Restoration or Destruction? Your choice, girls., Quest Medico da Guerra e Recupero per Egeria e Gaeshi (1* pg ambedue)

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view post Posted on 19/12/2017, 21:59     +1   -1
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Il Fato tende sempre ad essere un curioso mattacchione.

D'altronde, come biasimarlo? Perso nel suo mondo d'etere, irraggiungibile da qualsiasi cosa che non sia un suo simile, si limita a guardare il mondo degli essere mortali senza poterci davvero interagire.

No no. Purtroppo lui non può agire materialmente e direttamente sul mondo. Può solo, quando gli viene concesso, mettere un pizzico di curiosa follia ad un susseguirsi di eventi che, tramite effetto farfalla, portano determinati destini ad incrociarsi.

Se poi i destini in questione si sono già intrecciati in passato, questo simpatico birbone si diverte ancora di più a fare quello che fa!

Ecco quindi che sposta alcuni dadi, che muove alcuni fili, che posiziona cautamente quelle che potremmo chiamare "strade" in modo tale che, due persone che già si conoscono, si rivedano un'altra volta, cambiate nel corpo e nello spirito (chi l'una, chi l'altra) in un'incredibile serie di coincidenze che definirle tale è forse bizzarro.

Ma lasciamo per ora il campo a loro, dopotutto, noi possiamo solo descrivere quanto accade. Nostro compito non è altro che riferire.

Ecco che quindi una figura dalla strana coda e dalle strane corna si presenta alla porta dell'ospedale nello stesso momento in cui una piccina Urako arriva per fare le sue faccende.

Sarà mascherata Shitsuki? O va in giro rivelando le sue grazie e la sua nuova forma? Non lo so io, su queste cose non ho il potere.
E Urako la noterà o sarà troppo presa dai suoi pensieri visti i recenti avvenimenti? Le piacerà mai qualsiasi cosa al gusto di fragola? Boh, difficile dirlo.

Ma non importa, non importa. Lasciamo loro spazio, suvvia.


///role libero. Have fun ///
 
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view post Posted on 20/12/2017, 01:28     +1   -1
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"Mascherata" è una parola grossa. Shitsuki, da quando aveva messo piede a Kiri dopo la sua trasformazione, se così si può chiamare l'innalzamento a essere divino, aveva aggiunto un elemento al suo abbigliamento quotidiano: un mantello, lungo e nero, con un ampio cappuccio adatto a coprire le corna che le svettavano sulla fronte.
Si vergognava del suo aspetto? Ma manco per idea.
Aveva letto un libro di mitologia occidentale e aveva visto che c'era una divinità molto figa con una falce che indossava un mantello? Affatto.
Doveva nascondersi? Quasi.
Ma non da persecutori e oscurantisti medievali che con torce e forconi avrebbero tentato di metterla al rogo: si voleva nascondere dalle decine e decine di sguardi, bisbigli, esclamazioni che l'avevano accompagnata quell'unica volta in cui era uscita per fare la spesa senza mantello. Non aveva causato il panico, ma solo un paio le avevano chiesto se ci fosse una festa mascherata di qualche tipo. Poi un bambino le aveva tirato la coda, lei istintivamente aveva reagito schiaffeggiandogli la mano con la punta... E allora apriti cielo.
Quel mantello la proteggeva dagli sguardi più indiscreti, ma presto non avrebbe potuto fare il suo miracolo, dato che in ospedale non era consentito indossare cose diverse dai camici di ordinanza.
Una cosa per volta, però.

Entrata nell'ospedale, la prima cosa che le venne in mente fu che non aveva idea di chi fosse incaricato di smistare le richieste di specializzazione. Sapeva a grandi linee i requisiti, le modalità... Ma sul pratico, ci saranno stati moduli da compilare? Timbri? Marche da bollo?

Stava per avvicinarsi al banco accettazione, quando una figura di sua conoscenza entrò nel suo campo visivo.

«Oh, ehi! Urako!»

Urako Yakamoto le dava, a pelle, l'idea di essere una persona che i dettagli tecnici e le istruzioni le inzuppava nel caffelatte la mattina. Sicuramente avrebbe potuto aiutarla, evitandole la fila alla reception e le interazioni con la segretaria che per qualche motivo seguiva a giorni drammaticamente frequenti lo stereotipo dell'essere acida e insupponente.

Le corna di Shitsuki erano coperte, così come la coda, ma il mantello lasciava intravedere abiti nuovi e un volto pittato di nero attorno agli occhi. Questi ultimi da rossi erano passati ad un acceso azzurro chiaro, e nella penombra del cappuccio parevano brillare di luce propria.
Inoltre la Jashinista aveva perso un paio di taglie e guadagnato un vitino da vespa da far invidia alle sue sorelle, ma quello un minimo il mantello lo mascherava.
Il sorriso però, allegro e rumoroso, era sempre lo stesso.

gaEo3EO


 
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view post Posted on 20/12/2017, 15:03     +1   -1
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“Shitsuki”

Né un'esclamazione, né una domanda, né pronunciata con un tono eccessivamente alto: una constatazione mista al chiaro intento di salutarla, esplicitato dall'agitarsi della mano libera alla sua volta. Nel chiacchiericcio indistinto della hall dell'ospedale ogni grido più forte è seguito dall'improvviso voltarsi di decine di teste, come quando il vento fa piegare le spighe di grano tutte assieme nella stessa direzione.
L'altra mano è stretta attorno al manico di una cartella di tela beige chiaro che grida pietà per il peso che è costretta a sopportare: gli spigoli che rischiano di bucare la stoffa non possono appartenere ad altro che a dei libri. Grossi, pesanti tomi di medicina, l'altra faccia della medaglia di quel bel chakra verdolino che tanto attira gli sguardi ammirati dei pazienti.

