Anima di ferro, cuore d'acciaio, Fuyuki Hyuga - Sessione Autogestita #4 (Speciale)

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view post Posted on 13/7/2017, 20:05     +1   -1
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Che meraviglia, essere liberi dalle incombenze quotidiane e poter finalmente godere della tranquillità che solo quel posto era in grado di trasmettere. Non era facile nemmeno per quelle fronde verdi e luccicanti cancellare dalla mente le tetre immagini forgiate dall'odio della volpe; ne aveva già parlato con sua moglie, trovando da parte sua un racconto ugualmente atroce. Gli aveva narrato di com'era terminata la sfida al matrimonio - e a giudicare dall'esito, Fuyuki fu quasi grato che quel maledetto Kizoku avesse tirato le cuoia - così come della strage che aveva devastato il cuore del clan... nell'apprendere quella notizia, il jonin era rimasto sconvolto dal peso che la fanciulla aveva dovuto sopportare durante gli ultimi giorni e fu lieto che, almeno nei suoi confronti, le malelingue si fossero parzialmente sedate, smorzate dalla riconoscenza per le azioni compiute. Da parte sua, però, non ci sarebbe stato alcun interesse, né tantomeno solidarietà. Lui era un guerriero e quel posto, quel piccolo angolo di paradiso dalle tonalità splendenti e accese, gli ricordò per cosa combatteva. Per la sua famiglia, per il suo popolo, per i suoi ideali, non di certo per la gloria di un clan che basava tutta la sua opulenza sul sangue che teneva unite le pietre che costituivano le fondamenta della residenza.

Dopo il primo giorno, trascorso in serena compagnia dei loro fratelli animali, i due Hyuga erano stati infine convocati per discutere il motivo della loro visita. Di fronte alla maestosa figura di Mujinahen, come sempre, l'eremita non poté che presentarsi con un leggero inchino del capo, in segno di sincera riverenza. Ancora una volta entrambi, per la prima volta anche in presenza della custode del Seishin no Tsuri, erano pronti a decidere quale sarebbe stata la posizione dell'eremo nei confronti del problema emergente. La fioca luce delle candele che baciavano la sala del trono, immersa nei meandri della bianca torre che svettava al centro dei ruderi abbandonati nella foresta, bastava appena per illuminare i grandi occhi scuri del tasso, semichiusi ma chiaramente posati sulle figure dei due cuccioli che aveva di fronte.

- Chiaki, Fuyuki, vi ringrazio per aver messo da parte i vostri compiti e di essere qui, oggi. - iniziò con educazione, lasciando che la sua voce grave risuonasse nell'ampia sala.

- Dovere, Mujinahen-sama. La sicurezza dell'eremo è una nostra priorità. - fu la risposta pronta del giovane, nei cui occhi l'anziana creatura avrebbe incontrato una nuova sfumatura di decisione.

- Per la famiglia questo ed altro. - ribatté invece la kunoichi, l'unica lì in mezzo capace di sfoggiare un'espressione più solare ed amabile.

Terminati i convenevoli, il capostipite dei mustelidi passò in rassegna lo sguardo di ognuno di loro. Quant'erano cresciuti, negli ultimi anni... ricordava ancora la ragazzina balbuziente ed impacciata, così come il giovane speranzoso e sempre pronto a scommettere negli altri. Davanti adesso aveva due fieri ninja, così diversi ma profondamente legati dal loro amore e dal destino che li aveva eternamente vincolati a difendere quel luogo, al suo fianco. Fu infatti con dispiacere che l'evocazione cancellò quei pensieri dalla mente, in modo da poter tornare a trattare l'argomento più scottante.

- Cosa sapete dei Bijuu?

Di fronte al cenno di dissenso da parte di Fuyuki e alla smorfia estremamente perplessa di Chiaki, Mujinahen non poté che sorridere. Lui apparteneva a quel mondo da ben prima che i coloni raggiungessero il continente; i suoi occhi avevano visto guerre, morte e distruzione oltre ogni immaginazione, mentre loro... erano cuccioli, dopotutto. Troppo giovani per poter conoscere una storia tanto antica, tenuta segreta per il terrore che il solo nome di quei mostri riusciva ad instillare nei cuori di chi aveva vissuto quel periodo di caos.

- Matatabi, Son Goku, Kokuō, Gyūki, Kurama, Chōmei, Saiken, Isobu e Shukaku.
Cercoteri, Bijuu, Bestie Codate, gli appellativi usati nei miti sono molteplici. Al giorno d'oggi, le leggende sul loro conto narrano storie di morte, disperazione, sangue. C'è chi li dipinge come frutti della terra stessa, chi invece crede siano l'incarnazione della punizione dei Kami, adirati per l'avidità e le brame dell'uomo. La verità, in realtà, è un'altra...


Prese una pausa il sommo, mentre le pareti già tremavano per l'atrocità del messaggio che avrebbe finalmente trovato voce.

- Queste creature esistono davvero.

Oh, notò immediatamente il terrore farsi largo negli occhi dello shinobi. Come lui secoli addietro, aveva da poco avuto un piccolo assaggio della devastante potenza di quei mostri. Yin, dal canto suo, si era rivelato parecchio esaustivo nel raccontare al capostipite ciò che aveva visto qualche giorno addietro, permettendogli di riconoscere immediatamente quale fra i cercoteri Fuyuki avesse incontrato e anticipando di fatto ogni sua domanda a tal proposito.

- Kurama, Kyūbi, il Demone a nove code. Questo è quanto hai visto, Fuyuki-chan.

