Missione 2S - L'ultimo frammento della Pace, Per .Astaroth

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view post Posted on 10/8/2017, 19:34     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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||Ed eccoci qui, finalmente, con una missione che avevo in cantiere da troppo tempo. Una S a Fuyuki Hyuga, fresco di promozione, uno dei ninja più potenti del mondo che ha saputo gestire il faccia a faccia con Kurama senza lasciarci le penne. Ebbene stavolta dovrai fare i conti con una storia che non metterà alla prova Fuyuki soltanto fisicamente ma anche moralmente, mentalmente, ma so bene che non ho davanti un pivello. Sai come mi comporto, mi conosci, quindi saprai anche che sono un master esigente e severo ma che ama costruire storie insieme al masterato e non al masterato.
Il primo post è totalmente lasciato a te, sei libero di ruolare il momento in cui Fuyuki riceve la lettere come meglio preferisci. Non aggiungo altro, se non dai il meglio perché io lo darò, e buon divertimento!||

Il continente degli Shinobi era nel caos, le terre tremavano e l'aria si era infuocata da tempo con il risveglio di strane bestie. Dopo Watashi, sembrava l'evento più disastroso che si fosse mai verificato ma in qualche maniera, lontano dall'epicentro di quelle battaglie, oltre i confini visibili fino alle catene montuose più alte a Nord, qualcosa si stava muovendo minacciando in prospettiva tanto quanto quelle creature. Il vero nemico si celava spesso oltre i disastri di terzi, per agire nell'ombra di eventi sottovalutati. Eppure qualcuno li aveva percepiti, anzi, viveva alla loro ricerca anche quando il sole tramontava oltre gli stessi monti lontani. Una missiva scritta in una lingua particolare giunse dunque a Fuyuki dopo essere stata decifrata e per quanto il messaggio che riportava potesse già essere interessante era ciò che era contenuto oltre le righe a voler suscitare la curiosità ai suoi occhi particolari.

CITAZIONE
Abbiamo bisogno di aiuto urgente per una questione di massima segretezza. Richiediamo il supporto di un uomo abile e discreto. In cambio vi offriamo importanti informazioni che consegneremo al vostro soldato una volta giunto qui.
Spero in un sostegno concreto, qui la notte e la nebbia piangono.

Allegate alcune coordinate che segnavano un luogo lontano dalle terre ninja, nelle zone montane a Nord, e la firma portava il nome di Amashi Aroi di Na Mori.
 
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view post Posted on 11/8/2017, 19:09     +1   -1
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Konoha.
1 giugno 248, ore 09:12.

Cosa significa essere uno shinobi? Affrontare innumerevoli difficoltà, sudare senza sosta per migliorarsi, essere aperti mentalmente. No, questo non basta. Si tratta di una scelta di vita, compiuta in un'età in cui è facile credere alle favole, alle leggende, ai sogni. Nessuno immagina di dover vivere di stenti, di fugaci momenti di felicità, di sacrificare la propria giovinezza per diventare una pedina in mano ad un esercito. Un'arma, niente di più. A dodici anni, nessuno pensa quanto un coprifronte possa condizionare la propria esistenza.

Ma ahimè, questo Fuyuki lo sapeva fin troppo bene.
Ci rimuginava sopra, mentre si rigirava quella missiva fra le mani, chiedendosi cosa avrebbe fatto qualora non avesse scelto di seguire le orme di suo padre. La verità, purtroppo era una: per una persona che, durante la sua adolescenza, non aveva fatto altro che insozzarsi di sangue e compiere decisioni che in fretta l'avevano fatta diventare adulta, era assai complicato immaginarsi in panni diversi. E quindi, come sempre prima di partire per una missione, aveva seguito la stessa routine. Baciare sua moglie, abbracciare i suoi bambini, preparare il proprio equipaggiamento... e in quel caso, era stato costretto ad apportare delle leggere modifiche.

"Qui la notte e la nebbia piangono."
Aveva continuato a ripetere mentalmente quelle parole per tutto il tempo, recitandole come un mantra. Poteva trattarsi di un caso, questo lo aveva messo in conto, ma dopo tutte le esperienze che aveva vissuto aveva imparato a non credere più alle coincidenze. In quel luogo nascosto fra le montagne a nord, Na Mori, poteva nascondersi una possibilità utile per rimettersi sulle tracce di Kirinaki. Da quando era tornato a Konoha, il tempo a sua disposizione per svolgere ricerche era stato troppo ristretto e le ultime notizie risalivano, purtroppo, a due anni prima. Insomma, quella richiesta d'aiuto poteva rappresentare un'opportunità irripetibile; certo, avrebbe dovuto occuparsi della faccenda per la quale la Foglia era stata interpellata, ma mai avrebbe permesso che quella ghiotta occasione gli sfuggisse dalle mani. Conscio che però gli occhi della Nebbia Piangente potessero essere nascosti ovunque, non aveva dimenticato di apportare modifiche al suo aspetto. Namida era stata ovviamente nascosta, sigillata in uno dei tatuaggi sul suo avambraccio sinistro, e allo stesso modo i suoi occhi, coperti da spessi occhiali scuri simili a quelli di Shura, la sua allieva. I kunai con i sigilli dell'Hiraishin erano ben custoditi nella sua sacca, a differenza degli altri che erano stati lasciati in punti strategici: casa sua, diverse località di Konoha, la bianca torre, in quei casi la prudenza non era mai troppa. Avvolto in una lunga veste bianca da viaggio, avrebbe affrontato la traversata che lo avrebbe condotto alla sua destinazione.
Na Mori, là dove la notte e la nebbia piangono.

Altopiano di Na Mori.
3 giugno 248, ore 20:57.

Tenendo ben stretta davanti alla bocca la sciarpa nera ricevuta in dono da Chiaki, il giovane continuava ad affrontare a testa alta il clima impervio delle catene montuose all'estremo nord. Erano trascorsi due giorni da quando aveva varcato i confini del Paese della Terra, abbandonando di fatto il continente ninja. Seguire le coordinate a sua disposizione non era stato difficile, non almeno quanto approcciarsi con la gente del posto. Per anni, per ampliare il suo bagaglio di conoscenze, lo Hyuga aveva studiato le lingue e i dialetti dei popoli estranei al mondo del ninjutsu, trovandoli estremamente affascinanti; entrarci in contatto in prima persona, tuttavia, lo costrinse a cambiare idea. Credeva di essersi ormai abituato, ma non avrebbe dimenticato facilmente il modo in cui aveva quasi rischiato di colpire un locandiere del confine, solo perché deciso a non affittare camere a viandanti del continente.

- Non dovrebbe mancare molto.

L'aria condensata che usciva dalla sua bocca a causa del freddo si mischiò subito con il fumo grigiastro della sua sigaretta. Stava cercando di godersi ogni maledetto tiro, consapevole che avrebbe fatto meglio ad evitare di mostrare quel suo vizio, perlomeno fino a quando non avrebbe avuto la certezza di non essere stato convocato proprio da uomini della Nebbia Piangente. La cosa, ovviamente, lo mandava su tutte le furie. Odiava l'astinenza, da qualsiasi brama e piacere, ma anche affondare i piedi nella neve era piacevole.
"Dovrei arrivare a breve. Spero solo che questo Amashi Aroi abbia pronto qualcosa di caldo, maledizione."
Nonostante avesse visto la morte con i suoi stessi occhi solo qualche settimana prima, quando la sua strada aveva incrociato quella del Kyūbi, non riusciva ancora ad abbandonare le proprie necessità. Perlomeno, la rabbia riusciva ad attenuare l'ansia riguardo ciò che lo attendeva. Di quel posto, ahimè, non sapeva nulla. Solo un dettaglio, sempre lo stesso mantra. La sua battaglia, la sua maledizione.

Qui la notte e la nebbia piangono.

 
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view post Posted on 12/8/2017, 17:13     +1   -1
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Per quanto ne sapesse Fuyuki, quella richiesta, in un luogo così lontano, poteva anche essere una trappola di Kirinaki stessa e di certo non aveva escluso questa possibilità. Si era camuffato con attenzione per avvicinare il punto delle coordinate che aveva ricevuto e il primo obiettivo sarebbe stato quello di capire cosa Na Mori avesse a che fare con la Nebbia Piangente. Quella frase aveva un rimando troppo diretto all'organizzazione di Kai e le possibilità che fosse stata una mera coincidenza erano piuttosto basse. L'ambiente montano si rivelò immediatamente ostile allo straniero: le temperature basse e le lunghe salite che circondavano la montagna avrebbero fatto rinunciare alla maggior parte dei visitatori, o almeno così credeva l'eremita. Invece il luogo pullulava di gente e turisti, tutti entusiasti di effettuare quel percorso verso il "grande regno sul tetto del mondo", e inoltre avevano la possibilità di riposarsi e rifocillarsi nei numerosi punti di ristoro di cui la montagna era piena. Si trattava per lo più di piccoli insediamenti con una locanda in cui era possibile dormire e mangiare qualcosa di caldo, senz'altro una manna dal cielo per chi decideva di effettuare l'attraversata fino alla capitale situata su nell'alto piano. Proseguendo, il ninja di Konoha poté fare caso ad alcuni dei discorsi ricorrenti tra gli abitanti del luogo: "la grande Unificazione" era l'argomento ricorrente, così come il fatto che finalmente, negli ultimi mesi, il turismo e il commercio stavano tornando floridi dopo anni di carestia e morte dovuti alla guerra. Sebbene Fuyuki non sapesse quale effettivamente fosse la storia di quei regni, percepì un clima piuttosto sereno che entrava in contrasto con invece l'allarmismo della missiva.
A ogni modo giunse finalmente al principio di un grande ponte che attraversava la montagna fino a delle imponenti porte da cui svettava un vessillo: una piramide bianca con la punta rivolta verso l'alto su sfondo grigio. Fuyuki avanzò con attenzione fino a raggiungere il cospetto delle due guardie armate di lancia che presidiavano le porte. La loro armatura era scintillante, forse d'argento, e anche su questa era chiaramente riconoscibile lo stemma della famiglia Reale di Na Mori. Allo straniero bastò nominare la lettera ricevuta, su cui era impresso il sigillo ufficiale del regno, per venire accolto senza ulteriori domande. Una delle due guardie disse a quel punto qualcosa in una lingua sconosciuta a chi si trovava dall'altra parte e le porte si aprirono di conseguenza. Il meccanismo d'apertura era all'avanguardia, delle ruote dentate cominciarono a girare e il muro si spostò dai suoi cardini. Ciò che fu visibile oltre quel confine era straordinario: Imponenti costruzioni alte come le montagne stesse su cui si ergeva quel popolo erano protagoniste dello scenario, ma anche la grande affluenza di gente che popolava le strade, i bambini che scorrazzavano e gli splendidi colori dai riflessi particolari delle armature delle guardie che erano di ronda. La città era attraversata in alto da una funivia da cui era possibile avere una vista panoramica di Na Mori ma anche di tutto ciò che vi era oltre la montagna, osservandolo come fosse un insieme di puntini luminosi nella notte dall'alto di quella terra sulle vette del mondo. Le vesti, la lingua parlata, le architetture, erano tutte piuttosto simili a quelle a cui era abituato Fuyuki, del continente ninja, eppure variavano in qualcosa, era come se la cultura in quell'enorme paradiso all'interno della montagna non si fosse mai fermata, sfruttando secoli di sviluppo e le menti dei più geniali costruttori per andare avanti. Non ci volle molto prima che qualcuno avvicinasse lo straniero, ben riconoscibile tra la folla anche solo per lo sguardo confuso e incuriosito nell'osservare le alte sculture in piazza, che raffiguravano probabilmente i predecessori della famiglia Reale.


