Missione S - Portare gli uni i pesi degli altri, per .Astaroth e Griever_

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view post Posted on 5/8/2018, 18:52     +1   -1
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Capitolo 1, Esodo in Paradiso





Il rinculo della carovana gli indicò chiaramente che era in fine giunto a destinazione. Un viaggio lungo più di tre giorni. E la parte più ardua del suo cammino era ancora di là da venire.
Scese dunque, cercando di districarsi tra la folla furente e allucinata, che si dibatteva come un'orda di topi in fuga da una nave morente. I due ad attenderlo all'uscita, e non si aspettava altro, in fondo.
Un garzone gridava a squarciagola circa le ultime nuove della banda di Dai lo Straniero, tentando di vendere le ultime copie dei suoi giornali. Gli si avvicinò con un giornale, ma uno dei due lo scostò via con un cenno, come fosse qualcosa di inutile.
Lo scortarono per tutta Ishihōfu, lungo tutte le sue strade di cenere incrostata, come fosse sempre stato un prigioniero. In lontananza, vide il sole rosso del crepuscolo che occhieggiava attraverso il fumo, e le ciminiere delle fonderie si stagliavano in un cielo livido, mentre i piccoli globi di luce delle fornaci brillavano torvi in mezzo alle montagne scure.
Giunsero a destinazione. Una nuova grande carovana, con una nuova destinazione. Salì i gradini d'accesso, e giunto a metà si fermò e si girò indietro. Lo guardavano coi loro piccoli occhi deboli e maligni, scrutando ogni suo passo.
Ricambiò per qualche secondo il loro sguardo. Poi si girò e salì.


"Bhe, per quanto mi riguarda, signora Iguchi, sono contenta che la civiltà stia giungendo anche in queste terre un tempo barbare e selvagge."
"Non potrei essere più d'accordo con te, mia cara."
Due signore altolocate alle sue spalle. Probabilmente dei quartieri alti di un Paese Maggiore. O forse no. Chi lo sapeva.
"Mio padre stesso fu uno dei colonizzatori di queste terre, e so che ci guarda sempre da lassù."
"Sono sicura che quando saremo al cospetto del sommo Buraindo potremo parlare con ognuno dei nostri cari scomparsi."
"Certo, se ce ne mostreremo degne senza dubbio. Il suo potere trascende l'immaginabile."
"Chissà come sarà compiaciuto vostro padre di vedere come queste terre stiano diventando. E di come la gente di queste terre sia stata aiutata."
"Sì, certamente. Hanno perso terre e molte delle loro libertà, certo. Ma questo è un nulla di fronte alla luce della beatitudine. All'accesso al Regno dei Cieli."
"Ho sentito dire che gira la voce a Tetsu no Kuni, che Hiraku Kagawa stia progettando di candidarsi a nuovo daimyo del Ferro. Pur con Lamaferma ancora in vita."
"Ah, la sua famiglia non è composta che da bifolchi montanari arricchitisi col tempo. Forse hanno addirittura comprato il titolo di samurai. Come sarebbe possibile?"
"Coi soldi tutto è possibile a questo mondo, mia cara."
"Non per sentenziare a sproposito, ma un paese di tale importanza strategica non dovrebbe mai essere governato da una famiglia tanto disgustosa. Una famiglia senza classe. No, non credo ce la farà mai - ammesso che sia vero. I soldi non sono tutto a questo mondo."
"No, ma sono abbastanza per comperare eserciti ed elettori."
Guardò al di fuori della carovana. In quel luogo di dolore e rovine che stavano attraversando, un manipolo di cacciatori stavano inseguendo un branco di cervi, in fuga e coi cani alle calcagna. Più a valle, uno dei cervi rimasto isolato, impantanato sulle sponde fangose del fiume, stava annegando sommerso dalla vorticosa massa dei cani simili a bestie sataniche, e quando i cacciatori lo raggiunsero lo trascinarono sulla riva per macellarlo.

"Ma padre, dunque se un innocente non riceve la benedizione del sommo Buraindo prima di spirare, non potrà ottenere la vita eterna?"
Una ragazza e un vecchio seduti di fronte a lui, che gli davano le spalle. Il vecchio aveva dei vestiti buffi. Doveva essere uno dei monaci di cui parlavano.
"La mia non vuole essere una bestemmia, spero capiate - ma non mi sembra giusto."
"Quello che voglio dire, piccola Ayumi, e che non può esserci differenza tra un innocente e un benedetto dal sommo Buraindo. Capisci cosa voglio dire?"
"Credo di sì, padre. Non l'avevo mai pensata sotto quest'ottica."
"Ciò che bisogna ricordare è che il sommo Buraindo ci ha affidato una missione da svolgere in queste terre. Ci ha portati qui per diffondere la sua parola. E la parola e la civiltà sono la stessa cosa, benché al Ferro spesso quest'aspetto tenda a sfuggire. Sono due doni, i più grandi doni che Buraindo ci abbia mai fatto.
Sono l'opportunità di vivere tra persone rispettose le une delle altre, che non si scontrino tra di loro, che non si uccidano tra di loro -
"
Sentendo quei discorsi non potè trattenere uno sbuffo impercettibile, quindi guardò attraverso il finestrino il paesaggio in mutamento.
" - e che possano pregare tutte quante in pace."
"E' vero, padre. Però - spesso è tutto così complicato."
La ragazza si prese una pausa.
"A volte faccio fatica a vedere la differenza tra un atto d'amore e uno d'odio. Voglio dire -"
Sorrise sornione, senza distogliere lo sguardo dal finestrino.
" - spesso mi sembrano quasi la stessa cosa."
Il monaco rise.
"Sei ancora molto giovane, Ayumi. Col tempo, seguendo la via del sommo Buraindo, questi dubbi ti appariranno giorno dopo giorno sempre più labili ed evanescenti. Ci riderai su, poiché ogni cosa appare ridicola di fronte all'eterna luce del nostro buon Dio.
Oh, guarda: pare che stiamo per attraversare il confine!
"


16 gennaio 249



Mentre un nuovo patto veniva suggellato nella sala madre, tra i cunicoli del covo di Kirinaki risuonava l'eco di urla di dolore, provenienti dalla sala delle torture. Una voce di donna che implorava pietà, sempre più acuta, sempre più disperata, ma a nulla servivano quelle suppliche. Non ci sarebbe stata alcuna pietà per lei. Chi si fosse avvicinato per primo alle prigioni, avrebbe sentito le urla scemare lentamente e poi cessare.
Giunti alla loro soglia, li avrebbe accolti un uomo colossale, coi capelli neri tirati all'indietro sempre più sbiaditi, giorno dopo giorno - come la sua folta barba canuta - , intento a srotolare delle fasciature dalle sue mani.


Nell'attesa che aggiorniate le schede, mi permetto di aprire la missione. Primo post libero, ditemi un po' Mira e Fuyuki cosa faranno dopo aver suggellato il loro patto. Ho supposto che l'assenza di Fuyuki non duri molto, ma così non fosse non è un problema: potrebbe essere la sola Mira in quel caso a consultarsi col nostro torturatore. Fermate il post all'ingresso delle prigioni del Covo.
Non necessitiamo presentazioni: sapete che non sono un razzo, ma un post a settimana ve lo assicuro - questo significa che finiremo nel 2020 circa, ma va beh, speriamo di arrivare a vederlo!
Sapete che sono un master generalmente permissivo (almeno, spesso mi dite che sia troppo buono :D ) ma sappiate che questa è una missione S: credo sia il top del top come difficoltà del gdr insieme alla quest Rashomon, perciò da questo punto di vista sarò molto più spietato del solito - e so che apprezzerete solamente questa puntualizzazione!
Ciò non vuol dire ovviamente che sarò carogna: so che giocatori siete, ruotate bene come sapete fare, prendete le scelte giuste e oculate, e la missione andrà per il verso giusto ovviamente... ma va beh, le sapete meglio di me queste cose! Da parte mia, farò del mio meglio per farvi divertire, e spero di creare insieme a voi una missione che possa chiudere una fetta di storia di questo gdr - a tal proposito, vi ringrazio della fiducia che mi avete dato.

E dunque... basta, cominciamo!


Edited by Jöns - 15/10/2018, 01:15
 
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view post Posted on 11/8/2018, 11:58     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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||Buon role gente!||

Erano stati giorni particolari, di transizione, di studio, di progettazione. Su una bacheca era stato appeso un grosso foglio bianco su cui Mira aveva segnato con un pennarello diversi sviluppi riguardanti i suoi studi sulla creazione di intrugli, veleni e tonici. Le mancava ancora esperienza ma le conoscenze che erano negli anni state riposte in appositi cassetti mentali, aperti per l'occasione, cominciavano a sistemare una cultura precisa, mirata al suo scopo. Alla donna mancava chiaramente la tecnologia della Koushin: ciò che era riuscita a fare con WOR in così poco tempo non poteva nemmeno lontanamente avvicinarsi a ciò che invece avrebbe ultimato se fosse rimasta tra i confini dei Daimyo, ma con il Kidenshi che poi altro non era che un'evoluzione di quel programma divenuto in poche settimane obsoleto, e la giusta dose di pazienza avrebbe raggiunto vette mai sfiorate da nessuno. Grazie a Kakumei era riuscita ad allestire un laboratorio degno di questo nome in una delle stanze sotterranee del covo e con l'aiuto di Naum e gli insegnamenti di Matsuda tramandati da entrambi, l'avevano reso sterile e assolutamente funzionale. Bollitori, miscelatori, mortai chimici, agitatori magnetici che si alimentavano tramite chakra di fuoco, alambicchi, cromatografi e altri strumenti ancora, messi insieme grazie ai fondi raccolti dai tre membri della nuova Kirinaki. Molti erano stati recuperati da Naum proprio dai vecchi appartamenti e rifugi di Matsuda, nascosti un po' ovunque negli antri più sconosciuti del Paese dell'Erba, sebbene alcuni fossero stati sequestrati dopo gli avvenimenti che li avevano visti protagonisti, altri erano rimasti intatti. A ogni modo, da quando Fuyuki era sparito chiedendo alcuni giorni per concludere delle faccende in sospeso, Mira non aveva più smesso di lavorare, dividendosi i compiti tra giorno e notte riuscendo a non sprecare più neppure un minuto grazie alla nuova abilità di elevarsi a spirito tra realtà e Yusekai. Di giorno lavorava ai tonici, a nuove tecniche e nozioni mediche ed anche a particolari metodi di tortura, di notte invece studiava, leggeva, metteva insieme le idee mentre il corpo riposava per poter arrivare al giorno prefissato sapendo esattamente che cosa fare. L'ultima volta che aveva interrogato Kawarimi era riuscita a strapparle via l'informazione che Kai fosse vivo senza però sapere il luogo in cui si trovasse; riuscire a scavare ancora più affondo, capire esattamente quale fosse il suo obiettivo, che relazione avesse con Kai e con Kirinaki e soprattutto, scoprire qualcosa sul Reuma e come aggirarlo erano le priorità del prossimo interrogatorio. Come precauzione, la donna aveva comunque preparato una serie di tonici che stimolassero e sviluppassero l'intelletto e i riflessi, cercando di contrastare gli effetti della malattia seguendo ciò che era venuto fuori dal rapporto di Kakumei. Non sarebbero di certo bastati, di questo era consapevole, ma sperava di poter quantomeno ritardarne i sintomi ed eventualmente concedere più tempo per trovare una soluzione più definitiva.

Tra formule chimiche, numeri, appunti e complessi strumenti, dalle celle più lontane del covo provenivano intanto le prima urla femminili: il colosso della nuova Kirinaki aveva cominciato la fase preliminare dell'interrogatorio. Mira non sarebbe entrata, non prima di aver udito le preghiere disperate di chi sarebbe stato disposto a vendere la propria anima e non per tornare a vivere, ma per morire. La tortura di Naum sarebbe stata atroce, crudele, senza il minimo rispetto verso colei che sarebbe stata umiliata dalla forza di un uomo bestiale. La Dea avrebbe fatto il suo ingresso solo quando le pareti avessero assorbito la dignità della fanciulla, giudicando le lacrime di sangue di chi avrebbe perso tutto se avesse deciso di difendere un uomo che ormai non poteva darle più nulla. Solo a quel punto, in una ormai svolta senza più possibilità di ritorno, Mira avrebbe fatto il suo ingresso per poter rimettere in sesto chi non avrebbe potuto più soffrire oltre. Era questo il flagello di chi finiva tra le tenaglie di un medico: soffrire in eterno senza poter morire. L'arciera aveva già dimostrato una resistenza fuori dal comunque alla tortura ma stavolta, al costo di staccarle i denti e farglieli ingoiare uno alla volta, per poi strapparli dal suo stomaco e trapiantarglieli di nuovo, avrebbe confessato ogni cosa, oh se lo avrebbe fatto.
Le urla si spensero dunque d'un tratto e Naum uscì dalla camera delle torture con le mani insanguinate, cercando di evitare le pozze organiche che vi erano per terra. Forse c'era andato troppo pesante, forse no, in ogni caso Kawarimi non sarebbe morta, non poteva farlo. Mira lo vide entrare nella Sala Grande del covo scuotendo il capo: non era bastata quella prima fase.


