Sono loro ad essere venuti là, mica è andata a cercarli lei! - quel pensiero continua a rimbalzarle nella testa da ieri pomeriggio: insistente, martellante, poco importa che lei si aggrappi a quella fragile scusa... il senso di colpa e l'imbarazzo, misti al disagio di sentirsi ancora all'oscuro di troppe cose, la tormentano come un letto di spine.
Ecco cosa è successo.
Lei si stava facendo i fatti suoi, zitta zitta: il pomeriggio precedente era andata al parco – quello della fanciulla stecchita - si era seduta a gambe incrociate ed aveva attivato la Trasparenza così, per allenarsi un po' a mantenere la jutsu a lungo ma senza spezzarla con movimenti inconsulti. Sembra facile detta così, ma sapete cosa succede se inizia a pruderti il naso?
O se ti viene da starnutire?
O se un ragno inizia a camminarti addosso, e ti si infila dentro la maglietta??
Siamo al parco, è ovvio che ci siano insetti dappertutto.
Non puoi muoverti o spezzi la tecnica, quindi stringi i denti e sopporti tutto, perché è lo scopo del tuo allenamento.
I primi venti minuti erano stati una noia mortale: se almeno ci fosse stato Shi con cui fare a gara o qualcosa del genere, almeno si sarebbe divertita... però non poteva mica stargli sempre appiccicata come una patella sugli scogli. Le sarebbe piaciuto tanto, ma ci ha pensato un po' ed ha concluso che anche lui ha cose da fare, non lo poteva costringere a stare con lei tutti i giorni tutto il tempo, o si sarebbe rotto le scatole – quindi allenamento in solitaria. E poi sono arrivati loro.
Li ha sentiti scalpicciare ridacchiando, senza preoccuparsi di non fare rumore - quindi ha potuto archiviare la presenza come non-ostile praticamente da subito – e si sono stravaccati sotto un pioppo, dopo cinque terrificanti secondi in cui lei ha temuto che avrebbero deciso di sdraiarsi addosso a lei. Li ha osservati senza ruotare il collo, relativamente tranquilla: probabilmente avrebbero tirato fuori uno o due libri e si sarebbero messi a studiare, e per lei sarebbe stata un gradevole diversivo. Insomma, stare sotto al loro naso senza essere vista: soddisfazioni da shinobi.
Si è resa conto quasi subito di essersi sbagliata di grosso.
Per seconda cosa, ha realizzato che non avevano nemmeno una tracolla per metterceli, i libri; la prima cosa invece era che hanno attaccato a sbaciucchiarsi praticamente subito, il tipo seduto con la schiena contro il tronco e un ginocchio piegato mentre lei gli stava incollata addosso come quelle verdurine che ti restano sui denti, un braccio steso attraverso il torace di lui e una gamba accavallata a quella distesa del ragazzo, mentre un braccio robusto la stringeva in vita da dietro la schiena. Insomma, un bell'intreccio.
Non riusciva a capire bene se fosse una posizione comoda o no: il tronco è duro, e per terra è umido, ma quelli non sembravano nemmeno badarci; a quel punto della storia però sarebbe stato opportuno che la nostra eroina si levasse di torno e lasciasse un po' di privacy ai due piccioncini... cosa che non ha fatto, perché sotto i suoi occhi si stava svolgendo un curioso fenomeno antropologico; per di più, c'è sempre il discorso di prima: non era mica lei ad andare in cerca di coppiette da spiare, semmai il contrario. Quei due sono andati a disturbare un suo allenamento, per cui se la sono andata a cercare.
All'incirca.
No, non proprio.
Esatto, non si sentiva del tutto a posto per la sua innocente sbirciatina, però che avrebbe dovuto fare? Se si fosse alzata sarebbe apparsa all'improvviso, e non aveva nessuna voglia di spiegare il perché e il percome si trovasse lì. Alla lunga sarebbe potuto diventare un problema: e se che quelli non se ne fossero proprio andati? Restare immobile per tre ore sarebbe diventato un massacro per le sue povere gambe, che già iniziavano a formicolare, ma per il momento avrebbe potuto sopportarlo in nome dell'osservazione scientifica, come accennavamo prima. A come darsi alla fuga avrebbe pensato al momento opportuno.
