Il Deserto dell'Anima, Quest tecniche clan Controllo della Sabbia per VINOOOH

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view post Posted on 15/6/2017, 18:43     +1   -1
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Artificial Flower's Lullaby

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- Giugno 09, anno 248, ore 22:30

C'era poco da fare. Sayaka, o Airone che dir si voglia, aveva ascoltato piangere quel dannato ragazzino per tutto quel tempo. Aveva capito qual era il problema, e non ci aveva pensato due volte a offrirgli un posto dove restare, ovvero la casa che, sebbene piccola, era abbastanza confortevole da ospitare lei, la piccola Chou... E adesso anche Eisuke.
Non c'era molto spazio, e sicuramente mancava una camera per gli ospiti, ma Airone gli preparò il divano con qualche cuscino e una coperta, e gli intimò di andare a letto. Era passata l'ora di cena, la piccolina dormiva già profondamente, era ora che andasse a riposare anche lui. Dopo quella brutta giornata, ne aveva sicuramente bisogno.

«Io sarò qui nella stanza di fianco... C'è qualcosa da bere in frigo se ti viene sete. Ma prova a dormire, va bene? Ne riparliamo domattina... Quando si è riposati, tutto sembra più facile.»

Gli augurò la buonanotte -ma senza bacini o rimboccamenti di coperte: aveva già una figlia, e non era Eisuke- e si ritirò nella sua stanza.




CITAZIONE
Bentornati su gaeshiairlines. Ci auguriamo che le regole di bordo siano già chiare e che il viaggio sia tranquillo e confortevole. Sono previste tempeste di sabbia, quindi vi raccomandiamo di stare attenti, controllare bene i post per evitare fuoriuscite di errori di battitura e tempi ballerini, e per qualsiasi domanda non esitate a contattare il personale di bordo.

Edit: dimenticavo. Fai quello che ti pare, ma l'ultima cosa che Eisuke deve fare è andare a dormire. Senza il risveglio, fagli chiudere gli occhietti e basta. Da lì attacco io u.u


Edited by gaeshi - 15/6/2017, 20:33
 
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view post Posted on 15/6/2017, 21:59     +1   -1
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Airone preparò il letto per Eisuke (un divano con qualche lenzuola, praticamente), intimandogli di andare a letto, e andò a dormire. In fondo adesso era una mamma, e doveva svegliarsi presto per badare a lei e la bambina appena nata, Chou.
Il piccolo ninja, però, anche lì si sentiva un peso. Dopo le parole del padre non sapeva più cosa fare, cosa pensare e dove andare. In fondo anche 14 anni prima si era rifugiato (anche se inconsapevolmente) a casa degli Yamamoto, prendendone addirittura il cognome, e tutti sappiamo com'era andata a finire.

Eisuke: E se fossi io il problema?

Ripensava ancora alle parole del padre adottivo, così dure e pesanti, che mai si sarebbe aspettato di sentire.

Eisuke: Se fossi un problema per tutti? Se per colpa mia Tsuchi è stato costretto ad andarsene?

Si sentiva estremamente solo in quel momento. Senza un padre ed una madre, senza un fratello e senza amici con il quale stare. "Aveva" Airone, ma sapeva che la donna aveva già i suoi problemi in quel villaggio, e sapeva anche che non sarebbe mai stata così brava con lui.
Quella sera semplicemente si addormentò, con quel letto improvvisato e con le lacrime agli occhi.
 
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view post Posted on 16/6/2017, 12:47     +1   -1
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Sonno... Uno dei migliori amici di Eisuke, che anche questa volta corse ad abbracciarlo e a confortarlo. L'amarezza, la delusione, i dubbi e le paure scivolarono via lentamente, e il ragazzino poté finalmente sentire la sua coscienza svanire e le sue membra farsi leggere.

Si risvegliò troppo presto, però. Sicuramente non aveva dormito le giuste e canoniche otto ore che dovrebbero dormirsi tutti per stare bene. Fu svegliato dalla fase REM, quella più piacevole e profonda, ma la scelta non era sua: una voce lo chiamava, insistente e secca, dura.

«Svegliati, idiota. Voglio che tu veda. Svegliati. Svegliati, maledetto imbecille!»

Gli ci sarebbe voluto qualche secondo, la sua coscienza era ancora intorpidita, ma anche in quello stato l'avrebbe riconosciuto fra mille.
Ekusie.
Aperti gli occhi, se lo sarebbe visto di fronte, in piedi davanti al divano... Ma se nel delirio della febbre aveva parlato con un'ombra, questa volta Ekusie sembrava molto più solido e reale.
Aveva il suo fisico, i suoi lineamenti, eppure il colore di pelle e capelli era di un monotematico giallo chiaro, quasi bianco. Uniforme ma non immobile, perché le increspature che scorrevano sulla sua pelle apparvero chiaramente per quello che erano: sabbia.
Ekusie era fatto di sabbia, ma questo non rendeva il suo sguardo meno intenso, il suo sogghigno meno affilato.

«Ti avevo detto che sarei tornato, idiota.»

La bocca si muoveva, e minuscoli granelli ne cadevano fuori come un'antica statua nel deserto che si decomponeva sotto l'implacabile azione del vento e degli elementi.
La voce era cavernosa, ma corrispondeva perfettamente a quella che il giovane Eisuke aveva sentito nella sua testa per tanto tempo.
 
