| Non era la risposta che Ying avrebbe sperato di sentire, ma neanche la meno scontata: non sarebbe tornata a casa. Per tutto quel tempo non era stata fatta chiamare da Shiroko per parlare della questione, doveva pur aspettarsela quella risposta no? E come reagì lei in merito? Semplice: non fece assolutamente nulla. Quelle semplici e chiare parole avevano smosso nella ragazza un turbine di emozioni, che però erano negative; voleva urlare, voleva piangere, voleva ardere qualsiasi cosa e chiunque fosse entro il suo mirino, ma non lo fece. Se ne restò immobile a fissare la sacerdotessa senza guardarla realmente, come se la sua mente si trovasse in un'altra dimensione, e il suo sguardo adesso serio quanto quello della donna lasciava trasparire poco della rabbia angosciante che si sentiva dentro; se l'aumento della temperatura attorno a lei, e i suoi pugni serrati e grondanti chakra che fiammeggiava in sottili venature da sotto la pelle -come a trattenersi dal fare qualcosa di spiacevole-, e i suoi occhi che brillavano come fiammelle -e che sarebbero apparsi persino lucidi se le lacrime non si fossero asciugate- non erano abbastanza per evidenziare il suo stato d'animo.
La ragazza a malapena si accorse di questi particolari, oramai abituata a provarli imprevedibilmente su di sé in alcune occasioni. Si ricordò che la donna le aveva detto di non aver trovato nulla, non che non c'era nulla: la differenza era enorme. Così meno di pochi istanti passarono e lei riuscì a placare la tempesta interiore. Sbattè le palpebre più volte per tornare al qui e ora, distogliendo gli occhi da Shiroko, e un tremulo, stanco sospiro venne esalato, il quale rilasciò particole incandescenti che galleggiarono brevemente nell'aria, mentre anche la sua apparenza riprendeva la normalità. Non si era rassegnata all'idea di non poter più tornare nella sua terra, ma solo all'idea di dover aspettare ancora per chissà quanto e doveva ammettere che la faceva comunque star male. Per il momento però non poteva far altro che lasciarsi quella questione alle spalle, almeno finché qualcuno non avesse trovato qualcosa di concreto collegato ad essa.
"Vorrà dire che continuerò a servire Kumo," affermò in tono solenne -come se stesse parlando a un suo superiore-, alzando le spalle e con esse alzò anche lo sguardo determinato, fissando la sacerdotessa, "indipendentemente da chi tiene le redini del villaggio, continuerò a proteggerlo al massimo delle mie possibilità. Agire diversamente sarebbe irrispettoso nei confronti di chi mi ha accolta. Non prometto però di seguire ciecamente il Raikage o chi per esso se un loro ordine, dopo averlo valutato, dovesse andare fin troppo oltre i miei principi morali." Questa era la sua politica, per quanto poco potesse valere agli occhi degli altri, e lo era sempre stata anche prima di sbarcare su quelle terre, spesso subendone le dovute conseguenze, ma a lei non importava poi così tanto -a patto che fossero conseguenze giustificabili; voleva fare il suo lavoro, che per lei significava proteggere il debole dal bruto, non diventare lei stessa più disumana del bruto. La fissò ancora per qualche istante con occhi colmi di fierezza, osservando la sua reazione e aspettando una eventuale risposta, in seguito osservò il sole. "Temo che non ci potremmo trattenere ancora per molto," disse, notando che ora iniziava a calare dal cielo, quindi riportò lo sguardo verso Shiroko, "ero venuta per sincerarmi che steste bene. Se non avete bisogno di altro, noi andremmo."
Makuto nel frattempo aveva preso tre trote e un'anguilla, mettendoli nel sacco che teneva con sé. L'aveva poi chiuso con del filo e posato a terra, poco distante. Quindi si era avviato anche lui verso Shiroko, vedendo che la compagna sembrava sul punto di terminare la discussione. "Somma Shiroko," salutò quindi, con un breve inchino. "Verrò a farvi visita ogni qualvolta mi sarà possibile," continuò la kunoichi in tono più tranquillo, "e so che viste le vostre capacità, e vista la vostra precedente posizione, potreste di certo non averne bisogno ma... per qualsiasi cosa, non esiterò ad aiutarvi."
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