Giovane Promessa, Libera per me e ~tree

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view post Posted on 18/4/2017, 00:13     +1   -1
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Il sole splendeva quel mattino sul cielo di Konoha, la temperatura era decisamente sopra la media rispetto agli standard stagionali e si sa che con il cambio di stagione i malanni e malesseri aumentano.
Quel giorno Hayato Uchiha si aggirava per casa piuttosto indaffarato, suscitando curiosità nel fratello maggiore, il quale si apprestò ad avvicinarsi al minore.


- Oggi sei particolarmente nervoso e serio. E sembra che ti stia preparando a fare un viaggio o qualcosa di simile. A cosa dobbiamo la novità?

- Nulla di che, fratellone. Devo accompagnare degli shinobi per una missione! Capisci? La mia prima missione esterna!

Da qualche tempo a questa parte Hayato aveva provato a cimentarsi nella carriera medica e, da quel che sapeva secondo le voci della bella Setsuna e del primario Hachi, sembrava non cavarsela troppo male. Certo, era una vita fatta di pressioni e ritmi frenetici perlopiù all'interno delle mura dell'ospedale, ma era pur sempre uno shinobi e come tale ogni tanto era richiesta la sua presenza al di fuori delle mura del villaggio.
Appena seppe della notizia del suo fratellino come aspirante medico, Kinji lo incoraggiò e lo supportò, anche se lo mise in guardia sulla realtà degli shinobi e del loro lavoro al di fuori delle sicure mura di Konoha.
Sentiva uno strano senso di apprensione che mai prima di allora aveva provato, forse perchè era comodo immaginare Hayato sempre a casa al sicuro, ma non sarebbe durato per sempre e il Jonin non lo avrebbe certo impedito.
Dunque Kinji affiancò il fratello e allungò nel suo zaino una borraccia piena d'acqua fresca.


- Ricorda di portare sempre con te delle scorte di acqua quando passi per Suna, altrimenti tornerai a casa grondante di sudore.

Hayato sembrò piuttosto sorpreso del commento del maggiore e si bloccò sul posto per chiedere spiegazioni.

- Come fai a sapere che devo andare a Suna per un paio di giorni?

- Sono pur sempre un Jonin adesso, devo tenere d'occhio gli shinobi meno esperti e assicurarmi che fili tutto liscio.

Rispose facendogli l'occhiolino e dandogli il tempo di finire i preparativi. Sarebbe stato solo per un paio di giorni per la prima volta dopo tanto tempo, eppure non sapeva che fare. Fu allora che notò che Yugure -il rapace che oramai stazionava sempre a casa sua- era appollaiata sul ramo di uno degli alberi del giardino.

- Sembri annoiato stamattina, Kinji-kun. Che ne dici di allenarci un po'?

Solitamente Yugure usava la tecnica della trasformazione per mischiarsi agli umani nei panni di una giovane donna, eppure quella mattina aveva deciso di mantenere la sua forma originale per poter combattere senza problemi. L'intimità del giardino di casa dei due Uchiha le sembrava il posto adatto per lasciarsi andare?

- E va bene, ma stavolta vedi di andarci piano e non sforzarti troppo.

[Qualche tempo dopo]



Hikaru si stava dirigendo a casa del collega Hayato, le avevano detto che lo avrebbe trovato in una traversa non poco istante dalla via principale del villaggio e infatti -dopo poco- si trovò davanti all'abitazione. Aguzzando la vista però vide appollaiarsi sul tetto dell'edificio a due piani un falco pellegrino che sembrava avere qualche problema ad una zampa.
L'animale sembrò notare la kunoichi a sua volta ma, non appena si rese conto che la stava fissando, volò via verso il giardino posteriore; solo in quel momento Hikaru notò che il cancello che separava il giardino anteriore dalla strada era aperto e poteva entrare senza problemi per capire che problema avesse quel rapace tanto intelligente da occultarsi alla vista.
 
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view post Posted on 18/4/2017, 11:33     +1   -1
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Avevo appena finito il mio turno mattutino in ospedale, ero stanca, ma serena, in più il bel tempo mi metteva di buon umore. Fuori le porte dell’edificio mi fermai per prendere una boccata d’aria, sentii i caldi raggi del sole che mi accarezzarono la pelle e quasi mi sentii rigenerata, poi mi incamminai.

Dovrebbe essere da queste parti.

