Tekihatsu 摘発 - Una lacrima per ogni speranza, Setsuna Hyuga - Sessione Autogestita #3

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view post Posted on 17/9/2017, 10:41     +1   -1
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Tempismo? Fortuna? Non sapeva a quale delle due cose attribuire quel suo strabiliante risultato, se alla sua maestria e al suo istinto da kunoichi addestrata all'arte della guerra o se a un mero e fortuito caso voluto dal destino.. ma se c'era una cosa certa in tutta quella faccenda offuscata dal mistero era che il moro, per quanto colto di sorpresa dall'agilità e dalla prontezza di riflessi della giovane avversaria, aveva deciso volutamente di non continuare quel duello. Non si sottrasse alla traiettoria del suo palmo, ma cercò in qualche modo di resistervi smettendo di vorticare, sciogliendo di fatto la cupola della rotazione suprema oramai compromessa, e portando un braccio al petto, lo stesso che era stato offeso dalla furbizia della protetta durante la fase d'allontanamento dal tetto della fatiscente casa in cui, ignaro, il suo obiettivo sostava dormendo sonni tranquilli. Ancora per poco almeno, perché una volta cessata quella follia Setsuna aveva tutte le intenzioni di portare a termine il compito assegnatole e di aiutare, per quanto nelle sue possibilità, quella famiglia.
L'onda d'urto generata dalla potenza del suo chakra impattò contro il petto di Ryou, forte abbastanza da sbalzarlo indietro, atterrandolo; non era sua intenzione ferirlo, men che meno essere violenta.. tutta quella situazione era già abbastanza surreale senza doverci mettere di mezzo un braccio o una costola rotta. Atterrò con eleganza, in punta di piedi, leggera tanto quanto una piuma che si posa al suolo dopo aver planato per chissà quante ore sospinta dal vento; la maestosa apertura alare generata dal sigillo marchiato sulla schiena, composta come di consueto da scaglie di chakra dalle tonalità fredde, tanto simili alle piume più belle di colui che gli aveva fatto dono di cotanto potere, l'accompagnò leggiadra sino a toccare il suolo. Il suo aspetto pareva quello di una dea, determinata, combattiva, splendida.. l'uomo sotto di lei la osservava con un misto di stupore e compiacimento, e lei di rimando con un cipiglio severo ma altresì incuriosito. Cosa stava cercando di comunicarle con quel sorriso? Era soddisfatto di essere stato messo a terra da una donna? Fortunatamente, dopo tanto attendere e tanta rabbia nel parlare senza mai essere realmente ascoltata, le risposte che andava cercando da tutta una sera sarebbero arrivate da li a poco, ma non erano ancora abbastanza chiare. Rimanevano criptiche, nonostante finalmente Ryou ammettesse che quella che aveva organizzato per chissà quale strana ragione era una semplice prova. Appurare la sua crescita? Si, probabilmente era uno dei motivi principali per il quale erano arrivati alle mani ma.. perché? Perché farla soffrire? Rimase in silenzio per tutta la durata del suo discorso, cercando di non tradire le sue emozioni ma si sa che il cuore è traditore, soprattutto se ingabbiato nel petto di una giovane donna. Abbassò lo sguardo per non doverlo guardare negli occhi, mentre le scaglie compatte sulle sue ali svanivano sciogliendosi in polvere trascinata dalla brezza notturna. Non aveva il coraggio di affrontarlo, non se la sentiva. Era vero quel sospetto che aveva seppellito in fondo alla sua anima: Ryou Hyuga, giovane uomo dai capelli corvini, sempre presente nei suoi momenti di sconforto o di pericolo, membro della casata cadetta, era stato destinato da tempo a proteggerla, a costo della sua vita. Non glielo disse esplicitamente, no. Ma quel discorso e tutte quelle volte in cui se l'era ritrovato al fianco, all'ospedale, alla residenza del clan, persino in quella stupida taverna.. non poteva essere solo una coincidenza trovarlo sempre nel momento opportuno. Aveva sempre cercato di salvarla, in tutti i modi possibili, senza risparmiarsi.


Credo.. di averlo sempre saputo.. - sussurrò appena in risposta alle sue scuse, sentendo qualcosa rompersi, percependo un dolore al petto che non sapeva descrivere.

