Missione 46C - Il Calamaro Gigante, Per Z E N H U M O R (1° pg), Lucifergirl88 (1° pg), -Egeria-

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Rainbow Man
view post Posted on 29/12/2016, 16:44     +1   -1





BARBAPOMELLATA


Come al solito si preparavano a partire per il lungo viaggio con un grande banchetto arricchito di pesci pescati nei giorni precedenti; sembrava quasi fosse la loro ultima cena, e mangiavano come dei veri e propri cani affamati festeggiando tra buoni liquori e grosse risate. Il capitano se ne stava a capotavola con l'aria stanca: a lui era stata concessa la più grande aragosta di tutta Kiri dal sapore delicato e raffinato. Era un vecchio dalla faccia noiosa e dalla peluria brizzolata e guardava la sua ciurma come se odiasse il loro atteggiamento burbero durante le cene; lo chiamavano "Barbapomellata", quell'uomo che da bambino sognava di fare il pirata e adesso si ritovava a condurre un piccolo equipaggio mercantile di una dozzina di uomini. Ricercava la libertà del mare, tuttavia navigava sotto il comando delle autorità di Kiri svolgendo dei preziosi lavori in tutto il Paese dell'Acqua; certo le ricompense erano davvero ricche e ormai era circondato da notevole fama.
Il giorno seguente sarebbero ripartiti nuovamente navigando lunga quella lunga e insidiosa rotta insieme ad un nuovo gruppo di shinobi: detestava quegli uomini dal coprifronte di Kiri considerandoli delle vere femminucce completamente estranee alla difficile vita marinaresca. I suoi uomini invece li aveva scelti uno ad uno e tutti erano dotati di enormi capacità: avevano un ottimo cuoco, ottimi mozzi e splendidi navigatori, che non disprezzavano spezzarsi la schiena per caricare e scaricare della preziosa merce.
Una lettera mandata dalle autorità di Kiri e giunta in piena serata spiegò ai tre shinobi che sarebbero stati assenti per qualche giorno per scortare il veliero mercantile; ma quali pericoli ci sarebbero stati e perché quella merce era così preziosa per Kiri? Le domande troveranno una risposta a tempo debito, l'importante adesso è prepararsi e farsi trovare al molo nord alle 6 in punto, proprio quando il sole sta per nascere; il veliero in partenza dall'attracco numero tre sarebbe stato lì ad attenderli, mentre qualche uomo dell'equipaggio caricava a bordo le ultime provviste.

palinuro



GdR Off//
Benvenuti alla vostra missione. Vediamo come si mette sta cosa e speriamo che tra i vostri pg ci sia una buona intesa, che sicuramente sarà fondamentale nella buona riuscita.
Nel primo post potete radunarvi dinnanzi al veliero: sulla lettera di convocazione sono indicati i nomi di tutti e tre gli shinobi, quindi fin dal principio saprete chi sono i vostri colleghi. Procedete infine verso il veliero presentandovi all'equipaggio per il riconoscimento: troverete due uomini alle prese con delle provviste da caricare a bordo.

Edited by Rainbow Man - 4/1/2017, 12:41
 
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view post Posted on 29/12/2016, 20:07     +1   -1

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Ha un sapore strano questo mare. Profuma di salsedine e malinconia, osservato qui dal molo. Le onde scrosciano, leggere. Non c'è vento stamattina e la nebbia è leggera, lasciando ben vedere i colori dell'alba che poco a poco la riempiono. E io me ne sto qua, aspetto. Non sono arrivato troppo in anticipo, giusto una manciata di minuti, così da contemplare il tutto. La missiva è arrivata decisamente presto, pensate che fino all'altro ieri ero ancora in viaggio con mia madre per il Paese del Fuoco... E poi, cazzo, un'altra missione in nave? Hogo mi vuole morto e mi vuole morto in modo decisamente ironico, devo dire. Allora perché sto sorridendo alla spuma che si schianta sugli scogli? Perché ormai questo profumo è tanto spaventoso quanto familiare.

Ho comprato un kiseru, sapete? No, non per imitare una certa pazza dalle gambe lunghe. P-Perché mi piace il profumo, ecco. Non credo però che sia il caso di tirarlo fuori. Tra un po' anche loro saranno qui. Anche lei. Non credo approverebbe che fumi. Forse. Non lo so.

« Bof. » - sogghigno, diretto sempre verso l'oceano sospirante - « Devo ammettere che l'idea di imbarcarmi dopo l'ultima volta non è che mi vada proprio proprio a genio, sapete? » Com'è che si dice? "Parli del Diavolo e spuntano le corna"; peccato che fra i tre la creatura più diabolica sia io. Non mi volto, sollevando un po' la testa, perso nel mio filo di pensieri. Come devo comportarmi? « Mmh... Aspettate un attimo... Ho perso la gamba in un incidente marittimo, no?.. » E' davvero difficile scegliere cosa fare. Da una parte, la solo loro presenza mi riempie il cuore di gioia. Rivederli, dopo aver passato fin troppo tempo da solo con mamma è una soddisfazione, ma non riesco ancora a girarmi. Devo decidere, ora o mai più... E dire che ho avuto un'intera giornata per ragionare su come comportarmi con lei. Mi volgo, di scatto. Sorrisone, bello ampio. Sollevo il bastone, spalanco le braccia. « Cazzarola! Sono un dannatissimo pirata! »

... Prendo la strada facile, ovviamente.

Mi infilo il bastone sotto braccio, quindi avanzo qualche claudicante verso di loro, porgendo la mano a Yu che prontamente risponde al mio saluto schiacciandomi le cinque dita contro. Auch. « Ciao, Carotino. » E poi mi avvicino ad Urako. Carezza sulla spalla. Diamine, ragazzina, cos'è quello sguardo? « Ciao, Urako. » certo, se magari non addolcisci così il tono è anche più semplice attraversarla, questa "strada facile". Mi faccio di nuovo appoggio sul legno, di fronte ai due, sempre un ampio sorriso contento. Anche perché, cazzo, contento lo sono sul serio! « Come state, ragazzi? E' da un po' che non ci si vede. » Pensate un po', adesso non tremo persino più!

 
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view post Posted on 30/12/2016, 10:30     +1   -1
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Oh, era decisamente di buon umore, quella mattina, mentre si dirigeva al molo. Poco importava che avesse distrutto la sveglia - per l’ennesima volta - nel tentativo d’alzarsi ad un orario decente per potersi mettere in marcia, poco importava che non fosse nemmeno sorto il sole, poco importava che le istruzioni della missione fossero così poco precise. La cosa veramente notevole era…che non avrebbe dovuto prendersi la responsabilità di fare da capitano a nessuno! Sarà pur stato un compito ufficioso, quello di quella volta all’orfanotrofio, ma per tutti i Kami, si augurava davvero che non capitasse proprio più.
Quando gli era arrivata la missiva la sera precedente, aveva davvero sudato freddo. Ma fortunatamente era andata liscia! E questa volta non si parlava di una semplice D, bensì di una missione C. La sua prima missione C che avrebbe affrontato con i migliori compagni che avesse mai potuto desiderare, e questo era abbastanza per renderlo reattivo e scattante sin da quell’ora. Certo, avrebbero potuto esserci dei problemi. Non sapeva se quei due avessero più parlato delle loro divergenze: Urako non la sentiva da un bel po’, da prima che partecipasse a quella missione all’orfanotrofio, Shi, invece, lo aveva rivisto qualche tempo prima, ma pareva che le cose ancora non si fossero sistemate. Se avessero portato le loro beghe con sé su quella nave, sarebbe stato un bel guaio e, francamente, a lui non andava troppo d’essere preso in mezzo, anche se, di fatto, ormai ci era dentro fino al collo.
Ma i suoi compagni erano Shinobi! Sapevano cosa fare in questo contesto, di sicuro. Proprio come lui avrebbe fatto con le sue preoccupazioni per Kai, di cui, per inciso, ancora non aveva saputo alcunchè. Il Mizukage non gli aveva fatto ricevere nuove notizie, né attraverso Fuyu, né in altra maniera. C’era un silenzio spettrale su quella questione, abbastanza da tornare ad insidiare tutti i buoni propositi di Yu. Però non poteva farsi condizionare troppo, né da quel fatto né da ciò che aveva letto sul diario dello Yuki. Doveva avere pazienza e tirare avanti, sempre dritto, senza mollare, perché era certo che così stesse facendo il fratello.