- E' stata addestrata bene, come lo sono stata io d'altronde.

Lo superò senza aggiungere altro ed entrò nella piccola stanza in cui era tenuta prigioniera la ragazza, dopo essere scesa al secondo livello dei sotterranei. La vide attaccata ad una sedia al centro della cella, immobile, con i capelli macchiati di sangue e la faccia gonfia. Era probabilmente svenuta. Mira si avvicinò lentamente, girandole intorno e le passò una mano sul viso percependo la temperatura altissima del suo corpo. Le scostò i capelli e le carezzò la nuca, per poi afferrarla con forza e avvicinarsi al suo orecchio sinistro. La stretta era ferrea, proprio su un chiaro ematoma dietro l'orecchio ma il dolore che ne doveva scaturire era paradossalmente alleviato dall'energia verde che pervase la stanza.

- Potrei continuare a romperti ogni singolo dito delle mani, potrei frantumare le tue ossa per poi ricostruirle e distruggerle ancora... potresti poter vivere quella sensazione per sempre, potresti sentire scivolare via ben più della tua dignità. Parla Kawarimi, parla o giuro che non vorrai che morire, e posso assicurarti che non succederà.

CITAZIONE
Nel post creo:
1 Tonico dell’intelletto superiore [+90 int] “Tonico che aumenta la potenza illusoria ed elementale del ninja. Di alta potenza”

1 Tonico della velocità superiore [+90 vel] “Tonico che aumenta agilità e potenza delle gambe per fughe ed elusioni. Di alta potenza”

1 Tonico del chakra superiore [+90 chk] “Tonico che aumenta il chakra del ninja. Di alta potenza”

CITAZIONE
<ijutsu> - Enkou: Alone Curativo - [Chk: 150] "Lo studio del chakra ci ha fatto scoprire che questo è di diverso colore a seconda del tipo di jutsu utilizzate. Solitamente, per le ninjutsu la tonalità dell'energia spirituale impastata si avvicina all'azzurro tendente al blu scuro, soprattutto se sprigionato in gran quantità, ma per le Ijutsu, tecniche prettamente mediche e rinvigorenti, questo assume un colore verde smeraldino, il quale non emette una sensazione di potenza, ma una di pace e rilassante tranquillità, fattori assai cari ai medici. Esistono varie Ijutsu di cura, ognuna per ferite specifiche, ma ne esistono altre come la Piccola Cura che sono decisamente generali, e permettono di sanare lesioni di vario tipo. Solitamente tali tecniche risultano essere le migliori per vari motivi di comodità ed apprendimento, inoltre è proprio per questo che si è sviluppata la tecnica dell'Alone Curativo, una delle più conosciute del mondo ninja, il cui funzionamento è identico alla Piccola Cura. I Punti Salute recuperati grazie alla Jutsu sono 25, ma ogni 25 Punti Chakra utilizzati senza contare quelli iniziali garantiranno un recupero di ulteriori 10 Punti Salute. Se con la tecnica si curano tutti i Punti Ferita persi per via di un attacco che ha causato malus questo verrà annullato, ma solo fino al 2° Grado."
 
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view post Posted on 11/8/2018, 15:02     +1   -1
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Continua da qui

Un sibilo preannunciò il suo arrivo.
Gli era bastato attivare il jutsu spazio-temporale per macinare chilometri nel giro di un istante, così da tornare nel covo della fanciulla dalle ciocche dorate. Prima ancora d'atterrare, afferrò al volo il kunai sul quale era impresso il sigillo di richiamo, estraendolo dalla superficie in cui era stato conficcato. Non appena le pieghe della veste nera che lo avvolgeva si furono placate, il giovane poté scrutare, da dietro le lenti scure che aveva indossato per tenere nascosti i suoi preziosi occhi, la crepa formatasi sul Muro dei Kanji. Sembrava proprio che Mira avesse spostato l'ubicazione del pugnale, rimuovendolo dal tavolo in cui il jonin della Foglia l'aveva lasciato; adesso, di fronte al suo sguardo serio, il nome di Namida appariva scheggiato, per sempre sfigurato. Era come se quel momento coronasse quella che era forse stata la decisione più sofferta che avesse mai preso. Finché l'occasione propizia non fosse giunta, l'eredità di Fuyuki e della Lacrima Cremisi sarebbe rimasta sepolta fra le ceneri di Yason Mori, per permettere agli artigli della giustizia di strappare, lentamente, la maschera di menzogne che copriva il vero volto di Konoha.
Sistemò meglio la sciarpa intorno al volto e strinse il nodo della bandana nera (priva della placca metallica sulla quale era stato inciso il vessillo del villaggio) che portava in fronte, poi si scrollò di dosso la polvere, mentre il rumore sordo di alcuni passi si levava dietro di lui.

- Ma guarda, il moccioso ha deciso di fare sul serio. Non dirmi che...

- Per quanto ne sai, Kakumei, lo shinobi conosciuto come Hyuga Fuyuki ha perso la vita. Divorato dalle fiamme di una città ormai ridotta in cenere, divenuto polvere a sua volta insieme alle convinzioni che aveva.
Chi hai davanti agirà sotto il nome di Seikai.


Erano trascorsi solo sette giorni da quando, proprio davanti a quella parete, Fuyuki aveva messo a nudo le proprie emozioni, vedendosi tradito dalle persone per le quali aveva sempre avuto una cieca devozione, eppure, nelle parole del giovane, Kakumei avrebbe potuto percepire una ritrovata, quanto matura, consapevolezza. Era proprio vero, lo Hyuga aveva perso tutto, ma al tempo stesso, spogliandosi di quelle credenze che lo avevano illuso, egli era rimasto vestito della sua unica e vera corazza: il desiderio di proteggere la sua famiglia e la sua gente, anche a costo di perdere la vita nell'intento. E nel fuoco che ardeva nella sua voce ferma, tanto quanto nel profondo significato del nome che aveva scelto come maschera (正解 Seikai, Giustizia), la spia di Kirinaki avrebbe potuto riconoscere la fame di libertà che aveva saziato la gola asciutta dello shinobi. Sorrise per un istante, compiaciuto dal risultato che aveva ottenuto semplicemente pizzicando le corde giuste, per poi tornare serio.
In fin dei conti, se il jonin era lì, non era certo per discutere di quanto aveva deciso di compiere nei confronti del consiglio della Foglia - anche se, a giudicare dalle precauzioni prese, poteva sicuramente farsi un'idea. No, c'erano sicuramente questioni più importanti... e, ahimè, erano strettamente collegate a quanto successo a Yason Mori, là dove la Nebbia Piangente aveva lasciato una traccia indelebile.

- Tra le nostre celle, si trova Kawarimi, una potente kunoichi che ha prestato servizio per il Ninja Dorato. Da lei abbiamo scoperto che Kai sembra essere ancora in vita, ma non riusciamo ad ottenere più di questo. Quella puttana è stata addestrata bene, non c'è da stupirsi... è probabile che preferisca morire, anziché tradire chi ha saputo diffondere un cancro nella sua debole mente.

Di fronte a quella notizia, Fuyuki rimase come pietrificato. Da quando la minaccia di Watashi era stata estirpata, del Ninja Dorato si era persa ogni traccia. Molti lo avevano considerato morto e, malgrado la stessa Akane Uchiha non avesse mai creduto a quelle voci, lo shinobi dagli occhi perlacei aveva sempre sperato ch'ella si sbagliasse, lasciandosi cullare da quel pensiero come un bambino fa quando non vuole accettare la verità. Eppure, anche se non era più il ragazzino inesperto ch'era rimasto sbalordito dalla potenza di Kai, quel nome era ancora in grado di suscitare forti emozioni nel suo cuore. Se non paura, quantomeno il preoccupato rispetto di chi sa di avere a che fare con un nemico potente - in fondo, la stessa sensazione che aveva sperimentato affrontando Jagura prima e Hyou, in seguito. Ovviamente, una simile informazione lasciava adito ad infinite congetture, alcune delle quali potevano vedere lui stesso come principale creatore del Reuma. Insomma, nessuna strada poteva essere scartata prima di essere realmente percorsa... e l'unica persona che poteva indirizzare i loro passi verso una precisa pista pareva essere quella Kawarimi, le cui urla impregnate di disperazione riuscivano a raggiungerli anche lì.

- Portami da lei.

Non che volesse avere l'ardire di poter risolvere la situazione con uno schiocco di dita, ma indubbiamente, fra coloro che avevano modo di calpestare il marmo del covo, lui era il più indicato per quel genere di lavoro. Non era più un ANBU in servizio da anni ormai, ma in certi campi era assai difficile perdere la mano, specie per chi aveva capito che, nella maggior parte dei casi, le informazioni erano più letali di alcune tecniche ninja.
Comunque, Kakumei non se lo fece ripetere e lesto fece strada al nuovo arrivato attraverso androni che egli aveva ormai imparato a conoscere, conducendolo infine verso le segrete che lo avevano ospitato, quando aveva involontariamente rischiato di uccidere chi, dopotutto, gli aveva salvato la vita. In una cella illuminata solo dalla fioca luce di una candela, Fuyuki trovò ad attenderlo Mira e Naum. La prigioniera invece svettava proprio dietro il possente aguzzino, insozzata di sangue e dall'aspetto non troppo diverso da quello di uno straccio. In un primo momento, il giovane provò a ricordare se l'avesse mai vista prima di allora, ma dovette concludere che, se anche così fosse stato, sarebbe stato pressoché impossibile ricondurre quel viso maciullato ad un volto noto.

"Da quanto ho capito, la stanno interrogando da una settimana... a giudicare dalle sue condizioni, però, sembra quasi che questa donna si trovi qui da diversi mesi."
Non si trattava solo dell'olezzo di sangue o degli aloni di piscio e feci che le impregnavano i vestiti, calando lungo le cosce nude. No, lo sguardo di Kawarimi era ormai rassegnato all'idea di perire in quel posto sudicio e dimenticato dal mondo - e solitamente, almeno nei primi giorni, le vittime di torture si aggrappavano sempre alla vana speranza di rivedere la luce del sole. In ogni caso, Fuyuki avrebbe soffocato in gola quei pensieri, limitandosi a cercare lo sguardo vitreo di Mira. Sarebbe bastato un cenno come saluto, in fin dei conti entrambi erano abbastanza maturi da infischiarsene di certi convenevoli, così come delle buone maniere.

- Lieto di aver ricevuto un trattamento più umano rispetto a questa donna. Ad onore del vero, non so come avrei agito, al tuo posto.

Si permise di scherzare, nel tentativo di alleviare la tensione con un po' di sano sarcasmo. A quel punto, stappò la fiaschetta ricevuta in dono da Kenshin-sensei, concedendosi un goccio di shochu per riscaldare la gola, prima di procedere. Per ciò che lo avrebbe atteso a breve, un po' di alcool era fondamentale a predisporre lo stomaco per sopportare odori ben più sgradevoli.

- Kakumei mi ha messo al corrente della situazione. Non ha ancora parlato, vero?

