Narrato ~ "Parlato" ~ <i>Pensato
Poteva sembrare un giorno come gli altri, ed effettivamente per la maggior parte delle persone lo era, ma non per me: 15 Giugno 248, il giorno prima dell’esame. Non che ne fossi granché preoccupato, ma era qualcosa di nuovo, ed ero sinceramente curioso di come si sarebbe svolto, nonostante dessi per scontato la mia promozione.
Mi ci vollero circa otto minuti e cinquantatre secondi per vestirmi e lavarmi, dieci secondi meno del giorno prima, e poi uscii di casa, per dirigermi come al solito all’accademia.
Per strada c’era poca gente, la maggior parte era composta da altri apprendisti ninja, che mentre andavano anche loro verso l’accademia perdevano tempo a “praticare” con le loro tecniche ninja. Alcuni si divertivano persino ad viaggiare passando per i tetti delle case, anche se la metà di loro spesso o falliva miseramente e cadeva a terra, per venire “soccorsi” da altri studenti, oppure veniva rimproverata da civili o altri ninja più esperti, perdendo parecchio tempo. Io ovviamente mi limitavo a camminare normalmente, controllando periodicamente il mio orologio da polso, come mio solito.
Arrivai all’accademia con un anticipo di cinque minuti e trentadue secondi, e lì ci passai le cinque ore successive, come al solito. Fu un’altra giornata abbastanza normale, che passammo a prepararci all’esame.
Uscito da lì, dopo aver pranzato, decisi di prendermi altro tempo per prepararmi. Sapevo che l’esame si divideva in teorico e pratico, ma della parte teorica non mi interessava tanto: avevo memorizzato tutti i concetti principali, ero sicuro di poterlo passare senza problemi. Piuttosto, ero preoccupato per la parte pratica. Non me la cavavo troppo male neanche in quel campo, però non sapevo bene cosa aspettarmi. A quanto ne sapevo, la prova variava in base al maestro che la teneva: poteva trattarsi di una missione come di un test organizzato dall’esaminatore. Un alievo che è stato bocciato raccontava che nella sua prova il maestro aveva inscenato un rapimento, legando lui ed i suoi compagni di squadra in un edifico abbandonato. Non riuscirono ad uscire in tempo e furono bocciati tutti.
Trovata una zona abbastanza ampia, mi misi lì a praticare con i ninjutsu fino al tramonto, quando fui costretto a tornare a casa.
I miei sembravano più agitati per il giorno di domani di me, dalle discussioni che uscivano mentre cenavamo.
Il giorno dopo, mi svegliai all’orario solito, e seguii la mia routine come fosse un giorno normalissimo.
Andando verso l’accademia, sembravano esserci ancora più apprendisti che giravano, e che si divertivano come al solito di dare sfoggio delle loro capacità base. Uno di loro addirittura mi tirò contro uno shuriken, che riuscii a schivare prontamente, per provare a schernirmi; io feci direttamente finta di nulla e proseguii per la mia strada.
Arrivato all’accademia, mi comunicarono di andare verso l’aula numero trentatré.
Lì davanti c’era parecchia gente. Molti li conoscevo già, perché frequentavano la mia classe oppure erano noti nell’accademia, ma altri erano facce sconosciute per me. La porta dell’aula era chiusa e sopra c’era appeso un foglio, che attirò la mia attenzione. Ovviamente da dove mi trovavo non riuscivo a leggerlo, quindi mi avvicinai per vedere cosa c’era scritto...