Missione 47 D "La preziosa arte", Per Indovino Titubante

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view post Posted on 17/3/2016, 12:34     +1   -1
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// Bene, post di presentazione. Hai carta bianca partendo da come passi la notte fino a quando arrivi al punto designato la mattina. Unica specifica per questo post: ricevi una chiamata per una missione e devi recarti alle porte del villaggio.

Alcune regole anche se credo tu le sappia già:
1. Non modificare i tuoi post senza previo consenso (mi scrivi per mp in caso dicendomi le modifiche, a volte una semplice modifica può cambiare la missione, non si sa mai XD)
2. Non essere autoconclusivo.
3. Divertiti! (spero di riuscirci almeno xD)

In bocca al lupo, via!//
 
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Indovino Titubante
view post Posted on 24/3/2016, 21:59     +1   -1




Infelice.


Dimentico della conversazione che stava intrattenendo, si voltò col suo mezzo sorriso verso le luci. Gli era parso di sentire qualcuno avvicinarsi, ma era tardi per vederla in viso: la figura premette contro le sue spalle - capelli morbidi e folti, un profumo di ragazza. Lo morse sul collo, per gioco, poi fece guizzare la lingua sul suo orecchio... E allora le domande furono tante che Kūya si accorse di star sognando; si svegliò. Decise di non aprire gli occhi immediatamente. Piuttosto, si crogiolò per qualche istante nel tentativo di ricostruire quel che era successo - invano, di capire chi gli ricordasse così tanto quella sanguisuga. Ci rinunciò. Si sedette sul bordo del letto, arrendendosi alla realtà di quell'ennesimo giorno dopo. Le lenzuola erano stropicciate e umide di sudore; un odore sgradevole era fermo nell'aria, nella penombra della stanza. Un fastidioso prurito. Fece per grattarsi dietro l'orecchio, ma smise tutto d'un tratto. Si chinò in avanti, per entrare nel timido fascio di luce che filtrava dalla finestra, e scrutò le proprie dita con fare contrariato. Era sporcizia quella sotto le unghie? No, erano - ... grumi di sangue. Merda.

Il rubinetto protestò con un sonoro stridio, come di ruggine, e l'acqua spense il suo flusso in un gocciolare sempre più lento. Kūya uscì bruscamente dalla doccia; afferrò un asciugamano e vi si avvolse. Strofinandosi i capelli, si mise di fronte allo specchio: passò la mano sulla sua superficie fredda, liberandone un tratto dalla condensa. Dall'altra parte lo attendeva un volto inespressivo, il suo, occhi puntati su di lui. Piegò la testa quanto bastava per mostrare i graffi che aveva sul collo. E poi tornò a guardarlo, e ancora... Dopo qualche momento, il ragazzo riprese ad asciugarsi; posò il telo, prese una boccetta di medicinali dall'armadietto e ingoiò un paio di pillole. Attraversò il bagno a grandi passi e andò a prendere dei vestiti dal guardaroba: una tuta scura, non troppo ampia, comoda e leggera. Scelse una maglia dal colletto alto, tirandolo su abbastanza per nascondere la ferita. Si guardò attorno. La sua sacca era abbandonata sul pavimento accanto al letto; la afferrò per la cinghia e si voltò per andarsene. Si fermò sulla soglia della cucina, un sospiro - che disastro... Tornato a casa quella sera, si ripromise, avrebbe lavato i piatti e fatto un po' d'ordine. E forse avrebbe potuto invitare qualcuno, prima o poi... Dopo due settimane che l'aveva affittato, l'appartamento non era ancora stato inaugurato come si doveva. E così i pensieri continuarono a scorrere nella sua testa, mentre beveva qualche sorso da una bottiglia di vetro. Una rapida occhiata alla finestra, alle strade che s'intrecciavano al di sotto - ai primi segni di attività nel quartiere. Da diversi giorni aveva preso l'abitudine di alzarsi presto, o almeno prima del solito; in un modo o nell'altro, non importava. Le chiavi di casa tintinnarono fra le sue dita, ma proprio in quel momento una busta sbucò dallo spiraglio della porta d'ingresso, scivolando ai suoi pedi. Carta bianca.

