[Evento live Gruppo 1] La Reggia del Conte Tricher, per Karen91, Wrigel, Rainbow Man, -Mimante-, marko12.

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view post Posted on 31/10/2016, 12:55     +1   -1
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La Reggia del Conte Tricher



Il 31 Ottobre si avvicina e i fantasmi del nostro passato escono dalle tombe. In questo giorno non vi sono menti che tengano, stracolmo di mistero. Dove il Conte Tricher risiede un enigma aleggia nell'aria e porta con se tanti bramati tesori. Ferro, Oro, Potere. Agli invitati fortunati basterà raggiungere l'indirizzo riportato sul retro, alle dieci durante la cena dell'ultimo giorno del mese. Per la grande quantità di tesori che uno di voi potrebbe vincere siete pregati di indossare una maschera, per mantenere l'anonimato.


Firmato Conte Tricher.



Un'abitazione insolita, secondo delle voci racchiusa nel mistero da centinaia di anni. I Tricher non sono nuovi alle Terre Ninja, anche se non hanno nulla a che vedere con il ramo militare. Arricchitisi tramite la vendita di materiale proveniente da altre terre hanno deciso di stabilirsi tra le selvagge montagne di Iwagakure no sato, nel Paese della Terra. La famiglia inizialmente viene vista raramente tra le strade del Villaggio, finché non scompare del tutto. Il loro ultimogenito, cresciuto, decide di donare la propria abitazione a chiunque avesse risolto un enigma, un indovinello, tramandato nella propria famiglia da secoli. Il motivo? Nessuno lo sa, poiché solo chi ha ottenuto l'Invito può conoscere le intenzioni del Conte.

La Reggia non è visibile dall'esterno, infatti si trova molto, molto in alto, e si può scorgere solo una luce gialla in una quasi impercettibile nebbiolina. L'unica entrata si trova ai piedi di una montagna che segue al suo interno una scalinata a chiocciola. Mentre si salgono le scale si può udire una lieve melodia rilassante. All'apice della scalinata un portone molto alto, in legno ed oro, fa da padrone e, una volta aperto, un maggiordomo molto anziano vi guiderà all'interno dell'enorme casa



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fino alla sala dove si consumano le pietanze ogni giorno. Vi solo vari invitati, tutti vestiti con abiti eleganti, tutti che mantengono l'anonimato tramite delle semplici maschere dalle forme stravaganti.

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Il Maggiordomo fa accomodare tutti e, dopo qualche minuto, entra in scena l'autore della festa. Alto, affascinante, con lo sguardo magnetico ed un sorriso appena accennato. Si inchina davanti tutti e si accomoda al suo posto. Al suo fianco l'amato Maggiordomo che gli pone la cena personalmente, mentre gli altri vengono serviti dai vari camerieri. Attira l'attenzione di tutti picchiettando con il coltello sul bordo del bicchiere di cristallo e, schiarendosi la sensuale voce, canta

Conte Tricher: Benvenuti alla Cena in onore della mia famiglia. Spero sia gradita e.. Spero anche di non farvi impazzire..

Segue un breve applauso da parte degli invitati, sorseggiando del vino.

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CITAZIONE
GDROFF//

Per Iwa. Seguite quello che ho scritto.

Per Akatsuki. Una spia di Akatsuki riceve l'invito e decide di farlo presente a Ryu. Una delle ricompense è una Tecnica Sconosciuta a detta del Conte molto potente e (per questo o per altro, poi decidi tu Wrigel) il Nukenin decide di andarci di persona in compagnia di Chiaki.

Potete vestire i vostri pg anche con stracci, basta che portiate una maschera (non necessariamente da Halloween, ma anche come in foto)

NB. Il Conte Tricher è francese, quindi parla con un accento estraneo alle orecchie dei vostri pg tranne se avete motivazioni nel background.

Qualsiasi dubbio Mp //GDRON


Edited by Kickmass - 31/10/2016, 16:42
 
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marko12
view post Posted on 31/10/2016, 15:47     +1   -1




Gyukudo odiava quella parte dell'anno, ricominciavano con le solite storielle di paura e la vendita selvaggia di gadget "Spaventosi". Non aveva mai prestato molta attenzione a quella festa anzi cercava di evitare di uscire proprio quelle sere. La città veniva invasa da bambini il cui unico scopo era di raccogliere dolci.

" Non capisco perché piace così tanto questa festa, si tratta la morte come se fosse una cosa di cui festeggiare. Già ho abbastanza problemi per pensare pure a travestirmi, se non fosse stato per quell'invito che promette premi per risolvere un indovinello. Soldi od oggetti comunque mi sono utili, devo vincerlo quel premio" pensò il ragazzo

Per prima cosa gli serviva una maschera, poteva comprarla dal negozio giù proprio nel centro. Scese e entrò nel negozio pieno di gente tutta affannata a comprare le ultime maschere rimaste; il ragazzo osservò bene gli scaffali e si meravigliò delle diverse varietà di maschere che vedeva. In particolare lo colpì una che era in penombra e raffigurava le fattezze di un gatto con gli occhi rosso sangue; subito si allungò e la afferrò con la mano tirandola a sé. Il negoziante trasalì quando la vide e gli chiese:

"Sicuro di volerla comprare ragazzo? Dicono che sia maledetta. Non ti interessa la storia?"

Gyukudo non era in vena di sentire storielle campate in aria e utili solo per vendere e tagliò corto:

"No, grazie la conosco già!"

Detto ciò si avviò fuori e ritornato a casa si vestì dato che gli sembrava ora di incamminarsi verso la villa dove si teneva la festa. Prese delle magliette più vecchie e le straccio cercando, senza successo, di assomigliare il più possibile ad un non-morto. Sapeva cone arrivare alla villa del Conte, erano sempre stati famosi per le loro stravaganze e per la loro riservatezza infatti quest'invito era strano. Già questo lo incuriosiva e lo rendeva nervoso allo stesso tempo, non sapeva cpsa aspettarsi. Non era l'unico ad aver ricevuto l'invito dato che per strada altri si stavano dirigendo alla villa che si trovava in cima ad una montagna e si vedeva solo una luce in mezzo alla nebbia. Di per sé già il tragitto era un pò inquietante e infatti per strada il ragazzo vide qualcuno che tornava indietro di corsa intimorito. D'un tratto il percorso si interrompeva e ci si trovava di fronte ad un'entrata scavata nella montagna che portava ad una scala a chiocciola. Gyukudo era sempre più curioso di entrare e di partecipare alla festa.

"Se queste sono le premesse si preannuncia una bella festa, persone che scappano, misteri e premi forse stavolta potrei divertirmi davvero. Cos'è questa bella musica? Almeno il conte ha buon gusto" pensò il ragazzo

Si ritrovò dinanzi a un grande portone e dato che nessuno voleva entrare per primo, il ragazzo si fece avanti e spinse la porta trovandosi faccia a faccia con un anziano maggiordomo he doveva avere almeno 100 anni. Senza nemmeno parlare fece segno di seguirlo nella sala da pranzo, aveva un andatura claudicante e sembrava come se ogni passo potesse essere l'ultimo. Dopo un dedalo di stanze e corridoi finalmente arrivarono nella sala da pranzo che era già piena di gente chr conversava e aveva le più strane maschere che il ragazzo avesse mai visto. Questo conte doveva possedere un sacco di soldi per poter invitare tutta quella gente a casa sua. D'un tratto un signore che doveva essere il padrone di casa si presentò sulla scena e con un sorriso affabile appena accennato e un portamento che indicava i suoi nobili natali si presentò ai suoi invitati con un leggero inchino; lo seguiva come un'ombra il maggiordomo anziano. Gyukudo era appoggiato ad una parete in disparte sorseggiando un bicchiere di vino, non gli piaceva attirare l'attenzione degli altri. Finalmente il padrone di casa parlò e al suo discorso seguì un applauso da parte degli invitati

"Sembrano già adorarlo il padrone di casa, meglio aspettare prina di farsi una chiara opinione di lui. Potrebbe riservare tante sorprese e tanti scherzetti" pensò Gyukudo

Continuando a sorseggiare il suo vino attese gli sviluppi della serata, stando bene attebto agli altri invitati, alle loro reazioni e ad eventuali pericoli.


ho scritto dal cell non so quanti sono i caratteri,appena posso li controllo e nel caso aggiungo quelli che mancano
 
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Rainbow Man
view post Posted on 31/10/2016, 17:13     +1   -1





LA MASCHERA DI THE ROCK


Era quell'ora del giorno in cui il pomeriggio lasciava spazio alla sera, ma non una qualunque: il 31 Ottobre il buio terrorizzava la gente. The Rock era in palestra a lavorare sui suoi amici pettorali e prima di concludere l'ultima ripetizione pregustava già il pasto serale. Se non fosse che era giunto un invito a suo nome, lì nella palestra dove ogni giorno lavora e ogni giorno si spaccava il culo per diventare il più grosso; una festa in maschera in una villa prometteva un ricco premio. Non ci aveva capito molto, ma i soldi sarebbero serviti a lui che da sempre aveva vissuto nella miseria insieme a sua madre Kasuga. All'abito non ci pensò per niente: sarebbe andato in canotta e pantaloncini come suo solito riportando il marchio pubblicitario della sua palestra. Tuttavia non l'avrebbero fatto entrare senza un maschera, così cercò qualcosa intorno al ring e trovò qualcosa di davvero particolare.

