| Shorai |
| | Narrato - "Pensato" - <<parlato Shorai>> <<parlato Hikari>> Terminata la presentazione dell’Uchiha, la bella donna disse sottovoce qualcosa con tono fugace e incomprensibile, per poi posare il suo ammaliante e al contempo fulminante sguardo sui tre aspiranti ninja, che erano in attesa di istruzioni. L’esaminatrice come primo passo, esortò i tre ragazzi a controllare il proprio equipaggiamento, segno evidente che l’esame stesse per cominciare. Shorai non se lo fece ripetere due volte e imitando similmente le gesta della donna, avvinghiò anche egli il borsino ninja attorno alla gamba destra per poi mettersi nuovamente in posizione eretta e portare il braccio all'interno del collo alto della maglietta, che faceva da nascondiglio al ciondolo con il simbolo del clan, regalatogli dal nonno in punto di morte, quasi stesse pregando di guidarlo nei suoi passi. Senza aprir bocca, con uno sguardo e un cenno, la sensei invitò i tre studenti a seguirla, dove non si sapeva, ma presto tutto sarebbe stato chiaro, o almeno queste erano le aspettative dei tre ragazzi; che, senza fare domande obbedirono.
E così, in modo silenzioso lasciarono l’aula e poi l’accademia, con una formazione che vedeva l’esperta ninja avanti e i tre ragazzi allineati in modo tale da formare un triangolo. A rompere il ghiaccio fu Shin del clan Aburame, che, si presentò all’Uchiha; il discorso cominciò in modo vago descrivendo un po’ il clan degli insetti e ostentando la fama degli Uchiha che fece destare sul viso dell’interlocutore un’espressione d’orgoglio, che sparì lentamente quando Shin portò il discorso sul piano più personale chiedendo a Shorai quali fossero i suoi obiettivi. Il ragazzo all’udire la domanda manifestò un’espressione al quanto infastidita, poiché non amava parlare di sé, ma forse, le domande poste dall’ormai compagno di squadra, erano solo un tentativo di smorzare quella sensazione di tensione che era nell’aria. Per cui, anche se in maniera forzata e preceduta da un leggero sospiro la risposta arrivò:
<<il mio obiettivo attualmente è diventare genin. Per diventare Hokage bisogna essere scelti, per cui… se dovesse essermi proposto in futuro deciderò al momento.>> Rispose senza sbilanciarsi troppo.
Camminando e parlando, il gruppo formò una fila indiana che presentava: in testa la donna dagli occhi rosso sangue, Shorai appena dietro, seguito dalla ragazza dalla chioma dorata e gli occhi smeraldo, della quale l’Uchiha non conosceva ancora tratti vocali, poiché da quando si era unito al nuovo team ella non aveva ancora aperto bocca; a chiudere la fila c’era il membro del clan degli insetti. Tra un passo e l’altro, Shorai ebbe modo di osservare brevemente, ma meglio, Hikari per cercare di capirne i tratti più evidenti, ovviamente osservandola con la coda dell’occhio, cercando di non farsi notare.
“Questa ragazza non ha mai aperto bocca da quando mi sono unito al gruppo… sembra essere assorta in chissà quali pensieri.”
