Con il senno di poi probabilmente si sarebbe chiesta cosa le fosse venuto in mente di inseguire Akita e chiedergli di insegnarle. Era pur vero che era più esperto di lei con le armi, ma dall'altro lato lui usava una naginata mentre lei una katana. Però forse poteva davvero aiutarla.
Mirava, Rika, a non sentire la propria arma come scollegata dal proprio corpo, ma come se fosse parte di esso, un'estensione della propria mano. E non poteva limitarsi a sfoderare la katana e a mulinarla davanti a sé sperando di colpire il nemico, doveva sapere cosa faceva, e per fare ciò aveva bisogno di sentirsi in comunione con la propria spada.
"S-sì... Sì, sto bene" Aveva la gola un po' secca, ma niente di irreparabile. Deglutì e il fastidio s'interruppe.
Quando alzò lo sguardo, Rika vide il leggero rossore sulle guance dello Shikibu: chissà cos'aveva pensato vedendola correre verso di lui, ancora coperta di un leggero strato di terra e i capelli un po' più scompigliati.
La richiesta che lei ebbe il potere di scatenare ancora di più quel rossore, facendolo avvampare ancora di più, e Rika si dovette trattenere dal ridacchiare: Akita era un gran timidone, questo era ormai assodato e doveva sforzarsi per cercare di non gettarlo nell'imbarazzo più completo.
Balbettava anche, rispondendole, e questo la fece sorridere con l'intento di rassicurarlo.
"Sempre se non sei stanca!" aveva aggiunto.
Lei lo era, stanca? Sentiva caldo, questo era vero, ma era l'aria secca e il sole che splendeva tra le nuvole a generare l'innalzamento termico. Però stava arrivando una grossa nuvola, perciò in breve tempo la calura si sarebbe attenuata.
Scosse la testa, la Kikimora.
"Sto bene" disse solo.
"Sto bene, posso farcela. Sono una Genin, una Kunoichi del Villaggio della Nuvola, del Paese del Fulmine, non mi faccio abbattere per così poco" Questo era il suo pensiero, questa la sua forza.
Tornarono assieme ai Campi di Allenamento. L'atmosfera era un po' tesa, forse per l'imbarazzo presente da entrambe le parti, ma Rika era certa che quando avrebbero iniziato l'addestramento che Akita aveva in serbo per lei, ogni tensione si sarebbe sciolta.
"Dato che vuoi che ti insegni, mi aspetto che tu faccia esattamente quello che ti dico" aveva esordito così una volta calcata di nuovo la terra dei Campi. La voce dello Shikibu era tornata limpida e forte come all'esame pratico, come quando le aveva spiegato le basi della katana poco prima, come quando le aveva fatto notare le sue mancanze. Era tornato nel suo elemento. Rika annuì solamente.
"Bene, sfodera la tua arma e mettiti in posizione"Rika avrebbe obbedito all'istante, tenendo la parte superiore del fodero con la mano sinistra mentre con la destra afferrava l'elsa e sguainava la katana, andando poi a prendere la stessa posizione usata in precedenza: gambe solo leggermente divaricate con i piedi ben piantati a terra - il destro di poco più avanti del sinistro -, il busto appena appena piegato in avanti, le braccia non completamente distese ed entrambe le mani strette attorno all'elsa. La spada sarebbe stata inclinata in avanti, ma attenta a non posizionarla in modo troppo orizzontale - sarebbe stato controproducente.
Avrebbe preso un bel respiro per prepararsi ad ogni evenienza - non si poteva mai sapere, con questi
maschi.
"Sono pronta"CITAZIONE
"Signora dei fulmini"... mi piace
EDIT: modificato il si, aggiungendo l'accento e ho modificato i codici colore di Akita, passando dal verde all'oro (me l'ha detto Jibril stessa, dandomi il permesso di modificare)
Edited by LibraNoGoldSaint - 20/7/2017, 18:53