Ha già letto quello che desiderava dall'ampia bacheca stracarica di foglietti e avvisi al personale, quindi non perde tempo e muove i suoi passi in direzione della figura incappucciata da cui ha sentito provenire la voce della Agiwara, trascinandosi faticosamente dietro la borsa troppo piena. È arrivata con largo anticipo, non sarà un problema fermarsi a curare un po' le pubbliche relazioni.
Ci sono due curiosi bernoccoli a segnare il tessuto del suo copricapo scuro, ma sono quegli occhi ad attirare la sua attenzione: mentre si avvicina, le palpebre si stringono ad abbracciare le iridi scure più strette, esprimendo la curiosità che si può manifestare quando una tua conoscenza si presenta a lavoro con un nuovo taglio di capelli. “Trapianto?” domanda con disinvoltura, una volta abbastanza vicina da non doverlo spiattellare ai quattro venti.
Tra i ninja di rango più alto non è infrequente prelevare parti da altri ninja e farseli impiantare addosso. Altri ninja non consenzienti, volendo essere precisi, ma questo ai genetisti non importa un granché: quelli godono come ricci nel sezionare cose e ricucirle nei modi più fantasiosi, festeggiando rumorosamente quando le suddette cose riescono anche a sopravvivere dopo il... trasloco.

“... e nuovo trucco. Ti dona” commenta subito dopo, scrutando il volto lunare che fa capolino dall'interno del misterioso cappuccio. Le dona sul serio, non è tanto per dire. In sostanza, l'unica che non riesce a truccarsi come si deve e non si decide a tagliarsi i capelli resta soltanto lei; però sta diventando abbastanza disinvolta in quelle cose... le pubbliche relazioni, appunto. La Sakamoto si è raccomandata di lavorarci su il più possibile, perché un complimento fatto al momento giusto può aprirti porte strategiche in un ambientino come quello dell'ospedale. La segretaria acida della reception, ad esempio: quella era stata la cavia ideale, la più difficile da approcciare, ma dopo averla osservata sferruzzare della lana color cicca sul bancone per un paio di settimane, aveva elaborato il suo piano di attacco. La saluta con un ampio sorriso e un deciso agitare della mano al di sopra della spalla di Shitsuki, prontamente ricambiata dalla donna di mezza età – che addirittura accenna un sorriso su quel viso legnoso.
In fondo, era solo bastato farle i complimenti per quell'orribile golfino rosa.
Per quanto riguarda l'altra kunoichi, l'abbinamento del mantellone nero con la falce e il resto non passa certo inosservato, ma non sono tutti preoccupati di nascondersi come lei: evidentemente la Agiwara preferisce la tattica opposta, cioè far prendere male l'avversario prima ancora di mieterlo come il fieno per le vacche.

“Dov'è che sei di turno oggi?”

 
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view post Posted on 20/12/2017, 18:41     +1   -1
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Capirete quindi quanto possa essere ilare il mestiere del Fato. Queste due giovani shinobi si erano incontrate tempo fa, in modo...non particolarmente amichevole, per poi sovvenire a tali mancanze di cordialità in una successiva...riappacificazione, ecco....ahm...dicevamo? Ah sì. Sì...sì ecco, si rivedono ora dopo un po' di tempo che è passato e Urako fisicamente non ha molte differenze, mentre Shitsuki non ha un granché di umano sul suo volto.

Di fatto, la piccola e felice riunione viene interrotta quando una donnona molto grossa si avvicina a loro. In mano, regge un piccolo raccoglitore al cui interno ci sono i fascicoli delle due giovani kunoichi. Scruta attentamente le due, Urako la riconosce immediatamente, Shitsuki invece necessita di una più attenta osservazione. Quando poi il suo occhio cade sulla nota che la porta a svoltare pagina e a vedere le note successive, una rapida e seconda occhiata fuga ogni dubbio


”Aaaahm. *cough cough* Shitsuki Agiwara e Urako Yakamoto. Una fortuna trovarvi assieme. Allora, Agiwara-san, sono stata informata che te vuoi prendere la specializzazione militare, mentre per quanto riguarda te, Urako-san...non ho nessuna nota a dire il vero anche se...” Una veloce occhiata alla sua minuta figura dice tutto ”Beh, qui leggo che tendi ad essere molto meticolosa, una cosa dura da trovare di questi tempi, dove tutti sono più fanatici di far scorrere il sangue piuttosto che rattopparlo. Oh beh. Ah! Scusate, magari non mi conoscete, non opero spesso alla vista altrui...”
nel dire ciò tira su col naso, facendo versi animaleschi simili ad una scrofa. Il perché non stia a contatto con il pubblico si evince evidentemente da ciò. Dopotutto, in questo mondo come in tutti i mondi, determinate cose contano molto di più di competenza e professionalità ”Io mi chiamo Yukiko Himura, mi occupo di seguire i vari specializzandi e indirizzarli al meglio...ecco, dobbiamo svolere alcuni test prima, sapete com'è, protocolli, burocrazia...cose così insomma!”

Ancora versi animaleschi escono dalla sua bocca mentre, presumibilmente, effettua una risatina nervosa. Poi, invita le due a seguirla.

Ora, ci sono varie cose che potrebbero lasciare perplesse le due ninja. Ma lasciamo spazio a loro scoprire cosa e perché.


