Imparare a essere eterni, Addestramento per 'nD

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view post Posted on 9/7/2017, 10:40     +1   -1
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Hikaru lo accompagnò lungo un sentiero che definirlo tale sarebbe stato eccessivo. Il passaggio dell'uomo vi aveva lasciato segni appena visibili, prova che quel luogo non doveva essere facile da raggiungere per chicchessia.
Manco a dirlo, il cieco si muoveva con sicurezza e agilità, la lunga falce a gambo di giunco ben salda sulle spalle.

«Dunque... So già che me ne pentirò, ma...» sospirò il ragazzo, procedendo a passo svelto tra gli alberi. «Hai diritto a fare domande. E proverò a risponderti come meglio posso.»

La consapevolezza che quell'autorizzazione avrebbe scatenato la mitraglietta che era in Eiji appesantiva l'espressione di Hikaru, ma da buon Jashinista il ragazzo era avvezzo a sopportare il dolore e i patimenti. E dopotutto, Eiji era un confratello ora: aiutarlo nella sua nuova vita era suo dovere morale.

«Il Priore è... Il Priore. Il venerabile capo della nostra congrega. Sicuramente ti vorrà incontrare... Ma sono sicuro saprà già chi sei. Lo sa sempre. È la persona più spirituale che sia mai esistita su questo pianeta...» fece una pausa, sogghignando e voltandosi appena verso Eiji. «E per tua somma gioia... Lui ha davvero tanti, tanti anni. Ma rivolgiti a lui con rispetto, capito? Che non ci metto niente a infilarti nel culo questa fino al manico.»
"Questa" era la sua falce, che indicò con un cenno del pollice.

«Il posto dove stiamo andando è la mia casa... La casa di tutti i Jashinisti che vogliono vivere in pace, lontani dai pregiudizi della gente. È il Santuario delle Tre Vie. È il Paradiso, Fratello Eiji, letteralmente il paradiso. Viviamo in pace, adoriamo il Signore, alcuni di noi sono guerrieri, altri persone pacifiche e devote.
Dato che eri uno shinobi... Suppongo tu intenda imparare a usare la Kama, dico bene?»

 
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view post Posted on 9/7/2017, 11:49     +1   -1
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Quindi lasciarono il luogo portatore di così tanta sofferenza per il ragazzo. Non sapeva se sarebbe mai tornato in quella caverna, ma qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto incontrare Jashin ancora parecchie volte, data la sua indole curiosa. Lì per lì non si rese immediatamente conto del cambiamento. Certo, con sé aveva la falce e la promessa del Dio di onorare l'accordo, ma cosa gli assicurava che lo avrebbe fatto? Beh, aveva preso il dono, se n'era cibato spazzando via tutto quello che lo riguardasse dalla vita dei suoi cari, quindi perché dubitare? Solo il tempo avrebbe risposto ai suoi quesiti, quello ed anche il confratello con cui aveva iniziato il viaggio, verso l'ennesima meta ignota. Effettivamente, data l'accoglienza che gli aveva riservato al loro primo incontro, se Eiji non fosse stato accettato da Jashin, Hikaru avrebbe semplicemente potuto ignorarlo. No, era reale, era tutto vero. Lui era divenuto immortale, aveva ottenuto il potere per il quale aveva varcato le soglie della tenebra, uscendone più povero, ma allo stesso tempo più ricco. L'orecchio aveva smesso di sanguinare, anche se non sarebbe mai ricresciuto completamente, in compenso il suo cuore era ancora in lacrime. Cercando di celare il tutto alla bene e meglio, il ragazzo continuava a proseguire seguendo la figura del compagno, inoltrandosi in luoghi sconosciuti. Il sentiero che calpestavano era a dir poco particolare. Non sembrava essere molto battuto, chiaro segno che avrebbero raggiunto un’altra meta preclusa ai più. Il silenzio venne rotto da una frase che nessuno, nessuno dovrebbe mai proferire in presenza di Eiji Imai. Diritto a fare domande?! Lol. Ok ragazzi, tutti calmi, sta succedendo davvero, tenetevi alle sedie per compensare l'onda d'urto. Non se lo fece ripetere due volte ed iniziò a parlare. Domane su domande inerenti il tutto che riguardava gli adepti, il loro capo, il posto in cui si stavano recando. Insomma, una bella infarinatura generale, but wait... There's more! - U're the best bro! Anyways… Che fine ha fatto Kazora? - Quindi le risposte iniziarono a fluire, proprio come avevano fatto le domande precedenti. Gli occhi del ragazzo s'illuminarono mentre apprendeva la notizia che il Priore fosse, effettivamente, qualcuno di vecchio. Finalmente avrebbe potuto chiedere come ci si sente a passare un'eternità sulla terra, avrebbe potuto apprendere chissà quali storie. Non stava più nella pelle. Poi quelle pergamene, ovviamente le avrebbe lette. Perché sì, nonostante le apparenze suggerissero il contrario, si dedicava spesso alla lettura. Inoltre, da quel momento in poi, quella sarebbe stata l'unica fonte di apprendimento per lui. Non avrebbe mai più udito la voce del padre o del nonno, mentre gli narravano incredibili leggende e mitiche storie. Avrebbe dovuto ricercare il tutto da solo, alimentando la sua fantasia con scritti e quant'altro. Mai da quando era uscito da quella caverna, aveva dimenticato i suoi genitori. Continuava a pensarci, anche se cercava di non darlo a vedere. Ogni tot minuti, il suo cervello gli ripresentava l'immagine di quel globo che svaniva, assorbito dalla divinità. - Respect?! Cosa intenti?! Cioè io rispetto tutti, non mi sembra di essere irrispettoso... Don't yà think?! - Sì, beh, se aveva trattato Jashin in quel modo, non c'erano molte possibilità che si comportasse diversamente con qualcun altro. Mai dire mai comunque, un giorno avrebbe effettivamente capito cosa voleva dire mostrare rispetto a qualcuno. Forse. - Eheh... Non ci tengo affatto! - Istintivamente portò la destrorsa al'orecchio corrispondente, in cerca della catena, per iniziare a giocarci. Non la trovò, logicamente. L'artiglio aveva mutato forma, al momento si trovava in una posizione diversa rispetto alla precedente. La catena era stata legata attorno alla vita, mentre il cerchio attorniato dalle lame pendeva all'altezza delle ginocchia. Gli anelli dorati compivano, ancora, due giri a tracolla, lasciando poi che la Kusarigama venisse poggiata sulla schiena del ragazzo. Era più pesante di prima, doveva ancora farci l'abitudine, ma ci sarebbe voluto tempo prima che smettesse di credere di avere in cimelio con cui divertirsi. - Really?! Tipo, ti sei mai fatto raccontare qualcosa? Chissà quante cose ha visto! Deve essere una figata! Ohhh... Wait a minute... Se è così spirituale avrà visto la vera forma di Jashin non credi? Quella che ho visto io era... well... Personale. If U know what i mean! Eheh... - Istintivamente aveva toccato un argomento delicato. Non aveva ancora intenzione di parlare del suo sacrificio, non si sentiva pronto, però la lingua lunga avrebbe potuto metterlo in una posizione difficile. - Mmh... Lemme see... Tipo un villaggio d'immortali? Cioè tutti quanti hanno ricevuto il dono da Dio? Non credevo che Jashin avesse così tanto seguito. Oh... E come mai proprio delle "Tre Vie"?! - La risposta era forse più scontata di quanto non volesse apparire, ma meglio chiedere che vivere nel dubbio, no? Quindi non era una religione così poco conosciuta dopotutto, bastava semplicemente arrivare in contatto con le persone giuste. - E non avete contatti con il resto del mondo ninja? Come fate con... Yà know... I sacrifici? - Bisbigliò l’ultima parola. Domanda scomoda, forse, ma se era effettivamente entrato a far parte degli adepti, probabilmente era suo diritto sapere la risposta. In ogni caso, le parole della controparte dipingevano quel villaggio come un bel posto, pieno di opportunità e di tranquillità. Vi erano ancora mille interrogativi inerenti al tutto, ma quando Hikaru proferì l'ultima frase Eiji si focalizzò sulla stessa. - Actually I Do bro! Non ho mai combattuto con qualcosa del genere, penso che mi servirà della pratica... Inoltre mi piacerebbe capire perché hai detto che questa forma è rara... I can't wait! Ho un anima rara?! Eheh! I knew it! - Sì, però se dite queste cose davanti a lui, non aspettatevi che non si esalti, suvvia. Portò la destrorsa all'impugnatura dell'arma e, con uno strattone, fece in modo che tutta la catena si srotolasse. Anello dopo anello, scorreva davanti ai suoi occhi provocando un particolare gioco di luci. Il tutto venne fermato dalla mancina, che impugnò il tutto poco sopra quello che una volta era il suo orecchino. Osservandola abbastanza minuziosamente, Eiji poteva ancora scorgerne le vecchie fattezze, ricordando il momento stesso in cui il nonno gli aveva donato un così prezioso ricordo. Poteva dirsi contento, adesso quel artiglio lo avrebbe accompagnato per il resto dell'eternità come il suo compagno più fedele. - Che dici... Potresti aiutarmi bro?! Like... I donnow... Un allenamento o qualcosa di simile. Eheh...
 
