Missione 88D - Il premio in palio, Per Masaaki, SeaHawke e Saigi

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Makoto
view post Posted on 1/2/2016, 17:59     +1   -1




Nella zona ad ovest del villaggio vi erano delle abitazioni molto più grandi delle solite. Alcune famiglie di Konoha raggiunsero un grandissimo successo in qualche attività e riuscirono a costruirsi delle ville bellissime. Si formò un vero e proprio quartiere in cui vi erano solo uomini e donne arricchiti dal loro fruttuoso lavoro e sperperavano il loro denaro con i vizi più assurdi. Le giornate festive venivano trascorse alla ricerca di qualche nuovo svago o metodo per appagare il loro bisogno di spendere ryo; non sapevano neanche cosa fosse l'altruismo e la beneficenza.
Durante i giorni festivi, le famiglie si incontravano per le grandi vie che circondavano le loro abitazioni per passeggiare all'aria aperta. Di solito gli uomini conversavano a lungo raccontando la situazione delle loro attività lavorative o di come sperperavano i loro soldi; tuttavia negli ultimi giorni Konoha era tempestata da una strana campagna pubblicitaria e le operazioni di volantinaggio giunsero anche nel ricco quartiere. Due ricchi abitanti dagli abiti di colori sgargianti si fermarono davanti ad un manifesto pubblicitario appeso al muro di recinzione di una villa.


???: "Sono proprio curioso di sapere cosa ci sia in quella scatola. Ci saranno soldi? Gioielli? Una settimana alle terme?"

L'uomo incuriosito si portò la mano sulla testa accarezzando i suoi lunghi capelli castani. Le pubblicità erano dappertutto e la curiosità degli abitanti di Konoha era alle stelle. Forse questa poteva essere un'occasione per un nuovo svago per i due ricchi uomini.

???: "Io lo so quello che c'è dentro! Un viaggio per Suna di quindici giorni. Oppure un viaggio per Kumo. Mi ci gioco 10000 ryo!"

Ascoltando quelle parole, l'uomo dai capelli lunghi sbarrò gli occhi e sentì odore di scommessa. Non poteva lasciarsi sfuggire quell'occasione.

???: "10000 ryo? Ci sto! Dobbiamo ottenere quella scatola e scoprire che cosa contiene. Ma in che modo possiamo partecipare? Non siamo mica degli shinobi, Azumamaro!"

A quel punto il ricco uomo di nome Azumamaro sorrise mantenendo la sua eleganza: doveva essere sicuramente un'idea geniale. Stava per iniziare un nuovo grosso divertimento per i due ricchi uomini.

Azumamaro: "Oh oh oh, possiamo sempre ingaggiare un gruppo di shinobi per noi? Che ne dici, Bunrakuken?"

Bunrakuken: "Ma così non vale! Tu conosci tantissimi shinobi perché sei nel commercio delle armi ninja, mentre io nessuno. Come pensi che riesca a tenerti testa?"

Azumamaro: "Puoi sempre richiederli alle autorità di Konoha. Magari se offri una ricompensa in denaro, gli shinobi ti aiuteranno volentieri."

Bunrakuken si aggiustò nuovamente i capelli e assunse un'espressione pensierosa. Sarebbe stata una scommessa equa, oppure si stava facendo condizionare dalla sua tipica avversione al rischio?

Bunrakuken: "Figurati se mi assegneranno dei buoni shinobi, ma accetto la scommessa. Vincerò io sicuramente! Corro subito a mettere l'annuncio."

Corse via senza aspettare la risposta dell'amico. Purtroppo le scommesse erano il suo brutto vizio e non sapeva resistere. I soldi non gli mancavano e avrebbe potuto pagare profumatamente gli shinobi per ottenere la scatola. Chissà cosa avrebbe pensato sua moglie, se fosse venuta a conoscenza di tutta quella storia.


GdROff//
Benvenuti in questa missione D! Essendo il master, il mio scopo è quello di farvi divertire e sviluppare la crescita dei vostri personaggi, soprattutto adesso che siete ancora dei Genin e c'è molto da lavorare. Le regole le sapete, non siete degli studenti. Voglio solo aggiungere che, nel caso non riuscite a postare entro 4 giorni dall'ultimo messaggio, avvisatemi con un mp. Visto che siete in tre, potete organizzarvi come volete sull'ordine dei post, in modo da favorire la narrazione; quindi mettetevi d'accordo tramite mp di volta in volta (a meno che non ci sia una mia particolare richiesta sull'ordine). Nel primo post create un bel collegamento a questa missione e raccontate di una lettera che avvisa i vostri pg dell'inizio di una missione. Recatevi alle porte del villaggio e aspettate il mio prossimo post. Buon divertimento Saigi, Masaaki e SeaHawke che non riesco a taggare.


Edited by Makoto - 8/2/2016, 22:51
 
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view post Posted on 3/2/2016, 11:32     +1   -1
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Narrato
Pensato
Parlato
Parlato Padre
Parlato Madre


Saigi si destò all'alba, com'era suo solito, per lavorare un po' nei campi dietro casa insieme al padre e poi potersi allenare con molta calma e tranquillità. Era diventato genin da pochi giorni, ma ancora nessuno l'aveva chiamato per svolgere qualche missione, perciò preferiva allenarsi per trovarsi sempre pronto per una chiamata. Doveva soprattutto migliorare nell'arti marziali e nel controllo delle armi e, lavorare i campi, era un buon modo per addestrare il fisico.

Figliolo, hai visto la pubblicità che c'è dappertutto nel villaggio?

No, di cosa si tratta? Ahi!

In quel momento la zappa gli finì sui piedi, la solita routine. Aveva girovagato poco per il villaggio in quei giorni e, quel poco, aveva avuto la testa fra le nuvole, immaginando come sarebbe stata la sua prima missione. Magari avrebbe lottato con banditi, ladri o assassini professionisti, dimostrando tutto il suo valore.

Si trattava di un concorso a cui devono partecipare degli shinobi, perché non ti iscrivi? Visto che non hai nulla da fare..

Non se ne parla! Se mi dovessero chiamare per una missione voglio trovarmi libero e disponibile piuttosto che fare quelle idiozie.

Se ti dovessero chiamare…

Cos'hai detto?

Niente niente, continua a lavorare.

Il padre era preoccupato, sapendo che il figlio non era bravo in nulla, aveva timore che l'avrebbero chiamato solo in casi di pura emergenza, preferendogli sempre e comunque chiunque altro. Purtroppo, le teste di rapa, non erano spesso accettate e comprese da tutti.
Continuarono a lavorare nel campo, fra il fischiettio di alcuni uccellini e il rumore di qualche scorreggia da parte di Saigi, che puntualmente rideva ogni volta.


Dovresti smetterla di ridere ogni volta! Non sei più un bambino!

Ma perché!? Sono tanto divertenti le puzzette, divertimento assicurato per ogni età!

Il padre scosse la testa, pensando che per il figlio non c'erano speranze. Il lavoro nei campi era ormai finito e i due maschi di casa rincasarono per lavarsi. Saigi entrò per ultimo in bagno, lavandosi molto accuratamente e rischiando, due o tre volte, di cadere e spaccarsi la testa. Fortunatamente non cadde nemmeno una volta, evento assai raro, ed uscì dal bagno integro. Andò diritto nella sua stanza per vestirsi: pantaloni rossi e t-shirt blu, perfetti per il clima Konohaniano. Calzò i sandali e sistemò la sacca ninja sulla cintola, dalla parte destra, comoda per prendere gli shuriken e i kunai. In quel preciso istante, un uccello picchiò contro la finestra.

Uhm.

Andò ad aprire e il volatile porse la zampa a cui era legato un messaggio.

CITAZIONE
Saigi Tanaka,
è tenuto a trovarsi alle porte del villaggio alle ore 10.00.
E' stato interpellato per svolgere una missione di livello D, i dettagli le saranno indicati quando doveroso.
Tanti saluti,
Centro di Smistamento.

Evviva! Finalmente la mia prima missione! Che bello, lotterò chissà contro che nemici! Dimostrerò a tutti il mio valore e mi rispetteranno finalmente!

Uscì dalla stanza euforico ed entusiasta, urlando in cucina che finalmente lo avevano chiamato per una missione, mostrando il biglietto ai suoi genitori. Il padre, che era seduto a far colazione, cadde dalla sedia per lo stupore e, la madre, guardò il figlio con aria preoccupata.

Che c'è? Non avete fiducia in me per caso!?

Non è questo figliolo, è solo…

E' solo cosa!?

Il padre si rialzò e si mise a sedere, massaggiandosi un po' i glutei prima di continuare a parlare.

E' che siamo preoccupati e in ansia per te. Sai, la tua prima missione, e non vorremmo che ti facessi male ecco. Promettici almeno di essere prudente e attento. Non abbassare mai la guardia.