Come dite? Oh sì, in effetti non abbiamo descritto molto questa donnona che dal nulla appare armata di cartellina e fascicoli...beh, non molto da dire, in verità. Soffre di un pesante morso inverso, o unerbite che dir si voglia, e presenta di conseguenza i denti leggermente storti, sporgenti in avanti. La bocca è pure troppo larga nonostante ciò, ma fa da contorno ad una voce incredibilmente dolce e delicata, che contrasta col resto dell'aspetto. AD una massa corporea bella elevata, infatti, si contrasta una delicatezza dei modi e degli atteggiamenti (versi a parte, dovuti forse al suo problema mandibolare)
che però non possono fare a meno di nascondere una pettinatura tendente al nulla, dove capelli irti e ispidi di doppie punte e apparentemente sporchi coronano un viso all'apparenza androgino. I suoi occhi, molto piccoli e stretti,
intravedono una luce di verde chiaro. Una luce perché effettivamente le iridi non sembrano molto visibili, quasi sia nata con una deformazione. Porta, naturalmente, degli occhiali a mezza luna in montatura dorata, molto delicati e tenuti in ordine, legati alle stanghette da una cordicella per poterli togliere all'occorrenza.


/// ROLE Libero ///
 
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view post Posted on 20/12/2017, 22:07     +1   -1
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Alla domanda sul trapianto dapprima non capì. Poi disse qualcosa sul trucco, e il cervello della Figlia di Jashin fece due più due.

«Emh... Circa.»

Sorrise, grattandosi la guancia. Evidentemente Urako non era ancora stata raggiunta dalle voci e dai pettegolezzi che sicuramente erano girati nell'istante in cui aveva messo piede a Kiri senza un mantello addosso, ma poco importava. Il comunicato del Mizukage avrebbe raggiunto tutti, e coloro che avessero scelto di ignorarli sarebbero stati raggiunti da altro. Possibilmente a tre lame.

«In realtà è una storia un po' lunga... Poi appena riesco ti spiego. Ma...»

Si sollevò leggermente il cappuccio, mostrando la base delle corna. Non voleva dare spettacolo lì in quel preciso momento, quindi scoprì il volto quel tanto che bastava per far capire che quelle protuberanze rosse le spuntavano dalla testa, non erano un qualche buffo copricapo.

«Mi sono successe un po' di cose. E il mio aspetto è... Cambiato.»

Non poté aggiungere ulteriori dettagli perché le due ragazze vennero approcciate da tale Yukiko Himura. Guardandola di sfuggita, Shitsuki si allarmò: le sembrava che tenesse in mano un sacchetto con organi espiantati, cosa non normale da vedere persino nell'ospedale di Kiri. Poi guardò meglio, e capì che il neon aveva fatto un simpatico scherzo di rifrazione con la cartelletta, e la fantasia del golfino della donna aveva fatto il resto.

Scosse il capo, si sistemò meglio il cappuccio e annuì con decisione.
«Esatto, volevo specializzarmi nella medicina da guerra.»
Dell'aspetto, dei denti o dei suoni della donna non gliene poteva fregare di meno. Quello che era importante era che seguendo lei, avrebbe potuto avviarsi sul cammino della specializzazione a cui tanto ambiva.
Ora che aveva un corpo divino era doppiamente necessario che fosse in grado di mantenerlo al meglio. Inoltre, essendo diventata una figura di riferimento spirituale e sociale all'interno del Santuario, aveva pensato che aiutare a diffondere il benessere potesse solo portare vantaggi, oltre ad accrescere la stima della comunità verso di lei.
Egomaniaca? Nooooo...

Quindi si rivolse alla donna con gli occhiali sfoggiando un sorriso sicuro.

«Cosa dobbiamo fare di preciso? Ci sono esami particolari da sostenere?»

gaEo3EO


 
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view post Posted on 22/12/2017, 17:47     +1   -1
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Gli occhi scorrono lungo la fronte d'avorio della ragazza, fino a fermarsi alla base di un paio di escrescenze che si fanno largo tra le ciocche di capelli candidi. Se lasciasse galoppare la fantasia, potrebbe dire che quelle...

… niente condizionale. Quelle sono davvero un paio di corna, ma non è abbastanza pronta di lingua e scanzonata da riuscire a far battute sulla fedeltà di suo marito – anche perché, difficilmente la Jashinista avrebbe apprezzato insinuazioni del genere. “Oh.”
Sbatte un paio di volte le palpebre, sinceramente e limpidamente presa in contropiede, tanto che ci mette un po' ad applicare il famoso “non fissare la gente troppo a lungo” della mamma.
“Dai, mi racconterai con calma un'altra volta, se ne hai voglia” - stempera con leggerezza costruita il momento di silenzio imbarazzato, tanto poi ci pensa un'estranea a cambiare brutalmente argomento.

No che non la riconosce, anche se dopo aver sentito il suo cognome forse ricorda vagamente di averlo letto su di una targhetta nella zona uffici. Poveretta. È difficile riuscire a parlarci senza che gli occhi si fissino sui caratteri meno gradevoli del viso e quel nonsoché che mostra... forse è l'unica elefantessa che potrebbe davvero muoversi senza far danno in una cristalleria. Curioso che si mostri così pacata, in genere le segretarie sono tutte isteriche, chi più e chi meno.
Annuisce senza dire nulla alle affermazioni rivoltele, che di fatto sembrano riprese pari pari dalle osservazioni di Hatsue sul suo conto dopo l'ultima missione, ma quando il trio si avvia lungo il percorso indicato dal donnone – dopo non pochi istanti di riflessione – si decide ad aggiungere: “immagino che Hatsue-san abbia fatto presente un'ipotesi di specializzazione in medicina da recupero. Mi sbaglio?” domanda, sentendosi effettivamente più alle strette di quanto non immaginasse quando aveva varcato la soglia dell'ospedale.

