Between the Clouds, PG-Sensei Kinji Uchiha - Add. Base su EXP senza pesi per 'nD

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 3/8/2017, 19:50     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
4,366

Status:


Continua da qui [X]

Subito dopo aver firmato l'enorme rotolo, Eiji era stato congedato dall'eremita in modo da riuscire ad ambientarsi in quella che poteva definire la sua nuova dimora. Alzando lo sguardo Eiji avrebbe potuto osservare meglio il millenario albero dalle fronde fatte di nuvole e tutte le varie specie di rapaci che ne avevano fatto alcune fessure o rami la loro dimora.
Alcuni lo guardavano in silenzio cercando di studiarlo cautamente nelle sue movenze, mentre molti altri non sembravano nemmeno curarsi della sua presenza, volando liberi nei pressi dei rami più alti. Kinji invece aveva preferito prendersi un attimo per riorganizzare le idee e assicurarsi che Washi e Yugure avessero riposto il sutra al sicuro; non che ci fosse il rischio che qualcuno riuscisse ad avvicinarvisi senza essere notato o che venisse rubato, però essendo il cimelio simbolo dell'alleanza tra umani e rapaci, andava trattato con il dovuto rispetto.
Dopo un po' di tempo ad esplorare l'eremo, Eiji avrebbe ritrovato l'eremita seduto con le gambe incrociate su una delle radici giganti dell'albero, con Washi appollaiato sulla spalla; stava giocando a Shoji con Yugure (stavolta nella sua forma umana per chissà quale ragione) e ad assistere alla partita vi era un enorme barbagianni dal piumaggio bianco sul ventre e rosso come il sangue sulle altre parti del corpo.
Non appena il Vermiglio notò la presenza del jashinista, fece un cenno con la mano per farlo avvicinare.


- Allora Eiji-kun, hai preso familiarità con l'eremo e i suoi abitanti? Lassù c'è un baccano non indifferente e non riesco a concentrarmi bene... ma ciò non mi impedisce di essere una mossa avanti.

- Fai silenzio! Non sono in difficoltà, sto solo prendendo il tempo che mi serve, chiaro!?

Affermò la ragazza arrossendo leggermente e dimostrando di non essere esattamente un tipo a cui piaceva essere punzecchiata sia nei giochi che nei rapporti interpersonali. Intanto gli occhi scuri come la notte dell'enorme barbagianni si fissarono dalle pedine alla figura di Eiji.

- Così questo è l'ultimo arrivato? Non mi sembra molto simile a te o gli altri umani, pulcino... sembra spaesato.

- Dagli tempo, Hitomi-san. Sicuramente è solo stanco per via del lungo viaggio, e poi non si vede tutti i giorni un posto così.

- Peccato che oggi non sei venuto qui per allenarti con Nushisora-sama, preferisco vedere un po' d'azione piuttosto che questi pezzi di legno colorati.

Affermò il piccolo nibbio con tono alquanto deluso per via della partita a Shoji ritenuta poco "d'azione" rispetto al sano allenamento fisico. Kinji dal canto suo aveva ormai appreso lo stile insegnatogli dal sommo Nushisora e lo aveva fatto talmente suo da sfruttarlo quasi sempre in battaglia, ma quel giorno non aveva programmato di far visita all'eremo e non gli sembrava corretto disturbare il rapace dal piumaggio dorato solo per ammazzare il tempo.

- La mente è tanto importante quanto il corpo, Washi-kun. Dedicare poco tempo a una cosa o l'altra, altera l'equilibrio che serve ad un guerriero per eccellere... e poi sono pur sempre un Uchiha: la mente è la mia specialità, vero Yugure-chan?

Canzonò la ragazza che, a giudicare dal colorito del viso, sembrò averne abbastanza.

- Sei tremendo Kinji-kun! Se non sono un avversario abbastanza forte allora trova qualcun altro che giochi con te... tipo lui!

Indicò Eiji cercando di svicolare dalla sfida ormai persa da chissà quanto tempo e portata avanti forzatamente dal ragazzo per perdere alcuni minuti prima di tornare a casa a Konoha.

- Credo che Eiji-kun si associ alla corrente di pensiero di Washi-kun. Però non mi dispiacerebbe fare un po' di movimento tanto per sgranchirmi le ossa. Ci stai, mio caro "bro"?

Lo sguardo del Vermiglio cercò quello smeraldino dell'interlocutore cercando approvazione per un addestramento non troppo impegnativo, imitando grossolanamente il modo di porsi dello straniero. Non sapeva cosa significasse davvero "bro", ma avendo sentito spesso l'accolito di Jashin riferirsi a lui o altri con quel termine, pensava fosse come una sorta di vezzeggiativo.
Washi intanto lanciò un'occhiata al nuovo firmatario ansioso di vedere la sua reazione e sopratutto cosa sarebbe stato capace di fare qualora avesse accettato.
 
Top
view post Posted on 5/8/2017, 18:10     +1   -1
Avatar


Group:
Kumo
Posts:
2,722

Status:



L'eremo, per quanto particolare, appariva molto ampio. Vi erano mille e più rami, tutti atti a nascondere chissà quali meraviglie sospese nel cielo. Una volta lasciato solo, Eiji si diede all'esplorazione, logicamente. Per ambientarsi bisognava conoscere il territorio e le usanze, mentre le seconde le avrebbe apprese con il tempo, la prima cosa poteva essere già analizzata. Quindi iniziò a girovagare, scalando il tronco e osservando, ramo per ramo, tutti i pennuti che riusciva a scorgete. Non tutti lo guardavano, alcuni lo ignoravano bellamente, troppo presi dalle correnti. Man mano che si saliva, il rumore del vento diventava sempre più forte ed il numero dei pennuti in volo aumentava. Chissà quanti di loro erano guerrieri, chissà che ruolo avevano all'interno di quella strana casa. Magari non era un posto troppo diverso dal Santuario, dove solo pochi erano autorizzati ad impugnare le armi. Eppure vi erano rapaci di qualsiasi genere, anche di grani dimensioni, perfetti per il combattimento. Altri invece più piccoli, veloci e snelli, probabilmente più propensi a fare da messaggeri o, comunque, tenere sotto controllo la situazione da una posizione elevata. In realtà erano tutte congetture. Non conoscendo l'indole dell'animale singolo, non poteva sapere quale di loro sarebbe stato propenso a scendere sul campo di battaglia. Proprio come le persone, gli esseri che dimoravano in quel luogo, potevano essere mossi dai sentimenti più disparati. Il più grosso sarebbe potuto essere anche il più codardo, mentre il più piccolo quello meglio addestrato. Ogni volta che gli capitava d'incrociare lo sguardo con qualche uccello, subito salutava con fare amichevole. Sorridendo con tutti i denti che aveva, agitando la mano destra. Non tutti ricambiavano, molto si voltavano o si libravano in volo. Altri ricambiavano con un cenno del capo o dell'ala. Non riuscì a parlare quasi con nessuno. Spiriti liberi e fugaci, i rapaci dovevano ancora abituarsi alla sua presenza, nonostante fosse stato accettato come membro della famiglia. Difficile dire quanto tempo ci sarebbe voluto, ma la cosa non spaventava il giovane. L'eternità sarebbe bastata a farsi accettare. Se tutto fosse andato come doveva, se non fosse morto in qualche strano modo durante una delle sue strambe avventure, Eiji sarebbe stato un compagno longevo. Il più longevo. Avrebbe potuto osservare i cambiamenti all'interno della famiglia. Vedere generazioni di firmatari farsi avanti, per poi disperdersi nella polvere. Non sapeva cosa lo aspettasse, ma il tutto lo eccitava disperatamente.

Vide una figura conosciuta, o meglio un paio. Quindi decise di scendere verso le radici del grande albero. Lì vi trovò l'eremita, intento a giocare a Shoji con quella che lui aveva creduto essere un'archeologa. Da una rapida occhiata, parve che la stesse fosse in procinto di perdere, ma Eiji non era mai stato bravo in queste cose. Era più u tipo pratico che mentale, non pensava mai troppo prima di agire. Una grave mancanza questa, lo sapeva, ma la sua indole non sarebbe mutata ancora per chissà quanto temo. Anche solo una piccola folata di vento sarebbe bastata a correggerlo, ma nessuno sarebbe stato in grado di controllare tali correnti.
- Yo! Diciamo che sono tutti un po' schivi... No problem anyways, hanno solo bisogno di tempo e così anche io. Eheh... - Ridacchiò nel sentire lo scambio di battute fra l'eremita e la sua avversaria. Non poteva trattenersi, comunque, doveva spararne una delle sue. - Eh. Grazie mille, facile vincere quando puoi leggere la mente! Ti piace vincere facile, ponzi ponzi popopò. - Sì, quel motivetto che, prima o poi, lo stesso Eiji avrebbe lanciato in occidente, trasformandolo in un tormentone mondiale. Questa, però è un'altra storia. Si prese qualche secondo per osservare meglio le fattezze dell'ormai conosciuto Washi. Nonostante la taglia piccola, il fisico era prestante. I colori trasmettevano una sensazione di velata ombra, come se fosse nato dalla notte. Un pennuto particolare, sia nell'aspetto che nei modi a quanto gli aveva riferito Kinji. Vi era, però, una quarta presenza, questa volta non conosciuta. Era grande, molto. Particolarmente inquietante. Nonostante i suoi modi fossero cordiali, almeno vero l'eremita, pareva alquanto minacciosa. Una presenza potente insomma, oltremodo maestosa. Neanche a dirlo, il fatto che vi fosse un certo velo di mistero attorno alla stessa, non faceva altro che accrescere la curiosità del ragazzo. Hitomi. Così si chiamava. Chissà se era una guerriera, oppure se abitava semplicemente in quel secolare albero. - Yo! - Disse rivolgendosi a lei, prendendosi una confidenza che, come al solito, non gli apparteneva. - Sono Eiji, piacere! - E tese il pugno, come aveva fatto con Washi. Con tutta probabilità sarebbe stato respinto anche questa volta, ma non avrebbe mai spesso di provare. - Spaesato?! In che senso? Beh, sono appena arrivato! Eheh... Comunque lo credo che sembro diverso dagli altri uomini, alcuni non mi definirebbero più tale. Eheh... But who cares, right?! - Che il saluto fosse stato ricambiato o meno, nel sentir parlare del sommo Nushisora, il cervello del nostro ragazzo si concentrò su quello. - Chi sarebbe questo Nushisora?! - Domandò al gruppo nella sua totalità, ma rivolgendo lo sguardo verso l'eremita, con il quale aveva più confidenza.

