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Classe #59 - Questione di fiducia Un messaggio inaspettato.
Il sole era quasi totalmente tramontato, una leggere brezza accarezzava il volto del neopromosso genin, fermo davanti il cancello argenteo della residenza.
Ad aspettarlo vi era solamente Eisuke Hyuga, il giovane della casata cadetta che tanto stava a cuore a Keitaro.
Bentornato Keitaro, complimenti.Disse dopo essersi inchinato, il suo sguardo era fiero e serio come al solito, ma un sorriso compiaciuto lasciava trasparire la gioia nel rivedere il suo "amico" tornare a casa vittorioso.
Keitaro arrossì immediatamente, il distacco che doveva tenere nei confronti del suo interlocutore gli impedì di fermarsi a lungo con Eisuke, così si limitò a ringraziarlo e proseguire oltre, attraversando il lungo viale di ciotoli che portava all'ingresso della residenza.
Una volta arrivato alla terrazzina che separava il viale dalla porta d'ingresso, Keitaro vide sua madre dondolarsi lentamente nel dondolo in legno, accarezzata dalla brezza serale che le colpiva dolcemente il viso, il suo sguardo era perso nel vuoto, come sempre in quei lunghi quattro anni, la donna che era ormai non risedeva più in quel corpo, la fierezza e la superbia che la contraddistinguevano avevano lasciato spazio ad un involucro vuoto e privo di speranza.
Mamma, sta per fare buio, dovresti rientrare.Disse Keitaro con voce calma, poggiando una mano sulla spalla della povera donna.
Machiko si voltò per un istante, fissando il coprifronte che splendeva sulla fronte di suo figlio, non disse una parola, si limitò a muovere il capo lentamente in segno di assenso e, silenziosamente, si alzò dal dondolo per tornare a casa, Keitaro la seguì, anch'egli, senza pronunciare una parola.
Entrato in camera sua, dopo aver riposto la sacca che conteneva il suo equipaggiamento, Keitaro posò lo sguardo sulla finestra di camera sua, come faceva ogni sera.
I busti di suo padre e suo fratello erano illuminati dalla luce delle torce che un servitore fidato aveva precedentemente acceso, come da richiesta di Machiko, Keitaro stette qualche secondo a fissare quei nobili volti, perdendosi nei suoi ricordi felici.
Un soffio di vento più forte degli altri fece muovere un foglio di carta, incastrato proprio nella finestra dalla quale Keitaro stava osservando il giardino posteriore; non sembrava essere volato li per caso, sembrava invece ben fissato al bordo sinistro della finestra, come se qualcuno l'avesse posizionato li in precedenza.
Incuriosito Keitaro prese quel foglio di carta: era piegato su se stesso e chiuso con una spilla comune di colore rosso, preso dalla curiosità il giovane Hyuga decise di rimuovere il sigillo per vedere cosa contenesse il misterioso foglio.
Keitaro, se hai ricevuto questo messaggio sarai ufficialmente divenuto genin.
Ti scrivo per invitarti a seguirmi, non posso dirti dove sono e mai potrò farlo ma ricorda, l'unica cosa ad importare è la forza, segui incondizionatamente coloro che possono concederti il potere, nulla è più importante.
Trovami.
Papà.
Le mani di Keitaro cominciarono a tremare vistosamente, quella era la prova che tanto agognava, suo padre era vivo e voleva essere trovato.
Le lacrime sgorgavano senza tregua dagli occhi perlacei del ragazzo, la gioia incommensurabile nel sapere che suo padre era da qualche parte nel mondo, magari con suo fratello, ad aspettarlo, era indescrivibile e pervadeva ogni parte del suo corpo.
Papà, Papà...Continuava a ripetere singhiozzando, chino sulle sue ginocchia, il piccolo Keitaro.
Il dodicenne si riprese solo dopo qualche minuto, e cominciò a ragionare su come fosse arrivato a lui quel messaggio, evidentemente scritto in precedenza da Hirobumi e probabilmente consegnata a qualcuno di fidato per recapitarla a momento debito.
In più quella salamandra stilizzata doveva per forza avere un qualche significato, ma a Keitaro non ricordava nulla di familiare.
Una cosa era certa: doveva assolutamente diventare più forte per poter ritrovare i membri scomparsi della sua famiglia.