Le ombre del dovere, Per Kickmass

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view post Posted on 18/1/2017, 17:35     +1   -1
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Continua da qui

Tra le fronde degli alberi che costellavano la foresta un'ombra si muoveva lesta, procedendo con falcate lente ma regolari verso la sua meta. Bōru era stato chiaro e conciso nella sua esplicazione, tanto da non lasciare spazio ad equivoci. Quando le iridi ambrate della creatura si furono posate sulla piccola costruzione in legno non vi fu più alcun dubbio; il cucciolo aveva parlato chiaramente e il ceppo di legno che barricava la porta indicava l'ardente desiderio di chi stava all'interno di non essere visto, ascoltato o disturbato. Un atteggiamento comprensibile, ma forse solo da chi poteva realmente affermare di trovarsi nella stessa situazione del ragazzino dalla chioma dorata. Senza indugiare oltre, la donnola avanzò lesta fino a trovarsi dinanzi alla porta dell'abitazione. Avrebbe potuto forzare la porta, ma non le sembrava il caso di arrivare a conclusioni così drastiche. Kiiro in fin dei conti era soltanto un moccioso, non poteva fare nulla che potesse minimamente impensierire colei che si era presa la briga di fargli visita.

- Kiiro, so che sei dentro. Esci da lì e recati immediatamente ai piedi dell'albero sacro.. Mujinahen-sama desidera parlarti.

La voce inconfondibile di Fukuizuna l'avrebbe svegliato, sorprendendolo come un'amara doccia fredda. L'aveva incontrata poco prima per consegnarle i frutti che erano stati richiesti per soddisfare le esigenze dell'eremo, ma adesso sembrava essersi scomodata per riportare un messaggio da parte del sommo. L'anziano tasso voleva vedere Kiiro, anzi addirittura parlare con lui; doveva sicuramente esserci un motivo più che valido se il capostipite dei mustelidi, malgrado le difficoltà nella ricostruzione della torre, aveva deciso di privare i lavori della sua presenza pur di conversare con lui.. poteva formulare ipotesi, ma niente di più.

- Io rimarrò qui, ma non credo sia un problema. Conosci la strada. - aggiunse la donnola, stavolta macchiando la propria voce d'una sfumatura di rimprovero.

 
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view post Posted on 19/1/2017, 17:42     +1   -1
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Bōru era rimasto fuori. Dovevo rimanere solo. Solo a pensare. Non potevo credere a quello che stavo vedendo, ma doveva essere solo una strana coincidenza. Ero rietrato in quella baracca, tenendo per mano il Coprifronte di quell'uomo: il blu della stoffa era un misto di sudore e sabbia, la lega sulla quale vi era impresso il Simbolo di Konoha rovinata. Ricordavo mio padre, dalle sue foto, e da giovane era tremendamente simile a lui. Qualcosa mi aveva spinto a pensare fosse ancora vivo incontrando il Ninja di Konoha: ma perché?? Non sono mai stato legato all'ultimo degli Yotsuya - beh, in realtà lo ero io, ma con il cambio di identità dovevo per forza cancellare il mio vero nome - eppure avevo provato qualcosa nel vederlo. Il cuore batteva forte, il respiro quasi a mancare, ma era una sensazione dolce dopotutto. Non era la normale ansia dettata dalla paura quanto una sensazione nuova che non avevo mai provato prima d'ora. Mi mordicchiai il labbro un paio di volte picchiettando con le dita sul pavimento, mentre pensavo a cosa fare. Ero venuto a sapere che Fuyuki era fuori quindi non potevo chiedere a lui chi fosse realmente quel tizio, ma la sua scheda..

-SENTI TU!-

Mi alzai di colpo, sbattendo il Coprifronte sul tavolo. Il rumore risuonò e, nonostante non avessi così tanta forza, il legno dette cenno di cedimento - dannate termiti!

-PERCHÉ NON PARLI?? Cazzo, vorrei solo sapere il perché della tua presenza nel deserto!! Perché eri lì?? PERCHÉ??!-

L'uomo teneva la testa bassa, guardando il vuoto. Quel suo atteggiamento mi dava rabbia, secondo la sua scheda era un cazzo di Chunin ed avrebbe potuto liberarsi in qualsiasi momento! Dopotutto la mia abilità con la corda non era.. Perfetta. I suoi capelli biondi brillavano con la luce della candela.. Come i miei.

Sobbalzai. Cazzo, era Fukuizuna. E mi stava comunicando che il Sommo Mustelide mi stava cercando. Merda, ero nella merda.


"Bōru.. Non potevi aspettare un altro paio di minuti?"

Guardai l'uomo, sperando di avere presto una risposta, ed aprii la porta serrata. La grossa Donnola teneva un atteggiamento tranquillo, ma nel suo tono percepivo delle sensazioni negative. Sperai di non aver combinato un casino portando quell'uomo lì ma cosa avrei dovuto fare altrimenti? Lasciarlo morire? Non ero il tipo ma pensandoci fui spinto dalla curiosità.. Dopotutto era molto più grande di me.. Molto più pesante.. Eppure ero riuscito a trasportarlo fino a lì

-Certo.. Le armi dell'uomo si trovano qui vicino la porta.. S-sul lato destro.. È innocuo..-

<i.Feci per andarmene ma poi mi ricordai che tra le mani avevo il suo Coprifronte e la sua scheda. Le porsi alla donnola e scappai via. Tenni la testa bassa sia mentre parlavo con Fukuizuna sia correndo verso la mia destinazione. Mjinahen-sama voleva parlare con me. Sperai solo di non averla fatta grossa.. Oppure voleva soltanto darmi un compito importante? L'Albero Sacro era maestoso, riuscivo a scorgere la sua maestosità persino da lontano.

