Classe #39 - La ricerca del fallimento, Per Kaito Yuki

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view post Posted on 10/2/2017, 14:44     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Era una giornata come le altre nel Villaggio della Nebbia tranne per quei poveri ragazzini che erano stati finalmente selezionati per svolgere il loro esame genin. Non era una novità arrivati ad un certo livello accademico, ricevere quella fantomatica lettera a casa. Molti famigliari erano entusiasti che anche i più piccoli avessero raggiunto una sorta di maturazione del loro percorso, altri più malfidenti temevano per l’uso sconsiderato che avrebbe tratto Kiri da quelle acerbe creature, ed altri ancora non provarono assolutamente nulla da quella data notizia se non idifferenza. Rimaneva il fatto che ognuno di quegli studenti avrebbe dato il massimo per ottenere ciò che più agognava. Gli anni erano trascorsi sotto immense fatiche e noia, soprattutto per certi insegnamenti. Così il ritrovo per eccellenza delle nuove leve era pieno come ogni mattina, ed il flusso di gente sembrava non voler terminare. C’era chi avrebbe affrontato la sua solita quotidianità tra i libri, e chi non vedeva l’ora di abbandonare proprio questi per dedicarsi a prove più concrete per mettere in mostra le sue vere capacità da ninja. Nella classe trentanove dell’accademia intanto due loschi individui attendevano trepidanti che tutti i presenti facessero il loro ingresso nell’aula. Dopotutto i partecipanti non sarebbero stati più di una decina vista la ferrea selezione del Mizukage, meticoloso nello studio di ogni scheda stilata dai sensei. Chissà quanti altri avrebbero ricevuto una selezione naturale durante la loro prova?

Benvenuto al tuo esame genin... siamo di nuovo insieme per un nuovo masteraggio!! Scusa il primo post scarno ma diciamo che è d'introduzione e serve più a te che a me per far conoscere bene il tuo caro Kaito. Le regole sono sempre le stesse ma per prassi le riporterò comunque.

1) Non voglio azioni auto conclusive, se fai una cosa del genere l'azione sarà automaticamente fallita, quindi quando TENTI di mettere in atto una tecnica, deciderò io se va a buon fine oppure no.

2) Anche se non useremo calcoli voglio che metti le tecniche sotto QUOTE esempio:

CITAZIONE

<ninjutsu elementale a lungo raggio> - Fuuton: Folata di Vento - [Chk: 40][Int: +70] "Tecnica base nella manipolazione dell'aria: il ninja lancia una serie di raffiche di vento affilate come lame all'avversario, ferendolo superficialmente. La ferita da taglio provocata non può superare il 4° grado."


3) Non modificate il post di tua iniziativa. Se c'e qualcosa che non va te lo dico io e potrai modificare solo con il mio consenso. Se trovo messaggi modificati senza il mio permesso saranno punti in meno per l'esperienza finale.

4) Se devi comunicare qualcosa in gdr off mettetelo sotto slash o come faccio io, in spoiler.

5) Se hai dubbi o quant'altro MP.

Le due figure che ti aspettano in classe dietro alla scrivania, in piedi sono quelle di un normale sensei d'accademia [x] e un tipo bizzarro: indossa un camice bianco, un cappuccio attillato che esce da sotto l'indumento gli avvolge l'intera testa e tiene degli occhialini scuri stile nuotatore che nascondono lo sguardo.



Edited by Karen91 - 13/2/2017, 23:03
 
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view post Posted on 11/2/2017, 00:18     +1   -1




CITAZIONE
*Narrato*
(Pensato)
-Parlato-

*Finalmente era l'alba a casa Yuki e sul tutto il villaggio. Era giunto il grande giorno per il nipotino dei padroni di casa. La sveglia interruppe quel silenzio che echeggiava nella stanza, e il vociare della gente era diventato quasi insopportabile. I raggi solari si facevano spazio tra le pesanti tende gialle, che coprivano le grandi finestre, squarciando ogni angolo di buio.
Gli occhi del giovane Kaito erano già belli che aperti, non aveva chiuso occhio pensando alla grande prova che avrebbe affrontato. Doveva essere promosso, doveva farlo per i suoi genitori, voleva diventare un motivo di orgoglio, e non solo per loro. Sapeva che la sua vita sarebbe cambiata, ma era ben disposto ad accettare l'incarico.
La porta, semiaperta, lasciava passare un profumino niente male. In un attimo il giovane era già in piedi, già tutto preparato e profumato, pronto per affrontare e accogliere la sfida. Il tempo di fare colazione con qualche merendina e una bella tazza di latte freddo, un toccasana contro quel calore, e subito scappò dalla porta salutando i nonni. Era super eccitato.

Nonostante abitasse in periferia, quel giorno la strada era piena di gente, tutti correvano da una parte all'altra, tutti erano in subbuglio e in gran fermezza. Tutti erano allegri, tutti che cercavano di vendere più merce possibile. Il sole non faceva altro che aumentare tutta quella gioia.
Faceva caldo, fin troppo. Una brezza, seppur leggera, sarebbe stata di gradimento. Neanche una nuvola era presente, tutto era stato cancellato da quella palla infuocata, che regnava incontrastata. Situazione un po' insolita per il villaggio.

Incamminandosi a passo lento, ma deciso, continuava a pensare e ripensare, a ripetere tutto quello che aveva assimilato nel corso dei quattro anni, tutto ciò che i maestri erano riusciti a trasmettergli. Non doveva fallire.
Dopo quasi mezz'ora di lunga camminata, cominciava ad intravedersi quella struttura immensa, che lo stava attendendo. Era anche in ritardo, a causa della calca che si era formata, già alle prime ore del mattino.

Su di una bacheca di legno chiaro erano appesi dei fogli con alcuni nomi, tra cui anche il suo. Era stato assegnato alla classe 39, chissà chi sarebbe stato il supervisore della sua prova.
Di corsa verso l'aula, pronto per giustificare il ritardo, ma la stanza era vuota. Le finestre erano aperte, permettendo al sole di illuminare ogni angolo.*

(Dove diavolo sono finito?)

*Effettivamente un'occhiata più approfondita fece notare allo Yuki che aveva totalmente sbagliato aula, doveva salire ancora di un piano. La distrazione era causa della foga e della tensione che il ragazzo stava provando, e di corsa subito si diresse verso le scale per salire al terzo piano. Giunto dinanzi alla porta non poteva far a meno di notare alcuni dei suoi amici, anche loro erano lì per sostenere l'esame, però non erano tutti, solo una decina più o meno.*

(E tutti gli altri che fine hanno fatto?)

