Discorsi da grandi, Role libera fra Kataritsuen (png Kakusei) e Chiye Koizumi (png BloodyRose)

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view post Posted on 12/7/2017, 10:21
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Artificial Flower's Lullaby

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Kataritsuen alzò gli occhi, piantandoli in quell'unica iride ambrata della donna di fronte a lui. L'espressione era immota, fredda quasi, ma lo si poteva capire: aveva appena concluso la riunione più importante della sua vita, e non era andata secondo le più rosee previsioni.
I capelli neri facevano contrasto con l'incarnato pallido, su cui le gemme glaciali che aveva al posto degli occhi creavano un effetto ancora più etereo, mistico in un certo senso, considerato il ruolo che il giovane ricopriva.

Guardò attentamente la Tsuchikage, poi con lentezza annuì. Non sapeva cosa quella donna volesse, ma aveva abbastanza informazioni su Chiye Koizumi da sapere che si trattava di una donna scaltra, orgogliosa e molto caparbia. Degna regnante della Roccia, aveva una determinazione difficile da infrangere, e se in quel momento le avesse detto di andarsene, o avesse chiesto a Satoshi e Hajime di restare, la già fragile alleanza che era riuscito a stringere coi Kage avrebbe subito un altro colpo.

Si voltò quindi verso Hajime, che era ancora più pallido di quando era entrato in quella sala. La tensione lo portava a deglutire spesso, e a stringersi a più riprese i bordi della giacca. Avrebbe dovuto parlarci, più tardi... Ma prima lui e suo padre dovevano riposare.

«Satoshi-san, Hajme-kun... Precedetemi, vi raggiungo tra poco.»

Gli altri Kage se n'erano già andati, così come la maggior parte dei membri di Taisei. Molti si stavano preparando per lasciare il monastero al seguito delle delegazioni dei vari Paesi che avrebbero accompagnato, dato che i ruoli erano già stati assegnati, quindi solo i due studiosi e il Leader restavano indietro nella sala.
Satoshi guardò Kataritsuen, poi la Koizumi, poi il figlio, poi di nuovo la Koizumi. Annuì, chinò rispettosamente la testa, e fece un cenno al figlio che, come un automa, si alzò e lo seguì.
Si chiusero la porta alle spalle, e il leader dell'Ordine, in piedi dietro il tavolo che manteneva come separazione fra lui e la donna, guardò di nuovo Chiye negli occhi e si sistemò il medaglione, ora privato delle pietre che lo appesantivano.

«Mi dica, Tsuchikage. La ascolto. Cosa voleva sapere sul Kyo Dan?»
 
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view post Posted on 3/8/2017, 21:20
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Quelle gemme glaciali si posarono nuovamente sull'unica color ocra della Koizumi, scrutandola con una freddezza che in molti le avevano rivolto. Dal momento della sua nomina, non avevano fatto altro che giudicarla dall'alto verso il basso, cercando con ogni mezzo di farla crollare, aspettando il momento più opportuno per colpirla. Seppe contrastarlo quello sguardo, con un sorriso sulle labbra, come aveva sempre fatto; aveva perso un occhio, ma quell'altro rimastole sapeva esprimersi egregiamente, assottigliandosi appena, esprimendo sicurezza per reggere lo sguardo del bel Kataritsuen. Non appena cedette alla sua richiesta, acconsentendo ad accogliere il suo piccolo, innocuo, capriccio, l'espressione della Koizumi si risolse in un riso ancora più marcato.
Un rilassato accenno del capo fu il suo tacito ringraziamento, mentre questi chiedeva cortesemente ai due ricercatori di lasciarli soli; completamente assorbita dall'uomo che aveva attratto il suo interesse, soltanto con la coda dell'occhio poté notare il vecchio Satoshi rivolgerle più di uno sguardo, prima di chinare rispettosamente la testa e uscire insieme col pargolo un po' troppo cresciuto.
Ben presto furono completamente soli nell'ampia sala che aveva accorto gli esponenti più importanti del mondo ninja, l'uno davanti all'altra, silenziosi, a scrutarsi attentamente con un semplice tavolo a far da divisorio. Solamente quando la porta d'ingresso alla sala fu chiusa alle spalle dei ricercatori Kataritsuen prese parola, appellandosi a lei per il titolo che le apparteneva, mentre sistemava il ciondolo adesso sprovvisto delle pietre che aveva loro consegnato. Soffiò appena la Koizumi, come stesse trattenendo una mezza risata.


