Segreti e Menzogne, Role libera tra .Melo e Karen91

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view post Posted on 4/7/2016, 20:04     +1   -1
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Continua da Qui

Il sole del tardo pomeriggio si avviava verso la sua uscita di scena, mentre le prime luci del tramonto iniziavano ad intravedersi all'orizzonte. Erano passate diverse ore da quando i due coniugi avevano abbandonato il covo e il Paese della Terra, pronti ad intraprendere il viaggio che li avrebbe nuovamente condotti a casa. Durante quel lasso di tempo la dolce Chiaki avrebbe sicuramente potuto notare quanto suo marito potesse essere nervoso; fumava come un dannato, molto più del solito, tanto che non era raro vederlo spegnere una sigaretta per poi riaccenderne un'altra subito dopo. Le informazioni ricevute da Hyou lo avevano turbato visibilmente e, malgrado egli sapesse di poter contare su sua moglie e su Akane, sembrava che quel peso stesse ricadendo unicamente sulle sue spalle.
Tuttavia non era solo la notizia dell'imminente attacco a Kumo a tormentarlo. Le parole che la Pantera aveva scambiato con la sua donna lo avevano portato a riflettere, rimuginare fino ad avvelenare i propri nervi per comprendere cosa si celasse dietro quel breve dialogo. Ahimè, ogni pensiero alla fine portava alla stessa conclusione: avrebbe dovuto confrontarsi direttamente con la kunoichi.. e avrebbe dovuto farlo subito.

Il loro cammino si arrestò nei pressi di una piccola caverna, dentro la quale Fuyuki fu costretto a condurre la moglie affinché entrambi potessero ricevere protezione dalla pioggia scatenatasi qualche minuto prima. Il temporale non accennava a placarsi e pertanto entrambi avrebbero trascorso lì qualche ora, per riposarsi in vista del lungo viaggio che li attendeva. Ciò ovviamente offrì una ghiotta occasione all'ex ANBU, che ne avrebbe sicuramente approfittato per incalzare la fanciulla in una conversazione alla quale avrebbe dovuto necessariamente partecipare.
Accertatosi grazie al byakugan che la zona fosse pulita nell'arco di un paio di chilometri, lo Hyuga si decise quindi a prendere parola. Si sedette per terra, appoggiando la schiena contro la parete rocciosa della caverna e adagiando per terra il proprio equipaggiamento. Soltanto allora i suoi occhi incontrarono quelli di lei, uguali ma al tempo stessi impregnati di consapevolezze ben diverse rispetto a quelle del suo uomo.

- Hai parlato del modo in cui sei entrata a far parte di Furikami.. - pronunciò con disgusto quell'ultima parola, anche se in realtà non sapeva nemmeno con quale tono approcciare il discorso in quel momento. - Vorresti illuminarmi?

 
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view post Posted on 7/7/2016, 19:42     +1   -1
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[x] Finalmente fuori da quelle mura lerce e dall’odore opprimente di chiuso. La kunoichi fu grata nel rivedere il sole, d’avvertire i raggi sulla sua pelle e quell’immensa e sconfinata boscaglia che si espandeva in lontananza al di fuori del Paese della Roccia. Avrebbero potuto benissimo utilizzare il richiamo inverso per tornare all’eremo senza troppe difficoltà e invece un religioso silenzio era piombato nella coppia, con lo Hyuga intento a consumare meccanicamente sigaretta dopo sigaretta. Non faceva in tempo a finirne una che già se n’era portata un’altra alla bocca. Chiaki sapeva perfettamente quale era il motivo: non riguardava solo la maschera che l’ex ANBU aveva dovuto mantenere tutto quel tempo in quel luogo, c’entrava lei e il suo segreto omesso volontariamente.

- Non ti ho riportato nel mondo dei vivi per farti venire un tumore ai polmoni - commentò ironica la giovane nella speranza di poter strappare un sorriso al suo uomo.

