Summit dei Cinque Kage

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NGDR - 10° Anniversario
view post Posted on 20/6/2017, 18:04






2up8sxz

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Evento


覚醒 Kakusei: Risveglio






Se sperava di impressionarli con quella manifestazione di puro potere primigenio, le sue speranze si dovettero infrangere contro gli occhi dei Kage. Solo lo Shinobi Katana appena presentato dal Mizukage mostrò un minimo di espressione facciale, forse perché aveva meno della metà degli anni del resto dei presenti, e cose del genere non gli erano mai capitate.
Tuttavia, le labbra di Kataritsuen si serrarono nel constatare come, di nuovo, quegli ostinatissimi signori della guerra non si muovessero dalle loro arroccate posizioni.

Hajime stava spostando lo sguardo da un Kage all'altro, ma quando Akane lo interpellò direttamente sussultò. Era palese che i suoi nervi fossero tesi, e non si aspettava di essere interrogato... Ma la sorpresa durò un attimo. Il ragazzo deglutì, si sistemò gli occhiali, e rispose all'Uchiha guardandola negli occhi con serietà professionale, si sarebbe potuto dire.

«Mi chiamo Hajime, Hokage-sama» esordì, dato che la donna non si era disturbata a ricordarsi o usare il suo nome. «E sì, Kata-k...Kataritsuen-san non vi avrebbe convocati tutti qui con questa urgenza se non avessimo un piano. Ciò che questa volta ha impedito al Taisei di fare il suo lavoro nell'ombra è stato proprio il Kyo Dan... E mio padre ed io eravamo presenti.»

Satoshi si schiarì la voce, e annuì prendendo la parola. A differenza dei due più giovani che sedevano al tavolo con lui, lo studioso era calmo e parlava con voce profonda, avvolgente. Il professore che tutti avrebbero voluto in classe, il nonno che raccontava le migliori favole, il saggio che spiegava i misteri nascosti nelle profondità delle pagine del tempo.

Parlò degli scavi che la sua troupe aveva portato avanti, in cerca di antichi lasciti di civiltà preninjutsiane. Di come l'immenso sigillo che avevano trovato era stato spezzato dal Kyo Dan, violenti fanatici mascherati che avevano offerto in sacrificio un loro collega al fine di liberare i Bijuu fino a quel momento sigillati.

«Il sigillo era esattamente quello, Tsuchikage-sama. Più elaborato e preciso, ma era quello» confermò con un cenno del capo quando Chiye mostrò il disegno di quello che i suoi uomini erano riusciti a trovare. «Un sigillo antico e potente, risalente ai tempi in cui il chakra era ancora un'arma grezza e indomabile. Più pericoloso, ma più potente. L'Ordine è riuscito a sigillare le Bestie Codate, e per molti secoli il Kyo Dan è rimasto a leccarsi le ferite e a guadagnare potere... Fino ad oggi.»

Le parole di Reisei, fredde e con ben poco ottimismo, attirarono sulla Raikage gli occhi di Kataritsuen, freddi a loro volta.

«Noi siamo i discendenti di quei guerrieri che all'epoca sigillarono le Bestie Codate. Così come voi siete i discendenti dei primi Kage, e tutti i ninja sono quel che sono grazie all'Eremita. Se al momento decidiamo di non intervenire e lasciare che il Kyo Dan vinca e i Bijuu tornino liberi, la nostra civiltà farà passi indietro di millenni. Perché quei demoni sono votati a una cosa: la distruzione. Pura e semplice. L'avrete notato, immagino.»

Si umettò le labbra, facendo una breve pausa, e tornò a guardare a turno tutti i regnanti, chi aveva parlato e chi era stato in silenzio.

«Cosa sarà il mondo, chiedete? Sangue e macerie. Villaggi costruiti sottoterra nella speranza che questo impedisca a quei demoni di passarci sopra. Costante timore che tutto ciò che si desidera costruire venga distrutto perché una di quelle bestie alza una zampa. Li abbiamo tenuti imprigionati per anni, se pensate che la loro rabbia e la loro voglia di vendicarsi si esauriranno in fretta, vi sbagliate di grosso.»

La domanda del Mizukage, sul perché l'Ordine si fosse sempre occupato di quella faccenda in silenzio, non venne ignorata. Kataritsuen lo guardò come si potrebbe fare con un bambino innocente che domanda perché ci sono le guerre, o perché il sole tramonta.

«Perché quando la politica viene tirata in ballo, le priorità oscillano Mizukage. E perché l'ultima volta che l'Ordine ha chiesto aiuto a un Paese in maniera ufficiale, questi ha tentato di imbrigliare il potere dei Bijuu per usarli come armi per il proprio tornaconto.»

Parole velenose, di accusa e sottile disprezzo verso quel modo di pensare così opportunistico che tanti capi di stato avevano dimostrato di seguire. Non accusò nessuno, non guardò nessuno in particolare: chi sapeva qualcosa avrebbe potuto forse trovare conferme, chi ignorava sarebbe rimasto all'oscuro.

«Voi non vi fidate dell'Ordine e l'Ordine non si fida di voi. Ma non è di fiducia che abbiamo bisogno, in questo momento. Occorre mettere in atto l'unico piano possibile.»

Finalmente, le chiacchiere terminavano e si parlava di cose pratiche.

«I Bijuu devono essere sigillati di nuovo. L'Ordine ha mantenuto intatta una statua, se così la possiamo definire, forgiata in modo da poter contenere sterminate quantità di energie. La chiamiamo Gedo Mazo. Sigillati lì dentro, i Bijuu non potranno più uscire e potremo dedicarci ad annientare definitivamente il Kyo Dan per essere sicuri che non tenti più di liberarli.»

Alzò due dita della mano sinistra.

«Per farlo, ci sono due alternative: attirare tutti i Bijuu nello stesso punto ed eseguire il rituale, oppure sigillarli localmente in maniera temporanea. Pensiamo che il modo meno rischioso sia il secondo. Ed è qui che ci servite voi, con le vostre risorse e i vostri uomini.»

Prese di nuovo il medaglione che portava al collo e lo sollevò per mostrarne le nove sfere incastonate.

«Un membro del Taisei per ogni pietra verrà con voi, per aiutarvi a trovare e intrappolare ognuno dei Bijuu. Per farlo occorre un rituale che solo noi conosciamo, e per isolare e immobilizzare un Cercoterio occorre una potenza bellica che solo voi avete. Una volta fatto ciò, quando tutte le pietre mi saranno riportate, io eseguirò il rituale per rinchiudere i Nove nel Gedo Mazo.»

Un «No!» strozzato si levò da uno dei membri del Taisei che fino a quel momento aveva presenziato in silenzio, in piedi contro la parete, come i suoi colleghi. Tutti alzarono gli occhi, sorpresi da quell'interruzione inaspettata.
Era un uomo sui quarant'anni, calvo e con una barba bionda ben curata che gli disegnava il profilo marziale e spigoloso. Gli occhi scuri erano pieni di un'angoscia che pareva incontenibile, e che ignorava la presenza dei Kage, degli ospiti, di tutti tranne che di Kataritsuen.