Andiamo, Kataritsuen-san.. siamo soli, non mi sembra affatto il caso di mantenere tutta questa formalità. - rispose affabile, con le braccia intrecciate poco sotto il seno, avvicinandosi al tavolo, scostando piano le caraffe e i bicchieri. - Non dopo un'accoglienza come quella che ci avete riservato. A questo tavolo le sedie sono tutte uguali, così come le persone che vi si sono adagiate sopra.. era questo il messaggio, giusto? - sorrise, adagiandosi morbida sul tavolo, prendendo posto proprio davanti al giovane uomo, col busto rivolto verso sinistra, di modo da poterlo guardare. A differenza di altre volte, non mostrò spudoratamente le gambe al suo interlocutore, ma si limitò ad accavallarle, la sinistra sulla destra, lasciandole penzoloni oltre il limitare della superficie in pietra. Doveva studiarlo.

Voglio sapere ogni cosa. - continuò serena, mentre si sistemava e poneva la sinistra sul tavolo, leggermente indietro rispetto all'asse del suo corpo, per sorreggersi e la destra a posarsi morbida sulla coscia. - Chi sono, quali sono i loro scopi, come hanno fatto ad arrivare al sigillo prima di voi, chi è il loro capo.. tutto. - sottolineò quell'ultima parola con una certa convinzione, continuando ad osservarlo dritto negli occhi. - Come ho detto, se loro sono la causa della sofferenza del mio popolo e del nostro mondo, voglio vederli pagare per le loro malefatte. - ancora un sorriso, sempre accattivante eppure portatore di quel messaggio forte, che sembrava incidere a chiare lettere da che parte la Roccia fosse schierata in quel tragico susseguirsi di eventi.

(Siete gli unici a poterci aiutare.. scontato, eppure non troppo. Non sono ancora convinta che tutta questa storia delle pietre possa realmente funzionare, e non posso sapere quanto di vero uscirà dalle sue labbra su questa fantomatica organizzazione. Sicuramente cercherà di portare acqua al suo mulino, avvalorando la sua causa. Lasciamogli credere di essere un bravo diplomatico; dopotutto, mi servono quante più informazioni possibili e per ottenerle devo riuscire ad ottenere la sua fiducia.)

 
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view post Posted on 4/8/2017, 17:33
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Kataritsuen alzò leggermente le sopracciglia, ma non si mosse di un millimetro in tutto il tempo in cui Chiye si alzò, si mise comoda, sorrise, invitò a rilassarsi nei modi e negli atteggiamenti.
Il ragazzo però non era rilassato. Nemmeno teso, non troppo almeno... Ma la postura era sempre rigida, marziale quasi.
Cionondimeno, il tono si fece più tranquillo e morbido.

«Mi fa piacere che lo abbiate capito... Koizumi-san.» Abbandonò i formalismi come richiesto, alzando lievemente gli occhi per tenerli puntati in quello della Tsuchikage. «Di fronte a una minaccia del genere, siamo tutti uguali e chiamati a fare ugualmente la nostra parte. I vostri titoli... Il vostro potere come Kage significa solo la responsabilità di fare qualcosa. Così come io ho la mia, come Leader del Taisei, così come Hajime-kun e Satoshi-san hanno la loro. Tutti qua siamo chiamati ad agire, al massimo delle nostre possibilità.»

Gli occhi del ragazzo virarono qualche istante sulla sedia che era stata occupata dalla Raikage. Palese la preoccupazione che adombrò il suo viso giovane, ma non ne fece parola, tornando a guardare Chiye che, da donna abituata a prendersi quello che voleva, era andata subito al punto. Il Kyo Dan: voleva informazioni su di loro, e dato che dovevano fronteggiarli, Kataritsuen annuì e andò a sedersi alla sedia da cui aveva parlato prima. Si trovava più in basso rispetto a Chiye, ma la cosa non sembrava dargli fastidio. Accavallò le gambe e incrociò le braccia, assumendo un'espressione seria e ombrosa.