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view post Posted on 9/7/2017, 19:06     +1   -1
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Hikaru si strinse nelle spalle alla domanda sulla Agiwara senza un braccio.
«È tornata a casa sua. Non aveva voglia di aspettarti e aveva delle cose da fare... Io ne ho approfittato per meditare e pregare un po'. Ma comunque, non ci hai messo tanto. Non saprei dirti quante ore... Ma sei stato piuttosto rapido.»

Se uno di loro avesse potuto, o saputo, leggere il cielo si sarebbe reso conto che non erano passate che tre ore circa da quando erano arrivati, a giudicare dalla posizione della luna. Non era fondamentale, però: era ancora notte fonda.

Sulla questione del rispetto, Hikaru sbuffò in un accenno di risata e non disse nulla. Si fece però più serio quando Eiji accennò alla forma di Jashin, e il volto bendato annuì una sola volta, lentamente.
«Se parlassi in giapponese te ne sarei grato... Ma sì... L'incontro con Nostro Signore è estremamente personale. E prima che tu faccia figure di merda o vada in giro a offendere la gente... Sappi che è considerato molto maleducato chiedere agli altri com'è stata la loro Prova. Capito?»
Era serio, lo stava davvero ammonendo come un fratello maggiore potrebbe fare con il piccolo indisciplinato. Cosa che, in un certo senso, era vera.
«C'è chi ne parla tranquillamente, ma è una scelta personale. Nessuno ti verrà a chiedere cosa ti abbia detto Jashin-sama, o... Cosa tu abbia sacrificato.»

E tacque, non approfondendo più l'argomento. Tanto, a Eiji non mancavano le domande, come aveva tristemente previsto.

«No, non siamo tutti immortali. Solo i guerrieri possono sottoporsi alla Prova... E non tutti ne escono. Ma a chi lo fa, viene permesso di allenarsi con gli altri... Se alla Lama Nera sta bene, logicamente.»

Si rese conto l'istante in cui l'aveva pronunciato che aveva dato per scontato chi fosse la Lama Nera, quindi rimediò.

«...Che è... Il nostro generale, in un certo senso. È lei che coordina e addestra noi guerrieri. Ed è la combattente più forte che abbia mai incontrato.» C'era sincera ammirazione nel suo tono, e profondo rispetto. Questo era chiaro e lampante.

Continuarono a camminare, ed Eiji confermò che avrebbe voluto anche lui far parte dei guerrieri, capire di più la sua falce e come usarla. Sul perché fosse rara, Hikaru si strinse nelle spalle.
«Beh... È tipo la seconda di cui ho sentito parlare. Al Santuario non ce ne sono altre, per dirti... C'era una ragazza che ne aveva una, ma se n'è andata molto tempo fa. Non me ne intendo molto di queste cose, lo ammetto... Quando si parla di armi, sono più un tipo pratico» sorrise, a mo' di scusa per non essere in grado di spiegare il significato di quella forma.
Il sorriso però sfumò leggermente, donando al giovane un'aria interessata, quasi compiaciuta.
«Vorresti allenarti con me?»

Si fermò. Erano giunti in una piccola radura, dove al centro si trovava uno stagno ormai secco e fangoso. Hikaru mise mano alla sua falce, estraendola dal fodero.

«Mi pare giusto. E poi, non odori molto di sangue. Non credo tu abbia ancora capito seriamente cosa tu ora sia in grado di fare.»

E sogghignò. Sotto la benda, se avesse avuto gli occhi, probabilmente sarebbero brillati di interesse.
Erano poche le cose che Hikaru amava più del combattere. Essere eterni non significa aver voglia di perdere tempo.

