Hikaku - Winter is coming, Role libera tra .Melo, Karen91 e Wrigel

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view post Posted on 16/6/2016, 19:19     +1   -1
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Infine, quel giorno era arrivato.
Erano trascorse settimane da quando Fuyuki e Chiaki avevano ricevuto quella tremenda notizia per mezzo della sconfinata saggezza dell'anziano tasso. Con gli occhi accecati da ciò che poteva immaginare - le urla dei civili e il fuoco che divorava ogni cosa osasse ostacolare il suo cammino - lo Hyuga marciava in silenzio al fianco della sua compagna di vita, alla volta del covo dell'organizzazione nel Paese della Terra. Aveva trascorso quel lasso di tempo ad allenarsi per riacquistare in fretta la rapidità e la precisione nei movimenti che avevano scandito ogni suo scontro prima del coma. Se vi era riuscito era per merito della fanciulla dalla chioma blu, trovatasi infine a scambiare le parti con il suo sensei e aiutandolo nei duri allenamenti giovati a forgiare nuovamente l'arma ch'era il suo corpo.
Mentre camminava, i pugni erano stretti per contenere la collera che altresì avrebbe volentieri sfogato contro il suo obiettivo. Hyou, la Pantera di Alba. Era stato lui l'artefice dell'attacco ai danni del suo amato villaggio e contro lui si sarebbe abbattuta la sua ira. Tuttavia, quel momento non sarebbe giunto a breve. Non sperava di poter sconfiggere quel bastardo da solo, anzi in realtà non era nemmeno certo di trovarlo. Erano trascorsi mesi dall'ultima volta che i due Hyuga avevano fatto visita al covo e la possibilità che questo fosse stato abbandonato non era poi così remota. Eppure l'eremita continuava a percorrere la sua strada, senza alcuna esitazione. In ogni caso, avrebbe avuto modo di raccogliere preziose informazioni sul conto di Alba. Con Jagura morto il numero dei membri era calato, ma il potenziale dell'organizzazione non doveva comunque essere sottovalutato. Del resto, nemmeno uno stolto avrebbe commesso un simile errore e Fuyuki Hyuga era tutto fuorché uno stolto.

- Mi raccomando, Chiaki.. può accadere di tutto, per cui tieni gli occhi aperti. - disse lui in un sussurro, incontrando lo sguardo della sua amata.

In pochi minuti si ritrovarono al cospetto della pietra che celava l'entrata del nascondiglio, ma a contatto con il potere degli anelli questa si scostò rumorosamente, lasciandoli infine liberi di procedere. Il covo era esattamente come ricordava, se non per un particolare di non poco conto. Non vi era niente, nemmeno un rotolo a lasciare una parvenza di serietà, in quel luogo. Ciò, ovviamente, non faceva che avvalorare la sua tesi: chiunque fosse al comando dell'organizzazione era stato abbastanza furbo da ritenere quel posto non più sicuro come un tempo. Del resto, per chi faceva quel lavoro, spostarsi era la chiave per rimanere nascosti agli occhi del mondo.
Tuttavia, non erano soli. Poteva percepire chiaramente la presenza di un terzo, ma non vi fu bisogno di comprendere chi fosse attivando il byakugan. I suoi occhi si erano già mossi rapidi, scalando i dieci troni fino a distinguere una figura accomodata su uno di essi. Avvolto come loro nel nero manto adornato dalle nuvole rosse, il tanto odiato nemico svettava sopra le loro teste. La collera trapelò per un istante sul volto dello Hyuga, ma questo fu abbastanza rapido da correggere l'errore, assumendo un'espressione più inflessibile e adatta per la situazione.

- Ne è passato di tempo.. Hyou.

 
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view post Posted on 17/6/2016, 06:49     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Non poteva credere che stessero tornando il quel posto, in tutti quei mesi quasi si era dimenticava della sua esistenza. Odiava rimanere lontana dalla sua famiglia ma il mantello che indossava significava anche “dovere”, almeno apparente, per degli ideali che si erano incrinati con il tradimento di Hyou. Rimase in silenzio mentre macinava metri su metri, coprendo le spalle al suo amato. Erano stati cauti, viste le recenti notizie che gli erano state comunicate direttamente dal sommo. Gli ideali di Furikami erano realmente quelli? Uccidere degli innocenti per destabilizzare il potere? La sua testa era piena di dubbi, congetture e quasi si vergognava dello stendardo che aveva abbracciato. Aveva riposto la sua fiducia nella persona sbagliata? Non ci voleva un genio per identificare K come un folle, qualcuno che si divertiva solo per il proprio lussurioso egoismo, Ryu invece era diverso... lui aveva creduto il lei e nei suoi ideali per quanto assurdi, aveva abbracciato la sua purezza e le aveva aperto le porte dell’eremo. L’eremo che aveva attentato alla vita di Yang, l’eremo che aveva attaccato il suo villaggio e aveva ferito persino chi combatteva al suo fianco. Forse era proprio da lì che nasceva il cambiamento del ragazzo che credeva di conoscere. La kunoichi si sentiva schiacciata dal passato e dal presente, combattendo con tutta se stessa per non raggiungere le conclusioni più buie. Non aveva voluto intraprendere nessun discorso con suo marito, non ce n’era stato bisogno quando la notizia era giunta alle sue orecchie. Il fuoco della fedeltà che aveva sempre arso dentro di lui era divampato trasformandosi in un incendio. La dura pietra si spostò sentendo il richiamo del cimelio che portavano entrambi sulle rispettive dita. Chiaki annuì alle parole del sensei, perfettamente d’accordo con la raccomandazione che gli aveva appena fatto. Per quanto fosse cambiata la diciassettenne, il suo compagno di vita rimaneva sempre il solito premuroso e in un certo senso ormai la fanciulla si era rassegnata a quella realtà, apprezzando il suo modo d’essere. Al loro ingresso ad accoglierli non ci fu assolutamente nessuno, una strana casualità contando di quanti criminali vantava l’organizzazione delle Nuvole Rosse. Se da un lato la bella dalla chioma blu né fu lieta dall’altro né rimase abbastanza basita. Cosa poteva significare? Il covo era stato scoperto? Non era stata una mossa stupida la loro ma la fece sentire ancora più estranea alla realtà che stavano vivendo. Non si diressero verso le loro stanze, Fuyuki si muoveva deciso quasi sapesse già dove andare. Raggiunsero la sala principale, quella che aveva visto tante, troppe volte mentre percorreva quei lunghi e dispersivi corridoi. Come un labirinto ogni strada riportava sempre al centro: lì dove le immense sedute di pietra svettavano su tutto e tutti. Le parole dello Hyuga la riportarono alla realtà, facendola rendere conto di non essere soli. L’uomo a cui erano stati destinati i più tremendi pensieri, era lì, davanti a loro. Le mancò il respiro alla ninja, incapace di riuscire a sviluppare la stessa rabbia che aveva manifestato il suo partner. La tensione che permeava l'aria era tangibile e quella sensazione di pericolo opprimente, irriconoscibile. Quasi non distingueva tra quelle vesti la persona che l'aveva cambiata: lo straniero che nel bosco aveva condiviso con lei racconti sul suo villaggio, che le aveva dispensato consigli. Quella era la sua doppia faccia?

- O preferisci essere chiamato Ryu Yotsuki? - chiese la diciassettenne avvicinandosi al trono che le spettava di diritto.

Si accomodò senza troppe cerimonie il membro dell’Akatsuki, lanciando uno sguardo indagatore verso colui che aveva scelto proprio il posto di comando. Una casualità? Non credeva proprio.

 
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view post Posted on 20/6/2016, 19:09     +1   -1
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Assiso su di un trono d’oscurità il corpo immenso della pantera attendeva. Nel silenzio, rotto dal crepitare di stoppini di candele consumate e marce, i suoi occhi si posavano sull’entrata.
Giochi d’ombra, penombra, a volte la fiamma veniva spenta da una leggera corrente, a volte faceva danzare le fiamme e le ombre si sovrapponevano dando a quel luogo, spettrale di suo, un che di mistico.
La maschera rifletteva le ombre e i giochi di luce delle candele si andavano a sovrapporre agli occhi cerulei di Ryu. Tra colori freddi, tetri quell’azzurro intenso era una nota di colore che stonava con quel luogo di cadaveri e di assassinii. I capelli biondi rifulgevano come oro colato, accendendosi di mille tonalità, risucchiando quella poca luce che le candele spandevano.
La sua essenza bastava a far diventare ogni cosa mero oggetto. La sua presenza risucchiava ogni cosa come se tutti dovessero inchinarsi a lui. L’aura assassina impregnava quelle mura da chissà quanto tempo e nell’oscurità solo gli occhi brillavano.
Attendeva…attendeva qualcuno. Il suo istinto lo sapeva, la sua anima ne era consapevole. L’unico che poteva chiamare avversario. Il resto erano solo una massa anfibia, inorganica comunemente detta merda. Non erano nemmeno nemici…non ne avevano il diritto e non li pensava in quel modo. Erano più cenere da spazzare via.
Ma quando l’immane roccia si spostò, mentre sentì tremare il trono di roccia sotto di lui, mentre le poche candele che ancora erano accese si spegnevano del tutto per colpa della corrente d’aria turbinate che entrò, seppe che vi era un solo uomo che temeva davvero in quel mondo. Quell’uomo avanzava, ora, verso di lui e mai lo avrebbe dovuto sottovalutare.
Fuyuki Hyuga.
Il rispetto che si era guadagnato da Hyou era immenso così come la voglia di ucciderlo. L’unico vero nemico della pantera dell’Aka si palesava ora di fronte a lui. Rispetto e timore emanavano quella figura che avanzava sicura in quel luogo di tenebre e morte. Un luogo dove l’Akatsuki si riuniva in un tempo remoto. Dove il sangue si decideva di chi avrebbe lordato la terra.
Ogni passo fece scricchiolare la terra sotto di lui, la polvere si alzò rendendo la sua figura spettrale eppure gli occhi dello Yotsuki fendevano ogni ostacolo come una katana. E incontrò Chiaki…e quando la guardò chiuse gli occhi. Troppo era cambiato…lui era cambiato. Sentì qualcosa corrodergli lo stomaco…ricacciò quella sensazione come una katana che affondava in delle viscere molli.
Per un attimo il Ryu di un tempo avrebbe voluto scendere da quel trono di pietra nera e salutare Chiaki, dire una battuta a Fuyuki e mettersi davanti ad un fuoco a bere sakè e a raccontarsi e raccontare. Un immagine bella…un immagine di pace. Ma rimaneva solo e semplicemente, maledettamente, un immagine utopica di un qualcosa che era fantasia. E di fantasia si trattava perché frutto di un passato che non era più.
Risucchiato e violentato da una realtà e un presente ove katana e sangue erano imperatori. Ove lui era Hyou leader dell’Akatsuki. Scoprì che la sua mano aveva artigliato il trono quasi a creparlo…e riaprì gli occhi scacciando immagini e sensazioni di una vita fa.

Le parole di loro giunsero ma non sortirono l’effetto sperato. Sapeva. Karasu era un traditore, o per meglio dire, una marionetta, nel vero senso della parola, manovrata da Yo Saito, il burattinaio di Oto. Avrebbe pagato il fio con la vita la sua scelleratezza, già l'Aka chiedeva il tributo di sangue al tradimento e all'inganno del Taicho di Oto. Le informazioni che il bastardo aveva passato a Tensai erano le stesse che erano state passate a loro. Il suo nome ormai tornava a galla da recessi profondi di un mare tempestoso.
Un mare ove Ryu era diventato quello di oggi.
In cima a quei troni lui li aspettava.
Solo.
Preparato a quel confronto e la mano che si mosse sembrò un artiglio voglioso a strappare cuori. Ma non strappò cuori bensì un sudario. Mostrando la realtà…una realtà che loro ora vedevano chiara come l’alba. Un alba cremisi.
Lanciò la maschera, come a liberarsi di un peso, ai loro piedi: il volto di Hyou era davanti a loro. I suoi capelli ricaddero davanti a quegli occhi profondi come laghi di montagna. Occhi che erano su di loro.
Dentro di loro.
E il silenzio continuò a regnare nella figura di Ryu.

