[Evento live gruppo 4] Neve, Per gaeshi, lenoir, Honami, karen91, R.A.B

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view post Posted on 22/12/2016, 15:24     +1   -1

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Calda neve


Cadde la neve su yuki no kuni, cadde per tutto l'inverno e lasciò dietro di sé un bianco lenzuolo che copriva tutta la fredda terra. Persino la luna volle rendere ancor più celestiale il paesaggio, così si mostrò più bianca e luminosa che mai. A rompere la monotonia di quel paradiso ci pensò il Daimyo con il suo maniero, difficile spiegare come un castello costruito con gelida pietra potesse emanare un tale calore. La musica, i buonissimi profumi che venivano dalla cucina e il rumore assordante delle risate che venivano dalle sale davano un senso di pace a chiunque fosse stato abbastanza vicino. Ma perché avventurarsi fino al paese della neve? Che motivazione potevano mai avere dei ninja per trovarsi li? Poteva suonare strano ma era stato il daimyo stesso a convocarli, infatti a tutti i kage dei paesi vicini erano stati richiesti alcuni genin per una missione di rango D: Presenziare alla serata del Daimyo in rappresentanza del proprio villaggio. Una paga modesta, vitto e alloggio da re e un paesaggio mozzafiato, cosa chiedere di più?. Appena arrivati gli ospiti vennero accolti da alcuni domestici che gli avrebbero portati tutti nella grandissima sala pranzo, qui ciascuno si sarebbe potuto sedere al suo posto aspettando il padrone di casa. Da gran signore quale era Asashige non si fece attendere e prima di dare inizio alla cena decise di cimentarsi in un breve discorso.

"Cari ospiti buonasera, sono contento che abbiate accettato il mio invito e non ho voglia di farvi aspettare, sarò breve anzi brevissimo. Il paese della neve è stato per troppo tempo chiuso in sé stesso e confido che questa cena sarà un'ottima occasione per ribadire la nostra benevolenza nei confronti delle grandi nazioni! A tal proposito propongo un brindisi per i coraggiosi ninja venuti come ambasciatori da kumo ed iwa!"


Ci fu un grandissimo applauso e prima che potessero aprir bocca nei bicchieri dei nostri baldi giovani venne versato del vinoh. Tutti li osservavano ansiosi si vederli bere il frutto della vite, nessuno aveva pensato anche solo per un momento che essendo giovani non potessero bere alcolici. Eppure se avessero rifiutato sarebbero certamente passati per guastafeste e in qualità di ambasciatori non sarebbe stato saggio.

Gdroff// Allora karen, scegli tu come arrivi alla festa, la notizia sarà certamente arrivata ad aka. Per tutti gli altri, scegliete se farevi meno i guastafeste^^.


P.s Ho scritto vinoh con la h, ed è giusto così u.u
 
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view post Posted on 22/12/2016, 19:22     +1   -1
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La missione era inusitata, almeno secondo l'esperienza di Juuhachi... Un'esperienza diretta assai ridotta, ma comunque esistente.
La missione consisteva nel presenziare a una festa a casa del Daimyo.
Nessun recupero, nessuna ispezione, solo andare lì, farsi vedere, mangiare e dormire a spese del signorotto locale.

"Beh, gli ordini sono semplici, sarà facile obbedire. Vediamo... Paese della Neve, sì... Richiede equipaggiamento specializzato? No... Perfetto."

Nessuno aveva mai portato Juuhachi a una festa, quindi non sapeva che ci fosse l'abitudine di vestirsi bene per partecipare a eventi mondani. Poiché nella missiva di convocazione non era stato scritto niente, lei si abbigliò come al solito: coperta di bende dalla testa ai piedi, con la mantellina viola dotata di cappuccio e il coprifronte della Roccia legato al collo.
Invece di girare scalza come al solito, però, si procurò degli stivaletti chiusi sapendo che avrebbe dovuto calpestare la neve. Non aveva certo paura del freddo, ma non voleva rischiare fastidi come l'ipotermia o la perdita di un dito del piede.

Non aveva notizie di altri rappresentati di Iwa convocati, quindi compì il viaggio da sola, tenendo le armi nascoste sotto la mantella e percependo via via il clima che cambiava. Faceva sempre più freddo man mano che si avvicinava a Yuki no Kuni, e quando vide per la prima volta quella roba bianca e gelida di cui aveva solo letto nei libri, si fermò incredula.

"Non è allo stato liquido... Ma nemmeno completamente solido! Affascinante!"

Ne prese una manciata fra le dita bendate, la strinse e la lasciò cadere. Poi riprese a correre. Era in missione, non aveva tempo per giocare...
...E poi non aveva idea di cosa fosse il gioco, tantomeno quello con la neve.

Giunse alla dimora del Daimyo e si presentò mostrando documenti, coprifronte e tutto. Attirò non pochi sguardi perplessi, ma era in regola: era solo vestita strana, e se ne rese conto quando cominciò a vedere kimono eleganti, stoffe di pregiata fattura, colori e sfarzo.
Lei spiccava, per forza di cose. Ma se ne preoccupò? No di certo. Chinò garbatamente la testa per ringraziare quando le diedero il vino, e continuò a essere tranquilla come prima.
Era abituata ad attirare l'attenzione, e anzi, si divertiva quando il suo udito raffinato captava qualche commento fatto per essere segreto.
Anche quella sera, alla festa, avrebbe tenuto le orecchie ben tese e attente.

"E ora... Dovrei berlo?"

Attese, col bicchiere in mano, e spostò gli occhi verso gli "ambasciatori" di Kumo. Avrebbe studiato le loro mosse, e se avesse capito che era appropriato bere anche per loro -sapeva di essere sotto il limite legale per l'alcool, ed era abbastanza sicura di non essere la sola- avrebbe preso un microscopico sorso di vino.
Altrimenti avrebbe solo fatto il gesto di bere e non si sarebbe nemmeno bagnata le labbra.
Inutile intossicarsi la mente e il corpo con sostanze inadatte a potenziarlo: questo era uno degli insegnamenti dei dottori.
 
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view post Posted on 22/12/2016, 20:14     +1   -1

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La missione più semplice che avesse mai dovuto compiere. Almeno sulla carta.

Ora si trovava lì, in mezzo a decine di altolocati signorotti e damigelle che, lo avrebbe giurato, stavano fissando proprio lui. Poteva sentire anche alcuni loro commenti: "Che stranezza" disse una giovane donna pesantemente truccata, "Guarda cos'ha in testa..." commentò il ragazzo al suo fianco, coprendosi appena le labbra senza troppa premura.

Ignaro che i commenti fossero rivolti alla giovincella bendata al suo fianco -e dire che fosse strana era esser cortesi- abbassò imbarazzato lo sguardo e studiò il suo vestito elegante. Un kimono da uomo grigio scuro, decorazioni geometriche color panna e il simbolo di famiglia sulla schiena.

Era quello indossato tante volte dal padre che, in quell'occasione, lo riesumò dalla soffitta. "Sei proprio un figurino!" aveva commentato la madre mentre lo squadrava sorniona.

Effettivamente anche Reijiro apprezzava il vestiario -avrebbe tenuto in considerazione lo stile per la sua prossima divisa- ma un dettaglio stonava con l'insieme: i suoi capelli.
Santo cielo se erano fuori luogo! Tutti portavano il codino o altre acconciature degne di un nobile.

Era quello di cui stavano parlando i commensali, il Maniwa ne era sicuro.

Notò in quel momento alcuni volti familiari: Honami e Shion sedevano lontano da lui. Era stato informato della loro presenza alla festa ma non le aveva incrociate durante il viaggio.

Abbassò un altro po' il capo, e mormorò un ringraziamento alla cameriera che gli porse il vino.

Daimyo: A tal proposito propongo un brindisi per i coraggiosi ninja venuti come ambasciatori da Kumo ed Iwa! esclamò l'uomo, accendendo l'entusiasmo dei presenti.