Ascoltò le parole dell'Uchiha e comprese che aveva ragione. La mente era importante. Lui la nutriva con libri e storie, spunti per le sue avventure, ma non molto più di quello. Forse avrebbe dovuto prendersi più tempo per coltivare la stessa. Migliorarla, per poi migliorare anche il corpo. Chissà, magari un maestro nelle arti mentali, lo avrebbe potuto aiutare in questo arduo compito. Quando si sentì chiamato in causa, non poté fare a meno di allargare le braccia, accennando un mezzo sorriso.
- Oh man! Non sono molto bravo in queste cose a dire il vero, sono più un tipo pratico. Eheh... - Ovviamente, se avessero insistito, lui non si sarebbe tirati indietro, proprio come davanti ad una qualsiasi altra sfida. Ma, fortunatamente, i piani dell'eremita erano altri. Quelle parole. Quell'invito. Rimase attonito per qualche secondo. Effettivamente ci aveva pensato, ci aveva sperato, ma si aspettava di dover essere lui a fare la prima mossa. Invece eccolo, il ninja di Konoha ormai affermato che chiede alla giovane leva di Kumo di allenarsi assieme a lui. Il verde degli occhi di Eiji iniziò a luccicare, animato da una piccola fiammella che, tra non molto, sarebbe divampata in un incendio. - HOOOOOOLY SHIT MAN! SURE BRO! I mean... Certo! E che cavolo, quando mi ricapita di allenarmi con uno come te! Non vedevo l'ora di capire di che pasta fosse fatto! Eheh... - Chissà se la reazione del giovane sarebbe piaciuta a Washi. Stava di fatto che, preso dall'evidente euforia, nemmeno di era attorno dello sguardo del pennuto. Vi erano alcune cose, però, da precisare prima di cominciare. - Devo avvertirti però! Io non mi arrendo mani! Qualsiasi sia la prova che hai in mente, se vuoi mettere delle regole fallo adesso, oppure preparati ad essere bloccato qui per l'eternità! Eheh... - Era sarcastico, ma solo fino ad un certo punto. Proprio come con Shintou, era consapevole che il divario di potere fosse più che immenso, ma non si sarebbe dato per vinto per una piccolezza del genere. Adesso, che davanti aveva una persona di tale calibro, non solo voleva gustarne le doti, ma voleva vedere qualcosa in particolare. Voleva assistere, alla manifestazione del tanto decantato Sharingan.
 
Top
view post Posted on 5/8/2017, 20:46     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
4,366

Status:


La scenetta con il motivetto sembrò abbastanza divertente da riuscire a far sorridere l'Uchiha, ma non si potè dire lo stesso degli altri tre interlocutori, che lo fissarono come per chiedergli "ma ci sei o ci fai?".
Hitomi in particolar modo sembrò piuttosto diffidente nell'osservare il particolare modo di salutare del giovane di Kumo e, per tutta risposta, girò il capo altrove. Per sua fortuna Eiji non sembrava il tipo che se la sarebbe presa, e pareva aver compreso che tutti i rapaci fossero fondamentalmente diffidenti nei confronti degli umani.
Fu l'eremita a esortare il maestoso volatile a rispondere, e quindi Hitomi sbuffò per poi lasciarsi sfuggire un semplice saluto.


- Piacere...

Accennando poi a Nushisora e l'allenamento che l'eremita aveva svolto con lui, il jashinista sembrò particolarmente interessato; voleva fare conoscenza con ogni singola evocazione nell'eremo e, se magari sulle prime molti dei rapaci lo avrebbero trovato fastidioso e rumoroso, con il tempo lo avrebbero sicuramente apprezzato e visto il buono che c'era in lui così come aveva fatto Kinji.
Fu proprio quest'ultimo a informare l'interlocutore sul Proiettile Dorato.


- Nushisora-sama è uno dei membri della famiglia dei rapaci più forte e senza dubbio il più veloce. Rispetto a molti altri è minuto, ma non ha rivali sia per rapidità che bellezza dato il suo piumaggio dorato. Ho avuto il piacere di allenarmi con lui alcune volte, sai? Un maestro decisamente intransigente, ma comunque sia ne sono uscito vivo e vegeto.

In realtà ne era uscito con svariate ferite e per alcune ci era voluto del tempo anche per guarire, ma questo dettaglio aveva preferito ometterlo.
Effettivamente Eiji confermò le teorie del più grande confessando che fosse un tipo più pratico e proprio per questo sembrò entusiasta di essere stato invitato dall'Uchiha a prendere parte all'allenamento. Kinji apprezzava lo spirito del Genin, sempre pronto a mettersi in discussione e capace di vedere tutto con gli stessi occhi curiosi di un bambino.
Anche in questo caso, l'accolito di Jashin dimostrò una certa determinazione e addirittura si permise di avvisarlo che non si sarebbe arreso per nessuna ragione al mondo, facendo del sarcasmo sulla possibilità di rimanere bloccato li.
Washi sorrise divertito e Kinji si alzò di scatto pronto per la sfida.


- Tutto a suo tempo: questo non è il luogo adatto. Hitomi-san, saresti così gentile da poterci portare nel campo d'allenamento?

- Intendi il piano inferiore? Allora voglio venire con voi, sarà divertente!

Si intromise il nibbio dal piumaggio pervinca visibilmente su di giri per l'evento. Hitomi sembrò invece dapprima annoiata dalla richiesta, ma un istante dopo non potè dire di no all'eremita.

- E va bene, pulcino. Salitemi in groppa.

[***]



Dopo qualche minuto di cavalcata tra le nubi, il gruppo era nuovamente sulle cime del monte Shirukume, stavolta però in una zona dove la vegetazione era piuttosto particolare: si trattava di un campo acquoso dal quale crescevano canne di bambù alte parecchi metri. Una volta scesi nuovamente con i piedi per terra, Yugure, Hitomi e Washi si misero comodi per guardare lo spettacolo che sarebbe incominciato di li a poco.
Con un cenno l'eremita invitò Eiji a saltare su una di quelle canne e, una volta provato a stare in equilibrio, avrebbe potuto constatare che trovare il giusto bilanciamento su una superficie così piccola e instabile non era così semplice: il peso eccessivo poteva portare le canne a piegarsi, mentre una presa non troppo salda sulla pianta del piede poteva invece tramutarsi in una rovinosa caduta in acqua. Fu quindi il turno dell'Uchiha compiere il balzo; con compostezza e naturalezza sembrò rimanere perfettamente in piedi persino su quei piccoli e scomodi appoggi, saltando da una canna all'altra per poi posizionarsi di fronte ad Eiji.


- Come stavo dicendo prima, bisogna riuscire ad ottenere il giusto equilibrio durante il combattimento e questo campo ne è un esempio perfetto: se non presterai attenzione a come bilanciare il peso, cadrai e perderai il controllo, mentre se ti concentrerai troppo sul riuscire a rimanere fermo, sarai un facile bersaglio.
Oh e non ti preoccupare per la storia della lettura della mente... riesco soltanto a leggere i ricordi, non a prevederli...


...A quello ci pensa lo Sharingan, ma non voglio sfruttarlo fin da subito: vediamo cosa sa fare.

Fece una piccola pausa per poi riprendere il discorso sorridente e tranquillo come suo solito, intento a indicare con l'indice destro verso il cielo.

- La sfida è piuttosto semplice: dovrai riuscire a colpirmi, o anche solo sfiorarmi. Credi di esserne capace? Ah, dimenticavo...

Un battito di palpebre di Eiji e... non c'era più. Il Vermiglio era scomparso dal campo visivo dell'accolito di Jashin, ma un istante dopo quest'ultimo riuscì a percepirne la presenza alle sue spalle, così come riusciva a sentire delle lievi ma insistenti scosse elettriche provenire dal corpo dell'Uchiha.

- ...Questo non significa che io non potrò "sfiorarti" nel frattempo.

Per un attimo il tono di voce dell'eremita si era fatto serio, cupo, ma Eiji non ebbe il tempo di realizzare la cosa che immediatamente sentì la mano del più grande spingerlo sulla schiena per scaraventarlo a diversi metri di distanza, con l'intento di farlo cadere di sotto.
Se l'originario di Kumo voleva ina sfida degna di tale nome, quella doveva essere sicuramente pane per i suoi denti: nemmeno il tempo di cominciare e già si trovava in difficoltà.
 