*Poco male, non tutti forse erano pronti a sostenere la prova che avrebbe cambiato la loro vita, in pochi erano stati scelti e ciò poteva gia riempire d'orgoglio Kaito, il quale però non poteva fermarsi a quell'unica soddisfazione, doveva necessariamente conquistare il copricapo, doveva diventare shinobi.
All'interno della stanza vi erano due uomini. Il primo era il sensei, il solito, capello biondo, copricapo bello vistoso sulla fronte e il solito sguardo da stronzo, alla sua destra invece un uomo che Kaito non aveva mai visto all'accademia, indossava un camice bianco come quello dei medici, il capo era coperto dal cappuccio e indossava degli strani occhiali scuri che non facevano trapelare nulla. Chi era quell'uomo?*

-Kaito Yuki a rapporto, sensei!-

*Esclamò il ragazzo.*

 
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view post Posted on 13/2/2017, 23:39     +1   -1
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Il silenzio troneggiava nell’aula finché non fece il suo ingresso un ragazzino che macchiò con la sua presentazione la pace del posto. Il sensei nemmeno si degnò di rispondere ma con un gesto frettoloso della mano invitò lo studente a prendere posto tra i banchi. Lo spazio a disposizione era molto, data la presenza di pochi eletti ed ognuno degli esaminandi avrebbe potuto sistemarsi dove più gli sarebbe aggradato. Il ticchettio dell’orologio appeso al muro infondeva più ansia di quanta ne avessero avuta quelle povere vittime nei giorni antecedenti. Erano tutti o stavano aspettando qualcuno? Non appena la lancetta dei secondi raggiunse il versante più in alto del quadrante andando a segnare le otto in punto, la porta si chiuse come animata di vita propria con uno scatto secco.

- Insomma benvenuti nella mia classe - disse prendendo parola il biondo, superbo - Davanti ai vostri occhi c’è il foglio della prova. Se vi state chiedendo dove effettivamente sia, basta che tocchiate l’estremità superiore del banco e la copertura salterà da sola.

Il primo a commettere il gesto fu uno tizio dei primi banchi che spezzò il trucco, facendo innalzare una piccola nuvoletta di fumo. In foglio completamente bianco era girato come a nascondere le domande del test. Non fece in tempo a completare il discorso che il più audace azzardò una mossa troppo avventata.

- Ti ho detto che potevi leggerlo? - domandò stizzito il docente - Non mi occorre gente disubbidiente, non a Kiri.

Un battito di ciglia e lo sfortunato dodicenne si trovò ad essere trascinato come da una corrente fuori dalla porta. Nonostante tentasse con tutte le forze di tenersi aggrappato al banco quella folata di vento individuale, gli fece perdere il contatto immediato con la superficie lignea. Che diavolo stava succedendo lì? Poteva volerci veramente così poco per essere eliminati dalla prova?

- Comunque stavamo dicendo... odio le interruzioni - disse in un bisbiglio solo per se stesso, ma che udirono tutti - Avrete mezz’ora di tempo per consegnarmi la prova a partire dalle otto.

L’occhio azzurro come il mare andò a soffermarsi proprio sullo strumento che calibrava il tempo. Un mezzo sorriso increspò le sue labbra quando si accorse di quel piccolo dettaglio.

- E ringraziate il vostro compagno se avete già perso tre minuti, diciassette secondi e quattro decimi di secondo - commentò con una naturalezza disarmante - Ora potete girate i fogli.

Descrivi a tuo piacimento la prova. Conta che teoricamente dovrebbe essere di un'ora ma il sensei sta facendo di tutto per far fuori più candidati possibili. Puoi inserire effettivamente domande e risposte oppure semplicemente ruolare una cosa generale. Fermati che consegni la prova.

 
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view post Posted on 14/2/2017, 15:08     +1   -1




CITAZIONE
*Narrato*
(Pensato)
-Parlato-

*Il silenzio nella stanza era stato interrotto dalle parole del giovane Yuki. Tutti cominciarono a fissarlo e subito divenne rosso dall'imbarazzo, aveva fatto forse una figuraccia? Eppure voleva essere solo educato, ma forse in un momento di così tanta tensione risultava un po' innoportuno. Il sensei, con lo sguardo severo, gli stava indicando di accomodarsi in uno dei banchi.
L'aula era veramente quasi vuota e tutto ciò si notava ancor più quando tutti i ragazzi erano seduti. Quell'aula che durante le lezioni era colma di gente tanto da stare quasi appiccicati l'uno all'altro, in quel caso vi era così tanto spazio a disposizione, tanto che ognuno si poteva sedere ovunque, avanti o dietro non faceva differenza, copiare sarebbe stato comunque difficile, visti anche gli occhi attenti del sensei.*


(Bene mi metterò al centro, se non altro non do troppo nell'occhio...)

*Il sensei stava cominciando a spiegare le modalità dell'esame, il foglio era lì accanto a loro, bastava toccare l'estremità superiore del banco e puf doveva presentarsi dal nulla e così fu. Uno dei ragazzi al primo banco subito seguì le istruzioni del sensei e di fatto un foglio di carta era apparso sul banco, preceduto da una nuvoletta di fumo.*

(Tocca a me...)

*E senza perdere tempo anche Kaito fece quanto chiesto dal sensei, d'incanto apparve il foglio bianco capovolto, infatti le domande del test erano ancora nascoste. Stava finalmente per cominciare la prova, quella che doveva necessariamene superare per rendere i suoi genitori fieri di lui. La tensione cominciava a farsi sentire e il peso del fallimento iniziava a diventare più insistente sulle spalle. La paura di non farcela lo stava assalendo, iniziava a divorargli il cervello e quel ragazzo spavaldo entrato in classe stava cominciando a tremare, a temere il fallimento. A rendere le cose più difficili ci si mise anche il ticchiettio dell'orologio appeso poco più in alto dalla lavagna alle spalle del sensei. Non poteva fallire e non poteva perdere altro tempo, così afferrò il foglio dall'angolo come per voltarlo, ma subito la voce del sensei si diffuse per tutta la stanza.*

(Perfetto non abbiamo ancora cominciato e già mi manda a casa...)

*Pensava che quelle parole fossero rivolte a lui, ma una strana folata di vento entrò dalla finestra colpendo in pieno un altro ragazzo e cacciandolo fuori dall'aula nonostante i suoi tentativi vani di scusarsi e mantenersi aggrappato al banco. In un battito di ciglia erano diventati nove.*

(Che culo...)

*L'esame poteva finalmente cominciare con già tre minuti di ritardo, mancavano meno di 27 minuti al termine. Subito Kaito afferrò il foglio e lo voltò cominciando a leggere tutte le domande, mentre nella sua mente iniziava gia a pensare alle possibili soluzioni. Vi erano cinque domande.*

(1 - Elencare i chakra elementali in una catena, dove a sinistra va l'elemento contro cui è debole e a destra quello contro cui è forte. Beh questa è facile : Katon-Suiton-Doton-Raiton-Fuuton-Katon. Perfetto la prima è fatta e mancano 25 minuti, avanti con le altre.)