Un’impresa assai ardua vista la tensione tra i due coniugi. Camminare avrebbe permesso ad entrambi di riflettere, di potersi riavvicinare ai propri peccati. Questo finché la fanciulla non riuscì ad avvertire una tempesta imminente suggerita dall’aria umida che iniziava a condensarsi tra gli alberi ed il forte vento che si era alzato improvvisamente; proprio per questo motivo la coppia fu costretta a una deviazione. Non ci mise molto a giungere lo scroscio di pioggia battente ma i due coniugi erano già al riparo in uno spazio cavernoso e buio. Le ricordava tanto quella volta in cui era solo una genin e lo Yotsuki l’aveva raccolta, fatta riposare e tranquillizzata dopo che aveva perso i sensi nel bosco. Adesso non era rimasto nulla di quel passato: solo dolore e un sacrificio obbligato. Si accomodò su di un lato della parete con il suo solito sguardo perso da quando aveva abbandonato la sala, mentre il suo partner s’apprestava a mettere in atto tutte le sue premure perché fossero al sicuro. Come poteva spiegargli che lei sapeva dell’eremo? Si erano promessi di non dirsi più menzogne e lei aveva tradito la sua fiducia, era venuta meno al loro accordo. In realtà il primo era stato lui a mentirle riguardo la storia del maleficio ma poi avevano pronunciato insieme quelle parole, e lei non era stata comunque completamente sincera. Iniziò a battere ripetutamente le dita sul ginocchio come se quell’azione potesse calmarla ma quando la domanda tanto attesa venne pronunciata dal ragazzo di fronte a lei, il cuore accelerò i suoi battiti facendola irrigidire quasi fosse pietra. Da dove cominciare il suo racconto? Se solo lui avesse saputo... l’avrebbe accusata di tradimento verso l’eremo e i suoi fratelli, probabilmente non le avrebbe più rivolto la parola e chissà cos’altro. Iniziò a tremare quasi avesse una convulsione e abbassò il volto in segno di resa. Il tono sprezzante con cui si era rivolto a lei era solo un chiaro anticipo di come sarebbe degenerata la discussione non appena la sua bocca avesse partorito quelle poche parole.

Fuyuki sono stata ospite all’eremo delle salamandre perché...

Anche solo pronunciare mentalmente un pezzo di frase la mandava in panico. Dove era finita tutta quella sicurezza che era riuscita a mantenere in presenza di Hyou? Prese un lungo respiro e serrò gli occhi come se isolarsi dall’ambiente potesse tornarle utile.

- Io ed Ashi siamo state accettate come membri di Furikami all’interno delle mura del vulcano... lì dove sorge l’eremo delle salamandre - disse infine con immensa fatica.

Ok l’ho detto... adesso devo solo motivare le mie azioni

Il problema era la mancanza di parole, quasi l’evocatrice avesse dimenticato il vocabolario. Un groppo in gola le faceva rallentare la comunicazione.

- Ecco... io... cioè... una parte di me... non voleva credere a ciò che il sommo Mujinahen aveva detto. Credevo di conoscere Hyou, non avrei mai pensato che avesse il coraggio di fare quello che ha fatto - continuò tornando ad un comportamento che pensava di aver messo da parte ormai con la sua crescita emotiva - So che quelle creature sono pericolose ma pensavo che le controllasse, che quel disguido tra Mustelidi e Salamandre si fosse risolto... invece ha attaccato Konoha, ha distrutto completamente gli ideali con i quali ci ha accolto nell’organizzazione e mi è sembrato di avere a che fare con tutt’altra persona.

Avrebbe voluto scoppiare a piangere come una bambina che scopre che le favole della buonanotte sono solo racconti inventati. Si arrampicava sugli specchi, timorosa di venir giudicata dal suo uomo. E se anche lui fosse cambiato come era successo per la Pantera? Se un giorno si fosse svegliata e quell’uomo con cui aveva condiviso tutto non fosse esistito più? Troppo ingenua, si era comportata come un’illusa che crede ancora alle utopie. Forse quel concetto di pace rinnegato da Fuyuki era ancora vivo in lei e il suo guardare avanti l’aveva vista fallire.

- Mi dispiace per quello che ho fatto e sono pronta a riceverne le conseguenze - concluse con una nota triste la kunoichi.

Chiaki più del suo maestro era rimasta scottata dalla situazione che si era creata dentro al covo; comunicava confusa e senza il benché minimo filo logico. Come avrebbe reagito al suo comportamento il ventiduenne?



Edited by Karen91 - 7/7/2016, 21:35
 
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Non distolse mai lo sguardo da lei, nemmeno per un secondo. Forte delle nozioni di cinesica e prossemica che aveva assimilato durante i lunghi anni trascorsi dietro una maschera, non lasciò che neanche un dettaglio sfuggisse ai suoi occhi, fari attenti che vegliavano sul buio della caverna. Le parole ingarbugliate, le dita che si muovevano frenetiche sulle sue gambe, atteggiamenti di evasione di cui forse Chiaki non era nemmeno cosciente, ma che tradivano in maniera evidente le sue insicurezze e le sue paure. Per un attimo il jonin si sentì già vincitore, sicuro di poter sfruttare le debolezze della sua interlocutrice contro di lei, così da poter ottenere ciò che desiderava. Quel pensiero tuttavia si estinse proprio un attimo dopo, non appena egli riuscì a ritrovare un barlume di lucidità.
"Ma che cazzo sto facendo?" pensò tra sé, maledicendosi da solo per l'eccessiva attenzione che stava rivolgendo al comportamento della fanciulla. In effetti avrebbe potuto piegare facilmente il suo spirito, ma avrebbe riservato quella pratica ai suoi nemici. Si vergognò di aver pensato, anche solo per un istante, di poter fare una cosa del genere a chi aveva di fronte. Una sorella dell'eremo, la sua donna, la madre dei suoi figli. Lo sguardo serio divenne comprensivo per un momento; si sarebbe sforzato di accogliere la confessione della ragazza, cercando come poteva di comprendere ciò che dietro di essa si celava.