Con la treccia che batteva ritmicamente sulla schiena ad ogni passo e l’aria salmastra che gli solleticava piacevolmente l’olfatto, svegliando quegli ultimi neuroni che erano rimasti in letargo, il Rosso giunse all’ingresso del porto. Il mercato era ancora in allestimento: i banchetti stavano venendo sistemati prima di passare all’esposizione delle merci. Vari commercianti si stavano dando un gran da fare e si muovevano rapidi come formiche, aggiustando quella tendina, o raddrizzando quel ripiano troppo storto. Ma erano ancora pochi…in confronto ai marinai delle varie imbarcazioni che stavano caricando le merci a bordo.
Ora che ci pensava, non era mai stato in mare con una nave. Aveva preso un traghetto per arrivare sull’isola di Ai, certo, ma una vera e propria nave mercantile proprio mai! Erano tutte così maestose…non come le navi da guerra, ma avevano comunque un’intricata ragnatela di sartie legate agli alberi. Le osservò qualche istante incantato, prima di darsi una smossa e dirigersi al molo nord, poco più avanti.


Avrò tutto il tempo del mondo per guardare la nave da vicino una volta che sarò a bordo!
Non vedo l’ora!


Certo era curioso che chiamassero degli Shinobi per scortare delle merci. Insomma…di mercantili ce n’erano parecchi in arrivo ed in partenza da Kiri, ma mica tutti avevano a bordo dei ninja per tutelare il trasporto del carico. Doveva esserci qualcosa di particolare nella stiva di quella nave, però nella missiva non se ne parlava. A dirla tutta, gli ordini erano ancora più vaghi di quella missione che aveva affrontato con Urako. In circostanze normali, la cosa lo avrebbe infastidito non poco, ma quel mattino era troppo di buon umore per farsi corrompere da certe cose. Talmente tanto da essere riuscito a giungere sul luogo in perfetto orario!
La cosa divertente fu che Urako arrivò proprio con lui, solo che dalla parte opposta del villaggio.


Ohayō, Urako! Salutò la moretta, cercando di soldarne l’umore che, a dirla tutta, non pareva proprio dei migliori. Ma magari si era solo svegliata male. Tutto bene?

Fu proprio a quel punto che, quello che Yu aveva scambiato per un uomo, forse uno dei marinai della nave in cui si sarebbero imbarcati, si voltò facendo quel genere di battuta che solo Shi avrebbe potuto fare. E di fatto era proprio il ragazzone! Anche se…il Tanuki che di solito aveva attaccato alla testa era sparito per lasciare posto ad un conhmage, quella strana pettinatura che di solito utilizzavano i Samurai. Inoltre, l’amico aveva un filo di barba a coprirgli il viso, abbastanza da farlo sembrare parecchio più vecchio di quanto non fosse in realtà, cosa che il bastone non migliorava di certo.
Ma erano comunque sottigliezze, quello era Shi non c’erano dubbi. Gli si rivolse con un nomignolo che di solito usava solamente Jiyuu dell’Hikisaku, porgendogli la mano per farsi dare il cinque, cosa che Yu fece in maniera piuttosto energica. Forse troppo, ma vabbè.
Non gli sfuggì la dolcezza con cui l’amico si rivolse ad Urako, così come non gli sfuggì lo sguardo di lei, ma cercò di evitare di marcare la cosa: se quella missione fosse partita col piede sbagliato, erano fregati.


Oi Shi! Per quanto mi riguarda tutto bene! Iniziò, per poi correggere il tiro. A parte le solite cose, insomma. Si riprese presto però, sfoggiando uno dei suoi sorrisi furbetti e prendendo di mira la barbetta dell’amico. Tu piuttosto! Svegliato tardi stamattina o è una nuova moda?

 
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view post Posted on 31/12/2016, 15:49     +1   -1
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Sei in punto, molo peschereccio, il cielo che schiarisce a oriente e un freddo che si infila sotto l'impermeabile anche se lo stringi forte; il fiato corto, il cuore nelle orecchie e una gran voglia di mimetizzarsi con le casse di pesce e farsi portare a bordo così, di nascosto, come quando l'hanno imbarcata per sbaglio per Konoha con Kyo. O in alternativa, lanciarsi dal molo con un sacco di sabbia legato alle caviglie. Ma se pensa a quanto è fredda l'acqua le passa la voglia. Meglio tenersi quella situazione. Magari sì, ecco, sarà come farsi la ceretta: un bello strappo, dolore atroce che poi passa subito e potrà subito tornare al suo lavoro senza altri incidenti.
Sì dai. Magari farà finta di niente lui per primo, e risparmierà una pena a tutti e due. Se è fortunata sarà anche arrabbiato. Dai, tutti si arrabbiano quando prendono un due di picche, e se la prendono con chi li ha scaricati insultandoli in modi estremamente fantasiosi. Da bravo Shi, fallo anche tu, così riesco a non sentirmi in colpa se ti ignoro.

Ecco che arriva pure Yu, treccia dondolante ed aria gioiosa. Tempismo... perfetto.
Per tutte le lettiere lerce.
Può già leggere la sua fine scolpita sul viso del ragazzo: sa già cosa sta per succedere.
E come da programma, succede per davvero.
Che gioia.

“Ohayou. Tutto bene, tu?” risponde meccanicamente, sollevando una mano malferma ed agitandola a mezz'aria in segno di saluto... senza un briciolo di fiato nei polmoni. Perché lui non l'ha visto ancora, vero? Il bastone. Lei sì, è stata la prima cosa che ha notato di quel tizio di spalle. Si vedeva un trafiletto minuscolo di legno sporgere guardandolo da una certa angolazione, l'occhio c'è caduto sopra tipo un decimo di secondo dopo che quel tizio è entrato nel suo campo visivo. È da quando ha messo piede nel porto che si guarda attorno nervosa, come se temesse un agguato da parte di una banda di pirati o qualcosa del genere... e bastone equivale a pericolo di morte, nella sua testolina in subbuglio. Ecco, il problema è che Yu salutandola ad alta voce ha sfagiolato qualsiasi tentativo di svignarsela a bordo inosservata. La passerella è lì, per salire in barca sarebbe per forza dovuta passare alle spalle di Shi che, impegnato com'era a fissare le onde, forse -forse- non avrebbe badato al leggerissimo fruscio alle sue spalle. E invece Yu, salutandola, ha praticamente affisso una dozzina di manifesti con su scritto URAKO È QUI, con tanto di banditore scortato da tamburini.

La morte inizia lentamente, goccia dopo goccia, appena lui inizia a parlare: si sta rivolgendo prrrooooprrrrio a loro. Heh... ma certo. A chi altri? Sarebbe bello potersi nascondere dietro un marinaio con la panza e il maglione a righe, ma lì ci sono solo loro tre, fantasticamente solo loro tre. Magari... dovrebbe fingere sorpresa, o forse è meglio limitarsi a sorvolare il fatto che l'avesse già riconosciuto? Ma non era sicura che fosse lui per i capelli e blablabla, non è male come scusa. S'è tagliato i capelli, e di brutto anche. Le ragazze lo fanno quando vengono piantate dal tipo di turno, e vogliono voltare pagina: vale così anche per lui? Chissà come sta da davanti. La voce è identica spiccicata a prima, ma non prima prima, al prima dopo la murena, quando è venuta a trovarlo ed è successo... quello, ecco, e poi continua a parlare e ad ogni parola si sente affondare sempre più nella pietra della banchina KAMI SANTISSIMI COSA SI È COMBINATO ALLA FACCIA adesso sembra un vecchiaccio trentenne anche se non trema vorrebbe dire che sta male con la barba ma di fatto non può perché è carino anche così cosa ha fatto di male per meritarsi questo ed ora si mette pure a far battute dovrebbe ridere ma le si è annodata la gola e non riesce manco a fare finta nononononono fermo lì, tieni giù quella mano TESTACCIA DI PROCIONE CHE NON SEI ALTRO AAAAAH DATEMI UN SACCO DI SABBIA E UNA CORDA ADESSO!!!!