(C-cosa...!?)

Non poteva bere! Insomma, era minorenne, sua madre l'avrebbe ucciso! Applaudì lentamente, alzando il capo e guardandosi attorno spaesato.

(Reijiro, Reijiro. Calmati. Non puoi rifiutarti di farlo, offenderesti il Daimyo!) ragionò, afferrando poi il calice con mano lievemente tremante, (Già non ci stai facendo bella figura, devi adattarti.)

Attese qualche secondo per non essere il primo ad attaccarsi al bicchiere e poi, chiudendo gli occhi e cercando di pensare ad altro, tracannò tutta la bevanda alcolica.

(... Sarebbe stato meglio assaggiarne solo un po'.) pensò col mento sollevato e il bicchiere più in alto della testa.

Non si aspettava un saporaccio del genere, acido e amaro assieme, e quella tremenda sensazione di calore in fondo alla bocca. Non sapeva come avrebbe reagito all'alcool e, in quel momento, poteva essere troppo tardi. Abbassò il bicchiere lentamente, impegnandosi per deglutire il tutto, e fissò il vuoto di fronte a sé.

(Sei un deficiente!)




 
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view post Posted on 23/12/2016, 08:24     +1   -1
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Stretta nel kimono color crema, la piccola esponente del clan del magnetismo si fa strada verso l'enorme maniero che le sta davanti affiancata dall'amica e compagna di viaggio Honami Yotsuki - dopo tutte le missioni affrontate assieme e il legame stretto non avrebbe dubbi nel definirla tale.

Gli occhi rosati si posano sulla neve candida, che, colpita dal bagliore della luna, anch'essa più bianca e splendente che mai, appare ancora più chiara, brillante e soffice.

Fa quasi venir voglia di tuffarcisi dentro, pensa continuando a camminare - chiaramente parecchio meno agitata del solito alla prospettiva di ciò a cui vanno incontro: la neve le piace e, nonostante non sia uno spettacolo inusuale per il villaggio montano di Kumo, quel manto bianco e luminoso, reso ancor più brillante da una luna lattescente, le pare uno spettacolo eccezionale - anche più del luogo verso cui sono dirette.

Eppure, nonostante il trambusto non l'avesse mai trovato una grande attrattiva, l'enorme castello di pietra dà un senso ancor maggiore di pace alla ragazza: sarà lo strano calore che emana nonostante il gelido materiale con cui è costruito e l'ambiente che lo circonda? O forse quell'invitante profumo che fa presagire un enorme e delizioso banchetto?

Eppure ha uno strano effetto magnetico, anche sulla sua amica forse - e subito, tirando un ultimo sguardo a quella neve che vorrebbe stringere tra le mani, accede al grande maniero: una volta data la buonasera ai domestici, che le fanno accomodare nel salone da pranzo, le risate assordanti e il chiacchiericcio la investono - eppure quella tranquillità stranamente rimane, si accorge mentre scruta ad occhi sgranati l'immensità e la sfarzosità del maniero.

Ancora si annuncia con timido saluto e un rispettoso cenno del capo - nessuno pare prestarvi attenzione. Le ragazze si accomodano, in attesa che il Daimyo arrivi: la loro missione? Semplicemente presenziare alla festa, per riceverne in cambio vitto, alloggio e una discreta paga - una missione di rango D anche troppo semplice per poter essere classificata tale: una tattica per migliorare i rapporti tra i villaggi - ritiene Shion.

Intavolare conversazione con la giovane Yotsuki le sembra la cosa migliore e più piacevole: "Come va?"; "Visto che splendido paesaggio? Di neve così neanche a Kumo se ne vede!" "Hai ricevuto altre missioni, Honami-chan?"

È visibilmente rilassata l'Akiyama, e indice di ciò è il sorriso disteso sul suo volto - tuttavia, quando le orecchie involontariamente captano i commenti degli altri invitati, smuove lo sguardo agitata attorno e sfioro la stoffa dei suoi abitati, facendola distendere con le dita: i commenti riguardo il vestiario però non sono rivolti a lei - o almeno lo spera. Per l'occasione ha optato per abiti eleganti - persino i lunghissimi capelli, candidi e morbidi, sono raccolti in una crocchia adornata da un fiore decorativo.

Aggiusta l'obi color pesca che le cinge la vita: con sé non ha più di tanto, se non dei senban shuriken - precauzione, le ha fatto notare prima che potesse partire disarmata la sorella maggiore, calcando sul fatto che si trattasse pur sempre di una missione.

Nel gettare sguardi qui e là non può che notare una ragazzina completamente bendata, il coprifronte di Iwa in bella mostra: è l'unica ad averlo - può accorgersi in fine che si tratta dell'unica ambasciatrice mandata dal villaggio della roccia.

Poi gli occhi si posano su una figura conosciuta, la cui presenza era già nota: Reijiro Maniwa del clan della gomma vulcanizzata sedeva piuttosto lontano da loro ed aveva probabilmente preso una strada diversa dalla loro nel viaggio verso il villaggio, tanto da non averlo mai incrociato lungo tutto il tragitto.

Resa nota la presenza del ragazzo anche ad Honami, fa per alzarsi e andare a salutarlo quando il Daimyo Asahige irrompe nella stanza: si limita a fargli un cenno con la mano e sorridergli quando anche lui s'accorge di loro, poi presta attenzione al discorso dell'uomo.

Si direbbe una persona davvero squisita, ad accoglierli così e organizzare un evento del genere per creare un legame tra i villaggi: non ha notato però che nessuno di loro ha raggiunto la maggiore età?

Pare di no perché, in seguito all'applauso a cui anche ella è partecipe, i loro calici sono davvero riempiti dal frutto della vite - la Kunoichi china la testa e ringrazia in segno di cortesia, ma poi fissa vacuamente il liquido scuro, storcendo un po' il naso: rifiutare dando l'idea di non accettare il dono dell'uomo ed emblematicamente l'offerta di un legame?

È stata mandata come ambasciatrice, e il compito che ha è ben chiaro: osserva Reijiro tracannare tutto il vino, la ragazza di Iwa non berne neanche un sorso e poi sposta lo sguardo verso Honami, sicuramente troppo piccola per quella bevanda.

Non possono uscirne tutti storditi per aver bevuto troppo e, nonostante alla ragazza l'alcool non piaccia affatto, non è forse meglio che ne beva un po' lei che è più grande piuttosto che la piccina?

Così, se non vorrà berlo per lo meno non tutti avranno lasciato la bevanda intoccata.

Porta il calice alla bocca e fa scendere giù il vino a piccoli, piccolissimi sorsi: il sapore amaro, davvero poco gradito e che le provoca un bruciore in gola la fa quasi rigettare - non sarebbe meglio finirla con un solo sorso? Eppure non ci riesce e, continuando a bere lentamente, per un frangente di tempo che pare un'eternità, si arresta infine quando del liquido è stata consumata a malapena la metà.

Poggia il bicchiere sul tavolo, poi stende le labbra in un sorriso di circostanza, sperando che il suo sforzo di accettare il dono sia sufficiente.
 
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.:.Honami.:.
view post Posted on 23/12/2016, 09:45     +1   -1




Legenda
"Parlato Honami"
*Pensato Honami*


Quel castello era stupendo. Ad Honami sembrava di essere entrata in una favola. Avvolta nel lungo mantello panna, in viaggio con Shion, le si erano illuminati gli occhi nel momento stesso in cui le luci del maniero erano comparse alla vista dei due: la luce gialla e accogliente delle finestre inondava il manto candido della neve, mescolandosi all’argento della luna. La neve era soffice sotto gli stivali eleganti, molto più soffice di quella a Kumo, molto più bella. Ne prese in mano una manciata e le venne una voglia matta di farne una palla e lanciarla scherzosamente a Shion, ma se iniziavano una battaglia a palle di neve non sarebbe finita sicuramente in tempo per la cena e la loro missione sarebbe fallita, avrebbero disubbidito agli ordini e.. Vabbè, sappiamo come sarebbe andata a finire. La lanciò in avanti e sorrise quando silenziosamente la pallina si unì al resto della neve. Amava la neve!