Stai tranquillo, ho tutto sotto controllo. Vedrai che figurone farò in missione!

I suoi genitori si guardarono preoccupati, ma non dissero nulla. Saigi, sedette a tavola e iniziò a ingurgitare tutto ciò che era a disposizione: aveva bisogno di energia. Finendo la colazione, si alzò e salutò i suoi, dicendo loro che sarebbe tornato vittorioso.

Buona fortuna!

Fece in tempo a urlare sua madre, prima che l'uscio della porta si chiudesse completamente. Il genin era pronto a tutto per compiere il suo dovere e si diresse alle porte del villaggio, non molto lontane da casa sua. Iniziò a fantasticare su cosa avrebbe potuto fare in questa sua prima missione.

Magari dovrò catturare un ninja ricercato! Wow, che figata sarebbe! Oppure devo mandare a monte piani criminali contro il villaggio! Qualsiasi cosa sarà, sicuramente sarà fantastico!

Le sue idee e fantasie, sicuramente, non erano giuste. Si aspettava cose troppo difficili per un semplice genin, anche lui avrebbe dovuto saperlo, ma sperava lo stesso che diventassero realtà. Continuando così a fantasticare su fortissimi nemici che avrebbe sconfitto molto facilmente, giunse infine alle porte del villaggio, dove, forse, avrebbe saputo per quale motivo era stato chiamato. Sprizzando gioia da tutti i pori, iniziò a guardarsi intorno.
 
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view post Posted on 3/2/2016, 16:58     +1   -1
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La lunga treccia color cobalto si posava sul pavimento formando un serpente di capelli lucidi e lisci. Quando Masaaki era stato trovato, addormentato nella sua stanza dopo l’assenza la ragazza era stata chiamata dai genitori per assisterlo durante il sonno. E così per 3 giorni, Naori, la ragazza della casata cadetta che gli era stata assegnata era rimasta al suo capezzale, apprensiva. Gli aveva tenuto la fronte bagnata, asciugato il sudore durante la notte, per 3 interi giorni. Quando si svegliò, il fisico dolorante per il lungo sonno ci mise qualche minuto per mettere a fuoco la stanza. Ma d’altronde la somma di emozioni ed esperienze provate nell’eremo lo avevano sopraffatto al punto di farlo crollare l’istante stesso in cui era aveva fatto ritorno a Konoha tramite il Richiamo inverso. La stanza era come l’aveva lasciata, tranne che per Passo Violento, gli stivali che gli erano stati regalati dai cani e che Naori aveva spostato in un angolo della stanza. Alla vista di quella reliquia la sua coscienza tornò in lui con la violenza di un pugno sullo stomaco. Il sangue, la caccia, Fenrir, Kuro, Pakkun, il saggio… e il Rotolo. Il giuramento che aveva fatto. Tutto.
Dopo i primi momenti riuscì a mettere a fuoco le figure attorno a lui: Naori, Hakito, suo padre e Mirina, sua madre. Vedendo l’asciugamano tra le mani della giovane Hyuga capì ciò che aveva fatto, e bisbiglio un sentito ringraziamento. Dopo tutto quel tempo la loro affinità in combattimento era cresciuta, certo, ma ancora la ragazza non si fidava di lui. Masaaki non osava immaginare quali difficoltà avesse affrontato nella sua infanzia, e non osava immaginare nemmeno tutte le difficoltà della casata cadetta.
Mirina: “Si è svegliato!”
Hakito:”Masaaki, figlio mio, come ti senti? Che è successo?”
Di tutta risposta il giovane Genin fece un cenno col capo. Non amava esageratamente parlare, e col padre riusciva a comunicare senza bisogno di parlare. Stava bene. Per quanto riguarda la seconda domanda, beh, la faccenda era più complicata. Si guardò attorno, cercando di scrollarsi di dosso il ricordo dell’ esplosione che aveva avuto il suo animo nel Naos, il fiume di emozioni che nella violenza erano uscite al di fuori rimanevano indelebili e dolorose, nella mente del giovane.
Masaaki:”Padre, ti ricordi quando mi parlasti dell’importanza e del valore del rapporto con gli animali ninja? Beh mi è successo proprio questo. Non so come mi sono fatto carico della protezione e del destino di un Sutra, di un rotolo. Quello dei Cani. Grande è il rispetto che ho per loro.”
Hakito:”Mmhh…Figliolo… E cosa vuoi condividere con loro?”
Lo sguardo e il tono del ninja erano cupi, in attesa della risposta. Sapeva che un giorno sarebbe potuto succedere, ma non era sicuro che il ragazzo avesse capito appieno l’importanza del gesto che aveva compiuto. Aspettò per qualche minuto una risposta, con lo sguardo che si posava sugli stivali ricoperti di pelo canino.
Masaaki:”Tutto. L’onore, le gioie, persino la vita, se necessario… Fenrir è stato per me come una guida. Non tradirò la sua fiducia.”
Il volto di Hakito si dipinse di un luminoso sorriso, udendo quelle parole. Sì, suo figlio era grande, suo figlio aveva capito veramente cosa comportasse farsi portatori di un patto così importante. Gli sorrise, comunicandogli con lo sguardo tutto l’orgoglio che stava provando.
Lo sguardo di Masaaki invece era malinconico…
Masaaki:”E voi invece? E’ tanto che non tornate a casa…”
Mirina, sua madre, assunse un’espressione seria, e congedò Naori, ringraziandola.
Mirina:”Siamo stati in missione, lo sai.”
Gettò rapida un occhiata verso Hakito.
Masaaki:”Ma dove eravate, mentre io soffrivo?”
Questa volta fu la voce grave di suo padre, a rispondergli.
Hakito:”Sei un genin, ormai. Dovresti conoscere il ruolo di un ninja. E’ compito di ogni shinobi rispondere alla chiamata del proprio villaggio in ogni istante. E poi tu sei grande, sai badare a te stesso. All’eremo te la sei cavata, e non hai idea di quanto noi siamo orgogliosi dei tuoi risultati. Ma siamo Shinobi. Dobbiamo portare dentro di noi il peso del nostro ruolo.”
Lasciò a Masaaki il tempo di comprendere tutto ciò che aveva detto e l’osservò mentre si fissava le mani. Era triste, ma sapeva di dover tenere tutto dentro. Non poteva liberarsi delle sue emozioni, lo sapeva, così le ricacciò dentro di sé, ad alimentare il fiume in piena del suo cuore.
Dopodiché, il padre continuò.
Hakito:”A proposito, figlio. Abbiamo una lettera per te. E’ con grande gioia nostra e tua che ti consegniamo la tua prima convocazione ad una missione. Ci è stata consegnata dal centro di Smistamento per te. Eccola”
Il giovane Hyuga alzò lo sguardo, ormai libero da ogni malinconia e invaso soltanto da una grande gioia. Finalmente! Non aspettava altro.
Hakito:”Preparati, e rendici fieri!”
Passò l’intera giornata ad allenarsi per riprendere coscienza del proprio corpo e delle proprie facoltà, e l’indomani, indossata la nuova divisa regalata dai genitori, si avviò verso le porte del villaggio, carico di una grande speranza. Speranza.
 
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view post Posted on 4/2/2016, 23:16     +1   -1
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// Continua da qui //

Narrato
(Pensato)
Parlato Yuki
Parlato Ayako (madre)
Parlato Eichiru (padre)
Parlato Eichi (fratello)


Ryu si era alzato di buon'ora e soprattutto di buon umore. Da qualche giorno, da quando la sua metà aveva gridato nel sonno, come faceva lui qualche volta, lo lasciavano dormire con lei. Senza sgridarlo. Era strano. L'umana grande si lamentava sempre della sua presenza in casa. E ora niente. Tutto tranquillo. Beh, meglio così. Girovagò per casa per un pò, zampettando da una stanza all'altra, un piano dopo l'altro. Raggiunse la porta della cucina. Così la chiamava Yuki. No... Era porta-finestra o qualcosa del genere. Stupide abitudini umane di dare un nome complicato a tutto. Saltò per raggiungere la maniglia con le fauci. Vi si avvinghiò e con il suo peso riuscì ad azionare quello strano meccanismo che avrebbe liberato il passaggio. Una ventata di aria fresca invase la stanza. Il suo tartufo pizzicava. La brina si stava scongelando al sole appena sorto e l'erba aveva un profumo forte e vivo. Iniziò a correre felice per il giardino. Fece un giro, due giri, tre attorno alla casa. Poi andò verso il capanno caldo e comodo degli altri cani. Erano in tre. Tutti maschi e tutti più grandi. Non ricordava i loro nomi. L'unico che importava era Yuki. Gli altri erano superflui. Erano svegli quando era arrivato. L'umano grande e forte, il capofamiglia, era lì con loro.