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Indosso quella maschera immediatamente e si guardò allo specchio con fierezza: si sentiva un gran figo.
Uscito dalla palestra si recò verso la villa, la quale si trovava sulle montagne fuori Iwa ad un altitudine davvero notevole. Il percorso fu davvero lungo, ma avvicinandosi si accorse che sul suo cammino stava incrociando diverse persone. Vide la villa avvolta dalla nebbia: era davvero sfarzosa e arzigogolata e probabilmente doveva valere un mucchio di soldi. Lui che fin da piccolo non aveva mai avuto niente nella vita si trovava con quell'invito in mano all'ingresso della magione colmo di speranza; avrebbe reso felice sua madre per una volta che da troppo tempo stramazzava lavorando per sopravvivere.
Un maggiordomo decisamente avanti con l'età lo accompagno alla sala centrale dove diverse persone parlavano e passeggiavano prima di recarsi a cena. Vide l'uomo anziano decisamente ben vestito fargli da guida e notò che a malapena riusciva ad avanzare.

The Rock: "Ehi vecchio, oggi devi aver fatto gambe in palestra, non è vero? Ahahahahahah!"

La cena era servita in una tavola grande e The Rock si accorse di essere uno dei pochi ad essere poco curato nel vestiario, anche se con la sua maschera faceva la sua porca figura. Le tovaglie ornate sorreggevano diverse pietanze sistemate con cura dai camerieri, mentre aveva già l'acquolina in bocca per i gustosi pasti posti davanti i suoi occhi. Quando il Conte Tricher, così pareva esserci scritto sull'invito, diede inizio alla cena con un piccolo discorso, The Rock alzò la voce facendosi servire da tutti gli invitati.

The Rock: "Sei un grande Conte Trishi, grazie per il cibo gratis! Tu si che hai le palle!"

Si preparò ad inghiottire quanto più cibo possibile e, se qualcuno aveva qualcosa da ridire sui suoi modi da rozzo, avrebbe mangiato anche loro. Rimase comunque con l'occhio vigile sugli invitati in cerca di qualche donzella, mentre lui non sarebbe di certo passato inosservato con la sua grossa presenza tanto da occupare due posti della tavola.
 
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-Mimante-
view post Posted on 31/10/2016, 21:28     +1   -1






Parlato Katashi
Pensato Katashi
Parlato Maggiordomo


Si trovava dinanzi all'austera sequenza di stretti gradoni che salivano vorticando lungo il clivo della montagna. Sferzate di un vento gelido oltrepassavano la pesante veste nera, donando alle membra del ragazzo attimi di gelo indesiderati che culminavano in bordoni saltuari accompagnati da qualche smorfia di disappunto. Non aveva idea di quanto fosse salito lungo il pendio che dal villaggio si inerpicava fino a quel luogo isolato avvolto dalle dure rocce delle alture limitrofe, tanto distante sembravano gli oscuri profili delle gole di pietra dal centro del villaggio. Katashi non rammentava di essersi mai avvicinato a quella zona di Iwa, sebbene spesso si recasse tra i monti cerchianti del suo luogo natio per trascorrere qualche ora di quiete nella più totale pace o per adempiere a qualche seduta di allenamento in mezzo a cielo e terra. Osservando dal basso le flebili luci che da lontano sembravano dare timida indicazione di dove si ergesse il maniero che andava cercando, già iniziava a pentirsi di essersi preso la briga di presenziare alla festa di cui parlava l'invito.
Era giunto inatteso, pochi giorni addietro, avvolto in carta pregiata ma semplice e privo di qualsiasi orpello pacchiano. Non aveva mai sentito parlare del nome di famiglia in calce che trasudava nobiltà, rimettendosi a quel poco che il vecchio Darui seppe raccontargli a riguardo. Spezzoni confusi ed oscuri sperduti nella memoria fallace dell'anziano artigiano che poco seppero suggerire al ragazzo, ma che ne accesero la curiosità come alito di vento su viva brace.
Mentre iniziava la scalata alla chiocciola, immerso dalla testa ai piedi da una crescente umidità che permeava nel ventre della montagna in cui questa si snodava, diede un paio di colpi alla stoffa della veste sulle proprie spalle. Era stato proprio Darui a convincerlo a mettersi qualcosa che non fosse la solita logora pelandrana, ormai divenuta per il giovane Ninja un multiuso di tutta comodità e poche pretese. L'occhio voleva la propria parte, specialmente al cospetto di una famiglia altolocata di quella risma; queste le motivazioni del vecchio, che ovviamente trovavano indifferenti, se non avverse, le opinioni di Katashi. Quest'ultimo acconsentì solo per togliersi dalle orecchie il ronzio continuo delle nenie del coinquilino, già maledicendosi per quella debolezza al solo sentire le scomodità di un abito che non faceva al caso suo. Maniche un poco più strette di quelle alle quali così tanto agilmente si era abituato cingevano le braccia fino ai polsi, tozzi bottoni di un grigio un poco più chiaro della tonalità nerastra del corpo centrale dell'abito scendevano a cascata ben distanti l'uno dall'altro.
Mentre continuava a salire, senza ancora vedere il termine della rampa ricavata dalla nuda roccia, una musica ovattata da ciò che poteva essere la lontananza e le spesse pareti litiche del monte giunse alle sue orecchie. Nessuna voce, solo note di archi e leggere percussioni. Alzò la testa per seguire nell'aria le capriole che il motivo sembrava compiere rimbalzando sulle pareti, fermando la marcia per qualche istante. La musica era pulita, di quelle precise eseguite con la sensibilità di chi non corre dietro a niente. Buoni musicisti dovevano essere all'opera, che parevano soppesare più i tempi di silenzio che quelli di suono per intrecciare una melodia che aveva in sè qualcosa di strano. Una falsa sensazione di calma esasperante, di pacatezza forzata, seppelliva sotto ceneri ancora calde qualcosa di più affilato, spigoloso, che poteva quasi urtare lo spirito di chi ascoltava così come smuoveva quello del Genin immobile a cavallo tra due gradini.

Ma quanti diavolo sono? Ci credo che non si fanno vedere in paese..



Aveva chiesto in giro, tramite alcune delle conoscenze che, tra l'accademia e un lavoro a contatto con il prossimo, inevitabilmente anche un adolescente come lui era riuscito a tessere nel tempo. Tuttavia nulla più che accenni o strani aneddoti era riuscito a cavar fuori da chi aveva tratto in mezzo all'argomento, trovandosi a mettere in cammino quel giorno verso una meta quasi del tutto sconosciuta. La cosa, non avrebbe potuto di certo negare, lo metteva a disagio come sempre. Un luogo che non conosceva, abitato da tizi di cui ancora meno sapeva per presenziare ad una facezia come una cena di finezze seguita da chissà quali salamelecchi.

Giunto dinanzi al portone, recuperando un poco del fiato perso per velocizzare il passo nell'ultima serie di gradoni, battè l'unghia del dito medio destro su di una placca giallastra di metallo. Quello che aveva tutta l'aria di essere oro massiccio, coronante le bordature più spesse dei cardini della soglia in legno massiccio, produsse un suono preciso e nitido, pieno, che poco lasciava al dubbio. Un'espressione compiaciuta e sardonica si dipinse sul volto di Katashi.

Che questi qui abbiano i soldi l'abbiamo capito



Anche quelli erano stati una bella leva a decidere di muovere i propri passi in direzione di un luogo così dimenticato dal resto del mondo. Il premio ventilato nell'invito sembrava moneta sonante e neppure poca, cosa che Katashi non poteva per certo ignorare.

Quando i battenti del portone si divisero davanti a lui fece comparsa una figura raggrinzita e un poco curva, greve di molti anni di età. Un uomo a confronto del quale perfino il vecchio bottegaio di sua conoscenza poteva benissimo apparire ancora un giglio in fiore.
Gli si rivolse con voce roca, quasi fosse pescata parola per parola da un pozzo profondo sperduto in sotto qualche piega dell'elegante vestito.

Mi segua prego



****



Le pietanze imbandite sulla tavola emanavano profumi invitanti.
Quando prese posto a sedere, guardingo nei confronti di un servitore che non voleva saperne di smetterla di osservare ogni suo movimento, iniziò a guardare i pochi presenti attorno al desco ancora prematuro. Celati dietro le maschere, l'impossibilità a riconoscere o meno i presenti lo infastidiva ancora di più di quel generale alone di mistero che sembravano tutti adoperarsi nell'infittire. Anche lui, come da accordi riportati nero su bianco sulla missiva d'invito, si era portato dietro un simulacro. Nulla di troppo elaborato, artigianale; aveva lavorato un paio di giorni a quella maschera, quando i ritmi del lavoro giornaliero allentavano un poco. Aveva lasciato la metà inferiore completamente scoperta, così da poter tranquillamente mangiare senza doverla spostare in alcun modo: un semplice sfondo bianco, levigato a dovere, riportante sopra le due fessure ellittiche per gli occhi tre forme geometriche incastonate tra loro. Degli edri pentagonali che molto gli rammentavano delle strane pietre che faceva sbucare dal suolo senza un perchè e il cui pensiero ormai lo assillava a qualsiasi ora del giorno e in qualunque frangente.

