“Ah capisco.” Sì, capiva perfettamente e la disgustava. Il Clan descrittole da Fujie-sama, per certi versi somigliava al suo, ma in realtà era profondamente diverso, quasi l’opposto. Se non aveva frainteso le parole della donna, i membri di quel gruppo di ninja utilizzavano delle bambole di legno da far combattere al proprio posto, mentre loro se ne restavano al sicuro nelle retrovie, controllandole con un metodo oscuro anche al Nashibi stesso. Era un modo di fare da vigliacchi, quello, non le piaceva. Lei che era stata abituata a trattare i propri Kashin come dei compagni e di combattere al loro fianco, non riusciva proprio a mandare giù il modo di fare di quei…Marionettisti. Certo, quelle loro bambole dovevano essere solo bambole, ben diverse dai suoi Vassalli che possedevano tutte le qualità di una creatura vivente in carne ed ossa, però non riusciva comunque a condividere quella filosofia. Non ci riusciva. Non era nelle sue corde, non nel suo Dna, tanto meno negli insegnamenti che aveva ricevuto. Le era del tutto estranea e così avrebbe dovuto restare. In cuor suo sperò di non doverci avere mai nulla a che fare, diversamente da Fujie che, a quanto aveva capito, doveva aver affrontato un esponente di quel Clan durante uno di quei Tornei per la selezione dei Chunin che si tenevano dei Grandi Villaggi.
In ogni caso, la donna si offrì di procurare uno di quegli arnesi a Yomikaze che, a quanto pareva ne aveva assoluto bisogno, in quanto, essendo un corpo senza coscienza, sarebbe stato semplice da controllare. Anche se il pericolo d’essere scoperto non era nullo. Il fantasma confermò, infatti, che gli Yamanaka lo avrebbero percepito in ogni caso, sia all’interno del corpo di una persona che all’interno di un semplice oggetto. Tuttavia il loro nuovo amico sembrava aver riacquisito una certa grinta poiché, nonostante questa possibilità, aveva deciso di provarci ugualmente. Se agirà da solo, sarà comunque complicato combattere con tutti quelli che avvertiranno la sua presenza. Senza contare che un corpo di legno non sarà difficile da danneggiare, potrebbe finire col perderlo prima di poter raggiungere il suo obiettivo. Per ogni domanda risolta, ne sorgevano altre. Quesiti che dipendevano tutti dalle capacità nascoste di Yomikaze e di quel Clan della Foglia di cui Mahiru non sapeva praticamente nulla. Però, di una cosa era certa…glielo avevano spiegato i suoi genitori quando era piccola e nel villaggio dove stava era giunto un manipolo di artisti girovaghi tra cui degli illusionisti. Nah…non persone brave nelle Genjutsu! Illusionisti! I cosiddetti “maghi”. Il loro lavoro si basava tutto nel far concentrare l’attenzione degli spettatori lontano da dove stava avvenendo il vero trucco. Era così che riuscivano a scatenare la meraviglia, facevano credere che la magia stesse avvenendo qui, e invece avveniva di là. Come gli aveva detto la mamma? Ah sì! “Più vicino guardi e meno vedrai.” le aveva sussurrato all’orecchio mentre lei, Kasai e gli altri ragazzini del Villaggio restavano incantati dalle cosiddette magie, interrogandosi su quale fosse il trucco. “Magari, se si riuscisse a spostare l’attenzione degli Yamanaka altrove, si potrebbe almeno ritardare un poco l’inevitabile.” Se ne uscì dopo un po’ quasi parlando più a sé stessa che al fantasma o agli altri, per poi rivolgersi direttamente a Yomikaze. “Conta anche me per quando sarà ora! Fosse anche solo per poco, farò quello che posso per aiutarti!” Se anche avesse dovuto semplicemente fare da esca con Shinya o Hōseki per distrarre un po’ i membri del Clan dal fantasma, lo avrebbe fatto. Aveva preso a cuore la storia dello Spettro e non aveva proprio intenzione di restarne fuori proprio ora. Tanto ormai ci era troppo imbrigliata per fregarsene!