Ma amò ancor di più l’ambiente magico all’interno di quel maniero. Era pieno di ospiti e tutti sembravano essere dei nobili. Non è che bazzicava quegli ambienti, ma si capiva. Tutti impettiti, elegantissimi, con l’aria di sapere tutto. Normalmente li avrebbe presi in giro o comunque li avrebbe schifati, ma quella sera no. Quella sera era talmente entusiasta di trovarsi alla festa che si sentì anche lei una nobildonna. Perché? Non ci è dato saperlo in quanto nemmeno lei lo sapeva. In quell’elegante kimono lungo azzurro dai ricami floreali panna e le maniche lunghe e larghe (che per sicurezza nascondevano un paio di kunai), con i capelli mossi che le scendevano lungo le spalle raccolti in una mezza crocchia e la fascia blu a tenere il tutto in vita sul quale aveva appuntato il coprifronte di Kumo, si sentiva importante. Si guardava intorno sorridendo a chiunque le capitasse a tiro.

“Tutto bene Shion-chan! Sei bellissima questa sera!” “Prima volevo giocare a palle di neve con te, devo dirti la verità, ma era meglio di no..” “Sì qualcuna e fortunatamente è andato tutto bene. Dobbiamo assolutamente uscire insieme qualche volta, ci si vede solo nelle missioni!”

Chiacchierò amichevolmente con Shion, finchè non vide qualcuno, anzi qualcosa che attirò la sua attenzione: un luccichio argentato tra tutto l’oro dei nobili. Un coprifronte, ma non come il suo in quanto recava il simbolo della roccia. Le si illuminarono gli occhi. Un ninja di un altro villaggio. Lei adorava conoscere ninja stranieri, li trovava affascinanti. Quello poi. Era coperto tutto di bende. Lo fissò e quando parve che anche lui la stesse guardando, salutò con la mano. Si accorse poi che in realtà si trattava di una donna, anzi, di una ragazzina.

“Shion-chan, che ne dici se andiamo a conoscere la Kunoichi di Iwa?”

Fece per andare nella sua direzione ma in quel momento un’altra persona attirò la sua attenzione. Reijiro Maniwa se ne stava lì, anche lui elegantissimo, in mezzo agli invitati. Sorrise, ma fu bloccata. Ma non raggiunse mai nè la Kunoichi, nè il loro compagno. Un cameriere la bloccò, offrendole un bicchiere di vino, mentre il padrone di casa annunciava un brindisi nei loro confronti. Honami fu spiazzata: i suoi le proibivano di bere, ma lei aveva sempre desiderato provarla. Ogni volta che ne chiedeva un sorso le riempivano la testa di ramanzine sul fatto che fosse troppo piccola. E adesso? Glielo offrivano? In una missione? Sapeva che quella bevanda potesse offuscare la mente, ma rifiutarsi di bere sarebbe andato contro gli ordini della Raikage, e lei non voleva che succedesse quello. Quindi, con faccia furba come se finalmente avesse vinto la battaglia della vita, afferrò il calice. Annusò il contenuto e il sorriso si allargò. Poi osservò Shion: sembrava titubante, preoccupata. Forse nemmeno lei lo aveva mai provato. Allora decise che ci avrebbe pensato lei, le avrebbe fatto vedere che non c’era nulla da temere e le avrebbe dato coraggio.

Alzò il calice al cielo e sorrise al Daimyo.

“Salute!”

Annunciò, facendo capire che aveva apprezzato l’accoglienza e, finalmente, portò il liquido alla bocca. Prese una lunga sorsata e, quando il liquido arrivò in gola, sentì un bruciore improvviso. Sgranò gli occhi, ma non disse nulla: non se lo aspettava. Credeva che il sapore fosse di succo di frutta e non pensava minimamente che potesse bruciare. Però il sapore era buono. Dolce e forte allo stesso tempo. Il sorriso le si allargò, gli occhi lucidi e la testa leggera. Prese un altro sorso e andò avanti finchè il bicchiere non fu vuoto. Un piccola conquista per Honami.
 
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view post Posted on 23/12/2016, 15:40     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Era da un po’ che Fuyuki non faceva ritorno al covo. Le cose proseguivano con la dovuta calma ma con altrettanta noia. La povera kunoichi si trovava ancora da sola e senza la minima idea di come occupare al meglio il tempo. Tutto quello che faceva lì dentro le sembrava così superficiale, insomma non si sentiva mai abbastanza. Solitamente tendeva a rimanersene chiusa nella sua stanza, sfogliando documenti e scrivendo missive in vece del suo amato ma quella mattinata voleva cambiare aria. La decisione fu molto combattuta, un po’ come quella che aveva dovuto prendere il coniuge nel lasciarla in un posto del genere con un personale proprio poco raccomandabile. Tutti sapevano chi era ma nessuno si curava di lei, insomma come un vero e proprio fantasma. Le lasciavano i pasti davanti alla porta in segno di rispetto e quando si rivolgevano a lei i più timorosi si inchinavano ma la Hyuga era convinta che nessuno sapesse darsi una spiegazione su come una simile creatura avesse potuto fare ad entrare nella più famigerata organizzazione del mondo. Infondo nemmeno lei lo sapeva... anche se conosceva le sue doti, il carattere che possedeva parlava chiaro, nonostante cercasse in tutti i modi da quando era lì di tenere le distanze con coloro che abitavano la struttura ancora non ci riusciva. Riuscì a sbrigliarsi nel labirinto che conduceva nelle camere dei soggetti più rinomati e pericolosi, finché non arrivò ad un immenso salone molto alto, completamente scavato nella roccia come tutto del resto nel covo. Non c’era molta gente in giro, forse perché l’orario era quello che era. Chiaki non indossava nessun segno distintivo che la etichettasse per quella che era, si avvicinò con naturalezza ad un gruppetto di persone che parlava un po’ troppo ad alta voce, senza però smettere di guardarsi intorno estasiata. Chissà quale persona aveva realizzato quel nascondiglio con tanta cura? La sua espressione da ebete non sarebbe riuscita a levarsela con tanta facilità se non avesse udito le parole dell’uomo più muscoloso poggiato al muro.

- Insomma è una settimana che Nakazo Uno è scomparso dalla circolazione. L’ultima sua segnalazione riguarda quello strano evento indetto dal Daimiyo del Paese della Neve, sembra che sia stato selezionato dai piani alti per recarsi in quel posto. Ma non è assurdo che un signore detentore di un simile potere chiami a raccolta dei genin? La faccenda mi puzza sempre di più - disse discutendo animatamente con il resto del gruppo.

- Infondo è solo un moccioso, forse voleva un po’ di tempo per sé semplicemente e ha trovato una scusa - rispose il collega più mingherlino e dall’aria completamente trasandata, di chi fa una doccia a settimana è già dire tanto.

- Nonostante la sua età mi sembra un ragazzino con la testa sulle spalle, sono un po’ preoccupato. Le sue informazioni riguardo Kumogakure sono molto preziose per l’organizzazione se dovesse succedergli qualcosa... - commentò pensieroso, prima di venire interrotto da una piccola figura minuta.

- Posso saperne di più? - domandò curiosamente la quindicenne, facendo spuntare la sua chioma blu da dietro le spalle di un tipo piuttosto basso per essere un uomo.