 
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view post Posted on 21/6/2016, 01:00     +1   -1
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Ryu Yotsuki. Quel nome sferzò l'aere saturo di tensione, risuonando fra le lugubre e sudicie pareti della sala dei troni. Chiaki era stata forse un po' troppo avventata a pronunciarlo così in fretta, ma negare l'evidenza era assai arduo. Tensai aveva rivelato loro quest'informazione, ma era plausibile che anche Hyou fosse venuto a conoscenza di qualcosa sul suo conto. Del resto, avrebbe potuto esercitarne il diritto. Alle iridi attente del jonin non era di certo sfuggito l'anello che adesso la Pantera indossava. Zero, il monile che un tempo era appartenuto a Dante Kaguya adesso veniva sfoggiato senza alcun timore da chi aveva infine preso posizione come nuovo leader di Akatsuki.
Troppe cose erano cambiate durante quei mesi. Dettagli che doveva cercare di cavare dalla bocca di quel verme che sedeva sul trono più alto, come a voler sovrastare con la sua presenza i due nuovi arrivati. Il volto di Fuyuki rimase gelido per tutto il tempo o almeno finché la mossa di Ryu non lo colse in contropiede. Deciso ad abbandonare ormai il segreto di cui si era fatto carico fin a quel momento, si privò della maschera che aveva sempre protetto la sua identità, lasciando allo Hyuga l'opportunità di poterne scrutare i lineamenti.

"Così è questo il tuo volto, mostro." pensò tra sé, mentre i suoi occhi incrociavano quelli di lui, così simili ma forgiati da ideali ed esperienze diametralmente opposte.
Non disse nulla il leader dell'organizzazione, limitandosi ad osservare i due amanti giunti al suo cospetto. Non rimase sorpreso di questa sua scelta il ninja di Konoha, del resto c'era da immaginarselo. Era lui ad essere sparito nel nulla e quel freddo silenzio era un chiaro invito a prendere parola per primo. Come giudice, lo shinobi dalla chioma dorata avrebbe infine vagliato ogni parola partorita dalle labbra del suo interlocutore. Tuttavia per Fuyuki questo era tutt'altro che un problema.

Non aspettava altro che l'occasione per mandare in confusione le certezze del suo nemico.

- Così sei stato tu ad ereditare il trono del Folle. Del resto, solo uno stupido avrebbe potuto sostituirlo degnamente. - commentò in tono canzonatorio, senza distogliere il proprio sguardo affilato da quello del nukenin. - Attaccare Konoha da solo.. sul serio Hyou, cosa diamine speravi di ottenere?

Si fece avanti di qualche passo, superando la compagna e avvicinandosi con passi lenti e cadenzati alla base del trono sul quale si era accomodato quel bastardo. Si fermò dopo qualche secondo, prima di infilare la mano all'interno del borsello legato in vita. Ne tirò fuori un piccolo rotolo, il quale venne lanciato al suolo affinché la pergamena si rivelasse lentamente agli occhi della Pantera. Qualcosa era stato sigillato al suo interno - lo si poteva capire dai simboli impressi nero su bianco - ma comprendere di cosa si trattasse era praticamente un'utopia.

- Osserva a cosa ha portato la tua avventatezza.

Dichiarò, prima di comporre un seal in modo che il contenuto del rotolo venisse richiamato. La coltre di fumo biancastra venne diradata dal braccio destro dell'eremita, così che gli occhi del leader di Alba potessero posarsi sul nuovo ingresso in scena. Un cadavere. Ciocche argentate, un trucco inconfondibile a coprire il viso, il mantello a nuvole rosse e un anello scarlatto elegantemente portato sul mignolo sinistro. Non c'era più alcun dubbio, quello era il corpo privo di vita di K, il Joker che con la sua malefica risata aveva accompagnato la dipartita di fin troppi innocenti.

- Poche settimane fa, K ha quasi raso al fuoco l'eremo dei mustelidi. Tuttavia non era da solo.. rivelò, pronto a dissimulare la realtà dei fatti, condendola con dettagli inesistenti al fine di renderla appetibile e credibile agli occhi del suo interlocutore. - Al suo seguito vi era una squadra di shinobi di Konoha. Quattro ANBU, che avevano sconfitto K e plagiato la sua mente affinché li conducesse al nostro cospetto. Già diverse volte mi avevano dato la caccia, dopo la mia minaccia di distruzione, ma da quando hai compiuto quella pazzia hanno raddoppiato il numero delle squadre da inviare alle nostre calcagna. K è stato la prima vittima e per poco noi non ci abbiamo rimesso la pelle.

La sua voce dava credito a quanto diceva, del resto da abile mentitore era ormai abituato a giocare con i sentimenti e la verità, plasmandola a proprio piacimento quasi come fosse chakra, dando vita ad illusioni assai credibili.. e molto più pericolose.
"Questa è la fine che fa chi osa fare del male ai miei fratelli.. stanne pur certo, figlio di puttana, subirai lo stesso trattamento." commentò nella propria testa, seppellendo quei pensieri nei meandri della propria mente. Hyou non avrebbe modo di dubitare. Chinatosi sul cadavere del giocoliere, lo Hyuga gli scoprì il petto, lasciando intravedere la pelle marchiata da un sigillo, facendogli intendere si trattasse della tecnica applicata dagli ANBU. In realtà aveva curato ogni dettaglio prima ancora di sigillare il corpo, imprimendo lui stesso quel segno sulla pelle affinché potesse fungere da prova per avvalorare la propria tesi. Infine tolse l'anello dal dito rigido di Jagura, per poi lanciarlo con sicurezza al leader dell'organizzazione. A lungo era stato indeciso sul destino di quel monile, ma alla fine aveva optato per renderlo ad Akatsuki. Chiunque al di fuori di Alba ignorava il potere dei dieci anelli, per cui fingere che i ninja della Foglia se ne fossero impadroniti avrebbe mandato a monte la sua versione dei fatti, attirando invece su di sé tutti i suoi sospetti.

- Attaccando Konoha da solo hai solo appiccato un incendio, un fuoco che è pronto ad abbattersi su di noi senza pietà. E cosa hai concluso? Il villaggio può essere costruito e Akane Uchiha è ancora in vita. voleva metterlo alle strette, portarlo a concludere di aver bisogno della sua collaborazione e di quella di Chiaki per poter avere una speranza di sopravvivere alla furia dell'Hokage. - Non vedo altri membri, perciò deduco che il covo non sia più questo. Direi che il minimo che tu possa fare è aggiornarci sulla situazione. Magari dirci dove vi siete trasferiti e perché hai deciso di agire da solo. Spero tu ti sia reso conto della cazzata che hai fatto e abbia reclutato qualche nuovo membro. Altrimenti fattelo dire vecchio mio, sei un fottuto idiota.

Mai abbandonò il suo tono sarcastico, simbolo della sicurezza e del suo modo di agire. Le sue parole erano ancora più taglienti dell'acciaio che aveva strappato la vita dal corpo di K e il suo sguardo affilato adesso era fermo sulle labbra di Ryu, in attesa di una risposta. A quest'ultimo adesso aspettava la scelta decisiva. Fuyuki e Chiaki erano entrambi potenti e preziose pedine per l'organizzazione. Negare loro un aggiornamento avrebbe significato mettere in discussione la loro fedeltà e inevitabilmente ciò avrebbe portato a gravi conseguenze.
Adesso che Jagura era morto lo Yotsuki avrebbe potuto permettersi di inimicarsi due shinobi come quelli che aveva di fronte? Una tregua era stata sancita fra lui e lo Hyuga qualche anno prima, ma rispettarla o spezzarla definitivamente era una decisione che pesava solo sulle sue spalle.

 
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view post Posted on 21/6/2016, 07:22     +1   -1
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Lo scatto improvviso e la maschera esteriore del jonin venne lanciata lontano, raggiungendo i piedi del castano. Chiaki seguì la scena muta, un silenzio che comunicava senza il bisogno della parola. In quella stanza non c’era bisogno di nascondersi, o almeno non occorreva più. Il gioco che stava per cominciare sarebbe stato migliore, più appassionante ed intrigante; qualcosa che solo l’esperienza di un ANBU poteva vantare. Il loro saluto venne ignorato ma non la loro presenza. La Hyuga incrociò le gambe con fare molto femminile, ostentando una sicurezza che mai prima aveva avuto. Hyou non era l’unico ad essere cambiato in quei anni, la vita del nukenin aveva forgiato in maniera differente ognuno di loro. Il rischio di morte gravava sempre, costantemente sulle loro teste come in quell’incontro. Per quanto nessuno di loro avesse ancora iniziato ad alzare le mani, una certa aura elettrostatica passava da membro a membro, creando una sensazione maledettamente negativa. La loro scomparsa nell’organizzazione era più che giustificata ma mai la kunoichi avrebbe ammesso il perché di quella scelta forzata costretta dalla malattia del suo uomo; ciò lo avrebbe potuto etichettare come una preda facile, qualcuno di tranquillamente eliminabile per come stavano andando le cose. Con la morte di Takayoshi, l’infiltrata delle Nuvole Rosse aveva ereditato una volontà ferrea sul compito che l’attendeva in quel mondo corrotto dall’odio, non si sarebbe fatta mettere i bastoni tra le ruote nemmeno da quello che un tempo reputava un amico, un fedele compagno. La deduzione d’entrambi gli shinobi venne partorita senza riserbo dal più grande, che non usò mezzi termini per esprimere ciò che ai loro occhi era più che evidente. Il nukenin di Kumo aveva chiaramente afferrato il potere, mettendosi a capo di quel temibile gruppo di traditori. Cosa sperava di guadagnare così? I loro servigi? La loro fedeltà? Persone con la fedina penale macchiata di sangue non potevano dimostrare nulla di tutto quello se non un egoistico vantaggio verso loro stessi. I suoi pensieri andarono a Tensai, l’unico altro membro probabilmente ancora vivo: così calmo e rappacificatore, cosa si aspettava realmente da una simile opportunità? Non aveva abbastanza confidenza per poterglielo chiedere direttamente ma le sarebbe piaciuto per una volta confrontarsi con lui.

- Sei riuscito ad intaccare il nucleo dei potenti... oppure hai sfogato la tua frustrazione sulla gente più debole? Akane non mi sembra affatto una sprovveduta - continuò l’inchiesta già iniziata dal partner, la diciassettenne, senza frenare la lingua - Questi sarebbero i nuovi piani di Furikami o di Akatsuki? Perché non riesco più a cogliere la tua posizione...