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view post Posted on 16/6/2017, 19:41     +1   -1
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Il sonno di Eisuke, l'unica salvezza da quel mondo barbaro e crudele, venne interrotto all'improvviso. Il ninja avrebbe volentieri continuato a dormire, ma a quanto pare qualcun altro non era della stessa opinione. Proprio quando il giovane era entrato in una delle fasi più profonde del sonno, ecco che una voce, abbastanza bruscamente, incominciò a disturbare il suo riposo. Era secca, dura e, sotto un certo punto di vista, anche minacciosa.

Eisuke: Gnem... gnem... ancora un altro po'... non voglio andare a scuola...

Quando la sua coscienza, non più mezza addormentata, si riprese, il giovane ebbe un brivido di paura. Da essere completamente steso sul divano, che era diventato un letto per la notte, si ritrovò seduto su di esso, anche se in una posizione molto strana. La gamba destra era ancora su un bracciolo del divano, quella sinistra a terra, il braccio sinistro sotto il sedere e quello destro dietro la nuca. Aveva ancora la faccia del cuscino, e gli occhi molto gonfi. Diciamo che non era nelle condizioni ottimali per sostenere una conversazione.
Quella voce, quella dannatissima voce, però, anche se in uno stato molto poco decente, l'aveva riconosciuta: era Ekusie.
Lo vide davanti a se e sbiancò completamente.

Eisuke: Io...

La voce tremava, così come i suoi arti, finalmente tornati in una posizione decente. Aveva paura, paura di quell'essere che sino a qualche settimana fa era dentro la sua testa e che, adesso, si presentava davanti a lui, più tangibile che mai. Era corporeo, si vedeva, solo che c'era qualcosa di strano. Nelle fattezze, nella corporatura, in tutti i minimi particolari era proprio come lui, un suo gemello, ma la consistenza era diversa, era palese. Ekusie era completamente fatto di sabbia, del colore della sabbia, solo un po' più chiara. Quando disse "Ti avevo detto che sarei tornato, idiota.", Eisuke non capì più niente. Gli arti, che prima tremavano come un cucciolo appena nato, improvvisamente si placarono, e i suoi pugni si strinsero. Sul suo volto, da esserci un'espressione spaventata e confusa, con le classiche sopracciglia alzate, si disegnò un'espressione piena di disprezzo e di odio verso quella figura. Eisuke non aveva mai provato quei sentimenti.
Da stare seduto sul divano, partì all'attacco, con un pugno, quello destro, diretto sul volto del suo gemello. Si diede lo slancio con le gambe e con la mano sinistra, aperta e prontamente poggiata sul divano. Il pugno destro partì, caricato, come al solito, da dietro il suo busto, caricando tutta la forza grazie al braccio portato all'indietro. Era un solo colpo, certo, ma uno di quei colpi pieni di rancore e di rabbia... ed anche di chakra, quelli che dava Eisuke nelle situazioni disperate.

CITAZIONE
KCPOW - "Il ninja, in preda alla rabbia, carica un pugno, pregno di chakra, da scagliare contro l'avversario."
Chakra: 66-60= 6 (so che non rimane 6, è un promemoria)
Stamina: 80-3= 77
Frz: 34+60= 94

Eisuke: Muori!

Una singola parola, piena di significato e di emozioni. Gli occhi del ragazzo avevano un'espressione a dir poco inquietante. Non aveva importanza se quell'attacco fosse andato a segno o no, in quel momento Eisuke non era stato capace di pensare ad altro. Odiava quell'essere, l'aveva sottomesso per tanto tempo, e quel mese di libertà gli aveva fatto assaporare la felicità. Inoltre il ragazzo aveva bisogno di sfogarsi per quanto accaduto prima, altra cosa che non era mai riuscito a fare, almeno sino a quando non si era liberato di quell'essere malvagio.
 
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view post Posted on 17/6/2017, 13:57     +1   -1
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Un pugno ben fatto, probabilmente il più cattivo che Eisuke avesse mai dato... Ma attraversò Ekusie senza quasi incontrare resistenza. La sabbia si scompose, veleggiando e vorticando al passaggio delle dita del Suniano, distruggendo il volto del suo alter ego.
Peccato che la sabbia, spargendosi nella stanza, conservasse ancora la voce irritante e irritata del demonietto, il cui corpo senza testa rimaneva in piedi di fronte a Eisuke.

«Ceeeeerto, come se fosse così facile.»

Canzonatoria, la faccia di Ekusie, solo la faccia, ricomparve poco distante, volteggiando sopra il tavolo della piccola cucina di Airone.

«Io non posso morire, Eisuke. Non finché tu vivi. Io sono te e tu sei me. Tu necessiti di me per vivere, e io esisto grazie a te.»

Non stava mentendo, né stava cercando di fregarlo: quella era la pura verità, e forse anche il manipolatore di sabbia l'avrebbe potuto capire. Due personalità di una stessa persona? Impossibile dividerle del tutto.

«Però, la sai una cosa?»

Il corpo iniziò a sfaldarsi, ma invece di finire a terra in un mucchietto disordinato prese a riempire la stanza, vorticando come se una tempesta di sabbia avesse deciso di lasciare il deserto per catapultarsi fra quelle quattro mura.

«Io non posso morire... Né posso ucciderti... Ma posso farti soffrire... E sai come?»

L'ultima a sparire fu la faccia di Ekusie. Il sogghigno aleggiò ancora un istante, prima che la sabbia che lo componeva si unisse a quella che già vorticava nel salotto.

«Ma che dico, sei troppo stupido per capire.»

La voce sembrava provenire da ogni singolo granello di sabbia. Eisuke si sentiva circondato, era ovunque... Almeno finché un soffio di vento inesistente spostò tutta la sabbia in una sola direzione...