Decisi di non tornare subito a casa: Hayato, il mio collega medico (ne avevo tanti colleghi medici, ma con lui avevo legato un po’ di più rispetto agli altri, forse perché fu il primo che conobbi all’inizio della mia carriera medica), non era venuto oggi e non mi aveva avvisato della sua assenza, quindi pensai di passare da casa sua per vedere se fosse tutto a posto. Percorsi la via principale del villaggio e imboccai la traversa che mi indicarono, avrei dovuto trovare casa sua, dopo qualche passo, sulla sinistra. Mi trovai davanti ad un edificio a due piani, circondato da un giardino.

La descrizione coincide, dovrebbe essere questa.

Andai per chiamare Hayato, ma notai un uccello sul tetto, un falchetto. Non era usuale trovarlo stazionato in una zona abitata e la cosa mi lasciò perplessa. Inoltre sembrava avere qualcosa alla zampa, perché non l’appoggiava bene. Mi dispiacque vederlo in quel modo, tuttavia il rapace ricambiò lo sguardo e sembrò quasi infastidito, tanto da svolazzare aldilà della casa atterrando probabilmente nella parte posteriore del giardino. Non volevo disturbarlo, soprattutto se era ferito. Anzi, avrei voluto aiutarlo.
Appoggiai una mano sul cancello pensierosa e al tocco notai che era aperto, così entrai. Non volevo essere invadente, stavo entrando in un’abitazione non mia e per di più non ero sicura che si trattasse della casa di Hayato. Feci qualche passo incerto e quatta quatta mi diressi verso la parte posteriore della residenza. Sicuramente mi aspettavo di trovare il mio collega per poterlo salutare e giustificare la mia presenza nel suo giardino, ma non potevo nascondere che il mio pensiero principale era diventato quel falchetto ferito.


Hayato! Sei in casa?

Dissi a voce alta, prima di svoltare l’angolo che mi avrebbe portato sul retro di quel giardino così curato e pulito.
 
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view post Posted on 18/4/2017, 14:52     +1   -1
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Nessuna risposta. Non trovò ne il giovane Hayato ne altri a casa sua, soltanto il silenzio la accolse durante la passeggiata nel giardino di casa Uchiha.
Non appena voltò l'angolo però, Hikaru vide nuovamente il falchetto intento a fare delle prove per poggiare tutto il suo peso anche sulla zampa ferita. Non sembrava nulla di grave, ma senza essere trattata la ferita avrebbe faticato a guarire facilmente.
Non appena però il rapace avvertì la presenza di una persona estranea si allarmò e cercò di balzare via per allontanarsi dalla kunoichi, risultando in un tentativo piuttosto deludente.
Non sapeva perchè, ma quel volatile sembrava non voler avere nulla a che fare con Hikaru.
D'un tratto però, la giovane Genin vide una seconda figura balzare dal tetto di casa atterrando con leggerezza al suolo; il ragazzo dai capelli castani, gli abiti appariscenti e lo Sharingan attivo non era di certo Hayato, ma trovava una certa somiglianza con il nuovo arrivato.


- Ecco dov'eri finita, Yugure-chan. Sei volata via senza aspettarmi... oh, sembra che abbiamo un ospite.
Ti chiedo scusa se ti ho spaventata. Sono il padrone di casa, Kinji Uchiha e quella laggiù è Yugure... tu invece come ti chiami?


Chiese alla più giovane cordialmente cercando di fare le presentazioni e sorvolando sull'entrata. Non sembrava infastidirlo minimamente il fatto che la giovane fosse entrata nella proprietà privata senza problemi, nonostante lui non l'aveva invitata ad entrare.

- Io e Yugure qui ci stavamo allenando, quando all'improvviso ha poggiato la zampa in maniera strana ed è volata via prima che potessi curarla.

Cercò di spiegare il perchè aveva accolto Hikaru non esattamente come un tranquillo padrone di casa e con lo Sharingan a tre tomoe attivo; effettivamente come scusa aveva senso e Hikaru aveva modo di spiegare la sua presenza li ed (eventualmente) cercare di aiutare il rapace.
Dopo una breve pausa dunque, Kinji fece due più due e capì che se la Genin era entrata, forse attirata da Yugure, evidentemente Hayato si era dimenticato il cancello aperto mentre usciva.