"Ryu. Ti sei svegliato presto eh?"

Con arroganza l'umano gli passò la mano sul capo. A lui non piaceva essere toccato. Da nessuno, eccetto la sua metà. Cominciò a ringhiare sommessamente. I due compagni, enormi e addestrati da anni, lo guardarono storto.

"Scusa, scusa. Non ti piace essere toccato se non è Yuki vero?"

L'uomo sorrise.

"Avete ancora tanto da imparare, eppure siete già consapevoli di appartenervi in un modo speciale. La gioventù... Meglio così. Almeno so che la proteggerai."

L'umano tirò fuori dalla tasca una lettera. Aveva un odore di chiuso e inchiostro e sebo. Non era della persona che aveva di fronte. Era di qualcun altro. Ryu parve confuso.

"Da questa a Yuki. Su, corri a svegliarla!"

L'uomo pose la lettera davanti il cucciolo, che la fissava di traverso. Prendere quella cosa in bocca non sembrava riempirlo di gioia. Chissà di che sapeva quella robaccia. Però sembrava importante, ed era per la sua metà... La palla di pelo grigia si fece coraggio. Prese quella cosa tra i denti e corse nella loro tana. La soffitta. Così la chiamavano. Era una cosa orrenda. Sapeva di... qualcosa di cattivo. Il letto. Eccolo finalmente. Fece un balzo e, con la grazia di un sasso in uno stagno, si buttò sulla ragazza.

"Ahio!"

Yuki mugugnò arrabbiata. Qualcosa di peloso aveva appena interrotto il suo sonno. A volte odiava davvero il suo amico eterocromatico.

"Che c'è?"

Disse spazientita al cane, che non accennava a smettere di muoversi nel letto.

"Sono sveglia!"

Ryu intercettò la sua faccia e lasciò cadere qualcosa di umido e appiccicaticcio.

"Ma che?! Una lettera! Ma è tutta sbavata! Che schifo."

Ryu la fissava scodinzolando. Perchè ancora non la apriva e ne decifrava il codice? Lui non lo capiva, ma lei sì. Leggi. Leggi.

"Ok, la apro, la apro. Ma adesso sta fermo."

In tutta risposta il cane le si sedette sul petto, togliendole per un attimo il respiro.

"Cof... Non sono una sedia Ryu."

La giovane genin aprì la busta e ne trasse il contenuto. Spiegò il foglio e vi gettò un'occhiata. Si dovette strofinare gli occhi un paio di volte prima di mettere a fuoco. La luce che arrivava dalla finestra era ancora fioca e lei era ancora così assonnata.

"E' una missione."

Yuki era sbalordita. L'avevano convocata per una missione. Era felice, triste, aveva paura, era euforica? Non lo capiva neanche lei. La sua prima missione. Forse era proprio quello che ci voleva. Dopo la foresta, il periodo di bambagia più totale e l'incubo che l'aveva stravolta qualche giorno prima, forse l'avrebbe aiutata. Mettersi in moto l'aiutava sempre.

"Hai sentito Ryu. Andiamo in missione."

Scaraventò le coperte di lato, arrotolandoci il cucciolone grigio. Fece un risolino beffardo diretto alla bestiola, impegnato a fuggire da quella trappola maledetta, e si buttò giù per le scale.

Quando arrivò in cucina sua madre stava cominciando a preparare la colazione. Sbadigliava nella sua vestaglia viola, mentre con una spatolina cominciava a versare l'impasto per le frittelle in una padella.

"Yuki sei già in piedi?"
"Sì. Mi hanno convocato."

La madre quasi si strozzò con il suo stesso ossigeno. Tossì un paio di volte. Si girò verso la figlia. Poi verso la padella. Ora non era più assonnata.

"Stai attenta."
"Tutto qui?"

La dodicenne rimase un pò delusa dalla reazione della madre. Si aspettava le solite frecciatine dettate dall'orgoglio o un discorso infinito su come non doveva deludere le aspettative e non doveva fare niente di quello che di solito avrebbe fatto lei. Invece, niente.

"Sì. Perchè non ti vai a lavare, mentre preparo?"
"D'accordo."

Yuki si girò e si diresse al piano di sopra. Questo non era normale. Sua madre era strana. Da quando aveva fatto quel sogno era come se quella donna, che conosceva da una vita, non sembrava più lei. Era assorta nei suoi pensieri, scalino dopo scalino. E avrebbe continuato ad esserlo se suo fratello non l'avesse quasi scaraventata giù.

"Ehi! Ma che fai?"
"Yuki? Non è un pò troppo presto. E' l'alba."

Disse Eichi sbadigliando. I capelli sempre perfetti e in piega. La figura statuaria. Ma come diavolo faceva?

"Sembra che mi abbiano chiamato in missione. Ryu mi ha portato questa."

Mostrò la lettera al fratello.

"Si vede. E' tutta sbavata."

Rise di gusto, mentre poggiava una mano sulla spalla della sorella.

"Vedrai che andrai alla grande."

Poi la superò è sparì al piano di sotto.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

Aveva fatto un bagno lunghissimo, immersa nell'acqua calda e fumante. Aveva tempo prima dell'appuntamento che le era stato dato, come scritto sulla lettera. Perciò se la prese comoda. Si strofinò bene i lunghi capelli e li pettinò con cura. Stava diventando un compito difficile. Ormai le erano arrivati al sedere. Forse era giunto il momento di tagliarli. Ma separarsi dalla sua folta chioma dopo tutto quel tempo, le sembrava quasi un delitto. Poi uscì dalla vasca e si gettò addosso una secchiata di acqua fredda. Gelata come piaceva a lei. Prese l'asciugamano morbida e pulita che la stava aspettando e ci si avvolse completamente. Uscì dal bagno e si diresse in camera sua.

Per asciugare i capelli le ci sarebbe voluto troppo tempo. Così non aspettò. Li pettino e li sistemò in una lunga treccia nera, zuppa e pesante. Scelse poi dei vestiti comodi. Una maglia in cotone bianca e dei pantaloncini viola. Prima di infilarseli, coprì le gambe con un paio di morbide calze nere un pò trasparenti, ma non del tutto. Si infilò degli scarponcini e comicniò ad armeggiare con l'equipaggiamento. Prese i vari borselli contenenti i kunai e gli spiedi. Poi, con molta cura, srotolò Karasu no Tsubasa e Kuroi Hane dal tessuto che li copriva. Quel giorno, spada e fodero l'avrebbero accompagnata in battaglia. Era la prima volta che avrebbe avuto l'occasione di usare la katana. La cosa la rendeva quasi euforica. Provare un'arma nuova in battaglia, capire come usarla, come gestirla era una prerogativa dei guerrieri. Come lei.

Quando fu pronta, ritornò in cucina. Sua madre evitava il suo sguardo. Suo padre era già andato via da un pezzo. Suo fratello, sempre perfetto, stava spazzolando via le briciole dal suo piatto. Si sedette e cominciò a mangiare anche lei. Nessuno le avrebbe detto più nulla ormai. Ne era sicura. Si era seduta armata di tutto punto a tavola, ma nessuno la degnava d attenzione. C'era decisamente qualcosa che non andava. I suoi occhi verdi lampeggiarono.Non era quello il momento di indagare. Mangiò e salutò. Il fratello mugugnò una sorta di risposta, mentre spariva. La madre la fissò un attimo. Poi cercò di sorridere e la lasciò.

Ryu era fuori in giardino ad attenderla. Mordicchiava contento un osso. I rimasugli della sua colazione. Lo lasciò cadere a terra non appena percepì i passi della sua umana.

"Sei pronto?"

Il cane grigio abbaiò felice.

"Che ne dici di vedere chi arriva primo?"

La giovane lanciò un'occhiata di sfida al suo amico. Ormai sfidarsi era parte della loro routine. Cominciò a correre e Ryu con lei.

Le strade si stavano popolando. La vita lentamente invadeva il villaggio. C'era gente che si dirigeva al distretto commerciale, ragazzini che andavano all'accademia e ninja che iniziavano i loro compiti giornalieri. C'era anche chi, tra un passo e l'altro, si fermava ad ammirare degli strani manifesti. Ultimamente avevano invaso le strade, ma a Yuki non interessava. Aveva semplicemente evitato di leggerli. Non lo riteneva importante. Soprattutto mentre correva contro Ryu. Proprio in vista del loro traguardo. Le porte della città. C'era qià qualcuno? Sarebbe andata sola? Che missione doveva affrontare? Yuki non vedeva l'ora di scoprirlo.
 