«Leader, quel rituale... Non puoi eseguirlo tu!»
Impassibile, il giovane si eresse in tutta la sua altezza, guardando il compagno negli occhi con fierezza.
«Tonamoto-san, capisco la tua premura, ma...»
«Morirai! Non puoi eseguire quel rituale! Fallo fare a me! O a chiunque di noi! Puoi insegnarcelo, e continuare a vivere e guidarci. Tu...»

SBAM! Un pugno sbattuto sul tavolo pose immediatamente fine a quelle proteste.
«Io sono Kataritsuen, sessantaduesimo Leader del Taisei, ed è mio specifico compito assumermi questa responsabilità. Come voi siete pronti a morire per la causa, così lo sono io. Morirò facendo ciò che è giusto.»
«Ma se tu...»
«Io so qual è il mio posto! E sarebbe ora che tutti imparassero il loro!»

Aveva urlato. La mano che aveva sbattuto sul tavolo tremava leggermente, ma gli occhi fiammeggiavano di determinazione.

Quelli di Hajime, invece, sembravano essere sprofondati nel tavolo, attraversandolo e scavando la roccia al di sotto di esso. Tutti i membri dell'Ordine apparivano turbati, chi più chi meno, ma il giovane studioso non riusciva proprio a celare quanto la notizia l'avesse distrutto.

Kataritsuen prese un bel respiro, tornando a rivolgersi ai Kage.
«Vi chiedo scusa» fece con calma. «Ora, evitiamo di perdere altro tempo. Questa è la situazione; ogni minuto che passiamo a discutere e a darci l'un l'altro dell'impostore è un innocente in più che muore nei vostri villaggi e nei vostri campi. La caccia ai Cercoteri non sarà facile, ma ciò che è davvero impossibile è ucciderli. Sigillarli è l'unico modo, e siamo noi a poterlo fare. Chi non vuole collaborare, per un motivo o per un altro, lasci immediatamente questa sala e non ci faccia perdere altro tempo.»






Siamo alle ultime battute, signori e signorine. Se il Kage accetta di prendere parte alla Caccia al Bijuu, la prossima fase dell'evento coinvolgerà tutti gli shinobi del proprio paese in via ufficiale (aka: quest per tutti gli utenti a iscrizione libera).
In caso temiate che la coerenza possa andare a danneggiare l'utenza, non temete: abbiamo già in programma arruolamenti generali, per poter includere anche Liberi e Nukenin.
Siete liberi di accettare la proposta di Kata-kun o rifiutarla e andarvene in questo post.

Per dubbi, domande, perplessità, come sempre contattate un Narratore.

Prossimo post: 27 giugno
 
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view post Posted on 21/6/2017, 18:18
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The Almighty Shitlord

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Pozzi scuri che per un primo momento si concentrano sulla figura di Hogo udendone le parole, la fronte lascia scoperta dalle bende si aggrotta visibilmente: gli stava...mostrando rispetto? Non riesce a capire, perchè mai un uomo che ha dimostrato di non apprezzare le spade, tanto da costringerlo a recuperare la propria entro una cella lercia, dovrebbe presentarlo agli altre Kage, non solo non riprendendolo per aver parlato ed anzi andando addirittura a specificare come le parole poco prima pronunciate dal Diavolo fossero anche il suo pensiero.
Forse egli voleva soltanto che il rispetto i suoi shinobi se lo guadagnassero con le azioni, eppure a qualunque spadaccino dovrebbe essere dato lo stesso rispetto. E questo, questo era sicuro che non era avvenuto. Forse Hogo non era degno del suo odio come pensava, e tuttavia di certo non gli avrebbe riservato il tacito rispetto che una volta lo muoveva, tale da considerarsi null'altro che uno strumento. No, le persone dopotutto sono volubili, e hanno sfaccettature talvolta complesse che le rendono inaffidabili. Se non ci si può fidare appieno di nessuno allora nessuno può brandire la Kubikiri. Nessuno, se non il suo portatore.
Nonostante la presentazione nessuno parve dedicare attenzione allo shinobi, un fare che tuttavia non pare scatenare in esso reazioni avventate: dopotutto non lo avevano degnato di uno sguardo nonostante la pesante mannaia sin da quando era entrato nella stanza, ad eccezione della leader di Konoha, e doveva ancora scavarsi un solco abbastanza profondo nel mondo dei ninja da attirare gli annoiati sguardi di gran parte dei reggenti presenti a concilio.
Le attenzioni si alternano dunque ai vari membri dei Taisei che prendono parola, cercando di studiarne i lineamenti del volto, volendo probabilmente individuare debolezze, insicurezze da poter sfruttare. Un'attenzione che tuttavia poco dopo viene forzatamente deviata dalla natura della conversazione, dalla proposta che gli ospitanti fanno e dalle informazioni che forniscono: i demoni non possono essere uccisi, e se anche stessero mentendo quella tremenda sensazione provata poco prima tale da farlo ansimare e disarmarlo lasciava ben pochi dubbi in merito: chiunque avesse provato a fermarli avrebbe pagato con un mare di sangue il proprio tentativo. La proposta successiva, per quanto lo porti a storcere il naso sentendo come l'evidentemente anti diplomatico leader dei guardiani lo ponga come un ultimatum, era invece interessante: far entrare nel proprio paese un solo membro dei guardiani, alle dipendenze dirette del paese che lo ospitava, permetteva a chi avesse accettato di tenere il coltello dalla parte del manico, di eliminarlo se ritenuto indegno di fiducia e contemporaneamente forniva la possibilità non solo di rimanere entro i giochi ma di avere, a questi punti, un peso eguale a qualunque altro Kage che avrebbe accettato.
Era indubbiamente una proposta ottimale, giacchè se anche fossero stati in errore avrebbe permesso al Mizukage di eliminare alla svelta un errore dettato dalla fiducia, dando piena voce in capitolo al villaggio mentre rifiutare significava non solo perdere un'opportunità che, se quanto detto si fosse dimostrato veritiero, avrebbe significato l'isolamento a meno di non far entrare interi plotoni di altri villaggi nel proprio paese, ma altresì avrebbe compromesso la posizione politica di Kiri e ne avrebbe indebolito l'influenza.
Il Diavolo non aveva dubbi: quello era un gioco che valeva la candela, a maggior ragione considerando come già Akane, tra tutti, si fosse dimostrata maggiormente aperta verso i guardiani che avevano richiesto il summit.

Non possiamo lasciarcela sfuggire

Il pensiero che di conseguenza detta il conseguente tentativo di avvicinarsi alla sagoma di Hogo. Shinobi che cerca dunque di porre le proprie labbra vicino all'orecchio sinistro del proprio leader: non può parlare direttamente, non ora. Ma può consigliare il Mizukage donandogli la sua opinione.

Mizukage-sama, per quanto i loro modi siano degni di un infante urlante...