- Mio fratello minore ha la brutta abitudine di lasciare il cancello aperto... gliel'ho detto mille volte di non farlo,
ma oggi era su di giri per la prima missione in esterna e si sarà dimenticato, preso dalla fretta com'era. Cercavi qualcuno in particolare?
 
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view post Posted on 18/4/2017, 19:14     +1   -1
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Sembrava non ci fosse nessuno in quell’abitazione, così mi saliva sempre di più la voglia di andar via per non essere scambiata per un ladro o per qualcuno di malintenzionato. Trovai, però, il falchetto lì a terra mentre si sforzava a poggiare la zampa sul suolo, ma appena si accorse di me, iniziò ad agitarsi e a cercare di volare via. Mi fece una grande pena e mi accovacciai stendendo una mano verso l’animale.

Tranquillo, non avere paura, non voglio farti del male!

In quel momento scorsi un’ombra sull’erbetta tagliata con tanta cura, alzai lo sguardo e vidi un uomo atterrare davanti a me con molta agilità, come se non fosse soggetto alla forza di gravità: mi dette quasi l’impressione di adagiarsi su un cuscino d’aria. Sobbalzai e mi portai le mani al petto mentre caddi all’indietro per lo spavento. Il ragazzo era all’inseguimento del suo falchetto, appena si accorse di me, si presentò, non mi dette l’impressione di essere infastidito dalla mia presenza.

Kinji Uchiha? Oddio!!! Lui è l’allievo dell’Hokage. Soprannominato il Demone Vermiglio.

Il suo nome rispecchiava il suo sguardo, i suoi occhi erano rossi e profondi che mi misero così in soggezione da non riuscire più a tenere la testa alta. Avevo davanti uno dei Jonin più valenti della foglia ed io ero lì nel suo giardino senza essere invitata. Iniziai a tremare e arrossii, cercai di darmi un contegno rialzandomi e cercando di presentarmi.


Hi-Hikaru Kamiya…

Mi uscì un suono stridulo e incerto. Ero così confusa e agitata che non ascoltai neanche quello che mi disse, cercavo solo di trovare una buona giustificazione per quella mia intrusione, poi decisi di optare per la verità. Dovetti raccogliere tutto il mio coraggio nel farlo.

I-Io cercavo Hayato, u-un mio collega. Non si è presentato a lavoro e sono ve-venuta fin qui per accertarmi c-che stesse bene! Ma po-poi ho visto il cancello ferito… e siccome c’era il falchetto aperto… no… cioè… il falchetto era ferito e il ca-cancello era aperto! Sono entrata… vo-volevo provare a curare la sua za-zampa! Ma poi… insomma, non volevo essere invadente! Vado via su-subito… Scu-scusi l’intrusione.

Un discorso che non aveva né capo e né piedi, sentivo solo la voglia di andar via e di togliere il disturbo, così feci un profondo inchino in segno di scuse.
 
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view post Posted on 18/4/2017, 23:54     +1   -1
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La giovane Kunoichi si presentò con un certo imbarazzo e -a giudicare dal rossore sulle gote- non sarebbe passato tanto presto.
Cercò dunque di prendere coraggio e di essere il più sincera possibile con il proprietario di casa, ma il suo tentativo risultò assai goffo e sincero al tempo stesso; Kinji arrivò ben presto alla conclusione che la ragazza era sincera ed effettivamente era stata mossa da buone intenzioni nei confronti in un primo momento di Hayato e poi verso Yugure che aveva attirato la sua attenzione con il suo comportamento schivo.
Quando la Genin si inchinò in segno di scuse, potè sentire dapprima l'interlocutore accennare ad una risata spontanea.


- E' vero che voleva curarti?

Chiese al falco pellegrino che stava tenendo lo sguardo fisso sulla ragazza in maniera piuttosto diffidente.

- Si, voleva avvicinarsi a me, ma non ce n'è alcun bisogno.

- Non avevo dubbi.

Forse per Hikaru sarebbe stato a dir poco unico sentire il rapace emettere non solo suoni, ma persino parole di senso compiuto. Intanto Kinji la riportò in posizione eretta poggiando la mano destra sulla spalla della kunoichi per poi mostrarle un sorriso compiaciuto per il gesto così nobile e spontaneo della più giovane.

- Tranquilla, adesso ho capito perchè sei qui. Mio fratello minore purtroppo è stato convocato per una missione con pochissimo anticipo, come ti dicevo, quindi è probabile che non lo vedrai in corsia per qualche giorno.
Sei molto giovane per essere un medico... ti va di provare ad aiutare la mia amica alata?