 
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view post Posted on 9/7/2017, 22:02     +1   -1
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Il viaggio proseguiva, mentre il loro incedere li stava conducendo ancora verso luoghi ignoti al ragazzo. Incredibilmente si stava trovando molto bene con il confratello, non che avesse dubbi, ma dopo il primo impatto non lo avrebbe creduto così alla mano. Ovviamente gli indizi c'erano, si era comportato più che degnamente dopo il disguido iniziale, ma non si può mai essere troppo sicuri. Difficile stabilire se stesse rispondendo di buona lena, oppure se si stesse trattenendo dal mozzare la testa al ragazzo. Probabilmente si stava sentendo esattamente come si era sentito lui davanti alla sua copia più anziana, ma comunque molto chiacchierona. Poco importava comunque, avrebbe continuato a dare fiato alla bocca perché ne aveva bisogno. Lo aiutava a non pensare, sommergeva l'incredibile ammontare di brutte sensazioni sotto a quel mare di curiosità, che da sempre lo aveva animato. Apprese, quindi, che la compagna aveva lasciato il non vedente per recarsi a casa, il che non lo stupì più di tanto. Per quanto entrambi fossero stati gentili, lei sicuramente era quella che aveva mantenuto un distacco superiore, pur palesando un comportamento piuttosto ambiguo. - E cosa avete scommesso?! Eh?! Eh?! Tipo qualcosa di... caliente?! If u know what i mean... Eheh... - La notte era ancora giovane e la sua permanenza all'interno della caverna non era stata incredibilmente lunga. Perfetto, non aveva il benché minimo sentore si sonno, tanto che sarebbe stato pronto a battersi proprio in quel momento. Bisognava dare tempo al tempo comunque, avrebbero trovato luogo e modo di allenarsi assieme, dopotutto lui ne necessitava in modo incredibile. - I'm trying maaan! E' più forte di me, non lo faccio apposta! Pensa che ho scritto metà del mio esame genin in inglese... Si può essere così scemi?! - Ah, i ricordi. Che belli. Il culo che i era preso dalla madre era stato esorbitante, almeno quanto le risate che si era fatto suo padre alla notizia. Perso, tutto, per sempre. Ascoltò con attenzione le parole di Hikaru. Stava per introdursi all'interno di un nuovo ambiente, animato da personalità particolari. Se durante i suoi viaggi aveva imparato qualcosa, era che sapersi adattare può salvarti la vita. Per questo, nonostante fosse molto curioso, non chiese al compare di confrontare le loro esperienze. Qualcosa gli diceva che non avrebbe rivelato il tutto a cuor leggero, anzi, probabilmente si sarebbe sentito offeso. Lui invece? Chissà, magari un giorno sarebbe stato in grado di rivelare il tutto tranquillamente, ma ci sarebbe voluto del tempo. - Capisco, cercherò di non essere troppo invadente. - Incredibile ma vero, era davvero sua intenzione fare del suo meglio per non esserlo. Che poi, comunque, difficile prevedere come sarebbero andate le cose, i buoni propositi sono sempre i primi ad andare a farsi benedire. Lama Nera. Che nome possente. Trasmetteva un qualcosa di maestoso e terrificante, ma allo stesso tempo inebriante ed invitante. La combattente più forte che il compare avesse mai incontrato, nonché colei che si occupava di allenare i guerrieri, eh?! La sua curiosità era salita a mille, non vedeva l'ora di poter averci a che fare. - Anche lei è vecchia come il Priore?! - Nonostante cercasse di dimenticarsi in tutto e per tutto quello che era appena successo, non riusciva proprio a distogliere l'attenzione da ciò che aveva perduto. Parlava, parlava e parlava, ma comunque tornava sempre a quel momento. Ormai era fatta, non si poteva tornare indietro, non era pentito della sua scelta, ma non riusciva ad immaginare il momento in cui avrebbe incrociato i suoi per strada. Non lo avrebbero riconosciuto, non gli avrebbero sorriso, non lo avrebbero chiamato "Kiddo". Per sempre. Si fece forza, non poteva farsi vedere debole, c'erano passati tutti, se loro erano riusciti a superare la cosa, sicuramente lo avrebbe fatto anche lui. - I see... - Per quanto si sforzasse, era impossibile per lui continuare a parlare giapponese troppo a lungo. Era una mancanza incredibile quella che sentiva, quando non pronunciava qualcosa in inglese. - Chiederò più informazioni quando saremo arrivati allora... - E sorrise pacifico, osservando la figura del giovane che apriva la strada. Finalmente giunsero ad una radura piuttosto particolare. Spezzata a metà da terreno fangoso, si presentava come l'ambiente perfetto per fare un po' di pratica indisturbati. La notte avrebbe velato le loro azioni, il vento cullato i loro movimenti ed Eiji, finalmente, avrebbe provato cosa volesse dire essere immortale. - HELL YEAH MAN! - Se parlare non era bastato a distogliere la sua attenzione dai brutti ricordi, forse combattere avrebbe rimediato. Quindi, con in pugno la sua arma , osservò la controparte estrarre la sua. Erano diverse, molto, e la cosa lo eccitava. Era incredibile come un Dio potesse rendere così speciale, un semplice dopo che usava fare a tutti i suoi prescelti. Era curioso di provarla per bene, non come aveva fatto nella caverna. Voleva capire se le fattezze della stessa potessero influenzare la battaglia in qualche modo, magari il legame spirituale tra arma ed utilizzatore avrebbe prodotto qualcosa di extra ordinario. Con un ghigno eccitato, assunse la posizione di guardia, tendendo la catena davanti al suo petto in diagonale, mentre l'anello e la falce erano liberi di ciondolare. Avrebbe voluto aprire le danze, ma si rese conto che non sapeva ancora nulla sulle usanze di quel culto. - Ehm... Bro...!? Tipo... devo fare qualcosa? Non so... Quando ero legato agli Yotsuki dovevo attivare la mia armatura per sprigionare il potere dentro di me, I donnow what do to now...Eheh.
 
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view post Posted on 10/7/2017, 14:38     +1   -1
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Eiji era tutto carico per la scommessa fra Hikaru e Kazora, ma il ragazzo gli restituì uno sguardo (o meglio, un non-sguardo) impassibile e serissimo.
«Abbiamo scommesso che, se Jashin ti avesse accettato, lei ti avrebbe fatto un pompino. Altrimenti te lo avrei fatto io.»

Silenzio. Uno, due, tre secondi di assoluta immobilità.
Poi Hikaru scoppiò a ridere, una risata acuta e penetrante, che scosse tutto quel corpo magro ma perfettamente tonico che si portava in giro.

«Oh Eiji, avresti dovuto sentire il tuo cuore! Cazzo, questi sono i momenti in cui rimpiango di non avere gli occhi... Avrei davvero voluto vedere la tua faccia, ahahahah!»

Dopo aver scoperto che anche i Jashinisti amano trollare, il loro discorso proseguì verso la Lama Nera, la signora dei guerrieri armati di falce.
«No, lei è più giovane. La chiamiamo Kuro-sama, ma so che non è il suo vero nome... Lei e la Lama Rossa sono i diretti collaboratori del Priore. Kuro-sama sovrintende ai guerrieri, Akahito-sama alle faccende civili, tipo... Le coltivazioni, gli alloggi, il commercio con l'esterno... La roba noiosa ma utile, insomma.»

Si strinse nelle spalle; era palese che non gli interessasse troppo quella parte burocratica del Santuario, malgrado ne riconoscesse l'importanza per la sopravvivenza civile della collettività.
Nulla a che vedere con la sua passione, combattere... E quando Eiji accettò subito la sfida il sogghigno gli si aprì sulle labbra, e l'aria si fece immediatamente più elettrica, più tesa.

Impugnando la sua falce, si dispose a tre metri di distanza da Eiji, che giustamente non aveva ben chiaro quali fossero i suoi nuovi poteri.
Ma lui era lì per quello, dopotutto.

«Il sangue è il nostro potere, Fratello Eiji. Il nostro sangue e quello dei nostri nemici. La nostra capacità, quella che tutti temono, è di Legarci alle persone di cui assaggiamo il sangue. Ti faccio vedere...»

E fu rapidissimo. Eiji vide, ma solo un lampo grigio-argento che saettava verso di lui. La testa della falce di Hikaru volò graffiandogli la spalla sinistra, senza nemmeno che l'Imai se ne rendesse conto.
Nato Yotsuki, sapeva riconoscere i fulmini.

Il giovane bendato ritirò la sua arma, macchiata di scarlatto là dove la lama aveva colpito la carne del suo nuovo confratello. La ferita non era profonda, ma bruciava e sanguinava... Eppure non così tanto. Eiji si sarebbe accorto che ignorare quel dolore era facile, paragonabile al pizzico di un insetto.
Vide Hikaru tracciare un simbolo a terra, nel fango. Il suo piede disegnò un cerchio attorno a sé, e lo completò con i tre lati di un triangolo.
Poi portò la falce alle labbra e bevve il sangue di Eiji... Attivando istantaneamente il Legame di cui aveva parlato.
La pelle di Hikaru divenne nera, ad eccezione di macchie bianche sul viso e le braccia che ricordavano le ossa di un teschio. Inspirò a fondo, per poi aprire le braccia e sorridere al giovane.