È davvero arrivata l'ora di scegliere?
Non che sia una decisione tra la vita e la morte, capiamoci, ma averla rimandata per tutto quel tempo ha curiosamente ingarbugliato i fili già attorcigliati nella testolina della ragazza: il che sta a dire che l'opinione delle suoi sensei acquista tutto d'un colpo un'importanza a dir poco spropositata, perché in fondo è molto più semplice farsi guidare che scegliere la direzione in cui muovere i propri passi.



off // sorry 4 the shitty post, pals // on
 
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view post Posted on 22/12/2017, 23:05     +1   -1
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"...Hatsue-san ha detto che sei come un foglio bianco, quindi in realtà non mi ha dato indicazioni particolari" *è la risposta veloce di Yukiko mentre camminano per il corridoio. Diverse le occhiate, sia di pazienti che di medici nei riguardi di Shitsuki, ancora di più ad Urako, che con quella figura misteriosa allunga la lista di stramboidi che frequenta, assieme a Netsubo Shi. Alcuni versi animaleschi, quasi fossero grugniti, giungono dalla bocca di Yukiko mentre si ferma di colpo a guardare in giro, quasi non sapesse esattamente dove andare o quasi come stesse decidendo cosa fare per prima cosa

"Sì, sì ecco. Qui dovrebbe andare bene"

*Quasi di soppiatto, quasi se ne vergognasse, entra in una stanza all'apparenza vuota. Una grande tela separa i due letti dentro quella stanza, alquanto piccola e particolare, quasi fosse una sorta di stanza "élite" o, più probabilmente, l'adattamento a stanza ospedaliera di chi sa cosa fosse prima di essere riadattata. Lo si capisce dal fatto che è incredibilmente piccola, seppur confortevole e piacevolmente riscaldata. Il servizio igienico, posto vicino alla finestra, presenta una muratura recente e recentemente dipinta.

"Bene bene, ecco, in realtà, oggi siamo così pieni tra riunioni, esercitazioni e quant'altro che, ahaha, sì...dovevo cercare una qualsiasi stanza, lo immaginate?

Allora, per prima cosa, avrei bisogno di sapere alcune informazioni sui fatti recenti, soprattutto per quanto AAAAAAAH!"


Un urlo di sorpresa giunge dalla sua bocca quando la tenda viene scostata improvvisamente per rivelare una donna distesa sul letto. Se Shitsuki e Urako l'abbiano notata appena entrate, lasceremo a lorodirlo, di fatto la donnona no, clamorosamente no

"Che diavolo succede? Come osate entrare nella mia stanza?" Chiede la donna, il corpo fasciato da numerose bende, gli occhi coperti da altri bendaggi, il tono di voce gutturale, difficile parlare quando parte della propria mascella è insensibile e paralizzata

"OOOOH MI PERDONI, IO IO..." Inizio Yukik, in tono imbarazzatissimo, sembra quasi un uccellino, non fosse per i grugniti che ogni tanto rilascia

"No senta...non importa. Potete anche restare. Nessuno viene a trovarmi, sentire qualche voce umana mi farà solo bene. Tanto non posso vedervi per ora...spero di poter riprendere la vista prima o poi"

"...dalla sua cartella leggo buone cose!" Dice Yukiko sfogliando velocemente la cartella clinica appesa ai piedi del lettino" "Certo" - risponde lei - "Sono due mesi che sono qua, e a parte qualche dottore che entra ogni tanto a cambiarmi le bende...nessuno mi dice come sto o cosa mi stia succedendo. Perché?"

Ad una possibile occhiata della cartella clinica, si potrebbe leggere quanto segue.

Paziente: Hana Kaguya
Età: 32
Sesso: F
Condizioni: Ustioni di 2° grado sparpagliate per il corpo, perdita di sensibilità, pericolo di perdita della vista, parziale paresi facciale.
Prognosi: identità del danno sconosciuta, ipotesi di condizioni di ferita: NA
Il soggetto non ricorda a cosa sia stato soggetto. Secondo l'anagrafe, il soggetto è un civile, occupazione: pescatore. Afferma di essere tornata da una battuta di pesca molto abbondante e di essersi sentita male subito dopo. Ricoverata, ha iniziato a presentare segni di ustione apparentemente senza motivo.

Dopo ripetuti e numerosi test, il soggetto appare, alle analisi, sana e in condizioni fisiche ottimali. Ipotesi di forte condizionamento psicosomatico dovuto al suo clan.

Dopo altri test confermiamo che il soggetto è in salute, anche se le condizioni non sembrano migliorare.

Il soggetto lamenta perdita di vista. La cornea e la pupilla appaiono in perfetta forma, nessuna maculopatia riscontrata.

Il soggetto lamenta ulteriore perdita di vista. Nessun inizio di cataratta, nessuna maculopatia. Pressione oculare sotto controllo, 12 OD, 13 OS.

Il soggetto lamenta dolore all'esposizione alla luce, assieme alla perdita di vista. Teniamo la luce sotto controllo e applichiamo bendaggio rimovibile.

Applichiamo bendaggio fisso, il soggetto non sopporta la luce e lamenta vista offuscata. Cause ignote, il soggetto è in perfetta forma secondo le analisi.