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Makoto
view post Posted on 8/2/2016, 23:13     +1   -1






Erano le 7 di mattina, i bambini si svegliavano per andare a scuola. Gli shinobi erano alle prese con la vestizione e con la raccolta dell'equipaggiamento; molti avevano già delle missioni assegnate, mentre altri si alzavano con il pensiero verso l'ignoto. Cosa avrebbero dovuto affrontare? Qualcosa di molto pericoloso? L'emozione era forte, soprattutto per quegli shinobi che ancora non avevano offerto il loro servizio a Konoha e attendevano con ansia il richiamo delle autorità.
Le guancia rosse per la fatica, il fiatone che non le permetteva di respirare, il sole che era da poco sorto e riscaldava appena i suoi capelli neri e corti: Tai affrontava la sua solita corsa mattutina. Suo padre diceva sempre: "20 km al giorno levano la debolezza di torno". Ormai quella routine era parte di lei e la considerava la chiave per il successo. Così alle 7 puntuale come al solito, Tai rientrò a casa dove la madre le aveva già preparato un bagno caldo e i vestiti freschi e puliti (sempre se quella tutina verde potesse essere considerata un vestito). Suo padre diceva sempre: "Questo vestito ha portato al successo molti membri della nostra famiglia e, oltre che un portafortuna, è una altissima espressione di moda che pochi apprezzano; comunque l'abito non fa il monaco". All'inizio lo detestava per via delle prese in giro di mezza accademia ninja, ma con il passare degli anni le cose si resero più semplici.
Sulla mensola del comodino vicino al suo letto, Tai ritrovò una lettera con un timbro a lei già familiare. Doveva essere una nuova missione. L'aprì senza esitazione e lesse il contenuto con gli occhi che brillavano. Preparò il suo equipaggiamento e uscì di casa in tutta fretta; doveva raggiungere le solite porte del villaggio. Per fortuna abitava molto vicino alla sua destinazione e c'erano davvero poche persone in giro di prima mattina. Le istruzione sulla lettera erano chiare: conosceva delle approsimate descrizioni fisiche di Saigi, Masaaki e Yuki. Non sarebbe stato difficile rintracciare una Inuzuka con il suo cane, un giovane Hyuga e un neo Genin proveniente dalla campagna con degli strani occhi rossi.


Tai: (Un ragazzino dagli occhi rossi? Che cosa strana! Oh, ma gurada un po'. Eccolo proprio lì.)

Si guardò in torno alla ricerca di uno dei tre. Si voltò verso sinistra e notò un ragazzo che si stava guardando intorno alla ricerca di qualcuno. Doveva essere alquanto emozionato, probabilmente era la sua prima missione. Quando la ragazza fu abbastanza vicina a Saigi, i loro occhi si incrociarono per la prima volta.

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Una volta giunto ad un passo dal ragazzo, fece una sorta di accenno di inchino per presentarsi e introdursi. Aveva gli occhi rossi e i capelli castano scuro.

Tai: "Tu devi essere Saigi Tanaka, giusto? Ti stavo cercando, sei stato puntuale!"

Fece un grosso sorriso per apparire amichevole all'emozionato Saigi. Intanto alla sua destra sopraggiunse un ragazzo dagli occhi tipici del clan Hyuga. Sì, quello era sicuramente il byakugan e quindi quel ragazzo doveva essere Masaaki. Poi dietro di Tai si sentirono dei grossi rumori provocati dalla corsa di una giovane ragazza e del suo cane lupo: anche Yuki doveva essere arrivata. Così Tai si girò e urlò a squarciagola.

Tai: "Masaaki e Yuki, anche voi puntuali. Venite qui!"

Si trovavano esattamente vicino l'anta sinistra delle porte del villaggio e i Jonin di pattuglia, attirati dalle urla di Tai, adocchiarono subito il gruppo mentre si riuniva. Masaaki e Yuki si avvicinarono alla ragazza, forse incuriositi da quello che sarebbe accaduto. Tai si rivolse verso di loro facendo un altro mezzo inchino.

Tai: "Allora siete proprio voi ragazzi? Mi presento: il mio nome è Tai e sono un Chunin di Konoha appartenente al clan Loto. Vi farò da caposquadra per questa missione. Ho saputo che ci daranno parecchi soldi se avremo successo! Eh eh eh... Allora cosa aspettate? Presentatevi anche voi. Anche se credo di sapere già qualcosa sul vostro conto. Sapete com'è, Konoha mi ha mandato le vostre schede. Ho avuto poco tempo per leggerle, ma credo di sapere abbastanza sul vostro conto. Voi vi conoscete già?"

Tai attese le risposte dei sui nuovi compagni di squadra, anche per conoscere un po' il loro carattere e il loro modo di porsi con l'altro. Improvvisamente un uomo comparse alle loro spalle e si intromise nei loro discorsi.

Bunrakuken: "E così siete voi la squadra di shinobi che mi hanno affidato? Speriamo che siete davvero capaci; io avevo chiesto almeno un Jonin. Evidentemente tutti i soldi che ho speso non sono bastati... Comunque mi presento: il mio nome è Bunrakuken e vi ho ingaggiato io per questa missione. Ora vi prego di seguirmi; vi spiegherò tutto mentre camminiamo appena fuori il villaggio, anche se credo siate già a conoscenza della famosissima competizione organizzata dalla Fukuda & Co. La stanno pubblicizzando ovunque! Vi prego, seguitemi."



GdROff//
Per il prossimo post, rispondete alle domande di Tai e conversate anche tra di voi se lo ritenete opportuno. Ricordatevi di organizzarvi tramite mp come meglio preferite sia per quanto riguarda la narrazione che per la turnazione dei post. Concludete rivolgendo la parola a Bunrakuken se lo ritenete opportuno e siete liberi di dire se conoscete o meno della pubblicità della competizione, ma niente di preciso (avete visto un cartello su una competizione, niente di più). Infine seguite l'uomo fino a fuori le porte del villaggio.


Edited by Makoto - 22/2/2016, 17:31
 
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view post Posted on 15/2/2016, 18:27     +1   -1
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Mentre correva il giovane Hyuga cercava di prendere confidenza con la nuova divisa: era composta da un gilet protettivo di colore bianco, intonato alla candida purezza della sua chioma, e da un paio di pantaloncini neri che gli arrivavano fino alle ginocchia, segnati soltanto da due linee bianche che rigavano i lati delle gambe. Con quella divisa si poteva notare più facilmente il maggior sviluppo fisico del lato inferiore del corpo, ma allo stesso tempo permetteva una maggiore libertà nei movimenti garantendo un compromesso accettabile. Individuò un ragazzino dai capelli scuri e accanto notò una kunoichi che vestiva la peculiare tuta verde caratteristica del clan Loto. A istinto, capì di doversi recare lì, e così fece. Terminò la corsa con una scivolata, e si fermò al fianco del ragazzo che scoprì avere delle pupille di colore rosso. Non ebbe nemmeno il tempo di aprire bocca per salutare che un difficilmente trascurabile rumore catturò la sua attenzione: una giovane ragazza, più o meno della sua età, correva rincorsa da uno snello cane lupo dal manto grigio. La visione della ragazza fu per Masaaki una tempesta di ricordi e immagini: i lunghi capelli corvini gli ricordavano quelli cobalto di Naori, sua compagna e maestra di mille allenamenti. Ferite, dolori, orgoglio e soddisfazioni cominciarono a gorgogliargli nella mente; il lupo che la seguiva non poté non ricordargli Pakkun, Bull, Fenrir, e tutta la famiglia che aveva promesso di difendere.
Per un attimo la sua testa sembrò preda dei ricordi, ma sebbene con fatica, riuscì a mantenere il controllo, concentrandosi sulla ninja dall’abito verde di fronte a lui. Quando i tre genin furono uno di fianco all’altro la ragazza si presentò, dicendo di chiamarsi Tai e di essere la loro caposquadra per la missione in corso. Dopodiché fu il suo momento di presentarsi. Lo Hyuga non aveva mai amato parlare, né dava troppo peso alle parole, preferiva fossero i gesti i valori a descrivere una persona, ma d’altronde non poteva essere scortese. Decise quindi di essere conciso, com’era sempre stato.
Masaaki:“Il mio nome è Masaaki, e faccio parte del clan Hyuga.”
Disse lentamente.
Masaaki: ”No, non ci conosciamo, è la prima volta che li incontro.”
E per non sembrare troppo scorbutico aggiunse un sorriso. Amava la compagnia delle altre persone, soprattutto se esse dimostravano di riuscire a capirlo, ma non era mai stato un grande interlocutore.
Quei due ragazzi avevano un aspetto particolare, ma la loro apparente bonarietà suscitava una certa simpatia nel Genin, cosa che lo fece sentire a suo agio, e rilassato. L’aspetto evanescente della ragazzina e l’aria sulle nuvole del giovane lo incuriosivano, chissà se il carattere avrebbe rispecchiato il loro aspetto.
Mentre osservava i suoi compagni di Missione un uomo comparve alle loro spalle, e si identificò come colui che li aveva ingaggiati. Dovevano partecipare a una specie di competizione, che lui però non aveva mai sentito nominare, a causa della sua assenza dalle strade del villaggio.
Masaaki: “Non conosco questa competizione… Potrebbe gentilmente spiegarmi di cosa si tratta?”
Chiese in maniera molto diretta a quell’uomo dall’aspetto superbo, cominciando a seguirlo.
 