La camera di Airone.

«TE LO MOSTRERO'!!!»
 
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view post Posted on 18/6/2017, 22:07     +1   -1
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Il pugno venne tirato con una rabbia che mai si era vista all'interno del giovane ninja, mai. Era un sentimento che il giovane, vuoi per pigrizia, vuoi a causa di Ekusie (che aveva addirittura "assorbito" questo sentimento da Eisuke), non era mai riuscito a provare. E adesso era esploso, proprio lì, proprio in quella situazione di emergenza, perchè si, solo così si poteva chiamare una situazione del genere (ovviamente per il ninja).
Quando il pugno arrivò in faccia ad Ekusie, però, non vi fu alcun impatto, semplicemente passò in mezzo ai granelli di sabbia, che componevano la faccia del "cattivo", facendoli spargere su tutto il pavimento.

Eisuke: Vai via.

Disse stringendo i denti ed i pugni, e guardando quella figura, intera solo dal collo in giù. Sapeva che non sarebbe stato così semplice, purtroppo, e finalmente incominciava a riacquistare coscienza e ragione, dato che comunque era entrata in circolo molta adrenalina con quell'incontro così sgradevole.
La sabbia, che era caduta sul pavimento, iniziò a radunarsi tutta sopra il tavolo di Airone, componendo di nuovo la faccia di quell'essere. Eisuke si girò verso di lui e lo guardò con grande astio, sentendo anche la sua frase canzonatoria, e non solo. Infatti Ekusie stava spiegando perchè non potesse scomparire, come mai non lasciasse in pace quel giovane ninja e per quale motivo non scomparisse dalla sua vita. Ma lui, Eisuke, tutto questo già lo sapeva. Non era stupido, come continuava a dire Ekusie, sapeva perchè era venuto a crearsi ed anche perchè dovesse rimanere: era frutto della sua mente, faceva parte di lui e non poteva cacciarlo così, con qualche pugno pieno di chakra.
Poi la parte malvagia cambiò tono, divenne minacciosa. Anche i suoi comportamenti lo diventarono, infatti iniziò a scomporsi e ad avvolgere tutta la camera, circondando completamente il giovane ninja, molto probabilmente per farlo sentire piccolo ed inferiore, oltre che impotente. Iniziò a minacciarlo anche verbalmente, sino a quando, come un fantasma, non sparì dirigendosi verso la camera di Airone.

Eisuke: Ma di là...

Fu un attimo. Eisuke realizzò cosa stava per succedere e cosa aveva intenzione di fare Ekusie. Prese la katana, poggiata vicino al divano, e corse nella camera di Airone con l'arma ancora infoderata. Doveva fermare quell'essere il prima possibile. Corse sino all'entrata della camera che, probabilmente, era già aperta.
 
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view post Posted on 19/6/2017, 09:53     +1   -1
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Il tempo che occorse a Eisuke per rendersi conto della minaccia e correre era molto più lungo di quello che bastò alla sabbia per intrufolarsi sotto la porta. Nel momento in cui il Suniano appoggiò la mano sulla maniglia per spingerla, non essendo effettivamente chiusa a chiave, un urlo di donna ruppe il silenzio della notte, seguito subito dopo dagli strilli di un lattante.
Entrando, Eisuke avrebbe trovato Airone sospesa nell'aria in un vortice di sabbia che la obbligava a chiudere gli occhi a più riprese. Le mani erano protese verso la piccola Chou, che piangeva spaventata nella sua culla senza capire perché si stesse sollevando da terra e vibrando così forte. La sabbia la stava avvolgendo, creando una gabbia sempre più compatta.

«EISUKE! EISUKE, SALVALA! AIUTACI!»

Il respiro di Airone si fece strozzato per via della sabbia che le era entrata in gola durante quell'urlo. Ovviamente, la sua priorità era la bambina.

Il giovane shinobi percepì chiaramente la voce di Ekusie, roca e sporcata da una malsana eccitazione.

«Funerale... Del deserto.»

Fu un attimo. La gabbia di sabbia si chiuse di colpo, come se una gigantesca mano avesse schiacciato nel suo pugno la culla e la bambina.
Il pianto di Chou smise di udirsi, di colpo. Istantaneamente, venne sostituito dall'urlo straziante di sua madre, i cui occhi pieni di lacrime fissavano la sabbia maledetta lasciar cadere a terra con un tonfo i rottami insanguinati della culla.

«Hai visto? Potremmo essere così forti, io e te... Potremmo farci rispettare, Eisuke. Sei ancora in tempo a chiedermi scusa... E a tornare con me...»
 
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view post Posted on 19/6/2017, 22:30     +1   -1
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Quando Eisuke arrivò davanti alla porta, la trovò chiusa, e non vide Ekusie da nessuna parte. Gli occhi si aprirono ancora di più, molto probabilmente per la paura e per la sorpresa. Non si aspettava che sarebbe successo qualcosa del genere quella sera, dopo quella giornata così straziante e deprimente. Quando il giovane sentì l'urlo di una donna, provenire dall'interno della camera davanti alla quale si trovava, sembrò quasi tornare alla realtà, dal vortice di pensieri che continuava ad attanagliarlo. Perchè Ekusie era lì? Cosa voleva? E perchè lo stava tormentando? Non faceva parte di lui? Allora perchè si comportava così? Anche lui era così, dunque?
Tutte domande che scomparvero con quell'urlo.

Eisuke: Airone!