“.... 'ào. Bene” gracchia aprendo a mala pena la bocca ed incassando la testa nelle spalle, mentre solleva a mala pena le dita per ricambiate il saluto; un petosecondo dopo si sta già guardando attorno tutta concentrata come per cercare il punto d'imbarco – anche se, come dicevamo, sa già esattamente dov'è.

Quindi, questo sacco di sabbia? Arriva o no?

 
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view post Posted on 3/1/2017, 23:18     +1   -1

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Auch. No, non è la gamba a fare male. Non darci peso, Shi. Non fa niente. Tira via quella smorfia amara che ti si è dipinta sul volto, torna su Yu. Ricorda, mi raccomando, ricorda: cerca di far andare tutto in maniera il più normale possibile. Sei tra amici. Già, amici. Sì, torna su Yu, che è meglio.

« La barba? » gli faccio, retorico, ghignando soddisfatto del solo fatto che sia stata notata. « Niente moda, semplicemente me la sono lasciata un po' addosso. Mi invecchia e sai com'è, un ninja vecchio ispira sempre più rispetto. E' sopravvissuto a più cose, no? Ora sorvoliamo il fatto che sia ancora un genin, quando sarò chunin vedrai che farò un figurone. » Per non parlare del fatto che mamma non la sopporta! Semplicemente, una scelta azzeccata. Sì sì. Nonno ci vedeva lungo. Che riposi in pace, il bastardo.

Però... Però no, non mi basta come distrazione. Non basta a me, come non basta a lei. Forse posso approfittare di questo piccolo attimo di pace, prima della missione, per fargli vedere ad entrambi cosa so fare. Massì, dai. Siamo ninja, dobbiamo far vedere cosa siamo in grado di fare ai nostri compagni, no? Questa infondo è una C, pericoli minori, ma pur sempre pericoli. Devo fargli capire che non sono più un peso morto. « Ehi, ragazzi... Prima di imbarcarci vi voglio far vedere una cosa. » No, so cosa pensate. Può sembrare un gesto morboso, farle vedere che sto usando ancora il suo regalo... Ma... Ma è un segno d'amicizia, infondo. Infilo la mano nel kimono, aprendolo con la mancina per potervici guardare dentro, quindi faccio scattare la scatola di latta con un bel "pop" del coperchio. A-Ahn, perfetto. Nero.

Tiro fuori il pastello e richiudo il tutto, lanciando uno sguardo ammiccante al rosso... E anche ad Urako, ovvio, se vuole darmi il suo. Smuovo il chakra lungo il braccio, dentro la mano, e llà! Ecco che tiro la prima riga in aria. Diamine, mi sono allenato ogni dannato giorno da quando ho incontrato quella pazza, ormai ci ho decisamente preso la mano. Certo, non posso dire che sono rapido, tutt'altro, però in una situazione tranquilla come questa riesco a compiere un disegno in tempi abbastanza umani. Un'altra linea, un'altra ancora. Traccio la mia cera nel vuoto, componendo la mia piccola opera d'arte. Arte infantile, indubbiamente, però penso che veder disegnare a mezz'aria sia una cosa mica da tutti i giorni. Diavolo, come brucia la mano. Via, ancora qualche traccia, lontano dal disegno principale. Una sfumatura, sì. Ecco, ci sono. « Ah! Ecco! Guarda cos'ho imparato a fare con i tuoi pastelli, Urako. Carino, vero? » Un procione. Giusto per non farlo mancare a Yu. Spartano e molto accennato, però eccolo, un procione tutto nero, che goffamente esegue l'ordine che gli ho imposto: "muovi le zampe e muovi al testa". Niente di che. Lo tengo sollevato tenendolo per il ventre. Leggerissimo, essendo ovviamente vuoto all'interno. Quindi, me lo poggio sulla testa, sorridendo. « Ecco, così magari non sentite la mancanza di quel pagliaio di prima. Eh? »

Eh? Dai... Urako. « Stai tranquilla. » oh cazzo. L'ho detto ad alta voce.



 
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Sembri mio padre. Se la ridacchiò dopo la spiegazione di Shi per quella sottospecie di tappeto che aveva in faccia. Tappeto sì, perché non era una barba così lunga da poter dire che il Procione si era staccato dalla testa, migrando sul volto, ma abbastanza da coprire la pelle del ragazzo con uno strato di peluria omogeneo, senza macchie. Ah, non quello vero ovviamente. Si affrettò ad aggiungere. In quel caso sarebbe un insulto.

Al ragazzone la barba non stava male, alla fine. Se fosse stato Yu a farsela crescere, sarebbe davvero stato da ridere. I nomignoli sarebbero piovuti a catinelle ancor più di ora e poi, francamente, non si vedeva proprio con la barba. Na, meglio lasciare a Shi quell’esclusiva. Magari in qualche missione sarebbe stata utile! Sembrava decisamente più grande anche senza usare la tecnica della trasformazione. Un buon risparmio di chakra, quanto meno. Sul figurone accennato dall’amico aveva qualche dubbio, ma…non erano affari suoi.
Cosa ne pensasse Urako era ancora un mistero. Non si era espressa in proposito, anzi si era espressa proprio poco in generale. Non che fosse così strano per la ragazza, eh. Non era una gran chiacchierona, però in quel caso aveva dato davvero il meglio di sé! Se fra un po’ si fosse messa a parlare a monosillabi, erano proprio apposto. Non osava pensare come dovesse sentirsi Shi di fronte a quella reazione. Per quanto riguardava lui, invece…beh praticamente era come se si trovasse in mezzo a due fuochi. Non poteva dare ragione o torto a nessuno dei due, cercando di restare imparziale e mantenere un comportamento per lo più normale, nonostante fosse a conoscenza della situazione. Aveva parlato con entrambi, ma non aveva rivelato né all’amico, né a Urako, di averlo fatto. Una bella merda.
Certo, c’era di peggio eh, ma non era che si sentisse proprio a suo agio. Tanto più che se quell’atmosfera si fosse protesa per tutta la missione, apriti cielo! Non è che gli andasse tanto di fare quello che stava in mezzo, tanto meno aveva intenzione di invischiarsi troppo in quella storia - anche se doveva ammettere di esserci già dentro un bel po’. Reggere il moccolo era un mestiere che non gli piaceva proprio. Avrebbe preferito trenta volte sparire da lì, in quell’esatto istante, e lasciare che si arrangiassero da soli. Non era certo la loro balia.
Infatti, stava quasi per proporre di avviarsi verso l’area d’attracco - non gli andava proprio di ritardare, visto i personaggi nerboruti con cui avrebbero avuto a che fare - quando Shi lo precedette, avvisandoli di voler mostrare loro una cosa.


E ora? Che cosa si inventerà?