Il soggetto inizia a presentare paresi facciale. Afferma di non aver subito alcun danno cerebrale o spinale. Nervo trigemino perfettamente in salute. Analisi cerebrali e TAC non riscontrano neuropatie.

Il Soggetto sembra faticare anche a muoversi. Le analisi persistono a risultare negative a qualsiasi test. Ipotesi di contaminazione a virus o batteri presa in considerazione, analizzata e scartata in seguito ai test. Ipotesi di difetto genetico che si manifesta violentemente in età matura. Studio in corso.


La cartella clinica termina


///Il sottoscritto non ha la più pallida idea se una cartella clinica si scriva così, vado a memoria di quel poco che ho avuto modo di leggere su me stesso, non me ne vogliate.

Role libero ///
 
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view post Posted on 23/12/2017, 17:10     +1   -1
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Seguirono la donna in cerca di una stanza libera, ma quella che trovarono si rivelò essere in realtà occupata. Una paziente, piuttosto grave a giudicare dalle condizioni in cui versava, dopo un'iniziale sorpresa non si dimostrò infastidita dalla loro presenza.

La cartella clinica che mostrava, però, era di tutto rispetto. Shitsuki si avvicinò per dare un'occhiata, ma più leggeva più le sue sopracciglia si aggrottavano.

"Una degenerazione psicosomatica? Addirittura?"

Lesse di condizioni apparentemente ottimali, ma che non erano affiancate da una guarigione. Le bende, il rifiuto della luce... Che accidenti poteva essere?

«Mmh... Signora... Hana, giusto?» provò ad approcciarsi a lei, seppur non avvicinandosi eccessivamente al letto. Dopotutto era bendata da capo a piedi, avrebbe dovuto intervenire sul lavoro di qualcuno che non sapeva nemmeno chi fosse. «Per caso il giorno in cui è stata male aveva mangiato qualcosa di diverso? Del pesce particolare?»

Si rivolse a Urako, cercando un altro parere professionale.

«Perché ricordo una cecità causata da un avvelenamento... O qualcosa del genere. E visto quello che è successo al mare, non mi meraviglierei se dei pescatori avessero pescato qualcosa di malsano.»

Sapeva dei Bijuu. Lei, perlomeno. Ma quanto poteva saperne Urako? La signora Yukiko? Quanto il villaggio intero?
Avrebbe dovuto informarsi meglio sui comunicati ufficiali del Mizukage, forse, invece di pensare unicamente ai fatti suoi.

gaEo3EO


 
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view post Posted on 24/12/2017, 18:19     +1   -1
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Accidenti a loro e ai fogli bianchi – pensiero che va a toccare la categoria universale di tutti quei geni che hanno usato con lei quella metafora. Proprio tutti tutti.
Pare proprio che debba scegliere da sola, eh?

Poi un sonoro e preoccupante scricchiolio di stoffa sul punto di cedere fa da contraltare allo stridio di quella Himura Yukiko, visto che Urako era sufficientemente presa dalle sue cogitazioni da non comprendere minimamente il motivo di quello scompiglio.
E sì, di spaventarsi a dovere – non tanto per l'apparizione, quanto per la reazione del donnone; per poco la borsa non si è strappata quando ha fatto quel salto in aria, motivo per cui la kunoichi decide di togliersela cautamente di dosso e poggiarla a terra con circospezione, chiedendosi in quale punto esattamente la tela stia per cedere. Dovrà controllare più tardi, al momento pare che la loro priorità non sia più definire il loro esame di specializzazione.

“A quali terapie è stata sottoposta fino a questo momento?” domanda educatamente alla loro ingombrante guida, mentre le iridi scure frugano rapidamente tra le righe della cartella e Shitsuki fa le sue prime domande - “A parte farle le analisi, non mi pare sia stato fatto un gran ché. Se vogliono essere sicuri che non sia un difetto genetico, dovrebbero mappare il genoma dei suoi genitori...” ma si interrompe di colpo, notando gli occhi di Shitsuki rivolgersi nella sua direzione.
Porta una mano alla tempia, infilandosi le dita tra i capelli.
Non è raro trovarsi coinvolti in casi ingarbugliati così, di colpo, anche se non eri stato esplicitamente incaricato di occupartene; che però capiti in un momento in cui nemmeno dovevi mettere piede in reparto...
La prassi per un novellino come lei resta sempre quella di darsi da fare: a nessuno piace sentirsi dire che non essendo affari tuoi, è meglio che se ne occupi chi di dovere – specie se ad ascoltarlo è un paziente che marcisce a letto da settimane e una tizia che ha a che fare col loro esame.
“Era da sola durante la battuta di pesca, signorina?”

“In realtà ho sentito voci riguardanti onde anomale, o addirittura acqua inquinata con strani liquami” riprende rivolta all'altra ninja - “magari il pesce aveva ingerito acqua contaminata. Il problema è che non ho certezze né sulle voci, né possediamo campioni d'acqua del posto, senza contare che le masse si spostano in base alla corrente...” riflette ad alta voce, arenando il tutto in un sospiro secco. Se solo si capisse quale organo fosse affetto dal disturbo principale...
“Le dispiace sdraiarsi cinque minuti, signorina?” domanda cortesemente alla paziente, mentre un'occhiata rivolta a Shitsuki dice chiaramente: non so minimamente cosa inventarmi; se la donna avesse acconsentito, si sarebbe avvicinata ai suoi arti inferiori protendendo le mani.