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view post Posted on 16/2/2016, 15:29     +1   -1
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La prima persona a giungere dopo di lui, fu una ragazza con una bruttissima tuta verde e i capelli molto corti. Appena gli rivolse la parola, scoppiò a ridere senza riuscire a trattenersi, rotolando per terra.

Che diavolo è quella cosa? È orrenda buahahahahah

Rotolava senza riuscire a smettere di ridere, per lui, quella strana tuta, era come un fumetto comico. Forse, se avesse saputo che era la sua caposquadra, non avrebbe riso in quel modo, o forse si, dopotutto era di Saigi Tanaka che si parlava e ci si poteva aspettare di tutto. Riuscì a calmarsi un po' quando arrivarono gli altri due membri della squadra: un ragazzo dagli occhi bianchi e una ragazza dagli occhi verdi e capelli corvini, accompagnata da un cane. Il genin si alzò e sorrise ai nuovi arrivati, in particolar modo all'animale: un cucciolo di circa 40 centimetri in altezza col pelo grigio. Sembrava quasi si fosse innamorato del cane, ma d'altronde, lui ha sempre amato gli animali, probabilmente questo aspetto era nato dal suo vivere in campagna, a contatto con la natura, flora e fauna e non disprezzava nulla. Ormai, gli occhi erano solo per il compagno della kunoichi e per nessun altro dei presenti, finché non giunse il momento delle presentazione.

Salve, sono Saigi Tanaka, piacere di conoscervi! Quando partiamo?

Mise una mano dietro la testa e sorrise, impaziente di partire in missione e faticando a trattenere le risate per l'abbigliamento di Tai. Non aveva molto da dire, voleva solo affrontare questa nuova esperienza e avventura: sarebbe stata la sua prima missione e avrebbe fatto di tutto per portarla a termine senza fallire! Ascoltò anche gli altri e non accennò ad alcuna reazione, semplicemente si limitò a sorridere ad ognuno credendo di avere dei compagni simpatici. Ritornò a fissare il cane mentre, alle loro spalle, comparve un uomo. Saltò leggermente in alto al suono di quella voce, non si era minimamente reso conto della sua presenza.


E questo quando è arrivato qui? Ero troppo concentrato a vedere quel bellissimo cagnolino per accorgermene!

Spiegò di essere colui che aveva commissionato il loro intervento e avrebbe detto i dettagli lungo la strada. Si trattava di una competizione, probabilmente quella a cui aveva accennato suo padre giusto qualche ora prima.

Che strano nome ha questo tizio. Però, se ci paga, è il benvenuto! Spero solo che si tratti di qualcosa d'azione e non altre cavolate!

E poi, se a capo del gruppo c'era un chunin che aveva accennato ad una buona ricompensa in denaro, in teoria doveva essere qualcosa di molto grosso.

//So che è un post orrendo ma fra esami universitari e lavoro, se non postavo oggi non postavo più per giorni, basta quanto vi ho rallentato//
 
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view post Posted on 19/2/2016, 19:45     +1   -1
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Narrato
(Pensato)
Parlato Yuki




Non si erano neanche fermati, che un grido attirò la sua attenzione. Yuki si fermò di colpo e Ryu scartò di lato per evitarla. Fortunatamente aveva avuto i riflessi pronti, o le sarebbe sicuramente andato addosso. La giovane aveva le guance rosse per lo sforzo. I battiti erano accelerati. Respirava rumorosamente, mentre qualche goccia cadeva dalla treccia, ancora bagnata, sulla sua maglia. Attese un attimo, prima di avvicinarsi alla persona che aveva gridato il suo nome.

Era una ragazza, probabilmente più grande di lei, del clan Loto. Lo aveva capito dal suo abbigliamento. Era un po' strano, ma Yuki non era tipo da dare troppo peso a queste cose. Continuò a studiarla per qualche minuto, ignorando ciò che diceva. Vizio maledetto. Avrebbe mai perso l'abitudine di non ascoltare e prestare attenzione, quando la sua curiosità era incentrata su altro? Troppo tardi. La Chunin aveva già terminato. E Yuki non aveva carpito nemmeno una parola.

Fu un fortuna che avessero assegnato anche altri shinobi alla missione. E che questi avessero deciso di aprir bocca prima di lei. Si stavano presentando. E così facendo le avevano permesso di capire quale fosse stato l'argomento di conversazione della ragazza in verde. Probabilmente c'era dell'altro, ma al momento aveva poca importanza. La sua attenzione si era spostata, attiva e viva come il vento, verso i suoi due compagni. Stavolta, però, si ripromise di ascoltare.

Erano due ragazzi. Uno aveva i capelli bianchi, come i suoi occhi. Masaaki era il suo nome. Doveva appartenere al clan Hyuga, ma Yuki non era sicura. Non aveva molti conoscenti. E dei pochi che aveva, nessuno era un membro di quella rinomata stirpe. L'altro, invece, aveva la chioma castana. Era molto alto. Probabilmente passava alla giovane fanciulla una ventina di centimetri buoni. Ma erano i suoi occhi, come quelli dell'altro, ad averla colpita. Erano rossi, come rubini. Ed erano fissi su Ryu. Lui era Saigi.

Ryu era su di giri. Sarebbe volentieri corso ad annusare tutti i presenti, ma aveva l'impressione che Yuki non ne sarebbe stata contenta. Gli umani avevano un così brutto modo di presentarsi. Parlavano e parlavano e parlavano. Rendevano tutto così complicato. Così, però per il momento, decise di fare il bravo. Si posizionò al fianco della sua umana e si sedette. Qualcosa, però, cominciò a disturbarlo. Uno degli umani maschi lo stava fissando insistentemente. Voleva sfidarlo? Ryu non aveva ancora abbastanza esperienza con gli esseri a due zampe per capire che non era così. Perciò, da bravo selvaggio quale era, cominciò a ringhiere sommessamente. Doveva far capire di essere forte. Per lui quella era una legge di natura. Iniziò a tendere i muscoli e eaead inarcare la schiena. Lo faceva apparire più grosso. Poi la sua umana si accucciò al suo fianco poggiandogli una mano sul muso.

"Non è una minaccia. È un nostro compagno."

Yuki sussurrò così lievemente, che probabilmente nessun orecchio umano avrebbe potuto percepire la sua voce. Ma la sua metà non era umana. E aveva capito.

"Yuki."

Disse, stavolta più forte, agli altri ninja indicando se stessa. Nel farlo incrociò il loro sguardo. I suoi occhi verdi lampeggiano. Erano quasi gioiosi. Era la prima missione è loro erano suoi primi alleati. Si domandò che tipi fossero. Era così impaziente di scoprirlo. Poi, come se fosse stata riportata con la forza alla realtà, indicò Ryu e parlò di nuovo.

"Lui, invece, è Ryu. La mia metà."

Sorrise. Le piaceva così tanto quella parola. Metà.

Decise di rialzarsi. Aveva captato un odore nuovo, che si avvicinava. Anche Ryu se ne era accorto, ed era nuovamente a quattro zampe. Era un uomo alquanto strano. Sembrava molto agitato. Era lui che li aveva assunti. Per una gara. Una mera competizione. Yuki, che come il vento, era avventurosa di natura, parve lievemente dispiaciuta. Avrebbe desiderato affrontare shinobi fuggiaschi, bande di briganti o orsi. Con loro in particolare aveva ancora un conto in sospeso. Ma era di basso rango e stava affrontando la sua prima missione. Doveva accontentarsi. Anche perché ormai era lì. Tanto valeva mettersi in gioco. Chissà che il fato non le avrebbe presto dato l'occasione di sguainare la spada.


// Ragazzi scusatemi tanto per il ritardo. È che tra esami, portatile a riparare e tablet che non collabora, sto uscendo esaurita. Scusate anche la scarsezza del post e la qualità non tropo elevata, ma sono davvero stanchissima >.< mi sogno batteri e virus anche di notte
 
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Makoto
view post Posted on 22/2/2016, 19:01     +1   -1




I due Jonin alle porte del villaggio diedero un cenno di consenso a Bunrakuken, il quale si incamminò verso l'esterno seguito da tutto il resto del gruppo. I suoi vestiti erano preziosi come al solito: non poteva che essere così. Da tanti anni si occupava del commercio di stoffe preziose e aveva accumulato una bella fortuna. Nonostante le folli spese di sua moglie, riusciva ancora a svagarsi con gli amici organizzando qualche stupido gioco. Il lavoro gli toglieva molto tempo e la sua vita da ricco non era certo come se l'aspettava.