Niente



Alzò la mano in risposta alle premure del maggiordomo che nuovamente lo aveva avvicinato domandando se potesse servirlo in alcun modo, rivolgendogli una mezza parola, proprio nel torno di tempo in cui il Conte aveva preso la parola per un breve monologo d'introduzione alla serata. Un overture accennata con gli squillanti rintocchi di argenteria sul cristallo finissimo del servizio posto dinanzi ai piatti, che cozzava in un modo strano e del tutto particolare, con la voce pulita e calda dell'uomo. Quanto al contenuto, la punta di ironia per le ultime parole gettate agli invitati presenti venne registrata da Katashi ma non perseguita da reazioni di sorta, limitandosi ad accennare un saluto con la testa in direzione del nobile.
Gli occhi caddero per alcuni attimi sulla figura imponente di un ragazzone seduto bello comodo sul suo stesso lato del tavolo, lontano poche sedie da lui, si di un secondo giovane che comodamente stava sorseggiando del vino da uno dei calici posto in ognuna delle stazioni per gli ospiti. La tentazione di assaggiarne un paio di dita fece capolino nel ventaglio dei suoi desideri, ma venne tacciata rapidamente. Non conosceva nessuno dei presenti, tanto meno il padrone di casa e il reale scopo per il quale si trovavano lì riuniti persone che, come lui, ben poco a prima vista avevano a che fare con tali fasti. Per quanto l'atmosfera sembrasse piacevole, avrebbe atteso a concedersi simili piaceri. Senza contare che l'alcool, del quale aveva ben poca esperienza vista la sua giovane età, non gli era mai sembrato un vizio che potesse sedurlo facilmente, al contrario del peccatuccio che da tempo lo trainava alla malevola educazione.
Difatti mentre continuava a guardarsi introno, posando lo sguardo sulle varie statue in materiali preziosi intagliati con perizia, una domanda soltanto lo assillava.

Dove si potrà fumare da queste parti? A gente così non posso farlo davanti al naso

 
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view post Posted on 1/11/2016, 16:14     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Sarebbe stata una giornata come molte altre se all’improvviso uno strano individuo non fosse capitombolato dentro la stanza che Chiaki e Fuyuki occupavano al covo. Questa volta però con un certo sgomento, il ragazzo trovò solo la fanciulla dietro l’immensa scrivania intenta a cimentarsi nello sfoglio di parecchi documenti. Probabilmente non aveva colto il momento migliore e sentendosi un po’ a disagio per quella figura femminile iniziò ad indietreggiare pronto ad andarsene.

- Se sei venuto qui con tutta questa foga s-sicuramente hai qualcosa d’importante - disse improvvisamente la giovane prendendo tutto il coraggio che aveva in corpo - Avanti ho molto lavoro, non ho tempo da perdere.

Cercò di sembrare quanto più distaccata poteva dalla vicenda e fortunatamente la sua recita andò in porto. L’uomo che si era lasciato abbindolare dal gentil sesso e dalla sua apparente delicatezza si avvicinò più fermamente alla zona illuminata, appoggiando la busta che stringeva in mano sul piano orizzontale.

- Si ecco è arrivata questa lettera. Ho pensato che Fuyuki-sama potesse esserne interessato vista l’origine della missiva. La famiglia Tricher ha fatto degli ottimi investimenti sulle attività secondarie dell’organizzazione, forse è un bene accogliere il loro invito - affermò il nukenin cercando d’essere il più coinciso possibile.

- Non c’è problema me ne o-occuperò io... Fuyuki è fuori per il momento - concluse infine la quindicenne aspettando che lo scagnozzo uscisse dalla stanza - E per favore la prossima volta bussa prima d’entrare.

In lontananza vide un movimento sussultorio del poveretto prima che il rumore della porta di legno lasciasse la Hyuga nuovamente alla sua solitudine.

Mannaggia a Fuyuki... non fa per me essere così autoritaria. Aveva detto che quello che doveva fare era una cosa da poco

Si lasciò completamente scivolare sullo schienale della seduta esausta. Oltretutto adesso aveva anche da prendersi la briga da sola di quell’inconveniente. Afferrò alla svelta la lettera che era stata abbandonata sul bordo del tavolo e la scartò notando la finezza del materiale con cui era stata realizzata. Non avrebbe dovuto meravigliarsi però, infondo come aveva detto il nukenin che poco prima gliel’aveva ceduta i Tricher erano degli ottimi investitori. Lesse tutto d’un fiato e quando terminò si mise immediatamente all’opera.

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Il preavviso non era stato molto ma nonostante tutto Chiaki era stata celere nei preparativi. Si diete un’ultima occhiata allo specchio, controllando che il suo abito fosse apposto come la sua capigliatura accuratamente sistemata per l’evento. Le sue doti di sarta erano state molto utili, evitandole di dover creare qualcosa sul momento. La sua fortuna sfacciata era stata promossa per delle ricerche riguardo il posto in cui avrebbe dovuto recarsi. Iwagakure non era sicuramente uno dei luoghi più sicuri al mondo conoscendo la sua fama: un paese multietnico pronto ad accogliere anche i più spietati mercenari. Non potevano organizzare un evento migliore lì proprio vicino al giorno dei morti. Quante leggende giravano a riguardo e molte di queste parlavano dei fantasmi. Deglutì la kunoichi al pensiero che potesse capitargliene uno davanti, ancora turbata da vecchi ricordi accademici. Sarebbe stato sicuro andarsene senza avvisare? Lasciò un bigliettino sulla scrivania giusto per precauzione e lanciando un ultimo sguardo alla stanza, controllando che fosse tutto maniacalmente in ordine, la bella dalla chioma blu si lanciò dalla finestra. Non voleva farsi vedere in giro conciata in quella maniera e poi il vento che la sospingeva lontano l’avrebbe fatta arrivare a destinazione molto più velocemente. Approfittò delle sue ali invisibili e nel cielo che imbruniva i civili che l’avrebbero vista passare l’avrebbero potuta confondere persino con uno spirito. Il tempo di percorrenza sarebbe stato perfetto per riflettere su tutto ciò che aveva accumulato in quelle ore. L’evento era stato creato per ricevere dei premi ma perché liberarsene in una maniera così blanda? Per noia? In fondo quando qualcuno ha a disposizione di così tanti soldi nemmeno sa più che farci, questo fu il primo ragionamento sensato che ebbe il membro delle Nuvole Rosse riguardo all’evento improvviso. La sua presenza lì nemmeno lei sapeva quanto potesse essere funzionale; la mente della coppia era stata sempre il castano ed invece si trovava lei catapultata in quell’avventura. Prendeva aria a pieni polmoni mentre ricercava la calma, sperando che nessuno avrebbe riconosciuto la sua identità relazionando le sue pessime doti all’Akatsuki. Si diede una veloce sistemata dopo il suo atterraggio. Lì fuori c’era solo lei... che fosse arrivata in ritardo? La notte era scesa e tutto ormai era amalgamato nelle ombre difficilmente distinguibile. La quindicenne bussò alla porta e come da programma un maggiordomo le mostrò la strada, trasudando lo spirito di ricchezza di quella casa arroccata sulle montagne. Una sinfonia dolce accolse il nuovo ospite, che guidata dall’anziano uomo finalmente giunse al salone principale quello del banchetto. Immense tavolate erano state allestite per l’evento piene, stracolme di gente tutte accuratamente celate dietro una maschera o uno spesso trucco come lei. Si sentiva quasi una principessa che partecipava ad uno di quei banchetti reali. Si era persa completamente l’atmosfera che quando si girò per ringraziare la sua guida questa era completamente scomparsa. Un po’ dispiaciuta decise di avvicinarsi ad uno dei posti liberi, senza badare minimante a chi potesse essere finita vicina. C’erano così tante cose da accumulare in quella stanza che ancora non riusciva a rendersi conto se stesse sognando o meno. Eccola la sua guida al fianco di un uomo di tutta classe, giovane e di bella presenza. Il conte fece la sua breve presentazione e quando la kunoichi vide i bicchieri al cielo, cercò di seguire la massa per amalgamarsi per bene con quel teatrino. Avvicinò il liquido rosso al naso ma avvertendone l’odore forte di alcol abbassò immediatamente il vetro. Non poteva e non voleva bere... sapeva che effetti creasse su di lei l’alcol. Trepidava dalla voglia di conoscere l’enigma e senza azzardarsi a toccare cibo cominciò a immaginarsi le cose più improbabili che avrebbero potuto metterle davanti. Quanti capelli avesse in testa il conte? Magari aveva assunto veramente qualcuno per contarglieli tutti. Quante di quelle persone sarebbero tornate a casa gattonando? Sempre che non avesse offerto loro una stanza. Rimase lì con la sua faccia da ebete mentre se la rideva internamente.