Ci fu un lungo momento di silenzio, prima che il più imponente riprendesse il discorso. Non sembrava poi così convinto a voler raccontare la faccenda ad una fanciulla così carina e delicata almeno all’apparenza, ma così la pausa dai suoi doveri poteva durare di più; ogni scusa era buona per approfittarne. La Hyuga rimase in silenzio per gran parte del tempo, annuendo solo per far segno che stesse continuando ad ascoltare. Il succo del discorso era semplice: una delle spie del Villaggio della Nuvola era stata convocata in questa strana missione e non aveva dato più sue notizie agli altri nukenin addetti allo spionaggio. Questo scomparendo in una maniera così brusca aveva lasciato i suoi compiti scoperti, ed in un certo senso il narratore della vicenda sembrava seriamente preoccupato anche se cercava in tutti i modi di fare il duro. La kunoichi si lasciò talmente inglobare nel discorso che alla fine riuscì a raccogliere persino una descrizione dettagliata dell’individuo in questione. Non era poi così male mischiarsi tra gli altri traditori e far finta di nulla. Dopo aver fatto una specie di promessa sul ritrovamento di Nakazo ed aver ricevuto in cambio delle sonore risate, la giovane era tornata nei suoi alloggi. Doveva prepararsi al meglio se voleva entrare in quel luogo senza farsi scoprire.

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Stava ancora riflettendo sul perché le avessero riso in faccia quei loschi individui, affermando che ognuno doveva pensare per sé se voleva sopravvivere e che non avrebbe dovuto immischiarsi in faccende di non sua competenza. Probabilmente anche il suo amato le avrebbe detto qualcosa del genere ma lei voleva aiutare e non sentirsi poi così inutile... anche se in realtà tutto doveva fare tranne che sostenere l’Akatsuki. Eppure pensare che un giovane dodicenne si trovasse in balia di qualche strano uomo dalle passioni più impensabili, le faceva accapponare la pelle. Le era già capitato di trovarsi in una situazione simile e non sapeva nemmeno ora come avesse fatto ad uscirne incolume. Il tragitto fu lungo ma ormai viaggiare faceva parte delle abitudini di ogni rinnegato, persino per una come lei. Completamente imbardata per le temperature assurdamente basse, si diresse senza troppa esitazione verso l’immenso castello che sembrava voler toccare il cielo. La luna partecipava ad un macabro gioco di luci ed ombre, facendo apparire la residenza come un presagio di morte, del più classico racconto di paura. Una volta arrivata alle porte del maniero non tardò a mostrare i suoi documenti. Quando si trattava di procurarsi carte false, l’Akatsuki rimaneva sempre la migliore nel suo campo. I nobili erano tanti e ognuno acquisiva un titolo ogni giorno per le peggiori stupidaggini: bastava un investimento utile, la scoperta di qualche scavo prezioso, e tante altre ragioni ancora. La lasciarono passare senza troppe storie, aiutandola a liberarsi della pelliccia che adonava le sue piccole spalle. Non aveva simboli, né segni di riconoscimento particolare solo un ricercato travestimento da dama di corte. Un lungo kimono bianco le avvolgeva le forme da donna, finemente adornato con ricami d’oro e motivi floreali astratti del medesimo colore. I capelli blu notte non erano stati trattati ma solo acconciati in un pratico chignon che poco riusciva a contenerne l’immensa quantità. Per gli occhi non più pallidi come la luna invece era stata utilizzata la tecnica della trasformazione, donandogli una sfumatura verde acqua; era un segno troppo distinguibile per non essere notato. Prese a camminare tra i presenti con naturalezza, scambiando eleganti saluti solo con cenni del viso. Sembrava che il suo arrivo fosse uno degli ultimi perché ben presto l’organizzatore della serata allietò i presenti con un suo discorso di benvenuto. Lo sguardo della quindicenne andò immediatamente a frugare tra i presenti alla ricerca di quello che potesse essere il coprifronte di Kumo finché non adocchiò qualcuno che rispecchiasse la descrizione fornitole. Forse l’unico dubbio rimaneva l’età... sembrava più grande che fosse realmente lui? Tutti alzarono i calici al cielo in segno di benvenuto e altrettanto fece la nukenin, cercando di non sembrare una maleducata. L’odore di alcol nell’aria già le faceva girare la testa senza che avesse avuto modo di assaggiare il liquido color rosso nel bicchiere. Conoscendo il suo tallone d’Achille preferì appoggiare solo le labbra al bicchiere imitando perfettamente il procedimento di deglutizione. Nessuno avrebbe fatto caso a un simile dettaglio, infondo era una festa non una dittatura. Doveva rimanere lucida ed interagire assolutamente con quel Nakazo Uno.

Chiaki è convinta che il ragazzo che sta cercando sia Reijiro Maniwa perché le descrizioni fornitole combaciano quasi.

 
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view post Posted on 24/12/2016, 10:33     +1   -1

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Il frutto fella vite

Situazione particolare quella che dovettero affrontare i nostri eroi, da un lato l'impossibilità di bere, vuoi per la tenera età o per possibili rimproveri dei genitori, dall'altro avrebbero potuto recare offesa al Daimyo rifiutando il brindisi. Alla fine uno per volta tutti scelsero di bere il vino e ogni volta partirono urla e applausi, Juuhachi invece decise diversamente, certo provò a beffare tutti mimando il gesto o bagnandosi appena le labbra, ma il suo trucchetto venne scoperto e la sala smise di applaudire, anzi, iniziò a parlottare con fare sorpreso. Serata compromessa? Certamente se il daimyo non fosse intervenuto, e con abile mossa padronale cercò di sistemare la situazione.

Ehm, chiedo scusa signorina, mi ero totalmente scordato che nelle sue condizioni è proibito bere alcolici. Chiedo comunque un applauso perché nonostante le ferite ha voluto mantenere l'impegno preso signori.

E così il daimyo riuscì a strappare un applauso anche per la kunoichi di iwa. Un vero peccato che chi decise di assaporare il frutto della vite avesse peccato di ingenuità, infatti dopo qualche minuto, non appena l'alcol fece effetto accadde l'impensabile, quello che sembrava una comunissima bevanda si dimostrò essere...una bevanda. Mi dispiace, niente veleno, niente sonnifero o rapimenti era una semplicissima cena. Sul finire, dopo aver mangiato e bevuto molto, il padrone di casa iniziò a girare fra i posti a parlare con i vari invitati ed infine si rivolse anche ai genin.

Mi dispiace interrompere la vostra cena ma il mio assistente ha chiesto di voi.

Poi continuò sussurrando

Sembra ci sia una falla nella sicurezza...

Se avessero deciso di alzarsi sarebbero stati guidati dai domestici in un piccolo studio alla destra della sala. E chiaki? Ce ne siamo scordati? Assolutamente no, anche lei era di fronte ad una scelta: rischiare di avvicinarsi allo studio per intercettare reijiro oppure adottare un piano d'azione più cauto. Per quanto lontano dal mondo ninja gli invitati l'avrebbero sicuramente riconosciuta senza contare che probabilmente mascherati fra i nobili vi erano anche delle guardie o peggio, anbu.


In ogni caso, nonostante tutto, cadrà altra neve su yuki no kuni

Gdroff//Scegliete voi se seguire o meno il daimyo, non ci sono scelte giuste :guru: . Poi a voi stabilire quanto i vostri pg hanno mangiato/ bevuto e se sono o meno ubriachi.

P.s troll :rofl:
 
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view post Posted on 24/12/2016, 15:33     +1   -1
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Aveva tenuto d'occhio i presenti, soprattutto gli altri ninja di Kumo. Il ragazzo aveva tracannato il vino tutto d'un fiato, la ragazzina -che era più grande di lei ma non lo dimostrava molto- prese qualche sorso, e la sua compagna dimostrò molta più gioia nell'ingollare il liquido scuro.
Juuhachi invece si bagnò appena le labbra, e quel gesto a quanto pare non piacque.
Le sue orecchie fini percepirono una nuova ondata di parlotii e commenti, e questa volta non erano relativi al suo abbigliamento decisamente inusuale per una festa, bensì al suo gesto... Scortese? Non lo sapeva. Nessuno le aveva dato indicazioni.