Era felice? No, affatto. Quella mezza rivelazione - più simile a una conferma, che a una confessione vera e propria - aveva avuto un'effetto devastante sul suo umore. Che stupida che era stata a credere di essere diversa dal resto del fascio d'erba chiamato "casata principale". Una credulona. Una sognatrice. E il sogno s'era infranto bruscamente adesso, contro la consapevolezza di essere parte di quel sistema corrotto più di quanto volesse ammettere. Ryou avrebbe rischiato la vita pur di preservare la sua, per imposizione, per una selezione sbagliata operata alla nascita da chissà quale mente becera. Ma non voleva questo, non l'aveva mai voluto e non lo avrebbe permesso. Nel frattempo, il compagno Hyuga si era alzato, incrociando nuovamente il suo sguardo colmo di confusione e sentimenti contrastanti. Osservandola intensamente per qualche istante, che parve lungo un'eternità per entrambi, decise di confessarle un'altra verità, chinandosi in un saluto rispettoso ma da pari. Il suo nome non era Ryou, come le aveva detto lui stesso.. il suo nome era Tadashi, Tadashi Hyuga.


(Anche su questo hai dovuto mentirmi? Perché?! Prima Kinji, adesso tu.. Non vi fidate abbastanza? Non sono all'altezza per voi?! Quante altre cose dovrò scoprire, prima che smettiate tutti di prendervi gioco della mia intelligenza e della mia vita?!)

Strinse i pugni, con tanto fervore da far sbiancare le nocche. Una lacrima decise di lasciare il suo occhio sinistro, amara, pregna di quella rabbia e quella delusione che le stavano facendo male. L'asciugò però. Col dorso della rispettiva mano cancellò quel segno, tirando su lo sguardo lucido verso il cielo stellato.

Mi dispiace, Setsuna-san.. non-

L'ennesima scusa fu bloccata da un gesto eloquente della fanciulla dai capelli cobalto, che non aveva la minima intenzione di sentire altre giustificazioni. Cosa se ne faceva di uno "scusa, non volevo mentirti"? Non gli avrebbe risolto nulla, non avrebbe cambiato le cose. Chiedere perdono in quel frangente non era come passare una pomata rinfrescante sulla pelle ustionata, ma più come un pungolarla per ravvivare il dolore che stava cercando di tenere a bada.

Se vuoi essere perdonato, aiutami. - intervenne dopo lunghi attimi di silenzio, serviti a riprendere almeno in parte il controllo sulle sue emozioni in subbuglio. - Se davvero non era tua intenzione turbarmi, se realmente credi che io sia cresciuta abbastanza da meritarmi almeno un po' della tua fiducia.. affiancami in quest'impresa. Niente più menzogne da ora in avanti. Sii mio compagno, mio amico, come lo sei sempre stato.. non mio protettore. Onegai.. - una richiesta semplice, una supplica dal profondo del cuore; ne avevano passate tante assieme e, per quanto di queste poche ne ricordasse, Tadashi era entrato nella sua vita non appena aveva incrociato il suo sguardo, ritagliandosi un posto importante. Forse per questo aveva sofferto nell'essere accusata proprio da lui, e probabilmente la distanza che il moro aveva posto per testarla aveva rincarato la dose.

Gli voleva bene, questo era quanto. Aveva bisogno del suo sostegno, e con un sorriso rammaricato Tadashi, questa volta, non glielo fece mancare. Fu costretta a guardarlo diritto negli occhi, una volta che il compagno le pose entrambe le mani sulle spalle, stringendola in una morsa gentile per trasmetterle tutta la sua vicinanza. Un cenno d'assenso, nient'altro.. e il suo mondo riprese stabilità. Sorrise Setsuna, con uno di quei sorrisi angelici che avrebbero fatto sciogliere persino l'acciaio. Fece una smorfia di dolore lui, non appena tolse le mani dalle sue spalle; doveva avergli fatto davvero male al braccio, con la rotazione. Un "gomen" lasciò le sue labbra, prima che s'applicasse sull'arto imponendo le mani e irrorandolo del tipico chakra verde del Konji Kin. Glielo doveva, anche perché non era mai stata sua intenzione fargli del male.