CITAZIONE
SCHEDA NINJA KONOHA

Nome: A
Clan: //
Fedeltà: Konoha
Rango: Chunin

Occupazione: Esaminatore annuale in Accademia. Se necessario Caposquadra in Missioni basso Grado.

Particolarità: Il soggetto non dimostra particolari abilità nell'Arte del Combattimento. Molto utile nelle negoziazioni per via del suo carisma.
 
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view post Posted on 20/1/2017, 16:47     +1   -1
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Giunto in prossimità del Seishin no Tsurī, il ragazzino poté incontrare con gli occhi la figura del sommo. L'anziano tasso se ne stava in piedi, avvolto nella solito kimono cerimoniale e saldamente appoggiato al proprio bastone di quercia; il suo sguardo pensieroso era perso tra le delicate fronde dell'albero, quasi come se da esse stesse attendendo una risposta alle domande che lo tormentavano. Le ultime settimane erano state tutt'altro che semplici, anzi.. l'eremo era stato scosso dalla follia del Joker e adesso, lentamente e con fatica, stava cercando di rimettersi in piedi. Sotto le prime luci del giorno le foglie dell'arbusto sembravano splendere di una meravigliosa luce, incapace tuttavia di guidare i passi del mustelide attraverso l'oscurità che gli annebbiava la vista.

- Finalmente sei giunto, Kiiro-chan.

Si rivolse a lui con la delicatezza che un padre adotterebbe nei confronti del proprio figlio. Del resto l'ex ninja di Kiri, così come Chiaki e lo stesso Fuyuki, erano solo dei cuccioli agli occhi di chi, invece, calpestava quella terra da tempi ormai immemori.

- Sono venuto qui a pregare. Le anime dei nostri fratelli piangono ancora per il terribile destino che li ha colti. Sai, vivo in questo mondo da tanto, troppo tempo. Ho visto voi uomini compiere atrocità impossibili da narrare, tanto che più volte mi sono ripromesso di non affidare l'eremo a qualcuno della vostra specie.. eppure dentro di me so di non poter venir meno al patto stipulato con gli uomini, che io stesso ho permesso. Dopo il tradimento del precedente eremita, Kisho, abbiamo vissuto settimane di sconforto. Fuyuki-chan si è visto costretto a decretarne la morte, sopportando per anni questo fardello e riuscendo a conquistare la nostra fiducia. Per un momento ci è parso che la vostra specie potesse realmente riscattarsi dai crimini compiuti in passato..

Rimase immobile per tutto il tempo della narrazione, ma ad un certo punto esitò, quasi come se perfino per una creatura saggia come lui fosse arduo rimembrare quanto era accaduto nell'ultimo periodo. Si fece forza il tasso, continuando con una voce graffiata che a stento riusciva ancora ad usare dopo così tanto tempo trascorso ad affinare i propri poteri psichici, divenuti ormai un remoto ricordo.

- Non assistevo ad un tale scempio da molto tempo, forse secoli.. non sono nemmeno in grado di affermarlo con certezza. Per quanto sia certo del buon cuore di Fuyuki e Chiaki non potrò mai più provare la stessa fiducia nei confronti di qualcun altro della vostra specie.. Jagura e la follia mi hanno dato la prova che il sudore e la dedizione di qualche piccola luce non potrà mai illuminare il cammino nell'oscurità più profonda.

Lo scontro con il Joker non aveva solo provato il fisico del sommo, privandolo persino dei suoi poteri, ma era riuscito a scalfire un animo forte che nel corso dei secoli era stato forgiato da una miriade di esperienze diverse. Non c'era da stupirsi se Mujinahen aveva perso fiducia nei confronti del genere umano, le anime per cui stava pregando erano la prova tangibile di quanto deleteria potesse essere l'indole di una razza votata alla conquista e alla distruzione, anziché alla quiete e alla protezione della propria famiglia.

- Tu stesso hai ricevuto la nostra benedizione. Ti abbiamo accettato, accolto come nostro fratello.. hai visto i nostri sforzi nel ricostruire ciò che è stato distrutto, hai toccato con mano il dolore provato per la scomparsa di chi avevamo a cuore. Tutti abbiamo perso un fratello, una sorella, un padre, una madre, una guida..

In quel preciso istante Kiiro poté percepire l'intenzione del tasso di arrivare ad una conclusione. Per sua fortuna - o chissà, sfortuna - non avrebbe dovuto attendere molto per sfamare la propria curiosità. La possente creatura si voltò lentamente, lasciando che il suono dei campanelli legati al proprio bastone accompagnassero ogni suo passo e movimento dei lembi cremisi del suo kimono. I suoi occhi neri, impassibili ma al tempo stesso profondi come la notte, incrociarono quelli del più piccolo, quasi non lasciandogli scampo.

- Chi è l'uomo che hai portato qui, Kiiro-chan?