Il ragazzo abbassò la maniglia ed entrò nella piccola stanza da letto nella quale si trovavano Airone e la piccola Chou. La sabbia avvolgeva sia la donna che la bambina, e attorno a quest'ultima si era creata una vera e propria gabbia. Sayaka tendeva le proprie braccia verso la figlia, ma la sabbia era troppo forte e non le permetteva di avanzare. Fu capace solo di chiedere, urlando, aiuto ad Eisuke, il quale, però, era più sconvolto e disorientato di lei, molto probabilmente. Solo quando il giovane ninja sentì la voce di Ekusie, rauca e più cattiva che mai, si accorse di quello che stava per accadere. Ma ormai era troppo tardi.

Eisuke: NOOOOOOOO!

Tese una mano in avanti, verso la piccola Chou, come se così facendo potesse fermare tutto, come se così potesse evitare l'inevitabile. Dopo le parole di Ekusie, la culla della bambina, e la bambina, vennero schiacciate da un ammontare gigantesco di sabbia, venendo distrutte e schiacciate. Sabbia, legno, stoffa e sangue si trovavano sul pavimento della stanza, anche ai piedi di Eisuke. Quest'ultimo cadde a terra, disperato e disorientato, con l'espressione confusa, cercando di trattenere le lacrime. Prese un pezzo di stoffa da terra, sporco di sangue, e lo portò al volto, accarezzandolo con la sua guancia ed iniziando a piangere, facendo cadere lacrime calde, senza emettere alcun rumore. Singhiozzava e piangeva, era sconvolto da quello che era appena successo, anche perchè sapeva, o almeno credeva, che tutto quello stava succedendo a causa sua.

Eisuke: C-chou... chou...

Ogni tanto pronunciava il nome della piccola bambina, come se la conoscesse da tanto, quando l'aveva vista si e no qualche volta, dentro la sua piccola culla, mentre dormiva. Però l'aveva vista, e sapeva che aveva solo qualche settimana, era appena nata, non aveva nessuna colpa e doveva ancora scoprire il mondo. Esatto, il mondo, lo stesso che adesso Eisuke considerava un inferno, e non solo a causa di Ekusie. Il ninja di Suna adesso era come in una bolla, non riusciva a capire quasi niente, era troppo sconvolto. Anche le urla di Airone erano solo un sottofondo ovattato per lui. Adesso le uniche cosa che riusciva a capire erano le ultime parole di Ekusie, quello che riusciva a sentire erano i suoi singhiozzi, quello che riusciva a percepire erano le sue lacrime ed il sangue di Chou sulle sue mani, quello che riusciva ad odorare era l'odore del sangue della piccola, e quello che riusciva ad assaporare era l'amaro in bocca, per non esser riuscito a fare niente. I sentimenti, invece, quelli dominanti, erano tristezza e disperazione, ma anche rabbia, tanta rabbia. Una rabbia traboccante ed insormontabile che continuava a
crescere, soprattutto mentre Ekusie parlava e faceva una piccola proposta ad Eisuke.
Quando la personalità malvagia finì di parlare, solo allora il ninja, che era caduto in ginocchio piangendo, con la testa rivolta verso il basso, solo allora alzò il capo. Lo sguardo era nero, nero di rabbia e di astio. Guardava il suo alter ego, lo odiava, lo odiava per quello che stava facendo. Però, però in cuor suo sapeva che per un certo verso aveva ragione. Insieme, loro due, potevano essere molto forti, potevano farsi rispettare... ma soprattutto Eisuke avrebbe potuto evitare che certe cose si ripetessero.

Eisuke: Basta... basta basta basta basta...

Disse con tono spento e demoralizzato, sempre guardandolo con sguardo pieno di astio, ma anche con una nota di sofferenza. Appoggiò la mano destra sulla gamba destra, ed iniziò ad alzarsi. Si aiutò con le braccia per alzarsi e rimettersi in piedi, sulle sue gambe. All'iniziò barcollò un po', poi riprese a guardare la sua doppia personalità e a parlargli.

Eisuke: Chiederti scusa... per cosa? Tu, tu mi hai ridotto come uno schiavo...

Piano piano, ad ogni parola che diceva, le mani di Eisuke iniziavano a stringersi, ed il tono ad infervorarsi, così come l'espressione di rabbia iniziava a tornare, partendo da un ghigno, di disgusto, sul suo volto.

Eisuke: Tu mi hai fatto soffrire per anni. Tu non mi hai fatto provare più niente. Tu hai litigato con Reiki. Tu mi hai fatto chiudere in me stesso.
Tu mi hai bullizzato per anni.


I pugni si strinsero sino a far diventare le nocche bianche... più del normale si intende. I denti iniziarono a raschiare tra di loro e a non staccarsi più.

Eisuke: Tu hai provocato solo sofferenza nella mia vita. TU HAI PROVOCATO SOFFERENZA NELLA VITA DEGLI ALTRI ATTRAVERSO ME. TU HAI UCCISO LA PICCOLA CHOU. TU, TU DOVRESTI CHIEDERMI SCUSA, E NON DOVREI ESSERE IO A TORNARE DA TE, MA TU A TORNARE DA ME, SOTTO IL MIO, IL MIO CONTROLLO. TU, MOSTRO!

L'ultima parte l'aveva detto urlando, agitando le braccia e sputacchiando da una parte e dall'altra, sempre con le lacrime agli occhi. Poi, prese la spada e la sfoderò. Si calmò e disse.

Eisuke: Tu devi tornare da me. Io ti ho creato e vivi solo perchè vivo io.

Puntò la spada con la punta rivolta verso la sua pancia.