??? - Da questa parte

Due uomini in armatura lo scortarono attraverso tutta Na Mori fino ad una lunga scalinata che saliva fino ad una larga piattaforma di pietra grigia. Sembrava costruita sfruttando il materiale di cui era formata la montagna ma dai colori, dai riflessi e dal modo in cui rifletteva la luce che generava il monte risalito da Fuyuki, suggeriva che non si trattasse di pura e semplice pietra, quel materiale brillava come riusciva a fare soltanto l'argento, o l'oro.
La piattaforma dunque si mosse, salendo, e improvvisamente l'eremita si rese conto di quanto in effetti fosse in alto: oltre le nubi e l'aria rarefatta si trovava il continente dei ninja e lontano, a Sud, la terra del fuoco che era stato costretto a lasciare per l'ennesima volta. A Na Mori la notte e la nebbia piangevano, sul tetto del mondo da cui ogni cosa poteva essere fatta. Quando il marchingegno si fermò, davanti ai presenti si erse il castello del Re e del suo Consiglio, coloro che avevano richiesto l'aiuto della Foglia. Le guardie si fermarono a quel punto intimando allo straniero di proseguire da solo, da lì in poi sarebbe stato Fuyuki contro chiunque vi fosse all'interno della dimora Reale.
La Hall era ciò che di più maestoso Fuyuki avesse mai visto: era come se Na Mori fosse un'insieme di culture diverse, come se avesse preso il meglio delle ere che si era lasciata alle spalle. Le grandi finestre alle pareti erano formate da mosaici di vetro colorato, e facendo filtrare i raggi del sole ricreavano in quell'enorme salone d'ingresso un vario e sorprendente gioco di colori. Le due statue ai lati dell'altra scalinata, raffiguranti due guardie reali, erano in questa maniera colorate e l'effetto ottico che ne risultava era splendido: una sembrava letteralmente in fiamme, ricoperta dal rosso fuoco del sole sul vetro rosso, mentre l'altra era blu, come fosse ricoperta da uno strato di ghiaccio.
In quello scambio continuo di luci ed elementi comparvero intanto tre figure, tutte vestite con una lunga tonaca grigia con sul petto la grande piramide bianca caratteristica del luogo.


Amashi - Benvenuto a Na Mori giovane straniero, io sono Arashi Aroi, umile consigliere della Regina, ti preghiamo di seguirci nella camera del Consiglio

Era lui il mittente della missiva: un uomo ormai passati i sessanta dai radi capelli bianchi e dagli evidenti occhi infossati blu. Non doveva aver riposato molto nell'ultimo periodo, le sue occhiaie erano preoccupanti ma la vista di Fuyuki gli concesse un barlume di vita e speranza che probabilmente ricercava da fin troppo tempo. Gli altri due ai suoi lati erano invece ben incappucciati ma da quel poco che Fuyuki riuscì a scorgere sotto il buio della veste poté affermare che fossero più giovani, forse sui quaranta. Erano saliti ancora, oltre le scale, e finalmente giunsero in una vasta sala con al centro un tavolo rettangolare. Lo straniero fu invitato a prendere posto mentre Amashi si sedette in uno degli estremi del tavolo. Gli altri due accompagnatori chiusero la porta e si sistemarono ai suoi lati per non far uscire o entrare nessuno senza il loro permesso. Quella camera era strana: le pareti erano colme di energia e Fuyuki poté percepirlo immediatamente, ma a scanso di qualsiasi equivoco Amashi si preoccupò di mettere subito in chiaro la situazione:

Amashi - Questa sala è stata testimone di tutte le nostre tattiche di guerra, di ogni decisione sofferta o fiera del nostro Consiglio e della Regina, e dei suoi predecessori. Le pareti sono state costruite e incantate per non far trapelare nessun suono all'esterno e per smagnetizzare qualsiasi dispositivo elettronico come trasmittenti, telefoni o qualsiasi cosa che permetta la comunicazione a distanza. Prima di cominciare questa conversazione infatti, dovrai giurare di non parlare mai a nessuno, fuori di qui, di ciò che sentirai dalla mia bocca. Sono segreti di stato, e quella che ti affideremo sarà una missione dal massimo grado di segretezza. Se hai domande prima del giuramento, è il momento giusto per farle.
 
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view post Posted on 13/8/2017, 17:47     +1   -1
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Il grande regno sul tetto del mondo. All'età di ventitré anni, Fuyuki poteva affermare di aver visitato buona parte del continente; i suoi occhi avevano visto costumi differenti, le sue orecchie avevano udito lingue bizzarre e singolari, il suo cuore aveva battuto alla vista di meravigliose donne. Eppure, di fronte allo spettacolo mozzafiato ch'era Na Mori, non poté che rimanere a bocca aperta. Dopo aver origliato le conversazioni di alcuni turisti riguardo la grande Unificazione, la quale aveva messo la parola fine su di un capitolo triste per il paese, aveva creato mentalmente l'immagine di una nazione povera, dilaniata dai lunghi anni durante il quale il conflitto aveva imbrattato di sangue la neve e d'odio le anime della gente. Invece quella città brulicava di vita, di colori, di passioni; rispetto ad altri centri militari, lo Hyuga aveva sempre elogiato la Foglia per il suo caldo tepore, un clima che avvolgeva in un dolce abbraccio il corpo e la mente, ma non poté che ammettere che il suo villaggio natio fosse ben poca cosa in confronto a ciò che stava ammirando in quel momento.
Durante il suo cammino, più volte il vessillo del regno catturò la sua attenzione. Una piramide candida che svettava al centro di uno sfondo grigio; forse quel simbolo si poneva l'obiettivo di riassumere l'anima di quella nazione, le cui costruzioni superavano in bellezza e maestosità persino la bianca torre, il centro del potere indiscusso di Mujinahen e della stirpe dei mustelidi. Non avrebbe saputo spiegare di cosa si trattasse, ma per quanto simili a quelli del continente, i costumi di quella gente erano ammantati di un fascino al quale lui non era affatto immune. Mentre percorreva le strade della città, si ritrovò più volte a pensare a quanto Chiaki e i bambini avrebbero potuto apprezzare quel posto. Si ripromise di condurli lì, semmai la minaccia dei Demoni fosse stata debellata; fino ad allora, ahimè, avrebbero dovuto accontentarsi dei suoi racconti. Nel frattempo, era sua intenzione carpire quanto più possibile da quella florida cultura. Di fronte ad un simile sfarzo, la logica pretendeva che si cercasse d'imparare al fine di poter migliorare la propria terra, una volta fatto ritorno.

Purtroppo, però, non era lì in vacanza e non ci volle molto prima che due guardie lo avvicinassero, mostrandosi decisi a scortarlo fino a destinazione. Passo dopo passo, azzerò la distanza che lo separava dalla dimora reale. Sfruttando dei marchingegni che mai aveva visto prima d'allora, si sollevarono fin sopra i cumulonembi, là dove la montagna svettava non solo sul regno, ma sull'intero mondo degli shinobi. Una volta dentro la reggia, lo shinobi non poté fare a meno l'opulenza sfoggiata dalla nobile famiglia che abitava quel palazzo. Tutto ad un tratto, il suo sguardo si fece buio ed indagatore. Mentre camminava, la sua mente venne avvolta dalle voci dei viandanti e dei villici che aveva incontrato durante la traversata. Oh, Na Mori era davvero una splendida illusione. Una meravigliosa menzogna, niente di più. La morte non aveva mai abbandonato quel luogo, ogni mattonella del pavimento, mosaico, statua o colonna era frutto del sangue versato sul sangue di battaglia.
Fuoco e ghiaccio. Elementi opposti, avversi, l'uno indispensabile per l'esistenza dell'altro. Quelle due maestose opere statuarie, ai suoi occhi, riassumevano perfettamente l'essenza di quella nazione: senza il sacrificio dei più deboli, quel palazzo probabilmente non avrebbe mai visto la luce, né tantomeno raggiunto una simile grandezza. E quando tre uomini deboli e non più nel fiore della giovinezza lo accolsero, avvolti da vesti sontuose, comprese che fosse la linea di sangue a determinare chi dovesse sopravvivere a discapito dei meno fortunati. Il valore militare non contava nulla, anzi; probabilmente quei tre non avevano mai impugnato una lama, nemmeno nel bel mezzo del conflitto che aveva devastato il paese, e per questo una smorfia di disprezzo si fece largo sul volto del giovane, ben coperto dalla sciarpa e dagli occhiali.

- Zentai Itachi.

"Dovresti dormire un po' di più, umile consigliere della Regina."
A giudicare dall'età e dal candore della sua chioma, quell'uomo doveva aver vissuto molte esperienze durante la sua vita. Non doveva essere un caso, se proprio lui era stato chiamato a portare consiglio a colei che, stando a quanto aveva capito, governava su Na Mori. Sembrava possedere una personalità mite e sicura, capace di trasudare calore ed accoglienza, a differenza di chi invece si trovava al suo fianco. Nascondere il proprio volto era sinonimo di cautela, della precauzione spesso utilizzata nel mondo dei ninja; pertanto, Fuyuki non poté che guardarli con diffidenza, mentre veniva scortato in un'ampia sala del palazzo. Non appena i due tirapiedi che indossavano il vessillo del regno si furono posizionati ai lati della porta, lo shinobi prese posto all'altro estremo del tavolo, rispetto a quello occupato da Amashi. Gli venne subito spiegato perché le pareti della camera trasudassero energia e lui non poté che annuire con un cenno del capo: si trattava di un'ottima precauzione, non molto diversa dalle parole seducenti e ben ponderate del consigliere.

- Trovo assai comodo - non per me, ovviamente - richiedere un giuramento prima di rivelare i dettagli della missione. Tuttavia, credo capirete che non avrei affrontato il clima impervio del vostro paese se non avessi avuto la certezza di compiere l'incarico. Ritengo quindi che la mia presenza qui possa bastare, come giuramento.

Nemmeno in quell'occasione dimenticò di sfoderare la sua lingua, affilata persino più delle lame che nascondeva nella sua veste. Quell'uomo non gli piaceva affatto, né la situazione in cui si trovava. Il compito che intendevano affidargli sembrava essere di vitale importanza, eppure non v'era alcuna traccia della figura che deteneva il massimo potere in quelle terre.