Vide l’eremita dei Mustelidi passarle davanti ma piuttosto che bloccarsi sulla sua seduta continuò diritto fino al loro interlocutore. A quanto pareva solo lei avvertiva quella spregevole sensazione intimidatoria, un’aura di morte che aleggiava in tutta la stanza. Di ciò che accadde in seguito, l’evocatrice era già al corrente. Non era pensabile che suo marito si presentasse ad un simile evento, senza avere il fondoschiena completamente parato; e come dargli torto? Nel covo avrebbero potuto trovare di tutto, ma ciò che più volevano si era presentato di sua spontanea volontà. Come una spettatrice esterna, lei aveva uno dei compiti più ardui: cogliere ogni singolo dettaglio fuori posto, che fosse stato un gesto o uno sguardo era indifferente. Non avrebbe potuto eguagliare la potenza dei due uomini ma avrebbe potuto essere l’arbitro mediatore per entrambi, doveva solo capire la parte che impersonava Ryu Yotsuki. Il corpo di K, bianco come la carta giaceva ai piedi del nuovo leader mascherato da tutte le dovute accortezze. Mai si sarebbe dimenticata quello scontro la giovane dalla chioma blu, né le conseguenze che aveva causato alla sua famiglia. Amane da quel giorno non era stata più la stessa, rimanendo sotto shock per settimane, perdendo la voglia di sorridere e parlare; poi la fanciulla aveva dovuto seppellire tante di quelle creature che ancora riusciva a sentire il dolore sulle sue esili dita che affondavano nell’umida terra. Tragedie dopo tragedie avevano macchiato la loro vita piena di ostacoli, rendendo la serenità solo un lontano ricordo. Adesso riusciva a capire meglio le parole di Fuyuki, i sacrifici che avrebbe dovuto sopportare, sulle sue elisi spalle, dopo aver preso la decisione di rimanergli accanto. L’anello del Joker venne detratto dal suo possessore ormai privo di vita e restituito a chi adesso dirigeva quel gruppo di folli. Con la sua morte un nuovo posto si era reso libero e il numero dei membri veniva diminuito. Avrebbe comunque fatto a meno del loro aiuto la pantera?

 
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Il corpo di Jagura. Morto. Un peccato…avrebbe voluto ucciderlo lui. Per la prima volta quel corpo si mosse all’indirizzo del vecchio compagno di Furikami. Jagura ne fu la mente, il braccio, lo spirito per i primi tempi. Fu come un ciclone rosso sangue che aveva spezzato, perduto, ogni cosa che appartenesse al Ryu Yotsuki di Kumo. Diventare nukenin per un sogno utopico che sfociava in un atto di ribellione, in un azione segreta, in nascondersi tra cappe oscure dove ballavano nuvole rosse e infine in una dichiarata azione di guerra contro quel mondo oramai impazzito.
Furikami e Akatsuki…sempre un piano di Jagura. Sospirò. Un sospirò agrodolce come una mosca che affogasse nel miele.
In fondo non poteva dimenticare né tantomeno cambiare il passato che sfociava in questa nuova vita, in nuovi colori e in un'altra identità. Si piegò sul suo ex compagno e gli mise una mano sul petto. Un commiato?
Se Fuyuki avesse voluto ucciderlo quello era il momento perfetto. Eppure…eppure quell’aura assassina era intensa. Troppo. Si rese conto di come, anche concentrato sul corpo di Jagura, non perdesse il contatto con loro due. Se solo Fuyuki avesse mosso un dito la pantera sarebbe scattata con violenza. Quall’aura assassina ne era la prova lampante.
Accarezzava i corpi dei due sposi come a sfidarli ancora…e ancora…sembrava sussurrare ai loro orecchi di attaccarlo, di strappargli le viscere di ucciderlo…e quando la pantera mosse su di loro il suo sguardo fu uno sguardo di sfida. Katane che squarciavano il buio.

Ma più che loro cercavano di squarciare le menzogne, eventuali, di Fuyuki. Non credeva al racconto dello Hyuga ma non aveva nulla per provarlo tranne il suo istinto. Un istinto che gli urlava dentro BUGIARDO.
Annusò quel corpo ma troppo tempo era passato. Gli odori si mischiavano a quelli della foresta perdendo di significato e valore e nella morte Jagura si era portato l’unico segreto che interessasse davvero a Ryu.
L’ennesimo, beffardo, irrisorio, sorriso crudele di Jagura. Anche nella morte il Joker si prendeva gioco dello Yotsuki. Lo sfidava a capire, a squarciare le verità degli occhi e andare oltre…
Sorrise lo Yotsuki e artigliò il petto di Jagura. Le tenebre si mossero su di lui e dalle ombre una pantera si avvicinò al Joker. L’anello venne sfilato dal dito: lucente e mortifero come il suo proprietario. Lo prese tra le sue mani e brillò ancora di più ora che si trovava vicino a quello di Ryu. Come se rispondesse. Come se si inchinasse ad esso.
Si sollevò a mezz’aria e venne preso dalle tenebre che si estendevano fitte dietro al trono del capo indiscusso dell’aka. Nessun rumore. Nulla si palesò eppure l’anello venne inghiottito da esse come Jagura venne divorato dalla pantera.
Ryu si alzò. Gli occhi erano chiusi ma quando li aprì il sorriso con cui gli accompagnò fu difficile a dirsi, a capirsi, a spiegarsi. Cosa nascondevano era difficile dirlo e se quel sorriso fosse una sfida ai due, oppure l’essere compiaciuto della morte del Joker, fu ancora più difficile comprenderlo.
Iridi con dentro il ghiaccio e il freddo del nord, ma nel profondo sembravano ardere di un fuoco come se fossero vulcani incandescenti. Il suo modo di camminare, il modo di guardarli era davvero come se fosse una pantera che si muoveva tra di loro. Una pantera che sapeva ed era sicura di sé.
Non dissimulava in alcun modo il proprio orgoglio, acquisito evidentemente in una lunga esperienza sul campo. Nemmeno faceva mistero della spocchia propria dei signori della guerra, che nulla tollerano, sopratutto quando parlavano dal proprio trono. Anche se fino a quel momento non aveva mai aperto bocca.

La lingua di Fuyuki diceva più di quanto volesse nascondere. Sebbene la mossa di Jagura potesse rientrare nel novero delle pazzie della carta matta, stentava a credere che una mente così contorta potesse venire assoggettata. Jagura era il caos. Un caos che non aveva freni, che non aveva limiti, una forza che di padrone aveva solo la follia frutto della propria anima.
E degli anbu lo avevano trovato? Lo avevano convinto, assoggettato a portarli da Fuyuki. Quattro anbu…se così fosse molte informazioni potevano essere uscite dalla bocca del Joker. Perché Fuyuki non aveva menzionato Furikami, il covo, la possibilità di essere scoperti e di poter ricevere un colpo mortale?
Si…mortale. Perché Jagura era pericoloso ma la sua parola aveva convinto molti, il covo era stato scelto dallo stesso Joker, l’alleanza tra Aka e Furikami voluto da lui stesso.
Eppure Fuyuki puntava il dito, la sua lingua biforcuta si muoveva su territori inesplorati più attenta a Konoha, che non alla spada con cui l’aka era divenuta forte. Se Fuyuki fosse un serpente in covo all’aka come Yo Saito questo doveva essere appurato. Come?
Giocando sullo stesso terreno di Namida.

Dovevano essere davvero terrorizzati per arrivare a tanto. Ma sei vivo e Jagura morto…avrei preferito un'altra disposizione delle pedine, però.
Ma domandate troppo. Avete uno strano concetto di cortesia. Di solito è l’ospite a rispondere…ma soprassiederò alla vostra totale mancanza.


Si risedette.
Dissimulò le sue intenzioni. Dissimulò il suo essere e si perse a guardare quel covo silenzioso, tenebroso e dimenticato. Se Fuyuki voleva ucciderlo poco gli importava ma i suoi piani dovevano rimanere segreti.
L’Aka e le sue mosse dovevano essere centellinate e le pedine mosse secondo un ordine a cui Fuyuki avrebbe guardato come se fosse la realtà.
Ma nell’oscurità, un velo di menzogne dovevano essere messe di fronte agli occhi dei due. Perché se fossero o meno alleati lo avrebbe scoperto col tempo.
La lama nascosta è la più letale, si diceva. E allora che la spocchia degli Hyuga fossero i chiodi con cui chiudere le loro bare.
E che le sue parole fossero tutto e niente. Questo era un gioco. Un gioco da Anbu. Un gioco da assassini. Ed era la caccia più elettrizzante a cui avesse mai partecipato. Questo era un vero avversario. Lui era una preda degna di tale nome. Loro due lo erano.
Ma ora rimaneva come giocare a questo gioco. Dire e non dire…in fondo non serviva tutta la verità.

I piani di Furikami non esistono perché sono morti con Jagura stesso. La libertà non esiste. Non stò qui ad annoiarvi con frasi da saggio o concetti con cui fareste fatica a districarvi disse laconico Konoha è stato solo un mezzo. Per arrivare qui sopra bisogna dare una prova di forza immensa.
Se attaccando Konoha l’ho quasi distrutta attaccandola con l’intera aka cosa ne sarebbe rimasto?


Guardò i due in profondità. Il tarlo del dubbio e lo specchio di un qualcosa di imponderabile ma che, forse, non era così lontano da una realtà.

Io stò cercando di fare la volontà dell’aka che per troppo tempo è rimasta nell’ombra.
I membri del passato gli ho uccisi con le mie mani. Pochi ne rimangono e quei pochi faranno questa volontà.
Se ti domandi se Tensai fa parte dei vivi o dei morti…bè…è vivo. Lui mi ha messo su questo trono di pietra. Ed ora che siete qui qualcosa di più ardito può cominciare.


E si sporse, in modo tale da mettere in luce il viso e uno strano brillio comparve negli occhi profondi di Hyou.

Come mai ci hai messo così tanto tempo per dare tue notizie Namida? Un membro come te l’ho sempre reputato utile, soprattutto ora.

Il sasso era stato lanciato. Chissà dove sarebbero arrivati i cerchi.

 
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view post Posted on 28/6/2016, 06:51     +1   -1
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Un'espressione perplessa si dipinse sul volto dello Hyuga, ma questo seppe reprimerla immediatamente, tornando ad indossare la maschera d'indifferenza, la migliore arma di cui disponeva per affrontare il suo nemico in quello scontro mentale. L'anello di K era stato lanciato nel buio, ma nessun rumore aveva seguito quel gesto. A quel punto rimuginarci sopra era superfluo, la verità era già chiara dinanzi ai suoi occhi: non erano da soli nel covo.Attivare il byakugan tuttavia era improponibile; lo Yotsuki avrebbe potuto vedere quella mossa come una palese ostilità nei suoi confronti e ciò avrebbe mandato in fumo l'intento di Fuyuki, quello di ostentare una sicurezza incrollabile di fronte a ciò che lo aspettava.
La voce della Pantera risuonò infine tra le mura umide e lerce della stanza, ma nemmeno una parola venne spesa per rispondere ai dubbi dei due amanti. Non se ne stupì il jonin, era prevedibile del resto che il nuovo leader di Alba non fosse del tutto convinto della loro posizione e lealtà, specialmente dopo che entrambi erano letteralmente scomparsi dalla circolazione per quasi un anno. I lemmi da lui pronunciati erano aspri, affilati come le lame che ognuno di loro era pronto a sfoderare qualora la situazione fosse degenerata.

"Cosa speri di ottenere, figlio di puttana?" pensò tra sé, mentre vedeva il cadavere del Joker divorato dalle bestie richiamate da Hyou. Quella tecnica la conosceva fin troppo bene e non era difficile comprendere che, come lui, il suo avversario avesse ricevuto un addestramento speciale. E purtroppo un ANBU rimaneva una presenza scomoda, ma della quale, essendolo lui stesso, avrebbe potuto prevedere ogni tranello.
La lingua della Pantera rimaneva velenosa, un degno rimpiazzo del braccio che aveva perso. Adesso che le distanze fra loro si erano accorciate, Fuyuki non aveva tardato a notare come il mantello a nuvole rosse sventolasse, assumendo pieghe insolite lungo la parte sinistra del suo corpo. Tuttavia l'eremita non aveva idea di quali fossero le sue abilità; la cosa migliore che poteva fare era considerare quel braccio ancora esistente, come se Ryu fosse al massimo delle sue forze. Non avrebbe commesso il grave errore di sottovalutarlo.

- Potrà sembrare strano, ma sono stato in coma per quasi un anno, a causa di una malattia che per anni mi ha divorato dall'interno. - esclamò, conscio che solo la verità in quel caso poteva fungere da valida giustificazione per la sua assenza. - Se non ci credi, potrai benissimo chiedere conferma alla tua cagnetta.

