| Il tempo continuava a scorrere ma le immagini di quanto successo qualche ora prima continuavano a scorrere nella mente di Daisetsu. La cosa che più lo faceva pensare era lo sguardo di quel ragazzo mentre impugnava il coltello: era lo sguardo di chi stava per essere ucciso da un sistema malato. E questo non poteva essere accettato dal giovane, non voleva farne parte. Dopo il rientro a casa e la litigata con suo padre passò diverse ore sdraiato sul letto a fissare il soffitto, solitamente quello era uno dei suoi hobby preferiti ma in quel momento era quasi una punizione verso se stesso. Si stava rendendo conto che più non aveva nulla da fare e più quelle immagini venivano alla sua mente. Doveva fare qualcosa e alla svelta, anche perché in quel momento non era per nulla intenzionato ad accettare un'altra missione. Doveva prima trovare una risposta a ciò che lo stava tormentando:
Cos'è uno Shinobi? Siamo veramente diversi dai mercenari?
Aveva riflettuto a lungo a questo quesito ed era arrivato alla conclusione che l'unica persona che poteva dargli una risposta che gli veniva in mente era l'Hokage. Akane Uchiha doveva per forza conoscere il significato di quella che più di una parola rappresentava uno stile di vita intrapreso da molti. Ma veramente il ninja più importante di tutto il villaggio avrebbe accettato una riunione con uno Genin sconosciuto? Probabilmente no, ma valeva la pena provarci.
Sarò un idealista, ma credo ancora che l'Hokage sia pronto ad aiutare ogni cittadino di Konoha. Spero di non sbagliarmi.
L'Uchiha si alzò dal letto e lentamente si avvicinò alla sua scrivania, dove aveva lasciato il coprifronte del villaggio, e indossandolo sorrise amaramente. Fu improvvisamente avvolto da una strana sensazione:
Tutti questi sacrifici per guadagnare questo oggetto, e chissà che questa non sia l'ultima volta che lo indosserò.
Lo strinse con decisione e senza prendere nient'altro si avvicinò alla finestra, non aveva intenzione di uscire dalla porta principale perché voleva farlo in modo silenzioso, senza che nessuno se ne accorgesse. Non aveva ancora chiarito con i genitori e non voleva che venissero a conoscenza delle sue intenzioni. Probabilmente il padre gli avrebbe detto che l'Hokage aveva cose più importanti a cui pensare, quindi il dialogo sarebbe stato inutile. Doveva uscire silenziosamente e tornare nello stesso modo con la risposta che avrebbe per sempre cambiato la sua vita. Aprì la finestra e una vento fresco colpì il viso giovane ninja, facendogli realizzare quanto tempo avesse passato a fissare il soffitto. Con un salto si lanciò nel cortile e velocemente uscì sulla strada del quartiere del suo Clan. Camminò lentamente cercando di pensare a cosa avrebbe potuto dire per catturare l'attenzione dell'Hokage, ma nulla gli venne in mente. Era agitato e la tristezza che lo avvolgeva dagli episodi di pranzo rendeva tutto più difficile. Alla fine si rese conto che a nulla serviva la preparazione, probabilmente sarebbe stato così agitato da dimenticarsi il discorso. Tanto valeva improvvisare. Passo dopo passo osservava il sole tramontare dietro le colline di Konoha realizzando ancora una volta quanto amasse quel posto. Sperava proprio di non essere costretto a doverlo abbandonare, ma in cuor suo sapeva che era una possibilità difficile da realizzarsi: aveva visto con i suoi occhi cos' era il mondo degli shinobi e difficilmente avrebbe accettato di farne parte.
Arrivò all'entrata della residenza dell'Hokage con il cielo ormai completamente rossastro, tra poco sarebbe calata la notte sul villaggio. Entrò e senza esitazione procedette verso la porta dello studio dell'Hokage. Akane Uchiha era al suo interno o era già tornata a casa? Non poteva saperlo finché non fosse entrato nella stanza. Si avvicinò e si fermò un attimo a contemplare ciò che stava facendo. Lui Genin del villaggio della foglia stava chiedendo udienza all'Hokage. Un pò arrogante forse da parte sua, ma voleva una risposta ed era sicuro che l'Hokage fosse l'unica ad averne una, o almeno lo sperava. Deglutì nervosamente . Avvicinò lentamente una mano alla porta e con decisione bussò, aspettò un paio di secondi e senza ricevere una risposta dall'interno decise di entrare.
Aprì la porta e davanti a sé vide alla fine della stanza una grande scrivania, dove dietro era seduta Akane Uchiha, l'Hokage di Konoha. Questa lo guardo con aria sorpresa, vista l'inaspettata visita del giovane ninja. Un brivido attraverso la schiena di Daisetsu, che fino a quel momento aveva visto solo di sfuggita l'Hokage. Mai si sarebbe aspettato di dover dialogare con un ninja di quel livello così presto, e chissà se ne avrebbe di nuovo avuto l'occasione. Sicuramente non era qualcosa che accadeva tutti i giorni. Il Genin si sentì osservato, realizzando che era rimasto alcuni secondi immobile mentre probabilmente Akane aspettava che quantomeno l'ospite si presentasse, esponendo il motivo della sua visita. Daisetsu si portò al centro della stanza per poi inginocchiarsi, guardando sempre negli occhi l'Hokage. Quello non rappresentava un segno di sottomissione, ma era più una forma di rispetto verso il ninja più forte del villaggio. Prese una boccata d'aria e con decisione disse:
Daisetsu:Hokage-sama, il mio nome è Daisetsu Uchiha, Genin di Konoha, e vorrei chiederle cinque minuti del suo tempo per farle una domanda alla quale probabilmente solo lei può darmi una risposta esauriente. In base alla sua risposta prenderò la mia decisione in quanto shinobi ed in quanto uomo. Che cos'è in realtà uno Shinobi? E per quale motivo dovrebbe essere diverso da un mercenario? Io sinceramente di differenze non ne vedo. Rappresentano entrambi uomini che uccidono per soldi o per ordini. I ninja di Konoha non fanno altro che eseguire gli ordini, ma siamo sicuri che questi non siano altro che proteggere il male o far del male solo perché risulti conveniente al villaggio? Non vedo altro che pedine che vengono mosse per l'interesse del proprio paese, ma se tutti i grandi villaggi ragionano così a cosa può portare questo mondo? Voglio essere sincero, alla fine della mia prima missione ciò che vedo non è altro che un sistema malato. Questo mondo basato sugli shinobi non può portare ad altro che odio e sofferenza!
Il giovane rimase del tutto deluso dalle parole che uscirono dalla sua bocca, avrebbe voluto esprimere le sue sensazioni molto meglio, ma non era mai stato bravo con le parole. Chiuse così gli occhi, aspettando la risposta che da ore cercava.
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