Infine la verità venne rivelata. Gli occhi di Fuyuki si tinsero di rabbia, ma ben presto il suo sguardo tornò ad incrociare quello di lei. Non accusandola, non puntando il dito per mettere a nudo le sue colpe.
Il fatto che avesse tenuto nascosto un segreto simile fino a quel momento faceva ribollire di collera il sangue nelle sue vene, specialmente dopo l'ultimo giuramento che si erano fatti dopo il suo risveglio, quando il fato aveva concesso loro una seconda occasione. Al tempo stesso sapeva però di non poterla biasimare, non più di quanto avrebbe dovuto fare con se stesso; in passato aveva celato alla moglie informazioni ben più preziose, notizie che avrebbero potuto cambiare drasticamente la loro vita e quella dei loro bambini. Qualcosa ben più grande e prezioso del covo di quel verme di Ryu Yotsuki. Malgrado ciò, l'eremita era ben conscio di quanto quella scoperta potesse rivelarsi di vitale importanza per loro, la famiglia dell'eremo e l'intera Konoha.
Senza che nemmeno se ne rendesse conto, il confronto finale contro la Pantera si faceva sempre più vicino, a tal punto da diventare pressoché inevitabile.

- Il fumo mi ucciderà, ammesso che non lo faccia prima Hyou.

In precedenza aveva ignorato la battuta della Hyuga, ma in quel caso non dimenticò di riportarla a galla, affinché il concetto che voleva esprimere penetrasse meglio nel cuore di lei. Come un pugnale lento e crudele, le sue parole avrebbero scavato dentro il suo petto, con il chiaro intento di dilaniare ciò che ancora la legava a quel mostro. Non poteva fare altrimenti; forse avrebbe sofferto, ma era l'unico modo per proteggerla da se stessa.

- Non so chi tu abbia conosciuto, ma credo che adesso tu sia in grado di comprendere quanto vere fossero le parole di Mujinahen-sama. Hai creduto a Furikami? Cosa ne rimane adesso? Un'idea, che era sin dal principio. Nient'altro. - incrociò le mani dinanzi al mento, lasciando solo gli occhi scoperti dinanzi a Chiaki. - Quel bastardo è un pericolo per noi, per i nostri fratelli, per l'intera Konoha. Takayoshi è morto per togliere di mezzo Sanzu.. e fidati, Hyou non è di certo migliore. Dobbiamo sfruttare le informazioni di cui disponiamo. Tutte, nessuna esclusa.

Forse si era mostrato troppo severo nel menzionare il nome di suo padre, ma il bruciore che avrebbe provato nella ferita ancora aperta avrebbe contribuito a riportarla con i piedi per terra. Bruscamente, certo, ma l'importante era che lei riuscisse finalmente ad accettare la strada che si era delineata dinanzi a loro. Non l'avevano scelta e, seppur tortuosa, avrebbero dovuto seguirla fino alla fine. Questo perlomeno era ciò che il ventiduenne aveva intenzione di fare. La domanda che lo tormentava adesso era un'altra, assai più angosciante.
"Rimarrai al mio fianco.. Chiaki?"

- C'è una sola conseguenza a tutto questo.. ma credo tu sappia già di cosa si tratta. Lo hai capito, ormai. - parlò scandendo bene ogni singola sillaba, risultando quasi inquietante.

Non vi era rimprovero, in quelle iridi perlacee avvolte nella penombra della caverna. La pioggia si infrangeva infausta contro la roccia e il rumore dell'acqua che scivolava e bagnava il suolo coprì quella pausa, durante la quale le loro anime sarebbero entrate in sintonia. Avrebbero messo una pietra sopra quel segreto nascosto, ma da quel momento in avanti le loro mani avrebbero fatto bene a non lasciarsi più andare. Sarebbero rimasti uniti in quella lotta, inseparabili grazie al filo rosso del destino che aveva unito in maniera indissolubile le loro vite sin dal loro primo incontro, nel cimitero di Konoha, sotto un cielo che come in quell'istante versava lacrime amare.

- Mi dispiace, ma chi hai conosciuto è scomparso nel momento in cui ha attaccato Konoha. Hyou non esiste più.. è rimasta solo la Pantera di Akatsuki ed è lei che dovremo uccidere.

