”Sì, Shinya. Il mio Kashin.” Rispose Mahiru a quel lieve sussurro dello Spettro. “Sai, il coniglio nero, alto due volte me, che c’era l’altra volta.” Mimò ogni singola parola con dei gesti, per rendere meglio l’idea. Allungò le mani come se stesse modellando degli orecchi sulla sua testa e poi allungò le braccia verso l’alto per precisare quanto fosse possente il Kashin - ovviamente era troppo bassa per essere precisa, ma l’importante era che si capisse. Per qualche ragione il fantasma sembrava incuriosito dal suo Vassallo…o forse semplicemente non si ricordava come si chiamasse, chissà! L’importante era che non se la fosse presa per il nomignolo che gli aveva affibbiato. Non conoscendo il suo nome, quella era l’unica parola che le fosse venuta in mente per definire quello spirito. Un’anima errante, un randagio. Quindi Nora. Era da quando era piccola che le avevano insegnavano che i nomi erano importanti. Un nome dava potere, definiva ed imbrigliava…nel suo caso, era anche capace di dare la vita ad un Vassallo. Insomma non si potevano dare a caso! E, in quel momento, quel soprannome che aveva dato al fantasma le sembrava il più adatto a lui.
Non sapeva se fosse per quello o per reale interesse nell’aiutare quel loro gruppetto scapestrato, tuttavia Nora sembrò interessarsi alla sua richiesta, che coincise con quella di Fujie, arrivata qualche secondo dopo. Lo vide voltare leggermente il proprio corpo traslucido verso la rissa che si stava svolgendo, come se stesse valutando l’idea di intervenire o meno.
Raion e Kiiro sembravano gli attori di uno di quegli spettacoli teatrali ben orchestrati: i loro movimenti erano cadenzati, l’uno nel colpire, l’altro nel ricevere…e Mahiru proprio non capiva perché diavolo quel biondino non cercasse, quanto meno, d’assestare un calcio nelle parti basse dell’altro: Raion era così concentrato nell’urlargli contro e colpirlo, che pareva non essersi minimamente accorto di tutti i tagli che aveva sul corpo. No, Mahiru, non va bene. Non farti coinvolgere, per tutti i Kami!
Fu più o meno in quel momento che Fujie che, diligentemente continuava a piantare gli alberelli come da suo compito, fece una domanda allo Spettro. La più logica, la più giusta. Gli chiese il suo nome, sempre che lo ricordasse. L’attenzione della piccola Shura tornò sul corpo semitrasparente del fantasma. Stava sprofondando nel terreno, come se avesse deciso di muoversi attraverso di esso per raggiungere i due ragazzi senza farsi notare, ma si bloccò quando le parole della Rossa lo raggiunsero. Parve pensarci, come se valutasse l’opportunità, ma alla fine disse che Nora andava bene, nonostante ricordasse il proprio vero nome. “No, no aspetta!” Si affrettò quindi Mahiru. “Se ricordi il tuo nome, dovresti usare quello. I nomi sono importanti!” Per quanto continuasse a pensare che Nora, Randagio, gli si addicesse un sacco in quel momento, la ragazzina non riuscì a nascondere né lo stupore, né tanto meno l’urgenza di comunicare quella cosa. Non era giusto privarsi del proprio nome, sarebbe stato come negare qualsiasi cosa si fosse stati in precedenza. Sembrava quasi che lo Spettro avesse colto quell’occasione per dare un taglio alla sua esistenza fino a quel momento. E per quanto fosse effettivamente corretto dire che non fosse più ciò che era prima di diventare un semplice spirito errante, da un certo punto di vista non era completamente vero.
Tuttavia non ci fu tempo per replicare ulteriormente. Nora si tuffò nel terreno scomparendo alla vista della Genin, per poi riapparire, qualche istante dopo, tra i due ragazzini che si stavano azzuffando, riuscendo miracolosamente a bloccarli. Se ne stette un po’ lì come ad osservarli, come se vedesse altro oltre ai volti di Kiiro e Raion, per un tempo interminabile. Abbastanza perché Mahiru si accorgesse di quello che stava combinando Fujie. Proprio come lo Spettro, pareva che anche la Jonin avesse la mente da un’altra parte, perché, mentre preparava gli alloggi per le piantine, aveva scavato una fossa che avrebbe permesso ad ella stessa di starci dentro. Di questo passo la chiameranno di nuovo per sistemare.