 
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view post Posted on 1/11/2016, 16:21     +1   -1
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Il 31 ottobre…a sentire il nano questa era la note degli incubi, del male, di morti che uscivano dalle fosse. La notte del diavolo. Ci mancava solamente qualcuno che urlasse FUOCO E FIAMME…FUOCO E FIAMME e avevamo concluso il cerchio dei pazzi che credevano a tali fandonie.
Ma, seppure non ci credeva, la verità era che nel mondo vi erano oscuri poteri e ancora più oscuri misteri. Il nano era depositario di uno di essi, così come la guerra contro Watashi aveva reso leggende e superstizioni granitiche realtà. Per cui se nei suoi quasi 24 anni di vita non aveva creduto nemmeno a mezza parola, dopo Watashi, dopo l’entrata in aka e infine dopo il suo sedersi sul trono della più pericolosa organizzazione criminale che si conoscesse in quella parte di mondo, aveva reso la sua mente più elastica e meno costritta e bigotta.
Persino il rituale dell’anello era infernale. Sangue e carne, uniti nel circolo dell’acciaio come a simboleggiare che l’Aka era per sempre e che solo con la morte si poteva venire meno al patto che si stipulava.
Sembrava uno di quei patti, o contratti, stipulati con qualche demone degli incroci…Yamamoto aveva sorriso quando gli fece notare questa sua idea. Un sorriso così oscuro che aveva avuto l’impressione, quasi, che una supposizione – anche abbastanza campata in aria – fosse vera. Ma chissà cosa e quali segreti nascondesse il membro dell’aka più esoterico, misterioso e oscuro che mai avesse posato la sua ombra nei recessi delle nuvole rosse.

La maschera di Hyou era posata sul tavolo, lunghe cartine geografiche, avvisi di taglia, fogli, pile di libri e rotoli dove Ryu si barcamenava tra l’opera di conquista del paese del gelo, e mantenere i contatti con le cellule di Furikami e nel mentre far svolgere attività illegali all’aka per racimolare denaro per ungere funzionari, politici, daimyo e quant’altri.
L’aka stava via via diventando sempre più politica. L’anello di congiunzione perfetto per unire la parte pulita e quella sporca in un connubio di intenti e supremazia. Era anche quello un modo per conquistare il paese del gelo e poi allungare i propri artigli sul resto delle nazioni e schiacciare i Grandi Villaggi. Un progetto ambizioso non privi di rischi dove Ryu faceva da esca e aveva attirato lo sguardo e gli anbu di tutto il mondo sulle proprie tracce. Renderli ciechi alle sue vere intenzioni…non era facile…poteva morire…ma gli eventi, come una valanga, avevano travolto il mondo degli shinobi. tornare indietro era impossibile.
Non si stupì, per cui, che una spia entrò come un alito di vento in quello che si poteva chiamare ufficio. Anche se di ufficio ne aveva ben poco: qualche mobile, una cartina geografica sulla parete, arredamento spartano ed essenziale. Come del resto era la pantera.
Alzò un sopracciglio.

Dimmi.

Un rotolo venne poggiato sul tavolo.

Abbiamo saputo che l’ultimogenito della famiglia Tricher darà una festa.

Quindi all’akatsuki cosa importerebbe?

Non sarà una festa qualsiasi…il conte metterà in gioco la sua fortuna. I partecipanti dovranno risolvere un indovinello, però, per vincerla.
La sua dimora è nel paese della terra e credo che questa notizia possa essere sfruttata in molteplici modi.


La spia aveva parlato. Ryu soppesò quelle parole. Tensai era sulle tracce di Yo Saito, Shogun e Kyo erano a Kiri per tenere i contatti con le cellule di Furikami nel paese dell’acqua, la mano e l’artiglio erano nel paese del gelo insieme al nano e all’uomo…rimaneva solo lui. Ed era una buona occasione. In fondo non aveva nulla da perdere. Il moncherino si mosse per afferrare il rotolo: era stato costruito prendendo a modello quello di Tensai. Almeno non lo faceva sembrare un perfetto idiota ma in combattimento era utile quanto un peto.
Rispondeva bene , riusciva a stringere il pugno, a tenere in mano una penna, ma nulla di più nulla di meno poteva fare…il suo braccio era andato per sempre e doveva trovare un modo per riavere il suo artiglio. Ma nel mentre questa festicciola era utile per avere un po’ di denaro. Le casse ultimamente languivano parecchio e i costi si stavano alzando.

Puoi andare. Ma prima procurami una maschera. Andiamo a far visita a questo sedicente conte.


La maschera campeggiava sul suo volto, anche se non era il suo vero volto. Discrezione prima di tutto ma non si aspettava strani incontri, né anbu alle costole. Non era proprio un affare da shinobi ma mai abbassare la guardia. La taglia sulla sua testa avrebbe attratto persino i balordi e i vigliacchi, per cui non poteva permettersi di girare con il suo volto anche quando era coperto da una maschera e stava partecipando ad una festa da ricchi signori.
Sicuramente non passava inosservato con la sua altezza, ma in fondo poteva essere un utile passatempo, perché vedere sempre il lato negativo? Vi potevano essere committenti, belle donne, musica e un po di svago.
Anche se non avesse vinto poteva intrecciare utili rapporti con ricchi balordi. Per cui salì la scalinata a chiocciola, si aggiustò la maschera sul viso, dove campeggiarono i suoi occhi diamantini, si diede un controllata al vestito – si sentiva un po’ a disagio in effetti – e che le danze si aprissero.

Il maggiordomo non era male, gli invitati erano tutti uguali con quelle maschere, i profumi erano anche troppo per il suo naso che iniziò a pizzicargli e a prudergli. Starnutì più volte.
Le donne erano troppo profumate, con rofumi troppo pungenti, e ve n’erano troppi che non riuscì a distinguerne le fragranze. Però doveva ammettere che molte di loro erano sensuali. Ah… dura la vita del fidanzato. Ashi deteneva il suo cuore e sebbene vi fossero donne di una bellezza sensuale che avrebbero fatto impallidire una dea, affogò le sue labbra in un altro tipo di coppa e nettare.
Meglio il vino che certi pensieri..
Ed ecco poi il fantomatico conte. Ultimo ad entrare sulla scena, egida di ricchezza e nobiltà. Rispettava a menadito il copione del suo ruolo. I pasti erano già stati serviti ma non era stata servita la pietanza più prelibata.

Mi farà impazzire di attesa se non soddisfa la mia curiosità, mio conte.
A cosa dobbiamo cotal invito?


Accarezzò con un dito il contorno del bicchiere.
 
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view post Posted on 1/11/2016, 23:10     +1   -1
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La Reggia del Conte Tricher



Conte Tricher: Sfortuna vuole che la mia vita si debba fermare ora, mentre il mio corpo raggiunge l'apice della maturazione. Non ho eredi e la mia servitù non vuole accettare simile somma per paura.. Sapete, i tentativi di furto non sono stati pochi..

Si ferma, lasciando agli invitati il tempo di metabolizzare quanto appena confessato dal Conte. Nel frattempo comincia a fissare in un punto preciso della sala, sorseggiando il denso nettare degli Dèi dal calice, precisamente verso una figura femminile dai capelli blu. La cena continua tranquilla e, alle undici in punto,il padrone di casa si alza dal suo posto, avvicinandosi piano alla posto della giovane Chiaki

Conte Tricher: In Primavera indossa un bel vestito.. In Estate è ben coperto.. Ma in Inverno si scopre, di tutto il suo mistero.. Ecco a voi, avete tempo fino allo scoccare della Mezzanotte per vincere il premio.. Scoprite cos'è e.. Spero passiate un'ora nel terrore..

Recita, ponendo fine alla cena e dando il via alle danze. Pone la sua mano davanti la Hyuga, invitandola ad alzarsi. Le sorride, donandole un bicchiere, con dentro dello Champagne.

Conte Tricher: Ho notato che non hai toccato vino.. Quindi credo tu sia astemia.. Ho chiesto al mio fidato Maggiordomo di portare solo per noi questo pregiato nettare.. È dolce, privo di alcool.. Come lei..

Trionfa, sfiorando appena le guance nascoste dalla maschera della fanciulla. Incurvando il gomito la invita a fare una passeggiata per la Reggia sottobraccio. Finiscono in mezzo l'enorme giardino.

Conte Tricher: Vede, signorina, non è facile mantenere lo splendore di tale costruzione. Questo giardino, che sembra quasi un parco naturale, è opera della mia defunta nonna. È stato ideato come un labirinto con al centro una fontana.. Ecco, proprio quella lì di fronte noi..

La fa avvicinare e specchiare nella limpida acqua. Una fitta al petto di Chiaki prende il sopravvento in quel luogo, vedendo riflesso nelle acque della fontana quello che sembra essere il braccio del Conte trapassarle la carne senza ferirla minimamente.

Contemporaneamente alla stana vicenda della Hyuga Ryu, sorseggiando del vino, scorge una figura femminile a lui familiare allontanarsi dalla sala insieme ad un'altra maschile. Sicuramente non ha intenzione di crederci ma sembra essere proprio lei: la sua amata Ashi. Per scoprirlo non bisogna fare altro che seguirli. Salendo le scale per il primo piano e percorrendo il corridoio a destra le due figura entrano in una stanza, chiudendola poi a chiave. Dei gemiti possono essere uditi dopo qualche minuto e, spiando dalla serratura, si può scorgere la ragazza cavalcare sensualmente un bronzo sul letto.

Katashi, seguendo i suoi pensieri, si ritrova sulla grande balconata del primo piano. Oltre qualcuno che sorseggia dello Champagne la fresca aria lo aiuta a pensare liberamente. Viene accerchiato pian piano da una lieve nebbia, delle sagome senza ombra intorno lui.


Operaio: Sotto quelle macerie.. Avevamo speranza in te.. Non ci hai salvati.. Ed ora verrai via con noi!

