La solitudine, spaventa molti. Cercano infatti di tessere il maggior numero di fili tra le persone, in modo da poter adempire alla natura di animali sociali. Vi sono però delle eccezioni, nella vastità di caratteri e sentimenti che popolano il mondo. Un ragazzino infatti, cammina completamente solo, nascosto dal grigiore delle nubi che, cariche di pioggia, sembrano essere appesantite e quindi stanche, si sono adagiata sulle coste, addensando l'aria di vapore e nebbia.
Le gocce d'acqua che cadono dal cielo, tamburellano con ritmo sincopato e sconnesso sul materiale cerato dell'impermeabile di Tetsuya, infrangendosi senza possibilità di penetrare, creando minuscoli schizzi che si confondono con quelli delle altra sorelle gocce. Al riparo dalla pioggia, il capo del ragazzo è chino, mogio, piegato verso il basso ad osservare attentamente ciò che circonda i suoi piedi. Non solleva mai lo sguardo dal suolo, la spiaggia è disseminata da conchiglie e detriti. Di tanto in tanto, si abbassa. Le mani, dalle unghie sempre annerite, si sporcano di qualche granello nell'afferrare i gusci vuoti dei molluschi che hanno attirato l'attenzione del ninja per la loro bellezza. Ormai, ne tiene una dozzina in tasca: il suo povero tesoro.
Nonostante i recenti fatti, le controverse dicerie che dilagano tra gli abitati, Tetsuya esce tranquillamente di casa.
Coraggioso? Affatto. Ha paura eccome, ma deve fare una scelta. Deve scegliere se correre il rischio di scontrarsi con un mostro leggendario o con un mostro ben diverso, che infesta le sue giornate da troppo tempo, che porta il suo stesso cognome.
Così, solo, si aggira per le coste in attesa che la sua carriera possa fruttargli qualche soldo per vivere, che gli permetta di andarsene, di abbandonare queste tristi darsene.
Sospira, e il suono del suo soffio risuona metallico tra la pioggia, distorto da un respiratore che gli copre parte del viso. Non che ne abbia bisogno, all'aria aperta, ma l'abitudine, di filtrare l'aria attraverso quel boccaglio, non sembra fare differenza al piccolo shinobi, che nasconde il viso sotto l'ampio cappuccio.
Figlio del mare freddo del Villaggio, Tetsuya ne conosce l'antica lingua e sa cogliere i suoi sussurri silenziosi, come i minacciosi borbottii delle onde. Solleva ora lo sguardo, perchè sembra che le profondità marine stiano avvisando la Terra di un accaduto, e l'allarme è dato dai garruLi acuti dei gabbiano che screziano lo scrosciare della pioggia. Nessuno però, si preoccupa dato che le coste ultimamente sono infestate dai netturbini del Mare. Scrolla le spalle il giovane Tetsuya, scacciando i cattivi pensieri e tornando a guardare le conchiglie.
Aggiornerò la scheda promesso