Top
view post Posted on 6/8/2017, 14:58     +1   -1
Avatar


Group:
Kumo
Posts:
2,722

Status:



Non che volesse farli ridere. Semplicemente si stava comportando come sui solito, senza pensare a quello che avrebbero potuto pensare gli altri. Almeno uno di loro, però sembrò apprezzare quello strano umorismo, misto fra Kumo e paesi occidentali, probabilmente ignoti a tutti i presenti. Il fatto che il grande pennuto non si decise subito a ricambiare il saluto non lo offese, si era mostrato addirittura più diffidente di Washi. In ogni caso lo aveva compreso, sì, che per quanto fossero fratelli, vigeva ancora una diffidenza nei suoi confronti. Poco male, dopotutto non poteva pretendere di piacere a tutti, soprattutto non alle prime volte. Ci sarebbe voluto tempo prima che l'eremo si abituasse alla sua strana personalità. Era servito a tutti, anche solo ai suoi compagni di classe in accademia. Sorrise, comunque, nel sentire il saluto della controparte. Non sembrava antipatica, anzi, probabilmente era anche incuriosita dalla strana essenza del giovane. Si sarebbero conosciuti più a fondo, quando si fosse presentata l'occasione adatta. Sentendo le parole con la quali l'Uchiha descrisse il rapace, crebbe dentro Eiji una strana voglia di allenarsi con lo stesso. Se persino uno come Kinji aveva imparato qualcosa da Nushisora, chissà quante cose avrebbe potuto insegnare ad un ragazzo alle prime armi come il nostro Genin. - Oggi non c'è? Mi piacerebbe conoscerlo! And... U know what?! Vorrei allenarmi anche con lui un giorno, dici che mi accetterà? - Chi avrebbe potuto dirlo? Magari nemmeno l'eremita avrebbe potuto dare una risposta a tale quesito. Però le cose andavano fatte per gradi. Non si era ancora guadagnato la fiducia dei signori del cieli, figuriamoci la possibilità di addestrarsi con il migliore di loro. Speranze e sogni. Nulla di strano per il nostro ragazzo, solo l'ordine del giorno. Scoprire che avrebbero cambiato luogo lo sorprese. Non pensava che quel monte nascondesse così tante meraviglie, ma evidentemente sbagliava. - ARRRAIGHT LET'S GO! - Il fatto che anche i pennuti fossero intenzionati a seguirli lo eccitava. Magari avrebbero preso parte all'addestramento, in questo modo Eiji avrebbe avuto modo di conoscerli meglio. Salì su Hitomi, facendo la dovuta attenzione, per non tirarle nemmeno una piuma. Non voleva peggiorare la sua precaria situazione.

Il volo non durò troppo. Cavalcando le correnti e penetrando le nubi, giunsero su un'altra ala dello Shirukumo. Per quanto fossero ancora sul monte stesso, la vegetazione appariva differente rispetto a quella che aveva visto durante la scalata. Non era come la cima, ovviamente, ma v'era qualcosa di mistico anche in questo posto. Vi era dell'acqua, come un lago celato ai più, attorniato da una quantità incredibile di canne di bambù. Conosceva bene quei tronchi, dopotutto erano molto usati. Grazie alle loro qualità la canne di bambù erano rinomate per resistenza ed elasticità. Difficile da spezzare, ma nemmeno troppo facili da piegare. Erano un materiale utilizzato anche per la costruzione di case più rudimentali, date le loro capacità antisismiche. Doveva saltare su una di quelle canne e, concentrandosi, mantenere l'equilibrio.

Detta in questo modo non gli pareva difficile. Dopotutto si trattava di ninja, persone addestrate, chi più chi meno, ad avere un certo tipo di controllo sul proprio corpo. Capaci persino di camminare su pareti verticali ed acqua, tutto grazie al chakra. E con questo si sarebbe aiutato. Concentrando quantità standard di chakra sotto la pianta del piede, avrebbe cercato di garantirsi un appoggio saldo. Quindi saltò. Due piedi per due canne. Inutile negare che, inizialmente, fu leggermente sbilanciato dal movimento delle stesse, ma ci volle poco per abituarsi.
- I see... Sembra divertente bro! - Effettivamente, se mantenersi saldo in quella posizione non poteva dirsi complicato, il discorso cambiava se, in una situazione del genere bisognava combatterci. Anche la migliore delle difese, sarebbe potuta essere inficiata dal precario equilibrio di quelle canne. Il sensei sembrava non aver ancora finito la spiegazione, ma evidentemente voleva entrare in azione al più presto.

Chiuse gli occhi per un millesimo di secondo e Kinji sparì, volatilizzato. Poi un rumore, leggero e persistente. Conosciuto in un certo qual modo. Rumore di fulmini, proprio come quelli che velavano il suo corpo prima che si votasse a Jashin. Adesso erano scomparsi, almeno per il momento, ma non voleva dire che lo avessero abbandonato. Era una tecnica segreta dopotutto, non sarebbe andata persa nel tempo, non da lui almeno. Era come tornare indietro, ma non era il momento ne il luogo per le reminiscenze. Capì cosa stava per accadere, sfortunatamente la sua mente reagì prima di quanto non fece il corpo. Era ancora giovane, con il tempo sarebbe migliorato, per quanto si aspettasse un colpo alla schiena, nulla avrebbe potuto contro la velocità dell'eremita. Iniziò a volare in avanti, spinto dal tocco, sorvolando le canne infinite. Nonostante fosse in difficoltà sin dal primo secondo, un sorriso divertito aveva già fatto la sua comparsa sul suo volto. Gli occhi verdi, vivi come non mai, apparivano accesi, incendiati. Quella fiammella era cresciuta, ci era voluto poco, ma l’incendio aveva già preso il sopravvento. Gli piaceva lo stile dell'Uchiha. Non si era perso in troppe chiacchiere, passando direttamente all'azione. Ma qual'era lo stile di Eiji? Beh. Nel suo disordine, vi era ordine, improvvisazione. Adattamento, atto a comprendere il nemico e sorprenderlo quando meno se lo aspettava. Nulla a che vedere con Shintou, il samurai del Santuario. Più ligio e preciso anche nella sua tecnica. Cosa avrebbe fatto quindi? Cosa adesso che sembrava essere in balia di quella semplice spinta? Ovvio, l'avrebbe sfruttata.
- Nice bro! - Parlava a mezz'aria, nemmeno in quel momento si degnava di chiudere il becco. Se gli fossero entrati in bocca dei moscerini? Che ragazzi scriteriato, mah guarda. - Ma io ci sono nato tra i fulmini! Se pensi che questo basti ti sbagli! HERE I COME! - Detto questo, avrebbe allungato entrambe le mani verso due canne differenti, non prima di aver compiuto una torsione con il bacino. Il suo volo si sarebbe bloccato. Avrebbe poggiato entrambi i piedi su due canne differenti, concentrando il chakra in modo tale da non scivolare sulla superficie verticale delle stesse. Confidando sulle proprietà della pianta, avrebbe fatto piegare i quattro tronchi, in modo tale da trasformare quella spinta dall'Uchiha, in a spinta verso l'Uchiha. Un proiettile. Se tutto fosse andato a buon fine, si sarebbe ritrovato nuovamente a sorvolare le canne, per poi compiere una capriola a mezz'aria e cimentarsi in quello che a Kumo avrebbero definito un dropkick. Ecco Eiji. Pronto a mettersi in gioco, ribaltare ogni situazione senza mai demordere o arrendersi.
 
Top
view post Posted on 7/8/2017, 11:49     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
4,366

Status:


L'Uchiha vide il ragazzo allontanarsi velocemente, sospinto dall'impatto volutamente non letale, ma nemmeno allora riuscì a stare zitto. Pareva che nemmeno una volta messo alle strette il suo spirito vacillasse; gli piaceva, ma non poteva aspettarsi da chiunque di essere compreso e trattato con i guanti come stava facendo Kinji in quel momento.
Eiji bloccò l'ascesa aggrappandosi con le mani a due canne di bambù per poi darsi la spinta necessaria sul altre due dove aveva poggiato i piedi, riviando se stesso al mittente come un vero e proprio proiettile, pronto a colpire a gambe unite.
Man mano che si avvicinava, il jashinista potè notare che nonostante l'avversario lo vedesse benissimo avvicinarsi a gran velocità, non si stava preoccupando di schivare il colpo o quantomeno di bloccarlo... che avesse intenzione di essere preso in pieno concludendo di già l'allenamento?
Una volta a pochi centimetri di distanza dal corpo dell'accolito di Jashin, solo allora il Vermiglio concentrò tutto il peso sulla singola canna di bambù dove era posizionato per farla abbassare di alcuni centimetri, il tanto che bastò a non essere investito dalla furia del ragazzo.


- Non esistono diritti di nascita: se vuoi il favore dei fulmini devi diventare tutt'uno con essi indipendentemente da dove sei nato!

E prima che il dropkick andasse troppo lontano per poter controbattere, il Vermiglio colpì con un potente destro il fianco completamente scoperto del Genin, arrestandone la corsa e tenendolo penzoloni per una gamba.

- Essere immortale non vuol dire che puoi sfruttare il tuo corpo in maniera così considerata. Dimmi un po'... come funziona la benedizione del tuo dio? Lo senti il dolore? Se sanguini c'è il rischio di morire dissanguato?

Sorrise sinceramente, così come era sincero l'interesse verso le straordinarie peculiarità dell'accolito di Jashin; aveva visto cosa era capace di fare cercando tra i suoi ricordi qualche tempo prima, ma sentire una spiegazione direttamente da Eiji sarebbe stata tutta un'altra cosa.
Lasciò quindi andare la presa, e mentre Eiji cadeva verso il basso, i tre rapaci cominciarono a commentare lo scontro da lontano.