 
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view post Posted on 13/8/2018, 10:21     +1   -1
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Capitolo 2, L'uomo è nato per soffrire



In un angolo della sala, era stato fissato un picchetto a muro, lungo quasi un metro e con ogni probabilità ancorato altrettanto in profondità, e nel sudicio pavimento sottostante giaceva una grossa corda sfibrata appena visibile nella penombra.
"E' donna con le palle" rispose Naum a Fuyuki.
"Mai visto nessuno resistere così tanto a tratto di corda. E prima l'avevo anche pestata bene - ovvio, mai in bocca: deve parlare. Ha resistito così tanto che sono arrivato a slogare sue spalle, così ho legato corda a soffitto e ho fatto provare a lei ruota, in mio paese adorano questa tortura."
I raggi verdi dell'ijutsu illuminavano debolmente la sala, sotto lo sguardo assente di Kawarimi.
"Anche quando ha iniziato a avere nausea e a vomitare e a cacarsi sotto, e quando le ho fatto mangiare tutto quello che aveva buttato, non mi ha detto nient'altro in più. Solo quando ho iniziato a strapparle lembi di pelle da petto e schiena ha detto qualcosa in più.
Non so dirti se sa altro
."
Silenzio.
"Vero, puttana?"
Dopo pochi secondi i colpi di tosse di Kawarimi ruppero il silenzio, protraendosi per un periodo di tempo imprecisato, come ognuno di loro le costassero fatica e dolore sconosciuti a qualunque uomo.
" - Ti ho detto tutto quello che so."
"E dillo anche a loro, sentiamo. Se riesci a ricordare."
Tossì ancora.
" - Kai sta dando la caccia ai restanti membri di Kirina - "
"Ferma, ferma, ferma! No così, da inizio, sennò nessuno capisce un cazzo."
I colpi di tosse si trasformarono in un greve lamento soffocato.
"Kai non fa più parte di Kirinaki. O meglio - " tossì.
"Kirinaki non segue più lui da quando è sparito. E' ancora provato dallo scontro con Watashi, non si è ripreso del tutto. Ma noi che gli siamo rimasti fedeli agiamo sotto il nome di Shinkuu, il vuoto. Ciò che rimane del grande sogno di Kai. Un sogno che Kirinaki ha ormai tradito - "
Visibili grumi sangue caddero ai successivi colpi di tosse, più violenti dei precedenti. Come se ogni parola fosse una sofferenza crescente.
" - tradendo se stessa. Per questo Kai è alla ricerca dei suoi vecchi alleati, della vecchia Kirinaki. Vuole offrire loro l'opportunità di riunirsi a lui, o perire sull'altare della - della vera libertà."
Qualche istante di silenzio, a sguardo basso. Cercando di riprendere le forze.
" - Allora, ne hai ancora per molto?"
"Un momento, un momento - "
"O non ti ricordi più cazzate che hai sparato?"
"Vi sto dicendo - tutta la verità, e lo sai."
"Fino adesso sei andata bene in effetti, hai buona memoria."
"Credi un po' quel cazzo che ti pare. Siamo riusciti a trovare il covo di Kirinaki. Si stanno nascondendo nel Paese del Cielo, sotto la protezione di Ogami Buraindo."
Naum rise, e iniziò a girare attorno alla sua sedia come un immaginifico predatore notturno.
"Questo non potevi scordare."
"Perchè è vera."
"E pensi davvero che crediamo a questa stronzata?" Le sue dita si avvinghiarono alla testa della donna e la scossero a destra e a sinistra, cingendola per metà cranio, come fossero una pressa in grado di schiacciarlo e renderlo in poltiglia da un momento all'altro.
" - Cazzi vostri se non ci credete. E' quanto abbiamo scoperto: Kirinaki si è alleata col culto di Buraindo. Non sappiamo - perchè, ma ci stavamo muovendo per cercare di stanarla. Ci stiamo muovendo, non sono così indispensabile per Shinkuu. Solo Kai lo è."
Naum si fermò alle sue spalle. La scrutò attentamente, massaggiandosi il mento con indice e pollice.
"Questo è quanto mi ha detto" disse a Mira e Fuyuki.
Girò attorno alla sedia, si inginocchiò di fronte a Kawarimi, quindi le sollevo il viso serrandole tutta la mascella insanguinata.
"Ho aspettato che anche loro sentissero queste storie. E se in futuro scopriamo qualcosa di diverso da quanto ci hai detto... ti faremo male. Non delicatamente come fino adesso. Ma peggio."
Kawarimi sembrava mugugnare qualcosa, ma la mascella serrata le impediva ogni movimento del viso.
Naum si alzò di scatto, e l'arciera diede nuovi e più intensi colpi di tosse.
" - Io non so nient'altro" scandì, quasi sillabando.
"Come devo dirtelo?"
"Non dirlo a me. Dì a loro" e indicò il suo nuovo alleato, e il leader della nuova Kirinaki.
"Cosa ne pensate?"

Edited by Jöns - 15/10/2018, 01:16
 
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Quelle parole non avevano alcun senso, non poteva essere vero, tutta quella storia non era che una messa in scena da parte dell'arciera per cercare di salvarsi la vita. Almeno era questo ciò che Mira volle credere perché uno scenario in cui Kirinaki era sopravvissuta anche senza il suo leader, arrivando perfino a voltargli le spalle era qualcosa che non riusciva a concepire. Indietreggiò cercando un appiglio, riflettendo su ciò che Lei aveva fatto e che stava continuando a fare: alimentare le braci di ciò che rimaneva della Nebbia Piangente dopo che questa era stata sterminata da Watashi prima e Mera Dotoha dopo. Quando Kakumei le aveva raccontato della fantomatica Kirinaki a Yason e Na Mori, la donna aveva immediatamente pensato a Kai, perché se una cellula di quella organizzazione era riuscita ad arrivare oltre confine, sopravvivendo, non poteva che avere a che fare con il suo fondatore. Kawarimi stava però cambiando le carte in tavole, stava affermando che Kirinaki era sopravvissuta a chi la voleva distrutta pur senza l'aiuto di Kai, anzi, voltandogli addirittura le spalle. Era... esattamente ciò che aveva fatto Mira. Poteva essere un'occasione per riavvicinarsi a vecchi compagni, per provare a costruire insieme a loro e a Kakumei e Naum nuove fondamenta e piantare così il vessillo del suo nuovo volto, della sua nuova Libertà. Eppure... Fuyuki aveva combattuto proprio loro, contro il Reuma e contro fantasmi nascosti tra le lacrime della nebbia. Il nemico della Dea di Yusekai era Kai e il compagno in quella guerra lo Hyuga che aveva al suo fianco, ma chi vi era allora dietro il nome di Kirinaki al Paese del Cielo? Era un dado a tre facce, Kirinaki su due fronti e Shinkuu contro entrambe. Dichiarato però il nemico, chi era l'alleato? Mira riprese a quel punto compostezza e afferrò per i capelli la prigioniera alzandole il capo verso l'alto, lasciando che si affogasse con il proprio sangue. Aveva smesso di concentrare chakra curativo, adesso Kawarimi era sola con il dolore delle ferite sotto pelle che pulsavano se possibile più di prima e senza che l'energia verdognola della genetista potesse donarle sollievo... la pausa era finita.

- Sapevi che Mera Dotoha era sulle tracce di Kirinaki?

Con la svolta che stava prendendo la situazione, tutti potevano essere contro tutti in quella giostra di spie ed organizzazioni. Se Kai sapeva di Mera, avrebbe anche potuto sfruttarla per eliminare le cellule di Kirinaki che lo avevano tradito. Quello che era successo a Yason Mori però acquisiva un'importanza fondamentale nel quadro degli eventi: il Reuma aveva di fatto distrutto la Nazione e chiunque potesse testimoniare riguardo gli avvenimenti in quella montagna. Solo Fuyuki e Kakumei ne erano usciti vivi, sorprendendo senz'altro chi aveva organizzato tutto per fare in modo che nessuna notizia uscisse fuori fai confini dell'Ovest. Anche Midka doveva essere una pedina a giudicare dal rapporto della spia dagli occhi ambrati.

- Come ti poni tu in questa storia? Eri stata mandata a cercare Kirinaki? Suppongo tu sappia allora che operava anche nelle Montagne dell'Oro e dell'Argento... o stai raccontando un mucchio di stronzate?

Lasciò passare qualche secondo di silenzio tra i sospiri e l'ansia dell'arciera di dover tornare a soffrire la creatività di quella colossale bestia senza rimorso. Fino a quel momento era stata brava, assecondando le "buone maniere" di Naum, non era davvero il caso di sprecare così un bel viso già fin troppo deturpato.

- Sai, il mio amico qui spera che non risponderai...

Non fosse bastato quell'avvertimento, la Dea avrebbe volentieri lasciato campo libero all'alleato dagli occhi perlacei che nel frattempo li aveva raggiunti. Il giovane si permise di scherzare anche in quella situazione e, in fondo, non fosse stato per la fiducia riposta nelle parole di Seiri forse non avrebbe nemmeno più riaperto gli occhi dopo quello che aveva combinato con la Regina di Yason Mori, altro che tortura. Per il resto, Mira non avrebbe invece disturbato le Anime di Yusekai in quel momento, non con le abilità di Fuyuki ancora del tutto da esplorare. Quello che avevano scoperto infatti non poteva bastare, erano tutte informazioni da prendere con i guanti, la possibilità che l'arciera li volesse semplicemente depistare era plausibile, seppur citare in maniera così eclatante un paese come quello del cielo era curioso: aveva letto molto della sua storia e di questo fantomatico Buraindo, abbastanza da concludere che un'alleanza tra le nubi del Cielo e la Nebbia Piangente sarebbe stata folle.
 
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view post Posted on 21/8/2018, 20:09     +1   -1
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"Ma come cazzo parla?"
Imprecò mentalmente lo Hyuga, sollevando un sopracciglio. Da quando aveva messo piede nel covo di Mira, quella era forse la prima volta in cui quel bue assai simile ad un uomo aveva preso parola. Fino a quel momento,fatto salvo per il portarlo in spalla, quando si era risvegliato da Yusekai, si era più limitato a starsene tra i piedi, in silenzio, come un enorme soprammobile - un suppellettile decisamente ingombrante, a dirla tutta. Eppure, con le mani insozzate di sangue, Naum pareva perfettamente a suo agio. Aveva osservato particolari precauzioni con Kawarimi, senza però risparmiare alcuna crudeltà a lui nota. Certo, per un soldato come Fuyuki, il suo stile era forse un po' grezzo, ma non per questo poco funzionale. Dopotutto, la donna appariva stremata dopo le fantasiose torture a cui era stata posta... inclusa la ruota. Nel sentir nominare quello strumento a lui sconosciuto, una smorfia di curiosità mista a disgusto si fece largo sul suo volto. Proprio non riusciva ad immaginarla e, per un momento, fu quasi tentato di chiedere delucidazioni in merito, ma dovette rassegnarsi per il bene delle sue orecchie.
"Avrà anche una fogna al posto della bocca, ma questa scimmia sembra sapere il fatto suo."

- Deve essere un posto molto ospitale, il tuo paese.

In ogni caso, le attenzioni che Naum aveva riservato alla donna sembravano aver reso buoni frutti. Kawarimi aveva cantato, infine, e sotto le minacce del suo aguzzino lo fece anche in quell'occasione, così da mettere al corrente di tutto i nuovi arrivati. Mentalmente, Fuyuki era predisposto a sapere qualsiasi cosa, ma ciò che scoprì lo lasciò talmente basito da costringerlo a riaprire la fiaschetta, per concedersi un altro sorso d'alcool. Non solo Kai era vivo - seppur indebolito, dopo lo scontro con Watashi - ma aveva perso la fiducia della vecchia Kirinaki, circondandosi solo da uomini devoti sotto il nome di Shinkuu, il Vuoto. Prima d'allora, lo shinobi non aveva mai udito di una simile organizzazione e, cercando conferme negli occhi di Mira, lesse la stessa preoccupazione che tormentava anche lui: non vi era prova che quanto detto l'arciera fosse vero e non un'elaborata menzogna per avere salva la vita. In fin dei conti, era una strategia comune a chi, pur non volendo più soffrire le pene dell'inferno, voleva intrappolare il nemico in una tela di falsità. Era la stessa cosa che aveva fatto con Orha Duren, dopo essere stato catturato e sbattuto in cella.

"Dunque Kirinaki si troverebbe nel Paese del Cielo... sotto la protezione di questo tale, Buraindo."
Quel nome, ahimè, non gli diceva un cazzo. Aveva viaggiato molto e, sebbene avesse visitato il Paese del Ferro in alcune occasioni, non si era mai spinto verso l'estremo ovest del continente, non abbastanza almeno da conoscere qualcosa sulla cultura del luogo. In ogni caso, avrebbe avuto modo di indagare ed informarsi, a tempo debito. In quel momento, vi era una priorità assoluta: scoprire se, quanto avevano udito, fosse realmente vero. Lui stesso era ancora confuso, incapace di discernere un'immagine pulita della situazione dalle informazioni precarie che erano state partorite dalla bocca della prigioniera. La stessa Mira, in quel momento, sembrava iraconda a causa del caos che quelle notizie dovevano aver suscitato nel suo cuore in subbuglio. Lei per prima aveva voltato le spalle a Kai, quando aveva intravisto l'opportunità di liberarsi dai suoi occhi, dopo la sua scomparsa... ed evidentemente, non era stata l'unica. Malgrado avesse deciso di fidarsi della nuova alleata, il jonin avrebbe comunque prestato attenzione alle sue reazioni. Non era da escludere che la donna potesse pensare di trovare in quei nukenin allo sbaraglio degli alleati utili alla sua causa, anche se, in cuor suo, era convinto che la fanciulla non avrebbe dimenticato il Reuma, né quanto la Nebbia Piangente avesse compiuto alle spalle di Yason Mori, diversi mesi prima.