«Il Kyo Dan... Sono nostri nemici da sempre. Si potrebbe quasi dire che il Taisei sia nato con lo scopo di arginare questi pazzi invasati che desiderano le Bestie Codate libere.» Un'ottima introduzione, insomma. Proseguì senza troppi indugi. «Il loro capo si chiama Manpeiko... È una donna, anziana ma comunque molto abile e pericolosa. Non ci siamo mai scontrati direttamente io e lei... Ma lo fece il mio predecessore. Probabilmente presto toccherà farlo anche a me... Dubito non sappiano ancora chi è a capo del Taisei, dopo che sono riusciti a uccidere Mana nel luogo del sigillo.»

Fece un breve respiro, e riprese a parlare.
«Il loro scopo è di tenere i Bijuu liberi... Ma non per una qualche etica o inneggiamento alla libertà come valore assoluto. Loro vogliono il loro potere. Già ne utilizzano di antico, come noi... Chakra primigenio scinto dal Ninjutsu che i vostri Shinobi adoperano per combattere. Loro... Questi pazzi... Sono convinti che i Bijuu, riconoscenti verso i loro salvatori, concederanno loro i segreti del loro potere.»

Sbuffò una risatina amara, rassegnata, e scosse la testa in totale disapprovazione.

«Secoli di lotte... Di sofferenza... E ancora non hanno capito niente. I Bijuu hanno menti singole, personalità, voleri... E questi voleri non sono mai rivolti al genere umano. Mai.»
 
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view post Posted on 8/12/2017, 21:24
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Sorrise affabile al gradimento espresso verbalmente dal coetaneo, avvicinatosi per prendere posto nella sedia che aveva occupato sino a quel momento. Nonostante mantenesse una certa rigidezza nella postura, che sembrava conferirgli un fascino del tutto particolare, da uomo tutto d'un pezzo, coscienzioso, sicuro dei propri mezzi, fu il tono della sua voce - appena più rilassato rispetto a prima - a tradire una certa apertura nei suoi riguardi. La guardava negli occhi mentre le parlava, e lei sosteneva il suo sguardo con una caparbietà e una sicurezza che forse una qualsiasi altra donna non avrebbe avuto, sola, con un uomo tanto misterioso dinnanzi. Di suo la femme fatale stava scrutandolo, studiandolo. E lo vide distogliere lo sguardo soltanto per lanciare un'occhiata verso il seggio prima occupato dalla Raikage, quasi con esso volesse esprimere quello che le parole celavano. V'era un oceano tempestato di preoccupazioni dietro quella sicurezza apparente, e Chiye lo sapeva bene; chiunque avesse in mano un minimo di potere doveva mostrare qualcosa, essere saldo, nascondere timori, paure, pensieri. Un gioco crudele, dove si doveva soffrire in silenzio. Non s'espresse però sulla questione Reisei; non voleva tirarla in ballo, facendo passare in secondo piano quello che realmente era d'interesse per lei. Oramai era andata, e quell'uscita da parte della sovrana della Nuvola era comprensibile da un certo punto di vista, e allo stesso tempo altamente stupida. Prima o poi si sarebbe pentita di aver gettato l'opportunità di avere un'arma contro qualcosa di molto più potente di loro.
Oh ascoltò attentamente le parole di Kataritsuen, dalla prima all'ultima, gustandosi nel mentre quell'atteggiamento chiuso, quell'aspetto un po' ombroso che tanto l'incuriosiva. Ovviamente si aspettava ogni briciolo di disprezzo e di enfasi negativa nel discorso riguardante la fazione opposta, ma quello che ottenne non furono soltanto disprezzo e nozioni striminzite e di poco conto. Beh.. in realtà striminzite lo erano, o perlomeno essenziali, ma a prescindere da tutto aveva adesso una nozione in più rispetto ai suoi colleghi degli altri paesi. Non soltanto i demoni parevano possedere un'intelligenza, un carattere, ma entrambe le fazioni erano in grado di combattere facendo uso di quel chakra spaventoso, percepito durante la breve riunione di poc'anzi.. e ricordava bene il fremito che aveva percorso il suo corpo, una volta che Kataritsuen aveva attivato il suo pendente. Storia interessante e preoccupante al contempo. La sua espressione si fece grave, e i suoi occhi si abbassarono per qualche secondo. Appena il tempo di un abbaglio.