Al sentire quelle parole Yugure sembrò del tutto in disaccordo con il suo evocatore e non perse l'occasione per minimizzare l'entità della ferita pur di non mettere da parte l'orgoglio tipico della sua specie.

- Non se ne parla nemmeno!
Ho detto che sto benissimo e non ho bisogno di nessuna cura!


L'Uchiha assunse un'espressione più seria rispetto a quella avuta fino ad allora, e il suo tono divenne leggermente più severo rivolgendosi al falco ferito.

- La tua zampa non può nemmeno sorreggere tutto il peso del corpo, come credi di riuscire a combattere in queste condizioni se dovessimo trovarci davanti ad un pericolo imminente?
Pensa anche alla tua incolumità ogni tanto... non sei tu a ripetermi sempre questa frase?


Il rapace distolse lo sguardo da quello rubino dell'eremita mostrando che quest'ultimo aveva ragione, seppure non riuscisse a ammetterlo chiaramente. Il Vermiglio dunque si rivolse nuovamente a Hikaru che nel frattempo aveva avuto solo un piccolo assaggio della testardaggine dell'evocazione e della caparbietà del suo evocatore.

- Coraggio, Hikaru-chan. Se ci farai questo piccolo favore, te ne saremmo entrambi davvero grati.
 
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view post Posted on 19/4/2017, 18:10     +1   -1
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Quei momenti furono per me un insieme di tante emozioni. Il mio discorso sconclusionato fece sorridere Kinij, non so come, ma quella risata riuscì a rilassarmi tantissimo, persi gran parte del mio imbarazzo e sorrisi a mia volta, venni contagiata. Nonostante il suo soprannome, l’impressione che mi faceva era di un ragazzo molto gentile e cortese, generoso, sicuramente non un demone assetato di sangue. Poi però sentii parlare il falchetto! Com’era possibile che un animale potesse parlare? Non riuscivo a credere ai miei occhi, alle sue parole ebbi un sussulto e rimasi un po’ di tempo a fissarla, mi resi conto che magari non era cortese fissare qualcuno, anche se si trattava di un animale, così mi sforzai a distogliere lo sguardo e mi lasciai andare ad una considerazione fatta a voce alta.

Un animale parlante?

No, non riuscivo proprio a metabolizzare la cosa, ma poi venni distratta dal tocco di Kinji, che posò una sua mano sulla mia spalla, sentii un calore pervadermi tutto il corpo. Doveva essere ancora parte dell’imbarazzo che non se n’era andato. Probabilmente me l’aveva già confermato, ma lo stavo appurando giusto in quel momento: Hayato era il fratello minore di Kinji. Ecco un’altra forte emozione. Lì collegai il discorso che mi fece il mio collega il primo giorno che lo incontrai, quando mi parlava della difficoltà di essere all’altezza del suo compito. Avere un fratello al livello di Kinji doveva essere davvero un onore e un orgoglio, ma nello stesso tempo mortificante. Per Hayato, suo fratello, sarebbe stato sempre il suo esempio da seguire e da superare. Provai quasi invidia, io non avevo fratelli e sorelle da prendere come esempio per darmi la carica necessaria per superare i miei limiti, ma il mio obiettivo rimaneva comunque ben saldo nel mio cuore. Lo avrei raggiunto anche senza avere la spinta di nessuno.
Quasi in risposta a quel pensiero, il ragazzo mi chiese se potessi curare la zampa del suo falchetto, lì per lì, rimasi un attimo intontita, anche perché l’uccello non sembrava assolutamente intenzionato a farsi curare da me. Quasi non credevo che un ninja di quel calibro, stesse dando ad una kunoichi come me, l’opportunità di curare un suo compagno. Ma poi la voglia di essere d’aiuto e poter prendersi cura di qualcuno, superava sempre tutte le mie altre emozioni, così composi i sigilli.


Non ti preoccupare, non ti farò male e poi molti medici sostengono che sono portata a questo genere di cose.

Così stesi le braccia e avvicinai le mani alla zampa del rapace, mantenendo una piccola distanza, per far sì che il chakra curativo potesse defluire sul tessuto infiammato. Un bagliore verde chiaro avvolse la zampa di Yugure e riuscii a percepire cosa aveva provocato il suo malessere.