Tai: "Ho visto qualche manifesto per le strade. Anzi più di uno: il villaggio è ricoperto da queste pubblicità. Non mi sono per niente interessata; non so neanche che cos'è la Fukuda & Co."

Bunrakuken: "E tu saresti un Chunin? Non hai mai sentito nominare la Fukuda & Co.? E' una famosa marca di sigarette. Tutti la conoscono: è il top qui a Konoha."

Tai fece una smorfia facendosi notare dagli altri suoi compagni di squadra. Camminava di fianco all'uomo e cercava di ottenere quante più informazioni possibili. Fortuna che Bunrakuken non aveva notato la sua faccia disgustata al nominare delle sigarette.

Tai: (Che schifo le sigarette! E in più indeboliscono il corpo. Non fanno proprio per me!)
"Noi cosa dobbiamo fare in questa competizione? Non mi sembra c'entri con la protezione del villaggio."


Bunrakuken: "Sì, hai ragione. Non c'entra nulla con Konoha. Di questi tempi il villaggio ha bisogno di parecchi ryo per ricostruire gli edifici distrutti, per cui le persone ricche come me offrono il proprio denaro in cambio di qualche mansione. Qui si tratta di un piccolo lavoretto: vincere il premio in palio a questa competizione. Niente di più; sarà uno scherzo per voi shinobi."

Tai: "E quale sarebbe questo premio in palio?"

All'orizzonte, in mezzo alla foresta, una folla scalpitava attendendo l'ingresso di qualcuno sul palco di legno. Sullo sfondo una serie infinita di cartelloni pubblicitari raffiguranti le sigarette della Fukuda & Co. Di li a poco sarebbe partita la competizione. Il gruppo era quasi giunto nelle vicinanze del palco e Bunrakuken si fermò un attimo prima di mischiarsi tra la folla.

Bunrakuken: "Visto che siamo arrivati, lascerò che ascoltiate dal presentatore stesso di cosa si tratta."

L'uomo si girò verso il palco lasciando Tai tra i suoi pensieri. La ragazza era impressionata da quanta gente era lì, appena fuori le mura del villaggio, per assistere all'inizio della competizione. Konoha non aveva permesso la presentazione al suo interno, per cui molta gente si spostò fuori per assistere allo spettacolo iniziale. Tai si voltò verso i suoi tre compagni.

Tai: "Voglio che prestiate molta attenzione a quello che sta per accadere."

Improvvisamente la folla iniziò ad urlare e sul palco fece il suo ingresso un uomo. Era vestito elegante ed era probabilmente il presentatore dell'evento. Appena la folla si calmò, l'uomo poté iniziare a parlare.

Presentatore: "Signore e signori, benvenuti alla Gara promozionale offerta gentilmente dalla Fukuda & Co. Le sigarette Fukuda & Co. trasmettono una grande energia ai suoi consumatori, ma allo stesso tempo una funzione rilassante. Provate la nuova sigaretta premium di colore oro e al gusto banana, a soli 0.99 ryo in più."

Tai: "Non vi sembra una cosa un po' ridicola, ragazzi?"

Presentatore: "Dopo la nostra grande attività pubblicitaria, siamo pronti per presentarvi la competizione dell'anno. Facciamo entrare il nostro premio in palio!"

Una bellissima donna dal corpo mozzafiato fece il suo ingresso sul palco trasportando una scatola dalle modeste dimensioni. La sua lunghezza non superava il metro: era completamente bianca e sul coperchio vi era un grosso punto interrogativo di colore nero. Il presentatore prese tra le sue mani la scatola e la folla lo guardò con occhi incuriositi.

Presentatore: "Vi presento: LA SCATOLA MISTERIOSAAAAAAA!"

Folla: "OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOH!"

Presentatore: "Nessuno conosce cosa contiene LA SCATOLA MISTERIOSAAAAAA. Per scoprire il suo contenuto bisognerà vincere la gara proposta oggi dalla Fukuda & Co. L'obiettivo è quello di trovare un distintivo raffigurante il logo della società. Lo abbiamo nascosto da qualche parte nel deserto tra il Paese del Fuoco e quello del Vento. Solo chi riuscirà a portare lo speciale distintivo qui alla sede della Fukuda & Co. appena dietro alle mie spalle, potrà vincere LA SCATOLA MISTERIOSAAAAAA. L'unico modo per seguire il giusto percorso, è seguire gli indizi. Ora aprite bene le orecchie e ascoltatemi: ecco il primo indizio. Attraversate l'intero deserto per recarvi a Suna. Lì dovrete cercare il più grande consumatore di sigarette Fukuda & Co. di tutto il villaggio. Solo lui saprà indicarvi la giusta via. E con questo non mi resta che concludere. Custodiremo nella nostra azienda LA SCATOLA MISTERIOSAAAAAA fino al vostro ritorno con il distintivo. Buona giornata!"

Un grosso applauso accompagnò l'uscita di scena del presentatore e subito dopo la folla iniziò a chiacchierare rumorosamente. Bunrakuken si voltò verso la sua squadra di shinobi per le ultime raccomandazioni.

Bunrakuken: "Avete visto LA SCATOLA MISTERIOSAAAAA? Il vostro obiettivo è trovare quel distintivo e vincere la competizione. Ritirerete il premio per me, ma non dovrete assolutamente aprirla per nessun motivo; se questo dovesse accadere, scordatevi la paga! Adesso me ne torno a casa, buon lavoro!"

Tai: "Ma come? Se ne va così? Non viene con noi?"

Bunrakuken: "No, sono troppo impegnato per queste cose. Ho un lavoro da portare avanti, ci sentiremo quando tornerete a Konoha con il distintivo. Non mi deludete! Ah quasi dimenticavo. Ho qui una copia del logo della Fukuna & Co., giusto per aiutarvi con le ricerche. Non mi ringraziate. Ora vado, ci si vede!"



Tai afferrò il foglio postogli da Bunrakuken e fece un mezzo inchino per salutarlo. L'uomo scappò a gambe elevate: probabilmente andava di fretta. Tai fece un lungo sospiro voltandosi verso la sua squadra. Sperava di riuscire a sbrigare questa faccenda il più in fretta possibile, sopratutto perché dovevano raggiungere Suna e questa era una gran bella seccatura.

Tai: "Allora ragazzi, siamo 4 teste pensanti, più un cane; senza offesa. Raccogliamo le nostre idee e poi mettiamoci in marcia. Avete qualcosa da dire? Avete l'occorrente per affrontare questo lungo cammino? Staremo via per un bel po'. E tenete bene a mente il logo della Fukuda & Co.!"


GdROff//
Solito ordine libero e nessun vincolo per il prossimo post. Per domande sono sempre a disposizione! ^^
 
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view post Posted on 3/3/2016, 16:58     +1   -1
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La reazione del cane non fu quella che Saigi si aspettava, ma continuava a guardarlo con un gran sorriso. Ringhiava ma sembrava essersi calmato grazie alla ragazza che gli stava vicino. Il ragazzo fissò i suoi occhi verdi per qualche istante, si chiamava Yuki.
Riguardo la competizione di cui il committente parlava, sembrava che fosse Tai il membro della squadra più informato anche se non ne sapeva poi così tanto. Il concorso era organizzato dalla Fukuda & Co. Che, a dire del vecchio, era una famosa marca di sigarette. La smorfia del capitano fu vista da Saigi che abbozzò un sorriso, cercando di non ridere.


Che cavolo, ogni volta che la vedo mi viene da ridere! Devo stare attento, è un chunin ed è il mio capo squadra, potrebbe relegarmi e non farmi fare nulla! Invece io voglio picchiare tutti anche se non capisco cosa diavolo ce ne frega di questo concorso!

Come non detto, la loro missione era semplicemente vincere la competizione. Avrebbero potuto chiamarlo per cosa più inutile? Lui che vorrebbe solo picchiare nemici su nemici? Stava per parlare quando fu colpito dalla immensa folla presente più avanti. Erano ormai giunti dinanzi il palco e, i quattro shinobi, avrebbero scoperto cos'era il premio dal presentatore della manifestazione. Saigi sbadigliò, evidentemente annoiato dopo aver scoperto lo scopo della missione. Inoltre, odiava la gente che si approfittava del denaro posseduto per ottenere servigi da shinobi qualificati per idiozie come un concorso. Konoha aveva bisogno di soldi, è vero, perciò le missioni venivano accettate di buon grado, anche le più stupide, ma perché doveva toccare proprio a lui?

Può essere che non mi considerino all'altezza di missioni più importanti?

I suoi pensieri furono interrotti da Tai che chiese la massima attenzione. Saigi fece un piccolo segno di conferma col capo e ascoltò le parole del presentatore, nonostante pensieri negativi gli frullassero per la testa.