Riferendosi ovviamente a come sino a questo momento i Taisei si sono posti, mormorando, onde permettere unicamente a Hogo di comprendere quanto va a dire

credo che accettare sia l'idea migliore: un solo guardiano può essere gestito, e se da un lato può darci un aiuto contro la bestia...dall'altro se si dovesse rivelare un ciarlatano può essere facilmente eliminato...se rifiutassimo invece...e ciò che dicono è vero...

Lo mette sull'ipotetico, nulla è confermato e per quanto le motivazioni e le parole sian state convincenti fidarsi alla leggera non è un tratto degli shinobi di Kiri.

allora potremmo esser costretti a chiedere aiuto...con tutte le conseguenze politiche ed effettive per il nostro villaggio...

Non aggiunge altro, non vuole rischiare di farsi sentire da altri Kage mentre dona quelle opinioni riservate, limitandosi a far intendere con quelle poche parole le conseguenze di un rifiuto, o di una adesione.
Le parole del Tsuchikage infine paiono attirare il suo interesse mentre quello tenta nuovamente di tornare alla propria posizione originale, alle spalle del Mizukage. Non gli interessa sapere quanti shinobi siano morti, non gli interessa la sorte di gran parte di quelli di Kiri figuriamoci quelli di un altro paese. No, quello che cerca di memorizzare è il simbolo che vede, tentando di comprendere il contenuto di quel rotolo messo sul tavolo dal Kage del paese della Roccia.
Lui ha fatto la sua parte, ha dato la sua opinione in privato ed ora torna a studiare i presenti con un certo interesse: ogni adesione o rifiuto potrebbe decisamente influenzare addirittura i prossimi decenni di politica. Dettando i termini per una debolezza, o una forza, maggiori o minori a seconda delle prossime scelte. La tensione è papabile, eppure si traduce in un sorriso, il respiro che torna affannoso: se esiste veramente qualcosa di così potente lui vuole affrontarla. E se esiste veramente un ordine di pazzi che si è prodigato per liberarle li rintraccerà ed eliminerà uno ad uno. Tutti.
 
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view post Posted on 21/6/2017, 19:16

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« Sciocchezze. »


Intervengo di nuovo brutale, concluso quel patetico teatrino. Se potessi avere qualche dubbio prima, di fronte a questo spettacolo trasudante di incertezze e di debolezze, sono certa più che mai della strada che ho da seguire. In piedi, già mi preparo a riprendere il viaggio. Non starò più ulteriormente in questa stanza, con queste persone... E i motivi non tardo di certo ad elencarli.

« Capisco bene perché dite che non è una "questione di fiducia". Fiducia in voi non la si può proprio dare. Avevate un compito, ben preciso, e non siete stati in grado di portarlo a termine. Voi, tanto quanto noi, non siete affatto preparati a quanto si deve affrontare. Non prendeteci in giro...

Per voi queste bestie sono un pericolo sconosciuto tanto quanto per noi.

Forse le avrete studiate, avrete visto chissà quale informazione nei trattati e libri che sicuramente vi tramandate, ma se le bestie sono state rinchiuse per così tanto tempo... Voi non le avete mai viste sul serio. E senza pratica, siete proprio al nostro stesso livello... Anzi, perdonatemi l'ardire, ma ad un livello decisamente inferiore.

Dite che queste creature non possono essere uccise? Che l'unico modo per poterle controllare è attraverso i vostri sigilli? Noi a Kumo ci tramandiamo arti glifiche antichissime e potentissime, tanto potenti da poter trascinare da un capo all'altro del mondo materia e persone. Credete di vivere nello stesso mondo di centinaia di anni fa. Beh... Da soldato, vi posso garantire una cosa: il Kyo Dan sicuramente suona come un alleato più valido di voi. Almeno è riuscito ad ottenere il suo obbiettivo. »


Scivolo via dal mio seggio, indirizzandomi verso la porta, ma non prima di congedarmi ai padroni di casa e ai miei colleghi. Un ampio inchino, chiudendo le braccia contro il mio petto. « Con permesso, colleghi e non, ma io ho un villaggio da difendere. Buon proseguimento. »




Sperando che le montagne di Kumo reggano anche questa catastrofe... Non sono affatto certa che quanto ho fatto sia la cosa più giusta, ma non riesco a fidarmi di quelle persone. E' inevitabile. Quelle persone mi ispirano la stessa fiducia che si può riservare ai falliti. Non sanno di quello che parlano... E se pure lo sanno, sono certa che non abbiano le effettive capacità di metterlo in pratica. Al villaggio studieremo qualcosa. Qualcosa di concreto...

E che i Kami di tutte le Cose ci proteggano, cazzo.



 
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♫ Peace ♫

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Dopo che il suo passato tentativo di unire le forze contro Akatsuki era andato al vuoto, Akane era restia a collaborare. A maggior ragione se a chiederlo erano un gruppo di sconosciuti che stavano apparendo come i più grandi incompetenti di questo mondo. La Tsuchikage più di tutti mostrò il suo sdegno ma la prima ad agire fu Reisei, la nuova Raikage con cui aveva avuto modo di collaborare per la cattura di Hyou; senza fare troppi complimenti - se non uno velato al Kyo Dan che almeno sembrava essere riuscito in qualcosa - prese e se ne usci.
La minaccia era reale, tutti i presenti lo avevano capito ma quello che in silenzio si domandava ognuno era: come avevano fatto davvero ad occuparsene fino ad oggi tenendo tutti all'oscuro? Sentì parlare di sigilli e di sacrifici ma Kataritsuen non sembrava intenzionato a voler dire di più, agli occhi dell'Hokage parve fin troppo geloso dei suoi segreti.


(Sembra determinato questo sessantaduesimo leader..)

Rimasto in silenzio telepatico fino a quel momento Hachi la contattò per una breve battuta a cui lei non mancò di rispondere. Di sotterfugi tuttavia era stanca e come ben diceva quell'uomo, il tempo non giocava a loro favore.

(Non me la racconta giusta, posso anche accettare che uno di loro venga con noi a Konoha per guidarci ma al contempo mi piacerebbe anche incontrare il Kyo Dan per avere un quadro completo o magari per tenerli fuori evitando altri danni..)

Pensò fosse legittimo voler proteggere i propri segreti specie dal momento che confermarono i tentativi di trasformare i bijuu in armi, il Taisei non era così sprovveduto da consegnar loro le chiavi per un così immenso potere.
Tutta quella situazione le stava mettendo addosso una frustrazione immensa e rimuginando sul da farsi non potè che chiedersi come diamine fosse possibile che non avessero messo in conto un'eventualità del genere. Sapendo di una fazione avversa e sapendo di non avere i mezzi per rinchiudere le bestie codate avrebbero dovuto prendersi in anticipo preparando delle contromisure.. e invece nulla.
Sforzandosi di non insultarli a quel punto Akane riprese la parola cercando di contrattare con una proposta che poteva accontentare tutti.