Di certo Shorai non era il tipo di persona alla quale piacesse valutare gli altri, ma immerso nei suoi pensieri si chiedeva se, dal comportamento fino ad allora mostrato, fosse adatta alla vita da ninja. Osservando la ragazza dalle ciocche bionde era semplice arrivare a conclusioni del genere, ma da come la vita insegna: “mai giudicare un libro dalla copertina” e l’Uchiha, di questo, nel suo profondo ne era pienamente consapevole, magari quella gracile ragazza, aveva in serbo grandi sorprese. Avanzando, il villaggio scomparì del tutto alle spalle del gruppo, sul quale il sole picchiava duro e con il passare dei minuti diveniva sempre più forte, forse perché erano le ore più calde della giornata. Tuttavia, anche se lentamente, il cambio di temperatura si percepiva chiaramente. Tale percezione, diminuì nel momento in cui il team arrivò alla meta, poiché l’attenzione di tutti i membri fu presa del tutto dallo scenario che si parò dinanzi ai loro occhi. L’esaminatore, che per tutto il tragitto era stato in silenzio, richiamò l’attenzione dei tre su di sé, quando il gruppo era nei pressi dell’entrata di un circo abbandonato. La bella donna, con espressione meno aspra di quelle viste in precedenza, guardava con uno sguardo penetrante i suoi sottoposti e con il suo solito caratteristico, poco sottile modo di esprimersi, li istruì sul da farsi. Il compito assegnatogli, era quello di trovare una pietra preziosa semplicemente descritta come una pietra azzurra a forma di cuore chiamata il cuore dell’oceano che, a detta dell’istruttrice; appartenesse ad una nobildonna del paese del fuoco, la quale fu una delle tante vittime di un incidente, che svariati anni prima colpì il luogo. Mentre spiegava minuziosamente tutti i dettagli, l’esperta ninja, girava intorno ai tre; Shorai restando immobile, con la mano destra appoggiata sul fianco, seguiva accuratamente i movimenti che ella eseguiva. Il silenzio regnava sovrano in quel luogo, l’unica cosa ad infrangerlo era il rumore dei passi della donna, che sembrassero seguire un preciso ritmo. La sensei, prima di dare inizio ufficialmente alla missione formò due coppie; una composta da lei e Shin che si sarebbe impegnata a ricercare nell’area ovest del circo; un'altra formata dall’Uchiha e dalla ragazza dagli occhi smeraldo che sarebbe andata in ricognizione nella parte est; il tempo concesso per la ricerca era di un’ora. In ultimo, il capitano, porse ad ogni membro una ricetrasmittente, affinché potessero restare sempre in contatto, dopodiché diede il via e si allontanò affiancata dall’Aburame in direzione ovest come stabilito poco prima. E cosi, rimasero in due, Shorai e Hikari, al primo non piaceva perdersi in chiacchiere ma sapeva che in situazioni simili, la cooperazione assumeva un ruolo fondamentale, per cui decise di rompere il ghiaccio, per cercare di istaurare un minimo di rapporto con quella persona che sembrava essere fuori luogo.
<<tu come agiresti Hikari? Hai qualche idea?>> domandò.
<<n-No… Mi dispiace…>> rispose con voce fievole la ragazza.
Sebbene Shorai, s’aspettasse una risposta simile, cercò di non farsela pesare troppo poiché era sicuro del fatto che, nel corso della missione, la compagna si sarebbe aperta di più.
<<non è un problema, mentre perlustriamo il posto qualcosa in mente ci verrà>> disse cercando di rassicurare la timida compagna di squadra.
Dopo questo breve scambio di parole i due si avviarono nella zona assegnatagli. L’ingresso al circo fu impattante, poiché lo scenario in cui i due ragazzi si trovarono era davvero tetro, lì in quel luogo dimenticato, il silenzio era sovrano. I due non credevano ai loro occhi, quel luogo era talmente desolato che pure immaginarlo nella sua forma originale risultava complicato. Il terreno era arido, l’unico verde che si vedeva, seppur secco; erano le erbacce che ricoprivano alcuni siti del luogo. Dall’entrata, con sguardo rivolto all’orizzonte era ben in vista una mastodontica ruota panoramica, che sembrava volesse sorvegliare quel raccapricciante luogo e alle sue spalle nubi con sfumature di grigio e marrone che sembravano essere un tutt’uno con il terreno. A destra e sinistra del sentiero intrapreso dai due esaminandi, vi erano una schiera di bancarelle, ovviamente vuote e impolverate, costituite di legno ormai marcio a causa del passar del tempo, con delle insegne alcune rimaste a metà, altre che giacevano ai piedi delle strutture. Tra una bancarella e l’altra, vi erano degli altissimi pali, quelli classici da fiera; con apposite bandierine triangolari. A riempire gran parte dello spazio di quel luogo c’erano dei tendoni a strisce bianche e rosse, alcuni piccoli e altri un po' più grandi. Hikari, dava l’impressione di essere rimasta al quanto turbata alla visione di quello scempio.