(Quella, ne sono sicura, era soltanto una minima parte del potere del chakra primordiale. Era una dimostrazione dopotutto, atta a farci comprendere.. e se sia il Taisei che il Kyo Dan sanno utilizzare un ammontare di potere così spaventosamente enorme significa che sono più pericolosi di quanto potessi immaginare. Se solo potessi mettere mano a una conoscenza simile..)

Sarebbe stato grandioso poter attingere al chakra primigenio, e controllarlo allo stesso modo in cui Kataritsuen aveva dato dimostrazione davanti ai sovrani delle terre ninja. Avrebbe significato essere una spanna sopra tutti, un vantaggio strategico che la Roccia avrebbe sicuramente gradito considerato quanto sospetto serpeggiava contro. Ma qual'era l'altra faccia della medaglia? - L'umanità non cambierà mai, Kataritsuen-san. - s'intromise, non appena il giovane leader del Taisei s'espresse in quella risatina colma d'amarezza, tornando a guardarlo negli occhi, pacata, quasi la discussione non fosse poi così strana per una come lei. Difficile dire cosa provasse quando quegli occhi di ghiaccio erano puntati sulla sua figura. - Bene, male.. sono tutti punti di vista. Ognuno di noi nasconde ideali, pensieri, voleri, brame; fa parte della natura umana. Siamo animali.. - sorrise - ..che invece di lottare uniti per la nostra sopravvivenza, ci facciamo la guerra persino per appurare se l'acqua sia trasparente o meno. - concluse, mentre trascinava sul tavolo il proprio bicchiere e lo riempiva d'acqua. Un paragone calzante, per far comprendere quanto futile potesse essere il motivo di una guerra, verbale o fisica che fosse; un parere contrastante su un qualcosa di evidente era più che sufficiente. - E' un bene che questa.. - e prese un attimo, per cercare di ricordare il nome della donna che aveva menzionato - ..ah si, Manpeiko, o chi per lei, non sappia della tua nomina. Possiamo sfruttare la loro ignoranza a nostro vantaggio, garantendoti maggiore protezione per quello che ci apprestiamo a fare. - sollevò il bicchiere, portandolo alle labbra con una sensualità così naturale che avrebbe fatto venire i brividi persino al più frigido degli uomini.

Bevve un sorso, quindi sollevò una gamba sul tavolo, mettendosi comoda, come fosse al suo seggio; fece scivolare morbidamente il bicchiere di vetro fra le dita ancora mezzo pieno, reggendolo dalla parte alta del calice, poggiando quindi sulla gamba il corrispettivo braccio. Una posa quella tanto disinvolta quanto sensuale; voleva tirare un po' la corda, senza però esagerare. -
Ma dimmi.. - e il suo sguardo, per quanto supportato da un unico occhio color ocra, s'assottigliò come quello di un felino attratto da qualcosa di interessante, eppure triste - ..è vero quello che ho sentito? Se dovessimo attuare questo piano, e rinchiudere i demoni dentro le pietre che ci hai dato.. il rituale finale ti toglierebbe la vita? - chiese senza mezzi termini, aspettando una conferma senza mirare direttamente a cosa intendesse sapere. Non era la sua vita il quesito, per quanto potesse sembrare, ma il prezzo della manipolazione e dell'utilizzo di quel chakra tanto potente, tutto in un colpo solo, tutto concentrato. Eppure quella punta di dispiacere insita nel suo tono di voce era reale. Quel ragazzo le piaceva davvero, forse un tantino troppo rispetto agli standard di qualsiasi altro uomo avesse avuto il coltello dalla parte del manico come adesso ce l'aveva Kataritsuen. Ma si sa.. giocare con la lussuria è un'arma a doppio taglio.