*Il tempo scorreva velocemente, ma Kaito era concentrato sul suo foglio, la stanza era silenziosa, si udiva solo il rumore delle matite che scorrevano sulle carte. Finalmente la tensione lo stava lasciando, era libero da tutto e cominciava a pensare che forse quella prova si poteva superare tranquillamente, si sentiva sicuro di se'. A pochi minuti dalla fine aveva completato le cinque domande e dopo una rilettura si alzò per consegnare il foglio.*

-Sensei ho terminato.-




Bene prima di tutto mi volevo scusare in quanto non ho salutato nel primo post, ma l'ho pubblicato in fretta, volevo ringraziarti per aver accettato di farmi da master xD. Per le domande ho fatto solo la prima, sulle altre non mi veniva nulla in mente, spero di aver fatto bene.
 
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view post Posted on 18/2/2017, 12:18     +1   -1
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Il tempo scorreva e con questo diminuiva la possibilità dei più titubanti di poter rispondere a tutte le domande. Il sensei si mise pazientemente seduto dietro alla cattedra ma sembrava tutto tranne che tranquillo, anzi tamburellava le dita sulla superficie del tavolo come se non riuscisse a mascherare la sua irrequietezza. Che non vedesse l’ora di partire con la prova pratica? Ogni tanto scambiava qualche parola con l’uomo misterioso che lo affiancava, rimasto immobile nella stessa posizione dall’inizio della sessione d’esame. Quale segreto nascondeva la sua presenza nell’aula? Domande che quei poveri ragazzini avrebbero avuto solo al termine del test scritto. Il docente che non aveva avuto nemmeno la buona educazione di presentarsi, lanciò nuovamente uno sguardo al quadrante: mancavano ancora cinque minuti. Non riuscì a trattenere uno sbuffo e quasi spazientito si mise a giocare con un filo scucito della sua divisa. Un altro sguardo e notò che adesso le lancette segnavano le 8:27.

- Ok, basta ragazzi... consegnatemi le prove - disse strafottente mostrando completamente la sua slealtà.

Solo tre persone avevano avuto la buona sorte di aver già terminato il loro compito, consegnandolo prima del tempo ed uno di questi era Kaito. Un leggero vociare o meglio borbottio si era alzato tra i banchi. Gli studenti erano ansiosi ma anche innervositi da quel comportamento irriverente dell’esaminatore. Al contrario chi aveva il potere di fare tutto quello che voleva, se ne stava tranquillo con lo sguardo strafottente in attesa che tutti i fogli fossero depositati sopra la scrivania. Finalmente la parte più noiosa stava per terminare. Ci mise si e no pochi minuti a scorrere quei fogli di carta, facendo brutti segni rossi dove occorreva. Non aveva la benché minima intenzione di spiegare a chi aveva sbagliato dove fosse l’errore... se lo sarebbero andati a cercare da soli e la prossima volta forse sarebbe andata meglio. Infondo la forza di volontà era importante per un ninja e anche se indiretto, quello era un insegnamento a cui il supervisore teneva.

- Bene... abbiamo cinque fortunati quest’oggi - disse entusiasta sottolineando quanto tutto ciò fosse un gioco per lui - Il resto può benissimo abbandonare l’aula.

Soffiò sui fogli impilati come si soffia sulle candeline di una torta di compleanno e questi tornarono ognuno al proprio proprietario. I dodicenni erano irrequieti, indispettiti ma soprattutto ansiosi sulla loro sorte. Qualcuno faticò a guardare il voto, altri sudavano freddo. Alle spalle del moro una voce femminile scoppiò a piangere e con uno scatto scappò persino dalla stanza. Davanti a lui un compagno sbatté i pugni sul banco ma con orgoglio si alzò e dileguò sulla scia dell’altra aspirante ninja. Piano, piano la classe si decimò e come aveva annunciato il biondo rimasero in cinque. Stranamente colui che aveva indetto la prova rimase calmo, osservando con curiosità i comportamenti di chi non ce l’aveva fatta. Non poteva dirsi che non era un tipo sadico.

- Perfetto... adesso che abbiamo qui gli eletti, possiamo proseguire con la vera prova - continuò lo shinobi - Visto che siete degni mi presenterò: mi chiamo Masanori Sato e questo qui affianco a me è un collega del gruppo di ricerca del villaggio. Bene come cominciare le spiegazioni... l’esame di questa sessione sarà un po’ particolare.

Fece una pausa come per dare tempo al gruppo di assimilare quelle poche informazioni.

- Il nostro silenzioso amico è uno stratega che sta studiando e strutturando con il suo team, la prova per il prossimo esame chunin che si terrà a Kiri. E adesso vi chiederete... voi cosa c’entrate? Semplice! Voi siete le cavie - concluse con un sorriso compiaciuto - Non preoccupatevi la difficoltà è stata leggermente appianata. Se non ci sono domande... possiamo cominciare.

Non attese minimamente che qualcuno potesse effettivamente fargli delle domande a riguardo. Il sonno coinvolse tutti i presenti e la vista divenne offuscata, finché non cedettero tutti alle avance di Morfeo.

8:45

Non seppero per quanto dormirono ma si svegliarono più o meno tutti all’unisono. Kaito avvertì delle voci confuse e familiari molto vicino a lui e quando riuscì a spalancare gli occhi si accorse quanto realmente fosse vicino alla fonte. Si trovava perfettamente al centro di una stanza, legato ad una colonna circolare con un diametro piuttosto esiguo. Alla sua destra e sinistra rispettivamente c’erano gli altri coetanei e così via tutt’intorno al cilindro, che si estendeva fino al soffitto. I polsi dolevano, avvinghiati da uno strano filo più resistente del nylon e che segavano la pelle, facendo fuoriuscire dei leggeri rivoli di sangue. Alcuni erano legati al braccio, altri al collo; in ogni caso ad ognuno di loro era concesso muoversi grazie ad un filo scorrevole, ma più questo si allungava in una direzione, più si accorciava in un’altra. In pratica, era impossibile che tutti e cinque raggiungessero le pareti contemporaneamente. Il rossiccio di fianco a lui provò ad usare il chakra ma sembrò quasi inutile... come se quella stanza risucchiasse completamente le loro energie. Dove diavolo si trovavano? Sembrava una semplice stanza spoglia e malandata ma qualche elemento dava suggerimenti alle giovani vittime. Rispettivamente degli armadietti erano attaccati al muro, cinque come il numero dei presenti e si trovavano ognuno parallelo alla persona a quattro metri e mezzo di distanza. Di fronte ad uno degli studenti si vedeva l’unica via d’uscita che conduceva ad un corridoio ed al fianco di questa una frase, scritta con il sangue.

Se da questa stanza si vuole fuggire
un po’ di dolore si dovrà subire.
Se la missione è veramente importate
la connessione sarà rilevante

- Che diavolo significa tutto questo? - si interrogò allarmato il compagno che aveva letto ad alta voce la frase, la stessa che Kaito non poteva vedere.