Nonostante il leggero fastidio che si stava insinuando nel Rosso per la situazione ben poco appagante, fu inequivocabilmente incuriosito dal ragazzone. Lo vide infilare la mano nel kimono per prendere qualcosa, estraendo un pastello a cera nero. Lo sguardo ammiccante di Shi, venne ricambiato da uno piuttosto confuso di Yu, che piegò la testa di lato in attesa di capire che cosa stesse cercando di fare, gli occhi verdi attenti e concentrati su quell’arnese apparentemente fuori luogo tra le mani della persona che lo reggeva.
Fu a quel punto che il moro iniziò a tracciare delle linee nel vuoto. Nel vuoto, sì! E quelle stavano lì, come se fossero state fatte su di un foglio di carta. Era evidente centrasse il chakra, ma, detto tra noi, a Yu poco importava. Semplicemente era rimasto incantato nell’osservare i tratti un po’ maldestri ed imprecisi di Shi prendere piano piano forma e consistenza. Sembrava il disegno di un bambino, di quelli che facevano i suoi fratellini, ma il fatto che fosse fatto a mezzaria e che se ne restasse lì, impresso nel vuoto era qualcosa di davvero straordinario! Gli occhi smeraldini del Rosso si colmarono di meraviglia quando, finalmente, quello schizzo fu terminato e proprio non trovò modo di prendere in giro Shi. Aveva disegnato un procione. Un po’ grezzo, non proprio colorato benissimo e con delle proporzioni imperfette.., ma si capiva che fosse un procione. E lo aveva fatto con i pastelli che, a quanto pareva, gli aveva regalato Urako. Era davvero figo, non capiva bene come funzionasse, ma il risultato era ammirevole. E poi era chiaro che il ragazzo stesse cercando, in tutti i modi, di far sorridere la loro compagna. Un po’ come aveva fatto con lui, quel giorno di qualche tempo prima, al sushi bar.
Si avvicinò all’opera tenuta in mano dall’amico, per osservarla da vicino, ma anche per avvicinarsi al ragazzone quanto bastava per sussurrargli qualche parola udibile solo da lui. Non si piegò verso l’orecchio, rimase in piedi, appena chinato, mentre toccava con mano l’oleosa creaturina che Shi reggeva con una certa fierezza. Un sorriso sincero, per nulla ostile, ad illuminargli il viso.


Se ti sento dire ancora che sei una brutta persona, ti prendo davvero a pugni, Shi.

Messaggio recepito o no, poi tornò al proprio posto, lasciando che il proprietario di quella simpatica creaturina, se la portasse sulla testa tutto sorridente. Era già lampante che avesse fatto tutto quello per rallegrare un po’ Urako, ma fu praticamente ovvio quando dalle labbra gli sfuggirono un paio di parole di troppo. O magari no? Magari sarebbero state quelle che avrebbero permesso loro di affrontare quella C tranquillamente, evitando conflitti interni alla loro stessa squadra. Sarebbe stato davvero bello se fosse stato così.
Quella era la prima volta che lavoravano tutti assieme. Di suo, Yu aveva avuto a che fare sia con Shi che con Urako in missione, ma mai con entrambi contemporaneamente. Sapeva di potersi fidare di loro separatamente e, il fatto di ritrovarseli in team, gli aveva dato un gran conforto, tanto che quando gli era stata consegnata la missiva era stato contentissimo. Però quel loro problema poteva veramente rovinare tutto. Così come anche il
suo problema aveva rischiato di bloccarlo per un tempo indefinito. Aveva avuto bisogno di aiuto, esterno certo, ma l’aiuto maggiore era arrivato da è stesso. Anche se “aiuto” non era proprio la parola adatta.
Lui aveva fatto quello che poteva per quei due. Li aveva ascoltati. Ma adesso dovevano reagire da soli. E sperava davvero lo facessero presto! Perché se avessero continuato così ancora a lungo, non avrebbe retto. Nossignore.
Lasciò quindi ai due il tempo necessario per concludere quell’ultimo scambio, prima di aprire bocca nuovamente.


Che ne dite se, intanto, ci avviamo? Preferisco mille volte un Perito isterico, ammise, ma solo Shi avrebbe capito l’antifona che una ciurma di marinai nerboruti e incazzati per il nostro ritardo.

 
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view post Posted on 4/1/2017, 19:54     +1   -1
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Ecco bravi: parlate di cose da maschi, parlate di barba: dopo la prima occhiata e la sorpresa improvvisa le viene voglia di darne un altro di sguardo, il fatto è che appena accenna a sollevare gli occhi pare che il cuore voglia soffocarla, quindi... meglio lasciar perdere, no?
Sì, esatto.
No, è troppo curiosa.
Sì, ferma e buona, lo sai che non ti fa bene.
E invece alla fine alza lo sguardo e glie lo pianta proprio lì, dritto in faccia, un po' sospettosa. Almeno finché resta concentrato su Yu. E... beh, è strano: con tutto quel nero i denti bianchi risaltano tantissimo, e gli occhi pure. È strano anche perché ha un'aria... come dire... ha l'aria di un tipo affidabile. Sì, uno affidabile: prima sembrava più il classico teppista di Kiri, uno che prima infilza e poi chiede.

Non è che fosse tutta apparenza, eh.

Quel “pop” poi segna la fine delle sue riflessioni, e in modo piuttosto brusco. Lei lo conosce, quel “pop”, e pure troppo bene: un leggero velo di sudore le spunta sulla schiena quando lui estrae il nero dalla scatola, e col cavolo che gli lascia incrociare il suo sguardo. Si era dimenticata di quella cosa. Non ci aveva ripensato, di fatto si era preoccupata che lui la tenesse comunque, nonostante i fatti di quel pomeriggio... ma che se li portasse a spasso nel kimono in missione oltrepassava la più folle delle sue previsioni.

Previsione mai così folle come quello che Shi ha imparato a farci, con quei colori. Sta... sta tipo... disegnando... in aria?! N-non è una genjutsu. Una linea chiusa, una circonferenza più piccola, due triangolini... orecchie forse? Cosa... è un gatto? No, coda a strisce e muso bicolore. Pare proprio un procione e... e si muove pure. È rimasta senza parole. Yu si accosta per guardarlo meglio e gli bisbiglia qualcosa che non riesce a cogliere, ma prima che la ragazzina possa formulare qualche ipotesi di complotto Shi si poggia il coso in testa tutto allegro, e chiarisce senza troppa sottigliezza l'intenzione primaria di tutto quel teatrino, che è qualcosa di pericolosamente simile al volerla tranquillizzare. Anzi, togliamo il pericolosamente simile.

…...........

Dannato corvaccio.


Non ce la può fare.
Non può tenergli ancora il muso dopo una cosa del genere, neanche se si sforza.
Sente quella tensione delle sopracciglia aggrottate abbandonarle la fronte e lo guarda senza filtri per la prima volta, quella mattina; il cenno di assenso è quasi impercettibile, spera che lui lo colga. Yu poi ha ragione a volersi sbrigare: è la prima C per lei, tra l'altro; non sa bene gli altri che incarichi abbiano avuto, ma questo non sarà certo come recuperare un gatto bloccato in cima a un albero.
“Che perito?” domanda a bruciapelo, interrompendo il contatto visivo col binomio Momochi-procione e mettendosi rapidamente sulla scia del Rosso.

Forseforseforse quella missione non sarebbe stata un casino totale.

 
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Rainbow Man
view post Posted on 4/1/2017, 22:48     +1   -1





BENVENUTI SULLA OOKINA OSHIRI




Dopo le diverse tensioni createsi tra i tre shinobi, Yu riuscì a convincere il gruppo a spostarsi verso il veliero in partenza per effettuare il riconoscimento. Proprio nei pressi dell'attracco, due marinai stavano completando gli ultimi preparativi caricando sulla nave delle grosse casse di legno. Uno dei due indossava uno strano copricapo in paglia dall'aspetto trasandato e dalle forme squadrate che ricopriva probabilmente una testa calva, l'altro invece era panciuto e aveva una folta peluria nere su tutto il corpo. Conversavano tranquillamente mentre camminavano avanti e indietro sulla passerella che collegava la terraferma al veliero trasportando le casse.

Marinaio 1: "Hiyokushima potrebbero anche potrebbero anche abbandonarla se non fosse così ricca di pesce e abili pescatori!"

Marinaio 2: "Eh già, per non parlare dei pericoli che corriamo ogni volta. Stando alle parole del capitano, praticamente rischiamo di morire in ogni traversata: sempre se le sue descrizioni sono vere. Secondo me aveva bevuto troppo e magari la storia l'ha un po' cambiata."