Gyukudo sente il Maggiordomo confessare ad un invitato di sapere la risposta. Decide di seguirlo, scendendo una serie di scalinate alla destra del corridoio principale. Una volta girato l'angolo il ragazzo si sentirà bloccato. Dei filamenti viscogli gli bloccano le gambe; nella penombra degli occhi rossi che lo fissano.

Roku invece continua a stare a tavola. Ha come uno strano vuoto nello stomaco che deve essere forzatamente colmato, tramite il cibo. Oramai tutti hanno lasciato quella sala, tranne la Montagna di Muscoli. Comincia a sentirsi più pesante: vedendo il corpo i suoi muscoli si sono trasformati completamente in grasso. Ma non riesce a fermarsi, non ha più il controllo del suo corpo. Dalle porte i finestre entrano delle strane persone. No, oramai non sono più persone. Sono morti che camminano. Camminano affamati verso lui.
 
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marko12
view post Posted on 2/11/2016, 00:45     +1   -1




Gli invitati continuavano ad arrivare, sembrava quasi che il conte aveva invitato tutto il villaggio. In particolare lo colpì un omine grosso che sembrava essere al posto sbagliato, dato che portava una tenuta ginnica; magari era quello il suo costume. Molte persone erano lì per sfoggiare la propria ricchezza e per cercare l'alleanza e magari qualche matrimonio vantaggioso per le proprie figlie. Il ragazzo fece conversazione con un simpatico ragazzo che pensava che l'unica aspirazione di vita fosse quella di conquistare ragazze.

"Dai vieni con me che ci divertiamo ho un paio di pollastre per le mani" esclamò Asher

"Ok basta che non mi fai perdere tempo" rispose il ragazzo

Stava ancora parlando con la ragazza carina che aveva conosciuto quando il conte chiese la parola con insistenza; fece un annuncio che fece restare di sasso la sala... stava per morire.

"Bene finalmente abbiamo capito qual'è il suo gioco, vuole divertirsi prima di tirare le cuoia. Peccato avrebbe potuto vivere cent'anni con tutti questi soldi, vabbè ne approfitterò io appena avrò vinto il premio. Devo solo risolvere l'indovinello" pensò Gyukudo

Consolò la ragazza che ancora era al suo fianco e non prestò minimamente attenzione al commento del suo nuovo amico, aveva sussurato qualcosa di strano di incomprensibile. Non sapeva come destreggiarsi con questo indovinello e a nulla servì restare dov'era, tanto la ragazza piangeva senza nessun limite. Si congedò da lei e dal suo seguito e cominciò a passeggiare distrattamente per la sala cercando un indizio o comunque qualcosa che potesse ispirarlo. Il Conte avvicinò una ragazza dai capelli blu e portandola sottobraccio la condusse fuori, sicuramente aveva qualcosa a mostrarle.

"Dannazione qui nessuno conosce la soluzione sono tutti spaesati quanto me, ora cosa faccio?" pensò Gyukudo

Era così pensieroso che non vide un gruppo di persone venirgli incontro di corsa che lo urtarono e lo fecero cadere per terra.

"Ehi, volete stare più attenti" sbottò il ragazzo

Si stava rialzando quando sentì il maggiordomo parlare con uno degli invitati, e una sola parola gli fece capire cosa fare "Premio". Il vecchio sapeva qualcosa e lo stava dicendo a un signore di mezza età. Senza perdere tempo cominciò a seguirli fuori dalla sala sperando di non essere scoperto; non era molto incoraggiante stavano scendendo sempre di più e le sale si faceva sempre più buia. Sicuramente a questo si riferiva il padrone di casa quando aveva detto di passare un'ora di terrore, iniziava col buio la sua prova di paura. Cominciarono a scendere delle lunghe scale; si sentiva solo il rumore dei loro passi. Finalmente le scale finirono ma appena girato l'angolo si sentì bloccato, le gambe non si muovevano più, non rispondevano.

"Dannazione cosa succede ora, devo aver toccato qualcosa o qualche trappola. ... Stai tranquillo non farti prendere dal panico... respira profondamente. È solo buio niente di più. Niente può farti del male... cosa diavolo era quella cosa??! Ho visto qualcosa nell'ombra " Pensò in preda al panico il ragazzo

Istintivamente la mano andò verso la sacca dove teneva i kunai e ne estrasse uno. Aveva visto degli occhi rossi che lo fissavano e non gli piaceva la cosa, di solito preannunciano solo guai.

"Fatti vedere non è divertente " esclamò Gyukudo pronto a difendersi con il kunai in mano
 
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view post Posted on 2/11/2016, 16:10     +1   -1
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Il conte stava morendo? Brutta notizia…per lui. A Ryu poco importava e poco gliene sarebbe fregato. Era lì solo per le fantomatiche ricchezze, di quello che aveva il conte, di morti, di tombe non erano una cosa che lo toccavano.
Morivano migliaia di persone al giorno in tutte le parti del mondo per cui non era una notizia da versarci lacrime. Alzò un sopracciglio incurante continuando a gustarsi al cena. Anche se alcune cose nel racconto del Conte cozzavano. O almeno non riusciva a coglierne il nesso. Tentativi di furto? Se avesse diviso il suo patrimonio perché tentare il furto? Più probabile tentare di ammazzarsi a vicenda per accaparrarsi più tesori possibili.
Alla fine, se fatto tutto in maniera discreta, chi avrebbe potuto dire che il Conte stava già con un piede nella fossa? Ma alla fine perché preoccuparsene? Posò la forchetta e si pulì la bocca con un tovagliolo di raso.
Mise le labbra sul calice: un dolce e profumato nettare bianco attraversò la gola e il palato. Un gusto frizzante, fresco e fruttato, con una nota di noce moscata che lasciava il vino con una leggera acidità. Gli piacque. Il conte aveva di sicuro una buona cantina per avere un tal bianco, o forse un buon vigneto. Produrre un buon vino è un mestiere, creare un gran vino è un arte.
La cena proseguì senza troppe interruzioni, o almeno senza che nessuno facesse trasparire il proprio nervosismo o impazienza per sapere il tale indovinello per cui tutti loro erano, in una notte che leggende definivano del male, in cotal magione.
Persino Ryu era curioso. Non smanioso, ma curioso. Anche se vi era un proverbio: la curiosità uccide il gatto. E la pantera non era un felino troppo cresciuto?

In Primavera indossa un bel vestito.. In Estate è ben coperto.. Ma in Inverno si scopre, di tutto il suo mistero.
Questo fu l’indovinello e Ryu sorrise. Era così semplice. Vi era solo un qualcosa che cambiava le sue vesti durante la stagione. Konoha ne era piena per sempio; stava per alzarsi e rispondere quando con al coda dell’occhio qualcosa catturò la sua attenzione.
Quella figura, quel volto, quei capelli, la linea del viso, i fianchi…era forse un allucinazione? Ashi?! Ashi era lì?! Perché?
Lasciò andare il vino, dell’indovinello, del Conte, di quella magione, di quella storia tutto era passato in secondo piano. Anzi, svanito come nebbia al sole. Si stava allontanando con un altro uomo. Un uomo! Un uomo che non era lui!
Li seguì. Un animale impazzito. Il respiro corto, il cuore che batteva come non mai. Mille domande, mille dubbi affollavano la sua mente come bolle in un calice.
I suoi occhi non perdevano di vista i due: scale che sembravano infinite, un corridoio senza fine, senza sbocchi, passi che riecheggiavano come colpi di martello nelle sue orecchie, una porta e dei sussurri dietro di essa.
Una donna e un incubo.

Non voleva aprirla. Non voleva ascoltare. Il tradimento. Il tradimento di Ashi. Era chiaro…inequivocabile…gemiti di piacere scavavano solchi indelebili nell’anima di Hyou, come ferri arroventati smussati che torturavano il suo cuore. Ogni gemito una pugnalata. Ogni scricchiolio di quel letto era come aver perso di nuovo il braccio. Come fallire di nuovo.
Ogni gemito, ogni tocco di quelle mani su quel corpo perfetto lo facevano stare male. Lo sapeva, lo immaginava ma non voleva vedere, non poteva vedere. Perché? Perché? Era per Konoha? Si…l’aveva persa ormai…l’aveva persa…la mano artigliò quella porta…cadde in ginocchio…una sola lacrima a solcargli il viso.
 
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Rainbow Man
view post Posted on 2/11/2016, 17:03     +1   -1





MORSO PER MORSO


Il conte dichiarò di essere ormai al termine della sua vita; non aveva eredi e nessuno aveva il coraggio di accettare il suo patrimonio, neanche i suoi servi dato che era abitudine essere soggetti a furti. Sentendo quelle parole, The Rock rispose ad alta voce, estroverso e rude qual'era senza contenersi neanche in un'occasione elegante come quella.

The Rock: "Ci credo che stai male; se mangi tutti i giorni queste schifezze, non puoi vivere a lungo! AHAHAHAHAH!"