Di fronte a quella scottante rivelazione, l'eremita non poté che abbassare lo sguardo. Non si chiedeva perché avesse visto solo sei delle nove code di cui Mujinahen aveva parlato. No, la domanda era diversa. Perché era ancora in vita? Per quale ragione la volpe non aveva permesso alla sfera di chakra di portare devastazione come una tempesta dispensatrice di morte? Perché, perché, solo domande e nessuna risposta. Tutto ciò lo mandava su tutte le furie, facendo sprofondare il suo cuore nell'angoscia e tenendo il suo sguardo ancorato al suolo. Al contrario, la kunoichi non fu in grado di trattenere la solita curiosità che aveva sempre mostrato, in ogni occasione.

- Come mai adesso? Dove sono state nascoste per tutto questo tempo? - domandò, come immergendosi nella narrazione del sommo.

- Quando ero ancora un giovane combattente, girava voce che fossero stati sigillati. Per secoli, da allora, il mondo ha avuto la fortuna di non conoscere i demoni... fino ad oggi. Quel giorno, quando avete sconfitto la Pantera di Akatsuki, anch'io ho percepito quell'energia. Il dubbio che si trattasse proprio dei Bijuu mi ha tormentato, privandomi del sonno e della lucidità. Ho sperato di sbagliarmi, ma adesso ne ho la conferma.
Ancora una volta, l'umanità è chiamata a combattere questo tremendo flagello.


Ed era lì che la conversazione rischiava di accendersi. Prima ancora che potesse continuare, Fuyuki trovò finalmente il coraggio di alzare lo sguardo ed incontrare gli occhi profondi e magnetici del sommo. Sapeva cosa gli avrebbe chiesto e questa volta voleva essere lui ad anticipare la sua domanda.

- I mustelidi non combatteranno questa guerra.

No, non avrebbe permesso che la sua famiglia corresse un rischio del genere. Non era passato poi molto tempo da quando la serenità di quel luogo era stata brutalmente dilaniata dalla follia di Jagura; a stento i combattenti, ma soprattutto gli indifesi, erano riusciti a superare quell'orrore, rimanendone però colpiti in maniera indelebile. Scendere in prima linea era una follia, di questo era certo. Lui aveva visto con i suoi occhi di cosa quei mostri fossero capaci, così come la foga che quei maledetti avevano mostrato nel loro dannato piano per risvegliarli... ma nella certezza di saperne abbastanza, aveva dimenticato che Mujinahen conosceva il problema decisamente meglio di lui. Tuttavia il sommo non usò arroganza, bensì calma per smontare la decisione arbitraria del giovane.

- Hai ragione, Fuyuki-chan. Combattere contro quei mostri è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento. Dimentichi però che anche tu e Chiaki fate parte di questa famiglia... e non è da escludere che i vostri doveri possano portarvi ancora una volta ad incrociare la strada dei demoni.

- Credo che alcuni nostri fratelli non si perdonerebbero, se ci dovesse succedere qualcosa. Dovremmo lasciare a loro la possibilità di scelta. Yin per esempio potrebbe andare in escandescenze se prendessimo noi questa decisione. - intervenne Chiaki in sostegno del sommo, ricordando il periodo in cui Fuyuki la escludeva volutamente dall'azione per proteggerla.

"Questa è una coalizione, maledizione."
Seppur ancora scettico riguardo ad una simile decisione, lo Hyuga non poté che chinare il capo e mettere da parte le sue idee, per accettare il compromesso. Quella scelta avrebbe comunque rispettato la sua volontà, ma avrebbe comunque permesso a chi lo desiderava di affiancare i loro fratelli in quell'ardua battaglia che li attendeva.

Potete entrare, adesso.

Oh sì, a differenza dei due amanti l'anziano tasso s'era accorto immediatamente dei curiosi giunti lì per origliare la loro conversazione. Dopo il suo richiamo, la maggior parte dei combattenti dell'eremo si fecero avanti, abbandonando la penombra della sala e degli androni ad essa collegati. Borbottando, Aki e Fuyu saltarono sulle spalle del loro fratello, mentre Kamatari e Fuikuzuna affiancarono la dolce kunoichi. Con il solito ed immancabile sigaro acceso, invece, Okojo raggiunse per ultimo il gruppo, facendosi attendere come una vera celebrità. Non appena il sommo ebbe allungato il suo bastone da passeggio verso di loro, facendo dondolare i campanelli sulla sua sommità, tutti fecero lo stesso. Aki tese il suo shuriken gigante, seguita dai kunai di Fuyu; le due donnole alzarono in alto la kama e la dai-katana, imitati poi da Chiaki e Fuyuki, i quali mostrarono con orgoglio rispettivamente l'arco ricavato dal legno dell'albero sacro, lo Shizen no Chinmoku, e Namida, la leggendaria lama tramandata agli eremiti degni d'impugnarne l'elsa. L'unico a non poter fare altrettanto - vedendosi pertanto costretto a saltare invano al centro del cerchio formato dai presenti - fu il povero ermellino dal pelo bianco, il quale non fu abbastanza pronto da permettere al suo sigaro di incrociare tutte le altre armi.
E di fronte alla determinazione ardente dei suoi fratelli, Fuyuki non poté far altro che mettere da parte le sue insicurezze e sorridere, mentre pronunciava il loro inno alla battaglia.

Ciò che è morto non muoia mai.

Anziché fare una role come proposto a Bloody, ho ritenuto necessario chiedere a Karen di aiutarmi con i dialoghi del suo PG, facendola presenziare. Dovendo ruolare le evocazioni, non potevo assolutamente trascurare né il concetto di famiglia, né il ruolo che Chiaki ricopre all'interno della gerarchia dell'eremo.
 
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