| Inutile. Quella pietra era imperscrutabile come un qualsiasi altro sasso che avrebbe potuto trovare là attorno, nel sottobosco. Le scritte non avevano nulla di particolare, semplici incisioni, ormai mangiucchiate dal tempo, ma ancora ampiamente leggibili. Nomi vari ed un epitaffio memoriale, ma niente di più. Nemmeno la lapide stessa pareva nascondere qualche cosa…non c’era nulla, nessuna leva o meccanismo di sorta. Niente di niente. Era solo un semplice pezzo di pietra. A conti fatti, visto così, quel posto sembrava meno interessante di come era stato dipinto sulla missiva. Se non fosse stato per le ombre che iniziavano ad allungarsi in sagome immaginarie di uomini e creature scheletriche, alimentate dalla fioca luce che proveniva dal di là delle mura di Konoha, per Mahiru avrebbe perso qualsiasi tipo di fascino. Tra l’altro, dovette rimangiarsi quello che aveva detto poco prima: quel posto attirava ancora i curiosi, oh sì…vi accorrevano come api al miele, per poi fuggire appena arrivati sulla soglia. Le capitò un paio di volte di percepire o intravedere delle persone nei dintorni, ma erano apparizioni così brevi che presto iniziò a non farci più caso. Questo finchè una di loro non si fece avanti spontaneamente. Un “toc toc” sordo proveniente da un albero poco distante da lei, la fece voltare di scatto in quella direzione. Una donna, anzi no, una Kunoichi le apparve dinnanzi. Era adulta…di un adulto che lei non sarebbe mai stata, ed era davvero molto bella. Aveva le forme al posto giusto, pur essendo apparentemente piuttosto sportiva, ed una folta chioma rossa che faceva risaltare più di quanto già non facessero da sé, un paio d’occhi ambrati davvero singolari. Dove l’ho già vista..? Le ci volle un po’ per mettere assieme i ricordi e, in fin dei conti, non vi riuscì da sola. Fu solo la presenza del grosso cane fulvo che la donna si portava appresso a farla giungere alla conclusione che quella Kunoichi avrebbe potuto benissimo essere, quella che tutti definivano il Nashibi. Quando poi le si avvicinò per scrutare a sua volta la strana lapide, l’occhio di Mahiru cadde sul simbolo che la ragazza aveva inciso sul cuoio degli occhialetti. Suna. Allora è proprio lei! Mmmh…se è qui sarà stata chiamata come me. Dubito che uno Shinobi del suo calibro sia passato di qui per caso, solo per sentito dire.
“Così dicono.” La risposta laconica della piccola Shura, precedette il suo riportarsi in posizione eretta. Così facendo, la targhetta di Taki che portava alla cinta, fu chiaramente visibile. Aveva sentito dire che non era caso di stare accucciata in presenza di un cane con cui non si aveva confidenza e poco si fidava, nonostante le rassicurazioni della più grande. “Ma nonostante questo, i curiosi continuano a passare.” Non fece nemmeno in tempo a dirlo che dinnanzi alle due si presentò un tipetto longilineo, con occhi e capelli scuri e dal colorito che avrebbe fatto invidia ad un cadavere. Ma lui era tutt’altro che morto! Allegro come pochi, salutò le due come se si fosse trovato al bancone di un chiosco, beccandosi un’occhiata perplessa da Mahiru che avrebbe volentieri aggiunto qualche parola se, nell’esatto istante seguente, non fosse giunto sul posto un piccolo furetto, seguito dal suo probabile proprietario. Un ragazzino biondo come il grano e con gli occhi chiari…difficile dire se fossero verdi o azzurri in quella penombra. Contrariamente al giovane che era arrivato sul posto poco prima di lui, non portava il coprifronte della Foglia, ma i due sembravano conoscersi. Infatti il biondino appellò l’altro chiamandolo Raion. Improvvisamente quel piccolo angolo di bosco era passato dall’essere isolato e disabitato, all’essere punto di ritrovo per le persone più improbabili. Un commento fu d’obbligo. “Visto? Che ti dicevo?” Rivolta al Nashibi, Mahiru sospirò quelle parole che solo la donna avrebbe potuto capire…E forse il suo cane, ma di questo non era sicura. Comunque c’era poco da fare. La luce stava calando inesorabilmente, e ben preso il bosco divenne abbastanza cupo da non lasciare più intravedere quei simpatici giochi d’ombre che la Shura aveva notato poco prima. Meglio sbrigarsi… Salutò i due ragazzi più per cortesia che per altro, iniziando ad avviarsi nel bosco. Pensava che fossero solo due curiosi, ma dovette ricredersi un pochino, quando anche loro si inoltrarono tra gli alberi scheletrici. Non aveva quasi alcun dubbio che il Nashibi l’avrebbe fatto, ma sugli altri due, che erano finiti lì apparentemente per caso, non ci avrebbe scommesso nemmeno una delle chincaglierie rubacchiate da Yoshi.