- Vorrei sapere qualcosa in più sulla grande Unificazione, se possibile. Mi chiedo inoltre dove si trovi la vostra Regina. A Na Mori è sufficiente la presenza di un consigliere per rivelare simili informazioni?

Uomo abile e discreto, nella missiva inviata a Konoha erano stati precisi e di certo non sarebbero rimasti delusi dalla sicurezza e dall'arguzia che Fuyuki - o meglio, Itachi - ostentava quasi con arroganza ad ogni parola che usciva dalle sue labbra.

 
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view post Posted on 13/8/2017, 23:21     +1   -1
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Il consigliere chiuse gli occhi ed accennò quasi costretto ad un lieve assenso. Quell'uomo sapeva il fatto suo e ciò non poté che fargli piacere, inoltre ammise quanto in fondo avesse ragione. Si trovava dall'altra parte del tavolo dopo aver accettato di viaggiare per chissà quanti chilometri e ciò doveva bastare per fare di Zentai Itachi un soldato degno di fiducia. Le domande poste da Fuyuki erano precise, dirette, nate dal fastidio che cominciava a provare per la situazione e dallo sfarzo che a suo modo di vedere era nato dal sangue di chi si era sacrificato per il bene dell'imponente regno. Eppure quando nominò la Regina, Amashi sussultò nervoso, come se lo straniero avesse toccato un tasto dolente. Anche quella caratteristica tuttavia doveva essere apprezzata, all'ospite non andava di perdere tempo e l'intera Na Mori non ne aveva da perdere.

Amashi - Molto bene Zentai Itachi, ti racconterò la storia del nostro paese e allora capirai l'importanza del tuo incarico.

Le sue parole erano rotte dalla preoccupazione, dalla tristezza. Qualsiasi cosa fosse successo ad un paese tanto florido e potente era di fondamentale importanza. Cominciò dunque a parlare tornando serio, cercando di risultare il più preciso possibile nel narrare i fatti di cui si erano resi protagonisti Na Mori e la sua sorella gemella Yason Mori.

Amashi - Na Mori, il nostro paese, è in guerra da ormai almeno cinquant'anni con Yason Mori, un potente impero militare edificato all'interno della montagna ad Est rispetto a quella in cui ti trovi adesso. Si racconta che i due popoli siano come "fratelli" discendendo entrambi da Mori-Aki, un valoroso condottiero a cui viene attribuito il merito di aver scoperto la ricchezza celata nella catena montuosa su cui sono stati costruiti i regni di Na e Yason. Devi sapere che il motivo di una guerra così sanguinosa e lunga tra i due imperi è infatti dovuta al dominio di queste montagne, chiamate "Le Piramidi del Sole e della Luna". La ricchezza celata all'interno di queste rocce l'avrai vista venendo qui: tutto ciò che hai avuto il piacere di ammirare, dall'imponenza delle nostre strutture al marchingegno che ti ha portato al castello, sono tutte state costruite con l'oro e l'argento ricavato dalle cave delle montagne. Ebbene...

Si prese un attimo per un profondo respiro, come se per ricordare i dettagli dei fatti che doveva raccontare stesse sforzando il suo fisico e la sua mente oltre ogni immaginazione. In realtà ricordava fin troppo bene gli avvenimenti che seguirono allo scoppio della guerra ed era proprio quella la ragione che lo faceva titubare.

Amashi - Na Mori e Yason Mori nascono geograficamente ai lati della montagna più ricca della catena montuosa e comprenderai quanto poco tempo ci è voluto per far andare stretta la situazione ad una delle due parti. Entrambe cominciarono una guerra per il dominio totale della montagna perdurata fino al giorno in cui Toromi, nuovo Re del nostro paese successore di quello rimasto ucciso durante una delle numerose battaglie, riuscì dopo trent'anni di guerra a trovare finalmente una pace agognata ormai da chiunque. Entrambi gli imperi erano stanchi, devastati, desiderosi di tornare a vivere una vita normale insieme alle loro famiglie. Venne così stipulata una pace che divideva esattamente il territorio a metà per permettere a entrambe le potenze di arricchirsi. Queste terre hanno così conosciuto una tregua che aveva fatto scordare gli anni bui della grande guerra... fino all'avvento di una bestia distruttrice incontrollabile. Credo che a Sud la chiamassero Watashi, una sorta di creatura oscura che gettò nel panico anche i nostri territori. L'avrai sicuramente conosciuta anche tu.

Amashi osservò negli occhi lo straniero attraverso le lenti che celavano il suo sguardo e ne lesse esperienza, sicurezza, coraggio. Quell'uomo non solo aveva conosciuto Watashi ma probabilmente lo aveva perfino combattuto.

Amashi - Questo "mostro" a ogni modo, unì per la prima volta dopo quasi mezzo secolo Na Mori e Yason Mori sotto un unico vessillo, e il nuovo esercito lo fronteggiò riuscendo a creare una grande resistenza potente ed efficace. Purtroppo però Toromi rimase ucciso nella battaglia. Veniva chiamato "Il Mediatore" per essere riuscito a far durare tanto la pace ma purtroppo non riuscì mai ad avere eredi e dunque successori. Na Mori venne così consegnata alle mani di suo fratello, Damai, un uomo spregevole e guerrigliero, convinto di radere al suolo Yason e riprendersi l'altra metà della montagna d'oro. In nemmeno un paio d'anni organizzò un esercito cercando di prendere il meglio di ciò che era sopravvissuto a Watashi e guidò una spedizione a sorpresa verso Yason Mori, fallendo miseramente. La pace era stata infranta e i due paesi tornarono in guerra dopo trent'anni di tregua. A Damai succedette quindi la sua unica figlia ed erede, Inai, la nostra attuale Regina, la guida che ha ereditato la determinazione del padre e la saggezza di suo Zio Toromi.

L'aveva finalmente nominata. Inai era la Regina di Na Mori di cui Fuyuki aveva chiesto. Eppure non era presente, non era lì con loro. Amashi continuò allora il suo discorso:

Amashi - La Regina riprese fortemente gli ideali di suo zio Toromi, riproponendo un'altra pace agli esponenti di Yason Mori stavolta definitiva. Inai propose la Unificazione, l'unione dei due imperi sotto lo stesso vessillo per poter così abolire la distinzione che era costata anni di guerra, di morti e di sofferenza. La catena montuosa delle Piramidi, tutto il suo dominio, sarebbe stato affidato al governo del nuovo impero, così da sfruttare le sue ricchezze in modo uniforme per arricchire sia L'Est che l'Ovest. Gli esponenti di Yason Mori accettarono incredibilmente, io per primo ero contrario a una proposta del genere dopo il tradimento di Damai, ma la Regina è risultata una donna saggia e più matura del sottoscritto... Dettarono però delle condizioni: Inai avrebbe dovuto sposare il figlio del Re di Yason Mori per suggellare la nuova alleanza e unificare anche le famiglie Reali, e il matrimonio avrebbe dovuto celebrarsi sei mesi dopo l'annuncio per permettere l'organizzazione degna dell'Evento più importante degli ultimi cinquant'anni.

Quella era la storia ma c'era ancora qualcosa che Amashi non aveva detto, la parte più interessante della vicenda e che aveva richiesto l'aiuto da parte di Konoha e quindi di Fuyuki. Il Consigliere si prese ancora qualche secondo prima di proseguire, passandosi un fazzoletto sulla fronte madida.

Amashi - Vi era anche una terza condizione: Inai avrebbe dovuto attendere i sei mesi in custodia della famiglia Reale di Yason Mori. Con mio grande rammarico si accettò, Inai stessa ne era convinta, e per non provocare un'altra crepa tra i rapporti dei due regni decidemmo di concedere anche quella richiesta con il patto che avessero trattato Inai da degna Regina dell'impero unificato. E adesso veniamo al tuo ruolo in tutta questa storia...

Guardò attentamente lo straniero cercando di convincersi che fosse la persona giusta per quel compito così delicato.

Amashi - Sono passati cinque mesi dalla proposta di Unificazione di Inai e in teoria tra un mese dovrebbe celebrarsi il matrimonio. Abbiamo però ricevuto informazioni che Yason Mori sta letteralmente morendo a causa di una piaga che è scoppiata nella loro città. Viene chiamata Reuma e non sappiamo praticamente nulla su questa... "cosa". Sappiamo solo che è mortale e che sta decimando la popolazione del luogo. Noi pensiamo che questa storia vada avanti da ancora prima dello scontro con Damai ma una nostra informatrice lo ha scoperto solo adesso. Sospettiamo volessero tenerlo segreto fino al matrimonio per poterci infettare tutti. Volevano ucciderci con ciò che sta uccidendo loro. Tutto per una montagna... una stupida montagna...

La devozione di Amashi a Na Mori era lampante e l'idea che la sua Regina potesse essere rimasta vittima del Reuma non lo faceva più dormire. Probabilmente era quella la ragione delle occhiaie, dell'aspetto pessimo con cui si era presentato a Fuyuki.

Amashi - Il tuo compito, soldato Itachi, è quello di infiltrarti a Yason Mori e recuperare la Regina Inai prima che sia troppo tardi.
 
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view post Posted on 14/8/2017, 10:40     +1   -1
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Oh, non gli era affatto sfuggito il velo di stizza che aveva coperto il volto del consigliere quando aveva sentito nominare la Regina. A quel punto, il giovane si accomodò meglio sul lussuoso scranno, distendendo i polsi lungo i braccioli: a giudicare dal volto di Amashi, sembrava che la storia fosse lunga e tutt'altro che tediosa. Tuttavia, mentre il racconto procedeva, incalzando la sua curiosità con nuovi colpi di scena, l'eremita non riuscì a rimanere immobile. Venuto a sapere di come Watashi avesse segnato l'esistenza di quella nazione, si chinò in avanti, appoggiando i gomiti sul tavolo e incrociando le mani dinanzi alla sciarpa. Se nel continente la pace era stata in fretta ripristinata dpo che il conflitto fra le montagne della Nuvola s'era consumato, lo stesso non poteva dirsi per Na Mori: il popolo del monte ovest continuava a soffrire, a distanza di due anni dalla disfatta della divinità, a causa delle profonde cicatrici che la guerra antecedente e il successivo inasprimento delle tensioni fra i due regni in seguito alla morte di Toromi. L'ambizione e la stupidità di Damai avevano portato quelle terre nuovamente sull'orlo del declino, finché sua figlia Inai non aveva ereditato il trono, insieme alla volontà di suo zio. La grande Unificazione nasceva quindi dallo spirito di sacrificio della Regina, la quale aveva accettato di essere data in moglie al legittimo erede di Yason Mori e di essere custodita in quelle stesse terre nei sei mesi di attesa che avrebbero dovuto precedere il matrimonio.
La questione, tuttavia, era assai lontana dal terminare con un lieto fine. Reuma, un male ancora più devastante di Watashi, minacciava di decimare la popolazione di Na Mori, esattamente come stava già accadendo nel regno rivale. Stando alla versione del consigliere, quel morbo era altamente virulento e, soprattutto, letale. Ovviamente, la fonte da cui proveniva l'informazione era attendibile e, anche se in ritardo, la notizia era arrivata prima delle nozze - momento in cui, inevitabilmente, il contagio avrebbe preso il sopravvento. Un mese, questo era il tempo che al giovane restava per svolgere il suo compito. Un incarico importante, di vitale importanza affinché il seme della saggezza di Toromi non perisse insieme a sua nipote, portando con sé nella tomba le speranze che il popolo riponeva nell'Unificazione. Ancor prima che Amashi terminasse il discorso, lui aveva già capito tutto.
Ricchezza, questo era l'interesse del Re della nazione ad est. Un fine che poteva apparire spregevole, meschino, ma che Fuyuki riusciva a comprendere benissimo. Per quanto gli ideali della Regina fossero nobili, di certo una popolazione non poteva saziarsi di sogni e speranze.