«Colpiscimi.»
 
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view post Posted on 10/7/2017, 21:43     +1   -1
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La domanda inerente la scommessa trovò una risposta alquanto particolare. Ovviamente no, non si aspettava nulla del genere, proprio per questo assunse un'espressione da ebete in un nanosecondo. Sopracciglio destro inarcato, bocca leggermente aperta, sguardo incredulo. Insomma, tutti gli ingredienti per far morire dal ridere chiunque potesse vederlo, e non. Non che ci stesse effettivamente credendo, ma non conosceva le usanze degli immortali, magari questo era il loro modo per divertirsi. Cioè, tipo... Elargire servizi sessuali per scommessa?! Onesto dai, chi si sarebbe lamentato? Non lui di certo. Infatti l'idea non gli dispiaceva affatto, era ancora piuttosto innocente in materia, non avendo mai avuto una vera e propria esperienza di quel genere. Kazora era una gran bella ragazza, non avrebbe potuto chiedere di meglio. Poi la risata del compagno e, improvvisamente, realizzò di essere stato trollato alla grandissima. Scoppiò a ridere anche lui, seguendo a ruota il burlone. Non ci mise molto a comprendere che il tutto fosse uno scherzo, dopotutto era quasi palese, per quanto fossero diversi dalle persone comuni, scommesse del genere parevano strane pure per loro. - Eh certo, se non mi avesse accettato sarei quasi sicuramente morto! Ti piace vincere facile eh?! Ponzi ponzi pòpòpò. - Ok, sì, forse è un po' anacronistico, ma suvvia, è solo uno stupido motivetto che potrebbe aver inventato sul momento. Anzi, rewind! Sì, era uno stupido motivetto che si era inventato tanto tempo fa durante i suoi viaggi. Nemmeno lui poteva sapere che sarebbe diventato un tormentone, ma magari sarebbe stato lì per vederlo. - Anyways... Sei un simpaticone eh?! Ohohoh... I see.. Pensi di poterti prendere gioco del King?! Il burlone himself?! Ok, ok U got this one bud! Ma vedrai che colpirò quando meno te lo aspetti, con uno scherzo ancora più colossale. Allora sarò io a ridere. Eheh. - Aria di sfida. Si sarebbe vendicato, poco ma sicuro, nulla di serio logicamente, solo per divertimento. Poi la frase detta dalla controparte gli fece tornare in mente una cosa che si era chiesto, in precedenza, praticamente per tutta la durata del viaggio di andata. - Parlando di questo... Come fai ad avere una così buona percezione di ciò che ti circonda senza occhi?! It's so coool man! Se potessi riuscire anche io a fare una cosa del genere non avrei mai punti cie... I mean... Non verrei mai colto di sorpresa... Eh... Eh... - Scampata per un pelo, forse. Man mano che i discorsi proseguivano, gli argomenti si facevano sempre più interessanti. Apparentemente il villaggio dei fedeli era ben organizzato, diviso tra guerrieri e lavoratori. Fu leggermente deluso nel sentire che la Lama Nera non era poi così vecchia, ma il desiderio d'incontrarla per testare il suo talento era comunque forte. Per quanto riguardava la Lama Rossa, beh, nemmeno lui era proprio interessato alle faccende burocratiche. - Quanti guerrieri ci sono al villaggio? - Domanda più che lecita, era abbastanza curioso di sapere quanti immortali girovagassero per il mondo. In ogni caso pareva trovarsi d'accordo con il compare riguardo a parecchi argomenti, anche se non poteva ancora asserire di conoscerlo. Avrebbe avuto tempo per farlo comunque, tutto il tempo del mondo. Finalmente era arrivato il momento di entrare nel vivo dell'azione. Sfortunatamente Eiji dovette attendere le istruzioni di Hikaru per cominciare, ma apprendere le basi era fondamentale. Ascoltò tutto, famelico e voglioso di ottenere tutte le informazioni del caso. Sì, effettivamente l'argomento combattimenti e nuovi poteri sembrava riuscire a liberargli la mente. Una fortuna, combattere in preda a brutti pensieri non porta mai a nulla di buono. Non voleva sfigurare, certo, ma la sua poca esperienza con il combattimento armato non gli avrebbe permesso di primeggiare immediatamente. Ne era consapevole, eppure era deciso a dare il meglio di sé. Il colpo fu rapidissimo. Lo vide partire, cercò di seguirlo meglio che poteva, ma si rese conto di averlo perso solo quando sentì un leggero dolore alla spalla. Poco male, non avrebbe comunque cercato in alcun modo di sottrarsi allo stesso. Doveva vedere, capire. Portò la destrorsa alla spalla, togliendosi il sangue, anche se questo non ci mise molto ad essere rimpiazzato. Passò la mano lorda del liquido viscoso sulle lame dell'arma, proprio come aveva fatto nella caverna. Non sapeva se sarebbe servito, ma pensava che male non potesse fare. Il dolore era sopportabile, presente ma non opprimente, anzi. Man mano che il tempo passava, si rendeva conto che un po' gli piaceva. I suoi occhi color smeraldo non persero nemmeno un secondo del rito messo in cena dal compagno, ma il suo corpo non reagì in alcun modo. Non lo imitò, almeno non momentaneamente, ma decise di godersi la mutazione della controparte in tutto e per tutto. Hikaru bevve il sangue e, improvvisamente, cambiò forma. La sua pelle cangiò drasticamente, diventando nera come la notte, solo alcune parti della stessa rimasero bianche, anzi, divennero bianche. Sì, perché non era una tinta naturale, era qualcosa di più, oltre il colore della pelle del ragazzo stesso. - OOOOOOH SHIT! WHAT THE FUCK IS THAT BRO?! - Era la prima volta che vedeva una cosa del genere. Ovviamente il mondo ninja in cui era nato, era costellato da stranezze di ogni genere, ma questo non voleva dire che lui non potesse ancora stupirsi. Preso dalla foga, non ci pensò neanche un secondo ed obbedì al suo sensei. Aveva già provato a colpire un immortale ed aveva ottenuto la prova dei poteri di cui era dotato, questa volta non ci sarebbe stata alcuna esitazione. - HERE I COME! - Mulinò la kusarigama utilizzando la mano destra, mentre la sua controparte stringeva con forza gli anelli della catena. Pochi giri ed il colpo partì, un fendente laterale diretto al collo del bersaglio.
 
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Hikaru sogghignò ancora. Avendo capito che Eiji non se l'era presa, si sentiva maggiormente autorizzato a continuare con lo scherzo.
Aveva tredici anni, dopotutto. Se non si scherza da ragazzini si vive a metà.

«Appunto. "Quasi".»

Non capì metà della "minaccia" successiva, ma non sembrò impressionato dalla prospettiva di ricevere scherzi. Continuò a sogghignare serenamente, almeno fino a che non gli venne chiesto come facesse a percepire così bene l'ambiente senza occhi.
Lì si fece più serio, e si picchiettò l'orecchio con un dito affusolato.