Fu curioso…non appena mosse il primo passo nel perimetro dello Shoji, un brivido freddo le attraversò la schiena dal basso verso l’alto, facendole rizzare i peletti sulla nuca. Si fermò un istante, guardandosi attorno, ricordando le testimonianze dei malcapitati che li avevano preceduti. Alcuni parlavano di presenze ostili, altri di occhi freddi. Ed era questa la sensazione che le era scivolata addosso, quella dell’essere osservata. Uno sguardo nascosto ed invisibile, ma costante. Attento ad ogni mossa degli intrusi che avevano varcato il suo territorio, avventurandosi oltre quella piccola lapide posta all’ingresso. Non sembrava così fitto questo bosco visto da fuori. Tra un po’ non vedrò nemmeno dove metto i piedi! Per un paio di volte rischiò di inciampare in alcune radici assassine, ma nonostante qualche piccolo problema a deambulare nell’ombra sempre più fitta, il vero problema era e rimaneva la presenza pressante che avvertiva. Ogni tanto provava a scrutare a fondo nell’oscurità, cercando di individuare qualche movimento sospetto, un’ombra più scura, ma non vedeva nulla. Tanto meno riusciva a dare una posizione esatta a quello sguardo che sentiva sulla pelle. Fu più o meno in quel momento che accadde. Era passata una manciata di minuti, forse meno, dal loro ingresso nel boschetto e dovevano essere giunti ormai nel cuore dello Shoji, quando finalmente chiunque li stesse osservando da quando avevano messo piede lì dentro, commise un passo falso. O magari fu qualcosa di voluto, chissà…In ogni caso, se fino a quel momento la piccola Shura avrebbe potuto confutare le proprie emozioni, giustificandole con la soggezione di quel posto, ora non aveva più dubbi. C’era davvero qualcuno lì con loro! Lo sguardo nascosto e la sua presenza tutta, si fecero talmente pressanti da dare l’idea alla ragazza che quel qualcosa fosse proprio dietro di lei. Mahiru si voltò di scatto, certa che si sarebbe trovata faccia a faccia con…non sapeva bene nemmeno lei con cosa, ma estrasse la katana portandola davanti a lei. “Adesso basta giocare! Vieni fuori!” Questa volta la sensazione che aveva avuto era stata troppo potente per essersela solo immaginata. Eppure…eppure, una volta che si fu voltata davanti a lei non c’era che il buio tacito del bosco. La presenza era svanita con la stessa velocità con cui si era fatta avanti.
“Kuso…” Imprecò a denti stretti rinfoderando la lama e, nello stesso istante, le ombre davanti a lei divennero più nitide, rischiarate da una luce proveniente dalle sue spalle. Il tempo di voltarsi verso i suoi improbabili compagni d’avventura, e anche quella era già svanita, lasciando dietro di sé una scenario quanto meno insolito. Uno dei due ragazzi, sembrava essersi paralizzato sul posto, mentre quello che sapeva chiamarsi Raion, dava l’idea di reggersi in piedi per miracolo. Gli unici che non davano segni anomali di sorta, oltre a lei, erano Fujie, il furetto e il cane. Che cavolo stava succedendo? Da quando una luce poteva fare una cosa simile? E perché i due animali ne erano immuni? Il Nashibi è il Nashibi…ma il furetto e il cane?…Devo vederci chiaro, ma ho bisogno di una mano. Dubito che Hōseki possa essermi d’aiuto in una situazione simile. E’ un cecchino…il buio non è pane per i suoi denti. Ma Shinya sì! Lui ha dei sensi molto sviluppati, se c’è qualcosa potrebbe individuarlo. Senza attendere oltre, Mahiru compose i sigilli che le avrebbero permesso di aprire la Soglia e richiamare il proprio Kashin. Le dita scivolarono rapide e nervose tra di loro, e presto l’oscuro passaggio per la Tana si aprì ai suoi piedi. “Shinya! In un vortice di nero splendore, l’enorme coniglio nero armato di falce si presentò agli occhi dei presenti. Gli occhi di brace brillarono nell’oscurità come fiamme e, Mahiru ci avrebbe scommesso, sul suo musone aveva certamente un sorriso beffardo tale da mettere in mostra la chiostra di denti affilati che possedeva. “Posto suggestivo per richiamarmi, mia Shujin.” La voce cacofonica di Shinya rimbombò nel silenzio del bosco nelle sue mille sfaccettature di tono, attirando su di sé lo sguardo leggermente risentito della piccola Shura. “Lo sai che non mi piace quando mi chiami così. Te l’ho detto mille volte: Mahiru basta e avanza.” Una risata soffocata precedette la risposta del coniglio. “Lo so, ma