Sorrise affabile al gradimento espresso verbalmente dal coetaneo, avvicinatosi per prendere posto nella sedia che aveva occupato sino a quel momento. Nonostante mantenesse una certa rigidezza nella postura, che sembrava conferirgli un fascino del tutto particolare, da uomo tutto d'un pezzo, coscienzioso, sicuro dei propri mezzi, fu il tono della sua voce - appena più rilassato rispetto a prima - a tradire una certa apertura nei suoi riguardi. La guardava negli occhi mentre le parlava, e lei sosteneva il suo sguardo con una caparbietà e una sicurezza che forse una qualsiasi altra donna non avrebbe avuto, sola, con un uomo tanto misterioso dinnanzi. Di suo la femme fatale stava scrutandolo, studiandolo. E lo vide distogliere lo sguardo soltanto per lanciare un'occhiata verso il seggio prima occupato dalla Raikage, quasi con esso volesse esprimere quello che le parole celavano. V'era un oceano tempestato di preoccupazioni dietro quella sicurezza apparente, e Chiye lo sapeva bene; chiunque avesse in mano un minimo di potere doveva mostrare qualcosa, essere saldo, nascondere timori, paure, pensieri. Un gioco crudele, dove si doveva soffrire in silenzio. Non s'espresse però sulla questione Reisei; non voleva tirarla in ballo, facendo passare in secondo piano quello che realmente era d'interesse per lei. Oramai era andata, e quell'uscita da parte della sovrana della Nuvola era comprensibile da un certo punto di vista, e allo stesso tempo altamente stupida. Prima o poi si sarebbe pentita di aver gettato l'opportunità di avere un'arma contro qualcosa di molto più potente di loro.
Oh ascoltò attentamente le parole di Kataritsuen, dalla prima all'ultima, gustandosi nel mentre quell'atteggiamento chiuso, quell'aspetto un po' ombroso che tanto l'incuriosiva. Ovviamente si aspettava ogni briciolo di disprezzo e di enfasi negativa nel discorso riguardante la fazione opposta, ma quello che ottenne non furono soltanto disprezzo e nozioni striminzite e di poco conto. Beh.. in realtà striminzite lo erano, o perlomeno essenziali, ma a prescindere da tutto aveva adesso una nozione in più rispetto ai suoi colleghi degli altri paesi. Non soltanto i demoni parevano possedere un'intelligenza, un carattere, ma entrambe le fazioni erano in grado di combattere facendo uso di quel chakra spaventoso, percepito durante la breve riunione di poc'anzi.. e ricordava bene il fremito che aveva percorso il suo corpo, una volta che Kataritsuen aveva attivato il suo pendente. Storia interessante e preoccupante al contempo. La sua espressione si fece grave, e i suoi occhi si abbassarono per qualche secondo. Appena il tempo di un abbaglio.
(Quella, ne sono sicura, era soltanto una minima parte del potere del chakra primordiale. Era una dimostrazione dopotutto, atta a farci comprendere.. e se sia il Taisei che il Kyo Dan sanno utilizzare un ammontare di potere così spaventosamente enorme significa che sono più pericolosi di quanto potessi immaginare. Se solo potessi mettere mano a una conoscenza simile..)
Sarebbe stato grandioso poter attingere al chakra primigenio, e controllarlo allo stesso modo in cui Kataritsuen aveva dato dimostrazione davanti ai sovrani delle terre ninja. Avrebbe significato essere una spanna sopra tutti, un vantaggio strategico che la Roccia avrebbe sicuramente gradito considerato quanto sospetto serpeggiava contro. Ma qual'era l'altra faccia della medaglia? - L'umanità non cambierà mai, Kataritsuen-san. - s'intromise, non appena il giovane leader del Taisei s'espresse in quella risatina colma d'amarezza, tornando a guardarlo negli occhi, pacata, quasi la discussione non fosse poi così strana per una come lei. Difficile dire cosa provasse quando quegli occhi di ghiaccio erano puntati sulla sua figura. - Bene, male.. sono tutti punti di vista. Ognuno di noi nasconde ideali, pensieri, voleri, brame; fa parte della natura umana. Siamo animali.. - sorrise - ..che invece di lottare uniti per la nostra sopravvivenza, ci facciamo la guerra persino per appurare se l'acqua sia trasparente o meno. - concluse, mentre trascinava sul tavolo il proprio bicchiere e lo riempiva d'acqua. Un paragone calzante, per far comprendere quanto futile potesse essere il motivo di una guerra, verbale o fisica che fosse; un parere contrastante su un qualcosa di evidente era più che sufficiente. - E' un bene che questa.. - e prese un attimo, per cercare di ricordare il nome della donna che aveva menzionato - ..ah si, Manpeiko, o chi per lei, non sappia della tua nomina. Possiamo sfruttare la loro ignoranza a nostro vantaggio, garantendoti maggiore protezione per quello che ci apprestiamo a fare. - sollevò il bicchiere, portandolo alle labbra con una sensualità così naturale che avrebbe fatto venire i brividi persino al più frigido degli uomini.
Bevve un sorso, quindi sollevò una gamba sul tavolo, mettendosi comoda, come fosse al suo seggio; fece scivolare morbidamente il bicchiere di vetro fra le dita ancora mezzo pieno, reggendolo dalla parte alta del calice, poggiando quindi sulla gamba il corrispettivo braccio. Una posa quella tanto disinvolta quanto sensuale; voleva tirare un po' la corda, senza però esagerare. - Ma dimmi.. - e il suo sguardo, per quanto supportato da un unico occhio color ocra, s'assottigliò come quello di un felino attratto da qualcosa di interessante, eppure triste - ..è vero quello che ho sentito? Se dovessimo attuare questo piano, e rinchiudere i demoni dentro le pietre che ci hai dato.. il rituale finale ti toglierebbe la vita? - chiese senza mezzi termini, aspettando una conferma senza mirare direttamente a cosa intendesse sapere. Non era la sua vita il quesito, per quanto potesse sembrare, ma il prezzo della manipolazione e dell'utilizzo di quel chakra tanto potente, tutto in un colpo solo, tutto concentrato. Eppure quella punta di dispiacere insita nel suo tono di voce era reale. Quel ragazzo le piaceva davvero, forse un tantino troppo rispetto agli standard di qualsiasi altro uomo avesse avuto il coltello dalla parte del manico come adesso ce l'aveva Kataritsuen. Ma si sa.. giocare con la lussuria è un'arma a doppio taglio.
10.000 volte scusa non sarebbe abbastanza, quindi mi limito a dire che cercherò di ingranare, impegni permettendo. Riprendiamo, che Chiye ha voglia di limoncello.