Espira. Inspira. Espira... In armonia con il suo fiato, Kūya sollevò il capo e si alzò, lentamente, liberandosi dalla sua posizione di riscaldamento. Si concesse un piccolo momento di contemplazione: una brezza insolita gli accarezzava la pelle, e aveva un sapore distante... - veniva forse dall'altopiano, da un paese straniero? Aveva soffiato sulle dune del deserto, per arrivare fino a lui; sul tetto del condominio, dove si ritirava ad ogni risveglio in preparazione alla sessione di allenamenti. Socchiuse gli occhi al bagliore del sole. Si assicurò di avere quelle sensazioni con sé, e con una piccola rincorsa scattò in avanti, gettandosi oltre l'edificio per atterrare su una terrazza sottostante. Girò sui sandali, balzò in aria e si aggrappò a un balcone poco lontano; e ancora, si lasciò cadere in una strettoia fra due palazzine, saltando da una parete all'altra fino a che non poté scendere a terra, nell'ombra di un vicoletto. Da lì continuò a correre, scegliendo il suo percorso in un intricato labirinto di cunicoli e muretti. Rallentò il passo una volta raggiunta la strada principale, e si inserì con disinvoltura nel flusso della folla che assaltava il mercato mattutino. Decise di rileggere la lettera, quasi volesse un accompagnamento per i suoi pensieri. La tirò fuori dalla tasca, un po' spiegazzata, e la aprì davanti a sé:


Kamimura Kūya, ti è stata assegnata una missione di grado D. [...] Il punto d'incontro è davanti alle porte del Villaggio, alle ore...


In fondo al testo, un timbro ne attestava la provenienza dagli uffici dell'ottavo Kazekage. Il ragazzo alzò lo sguardo, passandosi una mano sopra le labbra; il denaro gli sarebbe tornato utile di lì a poco, per pagare le spese dell'appartamento, e non poté che sorridere al suo desiderio di rendersi indipendente dal sostegno dei genitori, degli altri. Eppure le premesse della missione erano alquanto misteriose, per essere la sua prima... Ma presto un'ombra cadde sulla sua testa, interrompendo il corso dei pensieri; le case si ritirarono dietro di lui, si fece meno la folla. Davanti ai suoi occhi si stagliava, immenso e profondo, lo squarcio nella roccia che costituiva l'unico ingresso al Villaggio della Sabbia.




Chiedo scusa per la partenza in ritardo. Sono in periodo preappelli, e ho dovuto aspettare un po' per cavarmi qualche spunto dalla testa - spunto si fa per dire... Comunque spero tu non abbia perso le idee, nel frattempo, perché mo si comincia sul serio :yoballo:
 
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view post Posted on 31/3/2016, 17:46     +1   -1
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//
Narrato
Parlato Aki
Parlato Eichi
//

Il solito caldo afoso percuoteva il villaggio della sabbia, racchiuso dalle grandi mura di roccia che permettevano un solo ingresso. La folla all'interno procedeva per la sua solita routine, lo stesso non si poteva dire per Kamimura Kūya, chiamato per la sua prima missione. Poteva dimostrare di essere un degno shinobi di Suna oppure poteva fallire miseramente il compito a lui assegnatogli, in entrambi i casi comunque, non sarebbe stato solo. Alle porte del villaggio era presente un altro ninja, un chunin, incaricato di seguire il giovane nella sua prima missione. Era alto circa un metro e sessanta centimetri, capelli biondi e corti appoggiati sul capo come un soffice manto di paglia. Gli occhi erano color nocciola e sulla fronte portava con orgoglio il simbolo della sua appartenenza all'esercito di Suna. Al suo fianco vi era un ragazzo, non poteva avere più di quattordici anni. Portava un carro coperto da un lenzuolo, legato tramite delle funi per tenere fermo il contenuto durante il tragitto percorso. Il genin chiamato per la missione era giunto sul luogo di incontro e Aki si avvicinò a lui.