- Avrò bisogno di una mappa del regno di Yason Mori, oltre che di rapporti quanto più dettagliati per potermi confondere facilmente con la gente del posto. Ci vorrà una settimana, forse anche due, prima che io possa avvicinarmi alla vostra Regina, dopo averla individuata.

Non aveva alcun dubbio che Inai fosse provvista di un'alta protezione militare, considerato il ruolo di spicco che ricopriva nell'intera vicenda. Infiltrarsi e privare l'esercito di una personalità così rilevante era un'impresa ardua, una follia che doveva essere pianificata nei minimi dettagli e che pertanto richiedeva un periodo indefinito di studio; per agire nell'ombra avrebbe dovuto imparare a conoscerli. Parlare, muoversi, addirittura pensare come loro. Per uno shinobi, l'arte dell'inganno rappresentava un'arma ben più potente del ninjutsu... e in quello, per fortuna, Fuyuki era un vero esperto.

- Siete stati informati su come Reuma si diffonde e di come riconoscere i sintomi di un potenziale infetto?

Per quella volta, pensò bene di tenere a freno la lingua per evitare che Amashi potesse intuire quali fossero i suoi pensieri. Dovendo trascorrere un tempo indefinito, ma senz'altro lungo, all'interno del regno, era meglio informarsi su ogni dettaglio in loro possesso; l'ultima cosa che desiderava era essere contagiato dal morbo e pertanto era sua intenzione conoscere quanto più possibile, specie su come riconoscere gli infetti. Avrebbe fatto bene a stare alla larga da loro, anche se non poteva nemmeno escludere l'eventualità che la stessa Inai fosse stata abbracciata da Reuma.

- Un'ultima cosa, Amashi.

La sua voce si fece improvvisamente più seria, mentre la sua lingua si preparava a dar vita ai pensieri che lo avevano tormentato durante gli ultimi due giorni. Ne era divenuto ossessionato, tanto che paragonare quel chiodo fisso allo stesso Reuma sarebbe stato piuttosto azzeccato. Forse la domanda avrebbe incuriosito il consigliere, ma il jonin sapeva che solo lui avrebbe potuto rispondere con certezza. In fin dei conti, la missiva giunta a Konoha riportava la sua firma... e lui non aveva rischiato che le sue palle si congelassero soltanto per riportare delle chiappe reali - per quanto armate di ideali ferrei e benefici per la popolazione - a casa.

- Qui la notte e la nebbia piangono. Cosa significa?

 
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Amashi annuì alle richieste dello straniero, erano legittime considerando la difficoltà della missione che era stato chiamato ad affrontare. Per le domande sul Reuma e soprattutto sulla particolare frase che aveva convinto Fuyuki a raggiungere Na Mori però, chiuse gli occhi con espressione seria e si alzò dalla seduta all'estremità del tavolo. Era il momento di mettere in gioco tutte le carte che quel regno aveva da giocare, di rivelare ogni informazione che avrebbe potuto donare a Fuyuki la calma di cui aveva bisogno, ma soprattutto era il momento di far conoscere all'ospite proveniente da Konoha l'informatrice grazie alla quale Na Mori poteva vantare della maggior parte delle informazioni sul Reuma. Amashi fece un cenno ai due uomini rimasti sulla porta e uno la aprì uscendo.

Amashi - Devi sapere che la lettera non è stata scritta da me. Avevamo bisogno di un uomo capace di fronteggiare questa missione al suo fianco, sotto sua categorica richiesta. Vedi, abbiamo già una straniera che indaga sul morbo di Yason Mori da un paio di settimane. Ha risposto per prima alla nostra richiesta di aiuto e da questo momento lavorerai con lei.

La porta si aprì nuovamente e l'uomo incappucciato tornò lì dove era stato fino ad allora, al lato dell'ingresso. Dietro di lui giunse una donna coperta da una veste nera che le copriva anche il capo. Dal cappuccio ricadevano i nerissimi capelli fino alle spalle e quando alzò il capo mostrò un viso non più giovanissimo ma che manteneva ancora una certa avvenenza. I suoi occhi erano dello stesso colore dello smeraldo e quando si immersero in quelli di Fuyuki sembrarono poterlo denudare della sua vera identità. Il ninja di Konoha poteva esserne sicuro: quei lineamenti, quei tratti somatici, li aveva già visti da qualche parte. Era dannatamente familiare.

??? - Qui la notte e la nebbia piangono. Ero sicura che Konoha avrebbe accettato immediatamente con sul piatto qualcosa di così interessante.

Venne avanti con portamento fiero e deciso, avvinandosi ad una larga lavagna sulla parete bianca della sala. Abbassò il cappuccio e si presentò finalmente al nuovo arrivato in quella splendida città.

Ketsueki - Ketsueki, piacere di conoscerti ninja di Konoha

Sorrise, come sapesse benissimo chi fosse in realtà colui che si celava dietro quella larga sciarpa. A ogni modo non si soffermò troppo sulla questione, decidendo che parlare della missione e del Reuma erano priorità ben più rilevanti al momento.

Ketsueki - Hai fatto delle osservazioni corrette. Servirà la mappa di Yason Mori e qualsiasi tipo di informazione utile. Lavoro su questa missione da due settimane e nonostante la mia dedizione al caso le informazioni che sono riuscita ad ottenere da qui non sono delle più dettagliate. A quanto pare il Reuma si diffonde attraverso il sangue degli infetti, la loro saliva o i loro liquidi seminali. Venire morsi, fare in modo che una propria ferita si infetti, fare sesso con loro - anche se non mi sembri il tipo - sono tutte cause probabili di infezione.

Lo disse con una tranquillità quasi inquietante. Venire morsi, come se fosse la cosa più normale del mondo. Se ne rese conto quando vide Fuyuki piuttosto perplesso e pensò bene di specificare il punto più importante della questione.

Ketsueki - Il Reuma fa regredire le cellule cerebrali rendendo gli infetti simili a bestie con istinti primordiali come cacciare, cibarsi... e sì, anche accoppiarsi. Fortunatamente il morbo rende sterili dunque il rischio di una propagazione di quel genere è scongiurata. A ogni modo, l'ultimo stadio della malattia porta alla morte, con la totale distruzione di ogni attività del cervello. Quello che penso è che i sopravvissuti vivano ormai fuggendo dagli infetti, rintanandosi nelle loro case sperando di sopravvivere a un'altra notte. La situazione è tragica, non so se esista gente immune o un qualche tipo di cura ed è quello che voglio scoprire. Quanto a te, straniero, quella frase che tanto ti è rimasta a cuore è l'unica cosa che gli infetti ripetono fino alla morte, come se rimanesse solo questo nel loro cervello. Curioso non trovi? Tanto da avermi portato qui, e da aver portato qui te.

Amashi intervenne a quel punto, cercando di convincersi che nella tenacia di quei due soldati potesse celarsi la speranza di poter rivedere l'adorata Regina di Na Mori. Non poteva far altro se non affidarsi a loro, cercando di concedere tutto ciò che il regno avesse a disposizione per aiutarli in quella folle spedizione.

Amashi - Itachi, potrai alloggiare anche tu in una delle migliori camere del castello in attesa della partenza. Vi prego soltanto di agire in fretta, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo che passa potrebbe essere quello di troppo.

Ketsueki - Avremo la camera in comune se non ti dispiace, mi piace lavorare anche la notte.
Dovrò mostrarti la mappa e informarti sul resto delle mie scoperte.


Era determinata, su questo non potevano esserci dubbi. Una degna spalla per chi poteva ormai essere considerato uno dei ninja più potenti del continente degli shinobi. O era lui la spalla di quella particolare donna?
 
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"Dov'è che ti ho già vista?"
Chioma nera come la pece, occhi splendenti come lo smeraldo, un viso non più nel fiore degli anni ma ugualmente sensuale. Fuyuki sentiva di conoscere già quei lineamenti, ma al tempo stesso era conscio che mai avrebbe potuto dimenticare il nome di una donna così affascinanti. Ketsueki, sangue. Un nome alquanto singolare per quella kunoichi, la vera autrice della missiva giunta a Konoha due giorni prima. Lo Hyuga notò immediatamente il suo sguardo indagatore, così come la superiorità che la sua figura trasudava; dava l'impressione di conoscerlo, di sapere davvero chi fosse, e questo lo infastidì parecchio, perché al contrario lui non aveva la benché minima idea di chi avesse davanti. Con aria di diffidenza ascoltò la spiegazione della mora riguardo le principali caratteristiche di Reuma. Il contatto con il sangue infetto - indifferente se tramite morso o semplice infezione - era fondamentale affinché il morbo potesse diffondersi, pronto a dilaniare senza scrupoli il cervello del nuovo ospite. Con in viso dipinta una smorfia perplessa e preoccupata, il giovane lasciò che un'immagine simulata si materializzasse nella sua mente; infetti che scorrazzavano liberamente per la nazione, mossi solo dalla brama di cibarsi delle carni altrui, dei poveri innocenti che non potevano far altro che fuggire o trovare rifugio in zone sicure. Una vera e propria piaga, persino più tremenda della progenie di Watashi, la stessa che due anni prima aveva seminato morte e carestie in quella terra un tempo ricca e prosperosa.

- Nulla in contrario, Ketsueki. Fammi strada.

Accogliendo le suppliche di Amashi con un leggero cenno del capo, l'eremita si lasciò guidare attraverso gli sfarzosi androni del palazzo proprio dalla donna con la quale avrebbe dovuto condividere la camera. Una volta giunti a destinazione, nei piani superiori della reggia, si trovò catapultato in una stanza talmente lussuosa da farlo sentire a disagio. Bastava osservare i ricami dorati dei mobili, delle stoffe, delle tende e dei tappeti per rendersi conto che nemmeno lavorando come shinobi per altri cent'anni avrebbe potuto permettersi qualcosa del genere. Accarezzando con la mano destra le lenzuola del comodo letto matrimoniale ch'era stato riservato loro, ne esaminò la consistenza. Velluto, leggero e piacevole al tatto come le curve delicate di una donna piacevole.