Era stato volutamente provocatorio, come sempre del resto. Per quanto azzardato fosse il suo comportamento, mai avrebbe chinato il capo di fronte a un predatore. Farlo sarebbe stato come offrire il proprio collo alle sue zanne.
Rifletté bene sulle parole pronunciate da Hyou, simulando mentalmente il momento in cui Tensai aveva deciso di affidare a lui il comando di Akatsuki. Aveva incontrato l'Angelo solo una volta e in quell'occasione lui stesso si era dimostrato restio riguardo l'argomento; se dall'idea di un consiglio era arrivato a nominare lo Yotsuki come nuovo leader, significava che l'avventatezza di quest'ultimo aveva davvero fatto colpo.

- Il fatto che tu sia al comando di Alba significa che Furikami è davvero morta. - esclamò, mentre quello che sembrava essere stato il vero nome del giocoliere risuonava indelebile nella sua mente: Jagura. - A questo punto l'organizzazione si trova senza uno scopo, priva dell'obiettivo che l'ha sempre guidata.. se non per la libertà, per cosa stai combattendo, Ryu Yotsuki?

Ribadì quel nome, come per sottolineare quanto già lui aveva certamente capito: con le informazioni di cui disponeva, era assai meglio tenerlo come alleato, piuttosto che farselo nemico. Fuyuki tuttavia era certo che Hyou non avrebbe risposto al suo quesito, o che al massimo avrebbe fornito risposte tangenziali, esattamente come aveva fatto fino a quel momento. Doveva mantenere la calma e ragionare bene, così da poter muovere con più precisione e cattiveria le pedine sulla scacchiera che i due avevano virtualmente creato.

- Affermi di reputarmi utile.. e in effetti non sbagli, Pantera. La mia lama, i miei occhi, tutto questo potrebbe davvero farti comodo. - fu allora che attivò il proprio doujutsu, dando la parvenza di sostenere in maniera scenica il proprio discorso; in realtà il suo sguardo vigile avrebbe ispezionato l'intera sala, cercando di stanare chi fino a quel momento si era nascosto dietro il manto d'ombra che avvolgeva quel luogo tetro. - Tuttavia, le tue parole nascondono l'esatto opposto. Le tue risposte sono inconcludenti, più che una pantera sembri una pecora impaurita, che bada bene a non avvicinarsi troppo al lupo. Se non sbaglio avevamo stipulato una tregua, qualche anno fa, ma credo che tu l'abbia dimenticato. A questo punto, sono curioso di comprendere fino in fondo quali siano le tue intenzioni. Hai ucciso i vecchi membri, o almeno così affermi..

Si stava facendo avanti, esponendosi al giudizio dello Yotsuki dando la parvenza di non avere timore; in realtà era consapevole di quanto stesse accadendo: camminare sul filo del rasoio non era uno scherzo e la paura di perdere l'equilibrio, o di fare un passo falso, accompagnava ogni istante trascorso vicino al baratro della morte. Se la situazione fosse degenerata, lo scontro sarebbe stato inevitabile. Sapeva di poter contare su Chiaki, ma al tempo stesso sperava che anche lei si fosse resa conto di una simile eventualità e che si preparasse al peggio.

- Mi chiedo a questo punto cosa vuoi fare con noi. Ucciderci come hai fatto con gli altri o renderci partecipi dei tuoi piani? Come vedi le scelte sono soltanto due.. e ovviamente ognuna presenta conseguenze diverse. - pronunciò lasciando trapelare una lieve nota di collera, e per la prima volta dall'inizio di quella conversazione la Pantera avrebbe potuto percepire una minaccia - nemmeno tanto velata - tra le parole dello Hyuga.

Stanco di mantenere alta e vigile la difesa, Fuyuki aveva deciso di tentare un'azzardata mossa di attacco. A quel punto stava a Ryu valutare le possibili contromosse e decidere come reagire. Allearsi con il jonin significava poter contare su di un valido alleato, una pedina preziosa per poter portare avanti i piani di Alba, anche se ciò comportava anche convivere con il timore di tenere vicino una serpe letale e implacabile. D'altro canto inimicarsi lui e Chiaki sarebbe stato come dichiarare un conflitto aperto.. e a prescindere dal fatto che credesse o meno alla versione del ninja che aveva di fronte, sapeva per certo che la sua lama aveva trafitto il petto di Jagura. Sarebbe stato molto più difficile per Fuyuki fare lo stesso con lui? La risposta, in fin dei conti, dipendeva tanto dalla forza del suo ego quanto dalla sua stupidità.

- L'importante è che tu faccia una scelta definitiva.. e alla svelta. Non ho tutto il giorno per ascoltare le parole di chi si comporta come una preda, pur dichiarandosi predatore.

 
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view post Posted on 28/6/2016, 20:09     +1   -1
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Finché il suo avversario rimaneva a distanza, la preoccupazione per quell’aura assassina restava stabile anche se pesante come un macigno attaccato ad un prigioniero. Nemico, ecco come quella sensazione lo faceva apparire alla loro presenza. Lui voleva creare dubbi, essere temuto... ma quanto poteva dargli vantaggio sentirsi così? Chiaki studiava ogni sua mossa, senza badare minimamente d'impersonare una delle parti principali in quel teatrino di cattivo gusto. Il trono artigliato dalla forza bruta del biondo era un chiaro simbolismo di quella che presto sarebbe stata la forza divoratrice con la quale avrebbe voluto mettere a tacere i due amanti. Il ruolo che si era attribuito gli aveva dato alla testa, e di questo la Hyuga iniziava ad esserne sempre più convinta. Cosa rimaneva del vecchio Hyou? Vide una pantera che con il suo fare sinuoso fece il suo ingresso nella stanza, avventandosi con voracità sul corpo ormai senza vita. Se non avesse già visto quella tecnica mesi addietro probabilmente si sarebbe spaventata ma capì immediatamente che si trattava di qualcosa che apparteneva ad un addestramento segreto, qualcosa che riguardava gli ANBU. Anche lui un tempo era stato un servitore del villaggio, chissà se lo aveva fatto perché realmente credeva in quella causa o per un vantaggio futuro? Ormai la convinzione sulla disonestà dell’uomo si era fatta largo nella sua mente, strisciando come un serpente velenoso. Prima Aiko, poi Takayoshi, Fuyuki e adesso questo. Che altro avrebbe dovuto scoprire? Che ad Ashi era successo qualcosa di brutto? Tra l’altro che ruolo ricopriva la sua amica in tutta la vicenda? Possibile che non avesse saputo di Konoha? Ancora appoggiava quel ragazzo con cui era scappata? Domande, interrogativi a cui non poteva rispondere; non aveva nulla in mano se quell'essere non comunicava con i due shinobi. L’anello di K venne lanciato nell’ombra in un gesto menefreghista e da questa venne risucchiato come se fosse viva. Di cosa si trattava? Una tecnica oppure poteva affermare con sicurezza, la ninja, che non erano soli? E come poteva essersi emarginato in un posto tanto pericoloso... adesso era un leader, doveva essere protetto e supervisionato. Sorrise a quella convinzione, ma il suo fu un pensiero abbattuto e rassegnato. Il sensei insisteva a continuare la sua parte ma la kunoichi aveva già capito che quella strada avrebbe portato presto o tardi sempre allo stesso punto: uno scontro per regolare i conti. I toni fin troppo cordiali, le moine e menzogne su menzogne... niente di tutto quello sarebbe potuto durare all’infinito. Il traditore di Kumo si alzò e nella sua potente altezza ricambiò il loro sguardo, tranquillo e divertito.

La troppa sicurezza di se stessi porta alla propria disfatta Hyou

La bomba venne lanciata e mentre la miccia bruciava rapida, la diciassettenne non riuscì a trattenersi. Come osava affermare che erano degli ospiti? Ma soprattutto stava correndo troppo con le accuse per quanto velate. Il fatto che avesse preferito il Joker al suo fianco piuttosto che loro, non lo avrebbe fatto sicuramente risaltare come capo dell’Akatsuki.

- Anche tu hai uno strano concetto di ospitalità. Di solito un ospite è colui che viene invitato... ma questa è anche casa nostra e non abbiamo bisogno di un invito per entrarvi - disse con fare scontato la giovane.

Eppure lui non si fidava e la domanda di Fuyuki sulle sue intenzioni venne praticamente ignorata. Cosa avrebbero potuto fare adesso per continuare il ricamo del loro racconto? Un’espressione meravigliata si dipinse sul volto dell’allieva quando alle sue orecchie giunse effettivamente la storia di quanto era successo; a cosa era dovuta effettivamente la loro assenza.

- Fuyuki... non ce n’era bisogno - bisbigliò la firmataria rivivendo sulla pelle tutta la sofferenza che aveva dovuto sopportare in quel lungo periodo.

E invece si, ce n’era bisogno. Dovevano essere sinceri in parte se volevano far credere in maniera più consistente alla loro versione dei fatti. L’offesa verso la sua ex compaesana però non piacque molto alla kunoichi che non evitò di lanciare subito un’occhiataccia al suo amato. Sapeva quanto l’Uchiha e lui non si sopportassero, ma insultarla davanti al suo uomo che credenziali poteva dargli se non alimentare di più la collera dell’interlocutore? Senza contare che nemmeno lei avrebbe sopportato un simile appello da qualcuno che tanto si odiava.

- Immagino che non siamo rimasti solo noi quattro come membri... - disse la ninja facendo riferimento anche alla compagna - K sicuramente avrà trovato molte reclute da portare dalla sua parte. O tutta questa gente è allo sbando, e dubito che tu sia un tipo che si fa sfuggire di mano la situazione, oppure stai facendo di tutto per tagliarci fuori.

Si stava stufando di quel tagliente gioco di parole. Voleva risposte e subito, la pazienza aveva un limite quando si era rimasti fuori dal mondo per così tanto tempo. Proprio essendo così diretta aveva ottenuto quello che voleva nella città di Nihil, avrebbe mantenuto quella strategia finché le cose le fossero capitombolate. Come se avesse letto nella mente del partner anche lui preferì arrivare al succo della questione. Ryu Yotsuki li voleva come alleati o meno? La mano strinse il pugnale alla sua destra, attendendo trepidante il risvolto più conveniente per entrambi.

 
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Rise di gusto, divertito quasi, dalle loro parole. Ancora che credevano che con la loro boria, le loro parole, le loro accuse potessero scalfirlo. Come se chiamare cagna Ashi potesse essere un qualcosa da usarli contro.
Oddio il colpo fu difficile da incassare, a dir la verità…la voglia di squarciare ad entrambi la gola, bucarli il petto, prenderli il cuore e mangiarselo non era poi così lontana da una verità ma non sapevano giocare. Usare Ashi era stata una mossa stupida non da politico, ma da chi non sa muoversi tra ombre e penombra, tra il dire e il non dire. Le parole di Ryu erano come una lama celata, tortuose e ricolme di menzogne e avevano sortito l’effetto desiderato.
Le loro lingue erano così indaffarate a scoprire i piani della pantera che non prestavano attenzione ai dettagli. Gli Hyuga vedevano la foresta… non gli alberi. tentavano di colpire lì dove non avrebbero sortito che l’effetto opposto: invece di apertura e fiducia di chiusura e sospetto.
Parlavano ma sul piatto della bilancia degli accordi, delle menzogne, celate oppure no, dei veleni, in una parola della politica loro fino a questo momento non avevano messo nulla. Ma non gli era sfuggito il gesto di Chiaki. Cosa che fece notare ai due.

Mi dispiace se le mie parole vi stanno mettendo in agitazione…ma io sono molto tranquillo e non ho armi con me. Mentre voi accarezzate le vostre come se mi dovreste saltare alla gola da un momento all’altro.
Non siete cortesi a mostrarvi con queste intenzioni.