Ridicola è dir poco..

Rispose sottovoce l'Uchiha al commento del capitano. Intanto, una donna dal corpo pressochè perfetto, si mostrò a tutti con una scatoletta che non superava il metro, tutta bianca. Il punto interrogativo aveva momentaneamente catturato il ragazzo che voltò la testa per guardare gli altri compagni, cane incluso.

Che diavolo sarebbe?

Chiese, sorpreso ai suoi compagni. Ma la risposta arrivò direttamente dal presentatore: era il premio in palio per la competizione che consisteva in una caccia al tesoro fra tutti i partecipanti che erano divisi in squadre. Però non fece alcun cenno riguardo il suo contenuto, questo sarebbe stato scoperto solo dopo aver vinto la gara. Anzi, neanche in quel caso, infatti, l'uomo che aveva commissionato la missione per i quattro ragazzi, aveva esplicitamente espresso che non avrebbero dovuto aprire la scatola per alcun motivo se no, addio ricompensa. Quest'ultimo, disse di dover andare via per lavoro e lasciò agli shinobi un foglio ove era rappresentato il simbolo dell'azienda, ossia ciò che dovevano cercare per vincere la competizione. Saigi nemmeno salutò l'uomo, stava pensando al fatto che dovevano raggiungere il villaggio della sabbia: non ci era mai andato, ma sapeva che era abbastanza lontano. Il caposquadra si avvicinò.

Io direi che i cani, molto spesso, pensano più di noi. Comunque, l'unico occorrente in mio possesso sono i kunai e gli shuriken, nulla che potrebbe essere utile per il viaggio.

Il ragazzo era molto affezionato agli animali in generale, le considerava creature intelligenti e molto fedeli, soprattutto i cani. Certo, in confronto a lui, anche una gallina probabilmente era più intelligente. Guardò con insistenza il logo, in modo da memorizzarlo: sarebbe stato difficile da dimenticare, dopotutto si trattava di una circonferenza rossa e un diametro obliquo dello stesso colore, di area bianca con disegnata una sigaretta accesa. Un divieto di fumo insomma.

Comunque direi di partire immediatamente o rischieremo di farci superare dagli altri partecipanti!

Saigi pensava solo a finire la missione il prima possibile, anche perché era certo di essere stato chiamato per un obiettivo molto al di sotto delle sue capacità. Lui era in grado di far ben altro di una semplice caccia al tesoro!

Spero di finire in fretta e partire per un'altra missione più seria, non posso credere che pensino che sia un incompetente adatto solo a fare queste cavolate!
 
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view post Posted on 15/3/2016, 21:08     +1   -1
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Una caccia al tesoro. La sua prima missione sarebbe stata un caccia al tesoro tra Suna e il deserto limitrofo. Nulla d’aiuto per Konoha, non era al servizio del suo villaggio ma di un ricco uomo viziato. Rimase in silenzio, deluso, ma pronto a eseguire la sua missione. Gli era stata affidata, era suo compito quindi portarla al termine il prima possibile e con il massimo impegno, a prescindere dall’incarico. Inoltre era consapevole che svolgere con precisione anche i compiti più semplici era utile per mettersi in luce agli occhi del villaggio e dei superiori, cosa molto buona in vista di Missioni future.
Scosse la testa lasciando fluttuare l’enorme chioma albina, per tornare alla realtà. Bunrakuken e la Caposquadra si erano appena scambiati poche parole, quando l’uomo col kimono si allontanò, abbastanza in fretta. Dovevano cercare un distintivo, avevano detto, e riportarlo al villaggio. Esso recava il simbolo della Fukuda & Co., la ditta che aveva commissionato la competizione, un classicissimo divieto di fumo. Questo distintivo era nascosto nel deserto, e la consegna avrebbe determinato la vittoria della competizione e del premio. Per arrivarci però dovevano passare per il più grande cliente dell’azienda, un accanito fumatore di Suna.
Subito Masaaki pensò alle sue possibili applicazioni tattiche. Poteva fare affidamento sul Byakugan, la sua doujutsu: avrebbe potuto osservare gli spostamenti degli altri partecipanti, se si fossero trovati nel raggio della sua abilità, e in ogni caso un campo visivo così ampio gli sarebbe tornato utile per trovare un oggetto così piccolo nel deserto.
In seconda battuta poteva contare sull’aiuto del suo nuovo compagno e fratello, il fedele Pakkun. Aveva da poco firmato il patto di Sangue con Fenrir-sama, ma sapeva che il carlino lo avrebbe aiutato se ne avesse avuto bisogno, e in missioni di ricerca come queste poteva trovare grande utilità.
Nel mentre compiva queste constatazioni, la chunin sembrò leggergli nel pensiero, perché chiese se avessero qualche particolarità, e se fossero pronti a partire per il viaggio.
Masaaki pensò un istante, prima di rispondere. Solitamente odiava scoprire le proprie carte subito, lo faceva sentire nudo, ma in quell’occasione non aveva scelta. Si trovava fra compagni di Villaggio, non doveva temere, e inoltre qualsiasi risorsa di cui avessero disposto sarebbe dovuta essere condivisa, per la buona riuscita della missione.
Riordinò quindi le idee e disse:
Masaaki:”Durante il viaggio il mio Byakugan può essere utile per tenere sotto controllo il territorio. Inoltre, se ne dovessimo avere bisogno, potrò richiamare Pakkun, il cane ninja. E’ molto utile nelle missioni di ricerca.”
Secco, conciso, come era sempre,d’altronde.
Masaaki:”Sono pronto a partire.”
E con questo iniziava la sua avventura.
La sua prima missione.
 
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view post Posted on 16/3/2016, 17:44     +1   -1
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Narrato
(Pensato)
Parlato Yuki



Suna. Yuki emise un gemito sorpreso alla notizia. Non aveva mai messo piede fuori dal villaggio prima d'ora e ne era estasiata. Aveva immaginato le più disparate avventure quando era più piccola. Ed erano sempre ambientate in luoghi misteriosi ed esotici. Una parte di lei ancora desiderava ardentemente vedere il mondo. E se prima la notizia della competiziona l'aveva lievemente delusa, bhè, questa aveva riacceso completamente il suo interessse. La sua curiosità fiammeggiava nei suoi occhi verdi come la primavera. La sua mente stava già veleggiando, languida nel vento, verso quella terra sconosciuta. In realtà del tutto sconosciuta non era.

Quando in Accademia aveva qualche ora libera, Yuki era solita rintanarsi in biblioteca a leggere. Non era brava con le persone. Non era solita parlare molto e con facilità a quelli che non conosceva, al contrario del fratello, e non riusciva ad inserirsi con facilità. Era un'ottima ascoltatrice e osservatrice. Le piaceva cogliere i dettagli che caratterizzavo gli ambienti e le persone. Riusciva a capire molte più cose di una persona in quel modo che non intavolandovi dei discorsi, a volte anche estremamente sciocchi, a parer suo. Fu proprio durante una di quelle fughe dalla società, che si imbattè in un codice dedicato interamente al Paese del Vento. Lì per lì aveva pensato di continuare a cercare altro da leggere. Le interessavano molto di più i libri sugli animali o le tecniche di combattimento e caccia. Ma prese comunque il libro. Si sedette al suo solito posticino vicino la finestra, che senza remore spalancò, e lo aprì.

Una miniatura. Era bellissima. Era sabbia e roccia. Nient'altro. Così in contrasto con la rigogliosa foresta di Konoha eppure altrettanto affascinante. Sapeva, anche senza leggere la descrizione di quel posto, che avrebbe fatto caldo. Tremendamente caldo. E anche se Yuki sopportava già il caldo estivo e afoso con estrema fatica, desiderò con tutta sè stessa di poter visitare quel luogo un giorno. Non si sarebbe di certo aspettata che il suo desiderio si sarebbe davvero avverato. E in così relativamente poco tempo. Un sorriso le inarcò le labbra. Uno di quelli raggianti, così rari per lei che Ryu ne rimase affascinato.

Si era accorto immediatamente del mutamento d'animo della sua metà e aveva smesso di fissare il bislacco umano dal forte odore. A volte anche l'umana grande che aveva generato Yuki aveva quell'odore forte e per certi versi sgradevole per il suo olfatto così sviluppato. Come lo aveva chiamato la sua metà? Ah, già! Profumo. Una cosa bislacca in effetti. Loro lo chiamavano profumo, ma per lui era solo un'accozzaglia di odori. Stentava ancora a capire quella strana logica degli umani. E mentre Ryu ci rimuginava, con gli occhi fissi su di lei, lo vide. Perse cognizione di tutto. Del rumore assordante della folla che gli stava distruggendo i timpani. Dell'odore sgradevole e ampolloso dell'uomo. E degli altri umani giovani che Yuki aveva detto essere compagni. C'era solo lei ed il suo sorriso. E in quel momento qualcosa in lui si accese. Dopo averla vista nella foresta a piangere. Dopo averla vista nel suo letto mentre si contorceva e gridava. Dopo averla vista al suo fianco per così tanto tempo, il suo ruolo non gli era mai stato del tutto chiaro. Era al suo fianco. Lei ora era il suo mondo, la sua nuova famiglia. Eppure si era sempre chiesto, in quella versione un pò più animalesca ed intuitiva di pensiero, quale fosse realmente il suo scopo, oltre a proteggerla sia chiaro. Ora lo aveva capito, o meglio aveva appena deciso. Lui l'avrebbe fatta ridere così. Solo non sapeva davvero come fare.