Edited by .Melo - 20/1/2017, 20:13
 
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view post Posted on 21/1/2017, 16:53     +1   -1
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-Parlato-
"Pensato"

Non capivo dove volesse arrivare il sommo con quelle parole così dure ed apre. Cominciare una discussione con un tema così tristemente forte non era mai un buon segno. Rimasi a testa bassa a circa cinque metri di distanza dal suo immenso Kimono, ed ogni parola entrava nella mia testa facendo riaffiorare i ricordi di quel giorno, quando mi risvegliai da quel sonno che era durato più di una notte. La mia Missione per l'Eremo consisteva nel salvare quel piccolo Furetto di nome Bōru, ma alla fine furono Fuyuki e le stesse bestiole parlanti a salvare me. Ero stato accettato in quella grande famiglia così viva ma schiva nei confronti del Mondo, segnata per sempre per colpa di gente come Jagura, gente così forte da tener testa ad una creatura Leggendaria come il Sommo. Fuyuki mi aveva accennato la storia di quel Nukenin, Okojo mi aveva raccontato altri particolari ma non entrai mai nel dettaglio. Quell'evento aveva provocato, come anche affermato da Mujinahen, una grande ferita negli animi dei Mustelidi e parlarne in quel momento avrebbe solo rallentato il processo di cicatrizzazione. Ricordare era d'obbligo ma ogni cosa aveva il suo tempo, e questo doveva essere rispettato per non far peggiorare le cose.

Ma perché parlarmi di quelle terribili cose? La curiosità rimase nell'inconscio, non riuscivo a fare altro se non ascoltare il Tasso, il tono pacato che otteneva soltanto colui che ne aveva passate tante comunicava tranquillità e quindi quasi mi strappava via la preoccupazione che mi donava quel mondo. Mi sentivo al sicuro e quasi per nulla nervoso al suo cospetto.

Improvvisamente si voltò, accompagnato dal dolce suono di quei campanelli che abbelliva la sua figura. La domanda fu chiara e precisa.


-Mujinahen-sama.. Sono stato ingannato dalla mia stessa mente, non ci ho pensato..-

I suoi occhi eravo vispi, quasi capaci di leggermi dentro.

-..Secondo una scheda che portava nella giacca è un Ninja di Konoha.. Ma non credo stesse spiando Fuyuki, Chiaki o voi Mustelidi.. L'ho trovato nel Paese del Vento, era in fin di vita e..-

Deglutii. No, la verità non era quella. Non era necessario mentire, soprattutto a me stesso. Sapevo il perché di quella decisione presa sul momento senza esitazione, senza pensare. Il Sommo Mustelide poi lo avrebbe certamente capito, gli bastava guardare qualcuno negli occhi per conoscere i più intimi segreti. Quella situazione stava cominciando a farsi pesante e per una persona come me peggiorava secondo per secondo.

-Pa.. Pa.. P-papà!.. Pensavo fosse papà..-

Dirlo ad alta voce mi fece quasi rinvenire, come se dalla scoperta di quell'uomo fossi caduto in uno stato di trance, ma anche sentire stupido. Come mi era passato per l'anticamera del cervello che quello potesse essere mio padre? Era una cosa.. Surreale! Primo perché mio padre aveva più di venti anni e secondo, beh: era morto. Non aggiunsi altro, c'ero solo io a testa bassa che rimurginavo sullo scherzo che la mia stessa mente mi aveva giocato. Ch stupido, che stupido.

"Eppure non ho mai avuto un legame con mio padre.."

Edited by Kickmass - 21/1/2017, 17:17
 
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view post Posted on 23/1/2017, 08:23     +1   -1
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Con calma e pazienza la creatura attese che Kiiro terminasse di parlare, ascoltando tutto ciò ch'egli aveva da dire a proposito dell'uomo che aveva condotto all'eremo. L'aveva scambiato per suo padre - o questa era almeno la sua spiegazione, che poco reggeva dinanzi al giudizio del sommo. Non poteva sapere cosa si stesse muovendo nel cuore del ragazzino dalla chioma dorata, né quale sentimento lo avesse realmente spinto a compiere una simile avventatezza.. ma qualunque risposta, qualunque giustificazione sarebbe giovata a ben poco in quella circostanza.

- Ti avevo chiesto soltanto di dirmi chi fosse. Il perché tu l'abbia fatto non ha molta rilevanza.. - chiuse gli occhi, dando dimostrazione di essere ben consapevole di quanto stava affermando. - In realtà nulla potrebbe giustificare ciò che hai fatto. Hai condotto un ninja di Konoha nei pressi dell'eremo. Conosci benissimo la situazione di Fuyuki e Chiaki.. cosa pensi che avrebbe potuto fare uno shinobi della Foglia una volta dopo essersi accorto di trovarsi in questo posto? Non riesco nemmeno ad immaginarlo, le possibilità sono pressoché infinite. Avresti potuto parlarne con l'eremita, o con me in sua assenza.. questa è casa nostra, ma non per questo possiamo disporne sempre a nostro piacimento. Ci sono norme, regole da seguire per evitare che il caos abbia la meglio.