Poi spostò l'attenzione sul quesito della serata: si trattava di qualcosa che si vestiva, poi si spogliava in base alla stagione. L'omone pensò che aveva tempo fino a mezza notte per spogliare una donna e vincere un premio, nient'altro. Continuò a riempirsi la pancia con il cibo offerto gentilmente dall'amorevole conte, fregandosene di essere riconosciuto dagli altri invitati: la sua maschera copriva il suo volto, ma pochi al mondo erano grossi come lui. Assaggiò dell'ottimo pesce, cotto come i kami comandano e ne gustò una dozzina di porzioni. Solo dopo qualche minuto alzò lo sguardo dai piatti e si rese conto di essere rimasto solo con tutto quel cibo; gli invitati hanno lasciato quella sala e The Rock non poté che apprezzare l'intero tavolo a sua disposizione. Fortunatamente era periodo di massa e con quel ricco pasto avrebbe raggiunto tranquillamente le seimila calorie giornaliere, se non fosse che non riusciva a spezzare l'attacco di fame e continuò a divorare tutto. Si muoveva a fatica e iniziava ad ansimare, così decise di alzarsi in piedi e notò come la sua pancia di addominali si era trasformata in un pallone pieno di grasso che per poco non buttava per aria il tavolo. Qualcosa non andava: con in bocca ancora del pesce fritto, notò entrare dalla finestra delle persone, dai movimenti affaticati e dai versi e volti sofferenti. Li osservò avvicinarsi verso di lui spalancando gli occhi e esprimendosi con la bocca piena.

The Rock: Mm chh cczz st succdnd!?!? Ch son quest!?!?"

Si avvicinarono a tal punto che il grosso culturista dovette salire in piedi sul tavolo per scansarsi e il loro atteggiamento lasciava presagire solo una cosa: volevano mangiare il suo grasso corpo. Non riusciva ancora a fermarsi e ormai il mangiare su quella tavola scarseggiava; allungava le braccia a fatica dato che ormai erano diventate delle enormi salsicce di grasso e tentava di scalciare con i piedi quegli essere desiderosi della sua carne. Uno di questi allungò le braccia cercando di tirarlo per il polso destro, ma lui riuscì a non cadere di sotto e per colpa della fame tentò di mordere egli stesso quell'essere. La sua carne era davvero dura...
 
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view post Posted on 2/11/2016, 21:11     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Da una Lacrima di Luna

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Se ne rimaneva lì allibita come una bambina nel mondo dei dolciumi fissando ogni oggetto sfarzoso e pieno d’eleganza, al punto tale che non si accorse minimamente che l’uomo che aveva fatto mandare gli inviti le lanciava sguardi magnetici. Solo le sue parole catturarono l’attenzione della giovane che devota alle nuove abilità mediche apprese, non poté sopportare quel modo d’arrendersi davanti all’evidenza della morte. La cosa strana quanto sconvolgente è che il padrone di casa non avesse preso minimamente la sua malattia in decadimento come qualcosa di negativo ma in realtà fosse interessato a cercare una soluzione per i suoi beni materiali perché non andassero perduti. Fu in quel momento che sbattendo le palpebre Chiaki prese a seguire il discorso con più attenzione. L’ultimo gioco per stabilire a chi sarebbe andata la sua eredità, un’offerta allettante messa su un piatto d’argento per tutta quella popolazione di varie caste in fibrillazione. La Hyuga si domandò immediatamente se i presenti fossero tutti dei ninja o se anche i civili avessero avuto l’onore di un simile invito. Finalmente i suoi occhi cristallini si specchiarono in quelli scuri dell’uomo che non cercava di nascondere il suo interesse per quella figura femminile. La kunoichi si guardò un po’ intorno accigliata, sicuramente nelle vicinanze doveva esserci qualche bellezza esotica oppure aveva qualche dettaglio fuori posto che la rendeva ridicola. Si apprestò a portare una mano sui capelli cercando di spostare un ciuffo forse causa di quelle ossessive attenzioni, per poi abbassare completamente lo sguardo. Forse aveva esagerato vestendosi in quel modo, probabilmente aveva attirato troppa attenzione su di sé rischiando di mettersi nei guai. Se Fuyuki fosse stato lì le avrebbe fatto una delle sue ramanzine da ANBU provetto dove avrebbe finito per imbarazzarsi e scusarsi come suo solito.

In primavera indossa un bel vestito... in estate è ben coperto... ma in inverno si scopre, di tutto il suo mistero... a primo impatto direi che la soluzione non è difficile

Avrebbero avuto fino a mezzanotte per risolvere quell’indovinello nel frattempo probabilmente avrebbero solo dovuto godersi la serata come meglio credevano. Anche se l’ultima frase la rese un po’ inquieta... che cosa intendeva il conte con un’ora nel terrore? Forse perché quella era una sera simbolica dove le leggende narravano dell’apertura delle porte nel regno dei morti? La quindicenne fece spallucce incredibilmente scettica riguardo a quelle dicerie. L’unica cosa che voleva in quel momento era riferire la sua risposta dell’indovinello per spegnere la curiosità che la vibrava nel petto. La musica si alzò più forte portando i più audaci a buttarsi in pista con qualche ragazza che avevano adocchiato già dall’inizio del pasto. La nukenin invece non aveva la benché minima idea di volteggiare tra tutta quella gente, nonostante qualche strano nomade errante le avesse insegnato le basi del ballo qualche anno addietro. Stava quasi per alzarsi ed allontanarsi che un ombra le si parò davanti facendola sussultare. L’uomo che fino a qualche attimo prima intratteneva la folla adesso le stava davanti con quel suo sguardo accattivante ma allo stesso tempo galante come i modi con cui si avvicinò alla ragazza.

- La ringrazio per questa sua p-premura ma non ce n’era bisogno - rispose di rimando il membro dell’Akatsuki accettando il bicchiere di buon grado, mostrando un timido sorriso.

In realtà non aveva così tanta voglia di mangiare e bere così agitata dal voler rivelare all’uomo il suo ragionamento. Piuttosto adesso che ci rifletteva bene si chiedeva come mai l’indovinello potesse risultare così semplice. Che fosse stato fatto apposta? Ma per quale ragione? Il tocco delicato del cavaliere della serata le provocò un brivido lungo la schiena. Non voleva che qualcuno la toccasse soprattutto trattandosi di un individuo di cui non conosceva nulla se non qualche accenno sui libri. Cercò di rimanere impassibile ma appena questo si voltò il volto divenne severo e riflessivo... la sua lealtà andava ad un’unica persona. Affabile e con un portamento di chi ha sempre apprezzato il galateo, la chunin si apprestò a seguire la sua guida che la condusse in un posto più quiete e tranquillo. Aveva sempre amato il verde e quando risiedeva a Konoha persino lei aveva un suo giardino personale.

- Interessante... anche io mi diletto al giardinaggio quando posso. Mia madre ha sempre amato questo genere di attività e dopo la sua p-perdita non ho fatto altro che mantenere vivo il ricordo di lei occupandomi della sua opera. Anche se credo che adesso ci siano molte più piante mediche che magnifici fiori ad a-adornarlo - commentò reggendo il discorso da perfetta nobildonna.

L’interesse dell’uomo si spostò immediatamente verso la fontana, facendo allontanare la quindicenne sempre più dalla sala principale. Gli occhi di lei erano ancora avvinghiati a quelli del suo interlocutore come se cercasse di capire con chi stesse occupando il suo tempo e quali intenzioni avesse con quei suoi affabili comportamenti. Stava cercando di cogliere il piacere in quel poco tempo che gli rimaneva o in realtà era tutto uno scherzo di cattivo gusto?

- Per quanto riguarda l’indovinello credo di avere la risposta. La soluzione più corretta per me è l’albero. La stagione d-determina il suo cambio d’ab... - non riuscì a completare la frase notando immediatamente qualcosa che le ghiacciò il sangue.

I suoi occhi diafani come la luna si specchiarono nell’acqua e qualcosa d’inquietante si palesò evidentemente tra la superficie increspata dal vento. Il braccio del signor Tricher l’attraversava completamente quasi non fosse tangibile. Il volto della fanciulla impallidì immediatamente rendendosi conto in che situazione si trovasse o perlomeno un dubbio improvviso le fece irrigidire i muscoli. Un fantasma? Come poteva trapassarla in quel modo e perché i suoi occhi non vedevano quello strano gioco? Dandosi una spinta istintiva sul muretto si spostò immediatamente dalla struttura riccamente ornata, trovandosi a qualche metro dal conte. Riuscì a fatica a parlare, inghiottendo un ampio boccone di saliva.

- Che cosa s-significa questo? - chiese alzando la mano tremante ed indicando allibita lo specchio elementale.