Come ci muoviamo? Non penso uscirà prima di domattina. - disse, mentre l'alone verde del chakra della compagna leniva attimo dopo attimo il dolore, portandogli sollievo.

Attendiamo. E appena si muoverà partiremo anche noi, mantenendoci a debita distanza per non destare sospetti. Sicuramente non uscirà in pieno giorno. Sono certa che questo tipo di traffici vengono fatti sul tardi, col favore delle tenebre. - sciorinò, completando nel frattempo il trattamento e permettendo a Tadashi di sgranchirsi un momento dall'immobilità. - Alla locanda stavano per attaccarlo. Quelli non erano che semplici energumeni da strapazzo, sicuramente dei compratori insoddisfatti.. e pensandoci bene, il loro terreno fertile per racimolare denaro dallo spaccio potrebbero essere proprio le izakaya. Sono sicura che dovrà fare rapporto a qualcuno su quella faccenda, e a quel qualcuno noi mireremo.

Tadashi parve ragionare, guardando in direzione della catapecchia in cui Izo e la sua disastrata famiglia vivevano di stenti. Stavano dormendo, anche se lui pareva essere agitato nel sonno per come si rigirava nel letto nervosamente.

D'accordo. Ci penso io, tu cerca di riposare almeno un po'. E non preoccuparti per me, non sono stanco. - le disse, invitandola a risparmiare le forze.

In effetti si sentiva un po' stanca, era da un po' che stavano in giro e che avevano il byakugan attivo.. ma anche volendo non avrebbe potuto riposare, aveva troppi pensieri in testa. Nonostante tutto però volle assecondarlo, quindi sussurrò un "arigatou" e si addossò contro la corteccia di un albero li vicino, chiudendo gli occhi e sospirando. La notte sarebbe stata lunga e quelle ore non sarebbero mai passate, lo sapeva già.


Setsuna-san.

Aprì gli occhi improvvisamente, attivando l'innata nell'esatto istante in cui il richiamo del compagno l'aveva scossa dalla dormiveglia. Potevano essere le tre del mattino, all'incirca. Izo si era alzato di soppiatto, cercando di non svegliare la moglie o i pargoli nella camera accanto con rumori molesti; si vestì silenziosamente, con un'espressione in volto che esprimeva tutta la disgrazia in cui era piombato tra destino e scelte discutibili, quindi uscì di casa. Ai due Hyuga bastò un cenno col capo per intendersi, dunque scattarono silenziosi, confondendosi fra le ombre, sfruttando la vegetazione e le abitazioni per seguire l'obiettivo.
Li condusse in un vicolo buio, malfamato, dove una porta in legno, solitaria, accolse il suo accorato bussare mentre si guardava attorno agitato. Gli fu aperta, e in un attimo scomparve al suo interno. Setsuna e Tadashi si avvicinarono di soppiatto, mantenendo il loro byakugan attivo per poter controllare la situazione all'interno dell'edificio. Si addossarono alla parete, uno alla destra e l'altro alla sinistra della porta principale, l'unica apparente via di fuga di quel luogo. Ascoltarono la conversazione con attenzione, per quanto fosse difficile distinguere tutto dato che parlavano assai piano. Capirono però, da quelle poche briciole, che quello all'interno, coadiuvato da due tipi loschi, doveva essere un superiore.. anche perché Izo mostrava nuovamente segni di nervosismo com'era stato alla taverna e l'altro, all'apparenza impassibile, pareva volerlo sgozzare. Si guardarono ancora una volta gli Hyuga, intendendosi silenziosamente. Tadashi fece cenno verso la finestra, e Setsuna annuì: sarebbe entrato da li per prendere in contropiede i malviventi e, mentre sarebbero stati distratti, Setsuna avrebbe sfondato la porta principale e bloccato Izo che, con ogni probabilità, sarebbe scappato a gambe levate come l'ultima volta. Un piano semplice e intuitivo che, all'atto pratico, ebbe i frutti sperati.
Tadashi si fiondò sfondando la finestra con un tuffo, atterrando uno dei due sgherri e attirando l'attenzione di tutti; Setsuna sfondò la porta d'ingresso con un calcio e, non appena fu assalita, ricorse all'Hinagiku No Mai. Movimenti fluidi che come una carezza deviarono la traiettoria dell'arma che il malvivente le mosse contro, prima di colpirlo con un montante sotto il mento e una ginocchiata sulla bocca dello stomaco per tenerlo giù. Il compagno dunque si occupò di buttar giù l'altro con un violento palmo d'aria e fu addosso al pezzo da novanta, mentre Setsuna, notando Izo con la coda dell'occhio scappare, lo intercettò e lo bloccò contro il muro.