- Non farti strane idee. Se tu fossi stata un mio nemico, e io avessi avuto il compito di ucciderti, probabilmente avrei anche potuto pensare di illuderti con un po' di piacere sotto le coperte.

Ridacchiò appena, posizionandosi esattamente di fronte alla donna e avvicinandosi di qualche passo, fermandosi a poco meno di un metro di distanza.

- Tuttavia, so di non trovarmi di fronte ad una minaccia. Qui la notte e la nebbia piangono.

Lo ripeté, per l'ennesima volta, immaginando gli infetti recitare quella cantilena come una tetra litania. Davvero uno scenario agghiacciante, tanto che la sua stessa schiena venne percorsa da un brivido fugace, appena percettibile. Attualmente stava vagliando l'ipotesi che Reuma stesso fosse opera della Nebbia Piangente; del resto, un male così grande non poteva nascere dal nulla, ma solo dalla mente deviata di uomini disposti a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo.

- Sapevi che inviando quella missiva a Konoha sarei venuto qui. Del resto, come avrei potuto ignorare un'occasione così ghiotta? Tu mi volevi qui, ma non di certo per uccidermi. Avresti potuto farlo nell'ombra, senza destare sospetti. Rivelandoti a me, Ketsueki, mi hai dimostrato di non essere una di loro.

Alludeva ovviamente a Kirinaki, come la sua interlocutrice avrebbe facilmente compreso. La sua voce era cauta, attenta a ponderare il peso di ogni singola parola, ma in cuor suo sapeva che lei fosse già al corrente della sua identità. A quel punto, decise di essere semplicemente se stesso, abbandonando per il momento il copione che avrebbe dovuto seguire per essere Zentai Itachi. Dopo aver infilato una mano in una delle tasche della veste, si portò una sigaretta alla bocca e la accese. Fece un solo tiro, prima di privarsi delle lenti che proteggevano il suo byakugan. Attraverso una densa coltre di fumo grigiastro, le sue iridi perlacee come la luna avrebbero incrociato quelle di Ketsueki, più splendenti dell'oro sfoggiato dalla dinastia di Na Mori. Fu allora che sul volto dell'uomo conosciuto come Namida, la Lacrima Cremisi, si fece strada un sorriso compiaciuto.

- Penso tu possa capire, però, che questo non mi basta.

"Se non per altro, voglio che le tue labbra siano utili per mostrarmi cosa hai scoperto su Kirinaki."

 
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Ketsueki - Che peccato, poteva essere un'occasione in vista di una missione così pericolosa

Rise di rimando mentre osservava Fuyuki ammirava la camera. Amashi aveva fornito loro una delle stanze più grandi e confortevoli dell'intero castello, era chiaro come stesse facendo tutto il possibile per mettere i due ninja nelle condizioni di dare il meglio. L'eremita si avvicinò dunque alla nuova compagna dopo essersi tolto le lenti e aver acceso una sigaretta: se potevano esserci dubbi che quel ragazzo fosse Fuyuki Hyuga, adesso, con il riflesso perlaceo dei suoi particolari occhi, erano stati dipanati del tutto. Ketsueki però non ne aveva in effetti mai avuti e anzi sorrise quando lo vide venire fuori così semplicemente. Lo ascoltò concludere la frase e lei annuì, consapevole che avrebbe dovuto dire di più riguardo ciò che aveva spinto i due shinobi a varcare i confini del continente ninja fino a quell'alta e ricca montagna. Per quanto urgente fosse il destino di Inai e dell'intera Na Mori, era un'altra la questione che aveva mosso l'interesse di Konoha e della donna.

Ketsueki - Io ho indagato su di te, ho seguito le notizie dei tuoi spostamenti, ho saputo del tuo reintegro a Konoha dopo il periodo passato con Akatsuki e quel Joker pazzo. Ti ho studiato, ho cercato di capire cosa realmente suscitasse il tuo interesse e quale fosse il tuo obiettivo. Alla fine ho capito che l'unica persona che odia Kirinaki almeno quanto me sia proprio tu... Fuyuki Hyuga.

Proprio come il ragazzo aveva dedotto, Ketsueki sapeva di lui molto più di quanto lui sapesse di lei. Quella missiva non era ovviamente stata casuale, né l'aver cercato direttamente Konoha. Sperava che la frase suscitasse l'interesse di Fuyuki e che la potesse collegare immediatamente a Kirinaki, così da provare finalmente ad annientarla una volta per tutte. In fondo però ne era certa, nell'intero continente degli shinobi si sentiva parlare sempre meno spesso della Nebbia Piangente e avere la possibilità di trovare nuove informazioni risultava un'occasione troppo ghiotta.

Ketsueki - Quell'organizzazione ha ucciso i miei figli, ha portato via tutto quello che per me era importante e io ho giurato di uccidere fino all'ultimo singolo esponente ancora in vita collegato a lei. Per diverso tempo ho cacciato ciò che ne rimaneva nel continente dei ninja ma non riuscivo a capire in che modo fossero tra di loro collegati i sopravvissuti. Sembravano persi, spaesati, senza più organizzazione, e con il tempo ho cominciato a pensare che il fulcro di ciò che ne è rimasto dopo Kai si era spostato altrove.

Sapeva probabilmente ogni cosa su Kirinaki. Aveva nominato Kai, aveva già raggiunto alcuni dei "pesci piccoli" e da chissà quanto tempo era sulle tracce di ciò che ne era rimasto dopo la caduta di Watashi. Continuò a parlare dunque cercando di spiegare all'interlocutore tutto ciò che le sue ricerche avevano portato.

Ketsueki - Ho sentito allora parlare del Reuma e della frase che ripetevano gli infetti. Non poteva essere una coincidenza. Kai cercava in Watashi uno dei tre grandi poteri che dopo la morte dei suoi più fidati alleati rimanevano l'unica vera risorsa su cui poteva contare. Lui ha sempre cercato qualcosa che gli permettesse di amplificare le abilità sensoriali avvicinandosi a tutti i tipi di ninja che potevano godere di particolari capacità mentali. Gli Yamanaka, che conosci bene, e anche... gli Akami



Strinse i pugni e si voltò verso uno dei grandi specchi della stanza. Guardò se stessa riflessa perdendosi nei propri occhi smeraldini e rivide coloro che non riuscì mai a salutare prima di lasciare definitivamente andare. Anche Kai aveva perso molto e probabilmente ricercava quei poteri per poter far risorgere l'ideologia di chi lo aveva lasciato. Non si poteva tornare indietro dopo la morte, ma il ricordo dei defunti sarebbe vissuto in eterno riecheggiando tra le parole dei vivi. Ketsueki sospirò e tornò ad osservare Fuyuki, l'unico vero alleato su cui poteva contare in quella guerra.

Ketsueki - Il Reuma colpisce le cellule cerebrali, distruggendole. E Kirinaki vuole trovare un modo per invece potenziarle, moltiplicarle. Le ipotesi sono dunque due e mi piacerebbe sapere che cosa ne pensi: la numero uno è che l'organizzazione era sul punto di scoprire un modo per farlo, per far evolvere le menti, ma il progetto è sfuggito di mano finendo per far verificare l'effetto opposto. L'altra ipotesi è che studiando il cervello sono riusciti a creare un morbo capace di distruggere l'umanità attaccando il loro intelletto e lo stanno testando in un luogo chiuso all'interno di una montagna, per studiare gli effetti ed essere sicuri che non si diffonda per sbaglio. Entrambe le ipotesi sono terribili, perché da una parte vi è uno sbaglio e noi dovremmo trovare una soluzione che probabilmente non esiste ancora, dall'altra non c'è nessuno sbaglio e Kirinaki è più attiva che mai.

Si diresse verso la scrivania prendendo un grosso foglio robusto: era la mappa di Na Mori, Yason Mori e della catena montuosa delle Piramidi.

Ketsueki - E' un percorso difficile se non impossibile fino a Yason Mori. Studio una strategia di accesso da giorni e fin'ora sono riuscita a raggiungere soltanto l'altopiano a Sud dell'entrata della città. Era pieno di infetti e non sono riuscita a fare molto sebbene abbia avuto la possibilità di studiare i loro comportamenti.

Vi erano segnati diversi appunti, alcuni orari e diverse note sparse un po' ovunque ai lati delle zone di interesse maggiore. Ketsueki ci aveva già lavorato molto e a giudicare da quanto aveva scritto gli infetti manifestavano maggiormente la loro aggressività senza la luce diretta del sole. Molti dei casi più avanzati, che erano anche i più pericolosi, erano concentrati nelle maggiori zone d'ombra. Per il resto raggiungere Yason Mori da una via che non fosse l'entrata principale era pressoché impossibile: era costruita all'interno di un'alta montagna, proprio come Na Mori.

Ketsueki - Tocca a te Fuyuki.

Si sedette di fianco alla mappa attendendo adesso le parole del compagno. Lo aveva richiesto lì perché lui come lei aveva avuto direttamente a che fare più di una volta con la Nebbia Piangente ed era il momento di parlarne. Per Fuyuki era inoltre l'occasione per una prima analisi di approccio per l'infiltrazione a Yason Mori.
 
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Reuma e il potere di Akami, elementi tanto opposti quanto collegati dal filo del destino che aveva spinto Ketsueki a tenere d'occhio gli spostamenti del jonin che aveva di fronte. A detta sua, Fuyuki rappresentava l'unica persona che odiava la Nebbia Piangente come lei; non era un caso, infatti, che proprio loro si trovassero in quel luogo impervio quanto lontano dalla loro terra natia, entrambi intenti a seguire una scia incerta, ma che avrebbe potuto condurli a raggiungere l'obiettivo da loro tanto agognato: la distruzione di Kirinaki, un'organizzazione che aveva privato l'eremita del sonno per diversi anni... e quella donna dei bambini che aveva dato alla luce. Oh, non era sfuggita al giovane la nota di rabbia che l'aveva costretta a stringere i pugni, mentre le sue labbra pronunciavano un nome che lui conosceva perfettamente. Akami. Lo sguardo del ragazzo si fece nostalgico, rapida la sua mente si mosse per mettere al loro posto i tasselli di quel puzzle così intricato. Reuma poteva essere nato dalla forte ambizione di Kai; dopo il portale di Nihil e i medaglioni di Azura, i suoi occhi dorati si erano posati sull'avvento del Dio Divoratore... e non era da escludere che quel morbo fosse un lascito di Watashi stesso, modificato poi dagli uomini di quel folle per raggiungere chissà quale scopo.

- Dubito che si tratti di una mossa voluta. Kai desiderava un mondo libero dal giogo dei kage, non avrebbe mai permesso che una simile pandemia prendesse piede, nemmeno fuori dal continente ninja. - commentò serio, prendendo una pausa senza mai staccare gli occhi da quelli di lei - Anche se, purtroppo, il cammino verso la sua libertà è insozzato dal sangue delle sue vittime. Uomini innocenti, guerrieri caparbi e forgiati da forti ideali... come tuo figlio.