Mahiru si avvicinò dunque alla donna, poggiandole una mano sulla spalla nel tentativo di riportare la sua attenzione su cosa stava facendo. “Fujie-sama? Fujie-sama!” Chiamò. “Hai intenzione di nasconderci un cadavere in quella fossa?”
Non fece caso all’allontanarsi dello spettro dai due giovani che si stavano azzuffando fino a qualche attimo prima. Si era accucciata affianco alla Rossa per aiutarla in quello che pareva un lavoro piuttosto noioso e ripetitivo, abbastanza da dare modo alla Jonin di perdersi in chissà che pensieri. Questo, almeno fino a quando Nora non iniziò a parlare.
Con un discorso un po’ sconnesso che le ricordò molto il suo modo di esprimersi utilizzato la volta precedente, il fantasma sembrò tentare di far comprendere ai due che quel loro modo di comportarsi non avrebbe condotto a nulla di buono. Attraverso quella che era stata la sua esperienza, attraverso ciò che lo aveva reso quello che era in quel preciso istante, Nora parve voler dare un avvertimento. Un avvertimento che i ragazzi compreso appieno, almeno Kiiro che rigirò quelle stesse parole a Raion. O magari vuole semplicemente fare due chiacchiere con noi.
Ciò che era sicuro, era che la sua fosse una storia triste. In quelle frasi mozzate sembrava nascondersi un’immensa tristezza, e come avrebbe potuto essere altrimenti? Se ciò che diceva era la verità, Nora era stato ingannato, tradito ed infine bandito pur non essendo il reale colpevole. Il suo stesso clan, quegli Yamanaka che aveva nominato la volta precedente, lo avevano ritenuto responsabile dell’accaduto e, quindi, esiliato. Ma possibile che tra tutti i membri di quella famiglia non ce ne fosse nemmeno uno che credesse a lui? Insomma, non meritava il beneficio del dubbio? “Ha ragione.” Si accodò quindi alla donna che aveva espresso i suoi stessi dubbi. “Non c’è nessun amico che possa spezzare una lancia in tuo favore?” Gli occhi della ragazzina si crucciarono prima che aggiungesse “O magari un testimone. Capisco l’essere pavidi, ma se ci fosse anche solo una persona che ha visto qualcosa, quella dovrebbe avere il dovere di fare sentire la propria voce.” Ci credeva davvero. Perché se esisteva solo un filo di ragnatela a cui aggrapparsi per uscire dall’inferno, era giusto provarci. E se questo filo era in mano ad altri, quell’individuo non avrebbe dovuto tirarsi indietro: dalle sue parole poteva dipendere la vita di qualcun altro! Era anche vero, però, quello che Fujie aveva lasciato intendere tra le righe. Loro non avevano idea di quanto tempo fosse trascorso dal fatto e, il fantasma, pareva avere una concezione di tempo molto dilatata rispetto a quella delle normali persone. Per lui le ore erano minuti, i mesi giorni…Da un certo punto di vista era un po’ come Mahiru. Nora non avvertiva lo scorrere del tempo, mentre la ragazzina era ferma allo stesso punto pur vedendo gli anni passare. Un’eterna bambina e un fantasma per cui il tempo era diventato solamente qualcosa di superfluo. Forse non sarebbe nemmeno stato in grado di dire loro quando fosse accaduto ciò che lo aveva ridotto così. Ma per quanto un clan potesse cercare di insabbiare le proprie rogne, la notizia di qualcuno che viene dato per traditore era un avvenimento non da poco. Rimbombava come un eco in ogni angolo del Villaggio, assieme alle circostanze che avevano portato a quella decisione. Di loro, solo Raion avrebbe potuto saperne qualcosa, forse, ma valeva la pena tentare. “Ascolta ma…che cosa stavi cercando di smascherare? E chi di preciso?” Si fece avanti, voltando un attimo il viso mentre aiutava la Rossa a piantare gli alberelli e il sole stava ormai cominciando il suo arco discendente. “Te lo ricordi?”
Edited by Lucifergirl88 - 2/1/2017, 13:50