Bene ce l'ho fatta!! Allora il test è andato bene... sei passato con un bel 9 ma tanto non avevo dubbi. Spero che il post sia chiaro ma se ci fossero perplessità non farti problemi a scrivermi. Se oggi posti domani farò di tutto per mantenere la promessa e ripostare. ^-^

 
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view post Posted on 23/2/2017, 14:27     +1   -1




CITAZIONE
*Narrato*
(Pensato)
-Parlato-

*Consegnata la prova Kaito tornò al suo posto pensando e ripensando alle risposte che aveva dato, erano tutte corrette o almeno così credeva, ma soprattutto sperava. Non passò molto tempo e finalmente la lancetta dei minuti si fermò sulla mezza, era giunto il momento per tutti. Alcuni cominciarono a lamentarsi per il poco tempo a disposizione, ma alla fine un ninja che si rispetti deve sapersi adattare a qualsiasi situazione. Uno per volta cominciarono a consegnare i fogli, impilandoli in maniera ordinata sulla cattedra, alcuni tremavano, altri sembravano più rilassati e poi c'erano alcuni che si erano quasi rassegnati, forse sapevano già di aver commesso errori.
Dopo che tutti fossero tornati al proprio posto, il sensei cominciò a leggere i compiti di ognuno e con una penna rossa si divertiva a fare dei segni immensi sulle risposte dei ragazzi. Non ci volle molto, ma quegli attimi sembravano interminabili per ognuno di loro. Il ticchettio nervoso di alcuni echeggiava nella stanza vuota, ad accompagnare il tutto vi era il ticchettio della lancetta dei secondi. Le speranze di tutti i ragazzi risiedevano in quel sensei, in quella maledetta penna rossa che continuava a macchiare tutti quei fogli immacolati. Ciò che Kaito stava provando in quel momento era mille volte peggio di ciò che aveva provato prima della prova, la tensione era troppa, cercava di farlo impazzire fino ad ucciderlo dentro. Non desiderava altro che ricevere il suo foglio corretto.
Dopo pochi minuti finalmente l’attesa finì. I compiti erano già stati tutti corretti e come già anticipò il sensei solo in cinque lo avevano passato. In un batter d’occhio, soffiò sui fogli ed essi giunsero dinanzi ai dodicenni mostrando loro il risultato del test. Alcuni esultarono mentre atri cominciarono a piangere, ma Kaito no.*


-SIIIIIIIIIIII, MA VIENIIIIIIIIIIIIIIII-

* I suoi occhi si illuminarono, le palpebre si ingigantirono mostrando interamente gli occhi azzurri. Il suo compito aveva tanti di quei segni rossi che neanche lui si aspettava, ma in alto c’era un "AMMESSO". Cominciò ad esultare ed urlare come un pazzo, finalmente la prima prova era terminata e l’aveva superata, ora bisognava concentrarsi per la prova pratica, non era ancora un ninja del villaggio.
Non passarono nemmeno tanti minuti che subito il sensei si alzò e col suo vocione ruppe il chiasso in stanza. Si presentò e cominciò a spiegare come doveva articolarsi la prova. L’uomo occhialuto accanto a lui era uno stratega del villaggio occupato a programmare il torneo Chunin che si doveva tenere da lì a poco nel villaggio di Kiri.*


(E’ uno importante allora… Si ma con noi cosa c’entra?)

*Presto detto. La sua domanda aveva già ricevuto risposta. Loro erano le cavie, ma cavie di cosa?*

(Impossibile. Non siamo nemmeno ninja che subito ci mettono alla prova per un chunin? Vorranno farci secchi?)

*L’espressione di tutti, non solo di Kaito, era perplessa, tutti cominciarono a temere quell’esame. Come potevano loro, neanche genin, sostenere l’esame da Chunin? Le facce felici dei cinque subito sparirono dal volto e al loro posta ora vi era la paura. Nel vedere quelle facce il sensei accennò un mezzo sorrisetto e calmò di poco la situazione accennando qualcosa sulla difficoltà. Non fecero nemmeno in tempo a chiedere spiegazioni che come per incanto tutti si addormentarono.*

(Cosa è questa strana sensazione? Cosa mi sta succedendo?)

*La forza cominciò a venire meno e gli occhi cominciarono a chiudersi facendogli annebbiare la vista. Un grande senso di stanchezza lo avvinghiò e lo trascinò nel sonno più profondo.

Quando finalmente Kaito riprese conoscenza capì subito che qualcosa di strano era successo. Non si trovava più nell’aula dove aveva svolto il test scritto, ma in una nuova stanza completamente buia, ma soprattutto era bloccato ad una colonna che si estendeva in altezza.*


-Dove diavolo sono finito?-

*In quel momento capì che non era solo, ma accanto a se’ aveva gli altri quattro ragazzi, anch’essi legati a cerchio attorno alla colonna, erano tutti nella stessa identica situazione. A bloccarli vi era un filo, sembrava un normalissimo nylon, ma quando uno dei ragazzi cercava di liberarsi il filo di un altro si accorciava, stringendo sempre più sul punto in cui era posto. Alcuni erano addirittura bloccati al collo e un movimento troppo forzato probabilmente avrebbe segnato la sua fine. Di fronte ad ognuno dei cinque vi era una specie di armadietto, posta ad una distanza tale che avvicinarsi sarebbe stato difficile con il semplice utilizzo delle mani, dovevano trovare una soluzione e anche in fretta, visto che comunque quella stanza non prometteva nulla di buono.
Uno dei ragazzi, quello posto esattamente dal lato opposto di Kaito urlò qualcosa, effettivamente vi era una scritta sul suo armadietto, una scritta fatta col sangue. Che si trattasse seriamente di una prova da chunin? Dovevano impegnarsi, focalizzare l’obiettivo, stare calmi, non farsi prendere da qualsiasi tipo di agitazione e cercare di risolvere il rebus, intanto quel filo continuava a farsi sempre più stretto man mano che gli altri ragazzi si muovevano, non curanti della situazione. Più si stringeva più esso penetrava nelle carni, tagliuzzando le pelli e facendo fuoriuscire delle gocce di sangue.*


(Cosa diavolo vuol dire? Pensa Kaito… dai… daiiii….)

*Era uno prova per l’esame chunin, doveva impegnarsi…*

(CI SONOOOO!!!!!)

*Una mezza idea si stava facendo largo tra i suoi mille pensieri.*

-Ragazzi state calmi, più ci agitiamo e peggio sarà… è semplice, dobbiamo raggiungere gli armadi e probbilmente dentro troveremo qualcosa che possa aiutarci, ma per farlo dobbiamo aggirare l’ostacolo del filo, dobbiamo collaborare. Se cerchiamo di arrivarci tutti insieme, nessuno di noi si muoverà abbastanza, ma soprattutto il filo ci farà ancor più del male. Dobbiamo cercare di avvicinarci uno per volta all’armadietto e mentre uno si avvicina, gli altri devono cercare di restare immobili e soprattutto il più vicini possibile alla colonna. Tu che hai letto la frase, sarai il primo ad avvicinarti, forse nella tua potrebbe esserci qualcosa di interessante e successivamente lo farà il ragazzo alla tua destra, procederemo in senso orario, fino ad aprire tutti gli armadi. Se qualcuno ha altre soluzioni si facesse avanti, altrimenti procediamo in questo modo.-




Spero di aver capito bene
 
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view post Posted on 1/3/2017, 11:30     +1   -1
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8:50