- Hai ragione, Kai forse non l'avrebbe mai fatto ma lui adesso non è più in gioco. Siamo così sicuri che chi guidi adesso Kirinaki voglia seguire la sua ideologia? - ribatté, lasciando che la sua voce vibrasse di dolore e la sua testa si abbassasse, nel sentire nominare suo figlio - Mio figlio non ha mai davvero capito con chi avesse a che fare. Io non farò lo stesso errore.

Lui lo ricordava bene, suo figlio. Al suo fianco aveva combattuto i guerrieri della Nebbia Piangente per la prima volta, esattamente sei anni addietro, sulle fredde vette della Nuvola. A causa della maledizione del portale di Nihil, per diverso tempo aveva perduto la memoria della promessa che s'erano scambiati, dell'impegno di far sì che quella spirale di odio e violenza cessasse una volta per tutte. I ricordi erano riaffiorati dopo due anni, quando la coscienza salda e sicura di Seiri aveva permesso che i medaglioni di Azura venissero distrutti, divenendo pertanto l'ennesimo fallimento di Kai. A quel punto, nemmeno lui poté fare a meno di stringere i pugni.

- No, non possiamo saperlo con certezza. L'uomo è guidato da passioni in continuo mutamento, da ambizioni, desideri, sogni. Un tempo credevo che questo mondo potesse vedere la vera pace, che il mio nome potesse riecheggiare nell'eternità insieme a quello di Shinan. - aggiunse con fare nostalgico, come se stesse parlando di un Fuyuki di cui ormai rimaneva solo un'ombra sbiadita; in quello stesso istante vide Ketsueki indietreggiare, trovando appoggio su di una lussuosa scrivania - La verità è che non può esistere la pace, senza il conflitto. Né la libertà, senza la schiavitù... forse Reuma è un tentativo, un progetto volto a raggiungere un traguardo che non possiamo conoscere, non adesso. Magari Kirinaki vuole rendere schiava la gente, usarla, far sì che sia utile ed ottenga con sangue e sudore quella maledetta libertà.

- Tu lo conoscevi più di quanto lo abbia mai conosciuto io... sapevi quanto tenesse alla sua pace. Io non ho potuto salvarlo, non ho potuto fare niente. - gli confidò lei, con lo sguardo ancora perso sul pavimento.

- Forse, ma nemmeno io ho potuto far nulla per evitare che accadesse. Non ho nemmeno fatto in tempo a metabolizzare la sua morte, prima di perdere un'altra amica...

Non riuscì a continuare. Era come se un nodo alla gola gli impedisse di raccontare di come Seiri l'avesse salvato, dopo avergli rivelato le intenzioni del leader di Kirinaki e di come avesse ucciso il Rosso per mettere le mani sul potere che i suoi geni custodivano gelosamente. La sua voce si fece più bassa e fu costretto a godere di un paio di tiri di sigaretta, prima di ritrovare il coraggio per procedere con il suo discorso.

- Quello che possiamo fare è evitare che la loro morte divenga vana. Non mi fermerò finché l'ideale perverso di Kai non sarà stato estirpato. Il nostro mondo è vincolato al potere, alla conoscenza, all'ambizione. Sono catene che non possono essere spezzate, nemmeno dai desideri del Ninja Dorato.

Di fronte ad una determinazione così ardente, Ketsueki non poté che ascoltare, in silenzio. Alzato nuovamente lo sguardo, incontrò gli occhi diafani dello Hyuga e mosse qualche passo in sua direzione. In quelle parole, che trasudavano brama e convinzione, aveva ritrovato il sostegno di cui aveva avuto bisogno, durante gli ultimi mesi in cui aveva sudato e trascorso notti insonni pur di uccidere quei cani.

- Ci rimane soltanto questo, Fuyuki. Lottare per chi Kirinaki ci ha portato via e fare in modo che vivano in eterno nelle nostre memorie. Io non mi fermerò finché non avrò ucciso fino all'ultimo... di loro.

A quel punto, fu lo stesso shinobi ad azzerare del tutto le distanze. Ben presto la donna poté sentire il suo fiato caldo sul collo, mentre lui avvicinava le proprie labbra al suo orecchio, sussurrando poi parole impregnate d'odio.

- Il nostro dolore, la nostra passione, il nostro sacrificio, tutto questo ci porterà a vedere la Nebbia Piangente bruciare. Ci temeranno e allora la sofferenza che Reuma ha portato su Yason Mori sarà nulla, in confronto al calore di quelle fiamme.

Vi era determinazione, nei lemmi pronunciati dall'eremita. Non solo, quel discorso era ammantato di consapevolezza, di rabbia, di tutte le lacrime che aveva versato per la morte di chi, in fondo, aveva avuto un posto nel suo cuore. Sebbene non credesse più a quel sogno, l'integrità di Shinan non lo avrebbe mai abbandonato, così come la dedizione che Seiri aveva mostrato fino al suo ultimo respiro. Anche Ketsueki concordava con quel desiderio e non per niente annuì con decisione, ritrovando la caparbietà che aveva perduto durante quel breve scambio di battute.

- È per questo che ti volevo qui. - replicò, dando conferma della fiducia riposta in lui nel momento in cui aveva scelto di scrivere quella lettera.

- Qual è il tuo vero nome, Ketsueki? - la incalzò lui, mostrandosi sinceramente curioso.

- Un tempo ero Mera, Mera Dotoha, ma adesso non ha più importanza.

Fu allora che rise, dando sfogo a quel vortice di emozioni contrastanti che stava seminando caos nel suo animo. Era l'inizio di un'alleanza che li avrebbe condotti a cancellare il nome della Nebbia Piangente dal mondo. Come Reuma, avrebbero logorato il loro corpo, finché di esso non sarebbe rimasta nemmeno una briciola.

Ha importanza, invece. Sarà l'ultimo nome che ascolteranno quei maledetti, prima di morire ai nostri piedi.

Reggia di Na Mori.
4 giugno 248, ore 05:49.

Avevano discusso per tutta la notte, confrontando pareri ed opinioni su come procedere. Stando ai rapporti di Mera, le porte erano ben sorvegliate e l'intero altopiano a sud di Yason Mori era presidiato da squadre di pattuglia, con il preciso compito di stanare o catturare gli infetti. Le ore di luce erano indubbiamente migliori rispetto a quelle notturne, dato che era proprio in presenza del manto stellato che quelle bestie assetate di sangue si mostravano più attive. Tuttavia, mettendo in atto il piano sotto il riflesso del sole mattutino avrebbero perso ogni vantaggio tattico, non potendo infatti sfruttare la copertura offerta dal buio. In ogni caso, Namida aveva già ipotizzato un piano d'azione, anche se molto precario e basato unicamente sui dati raccolti dalla compagna.
Prima di entrare nei particolari, le spiegò in che modo funzionava la sua nuova tecnica, l'Hiraishin e su come avrebbe potuto utilizzare la tecnica del richiamo, dopo aver stretto con lei un patto di sangue, per evitare che rimanesse isolata. Mentre i primi raggi dell'alba iniziavano a rischiarare il regno, filtrando attraverso la finestra e proiettando meravigliosi giochi di luci ed ombre sul pavimento, il jonin si accomodò sulla scrivania. Dopo aver aperto la mappa, indicò un punto preciso con l'indice, volgendo poi lo sguardo in direzione della kunoichi.

- Le porte di Yason Mori. Il nostro primo obiettivo è stabilire una base lì; non dovremo preoccuparci di tenere fuori le guardie, conosco una tecnica che renderà quel posto praticamente inespugnabile. Per arrivarci, possiamo utilizzare diversi approcci. Aggirare le squadre di ronda o, semplicemente, prenderne una di mira. Mi basterà catturare un soldato, imporre su di lui un sigillo e costringerlo a raggiungere una delle abitazioni nei pressi delle porte... ovviamente dopo avergli consegnato uno dei miei kunai. A quel punto, userò la mia tecnica per materializzarmi lì e userò il richiamo per evocarti. Una volta lì, potremo studiare meglio la situazione alle porte e approfittare dei trasporti di merci ed armi... per entrare nella montagna, ci basterà utilizzare lo stesso procedimento.

Non si trattava di un piano particolarmente complicato, ma bastava che solo un dettaglio andasse storto per mandare a fumo la loro copertura, la missione e soprattutto la possibilità di indagare sull'operato di Kirinaki. Lo sguardo di Fuyuki, tuttavia, trasudava fiducia e sicurezza nei propri mezzi. L'impresa più ardua, sicuramente, sarebbe stata quella di imparare a convivere con la folla ed i costumi degli abitanti di Yason Mori, una volta dentro la città; sarebbe stato di fondamentale importanza per incontrare Inai, la giovanissima Regina dalle iridi blu come il mare in tempesta.

- Per avvicinare la prima squadra, potremmo usare l'Henge per assumere le sembianze di due infetti. So che si tratta di uno scontro diretto, ma stando ai tuoi rapporti nell'altopiano non dovremmo trovare personalità particolarmente coraggiose o uomini dotati di abilità superiori a noi shinobi. - concluse, accendendo la prima sigaretta del mattino e rimanendo con gli occhi fissi su quelli di lei, in attesa del suo responso.

Dialoghi e dettagli accordati con il master.
 
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Il dialogo con Mera era stato intenso. Fuyuki rivide nelle parole della donna i propri trascorsi con Shinan, ricordò del loro incontro a Kumo e della prima volta che Kirinaki fece la sua comparsa al cospetto del continente degli shinobi. Era una parte importante della sua vita che Seiri, nel tempio di Azura, aveva risvegliato prima di strappargli una promessa che sarebbe per sempre riecheggiata tra le barriere del suo nindo. Dall'altra parte invece, vi era una donna con ormai niente da perdere, con il solo desiderio di vendetta verso chi aveva consumato la sua vita. Shinan, Eiri, Deimos, tutte vittima dello stesso uomo, dello stesso marcio desiderio che come uno schiacciasassi avrebbe calpestato indiscriminatamente uomini, bambini, guerrieri, innocenti, finché qualcuno non lo avesse fermato. Nonostante fosse sicura della morte di Kai, la Nebbia Piangente era riuscita a sopravvivere raccogliendo i suoi frammenti e Reuma non era altro che la rabbia di quell'eco pronto alla sua rivalsa. Ketsueki e Fuyuki erano una coppia accomunata dalla stessa motivazione dunque, insieme avevano accettato di cambiare il destino di Na Mori, Inai e di Kirinaki sul loro percorso.
Stettero l'intera notte a parlare delle informazioni che aveva raccolto Ketsueki sull'altopiano a Sud della porta di Yason Mori. Molti particolari erano interessanti: la donna era riuscita a disegnare una piantina precisa della "periferia" all'esterno delle mura. I soldati di Yason Mori effettuavano regolarmente le loro ronde per stanare gli infetti, e gli ultimi civili rimasti si rintanavano dentro le loro case con la paura di finire vittima del morbo come la maggior parte del popolo. L'idea di Fuyuki era quella di sfruttare le sue potenti abilità ninja per spostarsi velocemente e arginare in maniera utile la sorveglianza. Quindi avrebbero conquistato una delle abitazioni desolate per determinare un piano per varcare le porte della grande città. Yason Mori era un fortino con una sola entrata ma da lì passavano a orari regolari dei carri di provviste sia in entrata che in uscita e su quelli si sarebbe concentrata l'opportunità dei due infiltrati. Ketsueki sembrò d'accordo con quanto detto dal compagno con una sola precisazione:


Ketsueki - Non so in che modo funzioni il sigillo di cui parlavi ma anch'io conosco alcune abilità di controllo. Con tutte le guardie su cui ho provato però non ha funzionato, in nessun modo, e non capisco come sia possibile.