Il tono del tasso era duro, ma del resto non c'era da meravigliarsi. Ormai da settimane presidiava i lavori di ricostruzione della bianca torre, il simbolo che testimoniava la vitalità dell'eremo e che per i mustelidi rappresentava ormai un simbolo di quotidianità; grazie agli sforzi e al sudore di molti fratelli non mancava molto affinché l'opera venisse nuovamente restaurata, distinta dai ruderi vestiti d'edera che costellavano il cuore della foresta.. e proprio per questo motivo il capostipite della famiglia non aveva la benché minima intenzione di vedere tutto ciò nuovamente distrutto a causa di una sola, piccola, disattenzione.

- Mujinahen-sama, tutto è pronto.

La voce di Fukuizuna giunse forse inaspettata per il giovane ninja; l'aveva lasciata nei pressi della struttura in legno che ospitava A, ma quel che non sapeva era che la stessa donnola era giunta lì persino prima di lui e fino a quel momento era rimasta in disparte ad ascoltare, celata dietro il tronco dell'albero sacro. Il tasso le concesse un segno d'assenso, prima che i suoi occhi profondi tornassero ad incrociare quelli del firmatario.

- Quell'uomo verrà ricondotto nel punto esatto in cui è stato trovato. Bōru è stato incaricato di condurre la spedizione, una volta giunti lì gli verranno prestate le prime cure affinché possa avere una chance.. dopo starà a lui sopravvivere o lasciare che la natura faccia il suo corso.

Per quanto l'ex shinobi della Nebbia potesse essere ormai certo del fatto che non si trattasse di suo padre, forse avrebbe fatto fatica a digerire quella notizia. La freddezza di Mujinahen, seppur motivata dall'esperienza, cadeva su di lui come una doccia gelida, inaspettata. Alle sue spalle apparve anche Kamatari, il cui unico occhio andò subito a squadrare da testa a piedi il più piccolo; anche Okojo fece capolino nella scena, affacciandosi da uno dei rami dell'albero per osservare bene la scena che gli si parava di fronte. I principali guerrieri della stirpe dei mustelidi erano tutti lì, davanti a chi adesso sembrava essere accusato di aver agito ai danni della stessa famiglia.

- Ma adesso veniamo a noi, Kiiro. Solitamente è l'eremita a giudicare chi appartiene alla vostra razza, la mia scelta è limitata nel punire i soli mustelidi.. tuttavia Fuyuki-chan è impegnato in una battaglia delicata, pertanto spetta a me adempiere ai suoi doveri in sua assenza.

Terminata la premessa si schiarì la voce, prima di proseguire. Gli anni in cui aveva fatto ricorso unicamente ai suoi poteri psichici avevano reso più deboli le sue corde vocali e non era un caso vederlo arrancare nell'interloquio.

- Oltre a quanto già detto, sei accusato di aver richiamato Okojo senza nessuna accortezza di fronte a shinobi della Foglia e di aver pattugliato i confini di casa nostra sotto effetto di droghe.

Parole amare e pesanti, ma che avrebbero rispecchiato ciò che Kiiro aveva effettivamente compiuto durante l'ultimo periodo. Per quanto ne fosse a conoscenza, il tasso non avrebbe accennato al bambino che il ragazzino desiderava condurre lì; il fato aveva fortunatamente impedito tale evento, ma il giovane s'era macchiato d'una colpa persino più grave, portando nei pressi della foresta qualcuno che avrebbe potuto nuocere alla comunità dei mustelidi in maniera assai più concreta, pur di mettere le mani sulle teste dei nukenin che si nascondevano fra quei ruderi. Il biondo si sarebbe quindi ritrovato nell'occhio del ciclone, al centro di un vero e proprio processo.. e mentre la confusione lo avrebbe tormentato, Mujinahen avrebbe composto pochi seal con le mani, attivando prontamente un jutsu. In pochi istanti il soffice manto ai piedi del Seishin no Tsurī sarebbe stato ricoperto di makibishi, divenendo un vero e proprio tappeto di freddo metallo. Per un momento gli occhi del tasso esitarono, contemplando quella perfida trappola mortale. In cuor suo la creatura sapeva di non poter venir meno al codice che lui stesso aveva redatto; doveva andare fino in fondo, senza mai voltarsi indietro.

- Togliti i sandali, cucciolo. - iniziò, pronunciando quell'ultima parola come per sottolineare la spiccata ingenuità di quel ragazzino. - Sei libero di dire ciò che vuoi, in tua discolpa. Quando avrai finito, avvicinati.. riceverai il tuo verdetto ai piedi dell'albero sacro.

Sì, non c'era nessuna possibilità di fraintendere. Kiiro avrebbe dovuto privarsi delle calzature donategli da Okojo e attraversare il tappeto di makibishi a piedi nudi. Quale fosse la motivazione che si nascondeva dietro quella pratica barbara non era difficile intuirlo.. il giovane l'avrebbe trovata viaggiando a ritroso nella sua mente, fino a trovare in essa i ricordi del giorno in cui era entrato a far parte di quella famiglia.

 
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view post Posted on 23/1/2017, 13:03     +1   -1
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Sapeva tutto. Tutto. Durante il giorno e la notte ero stato spiato, quasi privato della mia intimità, ma non potevo prendermela. Il Tasso aveva le sue ragioni, più che giuste, e non avrei mai cercato di giustificare le mie colpe con il fine di cavarmela con poco anche se, guidato dall'istinto di un piccolo essere umano vissuto apparentemente nel lusso, lo stavo facendo. Stava per arrivare una punizione, una punizione inaspettata, guidata dal volere del Sommo. Non avrei mai immaginato così tanta brutalità da esseri conosciuti per essere prevalentemente pacifici. Conosciuti da pochi, intendo.