«Ho sempre avuto un ottimo udito, e mi sono focalizzato sullo sviluppare tutte le percezioni fin da bambino. La mia famiglia... Fanno troppo affidamento sugli occhi, io volevo essere completo. Quindi, oltre alle orecchie, ho allenato l'olfatto, il tatto, il gusto... E la percezione pura e semplice, quella del chakra. Riesco a sentire i battiti del cuore, gli spostamenti d'aria... E sono in perfetta comunione con l'ambiente.»
Sorrise, un sorriso strano, tra il dolce e l'amaro, tra il fiero e il rassegnato. Non avendo uno sguardo con cui esprimere quel che provava, leggere Hikaru era sempre complicato.
«Da quando ho perso la vista, ci vedo di più.»

Sul numero di guerrieri al villaggio Hikaru dovette esitare qualche istante, pensieroso, prima di rispondere con tono non troppo sicuro.
«Fissi... Una dozzina, credo. Molti però vivono fuori dal Santuario, nelle loro case e nei rispettivi villaggi... Oppure sono raminghi, e tornano ogni tanto.»

Era però il momento clou, quello della verità tecnica, pratica. Quello dove Eiji avrebbe visto di persona e sperimentato sulla propria pelle cos'erano, i poteri di Jashin.
Invitato da Hikaru, scagliò la sua falce verso il collo del ragazzo. Le lame si conficcarono nella carne, in un fiotto di sangue scarlatto...
...E contemporaneamente l'Imai avvertì un dolore atroce al collo, e la sensazione di soffocamento.
La stessa ferita si era aperta su di lui, uno squarcio da cui zampillava sangue, dolore acuto e bruciante sotto il sorriso implacabile di Hikaru che non si era mosso. Continuava a sanguinare e a restare in piedi, perfettamente a suo agio malgrado il fiume cremisi che gli scendeva lungo la spalla.

«Non morirai, fratello mio. Non più. Ma lo senti? Avverti il potere, percepisci l'intensità del dolore? Abbraccialo. Godi di esso, accettalo, bramalo, amalo.»
La voce era leggermente roca, probabilmente una corda vocale era stata toccata dalle lame. Hikaru si tolse l'Artiglio dal collo, tenendolo gentilmente in mano.
«Quello che sento io, lo senti anche tu. Quello che provo, patisco, avverto, lo provi, patisci e avverti anche tu. Il Legame è la più sacra delle unioni. Totale, assoluta. Quando uccidiamo, sperimentiamo la morte che non avremo mai. Ed è estasi. Pura estasi, Eiji.»

Lanciò la testa della Kusarigama, le cui falci erano sporche di sangue lucente.

«Prova anche tu. Non temere il dolore, poiché esso ti fortifica. Non temere la morte, perché è la morte a dover temere te.»


 
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Più il tempo passava più la compagnia del ragazzo gli faceva piacere. Non era facile trovare persone così alla mano di questi tempi, considerando che la maggior parte dei ninja era troppo impegnata a mantenere le apparenze. Sembrare duri, forti, senza macchia e senza paura, questo molti facevano. Noioso a detta di Eiji, per quanto lui stesso avesse paura di poche cose, forse per stupidità più che per coraggio, godersi la vita era importane. Scherzare, ridere, fare figura di merda, insomma, era tutto un circolo vizioso che, però, faceva in modo che i giorni fossero più sopportabili. Oltretutto, si sarebbe aspettato di trovare solo persone relativamente serie tra le fila di Jashin, essendo quella una religione piuttosto particolare ed invasiva. Non era così a quanto pareva, meglio, non si sarebbe trovato fuori posto nell'immediato. Chissà, magari avrebbe rimediato subito dopo, aprendo bocca e dicendo qualcosa di troppo, venendo cacciato, perseguito o radiato. Inutile fasciarsi la testa comunque, tanto valeva aspettare per vedere. Anche lui sogghignava come il compagno, dopotutto due ragazzo fanno quello quando sono in un clima di amichevole sfida, che vi aspettavate? Ascoltò con attenzione tutto quello che il compare aveva da dire e ne rimase affascinato. Con l'indice davanti al mento ed il pollice sotto lo stesso, s'immaginava come fosse la vita della persona d'innanzi a lui. Essere ciechi comportava svantaggi, ovvio, anche solo intesi come il non potersi godere il panorama. In ogni caso, il suo sensei improvvisato, non si era arreso, anzi, aveva tratto forza dalla sua mancanza. Lo ammirava un poco, avrebbe voluto essere come lui, imparare a trarre forza dalla privazione che aveva appena subito. Ci sarebbe riuscito prima o poi, pur non rendendosene conto, aveva accresciuto moltissimo il proprio potere, ma sicuramente avrebbe compiuto ulteriori passi avanti. - I see... E non è che potresti insegnarmi? Ad essere in perfetta comunione con l'ambiente dico. It must be so fuckin' coooool! - Imparare da tutto e da tutti, accrescere le proprie conoscenze ed il proprio potere. Poco importava che il sensei fosse un bambino od il più vecchio dei Jashinisti, avere una mente aperta era sempre stata una delle sue doti migliori. Continuavano ad arrivare notizie inerenti il santuario, il che non faceva altro che accrescere la sua voglia di recarsi in loco. Aveva appreso più o meno tutto quello che voleva sapere riguardo la loro meta, per ciò che restava avrebbe atteso il loro arrivo. L'unica vera speranza che nutriva, era quella di essere accolto come in una grande famiglia. Sì, sentiva la mancanza dei suoi pur non essendo ancora tornato a Kumo. Nonostante fosse consapevole che nulla avrebbe mai potuto sostituire quello che aveva perduto, magari avrebbe trovato un leggero conforto nell'essere accettato. Comunità di confratelli, condividenti la stessa religione, le medesime pratica e chissà che altro ancora, i presupposti parevano buoni. Era giunto il momento di scoprire quali fossero i frutti del patto che aveva siglato. Aveva seminato qualcosa di grosso, enorme e difficilmente comprensibile per un essere umano, adesso era giunto il momento di raccogliere. Fu fortunato nell'avere come compagno una persona come Hikaru, disponibile ai limiti dell'umano, soprattutto con un logorroico come l'Imai. Il colpo saettò veloce, non tanto quanto quello della controparte, ma avrebbe lavorato anche su questo. Come si aspettava, l'immortale non fece nulla per sottrarsi al fendente, anzi, restò immobile, mentre le lame del dono divino s'infrangevano contro le sue carni. Non vi fu nemmeno contraccolpo. Il collo venne perforato con una leggerezza ed una facilità impressionanti, ma quello che venne dopo sconvolse Eiji. Una fitta improvvisa l'obbligò a lasciare la catena con la mancina, restando comunque salda nella destrorsaa, per portarla al collo. Da fitta si trasformò in dolore, da dolore a strazio. Com'era possibile? Non era stato colpito da nulla, ne era sicuro, per quanto la controparte potesse essere veloce, avrebbe almeno visto il movimento del braccio nell'atto di lanciare la Kama. Il respiro mancava e la confusione in testa al ragazzo non faceva altro che annebbiargli i pensieri. Era come se si sentisse ancora mortale, in preda ad un dolore incontrollabile, prossimo alla morte. Sangue, sangue ovunque, sulle sue vesti, sul suo corpo, sul terreno. Stava per perdere la calma, stava per lasciarci le penne. Poi un voce ruppe il trambusto della confusione, distendendo i nervi del sedicenne. Ascoltò con un’attenzione di cui non credeva essere capace, non in quel momento, e realizzò il suo grande errore. Non stava soffrendo, non in maniera effettiva almeno, ma le sue percezioni ancora sintonizzate su di un corpo mortale, lo avevano illuso del contrario. Finalmente iniziò a comprendere la parole di Hikaru. Quella che prima pareva essere una vocina nel suo subconscio, si palesò pian piano come un grido nella sua testa. - POTERE. - Era lì, era quello, quel dolore che si stava tramutando in piacere, quel dolore che stava venendo accettato dal ragazzo, non solo dal suo corpo ma anche dalla sua mente. La percezione dello stesso cresceva sensibilmente secondo dopo secondo, con essa aumentava la brama da cui era animato il Genin. Aveva il collo mezzo mozzato, eppur era vivo e vegeto, respirava, si reggeva in piedi, e sarebbe stato pronto a combattere. Quali erano i suoi limiti? Fino a dove poteva spingere il suo corpo, fino a quando il dolore si sarebbe tramutato in mero e lussurioso piacere? Quel sangue che scorreva, rosso e vivido, era così invitante, pur essendo il suo. Voleva sapere, sapere di più, andare oltre, sperimentare quali fossero effettivamente i suoi limiti e provare a superarli. L'ignoto, come lo bramava per scoperte e viaggi, lo desiderava anche quando si trattava di potere. - WOOOOO-coff... coff... - In preda a quell'ignota estasi, in preda a quella frenesia, si lasciò andare in un urlo che squarciò la notte, poco prima di essere smorzato da due colpi di tosse. Sangue, ne uscì quello, ma non importava, non in quel momento. Osservò la controparte mentre estraeva l'arma come se nulla fosse, ne rimase estasiato. Solo adesso poteva comprenderne la possanza, solo adesso poteva dirsi partecipe di quel sentimento. Quando aveva pugnalato il primo Shintou sì, era rimasto incantato ed incredulo, ma nulla più. Adesso era consapevole di avere quel potere, avrebbe dovuto solo imparare a controllarlo per poi svilupparlo oltre ogni immaginazione. - I see... - La voce era incredibilmente bassa, sforzata dalla ferita e dallo stupido urlo cacciato in precedenza. Prese al volo la sua kusarigama, osservandone le fattezze e contemplandone il liquido del quale era lorda. Solo una cosa, in quel momento, pareva più invitante del suo stesso sangue, quello della controparte. Non perse tempo ed iniziò a tracciare il simbolo nel terreno fangoso, proprio come il sensei gli aveva mostrato, senza però staccare mai gli smeraldi dalle falci. Quando l'atto fu completato, finalmente, portò la lingua al viscoso liquido, per assaporarne la prima goccia. Come quella volta nella caverna, esattamente come quella. Sentiva qualcosa in quel sangue, come se fosse in grado di conoscere la controparte attraverso lo stesso. Aveva un sapore particolare, come un piatto tipico cucinato da esperti del territorio. Mille fragranze erano nascoste in quella singola, succulenta, goccia rossa. Chiuse gli occhi per assaporarne al meglio il tono, gustandone ogni singola molecola, per poi accompagnarlo mentre scendeva giù, all'interno del suo corpo. Quando le palpebre si sollevarono, tutto era cambiato. I suoi occhi, verdi come i prati, erano diventati scarlatti, proprio come il sangue che aveva bevuto. Penetranti ed incredibilmente spaventosi. Forse era semplicemente il momento, l'euforia, il fanatismo, che avevano fatto assumere un'espressione più minacciosa al ragazzo, ma c'era qualcosa in quegli occhi, qualcosa di minaccioso. Forse proprio quel sentimento di sicurezza che avrebbe voluto provare dinnanzi a Saisei. Osservando la sua mano notò che i colori della sua pelle erano mutati. Adesso, a stringere la kusarigama, non vi era più un semplice arto dalle fattezze abbronzate, ma una nera stretta mortale. Anche lui, come il compagno, presentava linee bianche, più o meno simili, su tutto il corpo, approssimativamente in corrispondenza delle ossa. In questo mutamento, sentiva la presenza del collegamento, percepiva Hikaru con sé. - I can feel it... And I want more... - Era quella la sensazione che si provava quando un nuovo potere veniva alla luce? Sentirsi sopraffatti e vogliosi era normale? Probabilmente sì, ma il suo intento non era quello di farsi travolgere da quella potenza, non in quel modo almeno. Avrebbe imparato a controllarlo, a controllarsi, con il tempo.
 