- Sembra che Eiji-kun sia in difficoltà.

- E cos'altro ti aspettavi? Quasi mi dispiaccio per lui: pare di vedere il gatto che gioca con il topolino prima di mangiarlo.

Washi sembrò più irrequieto delle altre due: voleva prendere parte allo scontro, glielo si poteva leggere negli occhi. Tutti i rapaci erano grandi guerrieri, chi più e chi meno, sapevano tutti benissimo come destreggiarsi nel campo di battaglia solo che alcuni si mettevano in gioco più facilmente degli altri.

- Forse sarebbe il caso di aiutarlo? E' da un po' che non mi alleno anche io, unirò l'utile al dilettevole.

- Sono piuttosto certa che non cambierebbe molto, Washi-kun.

- Già, il mio caro Pulcino comincia ad essere un osso duro per molti persino della nostra razza. Nushisora-sama deve esserne fiero.

Kinji, che aveva sentito i commenti dei tre nemmeno troppo distanti, volse lo sguardo verso Washi facendo un ampio gesto con la mano per farlo avvicinare.

- Forza Washi-kun, che aspetti? Unisciti a noi!

Il piccolo pennuto non se lo fece ripetere due volte e spiccò il volo per raggiungere Eiji, ovunque egli fosse finito, e fare coppia contro l'eremita per vincere la sfida.

- Hai un piano o vuoi che ti usi come sacco dall'allenamento per tutto il tempo? Forza, non perdiamo tempo e mettiamolo in difficoltà.

Lo sguardo del pennuto aveva molte affinità con quello di Eiji, che fino ad allora aveva dimostrato un certa grinta e affinità per la battaglia, ma sarebbero stati capaci di avere la meglio ora che erano in due?

//Da adesso hai a disposizione Washi come compagno di scontro, così che tu possa prendere confidenza con lui gdr on e io possa testare come lo muovi.//
 
Top
view post Posted on 7/8/2017, 21:38     +1   -1
Avatar


Group:
Kumo
Posts:
2,722

Status:



Le canne ressero. Il ragazzo quindi riuscì a sfruttarle per darsi un certo slancio, abbastanza da saettare verso la controparte. Di base la mossa sarebbe potuta essere buona, ma non ci sperava troppo nemmeno lui. Questo, però, non voleva dire che non avrebbe dato il massimo, anzi, il tutto lo spronava a fare sempre di più. C'era quasi, man mano che i secondi passavano vedeva la figura del ninja farsi sempre più vicina. Non si muoveva, forse il ragazzo aveva generato troppa velocità, sorprendendo la controparte. Possibile che un Jonin così famoso si arrendesse davanti a lui con tanta facilità? No, ovviamente, e lo scoprì a sue spese. Il dropkick andò a vuoto, scoprendo il fianco del ragazzo che venne, prontamente, colpito dal sensei. Sentì dolore, forse per qualche millesimo di secondo, ma questi si tramutò immediatamente in piacere. Nulla se paragonato ad una lama nella carni, allo scorrimento del sangue, ma ci andava vicino. - Io ero un tutt'uno con loro! Ma credo che il nuovo dono li abbia oscurati... I donnow... - Disse con fare incerto, mentre penzolava sorretto dall'Uchiha. La posizione ovviamente non gli piaceva, provava dimenarsi, ma la controparte lo teneva abbastanza distante da non permettergli di colpirlo. La domanda lo sorprese e, in parte, lo colse impreparato. Effettivamente non sapeva nemmeno lui come funzionasse pienamente il suo potere, però poteva rivelargli le sensazioni che provava nell'usarlo. - Oh well... Se non facessi in questo modo non potrei superare i miei limiti! Bro, devo diventare più forte e per farlo devo rischiare il tutto per tutto! Anyways... Per quanto ne so io non posso morire, ma il mio corpo ha dei limiti. Non credo esista una possibilità per me di morire dissanguato, mi sono quasi tagliato la testa da solo e sono ancora qui... Per sbaglio eh! Non sono scemo! Eheh... - Ridacchiò un attimo, fingendo di rilassarsi per poi provare con l'ennesimo colpo di reni. Nulla, la presa era salda, non gli restava altra opzione che continuare. - Il dolore è particolare per noi... Si tramuta in piacere! Oooooh God! A volte è così bello! Anche se è strano, devo ancora farci l'abitudine! Funzioniamo al contrario! Non ne sentiamo gli effetti e, ogni volta che veniamo feriti, diventiamo più forti di prima! Eheh... Cool right?! Per ogni persona è differente comunque... Cioè non ne sono sicurissimo... I mean… da quello che ho capito, alcuni perdono totalmente il controllo, altri invece vengono rafforzati nello spirito e altri... boh. Quando è capitato a me... Sentivo qualcosa crescere, come un'eccitazione, un'esaltazione! Mi sentivo come se nulla potesse fermarmi... If U know what I mean... Eheh.. - A parlarne faticava a crederci anche lui. Non molto tempo fa era un semplice mortale, uno Yotsuki, che aveva rischiato la vita sino troppe volte per essere alle prime armi. Adesso, invece, il concetto di tempo era diventato relativo, proprio come quello di dolore. Doveva ancora comprenderlo fino in fondo però, quel suo potere nascondeva mille misteri ancora non svelati. Per questo s'impegnava così tanto, per questo non si curava delle conseguenze. Voleva di più e lo voleva presto. Andare oltre i suoi limiti era l'unico modo che svelare parti celate di quel potere.

Eiji venne lasciato a cadere verso il terreno, mentre l'eremita prestò attenzione alle parole dei Rapaci. Effettivamente Eiji era in difficoltà, lo sarebbe stato per tutto l'addestramento vista la differenza di esperienza, ma questo non era un problema per lui. Nonostante tutto, il suo spirito infiammato e la sua voglia di fare, sembravano aver attirato l'attenzione di Washi. Impegnato ad evitare d'impattare con il suolo, Eiji non fece caso alle parole scambiate tra gli spettatori e l'avversario. Concentrò chakra sotto alle piante dei piedi, in modo da frenare la caduta, mentre si aggrappò al tronco con ambo le mani. Non cadde. Non se lo sarebbe perdonato, ma ci volle un po' prima di vederlo spuntare nuovamente sulla cima delle canne. Arrancando un poco, cercando di trovare una stabilità per rimettersi in piedi, finalmente si erse sul bambù, pronto a ricominciare. Una figura scura gli si fece vicino. Era il nibbio, da spettatore sembrava essere diventato partecipante. Suo compagno precisamente. La differenza di potenza doveva essere evidente. Eiji sorrise eccitato. Da quello che aveva capito Washi era l'evocazione dei Genin, la più giovane anche se incredibilmente forte, sarebbe stato interessante saggiarne le capacità.
- Ehm... In realtà non ci aveva pensato... Cioè volevo farmi sotto con tutto quello che avevo... - Ma sei serio? Avere un piano è fondamentale, specialmente contro avversari come il nostro eremita. Devi imparare a farti più furbo, dai retta a me! - Era evidente che l'alleato avesse un carattere piuttosto dominante. Non si poteva negare, però, che avesse ragione. Adattarsi al combattimento passo dopo passo, forse non sarebbe stato abbastanza in questa situazione. Kinji era più forte di Shintou, questo pareva abbastanza chiaro. - Ehm... Lemme see... - Si prese qualche secondo. Come potevano sorprendere la controparte? Un ninja così ben addestrato? Chissà quante volte aveva combattuto contro Washi, probabilmente conosceva le sue tattiche come le proprie tasche. - Un attacco combinato. Ecco cosa faremo. - Sussurrò, in modo tale che il loro avversario non potesse sentire. - Oh! Nice! Seems good to me! Forse ho anche un'idea. - E portò la mano davanti alla bocca, iniziando a confabulare qualcosa con il rapace. Non staccò mai lo sguardo da Kinji comunque, nel caso gli fosse parso che lo stesso provasse ad origliare, avrebbe semplicemente abbassato il tono della voce. Eiji aveva un piano semplice, ma comunque intrigante, almeno agli occhi del nibbio. - Allora non sei totalmente scemo... Però questo piano non è del tutto corretto, apporteremo qualche modifica. - E fu il pennuto a prendere le redini. Imponendo alcune sue idee che, unite a quelle di Eiji, diedero vita a una strategia niente male. - ARRRAIGHT BRO! LET'S DO THIS! -

Si tolse il mantello. Lo aveva ancora addosso, ma ormai era di troppo. Lanciandolo in aria coprì la figura del nibbio che, facendo appello alla sua grande velocità, scomparve dal campo visivo di Kinji. - E' ore di fare sul serio! Eheh... U'll see! - Portando la destrorsa dietro la schiena impugnò il manico della Kusarigama, dandole un forte strattone. Le catene iniziarono a scorrere attorno alla sua figura, immergendolo in un particolare gioco di luci provocato dal sole. La mancina afferrò gli anelli poco prima del peso. Avrebbe combattuto armato, perché solo in quel modo poteva dare il massimo. Non aveva alcuna intenzione di utilizzare le sue da adepto sulla controparte, ma questo era piuttosto chiaro. - HERE I COME! - La falce venne fatta roteare velocemente sulla testa del ragazzo, per poi essere lanciata verso il nemico. Un fendente laterale, piuttosto veloce, incendiato dallo spirito combattivo del genin. L'intento, però, non era quello di colpire il nemico, bensì farglielo credere. Poco prima che il colpo potesse arrivare al destinatario Eiji, giocando con il polso, modificò la traiettoria dello stesso abbassandola. L'intento sarebbe stato quello di falciare una buona quantità di canne di bambù, sottostanti la figura dell'Uchiha. Voleva costringerlo al salto. Una volta a mezz'aria, avrebbe fatto partire il peso utilizzando l'altra mano, indirizzandolo verso la caviglia nemica. Ma dov'era Washi? Il rapace aveva iniziato a volare tra le canne di bambù, coperto dalle ombre proiettate dalle stesse. - ORA! - Quello era il segnale. L'Uchiha non si sarebbe dovuto preoccupare solo della propria caviglia, rischiando di essere intrappolato e, probabilmente, ferito alla stessa vista la strana forma del peso. Avrebbe anche dovuto prestare attenzione all'assalto del nibbio, proveniente dal basso, alle spalle del ninja. Ovviamente Eiji non poteva sapere se Kinji avesse notato il rapace o meno, non restava che sperare.
 