Man mano che parlava, facendomi sentire sempre più un essere privo di cognizione e di sensibilità verso i reali pericoli del mondo, si fecero avanti tutti i Grandi Guerrieri dell'Eremo. Fukuizuna, Kamatari, persino il mio compagno Okojo stava lì a guardare la scena senza muovere un muscolo o almeno così pareva ai miei lucidi occhi offuscati. In cuor mio sapevo non potesse fare nulla, forse appoggiava quella ramanzina, ma non potevo fare altro che pensare che forse, nel bene e nel male, quello che stava per succrdere era fin teoppo. Persino Bōru era cresciuto così tanto, diventato responsabile, di lui si fidavano così tanto da affidargli una Missione tanto delicata che poteva rappresentare anche un pericolo per un Furetto così piccolo. Ero quasi invidioso, lo ammetto, ma perché? Non era tanto la fiducia, ero un umano ed il Sommo aveva accolto ciecamente solo Fuyuki e Chiaki, ma odiavo il mio essere rimasto il vecchio Isei nonostante gli sforzi che mettevo nel cambiare. Anzi, forse mi ero cullato in quei mesi, sicuro che con il nuovo nome fossi automaticamente cambiato, migliorato.

Mujinahen spezzò dei Sigilli, facendo comparire sul terreno dei Makibishi. Lì cominciai a tormentarmi: cosa aveva in mente il Sommo tasso? Accolsi senza fare storie la sua richiesta, chiamandomi "cucciolo" mi fece sentire parte della famiglia ma dava credito ai miei pensieri: ero piccolo, ancora troppo piccolo. Non di età. Non di costituzione. Ma dentro.

Tolsi i calzari delicatamente, facendo scivolare il sudato piede dato dall'ansia lungo il collo dell'oggetto, poggiandoli poi a terra sempre con gentilezza e precisione. Era un regalo fatto col cuore. Non volevo separarmene.

Alzai il piede destro, accompagnando la tensione che regnava in quella situazione: non era per nulla calloso, avevo ancora la pelle liscia di un bebè nonostante qualche graffio dato dalla dura vita che avevo deciso di intraprendere, ma nn era adatto ad una tale prova. Quando la pianta toccò la punta fine dell'arma la pelle subito si aprì, accogliendo il pericoloso ferro. Subito sobbalzai, tirando indietro l'arto. Il colore cremisi del sangue si sposava alla perfezione con il bianco pallido della mia pelle, ma il dolore lo odiavo. Strizzai gli occhi e ci riprovai. Di nuovo.


-Mujinahen-sama.. La prego.. Non ci riesco.. Perché, perché devo?-

Mi accucciai, inginocchiato, massaggiando i piedi doloranti. Non sapevo dove volesse arrivare oltre alla semplice lavata di capo. Lo avrei fatto volontariamente, ma non ce la facevo.

-Non voglio venire meno alla fedeltà all'Eremo, ma la prego, farò di tutto, ma questo dolore pungente non lo sopporto!-

Non vi era nulla di minaccioso nel mio tono, solo chiedere scusa esplicitando il mio disagio nell'affrontare tale prova. Ricordai la promessa a Fuyuki, rendendomi conto di una cosa: non ero pronto a vestere i panni di un altro. Non ne ero all'altezza. E questo mi faceva stare male.
 
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view post Posted on 23/1/2017, 13:46     +1   -1
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Di fronte all'esitazione del ragazzino Fukuizuna voltò il capo, stizzita. Odiava imbattersi in nemici privi di coraggio, terrorizzati di fronte al filo affilato della sua dai-katana e ancor di più detestava gli alleati senza spina dorsale. Il rifiuto di Kiiro era comprensibile, del resto chi avrebbe gioito nel provare un dolore ed un'umiliazione così grande? Eppure nessuno dei presenti osò giustificare il suo gesto, anzi. La sua paura, seppur condivisibile, venne vista di cattivo occhio praticamente da tutti. Lo sguardo del sommo si fece ancor più serio, così come gli occhi di Okojo e Kamatari, vestiti di disappunto nei confronti del loro fratello più piccolo. Colei che tuttavia non riuscì a trattenere la propria collera fu proprio la donnola dal pelo marroncino, che senza alcuna esitazione non poté far altro che vomitargli addosso tutto ciò che pensava.

- Come puoi fare di tutto, se nemmeno sei disposto a sopportare questo dolore? - le iridi ambrate della creatura trasudavano rabbia, mentre i ricordi scivolavano rapidamente nel passato. - Fuyuki ha rischiato la vita, facendosi colpire per salvare Yukiko.. mentre Chiaki non si è mai arresa, ha dedicato interi anni della sua vita per trovare un modo per riuscire a tenere in vita il nostro eremita.

Iniziò a farsi avanti, mostrandosi persino disposta ad attraversare lei stessa quel tappeto di makibishi pur di azzerare la distanza che lo separava dal biondo, così da impartirgli una lezione esemplare. Senza che nemmeno se ne rendesse conto, la zampa destra era scivolata lungo l'elsa della sua lama, afferrandola saldamente.