Eisuke: Quindi, se io dovessi smettere di vivere, smetteresti anche tu.

Lo guardò con aria di sfida, con uno sguardo quasi maniacale, da bestia, come se fosse lui l'Ekusie che prima aveva ucciso Chou, e disse

Eisuke: Che dici, mostro?

Un Eisuke così non si era mai visto. Perchè si stava comportando così? Forse l'influenza di Ekusie, in quegli anni, si stava facendo comunque sentire, anche se quell'essere era uscito e si trovava davanti a lui?
 
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view post Posted on 20/6/2017, 13:47     +1   -1
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La sabbia che teneva intrappolata Airone la obbligava a tapparsi naso e bocca, e a chiudere gli occhi per non soffocare. Dietro le mani, però, la povera donna urlava tutta la sua disperazione e piangeva ogni sua lacrima, cercando di ribellarsi a quell'elemento insidioso e inarrestabile, ma invano.

Ekusie riemerse dalla sabbia che aveva distrutto la culla di Chou. La sua figura apparve, meno solida di prima ma comunque riconoscibile, la sabbia bianca che la componeva screziata qua e là da increspature cremisi.
Il volto del demone interiore del Suniano si contorse in una smorfia di disgusto guardando l'altra sua "metà" prima piangere e disperarsi, poi tentare un'altra cosa ben più tragica: il suicidio.

«Tu non mi hai creato, testa di cazzo. Io sono nato affinché tu non morissi. Quando Tsuchi-niisan se n'è andato, non ti è rimasto più nessuno... E nemmeno la voglia di fare qualcosa. Saresti morto come un'ameba alla prima occasione. E adesso ti atteggi? Fai il duro? Sei pronto a morire... E per cosa?»

Si avvicinò a lui. Non camminava, semplicemente la sabbia vorticava ricomponendolo mille volte. Sembrava una scultura in eterna creazione, e se il momento non fosse stato così tragico e drammatico si sarebbe anche potuta apprezzare la bellezza di quell'arte.

Da sotto i suoi piedi la sabbia si innalzò formando lunghe lingue bianche che si strinsero attorno all'elsa della spada di Eisuke, strappandogliela via con una forza a cui il piccolo ninja non poteva opporsi. La spada rimase sospesa, fuori dalla sua portata, inutile e inutilizzabile.

«Tu non vuoi davvero morire, piccolo idiota. Tu sei solo stufo di venire abbandonato come una scarpa vecchia. Se adesso uccido questa donna...»

La sabbia attorno ad Airone si fece più densa e spessa, nell'istante in cui Ekusie alzò il braccio tendendo le piccole dita di granelli pallidi.

«Non avrai più nessuno. Quindi nessuno potrà più abbandonarti. Non sarebbe male, no?»

Sogghignò, e per diversi istanti i suoi occhi vacui sembravano seri, pronti a fare alla giovane donna ciò che aveva fatto alla sua bambina.
Poi rise. Suoni rauchi e graffianti, ma che potevano davvero sembrare una risata, con un po' di fantasia.

«Nah. Sarebbe da psicopatici. Andiamo a trovare i tuoi genitori adottivi, che ne dici? È ora che ci dicano finalmente cosa è successo al fratellone.»

Il sogghigno non era cambiato: malefico, infame, era sempre lì su quel volto di sabbia. Una mano però si protese verso Eisuke, come un invito. L'altra, tuttavia, non si era mossa e continuava a tenere intrappolata Airone dentro quella tempesta di sabbia incalzante.
 
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view post Posted on 20/6/2017, 20:08     +1   -1
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Eisuke si stava comportando in modo diverso dal normale. Per lui era un comportamento nuovo, si potrebbe definire addirittura eroico sotto alcuni punti di vista. Ma era visibilmente l'atteggiamento di un bambino che ancora non conosceva il mondo. In che senso? Beh, Eisuke si era dolcemente goduto un mese libero dalle costrizioni di Ekusie. In quel momento si sentiva come tutti i ragazzi "fuori dal normale": invincibile. Non aveva ricevuto un'educazione adeguata alle sue abilità, ed essendosi allenato, a suo modo, duramente, si sentiva veramente forte e anche libero. Non aveva fatto i conti, però, con il vero mondo, i veri combattimenti e soprattutto con se stesso. Davanti alla sua personalità malvagia, davanti alla reincarnazione del suo passato, di quello che lui è, nel suo profondo, ma che lui è, ma soprattutto davanti al suo "salvatore", non poteva assolutamente niente.
E in quel momento, dopo la "minaccia" di Eisuke, di suicidarsi, quell'essere così potente, stava per riapparire davanti al suniano. Piano piano la figura malvagia, si ricomponeva in aspetti meno umani. Forse per il potere straripante, oppure perchè aveva una "durata limitata. Questi quesiti, però, il ninja non se li pose nemmeno. L'unica cosa che riuscì a chiedersi, quando Ekusie parlò, quando iniziò ad avanzare sempre più minaccioso, e quando gli strappò dalle mani la spada, per giunta con una facilità pazzesca, fu

Eisuke: P-perchè?

La bolla, quella che aveva circondato sino a quel momento il suniano, che l'aveva isolato dal mondo sino all'atto di pazzia con la spada, ricominciò a circondarlo. Si sentiva di nuovo attanagliare da un pensiero fisso, da un pensiero disperato, e da una forza molto forte: Ekusie. Sentiva di nuovo la sua influenza e la sua presenza. Non riuscì nemmeno a chiedersi come mai in realtà lui fosse così debole, o come mai Ekusie fosse comparso proprio quella sera, o come mai non fosse riuscito ad uccidersi mentre ci stava provando, fermando così Ekusie. Non si chiese nemmeno perchè quella presenza avesse così dannatamente ragione. Senza quella, lui dopo la scomparsa di Tsuchi, sarebbe morto, morto e dimenticato, senza aver provato nemmeno a reagire.