adoro quando fai quella faccia. Allora, come posso aiutarti…o forse aiutarvi?” Fu come se improvvisamente Mahiru si fosse ricordata di non essere sola. Con una certa fretta, cercò di tranquillizzare i presenti, utilizzando più o meno le stesse parole che il Nashibi aveva usato con lei. “Tranquilli, non morde. Lui è un mio Vassallo.” Non era del tutto vero e probabilmente il termine Vassallo non sarebbe stato utile a nessuno lì in mezzo, ma era quanto bastava. Si rivolse quindi al Kashin, che aveva iniziato a far stridere gli artigli sulla lama della falce, così come faceva quando voleva giocare con chi non lo conosceva. “C’è qualcuno nei paraggi, Shinya. Non so cosa o chi sia di preciso, ma sta giocando con noi al gatto col topo. Puoi provare ad individuarlo? Sono certa che i tuoi sensi siano migliori dei miei.” Il coniglione annuì “Posso provare.” “ Perfetto, datti da fare!” Date le istruzioni a Shinya, che iniziò ad indagare nei dintorni senza allontanarsi troppo dal gruppo, Mahiru si avvicinò al ragazzo biondo, dandogli un paio di schiaffetti in faccia. “Oi, biondino! Cosa ti senti di preciso?” Dall’alto dei suoi diciannove anni anagrafici, nonostante il suo corpo si fosse bloccato a quindici come previsto dal Patto con Ishiki, la Shura se ne fregò altamente delle buone maniere che una ragazza dovrebbe tenere. Palpò il ragazzo sulle spalle, scendendo poi per le braccia, sui fianchi e sulle gambe, constatando una certa rigidità. Sembrava davvero paralizzato. L’altro invece è sul punto di svenire…ma come cavolo è possibile? Forse una qualche tecnica, non poteva essere altro…anche se la presenza che aveva avvertito poco prima non aveva nulla a che fare con qualsiasi altra avesse mai sentito in vita sua. “Qualcuno di voi conosce qualche tecnica che possa fare questo?” chiese “Sono certa che ci sia qualcuno qui. L’ho avvertito chiaramente poco fa, prima della luce. Ma mi chiedo se sia possibile che una sola persona riesca a mettere in atto una tecnica che causi effetti diversi su soggetti differenti. Figuriamoci riuscire ad utilizzare due tecniche quasi nello stesso istante.” GdR Off || Teo, se vuoi i calcoli fammi sapere! Compagni roler, la descrizione di Shinya la trovate in scheda, ma ve la lascio qua sotto in spoiler per comodità ;D || GdR On Shinya. E’ il primo Kashin che Mahiru abbia mai creato. La concretizzazione del Patto stretto con Ishiki, la sua Guida all’interno della Tana, nonché mentore al di fuori della stessa. Nato da un pupazzo di peluche cucito a mano dalla madre della ragazza e dal desiderio di quest’ultima di proteggere il fratello Kasai, Shinya si presenta come un enorme coniglio nero armato di falce. E’ possente, con muscoli visibilmente torniti, e possiede tratti che lo differenziano parecchio dal tenero peluche da cui ha avuto forma, ma nonostante questo Mahiru lo ha sempre ritenuto adorabile, probabilmente grazie a un gusto del macabro del tutto particolare e chiaro solamente a lei. D’altronde occhi di brace, denti aguzzi e artigli affilati non sono proprio sinonimo di tenerezza, tuttavia la fantasia distorta della ragazza ha ritenuto opportuno fare in modo che Shinya continuasse ad indossare lo stesso cappotto rosso che aveva da peluche, quello stesso cappotto che sua madre aveva cucito a suon di “Ahi!” durante la notte. La voce del Kashin è l’unico dettaglio che Mahiru si è scordata di definire prima della creazione della propria Guida, tanto che la Volontà della Tana ne ha approfittato per metterci un po’ del suo. Il risultato è stato un tono cacofonico formato da più voci messe assieme che, nonostante tutto, alla piccola Shura non dispiace per nulla. Dal punto di vista caratteriale Shinya tende ad essere piuttosto tranquillo e pacato, ma non è garantito lo stesso comportamento qualora, secondo il suo personale metro di giudizio, la propria Shujin venga minacciata in qualche modo. Non ama fare lunghi discorsi, solitamente tende ad essere coinciso nelle proprie spiegazioni, tuttavia il suo passatempo preferito è stuzzicare Mahiru, a volte mettendola in imbarazzo, in quei momenti di pace che i due riescono a condividere. [Arma: Falce | Abilità: Sensi migliorati – Udito | Specializzazione: Taijutsu] Edited by Lucifergirl88 - 4/11/2016, 22:48
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