"Prima di decidere vorrei vedere con i miei occhi questa statua e avere prova che la strategia funzioni, magari collaborando tutti insieme alla prima cattura. Senza temo di non poter mettere a repentaglio la vita dei miei uomini, faticherei davvero nell'appoggiare questa crociata così come alla difesa dei vostri membri impegnati con noi in missione.

Devo sapere se quello che vi tramandate ha un valore.
"

Se le loro tecniche funzionavano alla stregua di fuuinjutsu potevano apprenderle e perfino migliorarle ma in ogni caso quei segreti non erano destinati a restare tali molto a lungo. A che scopo quindi rifiutare la sua offerta? Hajime e suo padre erano stati piuttosto chiari, il Kyo Dan aveva rotto il sigillo e non c'era altro modo per rimediare.

 
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view post Posted on 26/6/2017, 07:30
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Mhh... mhhhh..

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Kessho-ko, Ishi no Kuni, 20 maggio 248


*Alle manifestazioni di scetticismo dei convenuti seguì un lungo monologo di Kataritsuen. Il ragazzino si rivolse a ciascuna delle Ombre, premettendo di comprenderne l'incredulità ma via via prendendosi sempre più libertà nell'apostrofarne i sospetti, giungendo ripetutamente al limite della sbruffonaggine. Dal canto suo Himura non avrebbe avuto nulla da aggiungere; quel viaggio era stato una pessima idea, fuor d'ogni vera necessità, e terminato lo sproloquio del ciarlatano si sarebbe semplicemente alzato per andarsene... non avesse egli deciso di giocare loro un trucco inquietante.
Il medaglione che Kataritsuen portava al collo, nove pietre di diverso colore, prese a brillare con via via maggior intensità, riverberando attraverso la stanza e nello spirito di ciascuno. Himura rimase fermo al suo posto, immobile, come tutti rapito da quella sensazione ma più di chiunque pronto alla difesa. Un talismano capace di influenzare il chakra altrui non era una vera novità, specie pensando che il luogo era stato selezionato dal convocante, e poteva benissimo trattarsi di una trappola... ma quale che fosse il pensiero dominante in quel momento nella testa del Kazekage, nessuno riuscì a svincolarsi dalla sensazione di aver già provato una sensazione simile.
La mente viaggiò a briglia sciolta nel tempo e nello spazio, tornando al deserto del Vento, ad una notte di quasi trent'anni prima. Anche allora era scappato come un ladro, lasciando la residenza del clan a metà dell'opera, ed incontrata una tempesta si era ritrovato tra le colossali rovine di quella città... l'energia che aveva percepito sotto la grande cupola, allora come quando vi aveva condotto Fujie, tornò a scivolargli addosso come l'avesse appena incontrata... nonostante gli archeologi si dicessero certi che la conoscenza del ninjutsu gli fosse nascosta, quelle pietre mute risuonavano al medesimo tono del chakra di chi vi metteva piede, Himura non aveva avuto mai alcun dubbio a riguardo.
Impossibile dire se tra le rovine e l'amuleto di Kataritsuen vi fosse un legame, ma, per la prima volta da moltissimo tempo, il Generale si trovò disarmato, travolto da sensazioni che aveva dimenticato, o comunque confinato laddove non dessero noia. Rimase immobile mentre attorno a lui altri prendevano parola, dubitavano, inquisivano: non sembrava che quella manifestazione di potere li avesse smossi in alcun modo dalle posizioni previgenti... e perché avrebbe dovuto? Dal punto di vista di un Kage poteva tranquillamente trattarsi di un trucco, lui stesso voleva crederlo con tutto sé stesso... ma, benché non si ritenesse un uomo d'istinto, Himura Koshima non poté far altro che ammettere di essere rimasto senza parole. Non poteva essere una coincidenza.
I sospetti del Generale trovarono ulteriori conferme nelle parole di Satoshi, il resoconto che egli offrì alle Ombre riguardo i propri lavori passati e presenti. L'Ordine esisteva da tempo immemore, e così questo Kjo Dan... nulla poteva escludere che le rovine nel deserto fossero legate ad uno dei due schieramenti. E il cataclisma che ne aveva cancellato la civiltà... la prova che sia lui che Fujie avevano dovuto superare... una Bestia Codata? Un tragico ricordo?
Dovette sforzarsi di tornare alla situazione presente: la Raikage aveva espresso il pensiero di buona parte di loro, rimarcando le scarse garanzie offerte dal Taisei alla luce dei recenti sviluppi, quindi aveva lasciato la stanza. Akane aveva riportato la questione sul piano del possibile, lasciando intendere che Konoha non si sarebbe esposta sulla base di minacce ed informazioni parziali. Himura, dal canto suo, non poteva che essere d'accordo con tale posizione.
Attese che l'Hokage avesse finito di parlare, quindi, sulla scia di quanto lei aveva detto, incominciò.*


Himura"Concordo con l'Hokage. In questo momento non ho alcun tipo di garanzia, oltre la sofferenza che il mio paese sta vivendo, e benché non abbia intenzione di sostenere una posizione vicina a quella del Raikage non posso che chiedermi fino a che punto sappiate quel che fate, e in qual modo giustificare la vostra improvvisa comparsa accanto ai nostri ninja, la gran parte abituata a considerare gli ordini monastici del deserto come un'accozzaglia di profeti di sventura..."

*Disse senza mezzi termini, esternando ciò che normalmente avrebbe detto prima di andarsene a sua volta... ma in questo caso incapace di nascondere la propria difficoltà.*

Himura"Tuttavia... la distruzione e la disperazione di cui parlate stanno già consumando il Vento, e l'Ordine Superiore della Pietra sembra tenervi in sufficiente considerazione da lasciare che questa convocazione avesse luogo... ed io...

*Se un giorno prima qualcuno gli avesse raccontato che avrebbe detto quanto stava per dire, gli avrebbe riso in faccia... o gli avrebbe tirato un pugno.*

Himura"Suna farà il suo dovere, a patto che sappiate garantire un certo grado di discrezione, e possiate condividere maggiori informazioni riguardo il vostro piano. Come dovremmo ingaggiare una Bestia Codata? In quale modo trattenerla per consentire il vostro rituale?
E questa statua... perché non è stata impiegata in precedenza? Come potete dire con certezza che sia in grado, o ancora in grado di contenere le Bestie?"