Eisuke: Perchè....?

Ripetè, come una cantilena. Era l'unica parola che in quel momento aleggiava nella sua mente. Dopo il silenzio. Ekusie ricominciò a parlare, e rivelò un altro pensiero sempre vivo dentro il suniano. Perchè erano la stessa cosa, la stessa persona, sapeva cosa quel piccolo ninja aveva al suo interno. Comunque, Eisuke in realtà non voleva essere abbandonato. Si sentiva come una di quelle vecchie bambole di pezza, con dei bottoni per occhi e con un semplice filo, cucito alla bene e meglio, come bocca. Una di quelle bambole con cui giochi da piccolo e che poi dimentichi per sempre in una soffitta vecchia e polverosa in mezzo ad altre cose. Era stato così con i suoi genitori biologici, con i suoi amici, con i suoi genitori adottivi, e, in un certo senso, si sentiva così anche quando pensava a Tsuchi. Ed era pensieri che gravano sulla mente di un piccolo ragazzo. Si, perchè i ninja partono come bambini, addestrati, ma pur sempre bambini, con sentimenti. Nemmeno la minaccia di Ekusie, di uccidere Airone, potè destare il ragazzo da quello stato di "paralisi". Neanche la risata, se così si poteva chiamare, della parte malvagia, così roca e spaventosa, riuscì a richiamarlo. Solo una proposta, molto allettante per Eisuke, riuscì a compiere tale impresa. La verità su suo fratello. L'informazione tanto agoniata dal suniano, una verità molto importante per lui.
Decise, quindi, di accettare la proposta della sua seconda personalità, di stringere la sua mano, di alzarsi, grazie ad essa, di guardare negli occhi (ovunque essi fossero) Ekusie, e di dirgli

Eisuke: Andiamo.

Con una determinazione che aveva completamente spazzato via la disperazione di prima.
 
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view post Posted on 20/6/2017, 20:26     +1   -1
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Una mano tesa, un sorriso... Che divenne sogghigno quando Eisuke fece la sua scelta. Seguire Ekusie, fare pace con lui, riprenderlo nella propria vita accettandone l'esistenza.

«Molto bene. Lei non ci serve più allora.»

Lo disse con una naturalezza disarmante, e con altrettanta semplicità strinse il pugno, andando a preparare la stessa tecnica che aveva ucciso Chou.
Airone, mentre la sabbia si apriva attorno a lei per fare spazio alla figura di Ekusie che scompariva e andava a volteggiarle attorno, sgranò gli occhi e li puntò su Eisuke.
Aveva paura. Paura vera.

«Eisuke!»

La sabbia aumentò. Della metà distorta del giovane non v'era più traccia, tutti i granelli che lo componevano erano andati a formare la stessa gabbia che pian piano si stava chiudendo, lasciando sempre meno spazio per Airone.

«Eisuke!!!»

La gabbia si chiuse. Non vide più nulla della donna che l'aveva curato, accolto in casa senza pensarci due volte, che aveva cucinato per lui, che l'aveva ascoltato e abbracciato, seppur spesso controvoglia.

«EISUKEEEEEE!»

E fu subito Funerale del Deserto.

Seguito, però, da un'esplosione che travolse il ragazzo, lo mandò schiena a terra, lo strinse e lo scosse con violenza.
Cosa assurda, riusciva ancora a sentire la voce di Airone nelle orecchie.

«Eisuke!»

«Eisuke!»

«Eisuke!»

«EISUKE SVEGLIATI, PER L'AMOR DEI KAMI!!!»



Ed effettivamente, Eisuke si svegliò. Airone aveva le vesti rovinate e lacerate in più punti, graffi sulla faccia e i capelli che definire scompigliati sarebbe stato riduttivo. Lo scrollava per le spalle, urlandogli in faccia di svegliarsi, mentre in una stanza attigua un bambino piangeva.
Si trovavano in cucina, a metà strada fra il divano e la porta della camera da letto di Airone e Chou, e la stanza era invasa da lembi e cumuli di sabbia che vorticavano su loro stessi.
Quella sabbia, bianca e leggera, sembrava rispondere stranamente bene al pensiero del giovane. Eisuke sentiva uno strano collegamento con essa...

«Controllala. Puoi farlo. Poi andiamo da quei due stronzi.»





 
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view post Posted on 20/6/2017, 22:17     +1   -1
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Quando Eisuke afferrò la mano di Ekusie, questo sogghignò, come se avesse vinto la battaglia contro il suniano, e forse, era proprio così. Il giovane ninja, accettando la proposta della parte malvagia, non fece altro che accettarla nella propria vita, facendoci pace e permettendole di vivere dentro di lui. Ormai quel patto era stato sancito.
Una volta fatto questo, Ekusie passò all'eliminazione di Airone. In fondo non serviva più, ed era un testimone molto pericoloso, per la sua, anzi per la loro incolumità. Eisuke, però, piano piano, iniziava a pentirsi della scelta che aveva fatto, perchè iniziava a capire le conseguenze delle sue scelte. O meglio, la conseguenza, ovvero la morte di Airone. Le doveva la vita, e non solo. Si era preso cura di lui anche dopo quella disastrosa prima missione.