A ogni modo, l'atto uno dell'infiltrazione prevedeva il conquistare una delle abitazioni abbandonate dell'altopiano esterno alle porte. La donna ci era già riuscita diverse volte ed era sicura che con l'ulteriore aiuto fornito dall'eremita dei mustelidi non avrebbero incontrato alcuna difficoltà. Doveva però essere chiara una cosa: era una missione di massima segretezza, un'infiltrazione di due fantasmi in un campo ostile che mai si sarebbe dovuto rendere conto del passaggio di due stranieri. Ketsueki lo ribadì chiaramente, riportando le parole che Amashi aveva detto a lei:

Ketsueki - Qualsiasi cosa succeda, non dovremo lasciare tracce. Na Mori non dovrà mai essere nominata e Yason Mori non si dovrà mai rendere conto di nulla finché la Regina non sarà in salvo. Se gli esponenti Yason scoprono quello che stiamo facendo potrebbero uccidere direttamente Inai o cominciare una guerra diffondendo il Reuma. Sarebbe una catastrofe non solo per questi regni, ma per il mondo intero.

Per quanto riguardava la situazione all'interno delle mura di Yason Mori nessuno ne sapeva nulla. I contatti si erano interrotti da almeno un mese ma Amashi supponeva potesse essere in vigore la legge marziale. I due infiltrati dovevano dunque aspettarsi un governo rigido, controlli stretti e coprifuoco.

Ketsueki - E' un popolo militare, abituato alla guerra molto più di Na Mori. Non sottovalutiamo chi troveremo oltre quelle mura, Fuyuki. E ricorda la regola fondamentale: non farti mai mordere.

||Libero di ruolare il tutto fino alla prima parte del piano.||
 
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view post Posted on 16/8/2017, 19:46     +1   -1
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- In cosa consistono precisamente queste abilità di controllo? - chiese di rimando lo Hyuga, incuriosito non poco da quella rivelazione.

- Tecniche di sigillo particolari, che mi permettono di entrare nella testa delle persone... come fossero dei genjutsu, ma non lo sono. - fu la risposta secca della donna, la quale tuttavia non sembrava disposta ad approfondire la questione.

Sebbene la sua sete di conoscenza non fosse stata affatto placata dalla kunoichi - anzi, l'alone di mistero che avvolgeva le sue capacità non faceva altro che alimentarla - il jonin si rassegnò a lasciar perdere, convinto che non fosse il caso di forzare la compagna e conscio che, anche qualora lo avesse fatto, avrebbe ottenuto scarsi risultati. Mera era una ninja caparbia e discreta, gli bastava sapere questo per avere la certezza di poter contare su di lei. Ascoltando ciò che lei aveva ancora da dire, il giovane si limitò ad annuire con convinzione. Sapeva bene che, in una missione di infiltrazione delicata come quella, anche un minimo errore avrebbe potuto comportare danni ben più gravi di una guerra fra le due nazioni. Il suo sguardo si fece serio e preoccupato, dopo l'ultimo appunto. Oltre alle guardie preparate di Yason Mori avrebbero dovuto guardarsi le spalle, costantemente e senza sosta, dagli infetti. Un solo tentennamento, anche se si fosse trattato di un istante di esitazione, poteva rivelarsi fatale.
Non farti mordere. No, non servivano simili avvertimenti. Il cuore dell'eremita batteva rapido e potente, quasi come se stesse per esplodere; qualora lo scontro con quelle creature fosse stato inevitabile, sapeva già quale fosse il suo dovere... o meglio, cosa voleva fare. Nel giro di pochi secondi, era arrivato alla stessa conclusione raggiunta dai militari della montagna ad est. Non avrebbe esitato e questo Mera poteva comprenderlo dai suoi occhi diafani, ammantati di una consapevolezza persino più contagiosa di Reuma. E dentro di sé, per alleviare il peso della sua coscienza, continuò a ripetersi che anche loro avrebbero acconsentito.

Perché attendere l'inevitabile, dopotutto?

Altopiano a sud di Yason Mori.
5 giugno 248, ore 06:11.

Affondando passi leggeri sulla neve, i due ninja avevano raggiunto in fretta il punto massimo in cui Mera era riuscita a spingersi fino a quel momento. Sfruttando il byakugan, Fuyuki aveva guidato il team con sapienza, scorgendo preventivamente gli infetti ed evitando così di entrare in contatto con loro. La cosa, tuttavia, l'aveva lasciato con l'amaro in bocca. Durante il giorno precedente aveva concordato con la compagna i dettagli del piano; oltre a stringere il contratto di sangue con lei, aveva ben pensato di farsi mostrare come riproporre una trasformazione credibile di quei mostri. La verità, però, era che vederli davvero era una cosa completamente diversa. Mentre camminava con cautela, scandagliando l'area per accertarsi di essere al sicuro, i suoi occhi avevano visto com'erano fatti... persone comuni, madri, bambini, mariti, i quali avevano soltanto avuto la sfortuna di essere contagiati dalla crudeltà di Reuma. Quel morbo aveva portato via tutto: i loro desideri, i loro sogni, le loro vite;
di ciò che erano non rimaneva altro che l'aspetto, deformato dall'infezione e dal sangue delle loro vittime. Il resto era stato trascinato lontano senza pietà, lasciando solo un enorme senso di amarezza nel cuore di chi li osservava. Pensavano? In quel momento, le loro anime erano consapevoli di essere rinchiuse in un involucro freddo e mosso solo da istinti primordiali?

Per difendere la sua sanità mentale, s'impose di credere che non fosse così. Sperava inconsciamente, con enorme fervore, che si trovassero in un posto migliore rispetto a quella triste valle di lacrime, dove il sangue e i cadaveri in decomposizione venivano in fretta sommersi da un manto di soffice neve.

Procedendo con il piano, il jonin diede vita a due bunshin, i quali a loro volta assunsero velocemente le sembianze degli infetti. Claudicando in maniera scomposta ed imitando al meglio i comportamenti di quei mostri, avrebbero avuto il preciso scopo di attirare in trappola una delle squadre di ronda. Nel frattempo, i due ninja avrebbero atteso il momento propizio, rimanendo fino a quel momento a debita distanza. Per fortuna, grazie al byakugan, Namida avrebbe potuto monitorare con facilità la situazione, scegliendo il tempismo appropriato per sfruttare l'effetto sorpresa. Come dei cacciatori, avrebbero dovuto seguire con lo sguardo le loro prede, facendo della pazienza la loro virtù cardine.
L'unico problema, ahimè, era legato all'incertezza sul funzionamento del suo sigillo di manipolazione. Non c'era altra scelta purtroppo, dovevano tentare... nel peggiore dei casi, avrebbero pensato ad un'altra alternativa, dopo averli uccisi ed aver cancellato in fretta le tracce del loro passaggio.

 
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view post Posted on 17/8/2017, 09:47     +1   -1
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I due stranieri giunsero nell'altopiano all'esterno di Yason Mori. Il silenzio nel luogo era glaciale e tra i monti riecheggiavano soltanto i lamenti degli infetti che non avevano ancora del tutto perso la ragione. Erano tenuti in quarantena in un casolare sul ripido sentiero verso le porte della città, ben difeso e sorvegliato. Ketsueki parlò di quel dettaglio mentre prendevano posizione in un punto sicuro lontano da occhi indiscreti, scovato attraverso l'ausilio del Byakugan.

Ketsueki - Quella è la quarantena, penso ci tengano gli infetti al primo stadio per poterli studiare. Non ci sono molti medici all'esterno delle mura ma l'ultima volta che sono stata qui ne hanno mandati un paio.

Indicò la struttura di legno in alto ricoperta dalla neve. Era sostanzialmente circondata da guardie, tutte super equipaggiate con lunghe e pesanti armi dai foderi dello stesso colore della loro armatura: dorati. Era probabilmente oro, tanto scintillante e ben lavorato da far impallidire la grandezza di Na Mori. Era un paese in rovina, corrotto da quel morbo diabolico e devastante, e nonostante tutto manteneva ancora una scintilla della sua brillantezza. Le case in rovina disseminate nell'altopiano erano modeste, in legno la maggior parte, ma più si saliva con lo sguardo lungo il sentiero che portava alle grandi porte, più la ricchezza si innalzava insieme all'importanza delle costruzioni, così come probabilmente il livello di sorveglianza.

Ketsueki - Potremmo entrare e provare ad esaminare uno degli infetti. Mi basterebbe studiare il loro sangue e potrei capirci di più.

Fuyuki se ne poteva rendere conto, quella spedizione a Yason Mori aveva tanti, troppi, obiettivi e decidere quale dovessero essere le priorità avrebbe senz'altro fatto la differenza in un senso o nell'altro. Inai era tenuta prigioniera all'interno di una montagna corrotta dal Reuma e se Amashi avesse avuto ragione e fosse in effetti ancora viva, non potevano perdere tempo. Anche solo valutare la situazione oltre le porte avrebbe dato loro un'idea su quanto remota fosse la possibilità di portarla in salvo viva, ma contemporaneamente rimanere a indagare sulla natura della malattia li avrebbe forse condotti direttamente a chi l'avesse creata, quindi Kirinaki. Nel frattempo i Bunshin di Fuyuki scattarono impazziti e famelici nei pressi di due guardie di ronda per distrarle. I due stranieri avrebbero dovuto sfruttare l'apertura permessa dalle copie ma le guardie di Yason Mori erano soldati, guerrieri addestrati ed esperti, e combattere gli infetti era ormai diventato il loro lavoro primario.

Guardia - Ancora infetti, i Quattro Guerrieri non hanno ancora finito? Non ne posso più di questo posto

Estrasse dal fodero dorato una lunga e affilata spada dalla lama come vetro e balzò verso la prima copia situata vicino ai due infiltrati mandando a vuoto il primo fendente. Si ricompose sghignazzando, come se non si aspettasse una simile prontezza di riflessa da parte di un infetto a quel livello. In quel frangente però, nel lasso di tempo che intercorre tra un respiro e l'altro, un sibilo nel vento preannunciò l'arrivo di una freccia che si andò a conficcare dritta nella testa del secondo infetto, in posizione leggermente più laterale rispetto alla zona sicura in cui erano nascosti Fuyuki e Mera. La guardia con la spada si voltò sorpreso e non vide nessuno, lì nelle vicinanze almeno. Doveva essere stato un tiro dalle mura in alto, vicino alle porte. Prima che potesse esternare il proprio disappunto per quello che era successo però, la copia esplose in una nuvola di fumo, mandando letteralmente all'aria il piano originale di Fuyuki.