Credo si tratti di un semplice strappo muscolare, pochi secondi e il muscolo tornerà come prima.
 
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view post Posted on 19/4/2017, 20:50     +1   -1
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Hikaru non sembrò tentennare nel momento in cui il suo aiuto era richiesto più di ogni altra cosa e così cominciò avvicinandosi a Yugure.
Se non fosse stato per le parole dell'Uchiha, il falco avrebbe cercato senza dubbio di fuggire o di beccare le mani della più giovane, ma una volta messa davanti alla necessità di ristabilirsi non potè far altro se non sospirare e acconsentire.


- Si, si, basta che facciamo in fretta.

La genin cominciò a comporre i sigilli e subito dopo richiamò il chakra curativo attorno ai palmi delle mani per consentire che il suo flusso stimolasse le cellule della zampa dell'animale.
Kinji osservò la scena a qualche passo di distanza, ma qualcosa catturò la sua attenzione: si trattava del chakra di Hikaru.


Effettivamente sembra molto portata nonostante la giovane età, eppure vedo distintamente che il suo chakra sembra particolarmente intenso... brillante rispetto al sistema circolatorio di uno shinobi medio... tendente ad una tonalità di bianco mai vista prima. Può essere che non se ne renda conto nemmeno lei?

Lasciò che finisse il trattamento a Yugure e dopo di che si rivolse nuovamente alla giovane kunoichi per sottoporle il dubbio che aveva avuto nel momento in cui l'aveva vista all'opera.

- Hikaru-chan, hai detto che ti hanno detto in molti che sei portata per le tecniche mediche, non è vero?
Credo che sia dovuto al tuo chakra, a come si comporta nel momento in cui viene rilasciato dall'organismo per agire su quello altrui: sembra come se abbia una maggiore intensità rispetto a... beh, qualsiasi altro ninja io abbia mai osservato.
Hai mai provato qualche sensazione particolare durante il combattimento? Magari in accademia o in missione oltre che durante i turni in ospedale?


Cercò di ottenere più informazioni in quanto era la prima volta che vedeva un chakra così unico. Sicuramente se la ragazza si fosse allenata nel suo utilizzo, avrebbe potuto fare grandi cose sia in campo medico che di supporto ad interi team.
Quella ragazza cominciava ad interessargli, in un primo momento solo per la bontà d'animo che l'aveva spinta a varcare la soglia di casa sua, ora scopriva persino che era dotata di abilità particolari e alle quali forse nemmeno lei sapeva dare spiegazioni.
Attese quindi una risposta portando la mano destra al mento e facendo tornare gli occhi al loro colore originale per non metterla in soggezione.


Edited by Vale93ba - 19/4/2017, 22:13
 
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view post Posted on 20/4/2017, 10:22     +1   -1
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Il falchetto sembrò rassegnato all’idea che lo stessi curando, forzato da Kinji che riteneva opportuno non trascurare una simile ferita. Impiegai qualche secondo per ristabilire il tessuto muscolare infiammato cosicché l’animaletto poté benissimo ritornare alle sue faccende quotidiane. Mi lasciò giusto il tempo di finire, che il fratello di Hayato, mi riempì di domande, non riuscii a capire bene cosa lo portò a chiedermi tutte quelle cose, ma mi sentivo quasi in dovere di rispondere.

Non mi piace vantarmi… ma sì, molti medici sin dal primo giorno, hanno sostenuto che fossi portata per l’arte medica. In poche ore ho appreso le tecniche basilari, per diventarne padrona in pochi giorni… Tuttavia credo ancora di avere molta strada da fare!

Non mi veniva naturale dover sottolineare delle mie qualità, ma se qualcuno me lo chiedeva, non potevo fare altro che rispondere, sembrava scortese starsene in silenzio. Inoltre non ero abituata a stare al centro dell’attenzione e Kinji sembrava in qualche modo interessato a me, la cosa in parte mi lusingava, dall’altra mi rendeva nervosa. Il ragazzo continuava a parlare del mio flusso del chakra, ma ero molto confusa e non capivo bene dove voleva arrivare.

Sensazioni particolari? Mmmmh… Non sono molto portata al combattimento e cerco di evitarlo come meglio posso. Utilizzo il chakra in ospedale e mi è capitato di utilizzarlo in una missione in cui si richiedeva uno sforzo fisico maggiore rispetto alle mie possibilità. Ma non ho mai sentito nulla di particolare, o sensazioni strane…


Plausibile, non potevo sapere cosa significasse per lui la normalità rispetto al qualcosa di particolare, anche se avessi percepito una sensazione diversa rispetto agli altri shinobi, per me sarebbe stata sempre normale. La mia normalità.