Eisuke: Airone...

Ma ormai la decisione era stata presa. Ekusie si stringeva sempre di più alla donna, intrappolandola in quel maledetto vortice di sabbia, ed Eisuke non potè fare altro se non distrarre lo sguardo, girando la testa verso destra, chiudendo gli occhi e serrando i pugni per tenersi concentrato, sopprimere la rabbia e non fare azioni avventate.
La spira di sabbia si stringeva sempre di più attorno ad Airone, proprio com'era successo con Chou. Le due stavano per fare la stessa fine, ed in fondo, Eisuke sapeva che era colpa sua. Quando la sabbia si serrò vi fu una violenta esplosione che fece cadere il ragazzo a terra, facendolo anche tremare. La cosa strana, però, era che la voce di Airone era ancora presente, ed anzi, era più viva che mai. Continuava ad urlare il suo nome e, alla fine, gli disse di svegliarsi. Fu così che quel sogno, o forse incubo, finì. Tutto ebbe fine, ed Eisuke ritornò alla realtà.

Eisuke: Cosa...?

Aveva davanti a se Airone, che lo guardava con aria preoccupata, e che aveva tutti i vestiti strappati, oltre ad i capelli in disordine. Si sentiva la piccola Chou piangere dall'altra parte, e c'era della sabbia bianca che volteggiava per tutta la casa. Solo allora Eisuke capì che aveva semplicemente sognato. Anche se semplicemente era una parola troppo grossa. Infatti anche Ekusie era ancora presente, vivo e vegeto all'interno della sua testa. Era nella cucina, tra la porta ed il divano, e davanti a se vi era un solo ostacolo, ovvero Airone. Perchè si Eisuke era più determinato che mai per scoprire la verità sui suoi genitori.

Eisuke: Posso controllarla.

Il giovane ragazzo alzò la mano, tendendola contro Airone. Concentrò tutto il proprio chakra nel suo corpo, in particolar modo nel braccio che aveva teso. Poi, dopo averlo fatto, decise di spostare di colpo il braccio. Aveva il pieno controllo della sabbia, no? Quindi con essa avrebbe cercato di spostare Airone. Se ci fosse riuscito si sarebbe alzato da terra e si sarebbe diretto alla porta, con una sola meta: la casa dei suoi genitori adottivi.
 
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view post Posted on 22/6/2017, 10:46     +1   -1
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Esiste un fenomeno -o meglio, molti credono esista- chiamato "The Butterfly Effect", l'effetto farfalla. Vale a dire: una farfalla batte le ali nel Paese del Cielo, e un tifone si scatena in quello dell'Acqua.
Conseguenze, grandi e piccole, piacevoli e tragiche. Ogni scelta, ogni azione ha le sue.
Airone probabilmente non ci aveva pensato quando aveva deciso di chiamare sua figlia Chou, "farfalla", per l'appunto.
E sicuramente non avrebbe nemmeno pensato che Eisuke, dopo averle quasi distrutto casa e averla ferita con la sua sabbia durante un brutto incubo, si svegliasse con quella espressione in faccia e se ne andasse senza una parola, dopo averla scagliata contro la parete.

Tossì sangue; si era fatta male andando a sbattere, e un flebile lamento le uscì dalla bocca assieme a un rivolo cremisi.
Scivolò a terra, e gli occhi che sollevò verso Eisuke urlavano una sola cosa.
Traditore.

Non disse niente, però. Rimase a terra, ferita nel corpo ma soprattutto nello spirito, occhi lucidi mentre nella stanza accanto la neonata continuava a piangere, disperata per non riuscire a capire, con le sue poche settimane di vita, cosa accidenti stesse succedendo.
Peccato che nemmeno Airone, che di vita ne aveva vissuta ben di più, riuscisse a capirlo.


Eisuke uscì da quella casa, diretto verso l'abitazione che per gli ultimi anni l'aveva ospitato. La notte era fresca, il clima del deserto era leggermente più mite, e la voce di Ekusie suonava come una fanfara trionfante nel suo cervello.

«Bene. Bene, finalmente. Hai visto? Hai visto cosa possiamo fare con la sabbia? Devi allenarti, Eisuke.»

Eisuke, non "idiota" o altri insulti. Si sentiva che era contento di come le cose stessero andando. Aggressivo, martellante, iniziò a parlare a raffica ma scandendo bene le parole in modo che fossero comprensibili.

«Devi allenarti, devi imparare a controllare la sabbia. Potrai iniziare a fare pratica su quei due pezzi di merda. Su di lui, soprattutto, non l'ho mai sopportato. Prima però prepariamoci mentalmente, eh? Ricapitoliamo tutto quello che sappiamo. Non devono coglierci impreparati, Eisuke. E non devono osare prenderci per il culo.»