10.000 volte scusa non sarebbe abbastanza, quindi mi limito a dire che cercherò di ingranare, impegni permettendo. Riprendiamo, che Chiye ha voglia di limoncello.
 
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view post Posted on 14/12/2017, 10:30
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Ascoltò con un lieve sorriso amaro che gli incurvava le labbra giovani, ancora non adombrate da nessun filo di barba. Il cinismo freddo di Chiye ricevette un breve sospiro come risposta, e un leggero scuotimento del capo.

«Siamo più che animali. Abbiamo superato la costrizione dell'istinto sostituendola con il raziocinio. E questo, come dite voi...» concesse con un gesto della mano guantata «Ci porta a voler imporre la nostra visione su quella degli altri.»

Continuò a guardarla anche mentre beveva, ma non con il lustro e il desiderio che probabilmente la regnante era abituata a vedere negli occhi di chi la osservava. Lo sguardo chiaro di Kataritsuen era di semplice e pacata attesa, aspettava finisse di bere per poter riprendere la conversazione. Le gambe del ragazzo continuavano ad essere accavallate, ma aveva rinunciato alle braccia conserte in favore di una postura più morbida.

Tuttavia, si irrigidì immediatamente non appena Chiye aprì bocca di nuovo. Gli occhi si fecero freddi per un istante, e il viso imberbe acquistò almeno sei o sette anni di vita.
Era palese che la Tsuchikage avesse colpito un tasto male accordato, ma la sinfonia doveva comunque proseguire.

«Sì, è così.» Inutile stare a girarci troppo attorno. L'eccessiva premura dei suoi sottoposti aveva scoperchiato un vaso di Pandora che avrebbe preferito tenere nascosto. Fingere che non fosse successo nulla avrebbe solo peggiorato la situazione già abbastanza precaria... E aveva disperatamente bisogno di tutti gli alleati possibile. «Ma non è qualcosa di cui dovete preoccuparvi. Tutti i Leader del Taisei assumono il loro ruolo consci di quello che devono essere pronti a fare. E io non sono diverso.»
Fissò con orgoglio e fermezza l'unico occhio della donna, rendendo manifesta tutta la sua determinazione.
«Se riusciremo nel nostro intento, e le nostre forze saranno in grado di contenere tutti i Bijuu, allora il mio sacrificio sarà l'unica cosa che ci separerà dalla pace. È la legge dello scambio equivalente... Nulla viene concesso per nulla.»

Reclinò appena la testa di lato, ammorbidendo la voce e l'espressione.

«Voi fareste lo stesso per il vostro villaggio, Koizumi-san. Non è così che scegliete i vostri Kage?»

No, non era ingenuità. Il sorriso poteva anche essere gentile e morbido, ma gli occhi la fissavano attenti, in attesa. La stava mettendo alla prova.
 