"Nuova informazione ottenuta: alle feste se si brinda si deve bere."

Ormai però era tardi per rimediare, e poteva solo sperare di non aver fallito in maniera troppo esagerata... Ma il Daimyo venne in suo "soccorso" scusandosi addirittura, e giustificandola di fronte alla platea.
La kunoichi sorrise, anche se con le bende si notò solo un leggero sollevamento degli zigomi e delle labbra, e chinò la testa in ringraziamento al padrone di casa.
Tutti pensavano sempre che fosse ferita, e finora la cosa le era tornata assai utile.
Lo stupore negli occhi di chi si rendeva conto di averla sottovalutata era per lei un sottile piacere.

Non le era stato ordinato di interagire con i genin stranieri, quindi non si prese la briga di farlo. Si diresse al posto che le era stato assegnato e rispose a eventuali conversazioni, ma non ne iniziò mai una.
C'era cibo, molto cibo, e alcolici di ogni tipo. Juuhachi si astenne dal vino e bevve solo acqua o the, ma si rimpinzò adeguatamente con tutto quello che vide a portata di mano o bacchette. Soprattutto i dolci. Al laboratorio non gliene davano praticamente mai, e nel momento in cui era uscita nel mondo "reale" aveva scoperto quanto le piacessero e quanto fosse facile reperirli.
Banchettò lautamente, ma non si strafogò nonostante la possibilità ci fosse. Riempirsi troppo avrebbe comportato una riduzione delle sue capacità, e questo non sarebbe stato accettabile per un ninja della Roccia.

Quando il Daimyo si avvicinò a loro per comunicare che c'era un problema, lei scattò in piedi leggermente appesantita, ma capacissima di muoversi e combattere. Sperava, in tutta sincerità, che ci fosse da combattere, o quantomeno da agire... Perché la socialità non era proprio nelle sue fibre. Le avevano impartito un'istruzione generale, le avevano dato libri di etichetta e galateo, ma quella era la prima occasione pubblica in cui si mescolava a tanta gente... E, mancandole informazioni su come agire, non era sicura di poterne elaborare autonomamente di adatte.

«Subito, signore.»

Diede un'occhiata ai ragazzi di Kumo per vedere se anche loro avessero deciso di seguire i domestici, e in che condizioni erano. Notò che le due kunoichi avevano entrambe un dito di meno nella mano, cosa curiosa, ma ovviamente non chiese nulla.

"Forse un rituale? O un segno distintivo? O una punizione?"

A lei avevano tagliato e ricucito parti del corpo, ma era per studio, non per altro. Per farla diventare più forte, per servire al meglio Iwagakure.
E anche in quel momento, per portare onore al suo villaggio, si diresse verso lo studio appartato dove li condussero i servitori del Daimyo. Lì stette, in attesa di informazioni ulteriori, studiando l'ambiente in maniera discreta.
 
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view post Posted on 25/12/2016, 21:49     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Chiaki per una volta fu felice di aver avuto l’idea di mischiarsi tra i nobili piuttosto che tra quei ragazzini messi al centro della scena. Una strana fanciulla, almeno dalle forme le sembrava una femmina, era stata l’unica che con fare un po’ titubante non aveva ingurgitato tutto il liquido cremisi nella sua coppa. Anzi il suo gesto era stato forse troppo veloce ed innaturale nel bere, tanto che aveva portato buona parte degli invitati a parlottare alle sue spalle prendendo la sua azione come una mancanza di rispetto. Nemmeno lei come kunoichi aveva osato tanto, sia per via del compito che si era imposta come rappresentante dell’Akatsuki sia per la sua maledetta astemia che la rendevano proprio il massimo della competenza come ninja. Abbassò il bicchiere con fare tranquillo, osservandosi intorno in modo distaccato quasi da snob. Dopotutto quel tipo di persone erano quelle più popolose nella sala. I suoi occhi color malachite però erano sempre più spesso puntati su un determinato ragazzo. Castano, occhi scuri e con un kimono dalle sfumature grigio scuro. Studiava ogni suo minimo movimento come un predatore studia la sua vittima prima di adescarla. Sembrava si stesse godendo appieno il suo tempo libero, infondo era solo un giovincello nemmeno avrebbe dovuto stare a pensare a passare delle informazioni all’organizzazione. Era realmente il caso di infastidirlo? Sentì in sottofondo la voce del Daimyo che si scusava per qualcosa ma non badò più di tanto alle sue parole applaudendo sovrappensiero seguendo la massa. Finalmente i convenevoli erano terminati e da quel momento in avanti avrebbero goduto del momento migliore della serata: il cibo. C’era veramente di tutto a quel banchetto come volevasi dimostrare da un uomo di tale calibro. Poteva quella gente tornare a casa e dire che non era rimasta soddisfatta? Assolutamente no. La Hyuga si spostava casualmente, tenendo sempre le distanze dal centro della sala non senza scambiare qualche commento o saluto con chi vedeva più propenso all’interazione. Forse venire senza accompagno non era stata una delle scelte più sagge, vista la numerosa affluenza di uomini non accompagnati. Le dispiaceva dover rifiutare un brindisi o una passeggiata, ma si era recata lì con un obiettivo preciso. Sarebbe dovuta rimanere più rilassata ma la paura che qualcuno potesse scoprirla o accorgersi di lei non riusciva a renderla tranquilla. La taglia che pendeva sulla sua testa era piuttosto alta e la colpa era proprio del suo compagno che aveva voluto dare più credibilità alla sua messa in scena minacciando direttamente il villaggio originario. Stava girovagando come una nomade quando adocchiò qualcosa di veramente magnifico che la distrasse da tutto e tutti, qualcosa dalle molteplici sfumature ed adornato in un modo maniacale era dir poco; una serie di cupcakes troneggiavano su una serie di ripiani dedicata solo a loro. Non voleva dare nell’occhio ma negli ultimi metri la nukenin velocizzò il passo per arrivare prima di un’immensa signora che proprio come lei sbavava, ma cercando di mantenere un certo grado di posatura. Che temesse il rischio di perdere la sua credibilità se avesse effettivamente realizzato quello che i suoi pensieri le suggerivano di fare? Avrebbe passato il resto della serata lì se non avesse notato nuovamente il padrone di casa girovagare per i tavoli fino a fermarsi proprio dai genin ospiti. Non le avevano ancora dato in dotazione un udito sopraffino ma bastò osservare attentamente il cambio di sguardo dei ninja per capire che non stavano proprio parlando di qualcosa di frivolo come il resto degli invitati. Bastò vederli allontanarsi in massa per mettere in allerta la quindicenne, alle prese con il dolce. Afferrò due tortine senza porsi più troppi problemi e con estrema calma raggiunse il bagno più vicino. Una volta lì al sicuro da occhi indiscreti evocò Yin e Yang, le sue due evocazioni personali, premiandole con quello che aveva fregato dal grande vassoio ed assegnandogli un grande compito: creare caos alla festa, così che lei potesse raggiungere indisturbata il gruppo che si era allontanato. Quello che lei gli aveva portato era solo un assaggio, perché il cibo dillà in sala non sarebbe sicuramente scarseggiato. Quale compito più glorioso del mangiare a sbafo finché si poteva? Gli occhi azzurri del furetto bianco si illuminarono come se avesse visto il Kami di tutti i mustelidi. Il suo sogno nascosto si stava per avverare. C'era un accordo però... solo quando il chunin si sarebbe allontanato abbastanza dal bagno avrebbero potuto dare via alle danze i dure esserini pelosi. In fin dei conti stava solo cercando un modo per riunirsi ai genin senza essere scoperta e avrebbe approfittato delle urla delle signore come strategia per arrivare a destinazione.