Non è un metodo ortodosso, la Sakamoto non l'ha mai incoraggiata ad applicarlo ma una cosa le è diventata piuttosto chiara, da quando ha iniziato ad usare il chakra per rimarginare delle lesioni: quando c'è un problema, la zona interessata assorbe molta più energia di quanta ne attira un tessuto sano. Per questo attivare il Konji Kin e passare le mani lungo tutto il corpo potrebbe accendere una lucina in quelle tenebre fitte.

Non che ci speri davvero eh.
Il problema è che la sensei ritiene che sia una riflessione troppo soggettiva, nel senso che la quantità di energia erogata dipende da chi la attiva e quella che può sembrare una scoperta interessante, in realtà potrebbe essere frutto di uno scarso controllo della tecnica - in altre parole: se sei stanca, evita di venire in reparto che poi fai danni.

Tuttavia tentare non nuoce: è senz'altro meno laborioso di prelevare campioni di dna ed analizzarli.



off // tentiamo la teoria eretica: Urako prova una "scansione" del corpo mediante il chakra medico, a partire dai piedi fino ad arrivare alla testa. Ricerca anomalie o perturbazioni nell'interazione del chk medico coi tessuti. // on
 
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view post Posted on 28/12/2017, 15:04     +1   -1
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/// Sarà un post corto e veloce, svariati problemi mi portano via la concentrazione. So sorry ///


Avvolta dalle sue bende, sembra faticare a capire quanto dicono le due ragazzine. Le sue risposte giungono con voce difficoltosa, dovuta alla paresi facciale, ma giungono, infine

"Poco prima di mettermi a pesca, avevo mangiato un semplice riso con molluschi da me stesa pescati...non ho fatto nulla di particolare, i molluschi li ho catturati come mi insegnò mio nonno, li ho cotti come insegnò mia madre...nulla di particolare" dice rivolgendosi a Shitsuki, per poi, lentamente e faticosamente, volgere lo sguardo verso Urako "Sono stufa dei test...il primo mese in questo dannato ospedale l'ho passato tra prelievi di sangue, TAC, analisi su analisi e macchina diabolici...sono una persona semplice, pesco per mantenermi, non ho idea dei paroloni che voi dottori mi propinate ma...grazie per l'interessamento...

Acqua inquinata? Sì...ora che ci penso, quella mattina...c'era stata...come dire...una strana mucillagine in mare, ma non ci ho fatto caso, ogni tanto è normale anche se...aveva un odore particolare, questo è vero...caspita, mi viene in mente solo ora, e sì che mi è stato chiesto più e più volte!"


Si batte un mano in fronte per la sua dimenticanza. Il gesto le fa assai male. Cade distesa sul letto trattenendo a stento un urlo di dolore.
Yukiko osserva la scena e, frustando per la stanza, nota che non ci sono strumenti per iniettare una veloce dose di morfina.

Affermando di precipitarsi a cercarne un po', lascia le due da sole. Hana sembra in stato di shock. E sì che non sembrava una botta così forte...


///sembra che il faceplam della paziente le abbia fatto curiosamente male. Role libero ///
 
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view post Posted on 29/12/2017, 16:53     +1   -1
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A quanto pare quella poveretta dimenticata da tutto e tutti stava fornendo alle due Chuunin qualcosa di inatteso. Shitsuki intanto stava consultando la cartelletta medica, ma sebbene i prelievi di sangue fossero stati fatti non leggeva nulla se non "Gruppo AB positivo".
Poco utile, insomma.
Ancora meno utile è la manata che la tizia si diede, e che apparentemente era stata in grado di cappottarla all'indietro in stato di shock.

«Porc...»

Stava per farle altre domande sulla mucillagine strana, ma con la paziente in quelle condizioni non avrebbe ricevuto nessuna risposta. Yukiko corse fuori in cerca di medicamenti, mentre lei e Urako si avvicinavano al lettino.

"Che faccio? Come capisco cos'ha questa donna? Se non ce l'hanno fatta i dottori che ce l'hanno avuta in cura tutto questo tempo..."

Urako pareva messa come lei in quanto a perplessità, ma si stava dando subito da fare. La Figlia di Jashin non poteva essere da meno.

«Mi sembra assurdo che non ci sia un referto tossicologico... Che razza di esami le hanno fatto in tutto questo tempo?» borbottò infastidita, rimettendo la cartelletta al suo posto e avvicinandosi a sua volta, ma dalla parte opposta del letto.

C'era una flebo. Esaurita e vuota, qualcuno doveva cambiarla... Sperando non se ne fossero dimenticati. Nel dubbio, dato che non serviva a niente se non a rischiare che i tubi si incastrassero da qualche parte, decise di toglierla.

In quel momento però le venne un'idea.
Balzana, improbabile, ma stavano lavorando per improbabilità e dunque totalmente legittima.

«Hana... Vorrei provare a fare una cosa, se me lo permetti.»

Viste le condizioni in cui versava, doveva prima di tutto assicurarsi che la paziente fosse cooperativa. Ancor meglio sarebbe stato se fosse stata lucida e non in preda allo shock da eccessive manate in fronte.

«Avrei bisogno di un campione del tuo sangue... Una cosa rapida, mi basta una goccia. Non ho con me l'apparecchio per la glicemia...»

E si guardò attorno, casomai quel pratico cosino per pinzare le dita delle persone e raccogliere una singola goccia di sangue fosse stato abbandonato da qualche infermiere sbadato.

«...Ma mi basta anche l'ago della flebo. Posso farlo?»