Ci furono lunghi momenti di agitazione tra i presenti: sospiri pesanti, movimenti bruschi nella disperazione di allontanare almeno per un attimo quel filo dalla propria pelle, il cuore accelerava ed uno strano rumore fece schizzare gli occhi di quasi tutti i presenti verso quella che sembrava l’uscita. Un pezzo di muro era sceso dal soffitto come e voler ostacolare il tragitto. Da cosa era dovuto? Dallo scorrere del tempo? Il lettore che aveva reso partecipi i “giocatori” della frase sul muro iniziò a trepidare, sembrava quasi sull’orlo di una crisi di panico. Nemmeno ascoltò per un istante il ragionamento sensato che aveva fatto Kaito. Eppure la frase al muro era stata chiara, avrebbero dovuto rimanere uniti; anche un bambino ci sarebbe arrivato. Koin Tominaga era stato sempre un tipo piuttosto impulsivo anche in accademia ma mai nessuno l’aveva visto in quello stato. Che nascondesse un segreto? Ad un medico sarebbe bastata un’occhiata per dare una diagnosi del paziente ma non tutti potevano conoscere i sintomi della claustrofobia, quando non si sa cosa sia. Si alzò di scatto lo studente, proseguendo a passo un po’ troppo veloce verso quello che doveva essere il loro primo armadietto. Tutti sentirono il filo scivolare e stringere la carne come fossero degli animali legati. La studentessa, al fianco del ragazzo con i capelli cobalto, un po’ sofferente lanciò un’occhiata al suo vicino del lato opposto e solo in quel frangente notò che aveva qualcosa che non andava. Pensava che si fossero svegliati tutti ed invece il coetaneo rimaneva immobile, inerme con la fronte abbassata privo di coscienza.

- Ehi, Shuncho svegliati. Tutto bene? - domandò preoccupata la dodicenne dagli occhi dello stesso colore del mare in tempesta.

Quello che successe di lì in un lasso di tempo impercettibile sconvolse tutti i presenti. Koin proseguì sicuro verso la sua meta, ormai motivato ad uscire da quel posto il prima possibile nonostante le ferite taglienti che si facevano largo sulla sua pelle candida, quando qualcosa cambiò. Un rumore di taglio netto e una doccia di sangue investì tutti, anche chi rimaneva protetto dalla colonna poté vedere gli schizzi di sangue sul suolo. La kunoichi con la mano ancora poggiata sulla spalla del compagno fu ricoperta completamente di sangue, mentre vide la testa di quest’ultimo rotolare per terra, ed il corpo scivolare inerme. Un urlo riempì la stanza e l’esaminando in piedi rimane immobile con la maniglia sull’armadietto, completamente sconvolto. Il filo non era abbastanza lungo? Erano rimasti in quattro ora? Il filo adesso scorreva meglio ma come si faceva a pensare ad una cosa come quella in un momento simile? La fanciulla tremante provò a tirare il filo nella disperata speranza che quella fosse tutta una genjutsu come le avevano insegnato all’accademia ma anche se si feriva, non succedeva assolutamente nulla. Lo sguardo era vuoto verso quello che rimaneva del suo conoscente ed i sensi all’improvviso l’abbandonarono. Intanto il muro sopra la porta si mosse di nuovo andando a ristringere lo spazio per la via di fuga. Le cose si facevano sempre più complicate e di persone sane e concentrate erano rimasti solo in due: Kaito e colui che lo affiancava. Non aveva mai parlato fino a quel momento ma piuttosto aveva preferito osservare silenziosamente com’era strutturato il posto, sembrava quasi voler mascherare la sua preoccupazione sull’andamento della prova.

- Ti dai una mossa Koin? Vorrei andarmene anche io da qui... poi siamo rimasti in tre e dobbiamo occuparci anche di quei due - disse all’improvviso il rossiccio facendo sobbalzare il dodicenne in piedi, completamente impietrito.

- Yuji, giusto? E se fosse una trappola? - domandò con titubanza l’altro, ancora tremante e senza riuscire a distogliere lo sguardo dal cadavere.

- Allora rimaniamo qui a marcire - commentò sbuffando di rimando l’altro.

Si spostò di lato e con un gesto secco aprì l’obiettivo: vuoto. Nell’armadietto non c’era assolutamente nulla. Rimase piuttosto perplesso ma visto che il filo iniziava a dargli parecchio dolore alle gambe, tornò alla sua postazione per far respirare un po’ anche gli altri sofferenti per il cavo in tensione. La pace non durò molto perché il vicino di Kaito stuzzicò di nuovo il ragazzino.

- Guarda che devi occuparti anche di quello del tizio morto... sei tu quello più vicino - continuò ad animare il gruppo.

L’altro dal canto suo non rispose ma gli lanciò un’occhiataccia, già non lo sopportava più. Come faceva a rimanere così calmo e tranquillo con quello che stava succedendo? Rispondergli non avrebbe portato nessun beneficio perché effettivamente quello più vicino all’altro armadietto era proprio lui. Prese di nuovo un luogo respiro e proseguì obliquamente. Questa volta la distanza era maggiore e il dolore fu avvertito più forte da tutti i partecipanti di quell’inquietante gioco. Era come sentire un corpo estraneo entrare lentamente, passo dopo passo nella propria carne. Un dolore lento, sofferto e che distruggeva le prime cellule dell’epidermide. Il muro fece un altro scatto raggiungendo buona parte del percorso, altri due scatti e si sarebbe chiuso definitivamente. Dopo aver attraversato il sangue denso del conoscente ed aver rischiato di vomitare, Koin arrivò a fare anche quel secondo passo. Anche l’armadietto di Shuncho era vuoto. Intanto la bella aspirante genin non sembrava in procinto di volersi svegliare e quindi il prossimo passo sarebbe toccato al protagonista di questa storia. Ce l’avrebbe fatta?

Allora l’armadietto della ragazza è vuoto se lo apri. Se dopo provi a raggiungere il tuo succede una cosa strana a pochi passi da questo. I fili iniziano a tirarsi improvvisamente solo sul tuo PG e rischi di soffocare con il cappio sul collo. Descrivi come senti la vita scivolare via ma non far svenire Kaito.

Scusa il tempo che ci ho messo... la febbre è scesaaaaa grazie alla Tachipirina. Ho alcune ore di autonomia.