Camminò per quella sala. Il Katon soffiò su una lunga lastra ricolma d’olio che attraversava le pareti di quella stanza, illuminandola a giorno. La luce urinaria che era appena sufficiente a illuminare il trono posto al centro della sala, ora veniva scacciata da fulgide lingue cremisi.
Voleva vedere meglio i loro visi, i loro occhi, voleva osservarli e capire.
Ma la sicurezza quella non venne distrutta anzi…ma qualcos’altro accade. L’aura assassina scomparve del tutto. Non si avvertiva più emanare dal corpo immenso di Hyou, come se le tenebre, fuggite via, si fossero portate con sé anche quella cappa di sangue. Le tenebre erano fuggite ma i dubbi agli Hyuga no…l’anello era stato lanciato per un motivo e ora dalle tenebre al giorno, non spazzava i dubbi dei due.
La miglior arte di uno shinobi è l’inganno…non dimenticartelo mai Ryu. Prima si attacca al cuore e poi al corpo.
L’inganno è l’essenza di uno shinobi. La vera parola è shinobi-no-mono. La connotazione di shinobi significa "rubare" e per estensione "astenere". Mono significa "una persona" e si riferisce anche al termine shinobu che significa "nascondere".
Ricordatelo Ryu…ricordatelo…ricordatelo…ricordatelo…


Parole di un passato che era sempre lì, con lui, vicino a lui. Una maledizione legata al braccio sano con una fascia rossa, un impegno e il suo destino. Perché, in fondo, lui rimaneva l’unico allievo di quel Shinjitsu che tradì Kumo e voleva divenire imperatore di quel mondo. La sua nemesi. Eppure i suoi insegnamenti, per quanto malvagi, risultavano veri. Perché lui ora era un capo…e aveva fatto una promessa. Avrebbe perseguito il suo obbiettivo. Lo avrebbe fatto suo.

La voce…era come un cozzare di lame. Rimbalzava tra quelle pareti creando echi sinistri, come un sasso lanciato di piatto su di un lago. Ma non avrebbe permesso che un letame del genere offendesse Ashi...ma il tempo in cui lo avrebbe sgozzato era lontano. Pazienza...

Accusare Ashi…quanta presunzione nelle tue parole. Non ho offeso io la tua donna, perché te offenderesti Ashi? Ti senti più in alto di me?

Fuyuki aveva fatto il primo errore. Ma perché farglielo notare? In fondo vi era un divertimento in quella caccia che andava corsa fino in fondo. Voleva giocare con entrambi e vedere fino a che punto i loro inganni, veri o presunti, fossero saldi.

Vuoi trattare con me? Allora porta rispetto per chi non è qui, per chi non c’entra nulla con tutto questo. Io non ammazzerei tua figlia solo per il detto: le colpe dei padri ricadono sui figli.
Non offendo Chiaki, ma la tua lingua dovrebbe essere tenuta più a freno…o le lame che tanto state accarezzando potrebbero mostrarsi.


Fece una pausa. Una stasi breve studiata, premeditata. Voleva che le sue parole riecheggiassero, che venissero intese molto bene dai due. Voleva punzecchiare gli Hyuga come loro stavano facendo con lui.

In più voi definite questa casa vostra…presunzione ancora. Questa casa ha un padrone…e se io decido che non mi siete graditi, voi non siete graditi. Gli anelli che portate non ve li ho dati io, quel mantello non vi appartiene, così come non appartenete a tutto questo.
Finchè non ve lo guadagnerete.




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Occhi che li scrutavano ancora…e ancora…e ancora…e ancora…un predatore che gli stava annusando.

Non me ne frega nulla se stavi morendo, se tua madre ti picchiava o se tuo padre era un alcolizzato. Non mi frega della tua vita, mi importano fatti.
E al momento non ne ho.
Quindi di cosa stiamo parlando? Non c’è nulla che mi faccia riflettere sulla tua utilità. Solo parole…


Un sigillo semplice. Un attacco? Sorrise a vedere le loro reazioni ai loro due troni che si spaccavano. Mentre sorgeva dalla terra un tavolo di pietra grezza. Se vi fossero avvicinati avrebbero visto anche questo:

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La taglia di Fuyuki.




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Iniziate a mettere i vostri anelli lì sopra. Iniziate a guadagnarvi la mia fiducia con dei semplici gesti.

Andò verso il suo trono, rigirandosi subito dopo verso i due amanti. La voce interrogativa, gli occhi famelici.
Se gli Hyuga fossero come Karasu lo avrebbe scoperto. Perché Jagura era un pazzo e poco o nulla gli importava delle conseguenze ma Karasu, o per meglio dire Yo Saito, era stato una spia. Una spia che a quanto pare aveva sfruttato quell'acume di saggezza, intelligenza e furbizia dell'ex giocoliere di Furikami. Per cui anche loro due potevano esserlo...e Chiaki? Avrebbe pagato anche lei lo scotto del suo mante bevendo dallo stesso calice? era giusto? In fondo Chiaki ed Ashi seguivano l'amore...poteva ucciderla per questo?
odiò ancora più profondamente quel bastardo e la voglia di strappargli la giugulare e innondare quei muri con il suo sangue e le viscere fu una bramosia difficile da tenere a freno. ma non era il momento degli artigli quello...almeno non ancora.
E per quanto riguardava Chiaki...non c'è l'avrebbe fatta ad ucciderla, non sarebbe riuscito a strappare quei ricordi da lui. e forse era questo il suo problema al momento. Ma angustiarsi con scenari probabili e futuri e non sul momento era da idioti.


Ah…una domanda…perché un traditore di Konoha è in aka eppure non ha mai detto o fatto nulla contro la sua patria? Perché Akane Uchiha, che reputo un pessimo kage ma non un’idiota, era così stupita da un attacco di Aka? Non se lo aspettava proprio? Però manda gli Anbu alla tua ricerca, trova Jagura e poi leggo questo:
Traditore di Konohagakure,
rappresenta un pericolo per la diffusione di informazioni segrete.
Cospiratore ai danni del villaggio natio
.

Un curriculum di tutto rispetto…anche se vi sono molte ombre che cozzano con queste parole.
Ma, e qui la cosa mi fa sorridere, te vuoi sapere i miei piani…domandi e pretendi. Eppure non sono io a dovermi difendere da delle accuse, da delle ombre e chiarire la mia posizione ma anzi…sembra che tu stia cercando in tutti i modi lo scontro.
Scortesi Fuyuki e Chiaki Hyuga… scortesi.
Rispondetemi, vi và?


E questa volta gli Hyuga dovevano essere convincenti entrambi e quell’aura assassina era ancora assente, mentre Hyou si risiedeva tranquillo. Accomodante quasi con le sue parole, ma che nascondevano il fiele.

 
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view post Posted on 30/6/2016, 13:44     +1   -1
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La provocazione era stata lanciata e, anche se Ryu non voleva dimostrarlo, essa aveva sortito gli effetti desiderati. Quando lo vide spendere parole in difesa della sua donna Fuyuki avrebbe desiderato ridere, ma si costrinse a trattenersi. La Pantera si credeva furba, superiore alle emozioni che i suoi ospiti avevano dimostrato di provare, ma anche lui era prima di tutto un uomo; un essere fatto di carne, capace di tutto e passibile d'errore.. e il ninja di Konoha conosceva il suo punto debole. Oh sì, se lo conosceva e lo avrebbe sfruttato contro di lui, qualora fosse stato necessario.
Disattivò il byakugan, non appena la stanza venne illuminata a giorno. I suoi occhi attenti avevano confermato i suoi sospetti. Non erano da soli, all'interno del covo: altri sette uomini si trovavano fuori dalla stanza, forse pronti ad avventarsi contro di loro qualora il loro leader l'avesse ritenuto opportuno. Questo, ahimè, l'eremita non poté che riconoscerlo. Lo Yotsuki aveva il coltello dalla parte del manico e continuava a dimostrarsi sospettoso nei loro confronti; non avrebbero avuto né informazioni, né il benvenuto, per il momento stavano soltanto rischiando di venire scremati dalla lista dei membri di Akatsuki. Non che al ventiduenne importasse molto di quel gruppo di mercenari al servizio di quel pazzo, ma di certo avere più dettagli da condividere con Akane riguardo l'organizzazione avrebbero potuto far comodo.

"Otto contro due, non propriamente corretto.. ci temi così tanto, Ryu?" pensò, ma che fosse vero o meno poco importava; erano in difficoltà e lo scontro doveva essere evitato in tutti i modi, dato che le speranze di uscirne vivi erano assai remote. Avrebbe voluto chiamare il suo nemico "codardo" quando egli disse di essere disarmato: non serviva un'arma per essere uno shinobi, ma qualche uomo in più certamente costituiva un cospicuo vantaggio.

- Più in alto di te? No, no, solo più.. intero. - commentò con il suo solito sarcasmo pungente, alludendo ovviamente al braccio che il suo avversario sembrava aver perso.

Non si mosse, mentre lo Yotsuki si aggirava intorno a loro con passi lenti e cadenzati. Rifletteva su come procedere nella farsa, adesso che sapeva di essere in cima alla lista dei sospettati di quel verme; di cosa, tuttavia, non aveva ancora modo di saperlo. Quell'uomo esigeva il rispetto che la sua posizione da leader meritava, ma soprattutto pretendeva che essi meritassero la sua fiducia. Per questo motivo, richiamando un tavolo in pietra con un comune seal, chiese loro di posare gli anelli che possedevano sopra di esso.

"Cosa speri di ottenere?"
Era una domanda lecita, del resto il comportamento tenuto da Hyou rendeva quel quesito più che normale. In quel gesto il giovane lesse un desiderio di vedere quanto i due amanti fossero disposti a sottomettersi alla sua autorità. Poteva anche assecondarlo per il bene della copertura, ma era certo che in questo modo avrebbe ottenuto il risultato opposto. Fuyuki Hyuga in quell'ambiente non era certo conosciuto come uno spirito devoto e capace di chinare il capo di fronte a qualcuno. Assecondare il capriccio di Ryu sarebbe stato troppo ostentato anche per lui e avrebbe soltanto delineato il desiderio dello shinobi della Foglia di rimanere ancorato all'organizzazione a tutti i costi. Quello sì che sarebbe stato sospetto.
Come se ciò non bastasse, il ninja delle salamandre non dimenticò di commentare la Taglia del suo avversario, apparsa al di sopra del tavolo di pietra. Per un attimo il ventiduenne credette di aver capito quale fosse il sospetto che gravava sopra le sue spalle. Quel bastardo stava mettendo in dubbio i suoi propositi di distruzione nei confronti di Konoha. Forse temeva di star ospitando una serpe in grembo e, qualora fossero stati davvero questi i suoi pensieri, non poteva non riconoscere che lo Yotsuki fosse tutt'altro che uno sprovveduto.

- Nella tua invece mi pare di aver letto.. "ha dichiarato guerra a tutti i grandi villaggi". Beh, vecchio mio, sei tu il primo della classe adesso. - prese una pausa, affinché potesse riflettere meglio su come articolare il discorso che da lì a breve avrebbe esposto. - Tu parli di fiducia, Ryu Yotsuki, con l'ingenuità di un giovane ancora inesperto. Nel nostro mondo, in questo mondo.. non esiste fiducia. Soltanto accordi fatti per convenienza, patti presi affinché tutti abbiano un guadagno. La fiducia lasciamola ai religiosi, Pantera. Do ut des.

Ricordava ancora quelle parole, pronunciate da quel bastardo poco dopo il termine della guerra. Un accordo era stato stipulato tra loro in quel momento e adesso Fuyuki era lì, pronto a fargli credere che la sua alleanza fosse ancora valida e soprattutto allettante. Il perché era scontato, ma per solerzia non avrebbe tardato a spiegarlo in ogni caso.