Top
view post Posted on 9/8/2017, 09:55     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
4,366

Status:


L'affermazione del giovane Genin sorprese un pochino Kinji: uno shinobi di Kumo, uno Yotsuki per giunta, che non sapeva sfruttare i fulmini tipici del proprio clan. Possibile che essere immortale avesse fatto in modo che le altre capacità venissero davvero oscurate? Gli parve molto strano, ma in fondo l'Uchiha non si era mai trovato davanti ad un immortale ed effettivamente non poteva sapere quali fossero i vari vincoli per un dono così unico.
Fu però Eiji a dargli qualche risposta mentre era ancora appeso a testa in giù: pareva che effettivamente non sentisse dolore, bensì piacere, e la possibilità di morire dissanguato non era contemplata dal momento che gli avevano addirittura staccato la testa, ma più di così non seppe rivelare nemmeno lo stesso jashinista.


E' molto interessante. Quindi ferire una persona con il suo stesso "dono" sembra quasi controproducente da quel che dice, eppure credo che tranciandogli gli arti diventi innocuo... seppur non possa morire. Credo che sia troppo giovane per comprendere a pieno il significato dell'immortalità che ha acquisito, e l'attacco di prima ne è la prova.

Intanto si aggiunse anche Washi, raggiungendo in volo il firmatario che era riuscito ad arrampicarsi nuovamente fino alla cima delle canne di bambù senza toccare il suolo.
Kinji li vide confabulare con una certa enfasi, limitandosi ad osservare la scena ad alcuni metri di distanza con una certa curiosità. Forse Washi sarebbe riuscito a far sforzare Eiji nel pensare a qualcosa di più di un semplice dropkick che (per quanto inaspettato) non si era rivelato poi così efficace in termini strategici.
Poi dopo qualche minuto, finalmente, i due alleati passarono all'azione mentre Yugure e Hitomi si scambiavano qualche commento da lontano.


- Sembra che abbiano in mente qualcosa...

- Non preoccuparti troppo per il Pulcino, se la sa cavare benissimo anche senza la tua ansia.

- NON SONO PREOCCUPATA PER KINJI-KUN, HAI CAPITO?!.

L'ultima affermazione fu abbastanza perentoria da costringere Kinji a voltare lo sguardo per un attimo e assicurarsi che andasse tutto bene, ma quando tornò verso Eiji, questo si era privato del mantello che ne copriva la figura ed aveva in pugno la kusarigama che aveva usato ore prima con i tre ladruncoli.
Lanciò quindi la falce verso l'Uchiha ma, quando l'oggetto metallico fu abbastanza vicino, deviò leggermente la traiettoria per colpire i piedi del Jonin, o almeno questo pareva esserne l'intento.
L'eremita quindi saltò a mezz'aria lasciando che la lama tagliasse le estremità superiori della canne di bambù e solo allora si rese conto che Washi non si trovava da quelle parti.


Deve essersi allontanato grazie alla copertura del mantello... hanno in mente qualcosa.

E in quel momento partì la seconda parte del piano del jashinista: con la sinistra lanciò il peso della kusarigama attaccando alla caviglia dell'Uchiha e, una volta lanciato il segnale, la figura del nibbio comparve dalle canne di bambù per colpire in volo grazie al becco affilato. Il Vermiglio sorrise e, improvvisamente, le iridi degli occhi si iniettarono del color del sangue con le tre tomoe attorno alla pupilla.
Sicuramente la strategia era buona e sfruttava le diverse capacità offensive dei due ma, una volta avuto un quadro generale delle direzioni dalle quali provenissero i due attacchi, Kinji compose rapido i dovuti sigilli per poi sputare una fiammata concentrata che aveva lo scopo di fare da propulsione per evitare entrambi gli attacchi.
Washi dovette arrestare improvvisamente l'ascesa e virare per non essere coinvolto nel fuoco e l'estremità del peso divenne incandescente, mentre Kinji si era allontanato nuovamente. Stavolta Eiji poté vedere lo Sharingan in azione e forse senza la doujutsu non sarebbe stato così semplice per l'eremita prevedere gli attacchi.


- C'è mancato poco!

- Ottimo lavoro ragazzi, ma non abbiate paura di usare tutta la forza in vostro possesso! Adesso cominciamo a divertirci... Eiji-kun, il fulmine è ancora parte di te... devi soltanto cercare un nuovo modo per utilizzarlo a tuo vantaggio.

E detto questo, Kinji tirò fuori dall'ampia manica sinistra alcuni shuriken e li lanciò verso i due; ciò che non sapevano (e che non potevano vedere) era la presenza di fili di nylon attaccati alle armi da lancio e, una volta schivati, avrebbero virato guidati dall'Uchiha per cercare di ferire e intrappolare la coppia attorno alle canne di bambù.
 
Top
view post Posted on 21/8/2017, 15:16     +1   -1
Avatar


Group:
Kumo
Posts:
2,722

Status:



L'attacco messo in atto dai due nuovi compagni sembrò essere abbastanza interessante. Era una strategia semplice, ma comunque efficiente. Non si conoscevano ancora bene dopotutto, avrebbero avuto bisogno di tempo per imparare a collaborare al meglio. Nonostante tutto la controparte sembrò essere leggermente in difficoltà. Il fatto che l'arma creata per Eiji da Jashin avesse quelle strane peculiarità, gli permetteva di sfruttarla in modi molto particolare. Gli attacchi da più direzioni ne erano un esempio lampante. Vi era ancora molto, però, che il ragazzo doveva imparare. Era sempre stato abituato a combattere copro a corpo, ma l'allenamento con la armi era sempre stato secondario. Fortunatamente era portato per questo genere di cose, ma doveva comprendere ancora alcune importanti meccaniche.

L'avversario riuscì, infine, a schivare l'attacco combinato con una strana mossa. Interessante, solo un ninja esperto e con una buona dove di fantasia avrebbe potuto concepire qualcosa di simile. Eiji sorrise, sempre più carico e voglioso di combattere. Il nibbio, dal canto suo, scampò alla fiammata di poco, ma fortunatamente la sua velocità gli permise di uscirne indenne. Si avvicinò alla figura del giovane, proprio come aveva fatto prima del loro assalto.
- Tutto bene, bro?! - Disse mentre, con uno strattone, attirò nuovamente il peso e la testa a sé. Una volta afferrato il primo, poté sentirne il calore, poté godere dello stesso, caricarsi dello stesso. Era dolore anche quello e, come tale, per il nostro ragazzo non era niente di meno che piacere. - WOOOOHOOOO! LET'S GO DUDES!!! - Era questo l'effetto che il tutto aveva su di lui. Bastava anche solo una piccola ferita per far esplodere la sua esuberanza. La sua voglia di combattere, abbattere, vincere. La voglia di migliorare. La voglia di manifestarsi come il più grande. Se Kumo era sempre stata caratterizzata da un certo livello di esaltazione, Eiji superava tale limite per portarlo a vette sconosciute. Era ancora poco però, nulla in confronto a quello che aveva provato contro Shintou. Quando il suo corpo e la sua anima vennero martoriati, senza che il suo spirito si piegasse. Mai. - IL PROSSIMO COLPO ANDRà A SEGNO, U'LL SEE! - Disse rivolto a... Beh, tecnicamente stava parlando con il pennuto, ma il suo sguardo era rivolto a Kinji. Era lecito dire che stesse mettendo in guardia il sensei e rassicurando il compagno. Ne era sicuro? Lui certo. Com'era sicuro che il loro avversario fosse più forte di entrambi, ma questo non gli avrebbe impedito di ottenere quello che voleva.