- Mera Dotoha è morta per concedermi di continuare questa caccia... ed i suoi... i nostri nemici dovranno soccombere, Yūrei. - le rispose fiscalmente, in modo da rimarcare il concetto e da difendere, per una volta, la memoria di quella kunoichi caduta; Kirinaki doveva essere eliminata, a prescindere che fosse o meno guidata da Kai. - In ogni caso, lascia che scambi io qualche parola con la nostra ospite.

Si avvicinò quindi lentamente, muovendo pochi passi cadenzati in direzione della sedia sulla quale Kawarimi era stata legata. Da quella distanza, il nauseabondo olezzo di sangue e merda era ancora più opprimente, ma ciò nonostante lo Hyuga fu in grado di scacciarlo dalla mente, insieme alle immagini che, per forza di cose, gli balenarono in testa. L'ultima volta, con quella puttana di Lora, aveva miseramente fallito... ma lì, finalmente, avrebbe potuto adottare un approccio del tutto diverso, per fortuna su di una vittima che sembrava disposta a collaborare, anziché perire per conservare l'integrità del proprio onore.
Si portò una sigaretta alla bocca e la accese.

- Quello che sto per usare è un particolare sigillo. Dopo la sua applicazione, Kawarimi sarà costretta a rispondere in modo veritiero ad un numero limitato di domande. Pertanto, poche raccomandazioni. Non aprite bocca mentre parla, se avete domande da porgere, fatele solo quando avrà finito di rispondere alla domanda precedente.
State attenti, dunque. Mi romperebbe il cazzo vedere sprecati questi pochi, ma preziosi minuti.


Chissà, magari con quell'avviso avrebbe avuto modo di zittire Naum per qualche minuto. Comunque, dopo aver raccolto il consenso dei suoi alleati, si apprestò a svolgere il suo compito. Per un momento, una schiera di saette lo avvolse, rinvigorendo il suo chakra mentre le sue mani, leste, componevano i seals necessari per attivare la tecnica. Una volta terminato, le dita della mano sinistra, coperta dalle bende, si poggiarono sulla fronte di Kawarimi, lasciando che le loro energie si fondessero - o meglio, che quella dello shinobi infettasse il corpo della vittima, come un cancro spietato. Completata l'operazione, i presenti avrebbero potuto ammirare alcuni kanji dipingersi sulla fronte impregnata di sangue della vittima. 真実 Shinjitsu, Verità.

Shinjitsu no Fuin.

Con aria compiaciuta, Fuyuki scrutò i frutti del suo lavoro attraverso la coltre di fumo grigiastro partorita dalla sua sigaretta. Era solo l'inizio, tuttavia, di un'opera che doveva essere condotta con il massimo dell'attenzione, per non rovinare quanto compiuto.

- Togliamoci il dente, subito, Kawarimi. Voglio sapere se quanto hai detto corrisponda al vero, se hai volutamente omesso qualcosa - e se sì, dovrai dirmi esattamente quanto hai nascosto. Fatto ciò, voglio conoscere la posizione di Kai e tutto ciò che sai su Kirinaki e Shinkuu. Dove dovrebbero trovarsi, quando entreranno in contatto, ciò che Kai sta facendo per stanare i suoi nemici, ciò che conosci sul Reuma e sulla presenza di Kirinaki a nord del continente... e la fonte da cui provengono le notizie sull'alleanza fra loro e questo Ogami Buraindo.

"Forse non sarai indispensabile per Shinkuu, puttana... ma lo sarai per me, finché non ti avrò spogliata di tutto ciò che conosci."
Si trattava di una serie di questi ben mirati e ponderati, con i quali Fuyuki sperava, innanzi tutto, di dissipare qualsivoglia dubbio sulla veridicità di quanto avevano scoperto in precedenza ed in seguito di approfondire tali informazioni, scavando con il suo chakra nella mente di chi, magari, voleva solo far credere di non avere più nulla da dire. In fin dei conti, Kawarimi doveva pur essere devota al Ninja Dorato in qualche modo, altrimenti anche lei avrebbe potuto sfruttare la sua scomparsa per voltargli le spalle. In ogni caso, il jonin della Foglia non era intenzionato a lasciarle scampo. Finalmente, dopo anni di intense ricerche e sacrifici, sembrava essere vicino a raggiungere i nemici più pericolosi che avesse mai affrontato e, a causa dei quali, si era macchiato d'infamia per garantire un futuro sereno a Konoha.
Era un'occasione d'oro che non poteva lasciarsi scappare, non dopo essersi sporcato le mani del sangue della gente di Yason Mori e dover convivere, ogni notte, con le urla strazianti di quella città in rovina.

<attivazione> - 静電霊気 Seidenreiki ~ Aura Elettrostatica - [Stm: -7] [Chk/Vel: +120] "Fuyuki ha ammirato la potenza e il fascino dei fulmini, desiderando di potersi muovere sinuosamente come loro. Per questo motivo il Chunin ha imparato a controllare la natura del proprio chakra in modo ottimale e a utilizzarla egregiamente in battaglia. Il ragazzo richiama delle scariche elettriche lungo il suo intero corpo, con le quali è in grado di rendere le proprie danze più leggiadre e letali, aumentando dunque la precisione del proprio attacco e la velocità nello schivare le offensive nemiche. Si tratta in ogni caso di una tecnica che comporta al suo utilizzatore un dispendio di energie notevole, tanto che lo Hyuga ricorre ad essa soltanto in casi di estrema necessità e non con molta superficialità. E' una carta utile da giocare, ma ciò non significa che dietro di essa non si nasconda il rischio di sprecare troppo chakra a causa dell'elevata quantità di energia che le scariche elettriche richiedono per essere alimentate. Bisogna decidere se dare il bonus a Frz o a Vel, ma si può scegliere di consumare 7 Stm per trasferire il bonus da un parametro all'altro."

<fuuinjutsu> - 真実の封印 Shinjitsu no Fuin ~ Sigillo della Verità - [Chk: variabile] "Fuyuki è sempre stato un maniaco del controllo ed è consapevole che, spesso, le informazioni possono rivelarsi anche più pericolose di un tremendo jutsu. Per questo motivo ha deciso di soddisfare questa sua esigenza e così, dopo mesi di intenso studio ed esperimenti, è riuscito a ideare un sigillo particolare: affinché questo si attivi, al jonin basterà comporre alcuni sigilli delle mani e toccare la fronte dell'interessato, facendo confluire il proprio chakra e farlo entrare a contatto con il suo. Sulla fronte del malcapitato appariranno quindi i kanji 真実 (Shinjitsu - Verità) e a quel punto il malcapitato sarà costretto a rispondere ai quesiti che gli verranno posti. Tuttavia si tratta di una tecnica non del tutto perfetta, dato che ogni jutsu nasconde le proprie lacune, che tuttavia possono essere colmate in altro modo. Per questo motivo la tecnica seguirà le seguenti regole:
• L'interessato dovrà essere stato sconfitto in combattimento o dovrà essere consenziente.
• Non è semplice mantenere questo sigillo, che presenta una durata limitata. La resistenza del sigillo è data dal punteggio di chk che vi viene immesso inizialmente. Dopo ogni turno la resistenza si abbasserà di 60 punti e quando essa arriverà a 0, il sigillo sarà spezzato. In seguito bisognerà attendere un tempo in GDR on di tre ore prima di utilizzarlo sulla stessa persona.
• Chi finisce sotto l'effetto di questo fuuinjutsu sarà obbligato a rispondere alle domande dell'utilizzatore. Non sarà tuttavia obbligato ad aggiungere particolari, se non esplicitamente richiesti. Quindi a una domanda, se non formulata nel modo giusto, si potrà anche rispondere soltanto nel limite della domanda stessa. Ovviamente l'utilizzatore, se non a conoscenza dei dettagli, non potrà approfondire troppo la questione senza correre il rischio di incorrere in metagame.
• La vittima di questo sigillo potrà rispondere entro il limite delle sue conoscenze. Qualora non conoscesse la risposta a una domanda rimarrà in silenzio e i kanji sulla sua fronte si tingeranno di rosso, diminuendo il punteggio della resistenza di ulteriori 30 unità."
 
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view post Posted on 27/8/2018, 09:37     +1   -1
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Naum sorrise all'affermazione di Fuyuki. Si passò una mano sulla barba e fissò quanto restava di Kawarimi per qualche secondo e infine guardò il soffitto con aria sognante.
"E' storia lunga, ma dato che hai chiesto. Il paesaggio in mio paese è molto simile a nord di questo Continente. Solo che lì è impregnato di sangue."
Si voltò verso Fuyuki, serissimo.
"Rosso anche quando è ghiacciato."
Chi cazzo era questo tipo?


"Mira -"
Kawarimi riuscì a rispondere dopo qualche secondo di silenzio. Ansimava, come se ogni parola le costasse uno sforzo disumano.
"Te lo giuro - "
Sembrava anche quasi... sorpresa.
" - Sono anni che non vedo Mera. Credevo fosse morta."
Tossì.
"- Perché? E - di cosa stai parlando? Qual è il posto di cui mi hai parlato?"


"E' così in tutto mio paese, grande cinque volte vostro continente" e stemperò la serietà con una mezza risata a trentadue denti, di quelle che lasciano aperta ogni possibile ambiguità. Chi gli diceva di potersi fidare davvero?
Tornò a fissare Mira e Kawarimi poco lontane.
"Nel corso dei secoli, i Vladelec v zakone hanno ucciso milioni di persone. Milioni su milioni, un Vladelec dopo l'altro. Solo in guerra civile, in cinque anni morirono venti milioni di miei compaesani.
Venti milioni. Da tua faccia scommetto che non riesci neanche a immaginarli. In confronto distruzione di Yason Mori -
"
Ci pensò su.
" - No, credo non si possa neanche fare paragone. E le purghe successive ne fecero fuori altri venti nei dieci anni successivi. In quel periodo madri spesso erano costrette a cucinare e mangiare i loro stessi figli. Ecco perché neve è bianca come perle quando cade.
Per coprire sangue.
"
Un lamento di Kawarimi lo interruppe.
"Finiscila, non ti stanchi mai di raccontare questa storia?"
Guardò Kawarimi. Poi le sorrise.
"Avevo capito subito di avere già visto te. Non direttamente, almeno, ma miei antenati sì. Loro erano kazaki, uomini a cavallo. E davano caccia a gente come te come si fa con bestie. Massacravano vostri uomini. Stupravano vostre donne. Mangiavano vostri bambini."
Kawarimi tossì.
" - Quanto cazzo parli."
Naum rise.
"Pregherai di sentirmi tornare a parlare."
Fece dunque un cenno a Fuyuki, come a dirgli che era tutta sua. Osservò attentamente la preparazione del sigillo. Qualcosa che non aveva mai visto. Un sigillo molto potente. Sperava davvero che Mira non si sbagliasse sul suo conto. E di non doverlo mai avere come nemico.
Quando il sigillo fu compiuto così come le domande ad esso relative, Kawarimi esitò un attimo. Come se stesse tentando di liberarsi da un indesiderato elemento alieno.
" - Quanto ho detto corrisponde al vero, e non ho omesso nulla. Non so al momento Kai dove si trovi - e su Kirinaki so che stanno aiutando Buraindo a sedare una rivolta interna nel Paese del Cielo. Kai ci aveva chiesto di dirigerci lì e di entrare in contatto coi membri della Resistenza. Kai mi disse che Kirinaki si stava espandendo anche al di fuori del continente.
L'unica fonte che conosco a proposito del patto tra Kirinaki e Buraindo è la voce di Kai.
"
Nel corso della risposta, il sigillo brillò due volte sulla sua fronte, di una luce rossastra.
 
