| Grazie al suo fisico minuto e alla sua agilità, Eisuke riuscì a raggiungere la finestra del piano superiore che, secondo la planimetria che la sua compagna gli aveva fornito, portava in un corridoio abbastanza lungo e successivamente nella tanto agognata cucina.
Uhm... cibo...
Esclamò... anzi, borbottò (figuriamoci se il ninja del clan della sabbia potesse esclamare qualcosa), il ragazzino mentre avanzava nell'enorme struttura. Diversi mobili si presentavano alla sua vista, ma la maggior parte era rovinata oppure non aveva alcune parti. Una credenza in particolare attirò l'attenzione del ragazzo. All'interno della suddetta vi erano alcuni piatti in porcellana, alcuni di essi anche rotti o spaccati, che stranamente non erano ancora stati saccheggiati.
Uhm... piatti uguale cibo...
Il povero Eisuke ormai dava i numeri. Aveva semplicemente visto dei piatti e già pensava che ci fosse del cibo pronto a riempire il languorino che si era aperto mangiando quel gustoso insetto fuori dalla grande casa. Quando arrivò davanti alla credenza, vide, amareggiato, che non vi era alcun tipo di vettovaglia o leccornia. L'espressione sulla sua faccia, già triste e delusa, si incupì ancora di più. Il ragazzo proseguì il suo viaggio all'interno dei meandri di quella casa, sino a quando, dopo aver superato stanze, porte, mobili marci e utensili di qualche residente abusivo si ritrovò in una grande sala, molto probabilmente adibita al consumo dei pasti date le decorazioni e la sistemazione strategica vicino alla cucina.
Non riesco a ricordarmi... perchè io... sia qui... gnnnn....
Disse il ragazzo con la solita pigrizia, caratterizzata dalla sua mancanza di voglia di vivere, grattandosi il cappuccio nero che portava in testa, il quale lo riparava dai raggi solari, troppo forti per lui a causa della sua carnagione chiara, del villaggio di Suna. Si abbassò pigramente il cappuccio e sbuffo togliendosi un ciuffo argentato da davanti agli occhi. E quindi lo vide, lì, sul tavolo, davanti a lui, l'oggetto tanto agognato il... bigliettino dell'accademia che gli diceva cosa fare. No, non lo desiderava minimamente, ma ne venne incuriosito e decise di leggerlo comunque per farsi un'idea del suo compito.
Il... peeeeeeggiore... della... claaaaaasseeeee... uhm, che pizza...
E quindi gettò a terra il bigliettino, ignorando completamente l'incarico che gli era stato assegnato a causa della sua pigrizia e della sua svogliatezza. Si stese a terra, incrociando le braccia sotto la sua testa e alzando il cappuccio nero per coprirsi gli occhi. In quel momento, come sempre d'altronde, il piccolo Eisuke voleva semplicemente dormire ed aspettare il tramonto. Le fatiche non facevano per lui, lo sapevano tutti, anche il suo fratellone. Qualcosa però iniziò ad attanagliare il piccolo ninja. Il suo stomaco iniziò a brontolare, ma non per la fame, ma per qualcos altro.
Ma forse il fratellone...
Il ninja della Sabbia ripensò a suo fratello, all'impegno che ci metteva in tutto quello che faceva, alla passione che ci metteva anche quando accudiva il piccolo Eisuke, e la morsa si strinse ulteriormente. I sensi di colpa stavano facendo il loro effetto, finalmente qualcosa si muoveva all'interno del ragazzo, finalmente qualcosa riusciva ad abbattere le barriere della pigrizia e della svogliatezza: la stima per il fratello. Il ninja quindi si rimise in piedi, anche se con calma, prese il mantello con il cappuccio, che portava addosso, e se lo legò in vita a mo di grembiule da lavoro, prese il secchio d'acqua, vi intinse la spugna ed iniziò a strofinare con forza sul legno pieno di polvere e di sporcizie.
|