Guardia - Cosa diav?! Era un clone!

Anche l'altra guardia trasalì e impugnò fermamente la sua lancia in direzione dell'infetto rimasto, con un occhio verso qualsiasi cosa si muovesse tra la neve.
L'intera area era tenuta sotto tiro da arcieri formidabili sistemati oltre il sentiero che saliva la montagna, in una posizione da cui era possibile ammirare l'intero manto bianco che era l'alto piano visto da una posizione ancora più alta.
 
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view post Posted on 17/8/2017, 12:21     +1   -1
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In silenzio ascoltò le parole della donna, mentre il suo sguardo attento si posava sull'abitazione da lei indicata. Seppur sommerso dalla neve, l'edificio che ospitava gli infetti in quarantena brillava, lasciando che i suoi riflessi dorati venissero baciati dal sole mattutino. Là si nascondeva un tesoro dal valore inestimabile, un reperto prezioso sul quale Mera desiderava ardentemente mettere le mani; il sangue di quei mostri poteva essere la chiave, l'unica speranza di salvezza per la nazione, nonché l'occasione per avvicinarsi al sapere raggiunto dalla Nebbia Piangente. Ottenerlo, tuttavia, sarebbe stato tutt'altro che semplice. Come una fortezza, il posto era presidiato da guardie armate fino ai denti, avvolti in armature splendide ma al tempo stesso efficaci. Istintivamente, Fuyuki annuì, mentre finalmente poteva contemplare la differenza che intercorreva tra Na Mori e Yason Mori. A differenza dei primi, uomini di cultura e dall'alto ingegno, gli abitanti della seconda città avevano rinunciato al benessere per dedicare tempo e risorse ad un obiettivo più fruttuoso: la preparazione militare.

- Se le cose stanno così, faremo in modo di ottenere il campione che desideri.

Deciso ad impadronirsi di quel prezioso sangue, era persino disposto a ritardare di un giorno sulla tabella di marcia che s'era imposto di seguire per entrare nella città. Sebbene fosse consapevole che l'obiettivo principale della missione fosse quello di portare via la Regina da quelle terre logorate da Reuma, non era immune al fascino della conoscenza, anzi. Voleva saperne di più, avvicinarsi il più possibile alle briciole di pane che Kirinaki aveva lasciato durante il cammino che l'aveva condotta a quel disastroso risultato. Non poteva permettere che una simile occasione, forse irripetibile, scivolasse inesorabilmente dalle sue dita, divenendo irrecuperabile... no, insieme a Mera avrebbe usato ogni mezzo a sua disposizione pur di eludere la sorveglianza e mettere le mani su quel bottino singolare, ma al tempo stesso essenziale per scoprire qualcosa in più su quel morbo.
Qualche minuto più tardi, però, avrebbe avuto un assaggio delle conoscenze belliche dell'esercito di Yason Mori. Non appena il bunshin esplose, tutte le sue informazioni investirono lo Hyuga con la stessa potenza di un fiume in piena. Inizialmente giunse lo stupore per il dardo che si era infilato, con una precisione quasi chirurgica, sul collo, poco sotto al mento; seguì poi la voce infastidita di una delle guardie, la quale aveva accennato ad un nome insolito. I Quattro Guerrieri. Chi fossero il jonin non poteva assolutamente saperlo, ma sembrava che di recente avessero ripulito la zona dalla maggior parte degli infetti... e a quel punto, fu lecito supporre che la zona di quarantena fosse piena proprio grazie all'impegno di quei soldati, il cui nome sembrava come ammantato di leggenda.

"Le cose si mettono male, maledizione."
Immediatamente si chiese se l'arciere che aveva scoccato la freccia si fosse accorto dell'esplosione del clone; rapido il suo byakugan si spinse sino alla cima dell'altopiano, scorgendo una serie di militari. Non poté comprendere chi avesse vibrato il colpo, ma nessuno di loro sembrava essere particolarmente agitato. Rimanevano attenti e vigili come prima, forse in attesa che la situazione si evolvesse... o di conferme, magari. In ogni caso, era necessario agire in fretta per evitare il peggio e questo, ahimè, Fuyuki lo sapeva bene. Chiuse gli occhi, per un attimo, lasciando che l'aria fredda gli inebriasse i polmoni.

Jin e Chi. Oh, ricordava ancora quei concetti, impressi nella sua mente dal momento in cui, diversi anni addietro, aveva iniziato ad agire sotto il nome di Raion, prima ancora di Kyōfu. Il primo, indicava la conoscenza delle debolezze del nemico di pattuglia. In quel momento, aveva capito una cosa: lo stratagemma degli infetti poteva ancora rivelarsi efficace; quelle due guardie erano preparate, possedevano un bagaglio di esperienza nei confronti di quei mostri che doveva necessariamente conferire loro sicurezza, oltre che abilità. D'altro canto, il Chi rappresentava i punti deboli della struttura all'interno della quale era necessario infiltrarsi... e su questo, purtroppo, sia lui che Mera erano decisamente ignoranti. Doveva mettere le mani su quei due stolti il prima possibile ed approfittare del loro tempo per estorcere quante più informazioni possibili, non solo sulla zona di quarantena, ma anche sui movimenti in ingresso ed in uscita da Yason Mori. Senza questi elementi, probabilmente, la speranza di avere successo sarebbe rimasta tale.

Ancora sorpreso per l'accaduto, con il cuore che scalpitava frenetico nel suo petto, Fuyuki pose l'indice davanti alla bocca, invitando la compagna al silenzio. La mano destra scivolò poi lungo il fianco, accarezzando infine l'impugnatura di uno dei suoi kunai. C'erano delle case abbandonate, lì vicino... ed era sua intenzione sfruttarle a suo vantaggio. Mentre lui sarebbe rimasto nascosto, il clone superstite avrebbe rapidamente cambiato rotta, nascondendosi dal raggio d'azione degli arcieri proprio dietro quelle abitazioni. A quel punto, il giovane avrebbe atteso che le due guardie cadessero nell'imboscata, prima di entrare in azione. Dopo aver lanciato la lama verso di loro, avrebbe attivato l'Hiraishin per materializzarsi ai loro piedi. Soltanto allora avrebbe potuto far valere la propria preparazione fisica, con il chiaro scopo di mettere fuori combattimento entrambi e portarli dentro uno dei due edifici per sottoporli ad un accurato interrogatorio.

Jin e Chi. Elementi opposti quanto indissolubilmente legati, come il giorno e la notte, Na Mori e Yason Mori... e come la sicurezza nei propri mezzi dello Hyuga, insieme all'ansia opprimente di compiere un passo falso che potesse compromettere la loro copertura.

 
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view post Posted on 20/8/2017, 14:39     +1   -1
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La situazione precipitò nel giro di pochi secondi. Quella freccia che aveva sfidato l'altezza, il vento e la rada neve che era cominciata a cadere sull'altopiano, aveva mandato a monte i piani dell'eremita che si ritrovava adesso con le spalle al muro: le due guardie avevano scoperto la probabile presenza di un intruso e quella che aveva già sguainato la spada fermò con un cenno l'altra alla sua sinistra che stava già per scaraventarsi addosso al secondo "infetto". La prima scosse il capo, sicura che l'avversario rimasto fosse una copia esattamente come quella già implosa. Fece roteare un paio di volte la spada nella mano destra e cominciò a muoversi davanti al famelico nemico, intanto spostatosi al sicuro dallo sguardo degli arcieri che in alto osservavano lo scorrere del vento al di sotto della rupe, lì dove nell'altopiano si stava consumando lo scontro. Mera valutò la situazione: il piano di Fuyuki era abbastanza chiaro, spostare la copia rimasta nella zona sicura così da attirare le guardie e poterle finire con la sicurezza di non essere scoperto dall'alto. Il problema principale era però che quelle guardie avevano già capito della presenza di almeno un intruso e non avrebbero mai fatto due volte lo stesso errore. La copia trasformata si era spostata in maniera troppo dubbia e il soldato armato aveva notato il passo laterale per tenersi al sicuro degli alti occhi di Yason Mori. La madre degli Akami estrasse a quel punto un coltello dalla cintola e si lacerò a denti stretti il palmo della mano. Dal sangue che fuoriuscì copioso venne sprigionata una grande quantità di energia che smosse la neve e anche la curiosità delle due guardie. Quella con la spada intuì in quel modo la posizione dell'infiltrato e diede ordine al compagno di agire contemporaneamente, scattando verso la copia e quindi oltre il nascondiglio per sorprendere e catturare gli intrusi. Il chakra sprigionato da Mera ricoprì dunque il suo sangue e da questo si formarono due frecce cremisi che si andarono a conficcare sugli unici due spiragli concessi dalla spessa armatura dei soldati: gli occhi. La guardia cadde all'indietro tra le urla, ma prima che potesse dire qualsiasi altra cosa, Mera balzò fuori dall'ombra ricadendo sullo stomaco del nemico, con la mano poggiata sul suo petto. Il suo cuore si fermò e gli occhi divennero bianchi, morti, ormai privi dell'essenza vitale che gli era appena stata strappata dalla crudeltà della donna. La guardia sopravvissuta, impietrita inizialmente per quella scena, venne in avanti cercando di attaccare la donna ma oltrepassò quel confine che Fuyuki attendeva con ansia. Il ragazzo lanciò il suo kunai per seguirlo così nello spostamento fulmineo e massacrò corpo a corpo il soldato in armatura dorata. Uno era morto, ma quello colpito dallo Hyuga sembrava poter aver mantenuto abbastanza lucidità da rispondere alle domande dei due infiltrati.

Ketsueki - Muoviamoci, via da qui

Si spostarono verso una delle case abbandonate dell'altopiano al sicuro dallo sguardo dagli arcieri, ma dalla cima del sentiero, lungo lo strapiombo che dava sulle porte di Yason Mori, un gruppo di soldati aveva notato qualcosa confondersi con la caligine nel momento in cui l'infetto era stato colpito dalla freccia. Da quella posizione non si riuscì a vedere chiaramente quello che era successo, e proprio per questo due del gruppo schierato si staccarono per andare a sincerarsi della condizione delle due guardie sull'altopiano. Fuyuki poté vederli con il Byakugan, due degli arcieri stavano riscendendo il sentiero per andare a verificare che tutto fosse al suo posto. Mera aveva pensato bene di portare dentro anche il cadavere della guardia uccisa, ma non poteva giurare di non aver lasciato macchie di sangue sulla neve o segni evidenti del suo passaggio, o di quello di Fuyuki.
Intanto il prigioniero stava per ridestarsi: le sue eventuali grida a quel punto, avrebbero allertato chi si stava avvicinando.
 
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