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view post Posted on 29/8/2018, 17:34     +1   -1
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Un'espressione di stupore misto a terrore si fece largo sul suo volto, mentre a momenti rischiava di ingoiare la sigaretta che reggeva fra le labbra. In quel preciso istante, solo una domanda stuzzicò la sua curiosità: perché non si era fatto i cazzi suoi?
"Io non ti ho chiesto un bel niente, ho solo fatto una battuta... oh Kami bastardi, eccolo che ricomincia!" pensò tra sé con aria rassegnata, mentre l'energumeno straniero tornava a raccontare di come la sua nazione, in confronto alle altre, fosse stata costruita sul sangue e di come la sua enorme superficie fosse ancora insozzata del sacrificio di milioni di uomini, donne e bambini. Numeri che, proprio come lui aveva detto, era pressoché possibile realizzare, anche se dotati di una fervida immaginazione. In confronto, la caduta di Yason Mori appariva al pari di una barzelletta - anche se, ahimè, il peso delle responsabilità gravava ugualmente sulla sua coscienza, a prescindere che si trattasse di una sola vittima, o di un milione.

In ogni caso, riuscì ad intravedere una scappatoia dalle fitte e noiose tele di Naum quando la prigioniera interpellò la fanciulla dalle ciocche dorate, chiamandola con il suo vero nome. Non fece nulla per smentirla, o per chiedere conferme al riguardo - in fondo, lui stesso conosceva già la vera identità della kunoichi, tuttavia avrebbe continuato a chiamarla con il suo prestanome, almeno finché non fosse stata lei stessa a chiedere il contrario. In fin dei conti, in quel mondo i nomi altro non erano che una maschera e lui stesso, almeno per il momento, aveva deciso di insozzare di sangue quella di Fuyuki Hyuga, per rinascere come Seikai. Del resto, ancor prima del ninjutsu, l'arte principe di uno shinobi rimaneva quella dell'inganno e il cervello restava, anche più dei muscoli o dei jutsu, l'arma più efficace con cui uccidere.
E proprio con quello, Namida riuscì ad ottenere ciò che cercava. La confessione di Kawarimi fu precisa, puntuale e, per forza di cose, veritiera. Se in un primo momento fu soddisfatto di aver strappato informazioni certe dalle sue labbra, successivamente si vide costretto a fare i conti con la realtà: se Kirinaki agiva davvero lontana dagli occhi di Kai, avrebbero dovuto confrontarsi non con uno, ma con ben due nemici, in quell'intricata scacchiera che pareva essere il Paese del Cielo. Tuttavia, non tutto era ancora chiaro - e il rischio che il sigillo si spezzasse era alto, considerato il fatto che questo si fosse imbrattato per ben due volte di una sfumatura cremisi.

- Hai parlato di una rivolta interna e di questa... Resistenza, con la quale gli uomini di Kai dovevano entrare in contatto. Voglio sapere di più di questi rivoltosi, chi sono e perché hanno iniziato questa guerra... e lo stesso vale per chi di Shinkuu ha il compito di avvicinarli. Nomi, quantità di unità impiegate, abilità note. Ogni. Fottuto. Dettaglio. - chiese lo Hyuga incalzandola, senza darle tregua.

- La Resistenza è guidata da Masao Ryuzaki. Kai mi ha detto che appartiene a una famiglia della piccola nobiltà locale, delle zone tra il Ferro e il Cielo. Non sappiamo molto altro sulla sua vita, solo che da un anno a questa parte è riuscito a raccogliere una specie di corte a lui fedele e con cui attua azioni di guerriglia per rovesciare Buraindo. I motivi credo siano le pessime condizioni in cui vive la popolazione del Cielo: Buraindo governa il paese come uno spietato tiranno teocratico. Kai ha inviato solamente due unità a Sora no Kuni, me e An Lefeng, che è già sul posto da quasi tre mesi. È un guerriero non originari del continente e straordinariamente potente. A quanto ho visto, le volte in cui l'ho visto combattere pare abbia la possibilità di teletraspoetarsi senza l'uso di sigilli. È scaltro e agile, un killer nato, molto abile nelle uccisioni furtive.

"Se le cose stanno così, direi che stiamo nella merda fino al collo."
Certo, il terreno in cui l'azione si era concentrata era instabile e ciò avrebbe potuto permettere loro di infiltrarsi meglio in quelle fitte trame politiche, tuttavia la situazione era delicata, anche solo per le forze coinvolte in causa. Non sapeva nulla di quel tale, Buraindo, ma era comunque in grado di comprendere quanto pericolosa potesse essere la sua collaborazione con la Nebbia Piangente; dopo Na Mori, sembrava quasi che l'organizzazione avesse cercato supporto da una nazione ben più compatta e, a giudicare dalle parole dell'arciera, spietata. Di contro, fra le schiere della Resistenza svettava l'ingombrante presenza di quel guerriero straniero, An Lefeng, e delle sue straordinarie tecniche. Solo per un istante, Fuyuki si ritrovò ad immaginarlo in azione...

... ma quel pensiero, ahimè, sarebbe stato stroncato da una necessità di gran lunga più impellente. Stanco a causa del prolungato utilizzo del chakra, il jonin della Foglia iniziò a percepire un mancamento. Il respiro si fece più pesante, la vista appannata, mentre lentamente le energie venivano meno. Incapace di bilanciare la propria forza spirituale affinché contrastasse quella di Kawarimi, l'ex ANBU non poté che assistere inesorabilmente alla propria disfatta. Il sigillo si spezzò nell'esatto momento in cui, suo malgrado, l'esecutore della tecnica si fu trovato al suolo, in ginocchio. Per evitare di battere il capo lo Hyuga fu costretto a poggiare le mani sul sangue e le pozze d'urina che insozzavano il pavimento della cella e quell'immagine, insieme all'enorme fatica accumulata, fecero sì che vomitasse tutto ciò che vi era ancora nel suo stomaco. Con occhi rossi e lucidi per lo sforzo, oltre che per il dolore, si ritrovò a constatare quanto amara e tragica fosse la sua situazione. Strinse i pugni, per sfogare la collera, ma nemmeno in quel gesto avrebbe trovato conforto.
Era trascorsa più di una settimana, da quando era stato liberato dal crudele sigillo di Akane Uchiha, eppure il suo chakra sembrava essere ancora dentro di lui, pronto ancora a tormentare il suo spirito ormai a pezzi. Quant'era arduo, per uno shinobi del suo calibro, vedersi ridotto in quelle condizioni, costretto a dipendere dagli altri per evitare di collassare di fronte al peso di quel fardello, a causa di una donna che non aveva mai preso parte a quella battaglia - e che anzi, pareva volerlo ostacolare in ogni modo.

- Quella... maledetta... puttana.

Dialoghi concordati con il master.
 
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view post Posted on 29/8/2018, 21:01     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Fino a dove arrivava la forza di quello shinobi di Konoha dagli occhi perlacei? Il sigillo che aveva utilizzato su Kawarimi aveva dell'incredibile, una Fuuinjutsu capace di far cantare anche la più fedele delle spie senza dover torcergli un solo capello. Ripensò a quanto avesse dovuto fare Naum per estrapolare quelle informazioni e a quanto lei stessa aveva fatto durante il primo interrogatorio, e non poté inizialmente non irritarsi. Non ce l'aveva certo con Fuyuki, non provava invidia o rancore nei suoi confronti, aveva solo una grande rabbia verso se stessa per essere ancora così limitata. Varnaki e le altre Anime Nere avevano sempre richiesto la garanzia di nuova conoscenza nel breve periodo per rimanere al loro posto tra le pareti oscure del mondo degli spettri, per questo Mira aveva fin dal primo giorno di creazione di Yusekai, cercato di contenerli con la propria volontà e forza di Dea in quel luogo, eppure si rendeva conto che avevano ragione, la fretta e l'esigenza di non fermarsi e cullarsi di ciò che si aveva era la chiave per avvicinare quel sapere universale nascosto fuori, da qualche parte, tra le terre e tra le menti dei ninja più sapienti. Oltre alle utili informazioni ricevute comunque, la donna si soffermò su un dettaglio che le fece in un primo momento gelare il sangue: Kawarimi l'aveva chiamata per nome e sentirlo da qualcuno che non fossero Naum e Kakumei, gli effettivi unici membri della nuova Kirinaki, le diede una strana sensazione. Lo aveva dimenticato eppure era ovvio: l'arciera lo sapeva, lei la conosceva fin da quando entrambi servivano Kai e adesso lo sapeva anche Fuyuki. Eppure non si scompose, Mira si limitò a sorridere chinando il capo e quando sembrò sul punto di fare qualcosa, fu interrotta dal malore dello Hyuga che crollò al suolo tra tosse e vomito. Era impressionante quanto la forzatura del sigillo lo avesse devastato e quanto i suoi effetti fossero potenti anche dopo una settimana. Non poteva certamente continuare l'interrogatorio e in ogni caso avevano già sentito abbastanza, Mira fece dunque qualche passo verso il corridoio all'esterno della cella e fece cenno a Kakumei, appostato in fondo, di scortare l'alleato ai piani superiori. La spia dalle iridi ambrate non se lo fece ripetere due volte e afferrò il braccio del ragazzo aiutandolo ad attraversare i cunicoli delle segrete del palazzo sotterraneo. Adesso erano rimasti in tre: le due vecchie compagne di una Kirinaki ormai ben diversa da quella che ricordavano e il colosso bestiale con le nocche ancora sporche di sangue. Mira si avvicinò alla ragazza afferrandole i capelli luridi e le alzò il viso con forza osservando quegli occhi stanchi e decisamente allo stremo.

- Sai perché sono riuscita a sopravvivere fino ad oggi? Sopravvivendo a Mera Dotoha, allo stesso Kai e a qualsiasi cosa esista lì fuori di terribile, sai perché?

Naum se la rise, non conosceva ancora alla perfezione Mira ma sapeva bene dove volesse andare a parare. D'altronde l'identità della Dea di Yusekai aveva subito talmente tante modifiche da quando l'aveva conosciuta a casa di Matsuda che sentire chiamarla con il suo vero nome gli aveva dato un brivido.

- Perché nessuno sa che Mira esiste.

Alzò una mano verso il viso deturpato della fanciulla e smaterializzandolo in una miriade di fogli di carta fece in modo che i suoi origami le afferrassero la mandibola affondando nella carne e le aprissero forzatamente la bocca. Prese dunque una tenaglia tra i vari strumenti presenti e utilizzati da Naum durante la tortura e senza pensarci troppo le afferrò la lingua facendo schizzare sangue e saliva. Kawarimi non ce la fece, fu troppo dopo quello che aveva sopportato e che aveva rivelato tradendo Kai e segnando dunque la sua condanna a morte pur fosse riuscita a tornare dai suoi alleati. Delle lacrime le rigarono il viso, si lasciò andare a un pianto amaro ormai distrutta, era come la resa di una guerriera che aveva ormai perso tutto e il lascito di una risorsa che aveva ormai dato tutto per la propria causa, a cui adesso non rimaneva che morire. Mira controllò un ulteriore foglio bianco di origami dai bordi chakrati, taglienti, e facendolo calare sulla lingua dell'arciera la tranciò di netto bagnando di ulteriore sangue e grida quella camera maleodorante di morte. Naum era immobile, tacito e con sguardo serio, mentre per tutto il covo riecheggiava la sofferenza di chi aveva detto tutto e troppo.

- Non farla morire Naum, potrebbe ancora essere utile.

Uscì dalla cella con quelle parole, senza voltarsi indietro, consapevole di aver optato per la scelta migliore. Ucciderla e basta sarebbe stato uno spreco, fintanto che la storia di Kai e Kirinaki non fosse stata definitivamente archiviata. Risalì dunque fino al piano sotterraneo più alto, verso la sala grande e lì vide Kakumei e Fuyuki che intanto cominciava a riprendersi.

- Non puoi azzardarti a utilizzare quelle risorse in modo così avventato, il sigillo di Akane ti ha distrutto, devi preservarti.

Si avvicinò al suo tavolo delle "creazioni", proprio quello con gli strumenti chimici su cui spesso lavorava. Afferrò uno dei prodotti liquidi che aveva generato e ne osservò il liquido battendo con un dito sulla provetta. Si perse con lo sguardo attraverso quella sostanza rossa, profonda, come se ne potesse vedere la composizione chimica in quella semplice maniera.

- Ho un piano Fuyuki, e penso possa essere l'unica maniera per non dover combattere due nemici. Non possiamo rischiare di affrontare Kai o Kirinaki apertamente, non ne sei in condizione e io non penso di avere la forza di battere il mio mentore. Dobbiamo agire con la testa, organizzando qualcosa di preciso, a lungo termine, che ci possa mettere nelle migliori condizioni.