Marinaio 1: "Ma no, cosa dici? Il capitano sa quello che dice, dobbiamo fidarci di lui: è l'unico uomo a cui affiderei questa rotta! Il problema è nostro che dobbiamo sgobbare come matti: pochissimi accettano questo incarico per la paura. Fosse per me oggi non sarei neanche venuto, lo sai, ma pagano bene."

Marinaio 2: "Già, anche io stamattina non mi sento molto in forma. La pancia mi brontola da quando mi sono svegliato, sarà stata la cena di ieri che mi è andata indigesta. Quasi quasi mi siedo un poco..."

Il gruppo di shinobi poté tranquillamente ascoltare quella conversazione prima di interrompere i due; avevano certamente tante domande da rivolgere ai marinai dato che la missiva della sera precedente aveva fornito decisamente pochi dettagli. Proprio quando i due si accorsero dei coprifronte di Kiri, capirono che si trattava della loro scorta; tuttavia fornire indicazioni ai ragazzi risultò piuttosto difficile: uno dei due marinai lasciò cadere la cassa per terra provocando un grosso tonfo. Sembrava quasi fosse stato colpito in piena pancia da un kunai lanciato da chissà dove; se ne stava piegato su se stesso tremolante.

Marinaio 2: "Koto, cosa ti prende?!?"

Koto: "M-mito... acc... accompagnami... in bagno... p-presto!"

Mito: "Lo dicevo io che la cena di ieri è andata indigesta!"

Prima di caricarsi il compagno sulle spalle e allontanarsi zoppicando, il marinaio lasciò un indicazione per i tre ragazzi di Kiri.

Mito: "Ehi voi, recatevi dal capitano Barbapomellata! Lo troverete nella cabina sulla poppa. Noi abbiamo un'urgenza da sbrigare; magari caricate a bordo queste ultime due casse."

Le due casse di legno pesavano una dozzina di chili ciascuna, ma la difficoltà maggiore sarebbe stata quella di mantenersi in equilibrio sulla passerella non eccessivamente larga senza cadere in mare facendo la figura dell'imbecille. Il procione avrebbe seguito il suo autore ancora per qualche metro, quando, incamminandosi sul veliero, il trio avrebbe sicuramente notato il nome sulla fiancata: "Ookina oshiri".
La cabina del capitano era quella grande e lussuosa che come ogni veliero che si rispetti si trovava proprio in coda, o precisamente sulla poppa. Un capitano esperto come Barbapomellata se ne stava in poltrona a sorseggiare del thé e a riprendersi dalla dormita prima di cacciare la frusta e motivare i suoi uomini: perché in mare non si scherza mica! Ancora in pigiama e in pantofole, non si aspettava che i suoi marinai avessero lasciato passare i tre shinobi fino alla sua cabina; purtroppo l'imbarcazione era completamente deserta sopra coperta e i marinai radunati chissà dove.

GdR Off// Andate dal capitano, bussate alla porta e lo trovate in poltrona con pigiama, pantafole e tazza di thé. Oppure se non volete andare dal capitano, siete liberi di fare quel che vi pare.
 
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view post Posted on 12/1/2017, 11:14     +1   -1

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« Ah, uno su cui ho vomitato, niente di particolare. » rispondo alla domanda di Urako senza troppo peso, proseguendo dunque lungo la banchina. Ah, sì, il sorriso soddisfatto sul volto non vuole andarsene, né ho troppa intenzione di disfarlo. Io e il mio amico oleoso abbiamo ottenuto l'effetto desiderato, ora sì che potevo proseguire a stomaco leggero e a mente concentrata su quanto va fatto. Già l'ultima missione è stata un completo degenerare... Vorrei evitare altre brutte figure.

Fra la densa nebbia mattutina finalmente la nave prende una forma più precisa. Inusuale, per la struttura marina tipica di Kiri, ma non ci faccio mica troppo peso. Cazzo, mi sarebbe davvero piaciuto andare da Umi a chiederle qualche informazione, prima di avventurarmi così. « Bof, fa niente. » Argh, di nuovo. Che accidenti mi prende? Non riesco a scindere il parlato dal pensato. Non è una cosa molto positiva, cazzo. Cosa c'è che non va, oggi? Scrollo la testa, leggermente, per tornare concentrato. Diamine, l'ho detto poco fa, "mente concentrata"!

Il bastone continua a risuonare contro la banchina, ritmando i miei passi e, inevitabilmente, annunciando il mio arrivo a quel chiacchiericcio marinaresco. Due individui, che poco a poco si fanno più nitidi tra le spire grige, chiacchierano e discutono come gli uomini di mare che sono. "Rischiamo di morire ad ogni traversata". Oh, questo sì che è strano. Posso dire che, per forza di cose, stando a contatto con Umi così tanto tempo un po' di logica "da navigazione" l'ho fatta mia e so che difficilmente una traversata, una volta costatata la sua pericolosità, viene effettuata una seconda volta. No, non è il mare ad essere un pericolo per questi uomini, altrimenti basta cambiare rotta, anche a costo di perdere un altro paio di mesi al largo. Meglio vecchi che morti, no?

« Ayò. » mi infilo nel discorso dei due, lasciando il panzone con una cassa fra le mani. Diamine, fratello, non sembra affatto leggera, non sarà il caso di poggiarla? No, non sembra proprio intenzionato. Mi fissano entrambi, con fare tranquillo. Forse non è poi così pesante. « Siamo i ninja di Kiri che devono fare scort- » Ho parlato troppo presto. Il legno precipita per terra, quindi l'omaccione si accascia contro sé stesso lamentando un forte dolore allo stomaco. Oh, per tutti i Diavoli. Meno male che ci sono due infermieri, qui. « Ehm... Possiamo dare una mano? Conosciamo le arti mediche. » No, niente mano. I due se ne vanno in fretta e furia, indicandoci dove trovare il nostro contatto, nonché capitano della nave. Oh beh.

« Andate avanti voi. » faccio rivolgendomi a Yu e Urako. « Non mi fido di questa passerella, così se cado in acqua non vi porto con me. »



 
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view post Posted on 12/1/2017, 20:04     +1   -1
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Eeeeh non dico fosse la feccia peggiore di Kiri, ma ci andava vicino, ecco.

Sì, c’erano persone ben più insopportabili di quel colletto bianco che avevano conosciuto in missione, ma anche lui aveva del talento. Talento che stava bene dove stava, all’interno delle quattro mura di un ufficio, soffocato da pile di scartoffie. In cuor suo, Yu sperava di non incrociarlo più, nemmeno per sbaglio, dato che solo ricordarlo gli faceva venire l’orticaria, ma la risposta di Shi riuscì a lenire quel fastidio. Oh, l’immagine di quel personaggio mentre il ragazzone gli sboccava addosso era uno dei ricordi più divertenti di quella missione. Era stato appagante, in qualche modo, già. Comunque sembrava che, quel mattino, almeno, il Perito avesse assunto un ruolo più dignitoso: spartiacque tra il disastro che avrebbe potuto essere e quello che sembrava non sarebbe stato. La situazione tra Urako e Shi si era molto alleggerita dopo la trovata del moro e l’apparizione del suo procione, quindi forse quella missione non sarebbe stata un disastro totale. In quella atmosfera di quasi normalità, i tre si avviarono verso l’attracco. Passo dopo passo, la nave che avrebbe fatto da cornice a quel compito affidato loro dal Villaggio si mostrò in tutto il suo tripudio di sartie e alberi. Le vele erano ancora ammainate, ma era chiaro che la partenza fosse ormai in procinto, poiché un paio di marinai chiacchieroni, stavano finendo di caricare una serie di casse a bordo. Erano…uno meno peggio dell’altro e parlavano in un gergo che Yu aveva imparato a conoscere solamente perché, andando da Tako-san, capitava che passasse diverso tempo nei pressi del porto. Sembrava che la rotta che stavano per intraprendere fosse piuttosto pericolosa e che fosse solamente per la garanzia economica che ne derivava se continuavano a percorrerla. In ciccioli, quei due avevano paura. Era solo per il compenso che si trovavano lì, altrochè.