Devi essere Kamimura Kūya. Io sono Aki, il tuo caposquadra, sono stato chiamato all'ultimo minuto per assisterti. La missione consiste nell'accompagnare questo ragazzo in un villaggio vicino. Dobbiamo proteggere lui e la sua merce. Se ci sono domande chiedi pure.

Il suo portamento e il suo modo di fare, dimostrava la serietà del chunin. Prendeva a cuore tutti gli incarichi e fino ad ora non ne aveva fallito nemmeno uno: era l'esempio lampante del soldato “perfetto”.

Salve, sono Eichi, piacere di conoscerti. Non ti preoccupare, il villaggio dove dobbiamo andare non è molto lontano, sono solo tre ore di viaggio.

Sembrava molto amichevole: aveva i capelli neri, lunghi e raccolti in una coda. Indossava degli abiti molto leggeri, fatti di seta, tessuto molto prezioso: probabilmente si trattava di un ragazzo che viveva in una famiglia ricca. Porse la mano al genin e gli sorrise, sperando di essere ricambiato. Il chunin a loro fianco, invece, sembrava essere una macchina fatta solo per raggiungere lo scopo prefissato, senza tenere conto delle cortesie comuni fra gli uomini. Oltre al coprifronte, indossava un giubetto arancione, tipico dei chunin e pantaloni rosso fuoco. Calzava dei sandali e aveva diversi oggetti ninja con sé, utili in molti casi.

//Bene, scusami per il ritardo, ma fra pasqua, malattia e università ho tardato più del previsto. Semplice post di transizione, descrivi le sensazioni che ti provocano questi due individui, cosa pensi di loro, insomma le solite cose. Emozioni per la prima missione o altro, vedi tu.//
 
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Indovino Titubante
view post Posted on 7/4/2016, 23:13     +1   -1




Stomaco.


Sentì come una vertigine, un breve salto indietro nel tempo. Nonostante l'orgoglio gli impedisse di ammetterlo, bastavano un piccolo dettaglio e un pensiero storto per aprire la ferita - la sua più profonda. E quella volta furono una giubba d'ordinanza, una chiamata improvvisa. Si morse la lingua. Alzò lo sguardo sul volto dello shinobi che gli stava di fronte, mostrando di ascoltare con attenzione quel che aveva da dire. Fece un cenno d'assenso. Aki. Possibile che l'avesse visto, anche di sfuggita, nei giorni dell'Accademia? No, non era il tipo di persona che avrebbe catturato la sua attenzione: piuttosto diretto, semplice anche nel nome - e poteva pure darsi che fosse un ingenuo. Tuttavia la posizione che occupava era sufficiente a gettare un'ombra su di lui, il peso dell'autorità. E forse li legava una conoscenza comune... - ma interruppe quella seconda domanda, zittendosi fra sé e sé. Si massaggiò il collo con la destra, nel tentativo di scacciare i pensieri. Socchiuse gli occhi a una folata di vento, quindi abbozzò un'espressione fiduciosa per il ragazzo a fianco del Chunin.

Sono io. - rispose con ordine, drizzando il mento; era determinato a lasciare una buona impressione di sé al suo superiore.

Non era quello il suo desiderio più grande? Se lo sussurrava di continuo, e fingeva di non ascoltare lo stesso. Ma quel che più bruciava dentro di lui era il senso di non essere mai abbastanza. Per quanto si potesse commiserare, non avrebbe cambiato la sua condizione; forse il tempo gli avrebbe dato una possibilità di rivalsa. E si trovò talmente invischiato in quella promessa, che il nome del cliente gli sfuggì subito di mente - ... ichi? Come aveva detto? Non ti preoccupare, sono solo tre ore di viaggio. Malgrado fosse una sensazione a caldo, non poté che leggere una sottile ironia in quelle parole. Più che rassicurarlo, quel modo di fare lo infastidiva; gli anelli che aveva alle dita stridettero, graffiando tra loro. Non c'era bisogno, tuttavia, di lasciarsi coinvolgere in quella storia più del dovuto. Tentò di non dare nell'occhio, mentre gettava occhiate distratte al suo interlocutore: un viso sorridente, capelli in ordine, vestiti dal sapore delicato. Gli tendeva la mano. Kūya cercò un segno d'approvazione nello sguardo del capogruppo, ma se ne pentì subito dopo. Senza esitare ulteriormente, decise di assecondare il ragazzo - una stretta sicura, e nulla di più. Era ormai assodato che non avrebbe mai avuto a che fare con lui, se non fosse stato per la missione che l'attendeva. Guardò lontano, oltre la breccia nella montagna.