- Hai letto bene, prima. Rappresenta un pericolo per la diffusione di informazioni segrete. Ebbene, prima che la malattia avanzasse ho inviato i miei uomini affinché potessero accrescere e aggiornare quelle che erano le mie conoscenze del villaggio. Si da il caso che io disponga di queste informazioni, Pantera. Dettagli che possono tornarti utili nei tuoi propositi, così come i mezzi di cui io e Chiaki disponiamo. Vuoi il mio anello? Puoi anche prendertelo, non sarà quello a fare la differenza. Noi possiamo aiutarti nella guerra che hai dichiarato, in cambio mi basta solo che alla fine di questa storia io possa vedere bruciare la Foglia.

Nel pronunciare quelle ultime parole poté sentire un macigno immenso gravare sul suo cuore. Era sempre stato un abile mentitore e anche in quel caso non aveva smentito tale fama, ma quanto aveva detto aveva riportato i ricordi sulle montagne di Kumo, quando gli occhi impregnati d'ira e diffidenza di chi un tempo era un suo compagno si erano posati sulle nuvole rosse che indossava. Un sacrificio enorme, ma che era pronto a sopportare per garantire alla giustizia la testa di quel bastardo.

- Akatsuki non si era mai esposta in questo modo. Che Akane fosse stupita per questo o perché ha riso del fatto che un solo uomo avesse sfidato un intero villaggio, che differenza fa? Che non ti importi del perché sia scomparso dalla circolazione, non cambia nulla. Conosci la verità, ma non siamo qui per raccontarci delle storie. Siamo qui per affari, entrambi. Soppesa la mia proposta, Yotsuki.. - e a quel punto il suo sguardo si fece serio; dalla risposta che avrebbe ricevuto probabilmente sarebbe dipeso il loro destino. - Come prima, la scelta spetta a te. Puoi decidere di collaborare con due preziosi alleati, con informazioni e abilità che nessun altro potrà offrirti.. oppure puoi chiuderti a riccio e farti due nuovi nemici, forse più pericolosi di quelli che hai collezionato fino ad ora. Finché entrambi possiamo ottenere un guadagno, mi sta bene, ma ricorda chi hai davanti. Sono l'eremita dei mustelidi e conosco le tue colpe, così come quelle della razza che proteggi.. se rifiuterai la nostra collaborazione, temo che lo scontro sarà inevitabile.

Sapeva di rischiare con quelle parole, ma non poteva permettersi il lusso di chinare il capo di fronte a quel verme. Un predatore non attende altro che la vittima designata mostri il collo, così da poterlo stringere tra le proprie fauci, pregustando il lauto banchetto. Ebbene colui che Ryu aveva davanti era lo stesso Fuyuki Hyuga con il quale si era sempre confrontato. E alla pari di due belve feroci si guardavano. Il loro sguardo era più affilato di una lama e il loro incontro sembrava creare scintille, esattamente come il ferro che cozza contro il suo simile. Potevano esistere patti fra leoni e pantere?
Una domanda complicata, ma alla quale bisognava ricevere risposta.. e in caso di responso negativo, lui e Chiaki avrebbero fatto bene ad alzare la guardia. Sicuramente le armi che avevano portato sarebbero servite per tenersi stretta la vita. Anche se, pure in una simile evenienza, Fuyuki avrebbe fatto della sua lingua la lama più tagliente. Sapeva di avere ancora un asso nella manica, ma lo avrebbe mostrato soltanto qualora quello stolto avesse rifiutato la loro offerta.

 
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view post Posted on 30/6/2016, 17:44     +1   -1
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La mossa della kunoichi non era stata delle più sagge. Quando il biondo le fece notare dove la mano della ragazza si era andata a posare questa la levò immediatamente, capendo d’essere in torto. Lei doveva essere una mediatrice non una fautrice di morte. Eppure l’ironia della Pantera era fastidiosa e riusciva a coglierne persino lei le menzogne rimarcate sopra, non con estrema maestria. Incrociò di nuovo le mani al ventre cercando d’apparire tranquilla e distaccata mentre i suoi occhi perlacei si trasformavano, mostrando delle vene che si diramavano dalle tempie. Voleva vedere con i suoi occhi se effettivamente Hyou era stato sincero con la sua affermazione. Solo loro erano venuti armati in un covo d’assassini? O era lui un folle o uno sciocco. Non appena il doujutsu fu attivo, tutto le apparve chiaro ed un sorriso le si palesò sulle labbra. In un certo senso era stato onesto ma d’altro canto aveva armi ben più forti a sua disposizione che delle insulse lame.

- Nemmeno io avrei bisogno di questi strumenti taglienti quando ho sette scagnozzi pronti ad eseguire ogni mio ordine al primo segnale. Ryu Yotsuki per favore... almeno non ci prendere per i fondelli - disse scocciata la Hyuga, facendo notare all’interlocutore quanto era caduto in basso.

Poteva essere stato anche un ANBU ma non stava parlando con degli sprovveduti. Il trio aveva vissuto come traditore della patria per troppo tempo per potersi perdere in simili eventualità. Oltre le pareti, all’interno del covo sette uomini rimanevano celati dietro ammassi di pietra; il loro chakra differiva l’uno dall’altro e quindi non potevano essere sicuramente delle copie del leader. Come poteva essere serio? Non erano novellini appena usciti dall’accademia.

- Poi parli tu che da quando siamo entrati qui dentro hai subito messo una barriera tra noi e te... credi che non riesca a sentire questa strana aura che emani? Cosa vuoi dimostrare... di essere più forte? - continuò imperterrita la giovane, non lasciandosi sconfiggere dalla paura - E io che tenevo così tanto ai miei ricordi con te, invece mi parli da superiore... quasi non ci conoscessimo.

Non c’era molto altro da dire, il fiume dei sentimenti contrastanti nella diciassettenne aveva sorpassato i margini palesandosi attraverso parole cariche di tristezza ed amarezza. Non voleva vederlo morto, non prima di aver saputo se quello che diceva era vero o stava solo recitando una delle tante parti. Perché attaccare proprio Konoha quando sapeva essere la patria della sua amata? Secondo lui lì non c’erano persone a cui la mora non volesse bene? Proprio come lei lo aveva seguito per amore, non per vedere il suo passato distrutto. Poi il ragazzo si alzò e percorse lentamente la stanza, quasi non potesse rimanere relegato a quel trono per troppo tempo. Una fiammata illuminò la parete facendo giorno in quel posto dimenticato dai Kami e le ombre si ritirarono come impaurite da tanta luminosità. Ma la cosa più strana fu quando il nukenin si avvicinò ai due amanti: la paura nei suoi confronti, quella sensazione d’inadeguatezza era stata debellata nonostante un così vicino confronto. Cosa voleva dimostrare? Era un po’ tardi per essere carini dopo una simile accoglienza. Chiaki rimase perplessa, continuando ad osservarlo senza lasciarsi sfuggire nessun dettaglio del suo finto galateo; ed infatti ogni sua mossa era una continua incoerenza con i suoi discorsi. Perché mettere in mezzo la sua bambina?

- Non so chi ti abbia parlato di nostra figlia ma se hai qualcosa da dire puoi anche dirmela in faccia... sono presente anche io in questa stanza - intervenne la firmataria dei mustelidi, non riuscendo a frenare la lingua - Ricordati che io invece, so più di quanto dovrei sapere.

Non volle entrare nel dettaglio la bella dalla chioma blu, sperando che Hyou capisse. Non lo aveva tradito, non aveva rivelato a nessuno dove si trovasse l’eremo delle salamandre, nonostante lei stessa avesse abbracciato il nindo di Furikami proprio all’interno delle rocce del vulcano. La genjustu che proteggeva la zona era troppo potente per loro ma quella era un’informazione che poteva essere venduta a qualcuno con tali capacità, qualcuno che se ne intendeva d’illusioni. Nemmeno il suo coniuge era a conoscenza di un simile dettaglio, perché per quanto odiasse quello che aveva fatto il loro avversario, Chiaki ancora non voleva credere che il ragazzo che aveva conosciuto non esistesse più. La Hyuga si era sempre frapposta tra bene e male, e avrebbe continuato a farlo... anche se questo poteva significare tradimento.

In realtà questo manto mi è stato donato da te... e lo preferisco di gran lunga a quella veste scura e piena d’odio che tutti indossate

- Io non ho un padrone a cui prostrarmi e nemmeno questo posto ce lo dovrebbe avere, visto che è stato abbandonato. Gli ideali che ho abbracciato non hanno niente a che vedere con queste tue sciocche imposizioni che ci stai dando... - commentò la diciassettenne con tranquillità - Semplicemente se vuoi che facciamo qualcosa per l’organizzazione parla chiaro ed arriviamo ad un accordo, dato che traspare questo dal tuo discorso.

Non ebbe tempo di riflettere sulla pericolosità delle sue parole, che la Pantera formò un sigillo con le mani e il terreno tremò sotto i loro piedi. L’allieva di Fuyuki scattò in piedi, appena in tempo prima di vedere la sua seduta di pietra venire completamente spaccata a metà.

Se questa si chiama accoglienza... stiamo messi bene

Al centro dell’ambiente invece un tavolo dello stesso materiale delle sedute fece la sua apparizione possente. Al centro un unico documento ben visibile che entrambi gli amanti conoscevano bene. Che cosa voleva dimostrare con quel foglio l’ex ANBU di Kumo? Probabilmente anche lui ne aveva uno simile ed infatti l’eremita non fece che sbeffeggiarlo di questa sua iniziativa ridicola. La proposta che seguì fu ancora più assurda... fiducia? Non avrebbe mai dato via il suo anello a qualcuno che a priori non si fidava di lei. Ma di cosa stavano realmente discutendo? Chiuse gli occhi rassegnata, scuotendo la testa. Non c’erano parole per poter manifestare la sua perplessità o forse non aveva voglia d'esprimersi verbalmente su un dibattito perso dal principio. Fece di nuovo retro front, tornando al suo trono mal messo e lanciando un ultimo sguardo di sfida al leader delle Nuvole Rosse si rimise a sedere. Il suo rifiuto era palese. Il gesto del biondo non era qualcosa di concreto ma solo una sciocca ripicca.

- E tu perché sei partito proprio da Konoha e non da Kumo? - chiese con curiosità la ragazza dagli occhi perlacei

Se vogliamo proprio dirla tutta...

- Durante la guerra mi sembra che tu fossi uno dei leader delle fazioni ed abbia protetto molto valorosamente casa tua... avresti potuto approfittare per distruggerla se quello che c’è scritto sulla tua taglia è corretto - continuò titubante la giovane - Ognuno ha i suoi modi d’agire... forse a Fuyuki gli occorre più tempo e non si butta a capofitto in azioni folli come è stata la tua? Non credo ci sia una guida su come comportarsi in guerra.

L’evocatrice stava mettendo in dubbio qualsiasi cosa venisse trattata, perché se da un lato la Pantera la vedeva a modo suo dall’altro si poteva mettere nei panni dei due shinobi. Ogni azione poteva essere vista ed interpretata da chiunque, come meglio gli aggradava. Quindi le perplessità sarebbero rimaste lì per sempre come la fiducia che tanto idolatrava il capo dell’Akatsuki. Ci si poteva realmente fidare di qualcuno che non era se stesso? Persino quella del suo amato sarebbe vacillata nello scoprire quante informazioni sua moglie gli tenesse segrete.

 
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view post Posted on 1/7/2016, 12:39     +1   -1
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Verba volant, scripte manent

Disse con una voce così calma da sembrare innaturale.

Puoi usarla, se vuoi Fuyuki, almeno potrai sembrare acculturato.