“Un buon generale non ha soldati pavidi” si dice, no? Eppure, questi due, nonostante vantino d’avere fiducia nel loro Capitano, non fanno fatica ad ammettere che, potendo, avrebbero volentieri evitato d’essere qui questa mattina.

Forse non avevano così tanta fiducia come pensavano. In ogni caso, fu Shi ad interrompere quel loro discorrere da marinai, ma fece appena in tempo ad accennare al fatto che fossero gli Shinobi incaricati della scorta alla nave, che uno dei due uomini dell’equipaggio si sentì male.
Lasciò cadere a terra la cassa che reggeva tra le mani con uno schianto e si piegò in due, colpito da evidenti atroci dolori alla pancia, maledicendo la cena del giorno precedente.
Di suo Yu sperò vivamente che non fossero andati a mangiare tutti nello stesso posto.., ma sapeva che invece era proprio così. I marinai lo facevano sempre il giorno prima della partenza. Gli era capitato diverse volte di sentirli far baldoria nei locali lungo il porto, non faceva fatica ad immaginarsi anche questi due assieme al resto dell’equipaggio, Capitano compreso. C’era solo da sperare che quell’uomo si sbagliasse.
Shi provò pure ad offrirsi per dare un mano dal punto di vista medico, ma i due se ne andarono prima di subito, lasciandogli detto di andare nella cabina del Capitano Barbapomellata. Ora…che il nome fosse assurdo era chiaro, ma ad aver colpito Yu fu più che altro un’altra cosa: il plurale utilizzato da Shi. Perché, che sapesse lui, era il ragazzone il medico tra loro, lui no di certo, quindi c’era solo un motivo se aveva parlato riferendosi a più persone.


Urako, sei medico anche tu?! Una domanda come un’altra, ma condita di qualcosa simile allo sgomento, anche se non era proprio tale. O beh, disse, poi, per correggere il tiro sono in una botte di ferro, allora.

Com’era possibile che con tutta la gente che c’era a Kiri, i suoi migliori amici fossero dei medici?! Proprio lui che aveva la fobia dei dottori! Da quando era avvenuta quell’epidemia nel vecchio orfanotrofio di Ōkami-san, ne aveva una paura folle, tanto che se poteva evitava sempre d’andare all’ospedale. Quelle poche volte che era stato costretto, avevano dovuto sedarlo, perché urlava e sbraitava come una bestia impazzita ogni volta che cercavano di mettergli le mani addosso, anche solo per un semplice prelievo. Era inutile, non si fidava di quei tipi in camice bianco che puzzavano di disinfettante, non gli piacevano e non gli sarebbero mai piaciuti. Ma Shi e Urako erano suoi amici, per fortuna. Non aveva nulla da temere, anche se erano dei medici.
Dissimulò tutti quei pensieri che gli erano balenati in testa in pochi istanti, concentrandosi per un attimo sulle due casse che i marinai avevano detto di portare a bordo. Le soppesò qualche secondo, spostando poi lo sguardo sulla stretta passerella da attraversare per arrivare sulla nave. Ripeté la cosa un paio di volte prima di decidere che, col cavolo sarebbe passato di lì con quelle cose tra le braccia.


Così se scivoli davvero non possiamo nemmeno prenderti prima che tu finisca in acqua, testone. Rispose a Shi che, per ragioni ben più serie delle sue, aveva dei problemi con quello stretto ponticello. Non pensava davvero sarebbe caduto, però non gli andava di lasciarselo alle spalle mentre capitava. Fai andare avanti lei, se vuoi. Disse poi accennando col capo ad Urako, per poi fare spallucce con un sorriso appena accennato sul viso. Io preferisco chiudere la fila.

 
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view post Posted on 12/1/2017, 23:19     +1   -1
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L'attracco non è lontano, l'aveva notato mentre cercava di sfuggire a quei terribili occhi verdi: da una distanza maggiore, le sagome dei marinai si scorgono a mala pena con tutta quella nebbia, ma avvicinandosi i due uomini emergono dalle volute candide in tutta la loro stazza. Si vede che è gente abituata al lavoro duro, spalle e braccia parlano chiaro... ma altrettanto fa il ventre adiposo, almeno quello di uno dei due. Pessima alimentazione, ecco il motivo, e di certo nessuna cura della muscolatura non strettamente necessaria al lavoro in barca.

“... vomitato...?” ripete un po' perplessa, specie per l'evidente soddisfazione che sprizza dal corvino; Yu gli fa eco, facendole capire che ambedue conoscono il soggetto in questione – e nessuno dei due lo apprezza. La faccenda del vomito ancora non le è chiara però. Shi stava scherzando, vero?
In altre circostanze avrebbe posto altre domande, ma oggi non è il caso: si limita a sollevare un sopracciglio, mentre arrivano abbastanza vicino all'equipaggio da udire uno stralcio della loro conversazione. Pericolo, laute paghe e un malessere serpeggiante che mette fuori uso ambedue i marinai nell'arco di dieci secondi: sotto gli occhi dei tre che chiedono informazioni, la coppia prende il largo – metaforicamente – per quello che sembra un attacco improvviso di dissenteria, lasciando loro addirittura un incarico da sbrigare.

Urako lancia un'occhiata non troppo entusiasta alle due casse di legno: non hanno l'aria di essere leggere, e Shi non è in condizioni di sollevare carichi. È già tanto se si regge in piedi, a dirla tutta. “Sì, Yu” risponde distrattamente “anche se scommetto che a bordo non hanno neanche l'ombra di una cassetta di pronto soccorso. Se ce l'hanno, i medicinali saranno scaduto da quindici anni” scandisce con aria critica, facendo scorrere gli occhi sulla scritta impressa sulla fiancata. Non si legge bene, ma ha tutta l'aria di essere... “Yu, aiutami con le casse” lo esorta nel frattempo, mentre si avvicina alla prima delle due.

Se non fosse per il chakra che potenzia i suoi muscoli, non potrebbe neanche sognarsi di sollevare dodici kilogrammi di peso. È a questo punto che mentre i due discutono su chi debba salire per primo sulla passerella, succede qualcosa di imprevisto e lei pronuncia una frase che mai, mai e poi mai, Yakamoto Urako avrebbe potuto proferire... prima di un certo evento.

Se non fosse stato chiaro sì, stava dando ordini e sì, li stava sfottendo ambedue, il che contrastava in modo comico con praticamente ogni singolo movimento della ragazzina da quando aveva messo piede sul molo. Ma andiamo con ordine, perché ogni cosa ha la sua ragione. Per cominciare, le cattive compagnie, perché frequentare brutta gente dà pessimi risultati; quando la brutta gente ha dieci paia di artigli affilati, zanne aguzze, nove vite e più spocchia della prima moglie del Daimyo, gli effetti non possono che essere pessimi, e Urako di recente è stata addestrata proprio da quelle affascinanti creature. In secondo luogo, quella vampata di adrenalina causata dall'ex-testa-di-tanuki e si sa, l'adrenalina di origine ormonale è la peggiore di tutte; terzo, lo scampato pericolo per quanto riguarda il sopra menzionato procionifero mezzomomochi, abbinato a tutte quelle manfrine da quarantenni in sala da tè.

“Chi va a capotavola?”
“Miyuki, tu sei la più anziana”
“Anziana?! Ma sentila, la giovincella impertinente! Sei nata un giorno e mezzo prima di me, Mariko! Piuttosto vai tu, il mese scorso era il mesiversario dell'onomastico del tuo volpino, meriti il posto d'onore”, e via discorrendo per tre quarti d'ora.


Tornando a Yakamoto-chan, la combinazione di quei fattori unita alla convinzione di essere l'unica pronta davvero a darsi una mossa, innescano una reazione verbale inusuale, esprimibile come segue: “Una la porto io, una tu. Shi resterà buono buono a terra, quando avrai posato la tua a bordo tornerai indietro e lo prenderai per la manina, così nessuno farà pluf”.




