Una mattina come le altre… Una delle tante in cui Raion si dava alla meditazione e alla contemplazione.
Un vero filosofo? Un artista immerso nell’arte?
Più o meno...
Era una solita mattinata in cui Raion non faceva altro che stare di fronte alla propria bancarella ad aspettare qualche cliente.
Questo lui lo chiamava meditazione….
In realtà aspettava qualche passante per fargli un quadro, o vendergli una delle opere che già esponeva al bordo della strada per qualche tozzo di pane.
DI missioni non ne aveva molte e doveva rattoppare la cosa come poteva. Vendendo la propria arte a chi poteva apprezzarla.
Ma non se la sentiva di chiedere la moneta. Preferiva un baratto. Era il cliente o il committente a scegliere quanto valeva l’arte del Kamata.
Gli capitò di ricevere anche viveri per un intero mese con un macellaio della zona che si era innamorato di una delle sue opere. Altre volte vi era semplici passanti che barattavano grandi disegni per un tozzo di pane.
Il Kamata non si abbassava mai a trattare. Il prezzo era lo stesso cliente a deciderlo.
L’arte non ha prezzo… E’ la necessità di vivere a dare a tutte le cose un prezzo… Io necessito di mangiare e di un tetto. Non vogliono darmi niente? Bene.. Allora ritengono che non valga la pena di essere qui.Molto cinico e crudo.
Dicevamo…
Quella era una mattina come tante e Raion per fortuna aveva già avuto un primo cliente che gli aveva portato un gran pacco di pasta di riso che sarebbe durata per un mese.
Era sul ciglio della strada con tutti i suoi rotoli e i suoi dipinti in bella mostra di fronte a se cosi che tutti avessero avuto la possibilità di ammirare la sua arte.
Al suo fianco vi era un piccolo fornello da campo e Raion, sedutogli di fronte stava preparando il suo pasto a base di pasta di riso gentilmente offertogli.
L’acqua bolliva. Gli spaghetti si muovevano sinuosamente all’interno.
Mh… che fame...Ma proprio di fronte a se vide due persone correre da destra a sinistra. In direzione dell’ingrasso del villaggio.
Poi cinque.
Poi una dozzina.
Fino a quando una vera folla spintonante sembrava bloccare la strada stessa.
Lasciando per un attimo gli spaghetti sul fuoco si alzò di scatto e andò a creare una specie di barriera di bidoncini e cornici di legno a proteggere la sua bancarella.
Raion:
Ma che cavolo!!! Per tutti i Kami!! fate attenzione!!I passanti rispondevano a singhiozzi alle rimostranze di Raion.
Levati straccione, dacci strada…..
Via con tutta la tua cianfrusaglia! Non sai che sta succedendo?Sono tornati… quei bastardi….Non meritano nemmeno di entrare al villaggio!!Le voci pian pianino si perdevano in direzione dell’entrata del villaggio e diventavano sempre piu insulti giudizi maligni contro du persone che sembravano entrare accompagnati dall’Hokage.
“FSSSSSSS” l’acqua intanto usciva dalla piccola pentola e la schiuma era su tutti i bordi.
Raion:
Merda la pasta!!!Tolse con uno scatto repentino la pentola dal fuoco e con il coperchio scolò l’acqua facendola scendere dento una delle grate delle fognature sottostanti.
Prese un po’ di salsa di soia e la mischió agli spaghetti scolati.
Due bacchette di legno e…
Raion:
Ora si mangia!Ma proprio nel momento di azzannare il primo boccone, un altro passante che correva all’impazzata lo urtò facendogli cadere dalle bacchette il primo boccone.
Raion:
Kami maledetti… e tutti i loro parenti… Ora basta… chi cazzo è che fa tutto sto casino??Ancora con la pentola in mano decise di avvicinarsi alla folla che ora sembrava creare una specie di cordone.
Non poteva vedere bene e decise allora di saltare sopra un bidone dell’immondizia.
Da li poté finalmente godersi il pasto e osservare la causa di tutto quel trambusto.
“chof chof chof”
Ma anche il primo boccone non era di certo quello che sperava. Gli andò di traverso.
Non ci credo…. quello… quelli… Fuyuki e Chiaki….La ragazza la riconobbe solo dalle foto segnaletiche, ma Fuyuki… beh… Raion lo conosceva fin troppo bene. Era in debito. Un debito di vita. [
X]
Ma erano passati anni da quando lo Hyuga salvò la vita al (quel tempo) non-genin-Kamata.
Raion non era altro che un moccioso che faceva disegni.
E’ tornato… si… Akane è con loro…. Ma che sia tornato di sua volontà o no? Sono debitore… Non importa se è un traditore o no… un debito è un debito.Mangiava e si godeva la scena.
Vide una famiglia riabbracciarsi.
Una madre che ritrova i suoi figli è sempre uno spettacolo. Questo merita un disegno.Si mise tutta la pasta in bocca fino a riempirsi al limite la bocca.
Appoggiò sul bidone la pentola e i bastoncini e prese un rotolo.
Un colpo furtivo lo srotolò e altrettanto furtivamente un pennello nascosto nella tasca dei pantaloni venne prese dall’indice e dal pollice destro del Kamata. Non si sa come, dell’inchiostro fuoriuscì da solo guizzando nell’aria andandosi a impregnare prima sul pennello e poi sulla tela del rotolo.
Pochi istanti furono sufficienti per dare vita ad un magnifico ritratto della famiglia che si abbracciava.
La tela esprimeva i volti stessi dei due Hyuga, rilassati e decontratti durante l’abbraccio.
L’amore usciva da quella tela come una forte fiamma circondata dall’oscurità.
Sì… Oscurità… L’oscurità erano di fatti le persone attorno. E queste non esprimevano per niente amore. Il dipinto era una piccola opera d’arte che mostrava con un solo gesto il momento presente.
"L’amore circondato dall’odio"…… Così lo intitolerò...Lo firmò, per poi richiuderlo su se stesso per preservarlo.
Devo darglielo a Fuyuki… Ma forse non si ricorderà di me… Sono passati anni… Sono cresciuto… Non sono più il moccioso di una volta… Forse… Forse si ricorda….Un artista non si lascia prendere dalle emozioni altrui. Non si fece impregnare dall’odio. Lui era solo un artista. Colui che esprime quello le cronache riportano. Non giudicava. Non dava giudizi.
Non importa se sono colpevoli…Vide quindi che ripresero il cammino verso la magione. Era comunque distante dalla scena e cercò di ergersi il più possibile per vedere, ma soprattuto per farsi notare dagli occhi di Fuyuki.
Se mai lo Hyuga, prima di entrare, avesse anche solo indirizzato il proprio sguardo a quel cretino che si ergeva da dietro la folla sopra un bidone con un rotolo in mano, Raion avrebbe fatto un semplice gesto di mano. Timido. E non esagerato come suo solito.
Di fronte a Fuyuki si sentiva come di fronte al suo mentore… Keiichi….
Se cosi non fosse stato. Raion sarebbe rimasto la teso a guardare il susseguirsi di eventi sperando in un incrocio di sguardi.