*Rincarò, tornando a parlare di ciò a cui era più abituato, e che meno lo metteva di malumore: guerra.*
 
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view post Posted on 26/6/2017, 15:46
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Le parole del capo dell'Ordine erano veritiere: così come i Kage non potevano dire di avere piena fiducia nell'antico gruppo, anche i rappresentanti dei grandi villaggi non potevano fidarsi del tutto dei padroni di casa. Non esattamente le migliori premesse sulle quali basare una alleanza stabile, ma a cosa sarebbero andati incontro nel caso in cui nessuno fosse stato capace di scendere a patti con il Taisei?
Semplicemente la razza umana avrebbe subito migliaia di perdite ed i pochi sopravvissuti chissà a cosa sarebbero dovuti abbassarsi pur di sopravvivere nella costante paura di essere sopraffatti dalle Bestie Codate. L'idea non era per nulla allettante in effetti, ma Kataritsuen aveva anche rivelato ai presenti che nonostante i Bijuu non potessero essere uccisi, si potevano rinchiudere nuovamente.
L'Ordine aveva una statua chiamata Gedo Mazo, capace di sigillare e rinchiudere una quantità spropositata di energia e, di conseguenza, tutte le Bestie insieme. Per realizzare una simile impresa potevano tentare di radunare tutti i Cercoteri in un singolo posto ed effettuare il rituale, oppure sigillarli singolarmente.
Solo la Tsuchikage sembrò interessata sin da subito a mettere una parola fine a ciò che aveva sconvolto la sua gente, ma chissà se ascoltando il capo dell'Ordine sarebbe rimasta della stessa opinione.
Ovviamente la seconda opzione tra quelle elencate era quella più fattibile e potenzialmente anche la meno "pericolosa" in fin dei conti, ma se questa statua non avesse funzionato correttamente? Se il Kyo Dan avesse alterato in qualche modo le proprietà dell'oggetto rendendolo inutile nel momento del bisogno?
Troppe incognite e soprattutto troppo da perdere: uno solo dei membri dell'Ordine avrebbe eseguito singolarmente il rituale mentre ai popoli delle terre ninja andava il compito di indebolire ed immobilizzare le bestie; quanti avrebbero perso la vita nel tentativo di restringere il potere di creature leggendarie?
Mentre lo shinobi con la spada sproporzionata bisbigliava qualcosa con Hogo, la nuova Raikage non sembrò affatto convinta e per tutta risposta si alzo e se ne andò, ma non prima di aver velatamente insultato l'Ordine.


E' pazza? Capisco le perplessità e l'orgoglio, ma qui mi sembra che stiamo esagerando. Kumo è un villaggio che ancora soffre tremendamente per la guerra contro Watashi, che a malapena sta cominciando a riprendersi... ora una nuova minaccia mondiale compare e la Raikage cosa fa? Si chiude a riccio tra le montagne sperando che nessuno dei Cercoteri venga a bussare alle porte del suo villaggio?
Se dovesse accadere, ho paura che non esisterà più nessuna "Kumo" se non nei libri di storia... negare un'alleanza davanti ad un simile pericolo può essere un atto di estremo coraggio o estrema stupidità... solo il tempo potrà rivelare quale delle due sia nel nostro caso.


Per un attimo lo sguardo di Kinji cercò quello cremisi di Akane, come se potesse in qualche modo confidare i suoi dubbi sulla decisione affrettata della reggente di Kumo, e sopratutto per sapere se anche Akane avesse intenzione di rifiutare questa proposta nonostante il pericolo incombente.
Fortunatamente l'Hokage sembrò mantenere la calma e cercare un qualche compromesso per salvare capra e cavoli, chiedendo di vedere il funzionamento della statua magari catturando la prima Bestia assieme... in effetti almeno vedere in azione il piano di Kataritsuen avrebbe dato loro motivo di credere che ce l'avrebbero potuta fare.
Anche Himura sembrò d'accordo con la donna dai capelli corvini ed espose praticamente gli stessi dubbi che nutriva Kinji riguardo il corretto funzionamento della statua.
In attesa di risvolti sia da parte dei Kage che da parte dei membri dell'Ordine, il Vermiglio rimase in silenzio lasciando che fosse soltanto Akane a parlare per Konoha, almeno per ora.
 
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Rainbow Man
view post Posted on 27/6/2017, 09:40




Forse essere diffidenti non era la giusta soluzione. I vantaggi di una collaborazione con il Taisei erano evidenti e, nel caso fosse stato tutto un imbroglio, sarebbe stato facile eliminare il loro uomo. Kazuku si stava rivelando un ottimo consigliere, che miscelava le idee nella testa di Hogo pronto a pianificare tante quelle mosse future da poter fare scacco matto ai suoi avversari. Per non parlare della Raikage che si tirò fuori sostenendo di potersela vedere da sola, quello si che era un'opportunità bella grossa. Se quelle bestie erano dotate sul serio di una potenza tanto distruttiva, potevano veramente rappresentare un'arma perfetta pronta per essere studiata dagli scienziati di Kiri e utilizzata per difendere il villaggio. Ma questo significava grandi costi: oltre a fidarsi del Taisei, Hogo avrebbe dovuto impiegare tanti dei suoi shinobi in operazioni contro la bestia codata e forse ne avrebbe persi alcuni. Magari le sue conoscenze sarebbero state talmente utili da poterle vendere a Kumo nel momento in cui il villaggio fosse stato messo a dura prova da una di quelle bestie e avrebbe ricostruito un alleanza con il Paese del Fulmine. Non restava che osservare da vicino quella statua capace di rinchiudere i cercoteri e accogliere nelle proprie mura uno del gruppo di quegli strani tizi comparsi dal nulla.

"Sono d'accordo con te, Kazuku. Anche Kiri farà la sua parte e studieremo insieme il caso; tuttavia vedere questa statua prigione potrebbe essere davvero convincente. Mi dispiace ce Kumo non sia di questa opinione, ma potrà sicuramente ricredersi in futuro se quello che dite verrà confermato. Mettiamoci al lavoro."

Un improvviso cambio di rotta che magari avrebbe insospettito i presenti, ma poco importava per Hogo; Kiri veniva prima di tutto, prima del resto del mondo.
 