Che sta succedendo signor Kinji? Mi sto spaventando…
 
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view post Posted on 20/4/2017, 11:16     +1   -1
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Come l'Uchiha sospettava, la kunoichi non seppe rispondere alle domande fatte, avvalendo la tesi che probabilmente nessuno l'aveva mai informata o addirittura mai notato quel chakra bianco.
Effettivamente la ragazza sembrava essere affetta da albinismo a giudicare dal colore della pelle e dei capelli, eppure solitamente i soggetti con quel tipo di problema presentavano svariate problematiche a livello salutare come la fotosensibilità e problemi alla vista... invece lei era li davanti a lui sanissima e addirittura in grado di curare gli altri con una facilità impressionante.
Solo in un secondo momento Kinji si accorse che forse le domande erano troppo incalzanti e mirate per Hikaru, la quale non era al corrente delle sue capacità nascoste e a cosa erano dovute.


- Perdonami Hikaru-chan, forse sono stato troppo irruento nel riempirti di informazioni. Non è nulla di pericoloso...
Per mettertela in termini più semplici: grazie al mio Sharingan ho notato che possiedi un chakra dalle tonalità biancastre che stimola le cellule alla guarigione. Forse è per questo che sei così in salute e riesci ad approcciarti alle ijutsu con più facilità rispetto agli altri.


Intanto Yugure, nuovamente in condizioni ottimali grazie alle cure delle kunoichi, prese il volo per poi artigliare delicatamente la spalla sinistra dell'eremita. Non aveva ringraziato Hikaru, ma il suo sguardo sembrava meno diffidente rispetto al solito.

- Magari potresti fare delle analisi più approfondite in laboratorio all'ospedale. Il tuo chakra potrebbe essere la chiave di tutto, sta a te capirne tutte le potenzialità e sfruttarle come meglio potrai.
A questo proposito potrei aiutarti in futuro allenandoti come mia allieva, se lo desideri ovviamente.


Le sorrise, sicuro che aveva del potenziale davvero unico che avrebbe potuto sfruttare non solo per le arti mediche, ma persino nel combattimento. Aveva già detto di non essere molto portata per lo scontro, ma purtroppo in un mondo come quello degli shinobi, rifiutarsi di combattere non l'avrebbe portata molto lontana, e questo Kinji voleva evitarlo.
 
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view post Posted on 26/4/2017, 08:50     +1   -1
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Un puzzle. Il momento in cui vieni a conoscenza di quel qualcosa che ti serve per collegare tutte quelle informazioni raccolte fino ad allora. Proprio come un puzzle appunto. Ricevi le ultime tessere per completare il tuo splendido puzzle e capire l’immagine che ritrae. Le parole di Kinji furono come una spada nel mio cuore e nella mia mente. Tuttavia quella lama non mi ferì, ma sentii squarciare quel velo che mi impediva di vedere bene e mettere a fuoco ciò che nascondeva alla mia vista.
Il mio chakra era la chiave.
Mi ero sempre chiesta quale fosse il mio ruolo nel mondo, cosa il destino avesse in serbo per me: avevo intrapreso la carriera medica con lo scopo di poter diventare abbastanza forte da poter curare mio padre dalla sua malattia; avevo sempre notato la mia propensione alla difesa e al recupero; mi aveva sempre caratterizzato il profondo rispetto e affetto verso qualsiasi forma di vita. Non potevo più ignorare tutti quei segnali.


“Luce, tu sei un dono di Dio, non guardare la tua patologia come un difetto, ma bensì come un pregio! Perché Dio ti protegge con la sua luce e in te Luce, non c’è nessun tipo di oscurità.”

Quelle parole di papà continuavano a sbattermi in testa, le avevo sempre viste come le amorevoli parole di un padre troppo apprensivo, ma pian piano stavano acquisendo un senso. Cosa sapeva papà? Cosa mi nascondevano i miei genitori? Dovevo sapere…
Abbassai il capo e chiusi gli occhi. Mi sentivo confusa, ma felice. Calde lacrime scesero rigando le mie guance, non erano lacrime di tristezza. Sentii un calore ed una forza dentro di me che pensavo di poter scoppiare da un momento all’altro. Non avevo mai notato come quel calore che sentivo fosse chiaramente il chakra che mi circolava dentro, fluiva all’interno del mio corpo riempendolo e in quel momento scorreva in me, come non aveva mai fatto prima. Asciugai le lacrime con la mano, poi alzai lo sguardo e fissai Kinji. I miei occhi ritraevano tutta la mia determinazione e la mia voglia di conoscenza e di crescita.