 
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view post Posted on 8/7/2016, 12:46     +1   -1
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Come se si trovasse davanti ad una corte giudiziaria, Chiaki attendeva il verdetto del suo processo. Non aveva testimoni a parlare in sua vece e per un certo verso era meglio così; Ashi non avrebbe fatto altro che alimentare la collera del giovane che la fronteggiava. Lui era il protettore dell’eremo e la kunoichi non aveva fatto altro che disubbidire ai suoi insegnamenti. Avrebbe fatto di tutto per i suoi fratelli ma d’altro canto lo Hyuga conosceva bene i pensieri di sua moglie riguardo al rispetto della vita. Da quando aveva appreso l’arte medica e fatto quella promessa a Seikatsu si sentiva ancora più responsabile di simili azioni avventate. Forse aveva sbagliato l’ex ANBU a sceglierla come compagna d’avventure, probabilmente avrebbe fatto meglio a non portarla con lui al cospetto d’Akane né all’imminente scontro che un giorno ci sarebbe stato tra i due membri dell’Akatsuki. In un attimo di perdizione riuscì a riagganciare il suo sguardo a quello del ventiduenne, duro ma allo stesso tempo piuttosto tranquillo rispetto a come se l’era immaginato. Non era stato semplice per la giovane confessare, e come poteva esserlo con persone con cui condividevi tutto? La risposta alla frecciatina della fanciulla arrivò in ritardo ma come un coltello tagliente andò ad incidere pesantemente sull’emotività di lei. Non aveva tutti i torti il jonin... le intenzioni della Pantera ormai erano piuttosto chiare: o l’avrebbe seppellito Namida oppure sarebbe stato il contrario. Lei non poteva permetterlo, Fuyuki era tutto quello che le rimaneva; aveva fatto così tanto per riportarlo tra di loro, per poter dare un padre ai loro figli che quell’opzione non poteva essere contemplata nel suo futuro. Ed eccola davanti al bivio che la costringeva a scegliere tra chi era e cosa voleva. Era più importante seguire il nindo e rispettare il credo che tanto idolatrava oppure combattere al fianco della persona che la completava? Prese un lungo respiro e riabbassò il viso cupa, come se la risposta che già conosceva non volesse rivelarla. Si diceva che con l’età adulta arrivavano anche le responsabilità, quella era la prova tangibile di quel modo di dire. Se la scelta non l’avrebbe dovuta fare quel giorno, sicuramente nei giorni a seguire avrebbe dovuto dare una risposta.

- Furikami è solo una parola... forse... forse... - iniziò a farfugliare aggrappandosi a un’idea della quale nemmeno lei era convinta.

Forse posso mandarla comunque avanti io...

Alla pronuncia del nome del padre, il cuore perse un battito. Udire il suono che componeva quella parola era ancora una ferita pulsante nel petto della diciassettenne. Il suo sensei aveva ragione, Takayoshi aveva dato tanto per il suo villaggio, per Chiaki e per la protezione di ciò che lui credeva. Ma il dubbio tornava e la nukenin ancora si chiedeva in cosa se stessa poteva dare il massimo? Cosa intendeva il genitore con quel suo ultimo discorso prima di morire? Ed il suo posto nel mondo... qual’era? La risposta più semplice sarebbe stata al fianco della sua famiglia ma come poteva essere realmente utile a loro con quei maledetti pensieri che la corrompevano? Tradire Hyou era da vili ma non se quella persona aveva tradito per prima la fiducia dell’altra. Persino Ashi era in pericolo, di questo la ninja non aveva dubbi. Doveva redimersi, doveva rendere un favore alla sua compagna; solo così forse avrebbe messo in parte la coscienza apposto.

- Hai ragione, sono stata una stupida. Ti racconterò tutto quello che so... ma prima devo chiederti un favore. Ashi... - fece una pausa per riflettere bene sulle parole con cui prendere il discorso - Sono sicura che lei sia una vittima in tutta questa faccenda, non potrebbe mai aver tradito così radicalmente Konoha. La conosco. Lei come noi ha una casa, delle persone care al villaggio. Ha seguito Hyou per amore proprio come ho fatto io con te. Dubito che lui le abbia parlato dei suoi piani, se la sarebbe solo trovata tra i piedi durante il suo attacco alla Foglia. So che tu e lei non andate molto d’accordo ma deve avere una possibilità per redimersi, per conoscere la verità.

Sempre che non la sappia già... ma almeno devo farla allontanare dall’eremo. So che lei non c’entra niente me lo sento

Si trattava di un argomento delicato ma necessario per far cantare finalmente la ragazza dalla chioma blu anche se il castano conosceva metodi molto più efficaci. Arrivare all’eremo, oltrepassare le sue porte avrebbe significato avere la strada spianata per trovare l’eremita delle salamandre. Hyou non avrebbe mai potuto sottrarsi ai suoi doveri di rappresentante per quelle infide creature, per questo sarebbe stato facile metterlo in trappola. Nonostante tutto non dovevano sottovalutarlo perché quello rimaneva pur sempre un territorio di sua conoscenza, e le sue capacità sommate alla strategia del giocare in casa potevano essere delle valide spine nel fianco.