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view post Posted on 12/7/2017, 13:25     +1   -1
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Il potere pervase Eiji. Lo sentiva, percepiva le sue sensazioni farse più acute, i suoi sensi irretiti. Il dolore gli dava alla testa, ora raddoppiato dalla percezione in comunione con quella di Hikaru.

«Unione perfetta. Totale. Quando ucciderai, assaggerai la morte.»

Con la falce, si aprì un lungo taglio sull'avambraccio. Non profondo ma bruciante, e come in un demoniaco specchio anche il braccio di Eiji iniziò a sanguinare.
L'odore di ferro era inebriante, stordente. Impossibile da ignorare.

«Fintanto che rimarrai dentro il Circolo, la benedizione di Jashin rimarrà su di te. Qualsiasi cosa faranno al tuo corpo, tu sopravviverai, fintanto che sarai fedele e devoto.»

Il problema, però, che Hikaru non aveva preso del tutto in considerazione, era l'abitudine alla perdita di sangue. Eiji era giovane, sano, ma non ancora allenato a quel genere di esperienza.
E infatti, al Kumano iniziò a girare la testa, sia per l'ebbrezza del Rito, sia per l'effettiva mancanza di sangue. Quel colpo alla gola avrebbe ucciso chiunque... A lui stava solo facendo male. Lo stava indebolendo, e presto avrebbe faticato a tenersi in piedi.

«Ogni offerta a Jashin ti renderà più forte. Ma dovrai curare il tuo corpo. Non morirai mai di fame, ma la patirai. Se ti staccano la testa, sentirai che la tua testa è staccata e non potrai più muoverti. Una ferita che uccide un uomo, a te darà fastidio... Dovrai imparare a conoscere i tuoi limiti, fratello Eiji, e hai tutta l'eternità per farlo.»

Hikaru esitò, piegando la testa come se fosse in ascolto, e dopo qualche secondo abbassò la falce. Un sorriso calmo gli incurvò le labbra con gentilezza.

«Adesso, ad esempio... Cosa pensi dovresti fare?»