Fu a quel punto che giunse la proposta di Raion, ma, per qualche ragione, non voleva condividere i dettagli con loro. Sembrava, in fin dei conti, che anche il Palliduccio, nonostante criticasse tanto Kiiro, avesse qualcosa da nascondere. Come si dice? Che di solito critichiamo gli altri per difetti che noi stessi possediamo? Qualcosa del genere. Forse, alla fine, Raion se la prendeva così tanto con il biondino, perché, inconsciamente, vedeva riflesso in lui una o più parti di sé. O più probabilmente non se ne rendeva proprio conto. Vabbè non erano affari suoi. Osservò giusto Yomikaze che si era imbambolato di nuovo, evidentemente discorrendo su linea privata con Raion, fino a quando proprio il fantasma non avvertì il gruppo dell’arrivo di altri Shinobi. Sembrava fosse giunto il momento di salutarsi per l’ennesima volta. Ma, in quell’occasione, Yomikaze lasciò intendere che si sarebbero rivisti, o meglio…che li avrebbe aspettati in quel luogo quando fosse giunto il tempo. “Alla prossima Yomikaze!” Fece giusto in tempo a dire questo Mahiru, prima che il fantasma sprofondasse nuovamente nel suolo e i ninja di Konoha giungessero sul posto. Erano in quattro, ma tre di loro se ne andarono presto ridacchiando: erano stati inviati per via di un allarme incendio - ops! - ma constatato come non vi fosse nessuna traccia di fiamme, sminuirono il tutto a delle semplici visioni collettive. L’unico Shinobi rimasto, un tale Nakashima come si sarebbe presentato di lì a poco, si dedicò a Fujie per la faccenda degli alberi da piantare, ma non senza rivolgere uno sguardo incuriosito ai tre ragazzini di troppo e aver fatto qualche battuta di spirito a riguardo. Non sembrava prendere la cosa sul serio come c’era scritto nella lettera, quel tipo, comunque, dopo qualche momento di gioviale convivialità, si mise all’opera. Compose appena qualche sigillo per poi sbattere una mano al suolo. Il terreno tremò violentemente, abbastanza da costringere la piccola Shura a reggersi sul tronco di uno degli alberi sopravvissuti alla furia distruttrice di Fujie la volta precedente. Ma che cavolo…?Assurdo! In pochi istanti, gli arbusti stitici piantati dalla Rossa e da Mahiru erano diventati dei maestosi alberi, al pari di quelli già presenti nello Shoji, andando a rinfoltire la vegetazione del boschetto che, presto, tornò bello folto, tanto da coprire la vista del Villaggio della Foglia.
Poco dopo Nakashima se ne andò, così come era venuto, e i quattro rimasero da soli. Il sole stava ormai tramontando e presto le ombre avrebbero reso lo Shoji spettrale come era parso a Mahiru la prima volta che vi aveva messo piede. Adesso, però, avevano qualcosa in comune loro quattro, un amico da aiutare. L’unica difficoltà sarebbe stata trovarsi nuovamente tutti assieme lì…e poi, a dirla tutta, non era sicurissima dell’appoggio di Kiiro e di Raion, anche se quest’ultimo le pareva più propenso del biondo. La sola soluzione plausibile era accordarsi in precedenza, infondo era impossibile incontrarsi di nuovo tutti lì per caso. Adesso o mai più, prima che ognuno di loro tornasse sui suoi passi per tornare a casa propria, dovevano fare due parole e decidere chi aveva intenzione di dare un mano e quando. “Prima di andare…dovremmo metterci d’accordo su quando tornare qui, non vi pare?” Chiese a tutti per poi rivolgersi direttamente alla Rossa che aveva anche un compito da svolgere nel proprio Villaggio per conto di Yomikaze. “Hai qualche suggerimento? Ma soprattutto…non ti caccerai in qualche guaio con quella storia del fantoccio?
GdR Off || E a momenti mi scordavo di scriverti due parole Teo XD Bello, bello, bello. Come la prima parte, la storia di Yomikaze mi ha intrippata assai e, a 'sto punto, non vedo l'ora di giocare il sequel! ^^ || GdR On
Edited by Lucifergirl88 - 13/1/2017, 23:59