- Tu credi che usciremo vittoriosi da questa battaglia? Più alleati abbiamo e più possibilità avremmo di farcela. Non voglio adesso che è morto Sanzu, che le previsioni del nostro Aiko del futuro si avverino in un altro modo. I nostri figli sono ancora così piccoli... - cercò d’essere convincente l’allieva.

L’Uchiha avrebbe potuto aumentare le informazioni in loro possesso sempre se avesse accettato di venire via con la sua ex compaesana. Era un rischio da correre e Chiaki sperava solamente che il suo uomo riuscisse a leggerle dentro come aveva sempre fatto, altrimenti avrebbe dovuto fare di testa sua. Il problema più grande non stava solo nel dibattito con il maestro quanto nella lunga distanza di tempo nella quale non vedeva la mora. E se anche lei avesse fatto un cambiamento così radicale da lasciarla sconvolta?

 
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La confessione infine arrivò, puntuale, prevedibile. Chiaki era già stata fortunata ad essere perdonata con così tanta semplicità dal suo uomo e l'eremita era certo che non fosse intenzionata a deludere nuovamente le sue aspettative. Un abbozzo di sorriso si dipinse sul suo volto, ma non ci volle molto prima che questo tornasse ad essere corrugato da un'espressione seria. Senza timore di essere giudicata, la fanciulla avanzò una richiesta, un favore, come lei stessa aveva detto. Non appena il jonin ebbe sentito il nome pronunciato dalle labbra di lei, i suoi occhi si riempirono di stupore.
"Provi ancora affetto per lei?" pensò, rimuginando su quanto stava udendo. Non riusciva a credere che sua moglie fosse ancora legata ad Ashi, non almeno a tal punto da cercare di convincere lo Hyuga della sua innocenza. L'espressione di quest'ultimo si fece perplessa, dubbiosa e del resto come biasimarlo? Non aveva la minima idea di ciò che loro due avevano passato insieme, né perché a distanza di diversi anni dal loro ultimo incontro la dolce ragazza cercasse ancora di proteggere l'amica. Sospirò, rassegnato a dirla tutta. Non tanto alla richiesta di Chiaki, quanto invece alla consapevolezza che mai avrebbe potuto comprendere l'animo e la debolezza femminili fino in fondo.

- Da come dici, sembra davvero innocente.. e voglio fidarmi di te, Chiaki. - sottolineò con la dovuta cura quella parola, come per farle intendere che avrebbe mal tollerato una seconda delusione. - Se vuoi parlarle, sei libera di farlo. Cercala, trovala e valuta tu stessa se si tratta di una persona affidabile, come affermi, o meno. Se vorrà collaborare, la porteremo al cospetto di Akane e sono certo che verrà trattata con il dovuto riguardo. Tuttavia Ashi potrebbe già essere al corrente dei piani di Hyou e perché no, potrebbe anche farne parte. In tal caso non vedo altra soluzione.. se non vuoi ucciderla dovrai utilizzare un sigillo di contratto, per evitare che mandi in fumo la nostra copertura rivelando tutto a lui. Posso darti al massimo una settimana.. questo è il massimo ritardo che posso concedere al nostro incontro con Akane. Più tempo passa, più le azioni di Ryu potrebbero avere gravi conseguenze.

Parlò con calma, scandendo bene ogni parola e cercando di far comprendere alla kunoichi quanto delicata e pericolosa potesse essere quella faccenda. Se Ashi fosse veramente stata al corrente dei piani della Pantera, c'era il serio rischio che il lavoro fatto dai due amanti venisse fatto crollare come un mero castello di carte. Dovevano continuare ad agire nell'ombra, almeno per un altro po'.. e ciò ovviamente non prevedeva che le informazioni in loro possesso finissero nelle mani sbagliate. Fuyuki era fermamente convinto di poter riporre la propria fiducia nella sua amata. Era cresciuta, maturando sia nel carattere che nelle abilità e, come se ciò non bastasse, se lui era vivo era solo merito suo.. solo il tempo però avrebbe rivelato se la sua scommessa fosse stata azzeccata o meno.

- Basta coglierlo di sorpresa, oltre al numero anche la sua debolezza diventerà la nostra forza. Penso di potergli tenere testa, Akane è tra le più potenti kunoichi al mondo e anche tu sei migliorata parecchio, Chiaki. - commentò sincero, facendole un complimento che forse si sarebbe rivelato inaspettato. - Se conosco bene Akane, farà tutto il possibile per evitare che quel bastardo la faccia franca.. e stai pur certa che non sono da meno. Dallo scontro con K ho imparato una cosa importante..