- Non avresti mai il coraggio di sacrificare la tua vita per qualcuno di noi.. come possiamo fidarci di te?!

Il suo cammino venne tuttavia interrotto dal sommo, al quale bastò alzare il proprio bastone per placare i bollenti spiriti della creatura. Ancora carica d'ira, questa si rassegnò al suo volere e senza obiettare mollò la presa dalla dai-katana e fermò i propri passi, senza però distogliere il suo sguardo ardente di disappunto da quello di Kiiro. Le osservazioni che aveva mosso erano più che legittime e, del resto, il timore provato dal ragazzino non potevano reggere il confronto con le fatiche che i suoi fratelli umani avevano sopportato per dimostrare, ogni giorno, di tenere alla famiglia e meritare un posto al suo interno.

- Inutile sprecare fiato, Fukuizuna, non è nemmeno in grado di accettare da uomo la sua punizione. Come ha detto Mujinahen-sama, è soltanto un cucciolo. - commentò Kamatari, ponendo l'accento sull'ultima parola pronunciata.

- 'iro-chan, tira fuori le palle. - aggiunse l'ermellino dal manto candido come la neve, colui che più di tutti aveva avuto modo d'interagire col ninja e che adesso stava disperatamente cercando di spronarlo.

L'unico in grado di mantenere la lucidità e il silenzio che quel momento esigeva era stato il capostipite dei mustelidi, il quale lasciò che le ultime parole dei suoi fratelli si disperdessero nell'aere e venissero portate via dal vento. Lui comprendeva bene le paure del ragazzino, ma al tempo stesso concordava con il disappunto espresso dai guerrieri dell'eremo. Come se ciò non bastasse, era consapevole del valore di quella punizione e del significato che si celava dietro di essa. In tal senso Kiiro non poteva tirarsi indietro, né lui poteva esentarlo dallo scontare quella pena. Freddo e risoluto come lo era stato durante gli ultimi minuti, non avrebbe aggiunto niente a quanto era stato già detto, né avrebbe spronato lo shinobi nel fare ciò che andava compiuto. Era lui il padrone della sua vita, e come tale soltanto lui poteva decidere ciò che era giusto per lui e rispondere delle dirette conseguenze. Pertanto si limitò ad osservarlo, con occhi in attesa, come se con uno sguardo fosse capace di sondare la sua anima.. ed in effetti la realtà non era affatto lontana da quella visione.

 
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view post Posted on 23/1/2017, 16:26     +1   -1
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-IO NON SONO FUYUKI!-

Urlai. La tensione che sempre più premeva sulle mie spalle diventò troppa per me grazie alle parole di Fukuizuna. Paragonarmi alle grandi imprese dell'Eremita, al suo coraggio, al suo portarsi sempre in prima fila nelle battaglie pur di proteggere la sua famiglia ed il suo credo mi faceva sentire più piccolo. Ero una stella appena accennata d'innanzi al grande sole che era lo Hyuga ma, da orgoglioso che ero, odiavo i paragoni. Avevo imparato a conoscere la Donnola, sapevo del suo essere senza tatto, ma tali parole contro la mia anima erano peggiori di quei Makibishi che tentavano di penetrare la mia carne. Kamatari diede credito alle parole di Fukuizuna, sbeffeggiando come era solito fare. Sapevo di non essere un uomo e non provavo piacere nell'atteggiarmi come tale. Ero un marmocchio, un feto. Soltanto Okojo cercò di darmi la carica e quel gesto mi piacque un sacco. Mi aiutò in varie occasioni, ma in quel momento ne avevo bisogno. Mi rialzai: dovevo ricevere la punizione. Non mi credevano all'altazza, non le ero, ma si aspettavano questo. Doveva essere come fare il bagno nel lago a prima mattina: non bisognava entrare piano piano, ma ricevere l'intero colpo in una sola volta.

Sicuro di ciò che pensavo misi in atto le mie intenzioni. Con una scatto finii prepotentemente sui Makibishi. Un urlo uscì di colpo dalla mia gola mentre, inciampando, i miei piedi non furono gli unici a subire danno. Le ginocchia erano dure, impedendo alle armi di entrare, ma le mani no. Ero in un campo della morte, mica una semplice punizione. Cercai di proseguire, piangendo. Cercai, ma non ce la feci. No, non ero ancora pronto per affrontare tale prova. Forse in futuro mi sarei rifatto, ma in quel momento non potevo fare altro che piangere. Non guardavo in faccia nessuno, nemmeno il mio amico Okojo. Chissà cosa avrebbe pensato Fuyuki una volta scoperto che non ero riuscito a mantenere la promessa. Non ero affatto cambiato.

Stavo a quattro zampe pronto a ricevere altre bastonate morali dai Mustelidi. Me le meritavo? Ovvio, almeno così avrei imparato che, nonostante la sicurezza di avere una famiglia, dovevo sottostate a delle regole ferree. Non erano stupide o di troppo, ma di pura sopravvivenza.
 