 
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-Mimante-
view post Posted on 2/11/2016, 21:19     +1   -1






Parlato Katashi

Pensato Katashi



La brezza di cui si poteva godere da lassù, quasi occhi negli occhi con le vette più vicine della breve catena, trasmetteva buone sensazioni al ragazzo. Guardando da pari le asperità di quelle cime si rinfrescò degli sfarzi eccessivi che aveva visto all'interno durante il breve banchetto, come a spogliarsi di un abito troppo pesante per una qualche banale occasione. Non era la prima volta che trovava rinfrancante una simile quiete perso tra i monti bordanti i confini di Iwagakure, al punto che quasi riuscì per lunghi attimi a dimenticare l'ansia crescente per quanto andava susseguendosi all'interno. Gli parve quasi un imperdonabile spreco scambiare quella buona aria pulita che gli riempiva i polmoni con il denso fumo gravoso della sigaretta appena accesa, ma ormai era andata. Mentre si poggiava alla balaustra in pietra intagliata, osservandone le bordature per indovinare quale degli artigiani della Roccia di sua conoscenza si celasse dietro quel lavoro di così pregevole fattura, ripensava alle parole del Conte. Un senso di resa incondizionata, serpeggiante e posto in rilievo dall'assenza di figure familiari di spicco che potessero farsi piacevole onere delle fortune lasciate.
Era ormai chiaro il motivo per cui si trovavano lì: il puerile diletto di un uomo pieno di ricchezze che tiene a fare la ruota davanti ad un pubblico raffinato. Niente di male, pensava Katashi, che poco si curava di questi bislacchi passatempi che probabilmente entravano nel quotidiano di chi non doveva alzare un dito per sudarsi qualcosa.
Purtuttavia la sorta di enigma esposto dal nobile lo irritava, quasi tinteggiasse di grigio la perdita di tempo verso cui stava mirando la situazione. Allo stesso modo poca pena si era dato per l'annuncio funesto dell'uomo, non riuscendo tuttavia a gettarsi alle spalle l'atmosfera che si era respirata nel salone.

Vuole giocarsi tutto questo scegliendo come erede il primo trovato con una serata di alcol e indovinelli?.. Davvero?



Riflettè sulle parole magnetiche che avevano fatto da apertura al monologo di Tricher. Con una speme di eleganza che il palato forse troppo rozzo di Katashi non riusciva a gustare, aveva svelato come ormai fosse prossimo alla morte. Il ragazzo andò naufragando chiedendosi se una qualche malattia lo stesse angustiando o chi sa che altro, ma tornò a riflettere sullo sguardo quasi canzonatorio, dal quale null'altro che piacevolezze di pensiero sembravano filtrare, con cui l'uomo aveva dato la notizia. Nella velata testimonianza dei furti subiti per via delle molte ricchezze, nei rifiuti ad a riscattare tutto quel ben di dio, le parole teatrali impiegate: qualcosa andava suggerendo al giovane Genin che vi fossero leve pronte ad essere tirate designate per metterli in conflitto con qualcosa, davanti ad ostacoli che niente avevano a che spartire con la patina festosa della serata promessa.
Le sue parole ronzarono nella sua mente a lungo, accompagnate da un tamburellare quasi frenetico di due dita della mano destra sul corrimano gelido per le temperature inclementi che in quei giorni attanagliavano Iwa. Si parlava di qualcosa che vestiva e svestiva, e a tal proposito ringraziò di aver preso in prestito quella veste pesante, anche se elegante, dal vecchio Darui: su di una rocca che dava all'esterno come quella su cui stava, fuori dalle mura dello sfarzoso maniero, non un brivido di freddo scuoteva sulla pelle.

Le stagioni.. qualcosa che muta con le stagioni. Veste e sveste.. potrebbe essere! No, forse no..



Una risposta, vivamente plausibile, si affacciò nei suoi pensieri. Venne agilmente scartata, un po perchè reputata troppo scontata ed un po perchè non poteva fare a meno di domandarsi a favore di cosa fosse quel teatrino. Non aveva voglia di prestarsi a quella bizzarria, eppure il desiderio di prendere di curiosità del ragazzo, come sempre malriposto e talvolta esagerato, iniziò a roderlo piano piano.
Assorto com'era nelle variegate ipotesi che sprizzavano di tanto in tanto nel filo logico inseguito realizzò con qualche istante di ritardo di essere ormai attorniato da una fitta nebbia. A stento riusciva a riconoscere il profilo dell'uscita dalla quale si era allontanata dall'ambiente triviale formatosi all'interno. Le luci del castello arroccato, interrotte talvolta dal dal passare di qualche figura per i corridoi esterni, erano ormai tracce sfocate nel generale mare biancastro.
Prima voci conosciute, e poi contorni sempre più nitidi. Si voltò per vedere se la figura dell'uomo che fino a poco prima stava tranquillamente ammirando il tetro panorama attorno a casa Tricher, sorseggiando qualcosa di incolore da una coppa; eppure nessuno sembrava esser rimasto sulla balconata, solo lui e le figure che gli si facevano innanzi man mano che la nebbia andava infittendosi.
Ma furono le parole perse nell'aria e il loro timbro così particolare e ben impresso nella testa di Degawa ad accendere ansia e stille di timore in lui. Iniziò a guardarsi intorno, cercando di trovare una spiegazione ragionevole.

Non può essere lui.. si è salvato, era fuori nella tenda dei soccorsi



Non riusciva a dire se fossero semplici riflessioni quelle, connotate molto più come tentativi di personale convinzione davanti a quanto stava rapidamente accadendo. Si appoggiò con ambedue le mani alla balaustra, tentando di mettere quanto più spazio possibile tra se e le strane figure che iniziavano a fuoriuscire dalla patina incolore di cui si era tinta l'aria. Lo sguardo era basito, oscillante tra l'una e l'altra delle macchie nere che gli si facevano appresso con simili litanie sulle colpe della sua missione. Veloci ricordi su quanto accaduto alla periferia della Roccia, quel giorno infernale di fin troppo poco tempo addietro, accompagnarono l'ascesa di quello che sembrava un refolo di lucidità. Uno scherzo da quattro soldi, per certo una trovata macabra degli ospitanti per ravvivare la serata sulle spalle di ragazzini novelli Ninja come lui. Forse la sua presenza in quel luogo era funzionale proprio ad uno sfizio del padrone di casa, gongolante per mettere nel sacco qualche inesperto militare del villaggio prima di calare il sipario.
Chiuse gli occhi quasi a scacciare quei suoni che gli ricordavano la frana, i blocchi di pietra che gli franavano addosso e lo sguardo del capitano Bakuhatsu. Pieno di dolore e pazzia allo stesso tempo.
Per contro ebbe luogo uno strano scatto negli ingranaggi del suo animo, portandolo ad agguantare quello che aveva le parvenze di uno sparuto appiglio.

Ci state prendendo in giro.. chi è là??



Il grido lentamente sfumò fino a perdersi, mentre la mano destra di Katashi corse lentamente davanti al petto per la tecnica di liberazione dalle arti illusorie.
 
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view post Posted on 2/11/2016, 23:09     +1   -1
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La Reggia del Conte Tricher



La ragazza sobbalza, ponendo quella domanda nella pienda confusione, ma l'uomo non ha intenzione di colmare i suoi dubbi. Piano piano la figura diventa trasparente, fino a scomparire. Ma le sorprese non sono certamente finite qui. Delle braccia escono improvvisamente dal terreno, trascinando la povera Chiaki in un mulinello fuori da ogni realtà. Le braccia sono scheletriche, ma stranamente calde. Si arrampicano su di lei, fino a stringerla interamente. Sono dei veri e propri scheletri posseduti, pronti a fare qualsiasi cosa sul corpo della giovane Ninja.

Conte Tricher: Bravi servi.. Tenetela ferma..

Le carezza nuovamente il viso, pronto a toglierle la maschera

Conte Tricher: Sai.. Questi occhi non passano inosservati.. Finalmente potrò mettere le mani sul famigerato Byakugan!


Ryu non può credere ai suoi occhi ma, nonostante la sua entrata in scena, la donna continua a tradirlo davanti agli occhi, aumentando ancor di più gli ululati di piacere. Nella testa del capo Akatsuki si fanno sempre più acuti, sempre più penetranti, sempre più dolorosi. La donna improvvisamente batte le mani e delle catene sbucano dagli angoli della stanza, tenendo fermo il giovane Ryu tramite i polsi e le caviglie. La presunta Ashi, a quel punto, piega innaturalmente all'indietro la testa, guardando negli occhi del ragazzo tramite la maschera. Quasi strisciando gli si avvicina. Gli prende la testa, avvicinando i due visi. Sembra lo voglia baciare, ma un rumore strisciante la ferma. I suoi capelli cominciano a danzare, a tramutare. Prendono vita, mordicchiando la maschera del giovane uomo. Sono serpenti; non sembrano innocui.

Gli zombie avanzano, la loro fame aumenta, come quella di The Rock. Dopo aver morso il braccio del non morto uno strano grido esterno alla vicenda fa eco nella stanza, ma la sensazione di vuoto prende ogni volta il sopravvento. Deve mangiare, mangiare ed ancora mangiare. Ogni volta che il tavolo si svuota torna ad apparecchiarsi alle sue spalle. Quasi non ne può più, ma oramai non ha il controllo del suo corpo. Gli zombie si moltiplicano, sempre di più. Oramai è accerchiato, non è in grado di far fuori a colpi di morsi tutti quegli esseri. Sembra essere finita quando la parte bassa del corpo viene completamente maciullata. Ma stranamente è ancora vivo e, cosa ancora più strana, gli zombie si bloccano tutto d'un tratto, diventando completamente statici. Tutto è statico intorno The Rock.

Katashi vede tutto intorno lui diventare sfocato mentre usa la Tecnica della Liberazione. Sembra averci azzeccato ma un fischio irrompe nelle sue orecchie, mettendolo in ginocchio. Lo scenario comincia a sfatarsi e la terra sotto di lui a crollare. Crolla e per la seconda volta in poco tempo finisce inghiottito dalla terra. Questa volta però le rocce non lo fermano e lo schiacciano completamente. Intorno lui i caschi dei minatori.