Tre ore, ma presto avremo il sole a mezzogiorno. Dovremmo partire immediatamente.

Non c'era traccia di lamentela nelle sue parole. Lasciato detto il suo suggerimento, si voltò verso Aki, cui - immaginò - spettava l'ultima decisione sul da farsi. Se non altro avrebbe dovuto imparare a sostenere quello sguardo così fiero, e sarebbe stato meglio farsene un'abitudine al più presto. Avrebbe avuto il tempo, una volta intrapreso il viaggio, per chiedere quali ostacoli fossero da prevedersi. E forse avrebbe scoperto anche cosa si nascondeva, di tanto curioso, sotto il lenzuolo e tutto quel cordame.




Non vado molto fiero di questo post, ma preferisco l'idea di andare avanti. In sostanza il pg si sente sotto pressione - per quanto riguarda Aki - perché è rimasto un sacco scottato all'esame, a causa di un sensei chunin. Il cliente invece gli sta sul culo a pelle. E' la vita. A scanso di equivoci, il grassetto è parlato.

 
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view post Posted on 11/4/2016, 12:11     +1   -1
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Si, è ora di partire. Posizionati davanti al carro, io dietro. Dobbiamo proteggere a tutti i costi il carro, c'è merce molto preziosa e dobbiamo evitare che venga intaccata o perderà di valore.

Fu così che il genin andò avanti e il chunin dietro, iniziando a camminare verso il villaggio. Il caposquadra aveva già dato le direttive riguardo al tragitto da percorrere e le strade possibili erano due: o tagliare dal deserto, in tal caso ci avrebbero messo un po' meno, oppure usare una strada più lunga, passando da una caverna, ma con il rischio molto alto di incorrere nei banditi. Con la prima scelta, avrebbero accorciato i tempi e, forse, anche i rischi di incontrare qualcuno, ma il Sole avrebbe reso il loro tragitto assai duro da reggere. Con la seconda strada, invece, sarebbero stati al sicuro dal torrido caldo del deserto, però avrebbero potuto incontrare gente non raccomandabile.

Oggi il Sole batte più del solito su queste terre, ogni volta affrontare il viaggio è una tortura, ecco perché chiedo aiuto a voi shinobi.

Eichi cercò di intromettersi un po' nella conversazione riguardo il tragitto da usare, ma non fu preso in considerazione. Sì, era il cliente, ma era compito dei ninja fare certe scelte.

Sarai tu a scegliere il tragitto giovane shinobi di Suna. La missione è tua, quindi anche la responsabilità. Io sono qui solo per vedere come te la cavi e aiutarti in caso di difficoltà.

Il chunin si asciugò la fronte e attese, così, la scelta del suo compagno. Che strada avrebbe preso?

//Praticamente hai due opzioni: se vai dritto, ti ritroverai a vagare nel deserto per poco più di due ore, se no vai verso Nord-Ovest e ci sarà un breve tratto di deserto e poi un lungo cammino all'interno di una caverna. Posta quindi il tuo ragionamento e scegli verso che direzione andare, terminando il post proprio quando partite. La missione, si può dire, è ufficialmente iniziata!//
 
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view post Posted on 20/2/2018, 16:41     +1   -1
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Heyheyhey.

Trama e Impostazione: X
Sono due post. Alla fine posso immaginare come andranno le cose, essendo comunque una semplice D, ma non voglio basare il voto su supposizioni.

Scrittura: 10

Ambientazione e Caratterizzazione NPC: 7
Ambientazione descritta brevemente, ma non del tutto tralasciata. Inquadrata meglio quando si tratta di scegliere quale strada percorrere. NPC carini, ma ancora tutti da scoprire.

Media: X

Paga: 65 Ryo in base a quanto hai fatto ed al voto che avresti preso sin ora.

See yà.
 
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