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view post Posted on 27/6/2017, 17:49
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E qualche risposta pervenì, alla fine. Forse era stato il suo porsi in maniera fortemente autoritaria, o più probabilmente l'ostinato scetticismo di tutti coloro che stavano dall'altra parte della barricata.. ma a rispondere alle sue domande fu tanto l'anziano ricercatore, quanto lo stesso Kataritsuen. Assottigliò lo sguardo, non appena la risolutezza di quest'ultimo venne fuori prepotentemente; appena un accenno di sorriso sulle labbra carnose: quel ragazzo dagli occhi azzurro ghiaccio, con quel temperamento a tratti ansioso a tratti da vero leader, non le dispiaceva affatto. Doveva essersi accorto di quello sguardo, Hiroji.. che sapeva bene cosa significasse. Ogni volta che glie lo vedeva dipinto sul volto per un altro, avrebbe tanto voluto picchiare a sangue il povero malcapitato, ma non poteva certo farlo.. era pur sempre un sottoposto, uno stratega, uno shinobi al servizio della sua Tsuchikage.
Non appena furono esplicate le cose esattamente come dovevano, la peccaminosa Koizumi ritrasse il foglietto che aveva sospinto piano verso il giovane capo del Taisei, ripiegandolo accuratamente. Forse non sarebbe servito comunque a niente, ma mettere quel foglio scarabocchiato nelle mani giuste avrebbe sicuramente stimolato la ricerca e magari la creazione di qualche nuova fuuinjutsu contenitiva, più potente, più precisa. Accuratamente ridotto di dimensioni, porse nuovamente lo scarabocchio al biondo accompagnatore alla sua sinistra, che lo prese per riporlo. Stando alle parole del ragazzo, l'unico metodo efficace per stanare le bestie codate era quello di imprigionarle, sfruttando la potenza bellica dei villaggi segreti e la loro complessa conoscenza in qualità di rituali di contenimento. Chi si fosse dichiarato d'accordo a quell'azzardo - perché proprio di questo si trattava, in fin dei conti - avrebbe preso in consegna una delle pietre di quel ciondolo dagli straordinari poteri e, con ognuna di esse, un membro stesso del Taisei sotto la propria protezione, di modo da rintracciare, immobilizzare la bestia e dare il tempo a questi di eseguire il riturale di contenimento. Non una cattiva idea, nonostante non avessero alcuna certezza; dopotutto che altro avevano? Un pugno di mosche fra le mani. Qualsiasi cosa a quel punto, qualsiasi tentativo, sarebbe andato bene.
Un membro del Taisei però spezzò il discorso del proprio leader piuttosto preso, e senza volerlo rivelò a tutti un'informazione importantissima e pesante: nel tentativo di imprigionare nuovamente le bestie, colui che avrebbe dovuto eseguire il rituale finale avrebbe perso conseguentemente la vita. Kataritsuen parve risoluto nel voler adempire al suo compito, e non che a Chiye importasse più di tanto se avesse avuto lui o qualcuno per lui scontato la pena capitale; avevano fallito nel tenere a bada la situazione, quindi avrebbero pagato le loro conseguenze. Un vero peccato.


(Non abbiamo altra scelta che provare; se il tentativo fallisce penseremo a un piano B in corsa e se anche uno dei loro uomini dovesse rivoltarcisi contro, saremo pronti a riservar loro un comitato d'addio degno di questo nome. Abbiamo sconfitto un essere che si spacciava come un Kami, possiamo sicuramente sconfiggere anche queste bestie e coloro che le hanno liberate.)

I suoi colleghi ebbero da dire al riguardo, ovviamente; chi come Akane Uchiha richiedeva una collaborazione - che l'ultima volta, durante il loro ultimo incontro al VI Torneo Chunin, non era andata esattamente a buon fine - per provare il buon funzionamento del piano, appoggiata da Himura Koshima, scettico fino al midollo ma comunque favorevole a un tentativo, e chi come la nuova Raikage dall'aspetto e atteggiamento alquanto mascolino, che dopo un'uscita comprensibile ma decisamente infelice lasciò tutto alle sue spalle per tornare al suo paese. Dovette dargli mentalmente della stupida; non avevano niente e niente continuavano ad avere.. non una mossa che riteneva saggia, ma si sa che ognuno ragiona a modo suo. Se erano sicuri di poter contare sulle proprie "conoscenze glifiche" o sui loro Kami, che facessero pure.. l'importante non venissero poi a piangere alle porte dei più prossimi a poter prestare aiuto.

Anch'io voglio fidarmi di voi. - prese parola dopo l'uscita di scena della Raikage, tornando a guardare direttamente Kataritsuen. - Avete detto che queste pietre che ci consegnerete insieme a un vostro membro possono rinchiudere queste bestie.. ma dalle vostre parole dobbiamo supporre che la soluzione non possa essere definitiva, se non ricorrendo alla statua di cui parlavate. - sciorinò, cercando di raccattare le idee che gli altri non avevano ancora avuto modo di esporre o di cui parevano non avere interesse. - Quindi, ponendo il caso in cui le vostre parole corrispondano a verità.. quanto tempo abbiamo? Fin quanto queste bestie potranno rimanere sigillate nelle pietre?

Domanda a trabocchetto, ma sempre meglio saperle certe cose. Sorrise poi, rilassandosi sullo schienale semplice della sedia che quel consiglio le aveva riservato.

Oltretutto vorrei sapere di più su questo Kyo Dan.. quanto più possibile, se permettete. Se sono stati loro, come il qui presente Hajime ha affermato, voglio vederli pagare pegno. - disse, per nulla dimentica di quell'altro piccolo dettaglio. Dopotutto, se già una volta erano riusciti a creare quel putiferio potevano benissimo riuscirci una seconda volta, sotto il naso di tutti. E questo non doveva succedere: avrebbero pagato a caro prezzo ogni vita della Roccia spezzata dalle bestie.

 
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NGDR - 10° Anniversario
view post Posted on 27/6/2017, 18:12







2up8sxz

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Evento


覚醒 Kakusei: Risveglio






Qualcuno colse sul serio l'invito ad andarsene e a non far perdere altro tempo a tutti: la Raikage. Reisei Gekiretsu si alzò, e mandò amabilmente a spendere i colleghi e il Taisei. Non fu tanto il suo gesto a far aggrottare la fronte a Kataritsuen e ai presenti, perché capiva bene come non potesse pretendere fiducia e riceverla automaticamente... Ma la frase sul Kyo Dan era pericolosa.

Nessuno fermò la donna, nessuno le disse niente. Sarebbe stata scortata all'esterno, avrebbe potuto recuperare le sue cose e andarsene senza problemi.
Tonamoto e Kataritsuen si scambiarono uno sguardo, e il Leader annuì lentamente. Non ci fu altro.

Tornato sui presenti, raccolse le domande di coloro che avevano deciso, nonostante tutto, di pensare che lui e i suoi accoliti fossero la soluzione migliore a disposizione. L'Hokage voleva vedere il Gedo Mazo, ma Satoshi intervenne ancor prima che Kataritsuen potesse dire qualcosa. Fortunatamente, spiegò esattamente quello che voleva facesse.

«Purtroppo ciò che chiedete non è possibile. Il Gedo Mazo è un'evocazione speciale tramandata dall'Eremita dei Sei Sentieri, e una volta richiamato occorre inserirvi dentro l'energia dei Nove Demoni nel minor tempo possibile. Dovremo evocarlo solo una volta catturati tutti i Bijuu, altrimenti rischia di diventare inutilizzabile... E ci troveremmo al punto di partenza.»

Con voce calma ma decisa, parlava come il professore universitario che effettivamente era.

«E nel caso ve lo stiate chiedendo... Non è stata usata prima, perché non ve n'era bisogno. Quindi non abbiamo prove certe del suo funzionamento, perché nessuno di noi è vissuto abbastanza... Ma non abbiamo motivo di credere che non funzioni. Tutti i testi, tutte le fonti, concordano sul fatto che il Gedo Mazo intrappolerà i Cercoteri una volta per tutte.»

Su come intrappolarli, il Kazekage aveva esposto un sensato dubbio. Nessuno di loro aveva mai combattuto uno di quei demoni, malgrado comunque avessero affrontato nemici impressionanti, e da bravi capi militari volevano una strategia che potesse funzionare.
Kataritsuen annuì, guardando Himura negli occhi con serietà.