Edited by Karen91 - 3/3/2017, 10:41
 
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Slayde
view post Posted on 2/3/2017, 23:29     +1   -1




CITAZIONE
*Narrato*
(Pensato)
-Parlato-

*L'idea di Kaito sembrava la più corretta, forse aveva capito come uscire da quella orribile situazione? Ciò lo rendeva orgoglioso, fin troppo. La semplice convinzione di aver risolto un rebus da chunin lo faceva esaltare troppo e la sua espressione in volto non faceva altro che dimostrare la tesi. Nonostante cercasse di mantenere lo sguardo serio, le sue labbra non riuscivano a trattenere il ghigno, poco male nessuno se ne sarebbe accorto. Nel frattempo però un rumore sordo colse la sua attenzione, e gli occhi non poterono far a meno di notare che il soffitto di quell'enorme stanza iniziava ad abbassarsi, chiudendo l'unica porta che poteva portarli all'esterno, come se qualcuno volesse bloccarli lì per sempre.*

-Non vorrei mettervi ansia addosso, ma dobbiamo fare velocemente altrimenti siamo spacciati-

*Era pur sempre un esame genin, chi stava manovrando i fili di quella trappola sicuramente non avrebbe mai permesso a qualcuno di rimanere lì intrappolati per sempre, era una semplice prova da superare e questo riusciva a mantenerlo calmo, nel bene o nel male sarebbro comunque usciti vivi da lì, ma il suo obiettivo era quello di uscire con il coprifronte del villaggio.
Il primo dei cinque cominciò a fare i primi passi, cercando di raggiungere il suo armadietto per celare una volta per tutte cosa nascondesse. Ad ogni passo però, ognuno di loro soffriva, quel maledetto filo si faceva sempre più spazio nelle carni, tagliuzzandole e penetrandole, impregnandosi del sangue fresco dei giovani.
Una voce però interruppe quelle sofferenze per un solo secondo.*


-Che succe-

*Kaito non fece nemmeno in tempo a concludere la frase che un rumore lo interruppe. Un rumore strano seguito da un urlo. Alla sua sinistra potè benissimo osservare una sorta di esplosione di sangue, macchiando tutta la stanza. Cosa diavolo era successo? La mente del giovane cominciò a fargli bruttissimi scherzi. Il filo si era stretto fin troppo recidendo la gola di uno dei ragazzi per poi tagliare di netto tutta la testa. La testa rotolò per terra giungendo vicina ai ragazzi che si trovavano dal lato opposto della colonna, anche loro ormai erano a conoscenza di ciò che era successo. Quel che ne restava del corpo, cadde a terra inerme, in un tonfo che echeggiò nell'intera stanza. Gli occhi dei quattro giovani stavano vedevdo qualcosa che nessuno mai si sarebbe aspettato.*

(Cosa diavolo ho combinato? è colpa mia? è tutta colpa mia)

*Nessuno riusciva ancora a crederci, forse era una tecnica illusoria, ma i tentatiti della ragazza di spezzare l'incantesimo risultarono tutti vani. Non stavano sognando, era la pura realtà. Gli occhi di Kaito rimasero spalancati per alcuni minuti, senza battere le ciglia. Era sconvolto, la sua prepotenza aveva combinato quel macello, e non poteva far a meno di pensare ciò che aveva combinato. Un altro rumore si fece forte nella stanza, un altro tonfo, che qualchun altro era rimasto vittima? Fortunatamente no. La ragazza si era accasciata al suolo priva di sensi. Nuovamente il silenzio cadde nella stanza, i secondi passavano e nessuno si decideva a fare qualcosa, tutti erano rimasti scioccati.*

(Cosa sta succedendo qui? Non può essere tutto reale, deve esserci per forza qualcosa sotto, si ma... se non fosse così, se fosse morto sul serio? Chi lo comunicherà ai suoi genitori?)

*Arompere nuovamente il silenzio fu nuovamente il soffitto che riprese a scendere velocemente, il tempo stringeva e i ragazzi dovevano darsi una mossa. Il primo a parlare fu il ragazzo subito dopo Kaito, Yuji. Le parole di quel ragazzo fecero rimettere in moto il cervello di Kaito, allontanarono i brutti pensieri e cominciò a riflettere nuovamente sul da farsi,*


-Ha ragione... andiamo avanti, prima usciamo di quì e prima saremo salvi da tutto questo... uno di noi ormai è andato, ma non possiamo restare fermi ad attendere la sua stessa fine... d'altro canto ora abbiamo più filo a disposiione.-

*Nonostante tutto il macello che era successo Kaito era ritornato ad essere il ragazzo determinato quale era, voleva aottenere a tutti i costi la sua ricompensa, ma soprattutto non poteva affrontare nuovamente una prova di quel tipo, comunque sia la vita del ninja non è mica tanto più facile, ci sono sempre dei morti.
Come se non bastasse a rovinare i piani dei ragazzi ci si mise anche la sfortuna. Aperto il primo armadietto la sorpresa fu grande nel non trovare nulla, ma forse c'era da aspettarselo, uno solo di loro poteva contenere qualcosa di interessante. Toccava quindi a Shuncho, ma ahimè non era più con loro, e quindi toccava nuovamente a Koin, solo che la distanza era aumentata, seppure di poco, ma sicuramente avrebbero avvertito ancor più dolore... Ovviamente la fortuna non fu dalla loro parte, anche il secondo armadietto era vuoto.*



-Tocca a te-

*Disse rivolgendosi verso la ragazza, ma anche lei era out. Era ancora immobile, aveva perso i sensi e non dava segni di vita, probabilmente sarebbe restata in quelle condizioni per ancora molto tempo, ma non potevano perdere nemmeno un secondo, di lì a poco l'unica via di uscita si sarebbe chiusa.*


-Vado io al suo posto...-

*Kaito cominciò a muovere i primi passi agevolmente, ma a circa due metri dall'armadietto i fili cominciarono a stendersi sempre più, fin quando a pochi passi dall'armadietto il filo cominciò a tagliuzzare ovunque, stracciando poco a poco la pelle. Fortunatamente allungando le bracciaa riuscì ad arrivare e ad aprire l'armadietto, ma anche questa volta la dea bendata aveva voltato loro le spalle.*


-Resistete ancora un po'...-

*Senza nemmeno tornare indietro Kaito decise di passare direttamente al suo armadietto, cercando di fare il prima possibile, ma nella speranza di trovare qualcosa di utile. Questa volta la camminata verso quella cassetta era leggermente meno arduo, la distanza era minore rispetto alla colonna e il passo divenne più veloce.
A pochi centimetri però qualcosa di strano accadde. Improvvisamente tutti i fili attorcigliati attorno al ragazzo cominciarono a prendere quasi vita e iniziarono a tendersi sempre più velocemente, fino a stringerlo totalmente in una morsa brutale. Come se non bastasse, quello attorno alla gola iniziò ad avvolgerlo, formandosi quasi un cappio, una scena già vista quella, la testa dell'altro ragazzo era ancora a terra... Che fosse giunta anche la sua ora?*


-Cosa diavolo gli succede a questo filo?-

*Non poteva finire così, stava per morire? Non aveva ancora coronato il sogno dei suoi genitori e le speranze di raggiungere il suo obiettivo cominciavano ad affievolirsi, così come la sua fiamma vitale. Si stava spegnendo poco a poco. Intanto il filo continuava a stringersi, iniziando a recidere la gola e nemmeno fare dei passi indietro lo aveva aiutato. Non poteva arrendersi, non doveva, le speranze di tutti erano appese ad un filo, lo stesso filo che ora lo stava uccidendo.*

(Ormai è finita... tra poco sarò con voi... Mamma... Padre... Addio Kiri...)