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Spinto dalla rabbia, o forse dalla desolazione provata nel sentirsi un inetto, Kiiro fece qualche passo in avanti, compiendo un gesto di cui mai si sarebbe immaginato capace. Eppure, nonostante il colpo di reni che lasciava spazio a buone premesse, il suo impeto si smorzò subito dopo, estinto dal dolore che lo avvolse. Ben presto si ritrovò a piangere per l'ennesima volta, di fronte allo sguardo privo di pietà di chi lo stava osservando. Come potevano provarne, del resto? Quel marmocchio aveva rischiato di metterli tutti in pericolo, di distruggere a causa di una disattenzione tutto ciò che erano riusciti a ricostruire dopo aver saggiato la follia di K. Di certo quelle lacrime calde e amare non li avrebbero convinti a tornare indietro sui loro passi. Non appena il sangue del cucciolo d'uomo ebbe bagnato il manto d'erba ai piedi dell'albero sacro, l'anziano tasso chiuse gli occhi per concentrarsi. Incrociò le zampe per comporre dei sigilli, davanti agli occhi increduli dei presenti.

E' un patto di sangue, e col sangue va firmato. Diventi uno di noi, diventi un membro di quest'eremo, diventi nostro fratello con tutti gli oneri e gli onori che comporta questa scelta.

Parole che risuonavano nell'aere traboccante di tensione, pesanti come veri e propri macigni. In quel momento il ninja avrebbe sicuramente ricordato e parole pronunciate dall'eremita durante il rito d'iniziazione, poco prima che lui firmasse con il sangue il patto con i mustelidi.

Se verrai meno al patto, se compierai qualsiasi negligenza, se disobbedirai volutamente agli insegnamenti che ti verranno tramandati... allora il sangue con cui avrai osato macchiare questo sigillo divino, ti verrà strappato goccia per goccia. E ciò è male.

Un monito che Fuyuki stesso gli aveva lasciato in eredità e di cui, forse, aveva persino perso memoria. In quel momento però la serietà di quel rito tornò a bussare alla sua porta, cogliendolo in fallo; la sua coscienza si era macchiata degli stessi crimini dai quali lo Hyuga lo aveva messo in guardia. Portando quel ninja della Foglia a casa loro aveva tradito la fiducia dei mustelidi, venendo meno agli ideali e ai valori che gli erano stati tramandati proprio dal nukenin e mettendo a repentaglio l'incolumità dell'intera comunità. Fu questione d'istanti, prima che il sangue che aveva imbrattato il prato si levasse in alto, confluendo in un unico globo di energia materializzato dall'immenso potere di Mujinahen. Non riuscendo più ad assistere alla scena, Okojo sgattaiolò via dall'albero, fuggendo lontano, nella foresta. Sapeva che quella punizione era meritata, ma perdere un amico aprì nel suo spirito ferreo una ferita che solo il tempo avrebbe potuto guarire. Fukuizuna e Kamatari invece rimasero impassibili, osservando senza aprire bocca il completarsi del rituale che al quale l'anziano tasso aveva dato vita.

Se non sei conscio di ciò che stai per fare, allora fermati. Se procedi sappi che così come ti viene donata la suprema delizia, così ti verrà imposta la dannazione perpetua.

6T5rBAe

Sotto l'azione di una forza invisibile ma assai potente, gli indumeti che coprivano il petto del biondo vennero crudelmente dilaniati. Fu a quel punto che il globo di sangue chakra venne direzionato verso il suo torace e lo investì brutalmente, senza che lui potesse opporre resistenza. A contatto con la cute pallida del ragazzino, l'energia di Mujinahen prese a bruciare con vigore, facendo sì che ardesse con talmente tanta forza da marchiare col fuoco ciò i mustelidi pensavano di lui. Fumeiyo, disonore. Kiiro avrebbe portato per sempre sul proprio corpo l'onta della sua colpa, la consapevolezza di non essere riuscito a rispettare una promessa e a proteggere la famiglia che lo aveva accolto. Il dolore era lancinante e in pochi secondi la vista del più piccolo iniziò ad annebbiarsi. Ben presto avrebbe perso i sensi, ma non prima di udire per l'ultima volta la voce possente del sommo, mentre annunciava la sentenza finale.

Esilio.

EkNWK

Si sarebbe risvegliato dopo qualche ora accanto al ninja di Konoha, lo stesso che gli era costato così tanto. Nella sua mente le parole di Mujinahen avrebbero continuato a risuonare, tremende e possenti, ma i suoi ricordi al riguardo sarebbero stati non poco confusi. Avrebbe potuto rimembrare chiaramente le esperienze vissute, i legami stretti che ormai erano volati via, trascinati col vento.. ma, per quanto potesse sforzarsi, non avrebbe avuto ricordo dell'eremo, né della sua ubicazione, né dei paesaggi affascinanti che avevano costituito la sua casa durante l'ultimo periodo.
E, ovviamente, il rimpianto di aver mandato in fumo tutto ciò di buono che era riuscito a costruire non avrebbe smesso di tormentarlo. Mai.