I suoi occhi si fecero bui, il suo sguardo basso. Ripensare a quei momenti non era facile, non con una ferita ancora fresca e aperta, sanguinante. La morte di Kenshin lo aveva fatto riflettere e anche il peso della morte degli altri fratelli non faceva altro che gravare sulle sue spalle, rafforzando la convinzione di cui il suo cuore s'era vestito. Non avrebbe mai permesso che qualcosa del genere si ripetesse e che i suoi fratelli, figli o compagni corressero il rischio di perdere la vita a causa della follia di un solo uomo.
Vi era il fuoco negli occhi di Fuyuki Hyuga. Una fiamma ardente di determinazione, capace di bruciare con il solo sguardo persino Chiaki.. e contagiarla con quella forza, era proprio ciò che l'eremita voleva.

- I nemici vanno eliminati subito. Se non te, hanno il potere di uccidere chi ti sta a cuore.. e sono sicuro tu sappia che, alla fine, è la stessa cosa. - concluse, certo che pensando a Takayoshi la fanciulla avrebbe potuto concordare con lui.

 
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Lo sguardo del sensei cambiò totalmente negli ultimi secondi della chiacchierata, le rughe si spostavano da una parte all’altra del viso fornendo una guida accurata di tutte le espressioni facciali esistenti. Ogni parola pronunciata da sua moglie era un quesito, come se non riuscisse a leggere nella sua piccola mente caotica. E come avrebbe potuto? Nemmeno lei si comprendeva completamente. La cosa che importava era la fiducia che l’uomo ancora riponeva nella sua allieva prediletta. Le avrebbe dato un’altra opportunità esaudendo la sua assurda richiesta. Chiaki sorrise entusiasta alla notizia, facendo splendere i suoi denti bianchi nell’oscurità della notte; quasi non volesse crederci. Alla prima pausa di Fuyuki lei era già addosso a lui che lo abbracciava, incapace di riuscirsi a trattenere. Poteva solo immaginare che grande sforzo fosse per il coniuge accettare una simile proposta. In fin dei conti la kunoichi avrebbe dovuto mettere a repentaglio la sua vita per trovare l’ex compaesana dispersa chissà dove. Quanto tempo era che non la vedeva? Due anni? O forse tre? Il cuore le batteva frenetico ma questa volta non per l’ansia della conversazione quanto per l’avventura che l’attendeva. La giovane aveva sempre atteso impaziente l’approvazione del jonin su qualsiasi cosa; per quanto si volesse dimostrare maturata ancora avvertiva il ventiduenne come una presenza fondamentale nella sua crescita fisica e psicologica.

- Grazie, grazie... cercherò di fare più in fretta possibile. Spero solo che Akane non la punisca per quello che ha fatto... potrei dirle che sono disposta a prendermi la responsabilità per il suo reintegro a Konoha - rifletté sull’ultima parte a voce alta.

Se è diventata più forte dell’ultima volta... non sarà facile esaudire la richiesta di Fuyuki

I pensieri della fanciulla erano già andati oltre la normale conversazione, catapultata nel suo futuro incontro con l’Uchiha. Nemmeno lei sapeva spiegarsi il morboso attaccamento per la moretta ma forse come Mirai nutriva un affetto fraterno anche se non si vedevano da eoni. Chissà se anche l’altra la odiava così tanto come il resto del villaggio? Avrebbe avuto una settimana di tempo, quindi anche durante il viaggio di ritorno avrebbe dovuto iniziare a pianificare il loro incontro e le varie strade che avrebbe potuto prendere la loro conversazione. Ashi... quasi non le sembrava vero che si sarebbero rincontrate. Come una bambina esultava mentalmente mantenendo una maschera che di tanto in tanto vacillava dipingendole sul suo volto un’espressione sognante; tenendo sempre conto che le informazioni in loro possesso erano pericolose per loro e per il ruolo che si erano spinti a ricoprire. Avevano faticato così tanto a far parlare Hyou, che avrebbe fatto di tutto per non perdere quel materiale inutilmente. La vita del nukenin stava diventando sempre più pericolosa e piena di responsabilità... soprattutto quando le loro azioni iniziavano ad essere viste con un occhio attento. Per quanto odiasse ammetterlo dovevano chiudere la faccenda nel minor tempo possibile per evitare ciò che già aveva dovuto subire Amane.

- Si, hai ragione... insieme possiamo farcela. Non vedo l’ora che a tutto questo si metta la parola fine... non mi è piaciuto quando ha tirato in ballo nostra figlia - rispose facendo trapelare la sua preoccupazione.