T-ti prego, non farmi del male..! - gemette, come un topo rimasto incastrato nella trappola.

Non sono qui per farti del male, ma per aiutarti e aiutare la tua famiglia ad uscire da tutto questo. - gli disse per cercare di farlo tranquillizzare un momento, e farlo smettere di muoversi come un forsennato per cercare di liberarsi dalla costrizione esercitata dalla kunoichi. - Per farlo però dovrai aiutarmi, Izo-san. Seguimi, aiutaci a sventare questo schifo in cui ti sei invischiato e ti prometto che farò di tutto per aiutarvi a ricominciare da capo.

Lo faresti davvero? Come faccio a fidarmi di te?

Non c'è un modo, devi scommettere. Guardami negli occhi, e forse capirai se sto mentendo o meno. Non posso darti altro se non la mia parola. - glielo disse con convinzione, guardandolo dritto negli occhi e lasciando che lui la scrutasse. Qualche istante, lungo, intenso.. quindi smise di dimenarsi. - D'accordo, hai vinto tu, mi fiderò di te e ti aiuterò.. ma per favore, non lasciare che facciano del male ai miei figli e a mia moglie! Ti supplico!

Prima ci muoviamo, prima saranno al sicuro. - cercò di rassicurarlo, allentando la presa per lasciarlo libero. - Andiamo, non perdiamo altro tempo.

Porto questi due, tu porta l'altro. - s'intromise Tadashi, facendole un cenno che subito Setsuna accolse, sollevando il malvivente a pochi passi da lei, imprigionato e immobilizzato nella morsa stretta del filo di nylon.

Fu così che portarono quei quattro al cospetto degli ANBU, che furono subito sorpresi nel vedere l'obiettivo muoversi sulle sue gambe, slegato, senza opporre resistenza alcuna. Setsuna mise subito in chiaro che voleva costituirsi e contribuire alle indagini per sventare i pesci grossi che stavano dietro al traffico illecito, e Izo fu molto collaborativo in tal senso, attivandosi per darle manforte. Uno sguardo colmo di gratitudine, prima che venisse scortato per l'interrogatorio e i malfattori appresso a lui. Sospirò.


Arigatou.. per aver creduto in me. - disse al compagno in piedi al suo fianco, in un sussurro, prima di sollevare lo sguardo verso di lui. - E' questo che voglio. Non protezione, ma supporto. Non voglio che tu debba rischiare la vita per me. Promettimelo. Prometti che non tenterai di salvarmi ancora, Tadashi-san..

Appena un sorriso da parte del moro in risposta a quella richiesta; non poteva fare quella promessa, ma certamente le sarebbe stato al fianco e l'avrebbe supportata, aiutata, in tutti i modi utili che conosceva. Gli pose una mano sulla palla, che voleva dire tutto e niente.. e Setsuna comprese che quell'orrendo sigillo sulla sua fronte non era soltanto un modo per sopprimere una ribellione, ma una vera e propria condanna a vita.



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view post Posted on 17/9/2017, 16:35     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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CITAZIONE
Il suo aspetto pareva quello di una dea, determinata, combattiva, splendida.. l'uomo sotto di lei la osservava con un misto di stupore e compiacimento

Ah-ha. Stupore e compiacimento. Sure.

Un paio di errori sfuggiti (un lì senza accento, un apostrofo davanti al maschile).

CITAZIONE
Setsuna sfondò la porta d'ingresso con un calcio




Dunque, nel complesso bene, la missione è descritta brevemente ma c'è tutto. Il focus sui sentimenti di Setsuna e la sua frustrazione per la gente che continua a nasconderle le cose è molto interessante, very good mission material :3

500 exp e 100 ryo pour toi
 
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