Mi sono basata su quello che ci siamo scritti nel gruppo dell'evento per sapere se i PG seguivano le direttive o meno. Buon Natale a tutti!! Oh oh oh!! XD

Edit. Ho modificato la parte dei furetti visto che Deskbot mi ha riferito che non c'erano spazi in cui le evocazioni potevano infilarsi. Yin e Yang creano caos nella stanza, mangiando e saltellando a destra e manca, fin quando non si sentiranno in pericolo e comporranno i sigilli per tornare all'eremo. Proveranno a farlo di nascosto per non creare sospetti (magari sotto il tavolo o sotto il kimono di qualche signora grassa). Queste evocazioni rispettano il rango dell'evocatrice quindi è come se anche loro fossero dei chunin GDR ON.



Edited by Karen91 - 26/12/2016, 12:19
 
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view post Posted on 26/12/2016, 10:23     +1   -1

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Gli applausi che seguirono il suo gesto lo rassicurarono un poco: aveva fatto la cosa giusta, si era guadagnato l'approvazione del cliente e della nobiltà. Un metaforico pollice alzato per Reijiro, bravo così!

Insomma, stava anche bene: nessun giramento di testa, nessuna vampata di calore o altri sintomi di ubriachezza.

Solo tanta allegria. (Sto bene!) confermò sorridente, applaudendo allo sforzo della kunoichi ferita. Chissà che botte doveva aver preso, poveretta.

I minuti passarono allegri e tranquilli, la festa che ruotava attorno al giovane e lui sempre meno spaventato da tutte quelle persone. Non sarebbe stato male parlare con qualcuno, fare conoscenza. Ma con chi parlare?
Si guardò attorno, la testa leggera, e vide una bellissima donna dagli occhi smeraldini. Le sue gote divennero più rosse di quanto già non fossero: perché non andare a presentarsi? Sembrava un tantino a disagio, poteva darle qualche consiglio su come vincere l'ansia! Lui era un esperto dopotutto...

Si avviò con aitante falcata, sicuro di sé, il bicchiere vuoto retto nella mano destra con fare elegante.

Non si fermò a pensare "Cosa le dico?" oppure "Non ci farò una figura del cappero!?". No, no, in quel momento era una a prova di bomba, senza paure o dubbi. Il Reijiro che aveva sempre sognato d'essere.

Purtroppo per il nostro eroico giovine, il Daimyo aveva piani diversi per lui e gli altri genin. Vi era un problema con la festa, e servivano dei soldati addestrati per porvi rimedio.

Il Maniwa guardò serio l'altolocato uomo che aveva di fronte e annuì con decisione.

Reijiro: Ai suoi ordini signore! affermò, corrucciando un po' troppo le sopracciglia.

Non esitò un secondo, totalmente dimentico della bella donna che voleva conoscere, e seguì un paio di silenziosi domestici; questi lo accompagnarono oltre una porta sulla destra, uno studio all'apparenza. Doveva essere qualcosa di serio.

Vedendo anche Honami, Shion e la kunoichi della Roccia, Reijiro sorrise affabile.

Reijiro: Salve madamigelle! esclamò sicuro di sé, Sapete cosa sta succedendo?




 
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view post Posted on 28/12/2016, 12:37     +1   -1
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Gli applausi le rimbombano nelle orecchie, tre in numero.

Uno per Reijiro-san, uno per Honami-chan e, infine, uno per lei.

Si appoggia allo schienale, le spalle rilassate e la postura molto meno rigida di quanto non fosse prima: a-allora è andato tutto bene...il suo gesto è stato apprezzato nonostante non abbia goduto appieno del frutto della vite.

Scorda persino l'apprensione per Honami, che ha svuotato l'intero calice - la soddisfazione impareggiabile almeno stavolta di non aver deluso, di aver rispettato gli ordini le risulta quasi inebriante in questo momento.

Altrettanto fortunata non è la Kunoichi di Iwa, il cui mimare è stato dal marasma di invitati al gran completo, gli sguardi vigili rivolti alla ragazzina. Avranno passato e affronteranno di nuovo la stessa sorte, quella di essere sotto gli occhi di tutti: il solo pensiero la fa avvampare e accucciare ancor più la figura minuta nella sedia.

La sua attenzione però la rivolge ancora alla giovane della roccia, tutta avvolta nelle sue bende - povera...che sia gravemente ferita?

Visto il trattamento rivolto alla giovane, non può che ringraziare nuovamente di aver anche lei bevuto quel vino: il silenzio protratto, gli sguardi di disprezzo e mormorii iniziano, a lungo andare, a rendere inquieta anche la piccola Shion.

Prende a guardarsi attorno, nella speranza di trovare qualcosa che spezzi quello strano momento: quel qualcosa - o meglio qualcuno - è il Daimyo stesso che, giustificando la giovane, decreta il vero inizio del banchetto.

Il chiacchiericcio riprendono, l'atmosfera assume nuovamente quell'aria accogliente e tranquilla, gli invitati iniziano ad attingere alle risorse apparentemente illimitate di cibo e bevande: anche lei, ci fa ora caso, ha un certo languorino.

Quel sukiyaki in fondo ha un'aria proprio appetitosa - e si sa, cosa c'è di meglio di una pietanza del genere quando fuori fa freddo e la neve, imperterrita, continua a cadere?

Ne prende una porzione e, lentamente, vuota il contenuto della propria ciotola, poi spilucca un pochetto nell'angolo dei dolciumi accompagnando il tutto con un tè caldo - di alcool lei non ne tocca più.

Neanche con gli invitati ha interagito - in fondo quelli che ha fatto è stato continuare a chiacchierare di tanto in tanto con la compagna, gentilissima già nei discorsi di prima - e ora un po', uhm...euforica.

Lo sguardo poi slitta ogni tanto su Reijiro, anche lui un po' alticcio, sulla ragazza bendata di Iwa e, infine, sul Daimyo stesso: girando tra i tavoli, parlotta con i due e quindi si avvicina a lei e Honami, proferendo le stesse parole probabilmente dette anche agli altri genin.

Una falla nella sicurezza?

Shion aggrotta la fronte, preoccupata per il possibile accaduto, poi si limita ad annuire, accompagnando il cenno alla sua vocina.

"Certo, signore. Faremo del nostro meglio per aiutarla."

Anche gli altri hanno deciso di venire?

, può constatare vendendo anche loro seguire i domestici.

Per un attimo i suoi occhi incrociano quelli della ragazzina di Iwa - anche lei sta osservando i movimenti degli altri Shinobi; poi lo sguardo di quella si sposta più in basso, a guardare...

Le mani

Se Honami potrebbe non accorgersene dato lo stato di ebbrezza, lei, ancora sobria, se ne rende conto e subito distoglie lo sguardo, permettendo alle lunghe maniche del kimono di andare a coprire le dita in un gesto che, almeno spera, non dia troppo nell'occhio.

Giungono ad una porta sulla destra, vi accedono e si trovano all'interno di un piccolo studio - qui, per la prima volta, spiccicano parola.

"Buonasera, Reijiro-san. T-tutto okay?"

Avrebbe quasi preferito ostentare la precedente tranquillità, anche nei discorsi, ma il ragazzo ritira in ballo l'argomento: "cosa sta succedendo?"

"Uhm...c'è un problema con la sicurezza ma non sappiamo altro. Immagino ci stiano per dare delle direttive"

Muove poi un paio di passi incerti verso l'unica a lei sconosciuta nel gruppo, allungando timidamente una mano, l'altra ben nascosta dietro la schiena.

Il mio nome è Shion Akiyama, Shinobi di Kumo. Piacere di conoscerti.
 