 
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view post Posted on 3/3/2017, 11:12     +1   -1
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9:15

Rapido viste le condizioni in cui verteva il gruppo, Kaito raggiuse prima l’armadietto della bella fanciulla dalla chioma celestina per poi passare nuovamente al suo. Nonostante la sofferenza iniziale che provò il trio quando il ragazzino si mosse in maniera trasversale, quando tornò sui suoi passi qualcosa di strano, ma veramente assurdo accadde. A poco meno di due metri il giovane bloccò il suo tragitto per un improvviso malore, i cavi di nylon cominciarono a stringere improvvisamente la pelle morbida dello studente. La sofferenza era palese sul suo volto, nulla valse fare un passo indietro o provare ad allargare quella ghigliottina mortale. Probabilmente avrebbe fatto la stessa fine del suo compagno, e dall’altro lato i suoi genitori lo avrebbero atteso a braccia aperte. Eppure non era ancora giunta la sua ora. Entrambi i coetanei vigili, notarono chi più chi meno che c’era qualcosa che non andava. Nessuno di loro stava provando lo stesso dolore del tipo con la chioma blu... perché? Quello più sveglio ma anche con più libertà di movimento vista la sua posizione, si alzò immediatamente dalla postazione per raggiungere l’altro. Il dolore immenso per avere due membri in piedi arrivò persino alla kunoichi svenuta che rinvenne all’improvviso come se le avessero appena lanciato una secchiata d’acqua gelida.

- Che diavolo fai Yuji! Vuoi forse ammazzarci tutti? - domandò l’altro strozzando il dolore a fatica.

- Taci - rispose di rimando il compagno, senza aggiungere altro.

Trascinò per gli abiti Kaito finché non riprese la posizione iniziale vicino alla colonna. Gli bastò uno sguardo per notare qualcosa di strano sul suo laccio, c’era un piccolo aggeggio qualcosa che non gli era parso di vedere prima. Sembrava un piccolo quadratino, un concentrato di cattiveria destinato esclusivamente per quella povera vittima. Una volta eseguita questa manovra cercando di essere piuttosto rapido raggiuse il suo armadietto per poi trovarlo vuoto, infine fu scontato capire quale contenesse in realtà qualcosa. Lo sguardo determinato del rossiccio puntò immediatamente al secondo obiettivo, l’ultimo armadietto. Con uno scatto la porta murata scese nuovamente e lo spazio disponibile per scappare divenne minimo. Semmai ce l’avessero fatta avrebbero dovuto strisciare per uscire da quel posto come si faceva negli addestramenti in accademia, quelli in cui si cercava di creare l’effetto sorpresa sull’avversario. Sbrigativo dato il poco tempo rimasto a disposizione, Yuji raggiunse anche lo spazio destinato al vicino di posto. Non appena l’anta venne aperta immediatamente i suoi occhi ebbero modo di mettere a fuoco tutte le loro armi. Ecco che fine avevano fatto.

- Che sta succedendo? - chiese confusa la ragazza che cercava di capire dove si trovasse.

Intanto il giovane afferrò tre kunai, lanciandoli rispettivamente agli altri. Con il suo immediatamente strappò, anche se con fatica, quei marchingegni micidiali facendo respirare finalmente la pelle ferita ed insanguinata.

- Sbrigatevi, la porta sta per chiudersi - disse con frenesia, correndo a liberare il povero Yuki dalle sue catene.

L’aria arrivò tutta di colpo nei suoi polmoni, permettendogli finalmente di respirare. La poca ossigenazione al cervello lo rendeva un po’ confuso e traballante ma tra spinte e incoraggiamenti, si ritrovò ben presto ad imitare il resto del gruppo che strisciavano come serpenti alla base dell’insenatura. La porta fece un altro rumore inquietante come se fosse in procinto di chiudersi nuovamente e poco dopo ciò accadde. Appena in tempo perché il passaggio era stato completamente sbarrato. I superstiti sembravano tutti sollevati, anche se la fanciulla rimaneva ancora disorientata visto il risveglio brusco dovuta alla mossa azzardata di Yuji.

- Quindi adesso? - chiese guardandosi intorno e cercando un appiglio per alzarsi - Siamo riusciti a prelevare solo tre kunai. Che bottino scarno.

- In realtà a te nemmeno spetterebbe quell’arma... hai dormito sempre - rispose seccato Koin.

La kunoichi di rimando gli lanciò un’occhiataccia. Avrebbe voluto vedere lui nella sua stessa condizione. Ancora non riusciva a ripensare alla scena che si sentiva male al solo pensiero. Davanti a loro si apriva un corridoio spoglio realizzato completamente in blocchi di cemento, incastrati l’uno con l’altro. Il muro era altissimo e nonostante il dodicenne claustrofobico avesse provato a scavalcarlo, questo si estendeva all’infinito come una ripetizione illusoria. Il quartetto camminò qualche metro insieme finché non giunsero ad un’apertura più grande che ricordava quasi una piazzetta circolare. A questa si aprivano diverse strade, ognuna si diramava verso altre vie.

- Immagino che siamo giunti al capolinea... - disse Yuji - Qui i nostri percorsi si dividono. Magari qualcuno di noi avrà fortuna e riuscirà a trovare il coprifronte in questo labirinto. Al massimo se succede, fate un fischio.

Quasi tutti i presenti sembravano concordare sulla proposta del dodicenne. Più strade avrebbero provato e più probabilità aveva almeno uno di loro di passare l’esame, chissà che poi più in là non si fossero rincontrati.

Siete tutti sani e salvi con qualche ferita sanguinolenta. Kaito è l'unico che non ha un kunai ma se vuoi menare qualcuno o fregarlo, libero di provarci in questo post. Sembrano tutti intenzionati a dividersi se hai un'altra idea proponila, oppure semplicemente prendi la strada che più ti aggrada. Camminerai all'incirca 10 minuti senza che accada nulla d'eclatante anzi, tutto sembra assolutamente identico lì dentro.