Accetto! Ho bisogno di sapere cosa sono in grado di fare…
 
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view post Posted on 26/4/2017, 11:31     +1   -1
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Improvvisamente Hikaru si zittì e chinò il capo come per nascondere le emozioni che stava provando in quel momento; delle lacrime cominciarono a rigarle il viso e l'Uchiha non seppe dire se le avesse dato troppe informazioni, dubbi instillati con le sue domande che rievocavano ricordi passati o che... si sentì però in colpa per quella reazione.

Ho detto qualcosa di sbagliato? Potrei cercare nei suoi ricordi con la mia doujutsu per capire meglio se ho toccato un tasto dolente...

Gli occhi dell'Uchiha mutarono nuovamente ma, ancor prima di riuscire a scrutare nella mente della Genin, il Vermiglio si accorse che l'interlocutrice aveva cominciato ad emanare una tenue luce; l'intero corpo sembrava avvolto da una sorta di seconda pelle fatta di quel chakra tanto particolare e, per un istante, sembrò essere un qualcosa di talmente puro e benefico da essere l'esatto opposto dell'energia negativa dell'anello che Kinji aveva al dito dopo le vicende di Oto.
Prima però che la ragazza potesse sollevare lo sguardo, le iridi di Kinji tornarono normali e la più piccola accettò l'offerta del Jonin con una determinazione e convinzione che non lasciavano spazio a dubbi: avrebbe dato tutta se stessa per capire come sfruttare le sue capacità più nascoste.
Le lacrime di Hikaru non erano state di tristezza, bensì di gioia verso un estraneo che si era offerto di aiutarla; sorpreso ma lieto di essersi sbagliato, Kinji le sorrise a sua volta e portò la mano destra sul capo della kunoichi per rassicurarla.


- Allora abbiamo un accordo!
Adesso non voglio trattenerti oltre; probabilmente sei stanca dopo essere stata in ospedale e vorresti riposare a casa.
Noi due avremo modo di rivederci senza dubbio, e farò sapere ad Hayato che sei passata non appena lo vedrò... ah, e puoi anche non darmi del lei. Solo Kinji-san può bastare.


Persino Yugure sembrò intenerita da quella scena e si lasciò andare ad un commento che la piccola Hikaru non si sarebbe mai aspettata.

- E comunque grazie per avermi guarito la zampa... non che mi servisse o cose simili!

Affermò voltando il capo altrove e riprendendosi quasi subito con il suo portamento orgoglioso e buffo agli occhi di chi (come Kinji) la conosceva così bene da sapere che in fondo era una creatura dal carattere buono e dolce... più di quanto volesse ammettere.

//Per me possiamo concludere con il tuo prossimo post. Se hai altro che vuoi approfondire o di cui vuoi discutere possiamo continuare, ma forse come inizio è meglio fermarci qui. A te la tastiera ^^//
 
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view post Posted on 26/4/2017, 14:28     +1   -1
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Kinji poggiò la sua mano sulla mia testa e arrossii leggermente, per quanto iniziavo a fidarmi di lui, ancora non c’era tanta confidenza e quindi un po’ di imbarazzo continuavo a sentirlo. Non potevo ancora credere che tutto quello stava succedendo a me e così in fretta. Kinji, il discepolo dell’Hokage, mi aveva appena chiesto di essere sua allieva, sprizzavo gioia da tutti i pori. Anche Yugure, ostentando un sottile orgoglio e distacco, mi ringraziò per averla curata. Mi fece tenerezza perché capii che la sua freddezza era una sorta di scudo che difendeva la sua bontà, così le sorrisi. Feci un profondo inchino e mi diressi verso l’uscita, ma prima di svoltare l’angolo e dirigermi verso il cancello, mi fermai e mi voltai ancora una volta verso di loro.

Ci rivedremo presto…

Sollevai lo sguardo come se stessi pensando a qualcosa, poi ripresi sorridendo.

… Kinji-Sensei!!!

E andai via.
 
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