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.:.Honami.:.
view post Posted on 31/12/2016, 10:28     +1   -1




Legenda
"Parlato Hachiko"
"Parlato Honami"
*Pensato Honami*


Certo che quel castello era davvero magico! Tutto piano piano aveva iniziato a girare, i suoni sembravano ovattati, il suo umore ancora più entusiasta e.. sentiva caldo. Le guance in fiamme, era euforica. Applaudì forte insieme agli altri con un sorriso da ebete stampato in faccia e rivolse lo sguardo alla Kunoichi di Iwa. Chiacchierò con la compagna del più e del meno, mangiando tutto il ben dei Kami che avevano di fronte, ma continuava ad osservare la ragazzina. Ad un certo punto battè forte le mani sul tavolo, decisa

“Io vado a conoscerla!”

Abbracciò la compagna – senza motivo apparente – e scansò il mare di gente che si trovava lì vicino. Quando fu arrivata allungò la mano e sorrise ancor di più, ignorando del tutto le bende.

“Piacere! Honami Yotsuki! Ninja di Kumo! Come ti chiami?”

La ragazzina, inizialmente fissando il dito mancante, senza nasconderlo, allungò la mano rispondendo al saluto. Honami se ne fregò della curiosità: era abituata ormai e non le dava più fastidio.

“Hachiko, kunoichi di Iwa”

Rispose con tono gentile. Honami afferrò la mano e risposte alla stretta delicata della ragazzina, scuotendola con forse un po’ troppa energia. Erano alte uguali, probabilmente avevano anche la stessa età. Le stava simpatica, anche se non ce n’era motivo. Continuò a sorriderle.

“Sai” Occhiata furtiva intorno a se, cercando di non farsi sentire e ammiccando al bicchiere di Hachiko “Dovresti provarlo perché è super buono, e non ci sono i genitori qui intorno.. Non so se mi spiego..”

E fece ballare le sopracciglia

“Grazie del consiglio, ma siamo in missione quindi ritengo sia più appropriato non alterare inutilmente le nostre percezioni”

Disse con professionalità, ma senza risultare antipatica. Honami aggrottò le sopracciglia e rifletté su quelle parole. Si guardò intorno: tutto girava, tutto era colorato e si sentiva benissimo. Alterare le percezioni?

*Pffff ma che dice? Sto benissimo!*

Fece spallucce e sorrise apertamente alla ragazzina. Se ci fosse stato qualche problema lo avrebbe risolto senza problemi. Si sentiva più forte del solito. Avrebbe spaccato una montagna!

“I ninja di Kumo sono forti e agili! Se mai vorrai potrai venire a Kumo a trovarmi e li vedrai con i tuoi occhi! Mi farebbe piacere farti fare un giro per il Villaggio”

Il suo era un commento ad alta voce, ma non mentiva.

“Se il mio Villaggio lo riterrà utile, verrò volentieri Honami-san”

*San..*

Se già non sembrava ebete con il sorriso stampato in faccia, a sentire l’appellativo che la ragazzina le aveva dato, cadde dalle nuvole. Si crogiolò guardandosi intorno, aspettandosi che altri l’avessero sentita e annuissero alle sue parole. Si sentì importante e fece un inchino ad Hachiko, ma non fece in tempo a dire nulla che il Daimyo le raggiunse, facendo tornare Honami leggermente alla realtà.

*Una falla nella sicurezza?*

Sguardo furtivo e di intesa rivolto ad Hachiko e sorrise anche al padrone di casa: sarebbe stato il modo giusto per far vedere alla Kunoichi di Iwa, cosa gli shinobi di Kumo sapevano fare, cosa lei sapeva fare. Non per mettersi in mostra o sfidarla, ma perché.. Sì! Perché l’entusiasmo e l’esaltazione di Kumo scorreva più forte che mai in lei quella sera. Per il Vino? Probabilmente sì. Alzò i pollici e diede una gomitata alla compagna

“Conti su di noi, caro Daimyo!”

Disse sussurrando. E poi seguì tutti gli altri con il petto gonfio di orgoglio. Qualunque problema, lo avrebbero risolto come sempre. La paura di disobbedire agli ordini? Non c’era, quella sera avrebbe spaccato qualche cul.. Ehm.. Sedere!

Quando arrivarono nello studio, finalmente potè avvicinarsi anche a Reijiro. Gli sorrise – tanto per cambiare – e cinse le sue spalle con un braccio, indicando la Kunoichi di Iwa. Ci aveva pensato Shion a spiegare la situazione e presentarsi, lei avrebbe presentato la nuova compagna.

“Reijiro-kun buona sera! Lei è Hachiko, viene da Iwa. Lui è Reijiro invece..”

Aggiunse poi rivolgendosi alla ragazzina. Poi come tutti gli altri, attese istruzioni.


Chiedo scusa per il ritardo, tornare in Abruzzo per le feste significa abbottarsi tantissimo e non avere tempo per il resto. Comunque tutte le risposte di Hachiko me le ha offerte gentilmente gaeshi in privato
 
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view post Posted on 2/1/2017, 16:42     +1   -1

The deskbot-cambodian force

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Neve Rossa

Difficile descrivere la morbidezza di un tappeto di neve, difficile descrivere l'odore del sangue. Cosa c'entra tutto questo con la serata? Beh abbiate pazienza e scoprirete tutto...

Benvenuti miei cari amici

Queste parole fecero zittire tutti i ninja, a pronunciarle fu una figura anonima seduta su una sedia che dava le spalle ai presenti.

Io sono kirito l'assistente del nostro amato padrone di casa, sedetevi e vi illustrerò la vostra missione.

Senza nemmeno voltarsi kirito aspettò una decina di secondi in modo tale da dare a tutti la possibilità di sedersi poi continuò con una voce più fredda del clima locale.

Vedete la gente normale viene nel paese della neve per turismo o più spesso per il commercio, ma non offriamo solo questi servizi... Per i più coraggiosi vi sono le arene sotterranee, veri e propri anfiteatri in cui si combatte fino alla morte per il divertimento del pubblico, ovviamente il daimyo non ne sa nulla. Vi chiederete come mai siete qui, beh...perché mi mancavano alcuni gladiatori per lo Spettacolo di oggi

L'assistente schiacciò un pulsante e nel giro di pochi secondi la stanza venne invasa da uno strano gas. E finalmente kirito mostrò il suo volto here

Tranquilli, ci penserò io a dare la notizia della vostra tragica scomparsa ai vostri villaggi

Così aspettò con un sorriso sadico che il sonnifero facesse effetto. Nella sala da pranzo invece vi era tutt'altra atmosfera, il diversivo dei mustelidi aveva funzionato e Chiaki riuscì ad entrare nello studio. Purtroppo per lei il suo ingresso fu abbastanza inutile.

Pensavo ci fossero soltanto tre ninja, oh beh avremo un gladiatore in più oggi

Detto ciò l'uomo semplicemente schiacciò nuovamente il bottone spedendo anche il membro di akatsuki nel mondo dei sogni.
 
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view post Posted on 2/1/2017, 17:49     +1   -1
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izAku8G



Si radunarono tutti nella stanza, in paziente attesa, ignari di cosa li stava aspettando. Erano tutto sommato di buonumore, da quel che poteva capire Juuhachi guardando le loro facce. Vino, cibo, conversazione, tutto aveva contribuito a creare un clima sereno.
Clima che venne brutalmente infranto non appena Kirito, l'assistente, svelò la vera faccia di Yuki no Kuni.

«Maledizione!» urlò la kunoichi di Iwa non appena percepì il gas soporifero. Trattenne il fiato e si tappò naso e bocca con la mano, scattando verso Kirito con l'intento di... Di...
Niente.
Nessun intento.
Cadde a terra sussurrando un accenno di imprecazione, mentre attorno a lei i suoni si facevano sempre più offuscati. Le parve di udire dei passi, poi i tonfi degli altri ninja che cadevano, poi il vuoto.