Le parole di conforto del ninja erano più di quanto potesse desiderare. Lui riusciva sempre a infonderle la calma giusta per affrontare qualsiasi cosa. Dalla loro avevano Akane e questo sarebbe bastato, lei era il miglior partito che si potesse desiderare e agli occhi della Hyuga, il loro Hokage rimaneva l’emblema della forza e della saggezza per quanto non accettasse ancora un simile potere sulle spalle di un’unica persona, reduce degli ideali di Furikami. Ancora si ricordava quello sguardo determinato durante il suo discorso contro Watashi... quasi fosse riuscita a vedere oltre le apparenze di quel mostro prima di tutti loro. Se c’era qualcuno che li avrebbe protetti quello era il protettore del villaggio. La determinazione di suo marito era una fiamma che non smetteva mai di brillare nel buio, ogni sua convinzione l’alimentava trasformandola in un vero e proprio incendio. Fissò il suo sguardo ammaliata, riflettente nelle iridi del suo stesso colore e come un fiume in piena iniziò a raccontare la sua esperienza nell’eremo nemico: la punizione data alla Pantera per aver fatto varcare la soglia della loro casa e le ferite che aveva subito; le salamandre che avevano incontrato all’interno del vulcano soffermandosi particolarmente su Iris, l’ibrido medico; Ashi e il sentimento che provava per il ragazzo che le aveva fatto tradire la patria; la prova che le due ragazze avevano dovuto superare per entrare a far parte delle file di Furikami; ed infine e più importante la struttura del posto, il potente genjutsu a protezione della zona e gli strani trucchetti utilizzati dalla loro guida per entrare nel covo. L’eremo dei mustelidi a confronto era una passeggiata da scovare; forse anche loro avrebbero dovuto provvedere a simili strategie per mettere in sicurezza i loro fratelli più indifesi.

- Credo che solo qualcuno tanto avvezzo alle genjutsu potrebbe superare il primo ostacolo. Sull’entrata temo che dovremmo passare alle maniere forti perché la barriera viene sbloccata solo dal chakra dei firmatari o almeno così mi è parso di capire - disse riflettendo la diciassettenne - Pensi che i nostri fratelli vogliano partecipare alla battaglia? Cioè lo so che starebbero più al sicuro all’eremo soprattutto viste le numerose perdite recenti... ma credi che sia giusto non dirgli niente sulle nostre intenzioni dopo ciò che hanno fatto a Yang?

Il loro compito era proteggerli ma non potevano nemmeno omettere un simile particolare alle creature pelose, il loro concetto di famiglia avrebbe dovuto valere su ogni fronte. La via che avevano scelto era ostica ma anche costretta dalla serie di eventi che avevano macchiato la loro esistenza. Fuyuki era il solo che poteva prendere una simile decisione.

 
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Non rispose, quando la fanciulla azzardò proporre di dichiararsi responsabile delle azioni commesse da Ashi dopo il suo rientro a Konoha. Aveva compreso quanto Chiaki potesse essere grata ed emozionata per quell'occasione e, anche se avrebbe preferito vederla con i piedi per terra, non avrebbe spezzato quel momento che le stava donando un po' di felicità, non dopo tutta la sofferenza che lei aveva dovuto sopportare, specialmente durante la sua assenza. Il tempo avrebbe sicuramente giovato all'intera situazione e in avanti avrebbero di certo avuto modo di consultare Akane e di decidere in merito al destino della nukenin della Foglia.
Mantenne un'espressione seria sul viso per il resto della conversazione, mentre con attenzione ascoltava quanto la fanciulla avesse da dire. Non evitò di notare quanto potesse essere preoccupata riguardo al rischio che Amane avrebbe potuto correre; il fatto che Hyou sapesse della loro bambina non piaceva a nessuno dei due amanti, dato che quel bastardo avrebbe potuto approfittare di lei per tenerli in pugno, così come aveva già fatto K, con conseguenze catastrofiche per la salute della piccola. Strinse i pugni il jonin, mentre la mente rapida cercava di mandare via quelle immagini impregnate di paura e disperazione. Solo allora poté calmarsi ed esprimere ciò che pensava in merito.

- Purtroppo l'eremo non è più un luogo sicuro, né per Amane, né per Aiko. Per questo motivo credo che, alla fine, saremo costretti a farci aiutare da Akane.. i nostri bambini dovranno essere protetti in un posto meno pericoloso. Le minacce aumentano, Chiaki, non possiamo più fare affidamento solo sulle nostre forze.. ma per fortuna c'è chi ancora è nostro compagno, tra le mura di Konoha. - parlò lento, non riuscendo ad abbozzare un sorriso in grado di far calmare la compagna.