Il nanosecondo successivo a quello in cui si accorge di averlo detto davvero, ha già percorso a razzo la passerella e ha scaricato goffamente la cassa a terra, evitando accuratamente di mostrare il viso tendente al bordeaux ai ragazzi. Visto che i nanosecondi continuano a scorrere ad una velocità impressionante e sente già il prurito della rispostaccia di Yu in arrivo, non può che schizzare come un pesce volante sottocoperta ed attendere i due davanti alla cabina del Capitano, domandandosi cosa arcipippola le sia saltato in mente e se per caso tutto l'Equipaggio non abbia mangiato i dolcetti al lassativo di Babbo Natale*, se la nave si chiami per davvero Grande Culo o se magari non abbia sbagliato a leggere i kanji, se Shi non si sia offeso per quella uscita chenonvolevaferirlo piuttostomeglioannegarsi, se di quel passo non avrebbe finito per vomitare il cuore e se sarebbe mai riuscita a tornare a un colorito normale prima dell'arrivo degli altri due.

L'avrebbero trovata ad attendere davanti alla porta della cabina, aria impenetrabile, naso all'insù, le orecchie di un intenso cremisi e una ciocca di capelli arrotolata furiosamente attorno all'indice destro, praticamente inchiodata lì dov'è perché di avvicinarsi a quel tizio barbuto ancora in pigiama non ha la minima intenzione.


off || * cfr. evento live appena concluso || on

 
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view post Posted on 15/1/2017, 10:32     +1   -1

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Com'è quella parola? Giusto, pietrificato. Beh, sono proprio pietrificato. « Ah. » è l'unico suono che sgorga dalla mia bocca mentre osservo Urako che, cassa in braccio, parte spedita per fare la sua entrata sulla nave. Cazzo, che saetta. In ogni senso. Mi ci vuole un po' per sbloccarmi, praticamente quando la ragazza è ben lontana dall'occhio e la prima cosa che sento sono gli angoli della bocca che si sollevano. Se sono divertito? Cazzo, sono estasiato!

Non so cos'è successo, ma qualcosa è decisamente successo.

« Però! » - sogghigno, rivolgendomi a Yu - « L'hai sentita? Che pepe! Sara meglio che facciamo quanto dice, no? » Gli lancio un occhiolino, pronto a frapporre il mio bastone qualora si avvicini alla cassa. Un'occhiataccia e un cenno del capo verso la rampa credo bastino per fargli intendere quanto c'è da intendere: che i marinai facciano il loro lavoro, noi dobbiamo fare il nostro. Fatto ben intendere questo, proseguo lungo la passerella, proprio come m'ha chiesto il rosso, pronto una volta raggiunto il ponte ad avviarmi alla ricerca di Urako e del capitano. Speriamo di trovarli nello stesso posto.



A-Ah, centro. Eccola lì, insieme alla porta che da sulla stanza del capitano. Raggiunto l'atrio della stanza, avanzo qualche passo verso la ragazza, non dandole altro che il mio sorriso. Un po' beffardo, devo ammetterlo, ma quant'è successo mi si è impresso nella testa e difficilmente tratterrò gli sghignazzi. Ormai prossimo alla porta, posso finalmente parlarle. Non prima di averle fatto l'occhiolino, si intende. « Da lupo di mare, vado avanti io. » Faccio ad entrambi, mentre sollevo il bastone da terra e lo sbatto tre volte contro il legno. « Signor Capitano? Siamo i ninja di Kiri che avete richiesto, vi chiediamo se abbiamo il permesso di entrare. »


 
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view post Posted on 15/1/2017, 14:08     +1   -1
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L’occhio di Yu cadde solo in quel momento sul nome peculiare della nave. Incisa sullo scafo, a chiare lettere, stava la scritta “Ookina oshiri”. Davvero divertente.
Difficile capire se fosse un buon augurio o se si riferisse alla grossa carena dell’imbarcazione, tuttavia “Grande culo” era proprio un nome bizzarro, soprattutto se ricollegato al probabile attacco di dissenteria avuto dal marinaio, giusto qualche attimo prima.
Ma cavolate a parte, era ora di andare. Un nome era un semplice nome e il loro compito lì aveva a che fare con ben altro rispetto a questo. O almeno così credeva, dato che, in realtà, avevano ben poche indicazioni a riguardo. Probabilmente andando da quel Barbapomellata si sarebbero schiariti le idee. Dovevano solo attraversare la passerella, salire sul ponte ed andare in cabina. Facile, no? Estremamente facile, ma prima di quel momento Urako l’avrebbe gentilmente estasiato con una delle sue uscite. Era la prima volta che la sentiva dare ordini, perdendo quella buona educazione che da sempre l’aveva caratterizzata. Anzi, a dirla tutta per un momento gli parve di rivedere la ragazzina spocchiosa che si nascondeva negli alberi, ma senza bisogno di sparire tra le foglie.
Inutile dire che la reazione di Yu a quella sottospecie di direttiva fu istantanea. Non le lasciò nemmeno il tempo di sparire a razzo con la cassa in mano, prima di mettersi a ridere tenendosi la pancia. E non era che lo facesse per prenderla in giro, eh…Nonono, assolutamente….forse giusto un pochino. Ma la maggior parte di quelle risate erano dovute al voltafaccia della moretta, che fino a quel momento aveva spiccicato si e no due parole in croce. Dal canto suo Yu non aveva la benchè minima intenzione di obbedire. Primo, prendere ordini da chi era suo parigrado gli piaceva tanto quanto darli; secondo, in quel team non gli risultava che qualcuno fosse stato dotato dell’autorità per poterlo fare; terzo, con tutto il dovuto rispetto, lui era lì per fare da scorta alla nave, non il mozzo; quarto, beh, la manina a Shi, se voleva, poteva dargliela lei.


Ah, sicuramente. Stava ancora sghignazzando quando gli giunsero all’orecchio le parole del ragazzone. Risposta sarcastica, ovviamente. Non avrebbe toccato con un solo dito quella cassa e il cenno di Shi gli fece capire che lui era del suo stesso avviso. Sì, meglio che andiamo. Non sia mai che venga lei a prenderci per manina, perché siamo in ritardo.

Chiarite le posizioni, i due si avviarono sulla nave come pattuito poco prima: Shi davanti e Yu a chiudere la fila. Giunti sul ponte, senza che nessuno fosse caduto in mare, si diressero sottocoperta, dove trovarono la moretta dritta ed impettita di fronte ad una porta, presumibilmente quella del Capitano.
Il Rosso ancora sogghignava da prima, e non appena la ragazza fu a portata d’orecchio nessuno le risparmiò un ringraziamento firmato Yu. D’altronde il ragazzo non ce la faceva a stare zitto, proprio come non riusciva a smettere di ridacchiare divertito.


Urako-Taichou! La canzonò, chiamandola Capitano, con lo stesso sorriso che aveva quel giorno in cui la ragazzina saltò dietro una palla di fieno, spaventata dal muggire di una mucca. Mi raccomando, sii clemente con le nostre valutazioni a fine missione.

E lui sapeva quanto fossero fastidiose quelle schede da compilare. Specie se poi c’era Fuyu che si lamentava come una megera di qualsiasi cosa ci fosse scritta. A proposito di quell’Anbu, chissà come l’avrebbe seguito questa volta? Si sarebbe nascosto da qualche parte sulla nave? Li avrebbe seguiti camminando sull’acqua? Difficile dirlo…e poi, in qualunque caso, avrebbe trovato di che lamentarsi con Yu. Come se fosse colpa sua se gli avevano dato quella missione.
Pazienza, era qualcosa a cui stava iniziando a fare il callo ormai, ora era più importante capire qualcosa di più su quel compito di scorta per cui erano stati chiamati.
Ci pensò Shi a farsi avanti per tutti. Alzò il bastone sbattendolo contro il legno due o tre volte e contemporaneamente fece una breve presentazione introducendo il loro arrivo al Capitano. Il Rosso fu più che contento che ad occuparsene fosse stato lui, perché stava ancora ridendo e non credeva avrebbe avuto la compostezza adatta per proferire alcunchè di serio ancora per un po’. Fece il possibile, però, per levarsi quel sorriso ghignante dalla faccia, almeno prima di presentarsi al cospetto di quel Barbapomellata.