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view post Posted on 11/4/2018, 22:58
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Un uomo piuttosto intelligente, quello che aveva davanti agli occhi. Determinato, cauto. Quegli occhi d'un azzurro tanto limpido erano attraenti quanto quell'alone di mistero che lo ammantava, magnetici come magnetico era l'infinità del firmamento, e quelle sue parole un commisto di sottigliezza, accondiscendenza e disarmante candore. Non si era fatta scappare quella strana resistenza al suo fascino femminile, né tantomeno quell'atteggiamento a tratti chiuso nei suoi confronti. Nonostante potessero definirsi alleati, Kataritsuen era e rimaneva una roccaforte inespugnabile, nella sua postura e nello scambio verbale. Chiye, con quel suo sorriso appena accennato sulle labbra, nemmeno volesse nascondere quella appena marcata tristezza trasparita forzosamente dal suo tono, l'osservò. Quel che vide era un forte senso d'orgoglio, e una fiducia smisurata nella giustezza dei propri ideali. Sospirò. - Probabile. - rispose, portando ancora una volta il bicchiere alle labbra per poter gustare un altro sorso. - Francamente non ricordo di aver mai avuto l'opportunità di scegliere chi seguire, ma conosco bene il motivo per il quale il mio popolo ha scelto di seguire me. - sorrise serafica, reclinando anch'ella appena il capo per poterlo guardare con maggior leggerezza. Era palese che alludesse alla sua nomina acclamata a seguito della guerra mossa al Divoratore, dopo che l'ultimo degli Hokori aveva abbandonato il suo seggio per avere salva la vita. Sospettava che, seppur in maniera del tutto superficiale, avesse sentito quella pomposa storia. Aveva fatto il giro del mondo quella notizia, dopotutto. Abbassò lo sguardo, poggiando nuovamente il braccio sulla gamba. - Da questo punto di vista ci somigliamo, ma sai.. - proseguì, sollevando provocante la gamba rimasta penzoloni oltre il tavolo e scostando il bicchiere per non versare il poco contenuto rimasto. - ..tutti hanno paura di morire.. i guerrieri, i civili.. - sinuosa s'allungò verso il lato opposto, "artigliando" col tallone il bordo e scivolando piano sulla pietra come una serpe, non smettendo nemmeno per un istante di scrutare quell'uomo così dannatamente inafferrabile. - ..persino tu. - e sorrise, accavallando le gambe completamente nude, mantenendo pudore pur nei limiti estremi. Qualsiasi uomo, a quel punto, sarebbe caduto nella trappola della lussuria. Quei movimenti, quella pelle pallida, quelle curve, erano come il canto di una sirena. Magnifico e letale. Bevve l'ultimo sorso d'acqua, poggiando definitivamente il bicchiere sul piano. - Non hai bisogno di indossare quella maschera con me, Kataritsuen-san. So cosa stai provando, e nasconderlo dietro discorsi da condottiero non cambierà le cose. - e scese definitivamente dal tavolo, guadagnando nuovamente la posizione eretta e avanzando di qualche passo in sua direzione, lasciando che la veste ricadesse sulle sue gambe. - Tutto quello che desidero è aiutarti, né più né meno. Non sarei qui, fosse il contrario. - era a pochi passi da lui, mentre concludeva quel breve discorso. Sapeva di aver pizzicato nuovamente quella corda dolorosa, ma l'aveva fatto con una soavità infida. Era giunto il momento di giocare quell'ultima carta, per poter avere libero accesso a delle informazioni altrimenti custodite preziosamente, per poter abbattere quella parete spessa e glaciale. Certo non poteva avere la certezza concreta della buona riuscita suo piano, pur qualora quell'incontro si fosse mosso nella direzione che aveva sottilmente imposto, ma come accennato giocare con la lussuria può essere molto pericoloso e il rischio faceva parte del suo essere sovrana.



Ciaone Kataritsuen. E' stato un piacere conoscerti. #nolimoncellonoparty
 
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view post Posted on 13/4/2018, 23:49
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Tutti avevano paura di morire, disse lei. E Kataritsuen non negò, anzi, rimase in silenzio deglutendo piano, con gli occhi ora più cupi come cieli tempestosi.
Fissò l'unico ambrato della Tsuchikage anche quando lei, con una mossa che della seduzione era capolavoro, accavallò le gambe e scese sinuosamente dal tavolo.
Un battito di ciglia, un'espressione fredda di chi è stato colto in flagrante ma che è deciso a mantenere la sua dignità e determinazione.

«Sì, Koizumi-san. Ho paura di morire.» A quel punto, faceva una figura migliore ad ammetterlo, con lei. «Ma ho più paura di quello che succederebbe se io rimanessi in vita.»

Si alzò in piedi, mantenendo il contatto visivo. Erano alti circa allo stesso modo, e se la vita non fosse stata così ostile con Kataritsuen, forse il giovane avrebbe potuto vivere abbastanza a lungo da guadagnare altri centimetri.
Ma con la morte che gli posava una mano sulla spalla, il ragazzo guardò con ferrea determinazione la donna che si offriva di aiutarlo.

«Allora unite le vostre forze alle nostre, Koizumi-san. Radunate tutti gli uomini che potete. Se volete aiutarmi a salvare il mondo, questo è l'unico modo: dobbiamo fermare il Kyo Dan, fermare quelle bestie, e porre fine a questa follia una volta per tutte.»