In preda alla nuova euforia, ci mise qualche secondo prima di accorgersi che la controparte aveva rivelato una delle sue armi segrete. Poi lo vide. Si accorse che v'era qualcosa di diverso nel Jonin di Konoha. Qualcosa che lui avrebbe tanto voluto vedere in azione e che, finalmente, era stato palesato. Lo Sharingan. Ne aveva sentito parlare, dopotutto chi non lo conosceva? Animava mille e mille leggende. Occhi rossi come il sangue, capaci di donare al loro possessore poteri incredibili. Si perse qualche secondo ad osservare il tutto. Lo aveva costretto ad utilizzarli. Per lui quella era già una vittoria, ma la guerra era ancora in corso, non si sarebbe accontentato di vincere una battaglia.
- Is that him?! HOOOOLY MAN! LO SHARINGAN! Che figata pazzesca! Visto? Lo abbiamo messo in difficoltà! - Dicendo l'ultima frase si avvicinò leggermente al nibbio con il corpo, senza però spostarsi dalle canne su cui stava. Felice, esaltato e fiero, adesso doveva pensare ad un modo per riprendere l'offensiva. Prima, però, non poteva esimersi dal fare alcune domande. - YO! Cosa puoi fare con qui due occhi? Ne ho sentito parlare, ma mai da un diretto interessato! - Più o meno la stessa domanda che gli aveva posto la controparte in precedenza, parlando del suo Dono. Non fece in tempo a concludere la sua tirata, che il sensei passò al contrattacco. Shuriken, puri e semplici, o almeno così pareva. Non sarebbe stato difficile difendersi, ma v'era una trappola nascosta che il ragazzo non aveva avuto la possibilità di vedere. Mentre il nibbio non esitò un secondo a prendere il volo, ascendendo, Eiji rimase immobile. I piedi saldi sulle canne. Pronto a parare il colpo con delle nuove tecniche imparate dai maestri di Kama e riadattate alla sua Kusarigama. Iniziò a far roteare la testa dell'arma sopra il suo capo, lasciando andare il peso e circondandosi di catene lucenti. Danzavano attorno alla sua figura come nastri color dell'oro, pronto ad impattare contro le armi lanciate dalla controparte. E così fu. La catene respinsero il metallo, ma non si concluse in quel momento. Gli shuriken non fermarono la loro corsa. Quando la difesa venne portata a compimento e le armi figurarono più vicine agli occhi del genin, finalmente, vide in controluce quello che appariva come un sottilissimo filo di nylon. Le stelline curvarono, pronte al secondo attacco. Eiji avrebbe potuto continuare con lo stesso tipo di difesa per molto, ma questo avrebbe reso lo scontro molto più noioso. Doveva dare loro un bersaglio e, allo stesso tempo, attaccare il nemico. Fischiò con forza, per attirare l'attenzione del suo compagno. Anche lui, come il Genin, stava venendo braccato da quelle stelle ninja, ma a differenza del ragazzo, sembrava essere in grado di evitarle grazie alla sua grande velocità. - C'MON WASHI! FAMMI VEDERE DI CHE PASTA SEI FATTO! IL DIVERTIMENTO COMINCIA ADESSO! - Se da un lato farsi colpire avrebbe aumentato la sua forza e la sua esaltazione, dall'altro sapeva che se quel nylon l'avesse circondato probabilmente non sarebbe più riuscito a liberarsi. Ma, proprio mentre cercava di capire quale fosse la strategia migliore, un primo shuriken impattò contro la sua carne. Un secondo e così via. Il filo invisibile circondò le sue carni e lo strinse con forza, bagnandosi del sangue sgorgante dalle ferite appena subite. Accadde tutto in un attimo. Accadde tutto come programmato. Quando la stretta raggiunse il suo apice, Eiji scomparve in una nuvola di fumo. Al suo posto una delle tante canne di bambù. Nello stesso momento, il pennuto, destreggiandosi sulle ali del vento, riuscì a dileguarsi, attorcigliando i fili su se stessi dopo una rapida serie di virate. Eiji fece la sua comparse alle spalle di Kinji, con il peso nella mancina e la testa nella destrorsa. Lanciando il primo avrebbe dato il giro alla catena, che avrebbe iniziato a vorticare attorno al nemico intrappolandolo. Se questo fosse successo, la falce sarebbe stata puntata alla gola del jonin, segnando la fine dello scontro. Il rapace, dal canto suo, animato dalle parole del giovane ed avendo osservalo la scena, si sarebbe lanciato in picchiata verso l'eremita, pronto a colpirlo. Non vi era stata alcuna pianificazione questa volta. A far collaborare i due era soltanto la voglia di vincere.
 
Top
view post Posted on 22/8/2017, 10:54     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
4,366

Status:


Le domande di Eiji trovarono presto risposta. In fondo non era uno shinobi di Konoha e così come Kinji aveva placato la propria curiosità verso le abilità fuori dal comune del jashinista, anch'egli meritava qualche spiegazione.

- Lo Sharingan mi permette di individuare le fonti di chakra e dona la capacità di prevedere le mosse avversarie con un certo anticipo... anche se ogni possessore nel tempo sviluppa caratteristiche diverse in base alle proprie capacità e attitudini.

Non era stata una spiegazione troppo dettagliata o prolissa, ma in fondo si trovavano nel bel mezzo di una "battaglia" il cui scopo era testare le capacità di Eiji. La tecnica del Vermiglio sembrò essere del tutto sconosciuta al Genin, il quale si accorse solo in un secondo momento che la traiettoria delle armi da lancio era guidata attraverso dei fili di nylon; gli shuriken quindi impattarono con il corpo del ragazzo avvolgendolo in una presa letale mentre il piccolo nibbio sembrò cavarsela un po' meglio per via della supremazia aerea tipica dei rapaci.

Forse ho esagerato un po' troppo?

pensò tra se e se, ma subito dopo il corpo del jashinista scomparve in una nuvola di fumo per far posto ad un pezzo di bambù. Si era sostituito proprio un attimo prima di essere intrappolato tra le armi da lancio e il nylon... per comparire alle spalle del Jonin. Un'ottima strategia che avrebbe senza dubbio sorpreso chiunque.

Finalmente stai iniziando a elaborare qualcosa di più complicato del semplice "mi butto a capofitto contro l'avversario". Solo perchè il tuo corpo è immortale non vuol dire che puoi agire in modo incurante. E poi sono abbastanza sicuro che ci sia un modo per surclassare il tuo dono.

In lontananza Yugure e Hitomi osservarono la sostituzione interessate e persino Washi sembrò credere di aver preso alla sprovvista l'eremita.

- Così si fa!

Incitò il pennuto mentre Eiji si apprestava a far roteare il peso legato alla catena della kusarigama per poter intrappolare l'Uchiha e sancire così la fine dell'addestramento.
Il Vermiglio però non sembrò troppo preoccupato all'idea di essere stato colto alla sprovvista: dando sempre le spalle all'accolito di Jashin, compose dei rapidi sigilli per poi voltarsi di scatto e frapporre tra se e il più giovane una barriera fatta di puro raiton.




Vediamo come reagisci quando la tua stessa arma viene usata contro di te.

Il sottile ma intenso strato di chakra elettrico provocò nel cervello del ragazzo un momento di vuoto, buio che poteva essere riconducibile al coma, e quando la vista e tutti gli altri sensi tornarono a funzionare, la scarica venne trasferita poi all'arma grazie al metallo di cui era composta. Kinji intanto aveva afferrato il peso avvolgendo parte della catena attorno al braccio destro, con uno sguardo divertito che non prometteva nulla di buono per Eiji.

- Bel tentativo, ma adesso... VOLA!

Un forte strattone alla catena fece perdere la presa all'accolito di Jashin, che venne scaraventato per aria contro Washi, il quale si stava avvicinando in picchiata per aiutare il compagni di squadra.
Ora i due stavano per impattare tra di loro e stava ad Eiji trovare una soluzione: farsi colpire dal nibbio rischiando di fargli del male per via dell'impatto, oppure cercare in qualche modo di cambiare traiettoria per lasciare che la virata andasse a buon fine contro Kinji.
Una cosa era certa: lo scontro sembrava aver preso una piega decisamente fuori dal comune per il giovane Genin; ma non si era arreso e, a dirla tutta, non sembrava nemmeno minimamente accennare alla resa e questo all'eremita piaceva molto.
 
Top
view post Posted on 22/8/2017, 15:56     +1   -1
Avatar


Group:
Kumo
Posts:
2,722

Status:



Sentire quello che dei semplici occhi erano in grado di fare lo stupì. Non sapeva che quella era una descrizione piuttosto approssimativa e che, in realtà, il potere celato in loro era infinitamente superiore. Nascere con un dono del genere doveva essere qualcosa di incredibile. Lui era stato cresciuto con la tecnica segreta del fulmine, ma non aveva nulla di così speciale dentro di sè, almeno non fino a quel momento. Il Dono. Ecco. Forse quello superava persino la possibilità di prevedere le mosse di un nemico. A che pro leggere la mente, quando l'avversario che devi sconfiggere non può morire, non sente il dolore che gli provochi. Non sapeva bene a cosa stava andando incontro e, soprattutto, non sapeva quale fosse il reale potere della controparte. Ma chissà, magari un giorno avrebbe avuto modo di spingerlo a mostrargli la sua vera forza. Non ci fu tempo per approfondire il discorso perché l'addestramento stava impazzando. La battaglia fra i tre non aveva ancora trovato una conclusione e, per quanto gli assalti dei due cuccioli non avessero ancora avuto successo, nessuno dei due sembrava intenzionato a demordere.

Quindi il Jonin cadde nella semplice trappola del Genin. La sostituzione portò il ragazzo alle spalle del sensei, preparandosi ad immobilizzarlo per poi puntargli la falce alla gola. Quello sarebbe stato il lampante segno della sua vittoria, proprio come accadeva al Santuario. Questo era il solo modo che sanciva la fine di uno scontro d'allenamento, null'altro. Carico. Con un sorriso sprezzante in volto, iniziò il suo attacco, incitato dallo stesso rapace che gli faceva da compagno. Evidentemente questa strategia aveva colpito i presenti. La cosa, però, non gli interessava particolarmente. Non era lì per dare spettacolo, era lì per vincere.