Posò la provetta e dalla mano materializzò un foglio di carta. Cominciò a disegnare qualcosa, cercando di essere più chiara possibile nel delineare i fronti che erano emersi dalla confessione della ragazza:

- Abbiamo Buraindo e il Paese del Cielo alleati con Kirinaki, e abbiamo la Resistenza alleata probabilmente con Kai. I due fronti sono in conflitto e noi non dobbiamo assolutamente essere una terza parte in questa guerra. Dobbiamo invece essere i marionettisti della battaglia: Kirinaki è sicuramente formata da buona parte dei miei vecchi compagni, conosco tutti i loro nomi, i loro volti, le loro abilità, ero colei che che gestiva le loro spedizioni e missioni, e ovviamente loro conoscono me. Entrambi abbiamo tradito Kai cercando di far rinascere Kirinaki sotto nuovi vessilli e per questo ho intenzione di cercarli e avvicinarli... come alleata. E' rischioso ma starà a me dimostrare loro la mia fedeltà, e la mia motivazione nel vedere Kai morto. Tu nel frattempo agiresti verso l'altro fronte, cercando di avvicinare la Resistenza e fartela alleata nella lotta contro Buraindo e Kirinaki. Se riusciamo ad agire come penso, li porteremo a distruggersi a vicenda e noi non dovremo alzare un solo dito, almeno fino alla fine. E' la soluzione migliore per cercare informazioni su tutti i nostri nemici, per te per capire effettivamente le condizioni di Kai e per me per capire che cosa realmente sa Kirinaki e chi o cosa è Buraindo.

Due fronti, una guerra, due estranei che avrebbero dovuto pilotarla. Era un'impresa colossale, probabilmente la più grande che aveva mai gestito Mira, ma proprio come alle Terme con Chouko, era la strategia che faceva vincere le battaglie e non di certo i muscoli.

- Che cosa ne pensi?
 
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view post Posted on 1/9/2018, 16:33     +1   -1
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Il bicchiere d'acqua che gli fu dato, una volta condotto ai piani superiori, aveva un non so che d'amaro. Non certo per il gusto, quanto per il palato del giovane, ancora turbato dallo sgradevole sapore del sangue. Kakumei sembrava vistosamente preoccupato per le precarie condizioni dello shinobi e lui stesso era perfettamente consapevole di non poter sostenere un combattimento al massimo delle potenzialità - e proprio per questo non osò controbattere, quando fu la stessa Mira a sottolineare l'ovvio. Si perse nella spiegazione della fanciulla, mentre anche nella sua testa si faceva sempre più insistente la certezza di non poter operare a viso scoperto. No, quanto la kunoichi aveva detto era sacrosanto, nella loro situazione non potevano assolutamente permettersi il lusso di prendere parte a quella guerra, dichiarando conflitto ad entrambe le fazioni. Oh, per un ninja prestante come lui era arduo ammettere di essere ridotto ad uno straccio... ma era la verità e se avesse affrontato Kirinaki e Shinkuu come aveva fatto con i Quattro Guerrieri di Yason Mori non avrebbe ottenuto nulla, se non una morte prematura e priva di alcuna utilità. Quando la sua interlocutrice ebbe terminato di parlare, chiuse gli occhi, concentrandosi solo sulle urla atroci che ancora provenivano ancora dai sotterranei.

- È assurdo. Chi mi ha affidato l'incarico di distruggere Kirinaki è la persona che meno di tutte l'ha combattuta... e quella che, ancora adesso, riesce a mettermi i bastoni fra le ruote, rendendo l'impresa ancora più ardua.

"Che tu sia dannata... Uchiha Akane."
Mandò giù un altro sorso d'acqua ed adagiò il bicchiere sul tavolo, prima di proseguire.

- È rischioso, ma sono del tuo stesso parere. Essenziale, in tutto questo, sarà riuscire a scambiarci le informazioni in nostro possesso e decidere come agire, così da sfruttare questo conflitto interno a nostro vantaggio. Li faremo combattere tra loro, ma non sarà semplice portare i due schieramenti ad un punto di rottura in poco tempo.
Per fortuna, la fretta è l'ultima delle nostre preoccupazioni.


A quel punto, lo Hyuga propose di rivelarsi a vicenda le rispettive abilità; era comprensibile per uno shinobi celare le proprie tecniche segrete, ma essendo alleati - ed in quella particolare situazione, assai precaria e pericolosa - era fondamentale saper di poter contare su determinate capacità, anziché brancolare nel buio dell'ignoranza. Lui le spiegò il funzionamento dell'Hiraishin, il jutsu che aveva adoperato per sparire e tornare nel covo in un battito di ciglia; lei, di contro, mise a nudo le sue origini, rivelando di saper manipolare gli origami, esattamente come aveva visto fare da Shinan qualche anno prima, durante la lotta consumatasi poco fuori da Kumo. Con quelle nuove informazioni, poterono quindi stabilire un modo per scambiarsi informazioni, pur mantenendo le distanze e rimanendo nascosti fra le fila degli schieramenti opposti coinvolti nella guerra. Oltre a consegnare due kunai con il sigillo di richiamo a Mira, per precauzione, Fuyuki ne avrebbe nascosto un terzo in un punto che entrambi avrebbero individuato e scelto, prima che le loro strade si dividessero. Ogni giorno, alla stessa ora, avrebbe attivato l'Hiraishin per raggiungere il posto stabilito, là dove la kunoichi avrebbe inviato un origami contenente informazioni, ordini o qualsiasi cosa fosse utile alla causa; a quel punto, il compito del jonin sarebbe stato quello di fare lo stesso, scrivendo quanto avesse scoperto sullo stesso origami, affinché anche l'alleata, facendolo ritirare, potesse rimanere informata sui piani e i segreti della Resistenza. Si sarebbero anche muniti di ricetrasmittenti, per le comunicazioni improvvise - anche perché, dopotutto, quello rimaneva un sistema assai complicato da adoperare, specie se monitorati dai loro nemici.
In quel modo, comunque, avrebbero cucito la ragnatela in cui, con un po' di fortuna, le loro prede avrebbero incontrato la propria fine.

Concordati quindi i dettagli, seppur in maniera grossolana, Fuyuki pensò di mettere al corrente Mira su quanto accaduto durante la settimana d'assenza. Le consegnò il suo diario, lasciando che fosse lei stessa a leggere del suo odio nei confronti del consiglio di Konoha e della sua paura, perfettamente comprensibile, di non poter più rivedere il volto delle persone che amava. Le raccontò quindi delle informazioni che, prima o poi, avrebbero raggiunto la Foglia, comunicando la sua morte e della necessità di agire protetto da un nuovo nome, Seikai. Negli occhi di lui, la kunoichi dalle ciocche dorate avrebbe potuto leggere parecchia amarezza... e del resto, come avrebbe potuto biasimarlo? Stava cercando di uccidere il ricordo di Fuyuki Hyuga, anche se, dentro di lui, la volontà e le memorie di Namida avrebbero continuato a vivere, come un cuore che pulsava determinazione e coraggio nel continuare su quella strada. Da quanto aveva letto, poteva finalmente avere un'idea più chiara di chi fosse lo shinobi che aveva davanti.
Proprio come aveva fatto con gli abitanti di Yason Mori, e come si era giurato di fare con i nemici del popolo di Konoha, il giovane avrebbe compiuto qualsiasi atrocità, pur di proteggere la sua gente, sua moglie e i suoi due bambini. Aveva lasciato che la devozione verso Akane Uchiha venisse distrutta, spazzata via dalla follia della stessa donna che l'aveva tradito, ma l'amore incondizionato che nutriva nei confronti della sua famiglia... oh, sarebbe morto, piuttosto che venir meno a chi era davvero.

Ci conosceranno come Seikai e Yūrei...

Si rimise in piedi dunque, stoico e noncurante della sua precaria condizione. Incontrò poi lo sguardo di lei, con occhi che avrebbero potuto incenerire la convinzione dei suoi nemici.

... ma saranno Mira e Fuyuki che supplicheranno, prima di morire.

 
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view post Posted on 5/9/2018, 21:09     +1   -1
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||doppio giro sotto concessione del master||

Erano d'accordo, le due ombre sarebbero rimaste tali in quella spedizione, almeno finché non fosse stato il momento opportuno. Scambiate dunque le informazioni basilari sulle abilità di cui erano in possesso, studiarono una strategia per poter farsi rapporto e aggiornarsi sugli sviluppi di quella che sarebbe stata a tutti gli effetti una missione di spionaggio. Era un rischio, incontrare i suoi vecchi compagni di Kirinaki dopo così tanto tempo, dopo tutto quello che il continente aveva passato tra Watashi e le bestie con le code, era per Mira una prova che richiedeva uno studio preciso ed oculato, non poteva permettersi di improvvisare una volta entrata in contatto con loro: doveva sapeva cosa dire e quando farlo, doveva avere una storia credibile da raccontare. Dall'altra parte, Fuyuki doveva avvicinare un gruppo di persone di cui una inviata dallo stesso shinobi che ormai da anni aveva dichiarato guerra alle autorità più alte del continente. Kai, il ninja dorato, colui che partendo da Tatsumaru Senju e Shinodari Yamanaka aveva provato a sviluppare un potere di controllo capace di plasmare le volontà dei propri nemici, trovato poi in colui che con tutte le sue forze aveva provato a combattere e vincere la Nebbia Piangente, Shinan Akami. Erano i grandi avversari di una vita, una storia che aveva il profumo di resa dei conti già dagli albori di quei giorni che al momento erano testimoni soltanto della preparazione di un viaggio che sarebbe durato decisamente a lungo. Chiarito come funzionavano i sigilli sui kunai e l'Hiraishin, e dunque gli Origami di Mira, rimaneva da stabilire il luogo preciso in cui far avvenire lo scambio di informazioni. I due shinobi si diedero dunque ventiquattro ore per prepararsi e limare i dettagli, si sarebbero rivisti alla stessa ora l'indomani alla sala grande del covo, appuntamento anche per Kakumei e Naum a cui Mira avrebbe dato disposizioni su come agire durante la sua assenza.

Era il crepuscolo quando la Dea del mondo oscuro si ritrovò seduta su un bancone di un qualche piccolo villaggio non lontano dal covo, aveva sentito il bisogno di rimanere un po' da sola per pensare sorseggiando magari qualcosa di forte che le permettesse di aprire bene il cervello. Era assorta osservando il liquido verdognolo sul suo bicchierino dentro cui rivide tra le piccole onde causate dal movimento delle sue dita, tutto quello che era successo negli ultimi mesi. Stava accadendo tutto velocemente, forse troppo, dalla storia della Koushin, a Seiri, a quel periodo di buio vissuto attraverso gli occhi di Varnaki. Quando in Yusekai ne aveva assorbito lo spirito oscuro, era come se ciò che avesse vissuto l'anima si fosse mischiato alle sue esperienze. Erano ormai diverse notti che cercava di rimettere insieme i pezzi delle settimane trascorse nel delirio del mondo degli spettri e nel momento in cui sembrava potesse riprendere il pieno controllo sui propri impulsi, senza più costrizioni da parte delle Anime Nere, senza più l'ansia di dover saziarle per non cadere preda della follia, Fuyuki Hyuga, uno shinobi di Konoha tradito dai suoi capi e a un passo dalla morte a causa di un sigillo dalla potenza inaudita, aveva risvegliato l'ardore che bruciata sotto la sua pelle, ribollendo insieme al sangue. Ambrosia per Yusekai e per la sua Dea, costantemente però tra la pura curiosità e l'ossessione di avere tutto e subito. Quanto poteva farle bene essere adesso effettivamente madre e generatrice incontrastata del suo mondo? Forse Varnaki era una sorta di equilibratore, un peso dall'altra parte della bilancia che adesso non c'era più. Bevve d'un sorso il liquido lasciandosi inebriare dall'alcool e lasciando che altri pensieri e preoccupazioni prendessero forma: quel giovane sapeva il suo nome, il suo vero nome. Quanto poteva davvero fidarsi di lui? Si era spinta oltre per la fiducia che riponeva nell'unica persona che la meritasse, per quella ragazza che per lei aveva dato tutto, ma certi confini non dovevano essere oltrepassati. Mira era morta a Kiri e rinata in Kirinaki, nella sicurezza di un segreto che non avrebbe mai dovuto essere svelato. Non poteva mandarlo da solo a cercare la resistenza, per quanto sapesse, o comunque credesse, che non l'avrebbe tradita, adesso conosceva il suo nome e della brava gente era morta per questo. Naum lo avrebbe accompagnato.