 
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view post Posted on 14/4/2018, 17:23
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Fu scosso da un fremito Kataritsuen, come se quelle sue parole sulla paura della morte avessero pizzicato corde del suo animo sin troppo delicate, stuzzicando una bestia sopita, desiderosa di evadere e di essere manifesta. Arma assai sottile, quella che comunemente chiamiamo empatia. Pur nella disgrazia di possedere un unico occhio ancora in grado di apprezzare quello che il mondo aveva da offrirle, Chiye aveva letto sin troppo bene le emozioni del giovane esponente di punta dell'Ordine. Far crollare i costrutti tipici degli uomini di potere non era mai una cosa troppo facile, eppure i suoi mezzi erano subdoli e premevano sulla carne del malcapitato come una carezza al veleno; con quell'individuo poi era ancora più facile giocare alla buona samaritana, constatata quanta poca esperienza avesse nel trattare con sovrani della loro risma. A differenza sua, era piuttosto evidente che loro fossero abituati a dialogare, a farsi la guerra a parole, a insinuare perplessità e certezze. Eppure un punto di forza quell'uomo l'aveva: la fermezza. Aveva deglutito, ma nemmeno per un secondo aveva smesso di guardarla; aveva ammirato, ma nemmeno per un secondo era stato tentato dalla sua voluttuosa provocazione. Kataritsuen stava dimostrandosi un leader saldo, un giovane coraggioso, parsimonioso e.. stupido. Proprio così. Credeva davvero che con la sua morte qualcosa si sarebbe risolto? Che sciocchezza. Avrebbero trovato il modo di vanificare il suo sacrificio, di rimettere a soqquadro ogni equilibrio che avrebbero potuto raggiungere attraverso quel martirio silenzioso; di questo la Koizumi era convinta. Ma sapeva che non aveva senso continuare a distrarlo, provare a far leva sulla questione e adescarlo ancora per ottenere nuove vie, nuove informazioni. Non si sarebbe schiodato dalla sua posizione e non si sarebbe sbottonato più di tanto. Ne ebbe conferma nel momento in cui, alzandosi dal suo seggio, l'uomo dagli occhi di ghiaccio chiese per l'ennesima volta il suo aiuto, di radunare tutti gli uomini che le era possibile radunare e di abbracciare la dottrina del Taisei per proteggere il mondo dalle bestie codate e dalle mire bieche del rivale Kyo Dan.

Alquanto delusa da quel risvolto improbabile, Chiye dovette sospirare e abbassare lo sguardo, abbozzando un mesto sorriso. -
E sia. - disse semplicemente, confermando quello che fino ad allora aveva affermato. Avrebbe appoggiato il Taisei con ogni mezzo, almeno sino a quando avesse ritenuto necessario farlo. Per il momento erano loro ad avere il coltello dalla parte del manico in quell'assurda situazione e di conseguenza era meglio tenersi stretto quel rapporto. Dopotutto, sempre meglio avere accanto dei potenziali nemici, per studiarli attentamente e se necessario stanarli nel momento più opportuno. - Soltanto un'ultima cosa. - proruppe ancora una volta, mentre si accostava alla sua figura e avvicinava lasciva le sue labbra all'orecchio di lui per poter sussurrare le parole che avrebbero concluso il loro incontro. - Spero che tu sia cosciente del fatto che se malauguratamente mi rendessi conto di aver creduto a un impostore e di aver sprecato le vite del mio popolo per nulla, avrai un grattacapo ben peggiore di quello rappresentato dal Kyo Dan. - e l'occhio color ocra intercettò nuovamente lo sguardo determinato del coetaneo, mostrando a sua volta una risolutezza sinistra. Non stava scherzando, ed era meglio per loro dell'Ordine non tirare troppo la corda. Sorrise quindi, serafica, come se nulla fosse successo e quell'avvertimento - dovuto e certamente risaputo - non avesse mai lasciato le sue labbra. Dunque, sinuosa, si avvicinò verso l'uscita di quel posto, dove Tadao l'attendeva per far ritorno a Iwa. - A presto, Kataritsuen-san.



Si conclude così questo piccolo pezzo di sensualità rigettata. Niente limoncello per Chiye.. ci speravo..
 
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