«Ogni Bijuu ha dei poteri diversi, penso l'abbiate capito dalle tracce che lasciano. Matatabi è solito lasciare fuochi fatui, Son Goku è in grado di sparare immense fiamme verdi, Gyuki possiede un inchiostro quasi dotato di vita propria... E in aggiunta, ognuno di loro ha una propria personalità. I nostri testi non ci forniscono un profilo psicologico di ognuno di loro, ma è accertato che alcuni sono più... Disposti a parlamentare, rispetto ad altri. Vi forniremo tutto quello che sappiamo: nomi, poteri, etologia conosciuta, tipo di chakra, ambiente prediletto... E vi affiancheremo nel tracciare, trovare e isolare queste bestie.»

Fece una breve pausa, per riprendere fiato malgrado avesse comunque parlato con calma, sì da evitare che qualche parola si perdesse. Erano tutte troppo fondamentali.

«Il compito dei vostri uomini sarà di mantenere il Bijuu nello stesso luogo per il tempo sufficiente a svolgere il rituale. Si tratta di un minuto appena, ma con creature del genere un minuto sono sessanta lunghissimi secondi. Dovremo impedire loro di scappare, e tenerli impegnati senza che facciano una strage. Ci vorrà coordinazione e i miei compagni dell'Ordine studieranno assieme a voi la tattica migliore da applicare con il Bijuu in questione... Ma non voglio mentirvi: sono nemici molto potenti e molto pericolosi. Non vi sto chiedendo di sacrificare ciecamente i vostri uomini, bensì di far comprendere loro come il rischio sia alto, ma purtroppo necessario.»

Abbassò gli occhi verso Hajime, che ancora fissava il tavolo come se volesse attraversarlo con lo sguardo. Fisso immobile, visibilmente pallido, non dava segni di aver seguito gli ultimi discorsi.
Kataritsuen non poteva farci niente; quel ragazzo era un genio nel suo campo, ma era comunque un giovane privo dell'esperienza e della prontezza al sacrificio con cui tutti loro erano stati cresciuti e addestrati. Gli dispiaceva per il suo shock, ma non avevano tempo di occuparsene in quel momento.

«Hajime-kun.»
Il richiamo fece sobbalzare il ragazzo, che alzò gli occhi e si sistemò rapidamente gli occhiali, deglutendo e annuendo. Da sotto il tavolo, probabilmente da una nicchia scavata o da un cassetto, estrasse un foglio di pergamena e si schiarì la voce preparandosi a leggerne il contenuto.

«Da quello che l'Ordine ha potuto... Rilevare, abbiamo identificato le zone in cui i Bijuu potrebbero trovarsi al m-momento.»

Passò quindi a elencare rapidamente i Paesi e il numero identificativo della Bestia che li tormentava.
L'Ichibi nel Paese del Vento, il Rokubi in quello della Pioggia, il Nibi e il Kyuubi nel Paese del Fuoco, il Sanbi e l'Hachibi al largo dei mari del Paese dell'Acqua, lo Yonbi avvistato nel Paese del Fulmine, il Gobi in quello della Roccia, e per ultimo lo Shichibi, le cui tracce conducevano verso il Paese del Suono.

Kataritsuen prese quindi di nuovo la parola, spiegando come i membri del Taisei avrebbero raggiunto i vari Villaggi a seconda di quante minacce avrebbero dovuto affrontare. Non era una questione di equilbrio o giustizia: i Demoni si muovevano secondo schemi casuali tutti loro, e sarebbe stato più sensato che i ninja di un paese combattessero la minaccia che assediava i loro compatrioti. Avrebbero anche conosciuto meglio l'ambiente e il campo di battaglia, così da poter studiare meglio la strategia da adoperare.

«Dal momento in cui il Bijuu verrà rinchiuso, la sfera lo conterrà per... Una decina di giorni, stando alle nostre stime. Due settimane al massimo. Per questo dobbiamo agire tutti il più velocemente possibile, stanare i Bijuu e intrappolarli una volta per tutte.»

Aveva mantenuto un'espressione salda e la voce sicura. Non c'era motivo di dubitare della sua parola, a parte forse quella lievissima esitazione che poteva semplicemente significare che stava tentando di ricordare il numero esatto.

Le sfere sarebbero state quindi ripartite, ovviamente ognuna affidata a un singolo membro dell'Ordine, in questo modo: due all'Hokage, due al Mizukage, due al Kazekage, una alla Tsuchikage. Per le due bestie rimaste, lo Shichibi e lo Yonbi, avrebbero atteso sviluppi da parte di Oto e di Kumo, tenendo al momento sotto controllo la minaccia utilizzando le loro forze e diramando comunicati ai Daimyo locali. Servivano tutti i combattenti possibile, e se avessero dovuto pagare dei mercenari per salvare il mondo, ben volentieri avrebbero speso fino all'ultimo ryo.

Il Summit volgeva al termine. Con entrambe le parti scontente, ma disposte a collaborare per il bene superiore... Almeno per quel momento.





CITAZIONE
Signore e signori, il Summit dei Cinque Kage si conclude qui. Siete invitati a fare un post di chiusura, ma non obbligati (nel senso che non c'è un termine ultimo stavolta entro cui postare).
L'evento entra ufficialmente nella Fase III... Amati utenti, ora tocca a voi! Speravate che se la sbrigassero solo i Kage, vero? E invece no!
Metteremo presto tutti i post organizzativi del caso, per raccogliere le iscrizioni e le partecipazioni sia di master che di giocatori.
Come già detto, potranno partecipare tutti, dallo Studente appena iscritto al Jonin rodato, dal Nukenin con cinque zeri di taglia al bravo Konohano che zappetta il suo orto in serenità.
Iniziate quindi a pensare se volete lanciare il vostro pg contro un Bijuu o se preferite che se ne stia tranquillo a casina... Sono in palio ricchi premi e cotillon, ma anche alto rischio di morte e menomazioni. Divertimento per tutta la famiglia!

Affilate le lame. Il Risvegio è appena cominciato.
 
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view post Posted on 30/6/2017, 19:22
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♫ Peace ♫

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Giunsero a loro ancora una volta risposte poco convincenti ma a meno di forzare la mano Akane non poteva scoprire se stavano mentendo.a Giunti ormai alle battute finali sin lei si fece sempre più concreto il sospetto che le armi a disposizione di quella strana alleanza fossero davvero tutte li, avevano poco più che delle teorie, procedure estratte da testi antichi e passaparola tramandati nel tempo. Potevano affrontare davvero una simile crisi in quello stato? Dubbiosa nascose come potè il suo disappunto, del resto doveva solo dire ai suoi uomini che avrebbero dovuto tenere occupato un demone mentre uno straniero con una pietra magica recitava una qualche formula rituale, una tecnica di cui non sapeva nulla e che se avevano fortuna - e se i libri dicevano il vero - nel giro di un lungo minuto sarebbe servita a sigillarlo per qualche tempo.
Restando seduta fino all'ultimo iniziò a valutare gli scenari possibili, dalla più rosea aspettativa alla peggiore delle conseguenze: la pietra che cedendo alla forza del bijuu prima del tempo creava il panico nel villaggio.