<<stai tranquilla Hikari non farti abbindolare da strani pensieri, questo è semplicemente un luogo abbandonato, niente di più.>> disse l’Uchiha con l’intento di rasserenare la compagna.
All’udire di quelle parole, il viso della ragazza sembrava essersi liberato dall'espressione di paura che un attimo prima, aveva preso in ostaggio il suo liscio e bianco viso. Camminarono per un bel po’, facendo attenzione ad ogni posto, ogni tendone ed ogni bancarella, ma l’unica cosa che i due trovavano era il vuoto assoluto. Intanto, Shorai era profondamente perso nei suoi pensieri:
“Cercare una pietra preziosa in un luogo come questo, equivale a cercare un ago in un pagliaio… inoltre il tempo scorre inesorabile, ed io vorrei trovare quella pietra prima che il tempo scada. Se continuiamo così ad andare per tentativo, non ce la faremo. Abbiamo bisogno di elaborare una strategia.”
E mentre questa riflessione fluiva nella sua mente, la grande ruota panoramica era sempre ben in vista, fu così che fermando un attimo i suoi passi gli venne un’idea.
<<seguimi Hikari, mi è venuta in mente un’idea… non possiamo andare ancora avanti affidandoci al caso inoltre il tempo scorre, dobbiamo elaborare una strategia efficace.>>
Intanto Shorai aumentava gradualmente la velocità dei suoi passi, correndo in direzione della grande ruota, Hikari lo affianco avendo già forse, minimamente compreso l’intenzione del compagno.
<<s-Scusa Shorai che hai in mente? E dov’è che siamo diretti?>> chiese per sicurezza.
<<alla ruota, seguimi.>> ribatté l’Uchiha.
E cosi, a gran velocità, i due ninja arrivarono ai piedi della ruota. Essa era composta di ferro arrugginito, talmente alta che i due al suo cospetto sembravano coccinelle. All’epoca sembrava avesse all’incirca trenta cabine sulle quali far salire le persone, adesso qualcuna in meno.I due, saltarono da una cabina all’altra facendo la massima attenzione poiché quella ruota sembrava essere molto vecchia e mal messa. I tetti delle cabine erano scivolosi a causa della polvere della quale essi erano ricoperti, inoltre qualche tetto era anche bucato. Infine, arrivarono sulla cabina posta sul punto più alto della ruota e da lì si vedeva chiaramente quale fosse la fisionomia dell’intera area, inoltre soffiava un piacevole venticello che accarezzava i visi dei due compagni dando un lieve sollievo.
<<hikari siamo venuti qui, perché così possiamo avere una visione completa dell’area.>>
Appena quelle parole furono scandite, lo sguardo del ragazzo e della ragazza furono rapiti da un punto in particolare. In un punto un po' distaccato dal resto del circo, vi erano tre grandi tendoni, davano l’impressione di essere stati messi lì per catturare di proposito l’attenzione di chi godesse della vista regalata dalla grande ruota panoramica.
<<adesso sappiamo dove andare.>> Sentenziò Shorai.
Hikari non aprì bocca, ma con un accenno di sorriso annuì, comunicando di essere d’accordo con il compagno. Quindi, fecero una discesa rapida e una volta poggiati i piedi a terra, si mossero in direzione della nuova meta. Non impiegarono molto ad arrivare all'entrata dei tre tendoni, i quali erano uno uguale all'altro, stessi colori e stesse fantasie, identici. L’area nella quale i tre tendoni erano situati, era recintata.
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