In realtà anche il suo animo fremeva di terrore per ciò che poteva capitare ai due pargoli, ma al tempo stesso lo shinobi sapeva che non erano soli. Il Sandaime non aveva mai dimenticato di offrirgli supporto per qualsiasi cosa, del resto, e sicuramente in quell'occasione la sua proposta avrebbe trovato concretezza nella necessità dei due Hyuga di mettere al sicuro i loro bambini.
Si rivelò invece più perplesso di fronte alla domanda che la ragazza gli fece poco dopo. Aveva riflettuto diverse volte sul ruolo che avrebbero avuto i mustelidi in quella vicenda, specialmente considerando l'affronto che Yang aveva subito, rischiando persino la vita, ma soltanto adesso si rendeva conto del fatto che il momento di entrare in azione era ormai prossimo. Chiuse gli occhi a quel punto, rimettendosi in piedi. Solo in seguito spalancò le palpebre, volgendo lo sguardo all'esterno, là dove le nuvole cariche di pioggia a stento lasciavano intravedere le prime tracce del manto della notte. La decisione non spettava solo a lui, ma i suoi fratelli avevano già offerto il loro parere in merito alla questione diverse volte.. e ciò lo rendeva ancora più sicuro e determinato. Era proprio questo lo spirito della famiglia dei mustelidi: sacrificarsi per essa era un onore, ma lo era ancor di più unire le forze per proteggere anche solo un suo membro.

- Qualora dovessimo decidere di colpire l'eremo delle salamandre per stanare Hyou, i nostri fratelli saranno al nostro fianco. Chi sarà in grado di impugnare un'arma farà in modo di cancellare la superbia dalle squame di quelle bestie.

Fece una pausa, durante la quale si voltò per incrociare ancora una volta lo sguardo della kunoichi, con occhi che non trasudavano soltanto determinazione. Vi era collera, nonché desiderio di far fuori chi aveva osato nuocere ad un suo fratello o agli abitanti della Foglia.

- I mustelidi non dimenticano.

EkNWK

La notte sarebbe trascorsa rapida e senza sogni per lo Hyuga, troppo stanco per concedersi il lusso di fantasticare durante il sonno. Il viaggio che avrebbe atteso lui e la compagna era lungo, ma la sua attenzione era già orientata per quello che sarebbe successo in seguito. Mentre Chiaki avrebbe cercato Ashi, nel tentativo di ottenere informazioni oltre che una preziosa alleata, Fuyuki avrebbe dovuto attivare i mezzi di cui disponeva per mettersi in contatto con l'Hokage. Il loro colloquio era urgente; il tempo delle precauzioni, purtroppo, era terminato. Ryu Yotsuki, il nemico comune ormai a molti, doveva necessariamente tirare le cuoia il prima possibile.

 
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view post Posted on 14/7/2016, 13:05     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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I loro bambini erano cresciuti liberi, fuori da ogni schema predisposto nel villaggio e pensare al riscontro che avevano avuto le parole di Fuyuki era facile capire dove dovessero far ritorno. Konoha era un posto sicuro o almeno più dell’eremo dei Mustelidi ridotto in macerie. Non avrebbe permesso a nessuno di contaminare la mente delle sue tenere creature, solo loro avrebbero potuto essere gli artefici del loro destino. Tirò un respiro rassegnato a quella notizia. La foresta era stata la sua casa per così tanto tempo che poco si ricordava come ci si comportasse in un mondo con delle regole, dei ranghi e dei modi di fare specifici.

- Quando torneremo a Konoha vorrei che ci trasferissimo nella casa di Takayoshi ed Hazuki. Credo che per i bambini sia un’ottima via di mezzo dopo aver lasciato questo posto - propose la ragazza madre.

E anche per me... non posso accettare di vedere quella casa abbandonata, troppi ricordi

Non che suo padre fosse un perfetto padrone di casa ma al solo pensiero che quella splendida abitazione si riempisse d’edera e il legno iniziasse a marcire, non le garbava affatto. C’era così tanto della sua vita in quelle quattro mura che sarebbe stato troppo difficile da narrare verbalmente a qualcuno per quanto attaccato alla kunoichi. L’ultima cosa che voleva era che la condizione di Amane peggiorasse ulteriormente tra la folla del villaggio. Forse le sue doti di medico non erano comunque abbastanza e avrebbe dovuto farla vedere da qualcuno più esperto, un team sanitario pronto ad utilizzare il suo ingegno in collaborazione. C’erano così tante cose che le sfuggivano... come se i ricordi del suo villaggio fossero appannati. Quando vide il ragazzo alzarsi ed allontanarsi da lei, lo sguardo si fece più serio. Il sensei sembrava riflessivo sulla domanda che la kunoichi gli aveva rivolto, eppure la risposta appariva così scontata conoscendo lo spirito dei suoi fratelli. “I mustelidi non dimenticano”, una singola frase che racchiudeva tutto il significato del simbolo della famiglia. Adesso aspettava solo a loro spianare la strada all’esercito che li avrebbe seguiti in battaglia. Chiaki annuì pensierosa. L’ultima mano del gioco aspettava proprio ai due nukenin che finalmente avrebbero potuto tirare le somme sulla sorte della partita.

 
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