Una scarica elettrica e poi il buio. Perse improvvisamente i sensi. Kinji non si era nemmeno degnato di spostarsi, ma aveva respinto il ragazzo con grande facilità. Frastornato e confuso. Quando si riprese si ritrovò ancora a mezz'aria, ma ci vollero alcuni secondi prima che realizzasse in che situazione era andato a cacciarsi. Secondi preziosi. Secondi che il Jonin non si fece sfuggire. Afferrando il peso, infatti si appropriò della falce, strattonandola e lanciando il giovane in aria. Nonostante avesse provato a non perdere la presa, non era stato abbastanza lucido da riottenere il controllo in tempo.

Mentre volava realizzò quello che stava succedendo. La sua anima. La manifestazione della sua essenza era caduta nelle mani di qualcun'altro. No, non poteva dirsi così avvezzo alle usanze dei comuni adepti, ma sapere che la falce era in mano d'altri lo infastidiva. Molto. Troppo. Lui era la falce, la falce era lui. Non le aveva ancora trovato un nome, ma la stessa figurava comunque, come parte della sua essenza. Doveva riprenderla.

In preda a questi pensieri, continuando a roteare verso il cielo, con la coda dell'occhio vide il nibbio, atto a compiere in movimento in picchiata. Stava puntando all'eremita logicamente, ma quest'ultimo era stato molto furbo. Non solo aveva scaraventato Eiji in aria, ma lo aveva posto sulla traiettoria del pennuto. Che fare? Se Washi avesse impattato contro di lui ferendolo non sarebbe stato un grande problema. Il dolore sarebbe diventato piacere, il piacere forza e lui sarebbe stato pronto a continuare. Il problema era differente. Nel caso il nibbio fosse stato ferito nell'impatto, il loro rapporto avrebbe potuto incrinarsi. Lo conosceva da poco. Nonostante sentisse una certa affinità con lui, era certo che fosse una bestia estremamente orgogliosa. Non poteva compromettere l'attacco del suo compagno per un suo banale errore.

Cercò di stabilizzare la sua ascesa. Aveva un piano, magari nemmeno troppo buono, ma doveva provare comunque. Era di Kumo dopotutto, ed a Kumo nessuno getta la spugna prima di aver dato più del massimo. Come ninja della nuvola era preda dell'esaltazione, ma la sua era superiore, aumentata dal fanatismo e dalle nuove peculiarità del suo dono.
- IT'S NOT OVER YET! - Cercò di imitare quello che aveva visto fare dall’Uchiha. Gridando, avrebbe concentrato una grande quantità di energia nel pugno destro, serrato in precedenza. Lo avrebbe scagliato di lato, provocando un fascio di luce non indifferente che, se il tutto fosse andato a buon fine, gli avrebbe dato una spinta adeguata per scansarsi dalla traiettoria del pennuto. - QUELLA FALCE SONO IO! RIDAMMELA! - Animato dalla foga e dalla smania di riottenere la sua anima indietro, si sarebbe preparato al contrattacco. Se, effettivamente, fosse riuscito ad evitare il contatto con il pennuto, allora avrebbe atteso che il suo movimento ascensionale si fermasse per poi sfruttarlo. In picchiata, proprio come il compagno, avrebbe acquistato velocità, sempre di più. Dei filmini si sarebbero manifestati attorno alle sue mani, mentre il ragazzo avrebbe continuato la sua discesa verso l'eremita. Avrebbe, quindi, cercato di colpirlo con un forte pugno al volto, una volta giunto all'altezza giusta. L’ennesima mossa disperata, ma le sue capacità erano ancora limitate, proprio come le tecniche a sua disposizione.
 
Top
view post Posted on 23/8/2017, 10:31     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
4,366

Status:


Una difesa come quella effettuata da Kinji si poteva definire a dir poco imprevedibile, così come lo erano le sue mosse durante il combattimento.
Una prova lampante era il volo che stava compiendo Eiji, dritto dritto verso il compagno alato che si stava lanciando in picchiata troppo in fretta per poter cambiare direzione.
Il Genin allora ripensò a come il sensei aveva sfruttata la fiammata per potersi dare una propulsione a mezz'aria e cercò di emulare la mossa concentrando una buona quantità di chakra nel pugno per poi "colpire" l'aria davanti a se e scansarsi poco prima che il suo corpo impattasse con quello di Washi; la strategia risultò vincente, in quanto la forza prodotta da colpo fu abbastanza da permettergli di fermare l'ascesa e sfruttarla per tentare un ultimo disperato attacco combinato con il nibbio.
Senza la sua falce però l'accolito di Jashin si sentiva nudo, privato di una parte fondamentale di se e pareva aver perso la calma ed il buon umore che da sempre lo avevano contraddistinto.


Le belve feroci ruggiscono più intensamente quando vengono messe alle strette. Evidentemente è più attaccato a quest'arma di quanto non potessi immaginare... ma non è una scusa per esporsi nuovamente.

- La cosa si sta facendo interessante.

Mentre la discesa dei due alleati si faceva sempre più prossima, Kinji avvolse la catena attorno ad un braccio e lasciò penzoloni la falce per poter sfruttare liberamente le mani e prepararsi alla difesa.
Eiji e Washi arrivarono a pochi centimetri dal corpo dell'eremita, pronti a colpirlo il primo con un pugno caricato di raiton ed il secondo con il becco affilato... ma proprio prima dell'impatto i due poterono assistere ad un cambiamento repentino nel loro avversario: attorno alla sua figura si formò una pesante aura di puro chakra, primitivo e vorace, la sclera degli occhi diventò nera come la notte donandogli un aspetto demoniaco e tra i capelli alcune ciocche divennero argentee.
Poi vi fu l'impatto; le canne di bambù attorno alla posizione dei tre contendenti cominciarono a sbattere freneticamente tra loro per via dello spostamento d'aria e persino l'acqua alcuni metri più in basso sembrò incresparsi.
Entrambi i palmi del Jonin però erano aperti e ciascuno era bastato a parare l'offensiva avversaria.
Un altro sorriso fece capolino sul volto del Vermiglio, ma stavolta era difficile capire quale stato d'animo lo muovesse: afferrò il polso di Eiji con la stessa mano che aveva bloccato il pugno mentre con l'altra lo prese per il collo per poi scaraventarlo verso il basso.
Mentre era sospeso a mezz'aria, il Genin vide alcuni fasci di luce che si spostavano tra le canne di bambù e, al loro passaggio, tagliavano di netto tutto ciò che incontravano. Uno spettacolo senza dubbio emozionante, se non fosse che man mano che precipitava i fasci di luce sembravano rincorrerlo per tagliare LUI in mille pezzettini.
Troppo veloci per poterli davvero seguire con l'occhio e ben presto la luce fu talmente vicina da abbagliarlo, prima che perdesse i sensi in procinto della fine.

[***]



Quando Eiji riaprì gli occhi notò la figura di Yugure accanto a se, seduta sulle ginocchia, con Kinji alle sua spalle ma in piedi e a braccia conserte; i suoi capelli erano tornati del color nocciola al quale era abituato e gli occhi non presentavano più lo Sharingan, segno che la battaglia fosse terminata. Washi e Hitomi attendevano pazienti il risveglio del firmatario senza fiatare, anche se quest'ultimo presentava un velo di preoccupazione nell'espressione.


- Ecco, si sta svegliando.

- Immagino di doverti delle scuse, Eiji-kun. Mi sono lasciato un po' prendere la mano con la storia dell'immortalità e tutto il resto...

Ammise, grattandosi la nuca con una mano e indicando l'area dove avevano fatto pratica con l'altra: se Eiji si fosse alzato avrebbe notato che la distesa di bambù alti svariati metri ormai era ridotta ad un cumulo di canne tagliate per una buona porzione dell'area totale.

- Alzati con calma, ormai ti sarà chiaro che abbiamo perso. Ma tutto sommato è stato un buon allenamento e ti sei battuto con onore.

- A proposito, devo restituirti questa.

Allungò la mano verso il Jashinista porgendogli la preziosa kusarigama.

- A giudicare da come te la sei presa quando te l'ho sottratta, direi che è molto importante per te... e ogni arma importante ha un nome.
Sai qual'è l'origine delle kusarigama? Inizialmente vennero costruite come attrezzi per il raccolto, in modo che i contadini potessero avere un'arma in casa che potesse essere scambiata per un semplice attrezzo da lavoro. Un'arma molto semplice e di poche pretese, ma nelle mani giuste può diventare letale.
E' proprio dalle umili origini dell'arma e dal tuo passato che avrei pensato a "Chisuji" ovvero Legame di Sangue.
Lo stesso che legame che unisce te all'arma, alla famiglia e a noi.
Che ne pensi?


//Direi che siamo agli sgoccioli ormai, quindi ti do la mia valutazione per quanto riguarda l'addestramento. I prossimi post saranno solo role per completare il discorso tra Eiji e Kinji.