 
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view post Posted on 22/6/2017, 22:13     +1   -1
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Eisuke. Eisuke non ha mai avuto vita facile. Da bambino è stato abbandonato dalla sua vera madre, a Suna, così da garantirgli un futuro più prospero e meno disastrato che nel villaggio della neve. A Suna il giovane è stato si accolto da una famiglia, ma non è mai stato accettato del tutto dal padre. L'unica persona che l'ha sempre capito era il fratello, che è stato costretto ad andarsene dal villaggio per motivi a lui sconosciuti (o almeno queste erano le informazioni in suo possesso). Successivamente Ekusie è arrivato nella sua vita, facendolo sopravvivere, vero, ma rendendola un inferno. Poi ci sono state una serie di episodi spiacevoli, in accademia, con la famiglia, con gli amici e così via, che sono culminati con quel giorno. Quel giorno, un semplice giorno, in cui il ragazzo era libero da Ekusie, in cui si stava finalmente allenando, in cui dopo anni era di nuovo vivo, era successo di tutto e di più. Essendo, in aggiunta, un ragazzino di 14 anni, privo di esperienza, abituato ad essere cullato e graziato, ed avendo appena messo piede nel mondo, le sue azioni erano più che comprensibili. Insomma, a quell'età nessuno, se non qualcuno con ambizioni molto forti oppure con la strada "già segnata", sa cosa fare della propria vita, che obiettivi porsi, o robe del genere.
In quel momento, quella sera, il suniano era in piena crisi, e l'arrivo di Ekusie l'aveva fatto crollare psicologicamente. Non era più lui, o meglio, lo era, ma guidato da istinto e da pensieri irrazionali. Per lui, il mondo, era appena diventato l'inferno.

Eisuke: Tsuchi.

Questo era l'unico pensiero che aveva in testa. La personalità malvagia aveva giocato la sua carta, in modo azzardato, ma l'aveva giocata... ed era riuscita nel suo intento. Eisuke era da anni che cercava di scoprire la verità su suo fratello, e adesso ce l'aveva, servita su un piatto d'argento in pratica. Aveva addirittura tradito Arione per questo, la donna che l'aveva accolto, accudito e salvato diverse volte. Si conoscevano da un mese, certo, ma aveva sviluppato un forte affetto per quella donna, ed anche per la sua bambina. Ma in quel momento, di follia, o di pazzia, o che dir si voglia, il piccolo ninja l'aveva tradita. Se Ekusie gliel'avesse detto, il suniano avrebbe addirittura ucciso quella donna per arrivare al suo obiettivo.
Quando uscì da quella casa, dalla casa di Sayara, Eisuke venne investito dall'aria fresca della notte. Prese un respiro profondo, e, con profonda determinazione, iniziò a dirigersi verso la casa dei propri genitori. Era convinto di quello che stava facendo, e anche di quello che stava per fare. Molto probabilmente cose orribili, ma le stava per fare. Ekusie iniziò a parlare con il suniano, per spronarlo ad allenarsi con quella sabbia, per forgiarlo, per fare di lui un essere forte, sia fisicamente che psicologicamente. Lo esortò anche a ricordarsi tutti i minimi dettagli sulla scomparsa del fratello, così da non esser colto alla sprovvista dai genitori. Eisuke, allora, si fermò un attimo.

Eisuke: Ekusie. Zitto.

Anche con se stesso, con la sua metà, decise di agire in modo diverso dal normale, con la stessa cattiveria con cui aveva agito sino a quel momento, una cattiveria non sua... o forse si, dato che si stava manifestando proprio in quel momento. Da fermo iniziò a camminare di nuovo. Gamba destra avanti, gamba sinistra dietro, e poi il contrario. Iniziò ad accelerare, e ad andare sempre più veloce, sempre più veloce. Iniziò a correre addirittura, per arrivare davanti alla casa dei propri genitori. Correre? Anche questa era una cosa che il ninja non aveva mai fatto. Arrivato davanti alla porta di quella che per 14 anni era stata casa sua, si fermò. Fece un altro lungo respiro e poi, concentrando nuovamente il chakra nelle sue braccia, cercò di muovere la sabbia in modo da sfondare quella porta in legno. Se ci fosse riuscito, sarebbe entrato ed avrebbe urlato

Eisuke: TUSCHIIIIIII. DOV'E' MIO FRATELLOOOOO?
 
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view post Posted on 23/6/2017, 13:33     +1   -1
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La sabbia si mosse, ma la porta resse il colpo. Sarebbe servita molta più concentrazione per utilizzare quel potere innato, che a Ekusie pareva tanto facile, ma che per Eisuke era ancora nuovo. Tutto il potere giaceva dentro di lui, sopito... Con il giusto allenamento lo avrebbe rivelato, ma appunto occorreva allenamento. E tempo, e fatica.
Insomma, si limitò a bussare, con quella sabbia. Magari i suoi genitori non si sarebbero svegliati con solo quel tonfo, tuttavia le urla che cacciò subito dopo sarebbero state in grado di destare l'intero vicinato.

Dal piano superiore si affacciò la madre, con il viso pallido e gli occhi gonfi di sonno... E di pianto, probabilmente.

«Eisuke? Ma cosa..?»

Vide la sabbia volteggiare e sgranò gli occhi sconcertata. Dopo una breve esitazione, fece segno al ragazzo di aspettare un attimo.

«Non urlare... Ti vengo ad aprire!»

Richiuse la finestra, e pochi istanti dopo Eisuke sentì uno scalpiccio di passi. La porta si aprì e sua madre, in vestaglia da notte e a piedi nudi, gli aprì la porta affannata.

«Entra, svelto! Tuo padre non c'è, è ancora fuori... Stai bene?»

Dopotutto era stato cacciato di casa quel giorno. Si aspettava di vederlo tornare -ci sperava, più che altro- ma non così presto, non nel cuore della notte, non con la sabbia tutta attorno che si muoveva come con vita propria... E non con quello sguardo.

«Hai fame? Vuoi qualcosa da mangiare?»

Non lo abbracciò né tentò di farlo, ma malgrado l'atteggiamento un po' nervoso sembrava comunque sincera nel volergli offrire un po' di conforto, quantomeno con del cibo, uno dei migliori amici di Eisuke da tempo immemore.
 
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33 replies since 15/6/2017, 18:43   456 views
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