Quello spazio in cui si trova Gyukudo non sembra avere fine né verso. Infatti i suoi capelli sono completamente rizzati ma non avverte strane pressioni alla testa. Oltre alle gambe ora ha anche le braccia legate e quegli occhi rossi finalmente possono essere identificati in un volto. Si tratta del Maggiordomo, anzi, di un ragno con la testa del caro Maggiordomo. Quest'ultimo ai avvicina al ragazzo e, con naturalezza, bacia sulle labbra lo studente.


Maggiordomo: Schiudetevi miei piccoli.. La cena è servita..
 
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marko12
view post Posted on 3/11/2016, 11:44     +1   -1




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Piano piano che quella cosa emergeva dall'ombra, Gyukudo era sempre più impaurito, come aveva fatto a sapere che la sua paura più profonda erano i ragni. Non l'aveva mai detto a nessuno, nemmeno hai suoi amici più stretti.

Dannato conte, stai per morire e vuoi divertirti alle nostre spalle eh? te la farò pagare, se solo fossi davanti a me. Cosa sarebbe questa cosa? Non sarà che la mia mente mi sta giocando brutti scherzi? Deve essere solo un'illusione non l'ho confidato mai a nessuno. Dannazione mi sento tutto bloccato.

Il ragazzo si dimenava cercando di liberarsi da quella cosa che lo tratteneva, ma i suoi sforzi erano vani e quella cosa continuava ad avvicinarsi, solo ora vide che aveva la faccia del maggiordomo che lo aveva accolto all'ingresso. Gyukudo sobbalzò dalla sorpresa e piano piano si faceva strada nella sua mente che la sua fine era vicina, aveva sempre avuto paura dei ragni lo facevano bloccare e non riusciva a reagire.

Non ti avvicinare schifoso essere, lo so che non sei reale, sei solo frutto della mia immaginazione. Ora liberami e farò finta che non è successo niente, non mi vendicherò su di te; lo scopo di stasera non era solo quello di risolvere l'indovinello? E poi..

Non riuscì a completare la frase che il ragno-uomo lo baciò sulle labbra... Cosa era questa novità? Era reale, l'aveva sentito davvero.

MI HA BACIATO? COME OSA? QUESTA ME LA PAGA!!!

Senza nemmeno pensarci accecato dalla rabbia, dimenticandosi della sua paura dei ragni, mentre il maggiordomo allontanava il viso dal suo cercò di dargli una colpire con una testata il viso dell'odiato nemico, gli voleva fare del male non aveva mai provato un'impulso così forte... Aveva il corpo bloccato ma la sua testa poteva utilizzarla come un'ariete.

Edited by marko12 - 3/11/2016, 13:09
 
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view post Posted on 3/11/2016, 14:55     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Sussultò quando la figura davanti a lei scomparve nel nulla. Odiava i fantasmi più di qualsiasi altra cosa e quel trauma insediato dentro di lei non era mai scomparso nemmeno con il trascorrere degli anni. Il suo timore più grande si era fatto reale. Lei, una kunoichi dalle promettenti capacità completamente spiazzata da una figura imprendibile e allo stesso tempo onnipotente. Come si sconfiggeva una creatura non trapassata? Non le venne minimamente l’idea che potesse trattarsi di un’illusione, completamente convinta di aver avuto già l’onore di fare un incontro del terzo tipo. Ricordava chiaramente quando all’accademia era stata costretta ad entrare con altri due aspiranti ninja dentro una di quelle case diroccate dove si narrano leggende nate dalla mente dell’uomo per rendere la vita più accattivante. Nessuno di loro si sarebbe mai aspettato che quell’incubo divenisse realtà al punto da riuscire a macellare la loro carne tenera e pura. Le notti insonni l’avevano perseguitata nei giorni a seguire; una paura che era andata incrementando con la consapevolezza di vivere da sola fuori dalle mura di Konoha. Anche in quel frangente era sola... ogni volta che qualcosa intorno a lei si faceva più duro la kunoichi si trovava sempre e solo con se stessa. In una impreparata posizione difensiva avvertì improvvisamente qualcosa afferrarle le caviglie, ancorandola al terreno in modo brusco. Con uno scatto fulmineo avvertì immediatamente il pericolo ma più si divincolava e più tutti quegli arti aumentavano toccandola ovunque, tenendola stretta a loro. Brividi disgustati le percorrevano la schiena ed esasperata da quella morsa calda ma invadente non riuscì a trattenere un urlo impaurito. Che qualcuno potesse udirla dall’interno del palazzo o forse anche gli altri ospiti stavano subendo qualcosa d’inspiegabile? Si morse il labbro determinata a sbrigliarsi da quella matassa di ossa ma non succedeva nulla: come se fossero troppo forti per le sue esili braccia femminili.

- Lasciatemi, lasciatemi... i-immediatamente! Un vero lord non si comporta in una simile maniera... - disse esasperata la quindicenne continuando a divincolarsi.

Il suo volto era palesemente arrossito, in quella posizione di sottomissione in cui era costretta a rimanere. Come membro di una delle organizzazioni più famose al mondo non poteva accettare una simile offesa, non dopo che aveva accettato l’invito per portare il suo rispetto. Una forte ondata di energia si sprigionò dal corpo della Hyuga che iniziò a utilizzare il potere del vento per allontanarsi da lì e da quegli esseri. Non voleva più quelle loro luride mani addosso. Delle splendide ali invisibili e taglienti si sprigionarono dalle sue scapole, mirando a opporsi a quel potere sconosciuto. Ricomparve di nuovo quell’essere riprendendo una posizione più vicina e accarezzandola nuovamente. Chiaki non era mai stata una tipa ribelle ma avrebbe tanto voluto legare quelle mani per non sentirle più addosso. Spingeva e si divincolava con fermezza mentre l’erede Tricher esprimeva il suo desiderio nel voler ottenere il Byakugan. Che cosa ci poteva fare con una simile arte oculare se tanto sarebbe morto? Anzi probabilmente già lo era. Non rispose alle mali intenzioni di lui, l’unica cosa che riuscì a fare fu incenerirlo con lo sguardo mentre con tutte le sue forze spingeva per assestargli un bel calcio nelle parti basse. Infondo sembrava capace di poter riacquistare lo stato solido quando voleva.

<attivazione> - Shāputābin: Turbine Tagliente - [Stm: -5 a turno][Chk/Vel: +80] "In perfetta simbiosi con il suo elemento primordiale, Chiaki nel corso del suo allenamento con Fuyuki riesce a sorpassare il limite del semplice controllo, conducendo il vento stesso a divenire parte integrante di lei. Il chakra si fonde direttamente con l'ambiente da cui trae la sua energia, quella forza intangibile, riuscendo a convogliarsi in un moto perpetuo e infinito. Un ricircolo di chakra e vento che circonda completamente la kunoichi permettendole un potenziamento impressionante sulla rapidità di movimento e sulle riserve di chakra. Purtroppo data la sua neoesperienza, non riesce ancora ad avere un controllo perfetto dell'attivazione, infatti le energie sprecate creano spaccature di stanchezza nel suo corpo che non sempre diventano un vantaggio. Chiunque s'avvicini troppo rischia di ricevere alcune lievi ferite da taglio, date proprio dall'incontenibilità del vento. Vederla danzare sotto il suo elemento protettore, è uno spettacolo a dir poco affascinante, completamente fuori dagli schemi tradizionali dell'apprendimento ninja. Si potrà usare una sola alternativa (o bonus a Chk, o alla Vel) a turno; il turno successivo sarà possibile cambiare alternativa ripagando il costo dell’attivazione."

<ninjutsu elementale> - Kaze No Tsubasa Ni: Sulle Ali del Vento - [Chk: 100][Vel: +80 +Int/3] "Uno sviluppo superiore dell'attivazione Turbine Tagliente ha portato all'aumento esponenziale della forza distruttrice del vento convogliandola come un prolungamento del corpo. Dove la materia non può arrivare, l'elemento intriso di chakra prende una consistenza tale da essere visibile e invisibile al tempo stesso. Il ricircolo continuo che avviene intorno al suo corpo modifica leggermente la sua immagine quasi come se non apparisse definita, solo facendo particolarmente attenzione e a una distanza ravvicinata si può intuire che qualcosa non vada. Estendendo il potere dell'aria lungo le scapole infatti, la kunoichi ha modo di dar vita a delle ali trasparenti e taglienti. Ali che sommate al suo peso molto leggero, le permetteranno facili spostamenti e un aumento considerevole della velocità, raggiungendo quote dove difficilmente gli uomini possono arrivare. A suo svantaggio, dato che il vento non è un elemento facilmente controllabile anche se dosato, potrebbe danneggiare l'intorno di luoghi prettamente chiusi. Spesso questa tecnica più che per difesa assoluta viene utilizzata strategicamente per sfuggire al nemico. La possibilità d'utilizzarla per diversi post comporta il pagamento del costo per ogni turno. Inoltre, nel caso in cui l'elusione abbia successo, le lame di vento riusciranno a sollevare un immensa tempesta di detriti e polvere grazie alla propria potenza. In tal modo la figura di Chiaki potrà scomparire alla vista del nemico, alterando dove è possibile la conformazione dell'ambiente; ciò si traduce con l'innalzamento di un livello dell'abilità Nascondersi."

 
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