Sopraggiunto il mattino, la donna si trovava davanti a uno specchio in un piccolo bagno tirato a lucido negli alloggi alti del covo, nella parte più vicina alla superficie dei sotterranei, di fianco alla sala grande. Prese tra le mani i lunghi capelli color oro passando tra le dita le ciocche e cominciò ad intrecciarli in modo metodico e preciso raccogliendoli tutti in una treccia dorata che fece scivolare lungo la spalla sinistra. Si spogliò poi della sopraveste coprendosi il seno con una fascia bianca che le lasciava scoperta la pancia e avvolse gli avambracci con degli scaldamuscoli dello stesso colore da cui sbucava una fasciatura dai polsi fino ai palmi delle mani. Passò poi una mano sul particolare hakama ninja scuro e afferrò poi con decisione il rotolo del richiamo che si legò alla vita. Si presentò così all'orario stabilito alla sala grande attendendo l'arrivo di Fuyuki, Kakumei e Naum erano invece già presenti.

- Buongiorno, il nostro ospite d'onore si fa aspettare eh?

Si permise la battuta sorridendo, poi tornò seria osservando i due compagni e diede le sue disposizioni. Erano in pochi al covo e qualcuno doveva senz'altro rimanere con Chouko e Kawarimi per evitare che morissero. Li avrebbe volentieri lasciati a marcire ma lo Yamanaka in particolare aveva ancora troppo da poter dare ad una scienziata come lei.

- Naum, vorrei che andassi anche tu alla ricerca della resistenza. Hai buone nozioni mediche e potrai senz'altro essere di aiuto a Fuyuki, anzi... a Seikai. Ho notato poi un certo feeling tra di voi, andrete d'accordo. Kakumei, tu invece è meglio se rimani a difesa del covo e a occuparti di quei due.

Seikai dunque, così lo Hyuga voleva essere chiamato in quella storia e così Mira avrebbe fatto. I nomi erano dettagli ma mai come in quella circostanza pericolosi e fondamentali.
 
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Ventiquattro ore. Un lasso di tempo assai breve, per prepararsi ad una missione così pericolosa. Eppure quell'attesa sembrava voler sfiorare l'eternità. Ripercorrendo la solita routine da shinobi, lo Hyuga osservava con perizia ciò che aveva disposto sul tavolo: i kunai a tre punte contenenti il sigillo di richiamo, i fumogeni, le bombe lucenti e le dieci carte bomba che aveva preparato poc'anzi, imprimendo sulla fredda carta il chakra del Katon. Tutto era al suo posto - come sempre, del resto - eppure vi era qualcosa di insolito a stonare con quella che, dopotutto, era la semplice abitudine di un ninja. E lui, ahimè, sapeva bene di cosa si trattasse. Fu riguardando ancora una volta quel disegno, aperto proprio accanto ai suoi dardi, che una lacrima gli rigò il volto. Poteva sembrare una cosa stupida per un guerriero temuto come lui, ma ormai da troppi anni gli piaceva essere viziato, prima di abbandonare casa per impegnarsi in un incarico... e in quel momento le labbra di Chiaki gli mancarono tremendamente, tanto quanto le carezze e gli abbracci dei suoi figli piccoli. Si fermò per un istante - anche se in realtà lo fece per almeno un paio di minuti - a contemplare i tratti che i pastelli avevano tracciato sulla bianca carta. In quell'immagine, erano tutti e sei (vi erano anche Yin e Yang, quelle due maledette palle di pelo) felici e raggianti, come una famiglia lontana dai problemi. Sorrise appena, riflettendo sull'ingenuità di Aiko e Amane, i quali per fortuna non sembravano aver percepito quanto invece profonde fossero le ferite che si erano aperte nei cuori dei loro genitori. Il suo pensiero non poté che andare a loro. Si chiese cosa stessero facendo, se il moretto avesse preso ancora il massimo dei voti durante le lezioni in accademia, così come se la più piccola fosse riuscita a pronunciare la sua prima parola. Non li vedeva da sette mesi e chissà se mai avrebbe avuto modo di farlo, qualora fosse sopravvissuto a Kirinaki. Non poté che sfogare la sua tristezza e la sua frustrazione, piangendo per la seconda volta nell'arco della stessa giornata. Chissà cosa avrebbero provato e pensato di lui, quando avrebbero scoperto della sua morte. E la sua Chiaki... oh, lei più di tutti avrebbe portato addosso il peso di quel fardello. Sapeva di averla addestrata a dovere e che la madre dei suoi figli fosse una ragazza forte, ben diversa dalla mocciosa che aveva conosciuto diversi anni prima. In quel momento, però, sperò solo che lo fosse abbastanza da reggere anche quella tremenda notizia... e che fosse anche comprensiva a sufficienza da perdonarlo, qualora il destino avesse fatto incrociare ancora una volta le loro strade.
"Chiaki... amore mio. Dovrai essere forte per loro, proprio come tua madre lo è stata per te." pregò tra sé, mentre afferrava il disegno per piegarlo e riporlo nella sua sacca ninja, anch'essa un dono assai gradito dei suoi bambini. "Loro sono il frutto del nostro amore e delle creature così innocenti non meritano ciò che quei cani hanno deciso per loro. Hanno tentato di privarli del futuro, dei sogni, proprio come hanno fatto con noi. Siamo uomini, prima che shinobi, ma per quei bastardi... oh, per loro non siamo che bestie destinate al macello."

EkNWK

Covo di Kirinaki.
17 Gennaio 249.

"Ma stiamo scherzando?"
Non riuscì a pensare ad altro, mentre tossiva per aver ingoiato il fumo e fissava gli occhi di Mira con lo sguardo imbambolato di un ragazzino che, per la prima volta, vede una donna nuda. Ok, la battuta sul ritardo poteva anche starci, ma prendersi gioco di lui dicendo a Naum di unirsi alla sua spedizione aveva dell'assurdo. Rise appena, fingendosi divertito... ma poi la sua espressione divenne una maschera di disgusto e terrore, non appena si fu reso conto della più ovvia delle cose. La kunoichi non stava affatto scherzando, anzi. Per carità, aveva anche senso essere accompagnato da un medico - specie perché, se avesse vomitato come il giorno precedente di fronte ad An Lefeng, avrebbe fatto bene ad avere il culo protetto da quella montagna di muscoli. Il vantaggio tattico era palese, ma valeva davvero più del dover sopportare quel petulante dislessico per tutto il tempo?
"... e poi dove cazzo l'ha visto tutto questo feeling?" si chiese tra sé, imprecando mentalmente verso Kami di cui non conosceva nemmeno il nome. Avrebbe voluto urlare per la rabbia, ma si guardò bene dal dar voce ai suoi pensieri. In fin dei conti, quell'energumeno con un solo cazzotto avrebbe potuto piantarlo nel terreno, nel migliore dei casi. Smise di tossire e a quel punto, schifato persino dalla sua stessa sigaretta, non poté che alzare le mani in segno di resa.

- Sta bene. - pronunciò senza troppi convenevoli, deciso quantomeno a trattare argomenti ben più seri del paese sanguinario di quell'elefante con la proboscide intrecciata - Tuttavia, è ancora precoce far dividere le nostre strade. Ricorda, Yūrei... - marcò con una certa evidenza quel nome, facendo intendere alla bionda di aver gradito la sua discrezione - Potremo entrare in azione solo dopo aver pattuito un luogo discreto in cui fare rapporto. Senza di esso, mi dispiace dirlo, ma tanto vale tagliarci la testa e darla in pasto a Kai.

"... o a Naum. Chissà se nella sua nazione del cazzo i kazaki, o quel che cazzo erano, svuotavano il capo delle loro vittime, mangiandone il cervello e tracciando parole indelebili col sangue sulla neve. Rosso anche quando è ghiacciato... oh Kami, bastardi e infami. Preferivo le balbuzie di Chiaki."
Anche in quel caso, non fece parola dei suoi dilemmi, seppellendoli nella sua mente come i kazaki avevano fatto con i cadaveri di donne stuprate e bambini troppo magri per poter saziare il loro stomaco e quello dei loro cavalli. Tra sé, tuttavia, sperò solo che le arti mediche di Naum non dovessero servire realmente - e chissà, magari il trovare un'utilità in quella bestia avrebbe corretto il loro rapporto, non di certo partito con il piede migliore. Il viaggio sarebbe stato lungo, purtroppo e ciò che li avrebbe attesi, ahimè, persino peggiore dei racconti indicibili del tirapiedi di Mira.

 
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view post Posted on 13/9/2018, 16:15     +1   -1
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Lo sguardo di Kakumei si assottigliò, per un solo istante, e poi si mosse rapido verso la smisurata figura di Naum ben visibile nonostante la penombra della colonna su cui poggiava la schiena. Poi lo riportò subito su Fuyuki, leggendo subito nel suo volto ogni cosa gli interessasse sapere.
" - Sta bene" rispose Naum, scostandosi dalla colonna e dalla penombra e fissando l'enorme arco - o la lunga mazza, per Fuyuki era difficile distinguerle - nel fodero della schiena.

Fuyuki Hyuga. La Lacrima Cremisi.

Scaltro e temuto. Potente e spietato. Il sigillo lo aveva debilitato, certo, glielo leggeva in faccia: l'uomo che aveva di fronte non era che un lontano parente del guerriero che solcava i campi di battaglia fino a pochi mesi prima, del soldato che aveva distrutto e piegato Yason Mori.
Certo. Ma questo non avrebbe potuto senz'altro fargli dormire sonni tranquilli. Non ora che sarebbero partiti insieme alla volta di un Paese ostile, in una missione così delicata e immersa nelle tenebre dell'antinomia e dell'ambiguità da far sì che solo la cooperazione potesse essere la chiave verso un possibile successo.
Poi gli venne un pensiero istantaneo. Guardò Mira e subito capì, e poi di nuovo Fuyuki, facendogli un cenno del capo in segno di saluto.
Quella donna aveva i doni di quel pazzo del dottore. Ma era anche più intelligente. Almeno, prima di quell'ultima sera... ancora non riusciva a spiegarsi il perchè il dottore avesse deciso di comportarsi in quel modo. Forse in realtà non se ne era mai andato. Era ancora lì, in quella sala, davanti a lui, sotto le sembianze di una maestosa, magnifica farfalla.
La crisalide era rimasta lì, a bruciare insieme a Ichinyo, ma la farfalla era riuscita a volare lontano, pronta a adempiere alla missione che la attendeva da tutta una vita.
"Chi può mai a questo mondo non avere un buon feeling con Naum?" sentì intervenire Kakumei a bruciapelo, destandolo dai suoi pensieri.
"Certo, è di modi po' rudi, ma sa come mostrare rispetto a chi merita e come comportarsi a secondo dei contesti. E sa anche quando tenere la bocca chiusa, credo lo avrai notato."
Naum rise debolmente.
"Credo proprio di sì."
Avrebbe svolto la sua missione. Per Mira e per Kirinaki. E, al contempo, avrebbe saggiato la tempra della Lacrima Cremisi, lo avrebbe portato avanti sino all'altare dell'iniziazione e, chissà, forse avrebbe scoperto in lui un nuovo alleato, proprio come gli era accaduto già due volte nel giro di un anno, a Kusa no Kuni prima e al Covo poco dopo, con lo stesso Kakumei. Uomo scaltro. Uomo interessante. Uomo enigmatico e che lo faceva comunque sempre stare all'erta. Ma Mira si fidava di lui. E, al momento, fintanto che le sarebbe stato utile, poteva anche fidarsi di quel vecchio faccendiere.
Stava iniziando a passare anche il timore verso un possibile scontro con Fuyuki Hyuga. Non che fosse timore vero e proprio, quanto la consapevolezza che uno scontro con lui sarebbe stato uno di quegli eventi da cui non si torna indietro. Un bivio in cui le uniche strade hanno il nome di Vita e Morte.
Ma non aveva motivo di essere turbato più di tanto. Non dopo quella sera. Non dopo quella fuga. Non dopo aver visto - quella cosa.

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Si rabbuiò per qualche istante. Ci pensava ancora ogni tanto, il suo ricordo non se ne era andato. Non aveva mai visto qualcosa del genere. Un essere del genere. E sapere che creature di questo tipo potessero solcare il mondo, come nei più allucinati racconti dell'orrore... gli lasciava un senso di inquietudine ancestrale. Di quelle che, probabilmente, lo avrebbero accompagnato per tutta la vita.
Ci pensò per due o tre secondi, poi si riscosse e riguardò i presenti.
" - Andiamo, allora."
 