Il fatto è che avevano una maniera di baciarsi che non c'entra un tubo, con quella che hanno lei e Shi.
Ne aveva sentito parlare dalle sue amiche, e ogni tanto per strada si vedono le coppiette con le facce incollate insieme, ma non è che si fosse mai fermata a guardare cosa facessero esattamente; da quell'angolazione e distanza invece la visuale era eccellente. Per riassumere, era quasi come se stessero mangiando un ghiacciolo a merenda: è come se ciascuno si divertisse ad acchiappare le labbra dell'altro con le sue, come se avessero un buon sapore – e magari si sbagliava, ma a volte si mordicchiavano pure a vicenda. E quella? È la lingua? Maddaaaaai!
Cavoli se aveva un'aria scomoda, 'lla roba.
Se avesse potuto farlo, avrebbe aggrottato le sopracciglia perplessa.
Cioè, mica avevano le caramelle, in bocca. C'era davvero bisogno di tutto quello schifìo? E la saliva, saliva ovunque, e rumori di risucchio assortiti... mah. C'era da sperare che si annoiassero presto di tutto quello sbausciare, almeno avrebbe potuto alzarsi da lì e fare qualche centro con gli spiedi; se non altro ha capito la differenza tra il bacio-a-stampo e il bacio-con-la-lingua, decidendo senza ripensamento che la prima forma fosse decisamente più dignitosa e igienica dell'altra.
E così, tra uno slurp e uno smack, è arrivata a mezz'ora di totale immobilità.
Che si fa?
Seriamente, quelli non cambiano solfa.
Che rottura.
Ah no, aspetta. Forse si è mosso qualcosa.
Mhhh... non suona bene: si sono avvicinati anche di più di prima, e.... no.
Ora basta.
“Ahem-ahem!”
Di fatto, nulla le poteva impedire di emettere suoni senza muoversi: di conseguenza è riuscita interrompere quella scenetta disagiante senza farsi beccare.
Con le orecchie bollenti e gli occhi ridotti a due fessure cariche di rimprovero, ha osservato le sue vittime sobbalzare e quella specie di piovra umana sfilare la mano dai pantaloni della ragazza, che doveva essere un'utilizzatrice di suiton o non si spiegavano le dita umide; si sono guardati intorno smarriti, perplessi e poi preoccupati, perché sì – l'hanno sentita ambedue la tossicchiata ammonitrice, ma nessuno dei due riusciva a individuarne la fonte.
Hanno finito per levare le tende a passo svelto, guardandosi nervosamente intorno e a quel punto, con un sospiro di sollievo, lei ha potuto spezzare la tecnica e distendere ambo le gambe sull'erba umida, massaggiandole per riattivare la circolazione sanguigna.
Ma che roba, che si vede in giro!
E insomma, questo è quanto.
Oggi però è stata parecchio distratta in reparto, ed è una fortuna che dovesse soltanto cambiare le lenzuola; che poi non riesce mica a capirsi. Se baciare con la lingua è così disgustoso, perché non riesce a non pensarci?
Sospira confusa, sciacquandosi il viso e studiandolo, ancora umido e gocciolante, allo specchio del bagno del personale: ha le guance un po' rosse e le orecchie proprio paonazze.
“Yakamoto, la Sakamoto ti vuole in studio!”
“Dice che devi fare una roba nuova...”
Sobbalza, quasi le cade di mano l'asciugamano di mano: se lo passa velocemente sulla faccia prima di voltarsi e rispondere un “Arigato, Komatsu-san!” - ma quello già se n'è andato via. Sempre di fretta, mai un po' di garbo o calma... come tutti loro, quando devono fare l'ennesima cosuccia in più, in quel marasma che è l'ospedale.
Una cosa nuova...?
Di che potrebbe trattarsi?
Non può che essere una cosa positiva, in ogni caso: sta riuscendo a distrarla da quell'intrecciarsi di lingue che le strisciano nella testa da diverse ore, e questo per il momento le basta. Si sistema i bottoni del camice davanti alla porta dell'ufficio della sua sensei, prima di sollevare la mano e bussare con decisione tre volte sulla formica candida.
off || perdonami ma il siparietto ce l'avevo pronto da un po' XD || on