Deontologia professionale... Si chiamava così, o erano parole a caso che le risuonavano in testa?
Dov'è che aveva letto che il medico, o l'infermiere, deve sempre avvisare il paziente dei trattamenti a cui sta per sottoporlo?

"Non mi conviene dirle che lo voglio assaggiare. No, non mi conviene per niente."



gaEo3EO


 
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view post Posted on 3/1/2018, 18:17     +1   -1
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”Questa non è affatto una buona notizia, sa?” rimprovera educatamente la donna, mentre solleva le mani con un'espressione insoddisfatta - “Se l'avesse ricordato prima, forse avrebbe potuto evitare due mesi di ricovero e un mucchio di esami estenuanti” le fa presente, frugando la stanza con gli occhi nella speranza di trovare una scatola di guantini monouso.

L'ispezione non è andata troppo bene: qualcosa di strano l'ha notato, ma è troppo sottile e sfuggente da riuscire a classificarlo con precisione. Dovrebbe riprovarci con più calma, se non fosse che la donna cerca di mettersi al tappeto da sola con una semplice manata alla fronte.
Sconcertata, osserva la fuga del donnone e Shitsuki interessarsi alla flebo che ormai pende vuota dal supporto.

“Se mi sente, signora, le chiederei gentilmente di poter scostare le bende sulla sua fronte” le chiede avvicinandosi preventivamente alla stessa, augurandosi che tutte quelle domande messe insieme non la irritino troppo. Già non sembrava troppo ben disposta prima di sentirsi male.
“Shitsuki, hai letto niente sulla percentuale di calcio nel sangue?” domanda all'altra, che ha esaminato un po' meglio la cartella clinica: un'ipocalcemia può portare ad una grossa quantità di danni collaterali a muscoli e organi interni, ma sarebbe assurdo che nessuno ci abbia pensato. Il problema è come sia possibile collegare l'ingestione di sostanze tossiche con la carenza di minerale, senza conoscere il principio attivo a cui sia stata esposta... ammesso che sia quella l'origine del problema.

“Ma... mi dica, se non sono indiscreta: come mai un membro di un clan di spicco come il suo si trova a pescare per sopravvivere?”

 
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view post Posted on 6/1/2018, 10:42     +1   -1
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*La donna sembra brancolare nel buio. Poi, con molta fatica, inizia a rispondere alle domande che le vengono poste*

"Sì, santi Kami, toglimi questa cosa dal braccio, sono stufo di sentirmi questo ago dentro...non è per niente elastico"

*Le sue risposte sono date in tono sonnecchiante, sembra quasi che la botta che si è tirata abbia attivato un chi sa quale meccanismo di difesa interna che, dopo una bella scarica nel corpo di anfetamina, l'ha stordita non poco. Sembra anche dolorante, ma non ne è del tutto conscia.

Shitsuki potrà rimuovere la flebo, osservando come il sangue esca bello copioso dal braccio. Dopo uno sprint iniziale di sangue bello cremisi e bello succoso, qualcosa di bizzarro accadrà.

Uscirà sangue rappreso, dal colore molto nero, molto denso di viscosità.
Non è proprio una bella immagine che del sangue rappresco esca da una vena. Anzi.

Ma prima che ciò accada, torniamo ad Urako*


"Heh, che ci vuoi fare...questo risponde in parte alla tua domanda.
Io sono molto stupida. Non lo nego. Non ho mai dimostrato una grande intelligenza, quindi ho provato a diventare ninja maaaa...ho sempre fallito i più minimi test teorici. E sembra che bisogna saper fare due conti per essere ninja. Ironico, no? Posso tranquillamente prendere a calci in culo molti di qui, sai? Anche l'attuale Mizukage, ne sono certa. Ma dato che non sono una cima...e poi, credo di avere qualche disturbo, o qualcosa del genere...quando ero piccola, mi dicevano che soffrivo di disturbi dell'attenzione e della memoria...non ho molti ricordi della mia adolescenza sai? Ma una cosa la so fare. Pescare. Sono forte, sai? Adesso mi vedi così, perché sono due mesi che mangio brodaglia del cazzo ma prima, hohoho sì, prima ero molto in forma...spostami 'ste bende, se devi, ma fai con calma....per favore"


*Interessante come, nel momento in cui Urako scosta la benda dalla fronte, rileva un bubbone ben nascosto e molto piatto, ma bubbone senza dubbio, che sembra anche pulsare di vita propria.
Ricordate che descrivevamo prima del sangue rappreso? È nello stesso istante in cui Urako scopre il bubbone che Shitsuki rimuove la flebo. Una certa diacronia negli eventi porta Shitsuki ad agire per prima, facendo fuoriuscire anche troppo sangue per la semplice rimozione di una flebo, ma non fa in tempo a prendere un tampone di qualsiasi cosa che Urako scosta la benda, rivela il bubbone e il sangue rappreso esce, come colpi di tosse, dal braccio di Hana.

È una situazione che potrebbe avere del comico, sembra quasi di leggere una caricatura di situazioni ospedaliere al limite del ridicolo da quanto assurde sono ma purtroppo, è scomoda realtà.

Di Yukiko, ancora nessuna traccia. Il bubbone in testa inizia a pulsare e, con orrore di Urako, sembra stia per esplodere*


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view post Posted on 7/1/2018, 16:12     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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Le tolse la flebo, un'operazione che aveva imparato a fare senza particolari problemi dato che gli studenti Genin venivano spesso e volentieri utilizzati al posto degli infermieri con la scusa "Devi farti le ossa". Solo che, a differenza di tutte le altre flebo e degli aghi che aveva tolto nella sua tutto sommato breve carriera, quando rimosse questo ne uscì un fiotto subitaneo e potente, che la fece sobbalzare.