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view post Posted on 13/9/2018, 19:47     +1   -1
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"Ma mi state prendendo per il culo?"
Se avesse potuto fulminare Kakumei con il solo sguardo, lo avrebbe fatto volentieri. Ci aveva provato davvero, il giovane Hyuga, a valutare se i pro di quel viaggio in compagnia del bestione riuscissero a surclassare i contro - e lo aveva fatto con tutte le sue forze, ma invano. Ciò nonostante, alla fine si vide costretto a scendere a compromessi persino con se stesso. Gli avrebbe concesso il beneficio del dubbio e non di certo per pietà, né tantomeno per onorare la promessa fatta a Mira; no, avrebbe abbandonato ogni pregiudizio - o ci avrebbe provato perlomeno - per un motivo più che ovvio: dalla loro sintonia e da una proficua collaborazione dipendeva l'esito di quella missione... che non era un compito qualunque, ma l'incarico che era divenuto il cardine della sua vita nel momento esatto in cui aveva accettato l'offerta di Jagura ed indossato le nuvole rosse, diversi anni prima. Aveva visto il Ninja Dorato e la Nebbia Piangente divenire sempre più potenti, li aveva combattuti senza sosta in diverse occasioni e adesso aveva l'opportunità di farla finita, una volta per tutte. Aveva modo, finalmente, di dare un senso a tutti i sacrifici che aveva affrontato. Oh, per quei bastardi ne aveva fatte eccome, di scelte atroci. Aveva abbandonato la sua casa, perdendo per sempre la fiducia di sua sorella Ayame, aveva vissuto di stenti per quattro anni, costringendo Chiaki e i bambini a fare lo stesso, aveva meritato la punizione del consiglio della Foglia e, soprattutto, si era macchiato del sangue di innocenti, mettendo a ferro e fuoco l'intera Yason Mori pur di venire a capo del mistero del Reuma. In confronto, sopportare Naum era come bere un bicchiere d'acqua e l'impuntarsi nel voler fare il difficile non era null'altro che un capriccio.
- Quindi possiamo andare? - li incalzò tutti, sbuffando.
"Prima partiamo, prima inizierò a farci l'abitudine."
Già, peccato che dietro la maschera dello shinobi efficiente e razionale vi fosse un ragazzo che, di capricci, ne aveva fin troppi.

EkNWK

Due lune si alternarono sopra le loro teste, prima che il gruppo arrivasse a destinazione. Il viaggio era stato tranquillo, tanto quanto monotono - e lungo, ma per questo non c'era da rimanere stupiti. Suo malgrado, Fuyuki era stato costretto per l'ennesima volta a fare i conti con la sua nuova condizione, scoprendo a sue spese quanto debilitante essa fosse. Per anni si era spostato lungo il continente, spesso macinando interi chilometri di corsa, ma questo non era altro che una lontana reminiscenza. No, per non costringere il gruppo a procedere a passo d'uomo ed impiegare una settimana di cammino, anziché due giorni, aveva proposto sin dalla partenza di procedere a cavallo, sfruttando alcuni esemplari rubati da una stalla non molto lontana da quello ch'era stato il covo del Joker di Akatsuki. Per tutto il tempo, lo shinobi si era guardato bene dal perdere di vista Naum, sia perché non era ancora in grado di fidarsi di lui completamente - e lo stesso, ovviamente, valeva per la kunoichi dalle ciocche dorate - sia perché, a conti fatti, non c'era da escludere la possibilità che il suo animo da kazaki tornasse a galla, convincendolo a mollare entrambi lì dopo aver rubato i cavalli.
Ad ogni modo, ce l'avevano fatta e quando il ragazzo ebbe frenato il trotto del suo animale, tirando le redini, poté scendere e concedersi un sorso di ottimo liquore, l'ideale per combattere i venti gelidi provenienti dalla catena montuosa del Tanensei Shimo, la quale segnava il confine tra la nazione e i paesi confinanti, quelli della Terra e del Cielo. Proprio lì, là dove le linee disegnate dall'uomo si riunivano in un unico punto, i due alleati avevano deciso di fermarsi. Avvolto in un mantello da viaggio bianco, il jonin si avvicinò con passi lenti al margine di un crepaccio. Si sporse appena per scorgere quanto la spaccatura nella roccia nascondesse, attraverso le nuvole di fumo grigiastro partorite dalla sigaretta che aveva acceso da qualche secondo.
- Qui andrà benissimo. - confermò, invitando i compagni ad avvicinarsi. Si calarono quindi lungo il crepaccio e, come da programma, nascosero il kunai a tre punte in una fessura abbastanza profonda. In quel punto, lontano da occhi indiscreti, si sarebbero scambiati le informazioni necessarie per far proseguire il piano lungo i binari che avevano tracciato prima di partire. Consegnò inoltre a Mira una ricetrasmittente e altre due lame che riportavano il sigillo dell'Hiraishin - Sarà essenziale comunicare tempestivamente ogni cambiamento significativo. Il nostro compito è delicato, Yūrei, e ogni errore può costarci caro.
Troppo delicato, in effetti, e la strada che avevano scelto di percorrere era impervia e colma di insidie. Assurdo pensare che l'avrebbe percorsa insieme a due perfetti sconosciuti, ma al tempo stesso con due guerrieri che gli avevano salvato la vita... a differenza del suo kage - o di chi lo era stato, insomma - che al contrario aveva soltanto rischiato di ucciderlo, a causa della sua ottusità. Si ritrovò a comprendere che non era stato solo Kakumei a deriderlo. No, persino i Kami avevano deciso di prenderlo per il culo.

- In bocca al lupo. - si limitò a dire... ma in fondo, serviva aggiungere altro?
Montò nuovamente a cavallo, poi si concesse un altro goccio d'alcool. Si ripromise di ridurne l'abuso, una volta trovata la Resistenza, ma sapeva benissimo che l'avrebbe infranta quella promessa ed era pronto persino a deludere se stesso, per quel maledetto vizio. In seguito osservò Mira speronare il suo cavallo e la seguì con lo sguardo, mentre cavalcava lontano da loro, pronta ad affrontare il suo destino. Lui fece lo stesso col suo, procedendo lungo il senso opposto. Era il principio di una missione cruciale, di un incarico che apparteneva loro da fin troppo tempo e che aveva segnato le loro stesse esistenze, ben più di quanto quel maledetto sigillo aveva fatto con Fuyuki. E per un solo istante, prima di tornare a sbuffare, il giovane fu lieto di non dover affrontare da solo quel compito. Incontrò gli occhi di Naum e per la prima volta in essi trovò un compagno. Durò un istante, poi tornò a rivedere in quelle iridi la neve imbrattata di sangue e i corpi degli antenati di Kawarimi massacrati e stuprati dai Kazaki.
- Dovremmo farci qualche birra, Naum. - ci pensò su, poi concluse - Sì cazzo, decisamente.

 
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view post Posted on 13/9/2018, 20:58     +1   -1
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Ne era sicura, per quanto potesse perfettamente leggere nello sguardo di Fuyuki la contrarietà all'idea di farsi accompagnare da Naum, avrebbe volentieri scommesso sulla buona riuscita di quella coppia: l'omone era fedele, attento, un potente guerriero e dall'altra parte Fuyuki era uno shinobi ferito nell'orgoglio senza più appigli a cui affidare la difesa della propria vulnerabilità. Mira stava concedendo una parte di sé al Jonin, un frammento di Kirinaki che gli avrebbe guardato le spalle e non solo, in un modo o nell'altro, se fossero riusciti a compiere quell'impresa, gliene sarebbe stato grato. Non persero altro tempo dunque e una volta sellati i cavalli partirono seguendo il sentiero che avevano deciso. Il Paese del Cielo e del Ferro erano confinanti e ai tre infiltrati serviva un luogo vicino a entrambi, sicuro, in cui avrebbero potuto scambiarsi informazioni. L'idea era sfruttare la facoltà di manovrare gli origami da parte di Mira per mandare una farfalla contenete tutti gli aggiornamenti del caso, e Fuyuki avrebbe potuto sfruttare l'Hiraishin in maniera regolare per leggerli e a sua volta scrivere quello che lui aveva scoperto; la Dea avrebbe dunque richiamato a sé l'origami per completare lo scambio di informazioni. Infine decisero per una zona rocciosa del Paese della Terra a Nord rispetto alle loro mete, al confine, in un crepaccio piuttosto profondo in cui non sarebbero stati disturbati da nessuno. Durante il percorso, Mira non aveva detto un'altra parola a Naum riguardo la responsabilità che aveva caricato sulle sue spalle, sperava che lo straniero avesse compreso che oltre a fare da spalla a Fuyuki avrebbe dovuto vigilare che non facesse nulla di compromettente per la loro alleanza. Si fidava del Jonin, non poteva essere altrimenti in quella vicenda, ma si fidava di più di Naum e di Kakumei.

- So bene con chi abbiamo a che fare, farai bene tu a fare attenzione e non fare la testa calda.

Si riferiva al suo rapporto con Naum sicuramente, ma anche a quello che aveva combinato a Yason Mori. Questa volta non dovevano esserci colpi di testa, dovevano cadenzare ogni passo, rimanere invisibili e agire nell'ombra. Non sapeva quanto ben abituato fosse Fuyuki a quel tipo di missioni, ma preferì rimanere positiva per poter continuare il viaggio senza stare a pensarci troppo.

Quando si divisero, prendendo percorsi per destinazioni diverse, in quel preciso istante, furono consapevoli di aver cominciato probabilmente la spedizione più pericolosa che avessero mai intrapreso. Rivedere i suoi vecchi compagni, per Mira, gente che aveva amato e odiato, con cui aveva condiviso ogni cosa per anni, un gruppo che paradossalmente poteva essere considerato la sua vera famiglia dopo essere fuggita da Kiri, era forse la sfida più difficile. La Nebbia Piangente, quella che era stata apparentemente distrutta da Watashi, era il ricordo sbiadito di una guerriera e stratega che aveva rinnegato il proprio passato e riscoperto la passione e la volontà di poter vivere per un obbiettivo e dunque per se stessa. Gli doveva tanto, troppo, a loro e a Kai, ma se dalla lontananza di quest'ultimo era nata colei che con fierezza guidava adesso Yusekai senza esserne vittima, ai primi non poteva impuntare nulla. Avevano tradito il ninja dorato come aveva fatto lei e chissà, forse erano riusciti a ricostruirsi fino a far riecheggiare quel gelido brivido che porta la nebbia nelle notti senza stelle e senza luna. A prescindere da ogni cosa, dal piano organizzato con Fuyuki e da ciò che lei bramava, doveva rivederli e comprendere che cosa fossero diventati.

Passata un'altra manciata di ore a cavallo, la donna intuì di essere entrata nei territori del Cielo. Riconobbe la fitta vegetazione che ricopriva la parte bassa del paese e le antichissime querce che facevano da madri alle innumerevoli piante che era sicuro non avesse mai visto. Era la prima volta che esplorava quei territori, aveva viaggiato tanto negli ultimi anni, dopo la fuga da Kiri, ma non si era mai spinta nei territori a Ovest del continente ninja. Aveva letto molto di quei territori, in quanto a geografia e storia le piaceva pensare di avere pochi eguali. Rimase al trotto per un altro chilometro, osservando affascinata la flora e la fauna che componevano quell'ambiente lussureggiante, totalmente diverso dalla foresta del Paese del Fuoco. Scese da cavallo quando gli alberi cominciarono a essere sempre più vicini e la selva più fitta, procedere a piedi le sembrò l'unica via. Sembrava sera lì dentro, i raggi del sole rimanevano incatenati alla superficie di quella vegetazione e così anche quelle che sapeva essere la vera meta di quel viaggio: sopra di lei, oltre le piccole isole volteggianti e le nubi si trovava la terra madre che ospitava la vera civiltà del paese. Aveva letto che per raggiungere quei luoghi doveva trascendere la zona bassa, risalendo quella distanza cavalcando le folate di vento che turbinavano intorno al luogo. Beh, non doveva essere troppo complicato per chi in effetti era in grado di volare. Decise comunque di raggiungere una zona più rada prima di provare la risalita, tra alberi e strani arbusti temeva conseguenze spiacevoli. Continuò ad inoltrarsi nella selva concentrando al massimo il suo sesto senso e tenendo gli occhi ben aperti.

C'era ormai, tra la nebbia del cielo si nascondeva quella piangente e mai come in quella circostanza bramava di vederne attraverso.
 
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