 
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view post Posted on 12/7/2017, 21:20     +1   -1
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Inebriato da quelle sensazioni del tutto inedite, il ragazzo non sapeva bene come comportarsi. Era lui, sempre Eiji, ma il suo autocontrollo era stato sopraffatto da qualcosa di ignoto, mai sperimentato prima. Era sempre stato uno voglioso di provare ogni cosa, di andare oltre, ma con questo potere i suoi rischi sarebbero aumentati. Se da un lato aveva ottenuto un corpo immortale, pur non invulnerabile, dall'altro era diventato consapevole del fatto che i limiti umani erano, per lui, ormai un mero ricordo. Chissà cosa avrebbe potuto fare in preda a quei strani fumi, in preda a quel sangue. Avrebbe potuto oltrepassare il limite troppo presto, mettendo fine alla sua esistenza immortale. Doveva imparare a controllarsi, a controllare quel potere e le sensazioni che destava dentro di lui. Non pensava si sarebbe sentito mai così, ma stava effettivamente accadendo. La sua forza di volontà era tanta, non si sarebbe arreso del tutto. S'impara sempre dagli errori e se quello che stava commettendo in quel momento lo era, non ci avrebbe messo molto a cogliere qualcosa dallo stesso. Assaggiare la morte. Lui aveva già ucciso, privando della testa il pontefice di Saisei, con l'aiuto di Shun. Non aveva sentito nulla comunque, nemmeno un minimo senso di colpa, dati i mille crimini di cui la sua vittima si era macchiata. Non aveva assaporato la morte, se così si poteva dire, semplicemente era stato portatrice della stessa. Sorrideva in modo malsano mentre il pacifico ragazzo privo d'occhi continuava a martoriarsi colpendo, di rimando, anche il nostro giovane. Era bello, stranamente piacevole. Se solo avesse avuto questo potere allora, se solo avesse potuto tornare indietro nel tempo. Dinnanzi a Saisei, avrebbe dimostrato la sua inferiorità, palesando le meraviglie di Jashin. Era pur vero che entrambi i poteri nascevano dal sacrificio e da esso erano fortificati, ma tutto stava nella mente di colui che compiva la volontà del Dio. Controllarsi, imbrigliare quel potere, avrebbe dimostrato, una volta per tutte, la sua superiorità nei confronti del pontefice. Non che questo potesse soffrirne, essendo ormai defunto e ricongiunto, probabilmente alla sua debole divinità, ma ad Eiji non importava. Era tutta una scusa, semplice e banale per nascondere quella che, in realtà, non era altro che una sfida con se stesso. - Ed io, fintanto che avrò questo potere, sarò devoto. - Lo sarebbe stato, per i secoli nei secoli. Avrebbe avuto mille e più vite umane a disposizione, per comprendere il vero significato della parola: “eternità.” Apprese, inoltre, che non sarebbe morto di fame, nemmeno la privazione della testa sarebbe stata un'attenuante alla sua immortalità. Futurama può accompagnare solo, coff. - I see... Raggiungerò i miei limiti e li piegherò a mio volere superandoli. I'll become stronger, I'll become faster... I'LL BE UNSTOPPABLE! Coff… Coff… - Ennesimo grido, al quale seguì l’ennesimo colpo di tosse portatore si sangue. Obbiettivo sopra obbiettivo, mattonella su mattonella, vedeva il suo percorso formarsi davanti ai suoi occhi. Ci sarebbe riuscito, non solo avrebbe visto cose mai scoperte prima, ma avrebbe portato a termine cose che nessuno mai aveva ultimato. Sarebbe diventato più forte, potente, sarebbe diventato di più. In preda a questa esaltazione non del tutto sana, nemmeno si rese conto che le sue percezioni cominciavano a vacillare. La confusione cresceva e, questa volta, non era più un semplice frutto di quell'inebriante dolore. Ancora ritto in piedi e grondante di sangue, con l'arma stretta tra le mani, si diceva essere pronto alla battaglia, ad apprendere le vie per cui aveva sacrificato così tanto. - I don't really know man... Forse dovrei pregare Jashin? O magari dovrei farmi colpire da te! I want more! This is all I know!
 
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view post Posted on 13/7/2017, 12:41     +1   -1
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A ogni grido, a ogni sforzo, la ferita di Eiji zampillava sangue. Hikaru lo percepiva bene, non tanto per i suoi sensi superiori, quanto per il fatto che la stessa ferita si apriva sul suo, di collo.
Ma, a differenza di Eiji, il suo battito era controllato, il suo respiro calmo, la sua voce tenuta bassa. Stava sanguinando molto di meno, ed era molto più forte del suo nuovo confratello.

Che, infatti, in preda all'estasi a cui non era ancora abituato, iniziò ad avere capogiri sempre più forti. L'esaltazione lo caricava, facendogli pompare sangue nelle vene, che naturalmente zampillava dallo squarcio sulla giugulare infradiciandogli la spalla e il petto.
Hikaru sospirò, come si farebbe con un bambino.

«Devi riposarti, fratello Eiji. Renditi conto che sei ferito. Renditi conto che sei stanco. Il tuo corpo dev'essere uno strumento di Dio. Se svieni perché hai perso troppo sangue non ottieni potere, solo vergogna... O pernacchie, a seconda dei casi.»

Rimise la falce nel fodero, e uscì dal circolo jashinista tracciato sul terreno. Non appena lo fece, la sua pelle smise di essere color ossidiana, ed Eiji percepì, seppur in maniera molto distante e sottile, che il contatto fra di loro si era in parte interrotto.

Hikaru si avvicinò a lui con un sorriso e inclinò la testa di lato, nel classico cenno di "Andiamo".
«Dai, forza. Avrai tempo per imparare le raffinatezze. Magari vicino a qualcuno che può rimetterti in sesto... Io purtroppo non conosco le arti mediche. E non ci tengo a portarti in spalla fino al Santuario.»




CITAZIONE
Il prossimo è l'ultimo post, quindi puoi già lasciare feedback, impressioni, voti, critiche, suggerimenti ecc ecc ecc u.u
Al mio prossimo ti darò la valutazione e la descrizione del Santuario, così saprai dove aprire l'autogestita :3
 
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view post Posted on 13/7/2017, 21:28     +1   -1
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Non si stava dando alcun tipo di contegno e la cosa non giocava a suo vantaggio. Il processo di sanguinamento non faceva altro che accelerare, dato che il ragazzo non accennava a stare fermo, pur restando all'interno del circolo di Jashin. Si era convinto che ormai gli fosse tutto permesso, che i suoi limiti fossero stati abbattuti per sempre, ma non aveva fatto i compiti a casa. Doveva ancora abituarsi a tale potere, farlo con l'armatura dei fulmini era stato più semplice, ma adesso per le mani aveva qualcosa di molto più particolare. Pompava sangue, si agitava, smaniava qualcosa di più, voleva sperimentare anche l'inverso, ovvero il farsi colpire per vedere la ferita comparire sulla pelle della controparte. Non si era nemmeno reso conto di quanto i due si stessero comportando in modi differenti. Da un lato una figura calma e pacata, completamente in controllo delle proprie emozioni, dall'altro un giovane ancora inesperto, travolto dalla novità del momento. Aveva ancora un sacco di cose da imparare, ma avrebbe sicuramente trovato qualcuno disposto a dargli una mano. Ascoltando le parole di Hikaru rimase, visibilmente, sorpreso. Gli stava davvero consigliando di riposarsi? Ma non erano due immortali? Lui non si sentiva stanco, almeno non la pensava di esserlo, ma pian piano le forze lo stavano abbandonando senza che nemmeno se ne accorgesse. Sorrise sprezzante, come ad aver capito che la controparte lo stesso nuovamente prendendo per i fondelli. - OOOOH SURE MAN! Ferito e stanco, ma con chi credi di par... - Poi un mancamento. le forze lo abbandonarono, i sensi si fecero da parte ed il ragazzo si sentì cadere. Fu un secondo. Fortunatamente non svenne, si limitò a barcollare visibilmente per poi inginocchiarsi al terreno e sospirare. Aveva ragione, il non vedente aveva ragione. Con un pizzico di amarezza alzò lo sguardo verso la figura del compagno, constatando che, nonostante portassero le stesse ferite, fosse meno stanco di lui. - Hey bro! Come mai sembri ancora in forma? Ho fatto qualcosa di sbagliato? - Avendo ritrovato la consapevolezze di se stesso, anche il suo tono di voce era tornato lo stesso, pur smorzato dalla ferita al collo. - Anyways... Avevi ragione, sono stanco, meglio smettere. - Era un po' triste per questo. Aveva retto poco, sia mentalmente che fisicamente. Poteva dare di più, doveva, altrimenti tutti i sacrifici fatti sarebbero stati inutili. No, non si rendeva veramente conto che quella che aveva al collo era mortale, non ci pensava. Un'altra persona si sarebbe ritrovata priva di vita da molto tempo, ma lui no, loro no, eppure non riusciva ad apprezzarsi pienamente. Sarebbe migliorato, avrebbe ottenuto più potere, ma era giunto il momento di riposarsi. Vide la mutazione sul corpo della controparte, il quale perse il colore nero per tornare a quello normale. Attese qualche secondo, giusto il tempo di farsi passare il fiatone, e poi imitò il sensei uscendo dal circolo. Anche lui, come Hikaru, tornò alla normalità, persino i suoi occhi ripresero dello stesso colore smeraldino. Nessuno dei due, sfortunatamente, conosceva tecniche mediche, il che avrebbe voluto dire che se la sarebbero dovuta fare a piedi in quelle condizioni piuttosto macabre. - Portarmi in spalla? Tzè! U would love it right?! Eheh! Not today sir! Al massimo il contrario, sono io a non avere voglia di portate te. Eheh... - Ma dai, ripigliati, hai il fiatone e sfotti. In ogni caso avrebbero ripreso a camminare, diretti verso il fantastico santuario, ritrovo di incredibili meraviglie e di personalità millenarie.