La battuta era uno stile e lo Yotsuki non era tipo da non accogliere l’invito quando glielo si serviva su di un piatto d’argento. Stuzzicare i suoi interlocutori era un arte che poteva portare a nuovi e improbabili, fino a quel momento, scenari. Come lo Hyuga aveva tentato di sortire l’effetto sperato tirando in causa Ashi, così Ryu lo stuzzicava sul suo stesso terreno. Ma non era una gara a chi fosse più propenso alla presa in giro, più solerte nella battuta. Le ombre che erano attorno a loro erano la prova lampante che la pantera si muoveva su un terreno a lui congeniale ove i due erano tutt’al più prede. ma Ryu, da cacciatore, sapeva che il confine tra preda e predatore era molto labile: ognuno poteva essere sia preda che predatore. Dipendeva dal modo in cui sapeva muoversi tra accordi, affari, menzogne, verità, pugnali e veleno.




Wrh142Y
Voi avete le vostre lame, io ho le mie.



Nessuna emozione si affacciò tra le iridi color del cielo dello Yotsuki. Soltanto un sorriso che sembrò più uno squarcio di katana verso i due. Se pensavano che fosse talmente stupido, borioso e altero da poter affrontare tutto e tutti da solo avevano avuto la riprova che la pantera si muoveva cauto e circospetto. Era un criminale, era il capo dell’akatsuki, aveva attaccato Konoha, logico pensare che ogni sua mossa fosse preventivata, studiata e che ogni suo movimento fosse circondato da ombre e menzogne.
I tempi di gettarsi contro i suoi nemici sgozzando, aprendo vene e massacrandoli su un campo di battaglia erano lontani. Era la diplomazia, l'accordo che entrava con prepotenza nelle parole della pantera che gestiva quel sipario come se fossero affari propri, dinanzi a del sakè o fumando un sigaro.
Nulla era lasciato al caso così come nulla non era soppesato dalla sua mente. Ogni parola dei due veniva ascoltata attentamente, anche se i suoi gesti e azioni facevano pensare al contrario, l’aria di supponenza, di gioco era un egida a nascondere e proteggere il suo animo astuto e calcolatore in un gioco di ombre e veleni.

Come ho già detto prima un accordo lo si fa quando le due parti hanno qualcosa con cui poter intavolare una trattativa. Le tue parole sono solo fumo Hyuga, così come i tentativi della tua consorte di dimostrarsi sicura quando di sicuro in queste sale non vi è nulla.

Un attimo di silenzio e lo Yotsuki fissò in profondità Chiaki.



V135I3u
Ah…se vuoi parlare dell’eremo,Chiaki, accomodati pure. Scoprirai da sola perché Watashi attaccò a più riprese il popolo che io rappresento.





Rappresentare non proteggere. Ecco la differenza tra un eremita delle salamandre e loro.
Il popolo delle salamandre fu il solo a proteggere il mondo degli shinobi da Watashi. Se lo dovevano ricordare, così come, forse, potevano anche capire perchè Watashi aveva tentato di distruggere proprio l’eremo tra i tanti che popolavano questa terra.
Ma parlare di queste cose con un eremita che per boria aveva attaccato Ithaqua era come dare perle ai porci. Come se parlare dell’eremo, come se dire dove fosse avesse avuto un che di particolare in quelle sale.
Watashi aveva attaccato l’eremo…Reshef si era difeso…l’eremo aveva protetto Kumo. Su queste basi poteva forse preoccuparsi? Non si sarebbe preoccupato Reshef, non si sarebbe preoccupato lui.
Un kami prima e degli uomini ora? Reshef avrebbe denominato entrambi girini che non sanno nulla dell’oceano.

Non sono stato il solo a difendere Kumo. Tra l’altro…Cos’è l’uomo se non…CIBO? Vi ricorda qualcosa questa frase?
Quindi io ho difeso Kumo per necessità. Da una forza imperante che non ci ha dato nient’altro che un’unica scelta. Quindi evita di tirare in mezzo la guerra, Kumo e stronzate del genere.
Qui siamo per parlare di affari, non fare chiacchiere da guitti.
Voi al momento non state facendo nulla, parole vuote. Nient’altro che parole su parole che portano ad un'unica, imponderabile conclusione.
Voi non avete nulla da darmi…dico bene? Non avete posato gli anelli adducendo che non vi piegate a nessuno, ergo se vi attacchiamo è stata una vostra scelta. Giacchè siete sempre voi a dovervi difendere da delle accuse e i vostri comportamenti non migliorano la vostra, già di per sé sul filo, posizione.
Mi dite che siete indispensabili quando fino ad adesso avete dato prova di arrampicarvi sugli specchi non dando prove, non dando fatti. Parli di fiducia Hyuga…è proprio quella fiducia che può far la differenza, tra l’uscire di qui verticalmente o orizzontalmente.


Gli Hyuga non avevano compreso il concetto. Hyou lo rimarcò senza mezzi termini.


Puoi mettere in mezzo la nostra piccola faida personale, mio caro, ma non fui io ad attaccare Ithaqua, nè a tentare di essere più grande di un popolo che era qui prima che il clan Hyuga aprisse i suoi occhi al mondo. Comportamento stupido da parte di un eremita. Mi sarei aspettato più discernimento e capacità di giudizio...si vede che i mustelidi hanno altre qualità.
Ma se tiri fuori questa storia significa che stai alle strette. Io non ne ho fatto menzione perchè tutto starà al suo tempo. Ma credo, e forse mi sbaglio, che sei a corto di argomenti se mi minacci così velatamente.
Se vuoi essere un nukenin che tenta di fare affari con le parole fai pure…poco m’importa… ma qui siamo in Akatsuki. Ed è un organizzazione criminale tra le più potenti del nostro mondo. Quindi do ut des. E vediamo se è un dare che può garantire un ricevere.
Per cui tra le tue parole e il dire, mio caro, c’è di mezzo il mare. Vuoi dirmi che vuoi vedere bruciata Konoha? Dimostramelo…
Se avete qualcosa da porre alla mia attenzione


Un momento di stasi.

Avete tre minuti. Finiti i quali vedrò cosa fare di voi.

Ormai i giochi erano stati fatti. O scendere a patti o combattere. E per ogni strada che avrebbero preso a Ryu stava più che bene.
Se scendevano a patti avrebbe avuto informazioni, più o meno segrete poco importava, importava che gli Hyuga avrebbero mostrato la loro gola e Hyou avrebbe potuto gestirli. Se lo attaccavano significava che i suoi sospetti erano fondati.

 
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view post Posted on 1/7/2016, 20:25     +1   -1
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Le carte in tavola erano state dispiegate e adesso erano lì, pronte per essere rivelate affinché si scoprisse chi tra loro aveva la mano più forte. Eppure, malgrado ciò, Ryu continuava con le sue insinuazioni, non facendo altro che innalzare un muro sempre più spesso per difendersi dai ninja che aveva di fronte. Sempre più convinto di essere in cima alla lista dei sospettati della Pantera, Fuyuki si trovava con le mani legate. Fino a quel momento il suo gioco era stato spregiudicato, volto a dare la solita impressione di sé più che a conquistare la fiducia di quel pazzo, ma a quel punto si vedeva costretto a cambiare strategia. Lo Yotsuki non si fidava affatto di loro, faceva presente ogni loro minaccia come per spogliarla, ma lanciandone poi a sua volta.
"Tutto questo non ha senso." era questo il pensiero che contaminava la mente dello Hyuga, dilaniata tra dubbi e timori. Eppure doveva esserci un motivo, se quei sette uomini non erano stati ancora sguinzagliati contro di loro. No, il leader di Akatsuki non aveva ancora intenzione di farli fuori, anche se continuando di quel passo lo scontro sarebbe presto divenuto inevitabile.

- Le creature del tuo eremo hanno quasi ucciso uno dei miei fratelli. Ithaqua forse non sapeva che è meglio tacere, piuttosto che provocare l'ira di qualcuno che può ammazzarti. La prossima volta vedi di insegnare alle tue lucertole come tenere a freno la lingua. - concluse così un discorso che non intendeva affatto continuare.

Su questo Ryu aveva ragione. Quando sarebbe giunto il momento, uno tra loro avrebbe pagato con il sangue quella faida creatasi tra i loro popoli. Rappresentare, anziché proteggere. Quel nindo era assai lontano dal concetto di famiglia dei mustelidi.. e quando Namida sarebbe stata affondata nel petto della Pantera, Fuyuki si chiedeva chi sarebbe giunto in suo soccorso.

Tuttavia c'era stato qualcosa che aveva fatto breccia nella sicurezza del ventiduenne. La complicità con cui il nukenin parlava alla sua donna, le parole che aveva citato.. era come se quei due avessero vissuto qualcosa insieme, un'esperienza di cui entrambi avevano ancora memoria. Dove e cosa fosse successo in quel posto, beh, rimaneva ancora un mistero per il ninja dagli occhi perlacei.

- L'eremo? Di cosa diamine sta parlando? - disse rivolto verso Chiaki, fissandola con uno sguardo a dir poco perplesso.

Il suo tono di voce appariva leggermente adirato; del resto, temeva che la fanciulla gli avesse nascosto qualcosa. Tuttavia avrebbe ponderato bene sulla sua risposta e in caso avrebbe approfondito l'argomento, qualora l'avesse reputato necessario.

Giunse infine il momento di arrivare ai fatti. La proposta dello Hyuga venne vagliata dall'uomo che aveva di fronte che, finalmente, aveva deciso di lasciar perdere le provocazioni per pensare a qualcosa di ben più interessanti. Lo shinobi della Foglia aveva promesso informazioni e questo il ninja dalla chioma d'oro avrebbe ricevuto; in cambio, avrebbe dovuto concedere ai due amanti la possibilità di riprendere il posto che spettava loro all'interno dell'organizzazione. A quel punto il jonin era praticamente ad un passo dall'ottenere ciò che desiderava, ma avrebbe dovuto essere convincente. Prese a camminare in direzione di Hyou, appoggiandosi poi contro la pietra del proprio trono, distrutto dallo stesso leader per mandare un chiaro messaggio ai suoi interlocutori.

- Entrambi abbiamo un obiettivo in comune, Pantera: la distruzione di Konoha. Ebbene, da diverso tempo ho studiato un modo per riuscire in questa impresa. Tuttavia la Foglia è un villaggio potente, le sue mura sono alte e ben sorvegliate e il suo leader è forse la kunoichi più potente che il mondo conosca. Attaccare frontalmente è un suicidio.. - rimproverò nuovamente Ryu per il modo in cui aveva condotto l'attacco, ma sapeva di dover fornire un'alternativa più che valida per catturare la sua curiosità. - Se possiedi un pugnale, non puoi sperare di colpire il tuo nemico in pieno petto, se questo si nasconde dietro un armatura. Tuttavia esiste sempre un punto dove questa è meno spessa, se non addirittura assente.. è lì che bisogna colpire, là dove il tuo avversario non può opporre alcuna resistenza.. e si da il caso che io conosca il punto debole di Akane Uchiha.

La metafora che aveva usato si sarebbe presto trasformata in realtà, non appena Hyou avrebbe udito quanto Fuyuki aveva da dire. L'eremita non voleva rivelare troppo sull'Hokage per conquistare l'approvazione di quel bastardo - del resto non poteva rischiare di metterla in una posizione di pericolo - ma era consapevole di dover tentare un azzardo per poter sperare le informazioni di cui aveva bisogno.

- Akane ha un figlio, Hikarikage. Per mesi ho studiato i suoi movimenti, le sue abitudini e adesso conosco tutto di lui. Il mio obiettivo era catturarlo per attirare l'Hokage in un'imboscata.. conosco quella donna e sono certo che con quel bambino in mezzo rischierà di fare un passo falso. - ogni sua parola era iniettata di fiele, in quel discorso in cui abilmente mischiava realtà con menzogna. - Questo è quanto posso offrirti, Ryu. Posso portarti quel bambino, il tassello fondamentale per indebolire la Foglia, prima di distruggerla.