Mi domando che tipo sia, per avere un nome tanto strano. Ah! E speriamo non stia male pure lui! Sarebbe proprio un bel guaio.

 
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view post Posted on 15/1/2017, 20:16     +1   -1
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Avrebbe mollato la ciocca di capelli appena avesse udito i tonfi del bastone di Shi sul pavimento; difficile in ogni caso sbagliarsi, visto che di marinai non ce n'erano in giro neanche per sbaglio.
Si sarebbe preparata al peggio ma nnnnò. No che non si è offeso, nessuno dei due si è offeso, almeno in apparenza.
Yu sghignazza senza ritegno, Shi non si fa pregare prima di sfoderare un occhiolino e un ghigno ma almeno si sta zitto, a quel punto Yu attacca con le sue battutelle del cavolo e ok, potrebbe anche sorvolare visto che se l'è cercata... ma Urako-taichou non si può proprio sentire. Due sfottò in uno, perché un capitano chiamato per nome non s'è mai sentito.
E l'ha fatto a posta, sicuro quant'è vero che il mare è salato.

“L'avete portata a bordo la cassa?” sibila contegnosa, tentando di mantenere una parvenza di dignità con le unghie e con i denti; qualcosa però le dice che conosce già la risposta, e la cosa le fa saltare la mosca al naso. Non è che loro debbano fare quello che dice lei, è normale che non lo facciano, però... però le fa saltare la mosca al naso punto, anche se non può farci niente se le loro madri non hanno insegnato loro le buone maniere, e come ci si deve porre con gli adulti. È un miracolo che non abbiano ancora cercato di buttarla a mare. E poi quel cameratismo puzza lontano due chilometri, peggio del molo peschereccio al rientro delle barche.
Un pensiero si fa strada, rapido e insinuante, nella mente della ragazzina: cosa si saranno detti quei due, mentre lei era fuori portata?

Ecco, ora quel caldo agitato è crollato, abbattuto da una sensazione terribile di freddo.
Diamine, pessimo.
Avrebbe dovuto mordersi la lingua.
Accidenti a lei.
Due ragazzi a cui ha mostrato il fianco sono insieme a lei sulla stessa barca e lei che fa?
Li punzecchia.
Come se non sapesse quanto siano pettegoli i maschi. Due maschi a cui, tra l'altro, ha mostrato più volte il suo tenero e morbido fianco da tredicenne paranoica.

….......


Il sangue che le ruggisce nelle orecchie non le fa cogliere una singola parola di quello che il corvino dice, battendo il bastone contro il legno della porta.
Le sembrava di aver visto dei sacchi a bordo.
Chissà se contengono sabbia.

 
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Rainbow Man
view post Posted on 22/1/2017, 12:27     +1   -1





SI SALPA!


???: "OH, sì, prego... entrate pure!"

Dei grossi pesci finti adornavano le pareti insieme ad ancore e reti da pesca; un grosso armadio color ciliegio nascondeva un tessuto nero sulla parete; un tavolo circolare dello stesso legno si poggiava su un tappeto apparentemente costoso e dal colore scuro. La stanza aveva altre porte al suo interno e alla loro visti vi era soltanto una sorta di salottino con tanto di divano in pelle, ma dalle rifiniture sgualcite dal tempo. Un uomo non troppo alto, robusto e dalla evidente pancia gonfia si alzò di scatto abbandonando la tazza di thé fumante, dirigendosi verso l'attaccapanni che conservava la sua mantella blu e il suo cappello da marinaio. Si girò verso gli shinobi mostrando la sua evidente sottoveste da notte e le pantofole ai piedi, segno che da ben poco tempo si era alzato dal suo letto. Il suo sguardo era guercio e forse uno dei suoi occhi era di vetro, mentre la mantella e il cappello bianco -indicante il suo grado- sembravano tipici del vecchio capitano. Tuttavia ciò che saltò di più all'occhio degli shinobi fu quella strana barba a macchie che sicuramente era la protagonista del suo curioso soprannome.

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Si tolse la pipa ancora spenta dalla bocca e interloquì con i nuovi arrivati con una voce rauca, accompagnata dalla sua solita espressione.

Barbapomellata: "Arrrr... che ci fate qui? Dove sono i miei uomini e perché non siamo già partiti? Arrrr..."

Lo avevano colto nel pieno del suo relax mattutino e senza alcun avviso da parte di uno dei suoi marinai: di solito erano i suoi uomini a presentargli gli shinobi di turno, ma questa volta i tre arrivarono direttamente alla sua cabina privata. Insospettito dalla situazione, scavalcò il gruppo uscendo dalla sua cabina e ricercò la sua ciurma a lavoro sul ponte: neanche un anima viva.

Barbapomellata: "Arrrr... sembra che quei pigroni se la siano presa comoda oggi. Lo sapevo che ieri sera non avrebbero dovuto festeggiare fino a tardi! Beh, al meno il carico di merci è pronto e possiamo salpare. Arrrr..."

Si girò finalmente verso i tre ragazzi degnandoli della giusta attenzione: una ragazzina, uno zoppo e un rosso. Una donna in barca non avrebbe portato niente di buono, figuriamoci quanto poteva essere utile un ragazzo con il bastone; ormai Kiri sottovalutava sempre di più questo viaggio e la catastrofe sarebbe arrivata da un momento all'altro, proprio quando meno se lo potevano aspettare. Diede i suoi primi ordini ai ragazzi con un tono deciso, come un uomo di esperienza e vecchio lupo di mare poteva fare.

Barbapomellata: "Arrrr... tu ragazzo dai capelli rossi, sai issare un'ancora? E' il momento di provare. Mi occuperò io di spiegare le vele e far salpare la Ookina oshiri. Voi due invece, andate sottocoperta e svegliate quei dormiglioni dei miei uomini! Arrrr..."

Era panciuto, ma saltò sulle reti come fosse un giovincello; afferrò delle funi e sciolse in questo modo la grande vela. Poi agguantò altre corde dall'albero maestro e si girò verso i tre ragazzi prima che potessero allontanarsi troppo.

Barbapomellata: "Arrr, dimenticavo! Su questa nave niente ninjutsu. SONO STATO CHIARO?!?! ARRRR..."

Urlò a squarciagola con fare arrabbiato, come se i tre shinobi avessero già disobbedito al suo ordine: troppi ragazzini equipaggiati di coprifronte gli avevano danneggiato la sua amata Ookina oshiri con quegli stupidi giochetti con il chakra.

GdR Off//
Scusate per il ritardo, da adesso non ci saranno più problemi. Cerchiamo di evitare più giri di post finché non è necessario così procediamo più spediti nel pieno della trama, o rischiamo di finire tardi.

Barbapomellata ha dato i suoi ordini, ma come sempre vi lascio role libero con una sola raccomandazione: in mare la collaborazione e la dittatura sono fondamentali per sopravvivere.
Le direttive sulla missione vi saranno descritte poco più avanti, quando il veliero sarà stabile in alto mare e non sarete in ritardo sulla tabella di marcia.

Sottocoperta troverete: la cucina, i cessi, la sala merci, e una grossa sala dove i tavoli sono attaccati sul soffitto e le amache ancora montate. I marinai... li trovate a spingersi e a lottare per occupare gli unici 4 bagni. Sono 12 uomini in tutto.

Nessuna Ninjutsu può essere utilizzata finché siete sulla nave. Taijutsu, Bukijutsu, Genjutsu e Fuuinjutsu si posso fare senza problemi.

Ringrazio .:.Honami.:. per avermi editato l'immagine!

Edited by Rainbow Man - 29/1/2017, 17:57
 
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