è stato probabilmente un tremendo errore.

Il Mare però, in tutto questo, non lo aveva mai abbandonato. Con le sue onde infinte aveva accompagnato i giorni e le notti, il suo respiro era sempre presente nelle orecchie del ragazzo e ovunque sentisse i sussurri della marea, si sentiva a casa. Quando gli occhi tristi del giovane si riempirono delle figure dei gabbiani, non potè ignorarle come avrebbe fatto con quelle degli uomini. Se la stessa situazione si fosse verificata in una strada cittadina, dove un capannello di persone accorreva in un punto, probabilmente Tetsuya ne sarebbe stato alla larga. Ora però, è diverso. Qualcosa non va. La bocca dello shinobi si riempie di saliva che deglutisce a fatica. Sotto il vecchio impermeabile, il cuore inizia a dimenarsi nel petto e le gambe si fanno pesanti e rigide. E' la paura: cara vecchia amica.
Tetsuya si volta, dietro di se la spiaggia si distende tra la nebbia e la spuma di salnitro portata dalla pioggia. Il piede destro si muove e arretra, sta per voltarsi e scappare. Una folata di vento però, gli fa calare il cappuccio sugli occhi, da dietro la brezza lo sospinge. Un sospiro, profondo, che dal respiratore esce con suono metallico e artificiale. Non può ignorare il richiamo del Mare, che chiede aiuto.
Porta una mano nella sacca ed estrae un kunai che afferra tremante tra le dita. Deglutendo, una seconda volta, cercherebbe di avvicinarsi all'epicentro dello stormo, menando fendenti all'aria, più per convincere se stesso forse, che per spaventare i gabbiani.
 
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view post Posted on 31/3/2018, 13:36     +1   -1
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I colpi di Tetsuya tagliarono attraverso quella nuvola di volatili come burro. I gabbiani non erano notoriamente furbi, ma neppure così stupidi da prendersi un kunai in faccia volando troppo vicino ad un ninja armato, e la loro recente vicinanza ai centri abitati li aveva istruiti bene a stare alla larga dalle persone che avessero prontamente tirato fuori un coltello. Il giovane shinobi passò inostruito attraverso il caos di penne, investito occasionalmente da qualche piuma strappata agli assalitori dagli attacchi di qualunque cosa stesse in mezzo a quel vortice.
Pochi passi, ed era ormai in grado di distinguerne la sagoma: l'essere sarà stato alto una ventina di centimetri e largo tra i trenta ed i quaranta. Non si distinguevano gambe, orecchie, code o musi; probabilmente nessuna persona normale sarebbe stata in grado di capire cosa esattamente fosse quell'ombra davanti a loro, ma la naturale familiarità con il mare del ragazzo gli fornì l'intuizione necessaria per identificarlo, salvo rimanere leggermente stranito per le dimensioni inusuali. Era una gigantesca vongola.

Sembrava quasi surreale. L'essere apriva e chiudeva le due valve di cui era fornito con una notevole velocità nei brevi spiragli di tempo in cui i gabbiani indietreggiavano dopo aver fatto cozzare i propri artigli sul suo guscio. Alle volte nulla pareva succedere, altre volte il piede del mollusco faceva rapidamente capolino per sollevare della sabbia da scagliare contro i pennuti, alle volte coinvolgendo anche lo shinobi. Il suo atipico comportamento lo separava ancora di più da quello che era un mitile tradizionale.
Ancora lontano un paio di metri, Tetsuya si sentì strano. La sua vista si annebbiò di colpo e le gambe, ora inspiegabilmente pesanti, faticavano a muovere un passo in avanti. Le braccia a penzoloni sui fianchi e la testa leggera lo facevano sentire sull'orlo di uno svenimento, ma il suo fisico e la sua mente reggevano. Fresco di accademia, poteva bene intuire a cosa quelle sensazioni fossero imputabili.

Seppure da sola l'illusione non rappresentasse un grande ostacolo, il tempismo della stessa fu inavvertitamente inopportuno. Man mano che il giovane Tetsuya si era avvicinato al centro della commozione, i volatili, temendo di vedere il proprio pasto portato via da un umano, si erano fatti più aggressivi. Non appena videro il kunai scivolare di mano al ragazzo, fu come se questo scomparisse: ora completamente incuranti della sua presenza, gabbiani e sule planavano terribilmente vicini, occasionalmente graffiandolo con i loro piccoli artigli.
Certamente i colpi degli uccelli duolevano quando non colpivano il giovane su stoffe o metalli, ma all'accademia aveva sicuramente sopportato di peggio. Il vero pericolo, tra inaspettate folate di sabbia e zampe artigliate, era farsi colpire negli occhi.
 
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