Concluso il discorso, rimase ad incrociare le iridi azzurre del suo interlocutore. Aveva giocato una delle sue carte più importanti e qualora la proposta si fosse rivelata allettante agli occhi della Pantera, forse avrebbe potuto persino evitare di mostrare le altre. Dei tre minuti che erano stati concessi ai due Hyuga ne era passato solo uno e pertanto non doveva far altro che attendere Chiaki, ammesso che avesse qualcosa da aggiungere al tavolo delle trattative.
La tensione era ormai giunta al suo apice e il timore di dover iniziare uno scontro si stava impadronendo del cuore di Fuyuki. S'impose tuttavia di mantenere la calma ancora per un po'; non poteva permettersi il lusso di mostrare la gola a quel predatore, non ora che era così vicino ai suoi segreti.

 
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view post Posted on 4/7/2016, 09:18     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Più la discussione si dilungava e più a Chiaki le sembrava che i tre membri di Akatsuki stessero parlando lingue differenti. Ognuno rispondeva a ciò che gli faceva comodo e nel modo che più gli aggradava, senza soddisfare domande o affermazioni che non facevano altro che perdersi nel vuoto. Poteva chiamarsi confronto tutto ciò? A lei le sembrava più una perdita di tempo, una sfida persa dal principio. Era come se di quel passo non si sarebbe mai arrivati ad una conclusione verbale, anzi la Hyuga si meravigliava di quanto stesse continuando il teatrino; lo avrebbe dato per fallito dal primo momento che i loro occhi s’erano incrociati. Da quando aveva fatto il suo ingresso nell’immenso sala, la gara di supremazia aveva surclassato qualsiasi altro interesse. Ryu sembrava non accettare la presenza del suo partner per quanto si sforzasse a rimanere calmo, mentre Fuyuki non sopportava il modo di porsi del biondo. Per cosa era stata creata la tregua tra i due nukenin? A cosa serviva soprattutto? Sospirò rassegnata la diciassettenne all’ennesima battuta lanciata in direzione dell’eremita. Loro avevano qualcosa in mano, informazioni che potevano essere scaltramente alterate ma possedevano ciò che la Pantera voleva. L’unica domanda che la fanciulla dalla chioma blu si poneva era perché il loro interlocutore preferisse girare intorno al succo della faccenda piuttosto che affrontarlo. Perché non gli rivolgeva domande dirette per sapere esattamente cosa voleva sapere? Aveva intenzione di attaccare nuovamente la Foglia? La firmataria era attenta alla discussione perché sapeva esattamente qual era il compito che il sensei le aveva assegnato. Suo marito era un ex ANBU e come le aveva già narrato, non poteva spargere informazioni sul villaggio a suo piacimento. Il sigillo che marchiava la sua lingua era un chiaro simbolo di sottomissione agli ordini. Il compito delle spie di Konoha era proprio questo: nascondere la propria identità dietro una maschera ed eseguire il lavoro sporco per conto del Kage. Una disciplina molto rigida che si vestiva perfettamente con il carattere solido del suo uomo. Lei al contrario non sarebbe mai riuscita in una simile impresa; le emozioni la guidavano ed erano proprio queste a darle la forza per andare avanti, sacrificando tutta se stessa per la famiglia... e della sua famiglia poco rimaneva al Villaggio. Ripensò a Takayoshi e non riuscì a scacciare il pensiero nell’immediato. La perdita del genitore era avvenuta non poco tempo prima, ma la kunoichi era stata talmente impegnata con la riabilitazione del suo maestro che ancora non riusciva a rendersi conto di cosa avesse realmente perso. Il posto di suo padre era a Konoha, di fianco alla tomba di Hazuki ma ancora non era riuscita a tornarci, considerata una sporca traditrice dal mondo. Chissà cosa le avrebbe consigliato lui in quella situazione? Lui sapeva sempre come uscire vittorioso in ogni situazione, quasi riuscisse a leggere nella mente del suo avversario. Si era lasciata guidare troppo dai suoi pensieri tanto che quando il coniuge le pose il suo interrogativo, la ninja sembrò più perplessa di lui.

Veramente Hyou ha pronunciato quelle parole?

Quasi non voleva credere a tanta avventatezza del leader. Un’altra prova di forza? Aveva a che fare realmente con un folle? Qualcuno sembrava essere sulla buona strada nel raggiungere K.

- Semplicemente non mi hai mai chiesto come sono entrata in Furikami - disse facendo spallucce il jonin di rimando.

Non era né il luogo né il momento per delle spiegazioni a riguardo. Sapeva di aver promesso al compagno che non ci sarebbero più stati segreti tra loro ma era stata costretta dalle circostanze ad omettere qualcosa che un tempo sarebbe stato un dettaglio insignificante. Lo guardò supplichevole nella speranza che desistesse per concentrarsi sul problema fondamentale: la mala fede del nuovo capo delle Nuvole Rosse. Il fatto che lo Yotsuki rappresentasse le salamandre non giustificava la loro follia nel volerlo affiancare in una guerra che non le riguardava. Temevano realmente così limitatamente la loro morte? Il Paese del Fuoco era una di quelle terre veramente poco propensa al dimenticare. Il vulcano avrebbe perso adepti, sarebbe stato perseguitato e per cosa? Un’utopia del loro eremita. Come poteva Ashi aver stretto un simile contratto con quelle creature? Che cosa vedeva in loro? Iris era buona, faceva bene il suo lavoro... ma quante erano come lei in quel covo? Avrebbe convertito la mora, non appena l’avrebbe incontrata. Chiaki era sicura che l’Uchiha non sapesse nulla di tutto quello e capiva anche il perché. Fissò con sguardo pieno di rimprovero il biondo, avrebbe voluto lanciarci uno schiaffo per quel suo comportamento beffardo come una madre quando impartisce una lezione al figlio. Purtroppo non erano soli e non poteva fare altro che rimanere in disparte, abbracciata dal suo trono di pietra semidistrutto.

- Va bene prendere le parti giuste in guerra ma una persona saggia sa quando un determinato evento va a suo vantaggio... o forse mi sbaglio nel descriverti con un simile aggettivo - rispose secca la kunoichi, sentendosi presa in giro per il suo intervento - C’è stato un momento morto nel dopo battaglia, avresti potuto risparmiare le forze per quel dopo se credevi realmente nella tua minaccia mondiale.

Non c’era altro da aggiungere. I suoi pensieri erano chiari e secondo la diciassettenne nemmeno la cara Pantera la raccontava come effettivamente doveva essere. Fece cadere lì l’argomento; non c’era bisogno di continuare su una strada già tracciata da parole di scherno solo perché Hyou non sapeva cosa rispondere. Il verdetto era stato lanciato dal loro avversario. Fatti, ecco cosa ripeté per l’ennesima volta. La nukenin era delusa, lasciò la parola al suo amato che se ne intendeva più di lei con le menzogne. Hikarikage quella era l’informazione che avevano da barattare per il loro ritorno in Akatsuki. Solo il castano conosceva tanto bene Akane da poter sperare d’essere ascoltato con più attenzione dal traditore di Kumo. In quei tre minuti dovevano essere più convincenti possibili, altrimenti ne andava della loro vita. Quei sette uomini non si erano schiodati dalle loro posizioni e Chiaki poteva vederli esattamente immobili come statue. Il loro leader li aveva resi proprio dei perfetti burattini. La voce del sensei s’interruppe e la fanciulla capì che adesso era il suo turno, anche se non aveva molto da dire.

- Se vuoi sapere altro basta chiedere... - disse lei spostando i suoi due specchi cristallini verso il ragazzo senza un braccio, disattivando la sua innata.

 
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view post Posted on 4/7/2016, 12:01     +1   -1
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Seguitemi.

Disse con una voce così calma da sembrare innaturale. Si alzò passeggiando per corridoi così tetri da sembrare innaturali. La polvere e ragnatele venivano sollevate come se non avessero visto null’altro da sempre.
Le ombre – semmai i due Hyuga avessero attivato la loro kekkai – avrebbero notato come le stesse, che poc’anzi si mostravano minacciose e silenti, fossero scomparse. Un trucco? Realtà e menzogna non erano più distinguibili? O, forse, era che quella fiducia ora veniva mostrata e concessa ai due?
Che l’aka, per bocca del suo leader, avesse dato una possibilità? Doveva essere così…Ryu poteva attaccarli. Ryu poteva ucciderli eppure…eppure poteva sfruttare questo a suo vantaggio. Tra le parole e i fatti vi era un abisso di differenza e sapeva che, per quanto un uomo dicesse, solo in battaglia, solo quando un uomo era messo di fronte alle sue responsabilità si sarebbe mostrato per quello che era in realtà.
Fuyuki era un traditore? Probabile…ma era anche una pedina che al momento poteva venire mossa con attenzione e mai lasciandoli il fianco scoperto. Non finchè alcune ombre sui due non fossero state scacciate. Ryu aveva un dubbio ma lo Hyuga gli aveva dato una notizia importante…e forse poteva riuscire a cogliere un opportunità e a togliersi uno scomodo alleato.

Entrarono in un androne: polvere, libri, accozzaglia di roba, confusione, ragnatele e un muro ammuffito con la cartina delle terre degli shinobi. Sbiadita ma ancora poteva servire al suo scopo: mostrare, pianificare.

Do ut des, Hyuga.

Indicò la mappa.

Stiamo approntando la conquista di Kumo. Le nostre spie ci hanno detto che il villaggio attraversa una crisi politica senza eguali.
Giichi, che si è fatto passare per morto solo per ucciderci tutti, era vivo, vegeto e in perfetta forma. Una forma pronta a saltarci addosso. Shiroko non amava particolarmente i suoi metodi ed ecco qui che è scoppiata una guerra civile.
Meglio per noi che così facendo siamo riusciti a far intrufolare le nostre spie e ad avere una base efficiente per distruggere Kumo e il suo nuovo kage di zecca.
Mentre mezzo mondo mi è addosso, l’aka ha posato i suoi occhi sulla nuvola.
E finchè daranno la caccia a me l’aka è libera di portare avanti i nostri piani.


Non aveva mai pronunciata una parola al singolare. Ma noi. E con essa intendeva anche i due Hyuga. In un colpo solo aveva rivelato i piani segreti dell’aka e risposto a Chiaki. Guardò entrambi negli occhi.

A fronte di queste informazioni e messe a confronto con le tue, ora possiamo organizzarci in maniera diversa. E portare un doppio colpo al mondo degli shinobi.
Da una parte andrete a Kumo e metterete le basi per una nuova rivolta, così facendo le nuvole rosse si nasconderanno tra di essa e potremmo sgozzarli tutti.
Dall’altra rapiremo il figlio dell’Hogake. Faremo trapelare a Konoha, grazie a qualche bocca comprabile, che l’aka si stà preparando per attaccare Kumo. E perché no…anche qualcosa di più appetibile. Akane non si farà mai sfuggire una tale occasione ma in ogni caso, io e te Fuyuki, andremo a Konoha a rapire il bambino.
Grazie a te e alle tue informazioni, rapirlo sarà meno complicato. A quel punto avremmo la gola di Akane, Kumo su un piatto d’argento…Suna da sola non è un problema e Kiri e Iwa possono essere comprate.


Seguì un momento di silenzio. Una stasi irreale che sembrava la realtà essersi contratta tutt’a un tratto.

Come vedete sono un uomo di parola. Avete domande o suggerimenti?

Li stava trattando come membri dell’Akatsuki. Anche se in cuor suo Hyou rimaneva un predatore e ancora i dubbi rodevano la sua anima. Ma lo shinobi è anche inganno.
Mezze verità fatte passare per bugie, menzogne per verità. Si muoveva su un terreno complicato ma l’unico percorribile e l’unico che gli avrebbe mostrato la vera faccia dei due.
Mentre lui avrebbe tessuto le sue tele lontano da occhi indiscreti. Fino a quando non avrebbe avuto prove convincenti o sulla colpevolezza o sull’innocenza.
E quale prova era la migliore di rapire una creatura innocente, portare nel caos una nazione e uccidere il proprio kage?

 
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