(Pare che non abbiamo poi molta scelta che accettare queste condizioni.)

(Alla fine non c'è nulla da negoziare, avrebbero potuto scriverci tutto mandandoci questi gingilli ed evitare di scomodarci..)

(Lo so è frustrante ma almeno conosciamo la loro base e i loro volti, non direi che sia stato del tutto inutile questo viaggio. Piuttosto, non mi aspettavo collaborazione da Kiri, crede alle parole di Hogo?)

..

(Mio nonno diceva che la fiducia è la sola cura conosciuta per la paura ma il ragazzino che si è portato dietro ha una presenza più imponente della sua.)

(Lo prenderò come un no)

Sotto i baffi, ne rise lo Yamanaka. Lieto di potersi finalmente muovere si accorse solo allora che era stato troppo tempo fermo nella stessa posizione e restando al fianco di Kinji nel seguire Akane si stiracchiò per bene. Nel mentre lei prese in consegna le due pietre, al tocco non avvertì nulla, quelli che aveva nel palmo della mano sembravano solo dei normalissimi sassi chiari.
Prima di andare lasciò al sessantaduesimo leader con un messaggio sussurrato appena e che suonò vagamente come una minaccia.


    "Auguriamoci che funzionino davvero."

Se qualcosa fosse andato storto già solo dal primo tentativo, Kataritsuen e la sua brigata avrebbero scoperto perchè la chiamavano Konoha no Yōkai. Si apprestò così ad uscire e voltando loro le spalle proseguì a passo spedito raggiungendo l'uscita dove scambiò un cenno con Himura, dopodichè chiese ai suoi accompagnatori di aspettarla alle porte e si avviò verso il Mizukage. Era curiosa di vedere in che modo avrebbe giustificato la sua mancata risposta al rifiuto di consegnargli la testa di Keiichi.

GdrOff// Continuerà in role libera con il Mizukage [Paese che vai, mondo che trovi] //GdrOn



Edited by ~Angy. - 4/7/2017, 22:17
 
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view post Posted on 11/7/2017, 18:42
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Il Gobi. Un brivido freddo le corse lungo la schiena, nel conoscere finalmente l'identità del nemico. Magra consolazione. Non avevano che un pugno di mosche fra le mani e di per certo c'era che nessuna delle notizie fornite dal ragazzo dallo sguardo di ghiaccio era sicura. Congetture, supposizioni, speranze. Sospirò a pieni polmoni, cercando quanto più possibile di mantenere una calma che, al solo pensiero di doversi affidare al caso e non a un qualcosa di concreto com'era solita fare, tendeva a vacillare. Nessuno di loro aveva scelta, se non quella di fidarsi o di rimanere da soli contro quei demoni dalla potenza impressionante. Una pietra magica le venne affidata per intrappolare la minaccia, scivolando morbida dalle mani del bel Kataritsuen sulla sua, aperta per accoglierla. Uno sfiorarsi appena, con uno sguardo fugace. Quel sassolino traslucido davvero era in grado d'imbrigliare la potenza sconfinata del Gobi? Quante domande che aveva, e quanti pensieri le frullavano per la testa mentre chiudeva nel pugno quel piccolo oggetto, facendolo dunque scivolare nella scollatura con quel suo modo peccaminoso e sempre alla ricerca delle attenzioni. Si concluse così quell'incontro sconsiderato, con i sovrani delle terre ninja sconcertati e dubbiosi e un gruppo di sconosciuti che avevano messo fra le loro mani il destino del mondo. Tutti s'alzarono dal proprio seggio scarno e anonimo, abbandonando quella sala fra minacce velate e sguardi contriti. Chiye non fu da meno, ma non s'allontanò troppo. Quell'incontro non poteva finire così, senza speremere sino all'ultima informazione quel ragazzo dalla tempra energica e un cupo destino davanti agli occhi.
Aveva inconsapevolmente rallentato il suo incedere dopo il secondo passo in direzione dell'uscita, pensierosa.. di riflesso anche i suoi due accompagnatori s'arrestarono, voltandosi per scurtarla. Se alla sua sinistra il biondissimo Mori non diede cenni d'espressioni dubbiose o interrogatorie, alla sua destra non poteva dirsi lo stesso. Hiroji l'osservava confuso, con quei suoi magnetici occhi verde acqua che sapevano dire tutto come niente. Qualcosa l'aveva capita sin dal principio, da quello sguardo assorto, incuriosito nei confronti del ragazzino con la zazzera scura. La conosceva da troppi anni per non immaginarsi cos'avesse per la testa e come sarebbe potuta finire quella giornata.


Chiye-sama.. - sussurrò appena, serio, senza particolari inflessioni nel tono, sperando in cuor suo che per una volta non desse ascolto a quei pensieri malsani che le stavano attraversando l'intelletto. Una speranza vana, lo sapeva bene.

Hiroji-san, torna immediatamente al villaggio e tieni d'occhio la situazione. Ho bisogno che continui a monitorare sulla faccenda e che coordini la difesa. Se le trappole dovessero attivarsi mentre sei qui, nessuno sarebbe in grado come te di rimpiazzarle o di cambiare in corsa i piani. Ho fiducia nelle tue abilità. - cominciò ad impartire ordini, in un chiaro tentativo di allontanarlo da li. - Quanto a te, Tadao-san.. aspettami fuori di qui, torneremo assieme. Ma prima ho una faccenda da sbrigare, potrei impiegarci più tempo del previsto..

Agli ordini, Tsuchikage-sama. - rispose quest'ultimo, con diligenza.
Agli ordini. - rispose secco l'altro, accettando a fatica quanto ordinato dalla sua sovrana.

Un cenno, un sorriso. Distribuiti quei semplici compiti, con un certo fremito nel corpo attese che i due uomini l'assecondassero e che buona parte dei colleghi lasciasse la sala. Dunque un sospiro, per riguadagnare compostezza e sicurezza, prima di voltarsi nuovamente e raggiungere il leader dal taglio d'occhi penetrante. Si fece notare con un qualche colpetto di tosse.


Kataritsuen-san? - prese ad intavolare la conversazione, muovendosi lenta, provocante. - Mi dispiace molto dovervi importunare ancora, ma ho bisogno di parlare con voi.. possibilmente in privato. - e l'occhio color ocra si piantò dapprima sul vecchio Satoshi e poi su suo figlio, il cui sguardo smeraldino oltre le lenti parve tutto un programma. Sorrise affabile. - Nulla di personale. Sarete stanchi dopo quello che avete dovuto vivere in quelle rovine, e la conversazione temo sarà molto lunga. Non avete ancora risposto alla mia domanda su questo fantomatico Kyo Dan.. - terminò, tornando con lo sguardo sull'oggetto del suo interesse.

(Meglio che i bambini e gli anziani stiano fuori da questa storia.)



Continua in libera con Kataritsuen. [Insert coin link. Apriremo a breve.]
 
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25 replies since 6/6/2017, 12:01   1356 views
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