Edited by Karen91 - 3/3/2017, 11:31
 
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view post Posted on 21/3/2017, 20:07     +1   -1




*QUNarrato*
(Pensato)
-Parlato-
[/QUOTE]

*Kaito non riuscì a capire più nulla, era intrappolato in quella morsa infernale. Quella maledetta trappola lo stava pian piano uccidendo, penetrando sempre di più nelle carni, ma sopratutto stringendosi alla gola cominciava a creare del taglietti ben visibili, con tanto di sangue che cominciava a venir fuori. In pochi attimi il suo cuore si sarebbe fermato del tutto.
Appena in tempo però qualcosa successe alle sue spalle, prima si sentì tirare e successivamente il filo comincò pin piano ad allentare la presa, per poi cadere inerme al suolo. Il ragazzo alla sua destra gli aveva salvato la vita, ma Kaito non ebbe nemmeno tempo di rendersi conto di ciò che fosse successo, subito riprese quel che erano le poche forze e si diresse verso la porta che si stava chiudendo sempre più velocemente. Seguì gli altri tre ragazzi e strisciando finalmente riuscirono a scappare da quell'inferno.
Dopo alcuni istanti Kaito cominciò a fare mente locale su quel che era appena successo.*


-Grazie Yuji, sarei morto sicuramente senza il tuo aiuto... Ti devo la vita...-

*Disse con lo sguardo commosso e con gli occhi lucidi, effettivamente era riuscito a sopravvivere e lo doveva al suo amico.
Facendo il punto della situazione, ora si trovavano in un corridoio buio e umido, con le pareti di pietra scura che non terminavano mai, infatti uno dei ragazzi provò ad arrampicarvici, ma più saliva più questi si estendevano, fino a non trovare mai fine. Inoltre dagli armadietti erano sbucati solo tre kunai e Kaito era l'unico a non averlo.*


-Dove siamo finiti ora?-

*A passo svelto cominciarono ad incamminarsi in quel corridoio, sperando di trovare una via d'uscita il prima possibile. Il tempo trascorreva e la strada pure, ma questa non dava cenni di terminare, anzi dopo poco giunsero in una specie di stanza tonda, una sorta di piazza viste le dimensioni, con tante porte una accanto all'altra, tutte identiche da sembrare l'una la sorella dell'altra.
Yuji fu il primo a parlare e a proporre la sua idea, la soluzione non era delle migliori, ma forse aveva ragione, almeno qualcuno di loro avrebbe trovato il successo.*


-Ragazzi è stato un piacere, ci vediamo al villaggio, sperando di raggiungere tutti insieme il nostro obiettivo... Yuji grazie ancora per prima...-

*Preso dalla voglia di terminare quella prova, gambe in spalla, Kaito scelse una di quelle porte e l'attraversò, intraprendendo una nuova strada, un nuovo corridoio, ma questa volta era tutto solo, senza nessuno su cui fare affidamento e sopratutto senza un'arma o qualcosa con cui difendersi.*

(Chissà cosa mi attende...)

*Il corridoio era esattamente identico a quello precedente, solo un po' più stretto e nessuna via d'uscita all'orizzonte.

I minuti passarono e ormai aveva percorso già un bel po' di metri, ma lì nulla cambiava, cosa stava succedendo? Che avesse sbagliato strada? Possibile che sarebbe rimasto intrapplato lì? Tutto stava diventando strano, quel maledetto esame sembrava non terminare mai, nonostante quante ne aveva già passate.*




Scusami per l'enorme attesa, ma come già detto, la vita fuorisede è bella tosta xD
 
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view post Posted on 28/3/2017, 20:36     +1   -1
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9:27

Ognuno ormai aveva preso la sua strada, ognuno dei partecipanti sopravvissuto sembrava avere davanti a sé un lungo tragitto d’affrontare, uno spazio molto noioso e ripetitivo. Eppure da quel momento in avanti Kaito sarebbe stato solo, lui e le sue forze davanti a qualsiasi imprevedibile prova. Perché testare un qualcosa di così complicato su delle giovani vittime? Molti degli studenti in quei minuti si erano fatti la stessa identica domanda. Cosa volevano estrapolare i loro sensei da quelle ingenue menti? Il Villaggio della Nebbia vantava una lunga serie di pericolosi shinobi nel corso della sua storia, ninja che avevano scritto con il sangue gli antichi racconti. Forse quello era un modo per renderli delle macchine perfette... oppure c’era qualcosa di più? L’aspirante genin dalla chioma blu si diresse nell’unica via percorribile, quella stretta cinta di pietre incastonate le une nelle altre a formare un’immensa barriera parallela; una realizzazione tanto assurda quanto improponibile. Fu nello sconforto del nulla che però improvvisamente qualcosa accadde o meglio un eco si fece strada nella testa del giovane.

C’è nessuno? Qualcuno mi aiuti... ho paura!

Delle grida infantili s’intromisero a riempire il vuoto dell’abbandono. C’era realmente qualcuno in difficoltà? Pensare era difficile, soprattutto in quella situazione in cui era stato dato in pasto all’ignoto. Bastarono pochi attimi che un altro suono ancor meno piacevole fece il suo ingresso nei giochi. Nonostante fosse passato del tempo avrebbe sicuramente ricordato quel rumore secco, temuto fino a qualche attimo prima. Alle sue spalle una serie di pareti cadute dal cielo iniziarono a tranciare di netto ciò che aveva lasciato sui suoi passi. Se fosse finito incastrato in mezzo chissà in quale modo sarebbe riuscita a sbrigliarsela da solo. Che fosse un incentivo a muoversi? Solo chi aveva escogitato quell’ammasso di trappole poteva realmente sapere cosa pretendessero da quegl’ingenui novellini. L’agitazione si fece palpabile, costringendolo a spostarsi in tutta fretta nel corridoio. Una corsa contro il tempo, per dirla tutta. Il pavimento tremava ad ogni botta, quasi ad ostacolare ulteriormente l’equilibrio dell’aspirante genin. Ma la parte migliore doveva ancora arrivare. Quando i primi rivoli di sudore bagnarono la fronte del dodicenne, fu allora che riuscì a mettere a fuoco la strada che si sdoppiava. Due vie, ognuna che avrebbe condotto chissà dove. Sul muro in due calligrafie diverse ma entrambe sbavate, delle parole erano state scritte con un liquido rosso che ricordava tanto il colore del sangue; una all’opposto dell’altra.

Farfalla
Pipistrello


Allora procediamo! Andando avanti nell’unico percorso percorribile troverai un bivio. A questo punto ci saranno due scritte sul muro:
- farfalla (sinistra)
- pipistrello (destra)
Comunicami la tua scelta in privata sede così che possa dirti cosa succede ed evitare per l'appunto post di transizione, senza rovinarti la sorpresa.

 
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view post Posted on 14/8/2017, 15:41     +1   -1
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Davvero un peccato non aver potuto leggere il concludersi di questa sanguinosa classe. Nei primi due o tre post noto diversi errori di battitura, nonché una sintassi e un modo di usare la punteggiatura che mi danno l'impressione di una certa fretta nello scrivere che risulta difficile da ignorare. L'ambiente non viene descritto molto ma quello non è niente di grave.
Per il resto non ho molto altro da aggiungere, gli npc vengono mossi con un certo spessore e la trama è ricca di spunti nonché di incentivi a continuare.
Davvero un peccato che si sia fermato.

A te dunque la valutazione, che viene spezzata a tre voti in uno per mancata valutazione dello studente:

Trama e Impostazione: 10

Scrittura: 7

Ambientazione e Caratterizzazione NPC: 10

Voto Medio: 9


En plus ecco i tuoi 70 ryo gocciolanti di sangue. :asd:
Buonaggiornata. umu
 
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view post Posted on 14/8/2017, 17:36     +1   -1
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♫ Peace ♫

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Correggo la paga specificando il voto positivo (+)

Voto Karen: 9.2 (+)

Paga: 70 (paga base) +80 (voto 9.2)*1 studente = 150 ryo
 
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