CITAZIONE
Ehm... In addestramento si danno i soliti voti al master? Bah... Who cares?!
Tempistiche: 10
Coinvolgimento personale: 10
Addestramento bello e coinvolgente, in 10 post circa il mio pg ci ha quasi rimesso la testa per colpa sua. Lel. Molto bella l'interazione dei personaggi, il combattimento ed il resto. Insomma, c'è poco da dire visto che è stata una cosa breve, ma penso sia stato un bene farlo, almeno ho un buon intermezzo tra la quest Jashin e l'arrivo al santuario. Oltretutto, giocarmi il primo collegamento mi è piaciuto uns acco e mi ha dato spunti per il futuro, quando tornerà a Kumo per infiltrarsi. Grazie di tutto come al solito. Detto questo... See yà!

 
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view post Posted on 14/7/2017, 11:15     +1   -1
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Hikaru ridacchiò alle proteste di Eiji, subito ridicolizzate dai fatti puri e semplici: il ragazzo si reggeva a malapena in piedi. Il battito del suo cuore era più lento, il respiro più pesante: anche senza il Legame attivo, a una persona dalle percezioni così elevate non sfuggiva la stanchezza e la debolezza che avevano preso il Kumano.

«Dunque... Bro?» azzardò, provando a tradurre quelle parole astruse che l'altro gli sputava continuamente contro andando a tono, più che a significato. «Non hai fatto nulla di sbagliato. Solo, non sei abituato ancora... E sei appena uscito dall'incontro con Jashin-sama, che tende a essere... Stancante, per tutti. Io inoltre sono dotato di un corpo straordinariamente resistente, anche per gli standard umani... E soprattutto...»
Sogghignò ancora, passando oltre l'Imai coperto di sangue.
«Io non mi sono agitato e scalmanato come te. Quindi ho perso meno sangue, perché il mio battito è sempre stato regolare. Sono tutte piccole accortezze che imparerai, col tempo. Non ti preoccupare.»

Dato che fortunatamente Eiji ebbe solo qualche barcollamento ma nessuno svenimento, ripresero la loro marcia verso il Santuario, a passo più ridotto.
Hikaru gli spiegò in anticipo che il villaggio era segreto, che nei suoi dintorni erano state piazzate trappole e illusioni, e che chiunque ne avesse rivelato non solo la posizione ma addirittura l'esistenza sarebbe incorso nell'ira di Jashin, del Priore, e tendenzialmente del Santuario intero.

«E nessuno vuole far arrabbiare un gruppo di immortali capaci di serbare rancore per secoli... Vero?»



CITAZIONE
Toh, ci rivediamo. Come passa in fretta il tempo, eh? :D
Addestramento rapido, quindi valutazione rapida, tanto questa volta non ho molto da dire u.u

Role: 10. Bravissimo, hai continuato con l'esaltazione di Eiji ma non ti sei dimenticato del suo dolore interiore. Ha appena sacrificato una parte ben importante della sua vita, e ho apprezzato molto come cercasse di distrarsi con letteralmente qualsiasi cosa gli capitasse sottomano.
I suoi sentimenti andranno gestiti magari in futuro, in libere/autogestite/quel che vorrai, ma come impatto diretto post-Jashin questo mi è parso ottimo.

Scrittura: 8.5 perché ancora non è perfetta ma hai decisamente sfoltito gli errori di battitura e di mancata rilettura, e questo è decisamente un'ottima cosa. Un dettaglio di cui mi sono resa conto, è che l'impaginazione "paragrafone unico giustificato" tende a essere un po' pesante, senza mai spazi o andate a capo, ma se è una questione di stile tuo non metto becco. Io personalmente preferisco separare bene i paragrafi e andare a capo più volte, ma è un mio gusto personale.

Strategia/Approccio: 10 direi, non ti era stato chiesto molto e quel che c'era da fare (imparare da Hikaru) l'hai fatto senza sbavature. Giustamente, Eiji va un po' a tentoni all'inizio, non capisce quale sangue vada versato dove, ma mantiene quell'esaltazione e curiosità che l'hanno portato a essere qui. E questo è ottimo.

Conoscenza del Regolamento: //

Voto Medio: 9.5

Ricevi 247 exp perché Hikaru purtroppo è un png.
Ricordati di scalare 60 ryo dal tuo conto... Se vuoi giustificarli in On, saranno il prezzo della lavandaia e del medico per quando arriverai al Santuario XD

Vado ad aprire la libera :3
See ya!
 
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view post Posted on 3/1/2018, 10:35     +1   -1
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♫ Peace ♫

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|| Parola d'ordine: #poche_ciance_più_valutazioni

Al solito una lettura piacevole e interessante, il Santuario ha un bel bg e Npc ben caratterizzati, ha il suo fascino ecco.

Unica nota che sento di dover lasciare (anche se avrebbe dovuto fartelo notare Egeria nella valutazione della quest jashin di 'nD) è che questa role sarebbe dovuta avvenire appunto all'interno della quest jashin. È stato specificato da tempo che è lì che vanno ruolate le capacità e le tecniche di clan che si apprendono; se consideriamo poi che la suddetta quest è durata in termini di post meno del minimo richiesto capisci che dall'esterno può sembrare un modo per facilitare il giocatore nel prendere exp. Non so se mi sono spiegata, so che non c'erano cattive intenzioni sotto ma per completezza andava fatta notare la cosa e senza nulla togliere alla qualità della giocata (che resta più che ottima), mi tocca togliere qualche punto per l'impostazione.
||

    Coinvolgimento Personale ('uD): 10
    Tempistiche ('nD): 10
    Trama e Impostazione: 7
    Scrittura: 10
    Ambientazione e Caratterizzazione NPC: 10

    Voto Medio gaeshi: 9.4 (+)
    Paga: 60 ryo (Add.Base) +80 (Voto 9) = 140 ryo



 
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