«Ma che...»

Non era normale, e ancor meno normale era quello che ne seguì: sangue nero, raggrumato, del tipo che trovi nelle vene dei morti.

«Maledizione Urako, guarda qua!» richiamò l'attenzione della collega, ma nel girarsi per farlo notò il bubbone gonfio sulla fronte della donna. Sbatté le palpebre un secondo, poi allungò la mano verso la Yakamoto.

«Passami una benda per favore, qui sta uscendo di tutto... Penso ci sia un embolo o un'ostruzione di qualche genere...»

Si fermò, colta da un pensiero scatenato dalla frase che la donna aveva appena pronunciato.

«Hana... Tu peschi, giusto? Ma peschi in profondità, immergendoti... O con la canna e le reti?»

Perché faceva una bella differenza. Sapeva che molti pescatori di perle e raccoglitori di molluschi, dovendosi immergere molto a lungo in ambienti ad alta pressione, nel risalire si ritrovavano con bolle nel sangue che potevano formare blocchi pericolosi. Forse era questo il caso... Ma quel bubbone? Nessun embolo formava roba del genere.

"Ma chi cazzo ha compilato la sua cartella clinica? Non c'è scritto niente!" si stizzì mentalmente, irritata per quel pressapochismo. Shitsuki non era certo la persona più diligente e attenta del mondo, ma quando le si diceva di fare un lavoro che riteneva necessario ci si impegnava a fondo. Nella cartella di Hana Kaguya c'erano scritte solo banalità, che non spiegavano per nulla quei fenomeni improbabili a cui stavano assistendo.

gaEo3EO


 
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view post Posted on 7/1/2018, 23:01     +1   -1
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“L'importante è sviluppare al massimo le proprie capacità” la rassicura con un misto di sincerità e frasi fatte, mentre lavora con delicatezza per allentare le bende attorno alla testa della donna - “e per farlo non è obbligatorio diventare ninja. Se le faccio male me lo dica subito” la avverte mentre inizia cautamente a separare la garza dalla pelle.

Resta con l'angolino della benda tra le dita quando Shitsuki la richiama, e osserva impietrita quel sangue putrido colare dalla ferita.
Sente il sangue – il suo, che è sanissimo – gelarsi nelle vene, e un brivido percorrerle la schiena dalla cervicale al sacro.

Un'occhiata fugace al volto della paziente ignara come per sincerarsi che sia davvero incapace di vedere, poi una smorfia alla volta dell'altra kunoichi: occhi strabuzzati e testa che si scuote piano – non allarmiamola – subito seguita da una seconda smorfia, stavolta di disgusto. “Niente bende, Shitsuki-chan” commenta a denti stretti con tono artificiosamente allegro e cinguettante, mentre la sua faccia esprime un sentimento diametralmente opposto - “Sarà meglio che la flebo arrivi presto… una flebo, dei bei guanti, disinfettante e tante, tante bende... qui ci vuole una bella ripulita... poi staremo benone!”

Una trasfusione, come minimo. Due ettolitri di sangue pulito, e una tonnellata di incenso alla somma Kannon se ne fosse uscita viva.
Come faccia a non essere morta con quello schifo nelle vene, è un mistero dei kami; come faccia a non morire lei oggi, ora che ha quella specie di orrida ciste semovente sotto al naso, probabilmente non lo sanno neanche loro.

Non può permettersi manco il lusso di starsene a bocca aperta come una triglia sul bancone del pescivendolo, che il braccio di cui si sta curando Shitsuki ha ripreso a buttar fuori schifo a una velocità disarmante: “e va bene, facciamoci bastare quello che c'è” brontola esasperata ad alta voce. Sta per infrangere un centinaio di protocolli sanitari diversi ma nulla, NULLA, può essere peggio del lasciare che quei fluidi contaminino altre superfici. Molla la benda e ripesca un kunai dal borsello, agguanta un lembo del lenzuolo che spunta da sotto al corpo della donna, lo strattona e lo strappa con un solo fendente del pugnale per ricavarne una singola, lunga striscia che pio divide in due: una metà la lancia frettolosamente alla collega, mentre con l'altra si prepara ad affrontare quel mostro sottocutaneo come se potesse balzarle al collo da un momento all'altro. “Yukiko-saaaaaaan, questa fleeeebooooo?” chiama forte e chiaro allungando il collo verso la porta, sperando che il donnone si facesse vivo presto.
E sì, maledicendo la lentezza inevitabile delle persone obese.

“Signora, faccio una piccola incisione, non si spaventi” avverte serafica la paziente, mentre l'altra la distrae con qualche altra domanda apparentemente innocua – altra smorfia alla volta dell'albina per palesare la sua approvazione, mimando un continua, falla parlare col labiale – prima di avvolgere delicatamente il bubbone con la benda improvvisata, tenerlo fermo con la mano a forma di coppa come se fosse un topolino, e trapassare la cute con la punta del kunai affilato proprio lì, nel punto in cui l'epidermide gonfia si allontana dall'osso frontale.
Se è lo stesso schifo che ha nel braccio, meglio farlo sfogare in modo controllato e stare pronta a tamponarlo; certo che senza guantini è una cosa rivoltante. Senza guanti e usando un pugnale, manco fossero in mezzo alla campagna!

 
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56 replies since 19/12/2017, 21:59   1032 views
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