"To die, to sleep…
No more, and by a sleep to say we end
The heartache and the thousand natural shocks
That flesh is heir to: 'tis a consummation
Devoutly to be wished. To die, to sleep.
To sleep, perchance to dream. Ay, there's the rub,
For in that sleep of death what dreams may come
When we have shuffled off this mortal coil
Must give us pause."



Non sognò. Non aveva la fantasia per farlo, lo sviluppo creativo necessario a produrre momenti onirici. Quindi non sognò, e forse fu un bene, perché altrimenti il suo sonno sarebbe stato infestato da incubi. Fallimento, in primis, dato che era caduta vittima di un tranello. Poi l'ansia, data dall'essere impotente e non in mani fidate, ovvero quelle degli scienziati di Iwa. Sì, fu decisamente un bene che Juuhachi non sognò in quei minuti di assenza di coscienza forzati.

Si svegliò, i suoi occhi bicromatici si riaprirono su un luogo che non conosceva, e che cercò immediatamente di determinare. Doveva capire se c'erano uscite, quanto grande era il posto, quanta gente ci fosse dentro... A cominciare dai suoi colleghi di Kumo.

«Honami-san!» era l'unico nome che conosceva, e cercò di alzarsi in piedi, ma con calma. Non sapeva cosa avessero spruzzato addosso ai ninja e... A una dama sconosciuta che si era aggiunta a loro. Vesti eleganti, età stimabile attorno ai quindici o sedici anni. Non la conosceva.
«State tutti bene?»
Non le sembrava di avere le percezioni alterate. Giusto un leggero mal di testa che sarebbe passato in fretta: conosceva i narcotici, gliene avevano sperimentati parecchi addosso, questo non era nemmeno dei più forti.
Cercò di alzarsi in piedi, quindi, di respirare lentamente e guardarsi attorno una volta constatata la buona salute di tutti i presenti.

"Dobbiamo uscire di qui. Devo tornare a Iwa e svelare questo inganno! Il Daimyo non sa niente, quindi non ci sarà una guerra... Ma bisogna prendere provvedimenti!"

Una cosa alla volta, però. Kirito aveva detto che ci sarebbe stato uno spettacolo con gladiatori. Quindi avrebbero dovuto combattere? Molto probabile.
Per fortuna era vestita comoda, cosa che non poteva dire dei suoi colleghi, coi loro bei kimono eleganti... Si augurava che avessero portato armi. E che Kumo addestrasse bene i suoi ninja.
Lei di sicuro avrebbe fatto onore a Iwa, come sempre. Era stata creata per quello.

34kEMG3


 
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view post Posted on 3/1/2017, 01:13     +1   -1




Legenda
"Parlato Hachiko"
"Parlato Honami"
*Pensato Honami*

Sogno


Nel sentire le parole dell'uomo gonfiò il petto, per far vedere che lei era una vera coraggiosa, che lei quelle arene sotteranee le avrebbe volute visitare. Un momento.. Che? Si era accorta del tono un po' troppo freddo dell'uomo, solo nel momento in cui le sue orecchie percepirono "morte per il divertimento del pubblico". Non erano lì per una falla nella sicurezza? Che storia era quella? Gladiatori?

"Ehi tu! Ma che cos-"

Ma sentì la compagna di Iwa imprecare e uno strano sibilo ronzarle in testa nel momento in cui la faccia dell'uomo comparve di fronte a loro, con un muso troppo lungo per essere umano e due occhi da mosca.

*Ma che cavolo..*

Pensò prima di cadere a terra.

Era tutto buio, ma sotto di lei sentiva il freddo. Perchè sentiva freddo se aveva gli stivali di pelliccia? Si guardò i piedi e vide che in realtà riusciva a vedersi chiaramente le dita, rosse per il freddo in quel manto di neve. Ma perchè era rosso? Si chinò e ne prese una manciata in mano. Non si sa perchè, ma lo annusò. Per un istante aveva pensato che fosse sangue.. E invece no.. Vino! Le si illuminarono gli occhi. Come una bambina mise in bocca il ghiaccio e assaporò il gusto dolciasto e bruciante, ma il ghiaccio aveva un effetto anestetizzante, rendendo il tutto piacevolmente delicato. Nessuno seppe dire quanto ne mangiò - o bevve - ma ad un certo punto il buio scomparve e una luce accecante attirò la sua attenzione. Socchiuse gli occhi per capire quel'era la fonte e, pian piano, si rese conto che c'era un castello in lontananza, lo stesso di quella sera, ma completamente luminoso, come se ogni mattoncino fosse fatto di un materiale luminescente. Era stupendo. Come una falena cominciò a correre in quella direzione. E cominciò a nevicare. Neve rossa naturalmente. Alzò la testa aprendo la bocca e cacciando la lingua, ma quando i fiocchi si sciolsero sulle papille gustative, l'ormai familiare sapore di vino non la raggiunse. Il sapore era metallico, ferroso, disturbante. Sangue, ne era certa. Spaventata si arrestò. In quel momento comparvero. I suoi compagni intorno a lei, vestiti proprio come li ricordava, ma con una grandissima differenza: erano tutti coperti di sangue, completamente. Ma ciò che più la disturbò non fu tanto il sangue, ma ciò che mancava loro: nessuno aveva pù le dita. Urlò e svenne all'istante.


"Honami-san!"

La voce le attraversò la testa come una secchiata di acqua gelida. Sgranò gli occhi e si alzò di scatto, ma si pentì all'istante. La testa cominciò a vorticarle e fu letteralmente convinta che qualcuno le avesse infilzato un Kunai nelle tempie. Si premette le mani su entrambe, digrignando i denti. Strinse gli occhi e per qualche secondo non si mosse. Quando tutto si fece più calmo decise di aprirli. Scosse la testa alla domanda della ragazzina e mugugnò

"Credo mi abbiano trapanato il cervello.."

Si guardò intorno e si rese conto che lo studio era scomparso, ma soprattutto si ricordò dell'orribile sogno che aveva fatto pochi secondi prima e scrutò le dita di tutti i presenti. Erano tutte lì, cioè, quelle che non erano saltate per altri motivi. Sospirò sollevata e si avvicinò a Shion per aiutarla ad alzarsi, anche se più che camminare, barcollò. Le doleva ogni singolo punto del cervello: era quello l'effetto dell'alcol? Era quello ciò di cui parlava la Kunoichi di Iwa?

*No.. E' colpa di quel mostro dagli occhi a mosca.. Oh Kami che schifo..*

Ebbe un conato che riuscì a bloccare. Il pensiero di quella faccia lunga e gli occhi a palla le stavano facendo risalire tutto il cibo che aveva ingerito. Non stava bene, doveva sedersi di nuovo. Abassò la mano che aveva testo a Shion e si sedette vicino a lei, abbracciandola: si sentiva meglio a sentire il corpicino della più grande.

"Oh Shion-chan sono cont- blurb -enta che stai bene!"

Le sorrise e, tornando un attimo alla realtà, si guardò nuovamente intorno: che stanza era quella? Che fine aveva fatto lo studio? Lo aveva già chiesto? Reijiro? Ah eccolo Reijiro era lì, accanto alla signorina dai capelli blu. Fortunatamente stavano tutti e due bene.. Aspetta..

"Ehi! E tu chi sei?"

Chiese con troppa enfasi, tant'è che la sua stessa voce le fece vibrare il cerello. Digrignò di nuovo i denti e, sospirando, cercò di darsi un contegno. Hachiko la stava osservando, doveva dimostrare di essere una vera Kunoichi di Kumo.

"Che succede? Mica sei d'accordo con l'uomo-mosca?"

Le chiese cercando di mettersi in piedi.


Honami è un po' delirante. Vino e sonniferi ad una ragazzina di 13 anni non fanno bene. Diciamo che è tutto calcolato. Karen, nulla contro Chiaki
 
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29 replies since 22/12/2016, 15:24   614 views
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