Alloggio di Yumin'

Un riparo nella bruma.

In uno dei quartieri più intimi all’abbraccio di eterea bruma, laddove l’occhio guarda ma non trova motivo di osservare, stretta tra le mura di case di altrui proprietà, sorge la dimora della vecchia Aiko. Sotto il cielo opaco di nubi grigie, il quartiere riflette di un colore bluastro sulle pareti, concordando con la sfumatura della strada che ivi conduce. Quando la coltre di nebbia si trasforma in un mantello, a segnalare la presenza di vita è il luccichio artificiale delle luci calde: un miscuglio tra lampadari e candele.
Ad un occhio particolarmente attento, nonché per forza di cose interessato ad una zona abitata orfana di peculiarità, giunge inevitabilmente la figura di due grandi abitazioni, congiunte da un arco. Esse appartenevano in tempi più antichi alla famiglia Shimura, oramai simboleggiata dall’unica donna ancora in vita legata ad essa. Aiko è una vecchina dai candidi capelli bianchi, dagli occhi scavati e dai lineamenti ancor preservanti una nobile dolcezza. Ha venduto la proprietà appartenuta ai fratelli del marito, ritenendo opportuno abitare nella casa ove risiedono la maggior parte dei ricordi legati ad egli. Le due stanze da letto, i tre bagni e la calorosa sala da pranzo, accompagnate dal confortevole camino in soggiorno, hanno permesso all’anziana di ospitare la donna straniera che aveva catturato la sua attenzione, approfittandone per concedersi un meritato riposo dalle pulizie domestiche. Yumin’, questo è il suo nome, risiede con la vecchina da più di tre anni e, secondo le sue parole, la convivenza si prolungherà per almeno un altro lustro.