Base --> Premio 330 P.ti Exp

Role: Mi piace Eiji, è un personaggio divertente da leggere che riesce sempre ad emergere in tutta la sua ignoranz- errrr.... esaltazione!
Scrittura: Come sopra.
Strategia/Approccio: Qui c'è poco da dire; in realtà non c'era una strategia che ti permettesse di vincere la sfida, anche se effettivamente avrei potuto renderti le cose più facili a scapito del messaggio che Kinji voleva lanciare a Eiji. Comunque sia mi è piaciuta la sinergia con Washi e come lo hai ruolato fedelmente alla mia presentazione.
Conoscenza del Regolamento: Wut?
Voto Medio: 10

Ti ricordo che devi dare un giudizio anche sul mio operato dando un voto da 1 a 10 su "Tempistiche" e "Coinvolgimento personale"; spero di averti divertito con questa breve scazzottata e magari in futuro proveremo un rematch xD.
Il mio prossimo post sarà l'ultimo giusto per rispondere a eventuali domande di Eiji e dargli qualche dritta sul combattimento.//
 
Top
view post Posted on 24/8/2017, 18:23     +1   -1
Avatar


Group:
Kumo
Posts:
2,722

Status:



Non sapeva se sarebbe stato l'ultimo assalto o meno. Il segreto per continuare ad andare avanti anche ignorando particolari come questo? Dare sempre più del massimo. Costantemente. Impegnarsi come se quella fosse l'ultima cosa che si deve fare. Continuare a lottare sempre e comunque, rialzasi dopo ogni avversità, mettere tutta la propria forza in ogni colpo. Nessuno avrebbe mai potuto dire quale dei suoi affondi si sarebbe rivelato vincente. Doveva continuare a provare, sempre più forte di prima, forgiato dal dolore e dal piacere che provava in esso. Eccitato, esaltato. Voglioso di riottenere la falce e di spingere la controparte ad un limite. Voglioso di svelare le armi celate del sensei. Speranzoso che con quello scontro sarebbe stato un passo più vicino ai confini del suo potere. Perché solo raggiungendoli, solo mettendoli alla prova avrebbe potuto oltrepassarli. Surclassare se stesso. Proprio come aveva surclassato il suo essere mortale. Mai abbassare il capo. Mai darsi per vinti. Mai arrendersi davanti ad un avversario che si sa essere più forte di sé. Perché solo in questo modo sarebbe cresciuto. Avrebbe vinto o imparato.

Quindi carico, rabbioso, ma di un'ira non dettata dall'odio, bensì dalla voglia di dare di più, si scagliò contro il nemico. Volando assieme al compagno alato, solcando i cieli, trasportati dal vento forte che solo le persone con uno spirito focoso sanno domare. Accadde qualcosa però. Qualcosa di magnifico, che costrinse il ragazzo ad un'espressione esterrefatta, mentre un sorriso soddisfatto adornava il suo volto. Una trasformazione, l'ennesima, della controparte. Un essere demoniaco. Forse molto più minaccioso di quanto non potesse apparire un adepto di Jashin come Eiji. Vuoi per la differenza di potere, vuoi per le fattezze assunte, Kinji era diventato pericoloso. Non bastò questo, però, a togliere il sorriso dal volto del ragazzo. Perché, sentendo avanzare la consapevolezza di aver perso l'incontro, sapeva che avrebbe assistito a qualcosa di unico. Proprio com'era successo con Shintou. Ora, come allora, avrebbe avuto il piacere e l'onore di poter osservare stili particolari e personali dei due sensei. Venne preso per il collo, scaraventato al terreno ed investito da fasci di luce informi, travolgenti e letali. Nulla di tutto questo, però, riuscì a piegare il suo spirito. Il Fuoco nei suoi occhi mai venne meno, proprio come il sorriso sul suo volto. Inerme, si limitò ad osservare la fine che si avvicinava, consapevole che avrebbe segnato soltanto un nuovo inizio. Ma da questo nuovo inizio, lui ne sarebbe rinato più forte, migliore. Poi la luce, il dolore, il piacere. I sensi vennero meno.





Si risvegliò di soprassalto, non avrebbe saputo dire dopo quanto tempo. Portandosi seduto con un fulmineo colpo di reni, si ritrovò attorniato da volti ed esseri conosciuti. Leggermente frastornato, ci mise qualche secondo a mettere a fuoco le immagini attorno a lui, che apparivano come fiammelle informi. Quando, però, riuscì a riconoscere tutti i presenti, fu piacevolmente colpito nel constatare che tutti si trovavano al suo capezzale. Sentendo le parole del sensei non poté fare a meno d'inarcare il sopracciglio destro. Si stava scusando? Per cosa? Non capiva. Lui si era divertito molto, ma evidentemente la controparte pensava di aver esagerato. Non si poteva negare che sentisse dolori e piacere diffusi per tutto il corpo, ma nulla di troppo grave, almeno non che se ne fosse accorto. - What the fuck bro?! THAT WAS SOOOO FUCKIN' COOOOOL! Che era quella roba? Sei diventato tutto strano! Poi quei fasci di luce... - Si voltò ad osservare le canne di bambù, notando gli effetti della tecnica dell'eremita. - HOOOOOOLY SHIT MAN! Ma sei stato tu?! Figata! Dovresti insegnarmi questa roba! - Nessuna vergogna, nessun ritegno. Si voltò, poi, verso il compare pennuto, compagno di sconfitta. - Tranquillo bro! Sto bene! La prossima volta vinceremo noi sicuramente! Trust me I'm an engineer! Eheh… - Il discorso si fece più serio e, con lui, anche il ragazzo. Affrettò con calma la sua arma, anche se il gesto trasmetteva un'incredibile fermezza. - Well bro... Questa arma è stata forgiata dal cimelio della mia famiglia, plasmata da Jashin apposta per me! Mi hanno spiegato che ogni falce è differente e che rappresenta l'anima del possessore. U know what?! Mi hanno anche detto che toccare la falce di un confratello è considerata una grave offesa, sempre che questi non sia d'accordo. - Fece una piccola pausa. - But hey no problem bro! Non sono arrabbiato con te, tranquillo! Magari lo sapevi anche, ma era una situazione particolare, hai fatto bene a fare quello che hai fatto. Se ti fossi trattenuto per un motivo simile... Allora sì che me la sarei presa. Eheh... - Darle un nome. Un nome alla sua Kusarigama. Alla sua anima. Non ci aveva ancora pensato, ma era una cosa piuttosto comune tra gli adepti. Dopotutto si trattava di una parte personale di se stessi. - Chisuji?! - Legame di sangue. Discendenza. - Mi piace. Molto. Chisuji... - Sollevò le sue membra, continuando ad osservare le tre lame scarlatte della sua arma. - Da oggi tu sarai Chisuji! HELL YEAH BABY! - E la sollevò, contro il cielo.

CITAZIONE
Passiamo alle valutazioni allora.
Beh, poco da dire. Mi sono divertito molto, mi sono piaciute le interazioni tra i nostri pg e anche Washi. Penso che sia stato uno scontro molto utile nel complesso, credo che abbia aiutato parecchio il mio pg a crescere. Mi è piaciuta anche la svolta inerente al nome della falce. I nostri due ometti avranno un bel rapporto. :sisi:

Tempistiche: 10
Coinvolgimento personale: 10

Ci vediamo in libera molto presto. :asd:

 
Top
view post Posted on 25/8/2017, 11:50     +1   -1
Avatar

Group:
Konoha
Posts:
4,366

Status:


Fortunatamente Eiji sembrava aver preso bene la batosta subita durante l'ultimo scambio di colpi e a dirla tutta sembrava addirittura contento. Washi in particolare parve perplesso dalle parole del jashinista, ma suscitarono in lui un riso che faticò a nascondere.

- Secondo me hai battuto la testa... ma in fondo sei un tipo simpatico. Spericolato ma simpatico.

Notando la reazione del ragazzo a ciò che era rimasto della distesa di bambù, Kinji cercò di tagliare corto come se non volesse discuterne più dello stretto necessario.

- Magari un'altra volta... Per adesso pensa a riprenderti del tutto.

Avevano avuto una discussione alla locanda del Sorcio Ammiccante riguardante mostri e demoni, ed Eiji aveva rivelato un sorriso malsano da sotto il colletto e uno sguardo gelido quando aveva affermato che esistevano davvero. Forse ora si rendeva conto che a volte gli umani potevano essere anche peggiori dei fantomatici dei oscuri o diavoli a cui aveva fatto riferimento, e per quanto buono Kinji lo aveva dimostrato.
Passarono poi a discutere della particolare arma dell'accolito di Jashin.
Chisuji era un nome importante, altisonante forse, ma rispecchiava perfettamente ciò che rappresentava la kusarigama per il Genin e che da quel momento in poi avrebbe avuto per se stesso e chi gli stava intorno.
Prima di congedarsi dall'allievo però, l'Uchiha aveva qualcos'altro da dirgli.


- Sono contento che ti piaccia: porta sempre fede a quel nome... e cerca di non perdere le staffe in battaglia. Sei immortale, ma il tuo corpo può comunque fare una brutta fine se davanti a te trovi qualcuno abbastanza capace; e poi quando ti trovi in compagnia di altri compagni devi pensare che quel qualcuno non ha il tuo stesso "dono", e starà a te decidere come comportarti, come hai fatto con Washi. Non scordartelo.
Non appena ti sentirai meglio potrai andare senza problemi. Alla prossima, Eiji-kun
 
Top
view post Posted on 17/12/2017, 20:39     +1   -1
Avatar


Group:
Narratori
Posts:
5,484

Status:


Bei voti ma niente ryo, vita grama per i pg sensei; in ogni caso confermi l'alleggerimento della scrittura che notavo nell'ultima valutazione che ti ho fatto (la firma di Eiji se non erro), ma stavolta senza i piccoli typo delle volte precedenti. Addestramento snello e veloce, senza pippe: così ci piace. I png ovviamente li conosci e li ruoli a dovere.
Bel lavoro, nessun problema ad assegnare un poker di assi.

Tempistiche: 10
Coinvolgimento: 10
Scrittura: 10
Trama: 10
Ambientazione / PNG: 10
Media 10, + in pagella, nessun ryo.
 
Top
13 replies since 3/8/2017, 19:50   411 views
  Share