Le motivazioni di questa mia scelta sono state ampiamente trattate in on, proprio in questa role. Per il resto, devo ammettere di aver notato un calo nel tuo scritto e nel ruolare il tuo PG rispetto a quanto avevi mostrato nella quest di firma. Prendendo ad esempio la tua ultima missione, mi sono trovato d'accordo praticamente su tutti i punti della sua valutazione.. hai ancora parecchio da recuperare, nonché da migliorare per quanto riguarda lo stile di scrittura e, soprattutto, la caratterizzazione del personaggio. Più che come e una vera punizione, spero tu possa prendere quanto accaduto come incentivo e spunto per far crescere e maturare Kiiro. A tal proposito, sono sempre disponibile per consigli e pareri, qualora tu dovessi averne bisogno. Insomma, il tuo role non è stata la motivazione che ci ha condotti fino a questo punto, ma sarò costretto a considerarlo un requisito fondamentale per il futuro.. "per cosa?", ti chiederai sicuramente.
GDR on la decisione dei mustelidi è irreversibile, si tratta in parole povere di una condanna a vita. Come già detto conserverai i ricordi di quanto hai fatto, ma non riuscirai a raggiungere l'eremo, nemmeno potrai menzionarlo nei tuoi ricordi; oltretutto sei stato privato del cimelio datoti da Okojo e, ovviamente, della possibilità di evocare i mustelidi: se anche dovessi provarci, nessuno risponderà al richiamo di Kiiro a causa di quel sigillo, che può essere rimosso soltanto da chi lo ha applicato - nel nostro caso, Mujinahen. GDR off invece la tua condizione è reversibile, ma a delle specifiche condizioni. Come già detto, la qualità del tuo scritto e del role saranno elementi fondamentali di valutazione e, mi dispiace dirlo, dovrò essere più severo rispetto alla quest di firma che hai affrontato qualche mese fa. Affinché Kiiro possa riconquistare la fiducia dei mustelidi, dovrai superare con successo una missione B, che io stesso ti mastererò. Sei libero di scegliere quando questo avverrà (se al passaggio di rango o più avanti, quando il PG sarà già chunin), ma sappi che si tratterà di un ultima chance: qualora dovessi giudicare la tua prova insufficiente (per i miei canoni, non ai sensi del successo della missione) non ti sarà data altra occasione per ritentare. A quel punto ovviamente il patto verrà sciolto del tutto, concedendo quindi a Kiiro l'opportunità di firmare altro. Pondera bene quindi l'evoluzione del personaggio, così come i miglioramenti nello stile, prima di decidere di intraprendere questa missione.. volendoti venire incontro, sono comunque disponibile a darti pareri in progress e, su tua richiesta, di confidarti se, in base a quanto visto dalle tue ultime role, io ti reputi pronto o meno per affrontare la prova. Ovviamente ciò significa che continuerò a seguire le role del tuo PG, come già fatto fino ad ora e come faccio di norma coi firmatari.

Detto questo, rimango a tua disposizione per chiarimenti e ti auguro un buon proseguimento! ^^
 
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view post Posted on 24/1/2017, 13:40     +1   -1
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Fumeiyo, disonore. Quel Sigillo bruciava sulla mia pelle, e sarebbe stato così per tutta la vita. Avrei portato con me i ricordi di quel giorno quando, in cerchio, tutti quei Mustelidi volevano una sola cosa: Esiliarmi. Ricordavo l'odore pungente del sangue e l'energia del Sommo Mujinahen che penetrava violentemente il mio corpo. Specchiandomi in quel laghetto riuscivo a percepire le emozioni dei tre guerrieri, nonostante i ricordi rimanevano quasi sul vago. Forse era la mia mente che tappezzava i buchi nei ricordi in questo modo, magari a loro non importava nulla di me. Dopotutto non avevano esitato un secondo. Non avevano provato nemmeno a darmi una seconda possibilità. Eppure ricordavo solo i loro nomi, il loro aspetto, le vicende, i legami, ma non casa. O meglio, l'Eremo. Non avevo più il diritto di vederlo come posto dove vivere e condividere emozioni. Ma credo che, anche se avessi tenuto in mente persino le cordinate precise dei Mustelidi, non ci sarei mai tornato. Dovevo dimenticarmi di Kamatari, Fukuiza, il Sommo Mujinahen e dell'albino Okojo.. Persino di Bōru. Dovevo, ma non ci riuscivo.

Fatto sta che in quel momento non avevo più una casa. Avevo trovato una vecchia stalla nel deserto di Suna: di giorno si era rivelato un buon posto dove ripararsi dal sole, mentre la paglia teneva al caldo durante la fredda notte. Per quanto riguarda quel tizio di nome A la situazione non era migliorata, mai una parola. Chissà se un giorno avrei rivisto la mia oramai seconda, e passata, famiglia.


GDROFF// Ne abbiamo già parlato in privato, quindi non ho nulla da aggiungere ^^ Come ti ho accennato scriverò più dettagliatamente cosa è successo poi in un'altra role. Qui sono passati circa un paio di giorni //GDRON
 
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view post Posted on 17/4/2017, 14:48     +1   -1
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Bella giocata, personalmente ho molto apprezzato il role di Kickmass: era un po' che non leggevo suoi lavori, e questo l'ho trovato migliore in scrittura ed introspezione rispetto agli ultimi masteraggi che ho avuto sottomano.
Sulla questione del nindo tornerò a brevissimo via topic in Narratori, mi limito qui a lasciare il segno + in quanto lo ritengo rispettato. Le evo sono giocate perfettamente in linea con quanto è stato fatto nella quest firma di Fran, quindi niente da aggiungere.
 
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10 replies since 18/1/2017, 17:35   335 views
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