Yuki scarmigliò contenta il pelo del lupetto assorto nei suoi pensieri. Nella sua gioia non aveva minimamente intuito il perchè la sua metà la fissasse così. Pensò che anche lui fosse felice per la prospettiva di quel viaggio. E che, come lei, morisse d'impazienza. Fremeva così tanto che la domanda del chunin caposquadra la prese del tutto impreparata. Chideva le loro opinioni, quali idee avessero e se fossero realmente pronti per affrontare un viaggio di quelle proporzioni. In effetti, non era propriamente una breve distanza. Ma ciò che più la sconvolse e la fece sentire lievemente a disagio, è che alla domanda su quali fosserro le loro idee per la missione lei proprio non aveva idea di come rispondere. Non aveva abilità particolari di cui mettere al corrente i compagni. Lei era una Inuzuka e la maggior parte degli abitanti sapeva già tutto sul conto del suo clan. Erano cacciatori, sapevano interpretare le tracce e leggere i segni del tempo. Avevano una certa rapidità e alcuni avevano una forza eccezionale. E avevano i cani. E poi? Questo lo sapevano fare tutti o la maggior parte. Ma lei? Lei cosa sapeva fare di preciso? La risposta di Maasaki la mise ancora più a disagio. Lui aveva un'abilità formidabile. Anche quella era una caratteristica peculiare del suo clan. Ma agli occhi della giovane era comunque straordinaria e mille volte meglio di ciò che sapesse fare lei. Alla fine decise di rimanere in silenzio. Ma quella domanda ormai avrebbe costituito un puntino fisso e fastidioso nella sua mente. Così tanto che il sorriso gioioso si tramutò rapidamente in una smorfia.

Cane e umana erano proprio uguali. Ognuno si lasciava trasportare velocemente dalle emozioni. E sebbene ingarbugliati in pensieri diversi, avevano entrambi la mente impegnata a risolvere quello che per loro era diventato un vero e proprio enigma. Come farla sorridere, lui. Cosa sapeva fare, lei.

La missione non sembrava più tanto allettante. Non se per loro avesse significato dover provare dubbi così frastornanti. Eppure in un breve impeto, la fiamma di Yuki si riaccese, come se il vento avesse soffiato sulle braci per ravvivare il fuoco.

"Sono pronta a partire. E lo è anche Ryu."

C'era forza nei suoi occhi, la stessa che le aveva visto nella foresta. Aveva di nuovo notato il subbuglio di emozioni in lei. E quando il sorriso si era spento, la decisione che aveva preso prima si ravvivò con forza. Ma fu solo un istante, perchè quella era la sua metà e non si piegava a nulla. Neanche ad un orso che stava per ucciderla. E lui ululò in cenno di assenso.


// Di nuovo vi chiedo scusa per il ritardo. A volte sono davvero un caso perso. Spero di non avervi rallentato troppo. Scusatemi ancora
 
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Makoto
view post Posted on 19/3/2016, 12:19     +1   -1




I tre genin erano alla loro prima missione e non avevano idea di quanti pericoli rappresentasse un viaggio fuori dalle mura del proprio villaggio. L'alleanza tra Konoha e Suna avrebbe facilitato di molto le cose, ma non si poteva mai abbassare la guardia. Una missione apparentemente così banale poteva nascondere delle difficoltà e fallire alla prima occasione sarebbe stato da sciocchi. Per fortuna Tai ne aveva passate tante e sarebbe stata pronta a difendere la sua squadra; non prendeva mai sottogamba le missioni anche se di livello D e trovava sempre il modo per allenarsi. Innanzitutto il viaggio sarebbe stato abbastanza lungo e il clima torrido del deserto non avrebbe aiutato, per cui sarebbe stato importante conservare quante più energie possibili in caso di eventuale attacchi. Il gruppo si mise subito in marcia poiché non c'era tempo da perdere: qualche altro concorrente poteva anticipare il loro arrivo e mettere le mani sul distintivo.

Tai: "Per raggiungere Suna ci vorranno circa sei ore e dovremo attraversare prima la foresta che si estende intorno a Konoha e poi il deserto che circonda Suna. Ma non preoccupatevi, ci sono già stata e conosco bene la strada. Il viaggio sarà stancante, soprattutto per voi che siete alle prime armi; se avete problemi non esitate a riferirmelo e ci fermeremo per una pausa. Questa regola vale fino a quando non arriveremo nel deserto; in quel caso sconsiglio vivamente di rimanere sotto il sole a riposare. Non dimentichiamoci che il deserto è famoso per le sue tempeste di sabbia. Insomma, andrà tutto bene, state tranquilli!"

Si rivolse con un sorriso alla sua squadra, mentre la foresta intorno al gruppo si faceva sempre più fitta. Correre da un albero all'altro non era semplice; il terreno era pieno di pozzanghere e le foglie erano ancora piene d'acqua per colpa del temporale passato durante la notte. Mentre continuavano il percorso, Tai cercò di interagire con gli altri ragazzi che, un po' per timidezza o un po' per l'emozione, non si decidevano a interagire liberamente tra loro.

Tai: "Secondo voi cosa c'è dentro LA SCATOLA MISTERIOSAAAAAAAA? Secondo me qualche attrezzo ninja molto raro o qualcosa del genere. E poi non capisco dove sia il problema di dare una sbirciatina veloce. Come può Bunrakuken sapere che abbiamo già aperto la scatola? Possiamo nascondere le tracce, no? Anche se la paga è alta e non possiamo rischiare di mandare tutto all'aria per LA SCATOLA MISTERIOSAAAAA!"

********************



Un po' più distante dal gruppo, due uomini e una donna si nascondevano tra gli alberi discutendo tra loro. Erano presenti anche loro alla presentazione dell'evento della Fukuda & Co. e probabilmente erano dei diretti concorrenti di Tai e i tre genin. Se ne stavano nascosti su di un ramo di quercia, proprio dietro una folta chioma di foglie. La distanza tra i due gruppi era considerevole, ma niente di proibitivo per un esperto sensitivo. L'uomo più basso si rivolse alla donna.

???: "Siamo sicuri che sono loro? A me sembrano un mucchio di mocciosi. Possiamo ucciderli subito!"

???: "Stai calmo Kaneie, certo che sono loro. Li ho visti parlare con Bunrakuken e sono stati tutto il tempo insieme. Inoltre hanno il coprifronte di Konoha, quindi sono gli shinobi che stiamo cercando."

Sulla spalla destra dell'uomo più grosso si posò un passero. Era molto muscoloso e sembrava avere un animo gentile che gli animali riuscivano a percepire; per questo gli uccelli si fidavano di lui solo al sentire il suo chakra leggero e accogliente. Con un movimento repentino della mano sinistra, l'uomo schiacciò con il palmo il passero sulla sua spalla; poi raccolse quel che rimaneva del povero uccello e lo inghiottì in un sol boccone.

Kaneie: "Ma che schifo Ton! Potresti evitare di fare certe volgarità di fronte a me?"

Ton: "Scusami Kaneie, avevo fame. Misa, che cosa dobbiamo fare ora?"

Misa sciolse i suoi capelli rossi e ricci e li lasciò muoversi al vento.

Misa: "Ce la prenderemo comoda e faremo fare tutto il lavoro a loro. Vedrete, ho in mente un piano infallibile. Azumamaro ci pagherà con un sacco di soldi, sono sicura!"

GdR Off//
Post di transizione. Ho bisogno che prendiate in mano il vostro pg muovendolo a dovere interagendo una conversazione con Tai e tra di voi. Continuate la narrazione finché non sarete in pieno deserto a poco cammino da Suna. Sempre libertà assoluta per l'ordine di post. Vi lascio un video diverte che descrive il premio in palio: LA SCATOLA MISTERIOSAAAAA!

 
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view post Posted on 25/3/2016, 20:15     +1   -1
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La pressione della gara iniziò a farsi sentire, così il team cominciò a muoversi. Il terreno era infido, trafitto dalle radici degli enormi alberi e chiazzato da numerose pozzanghere, rimasugli di un temporale ormai passato. Cominciarono a tenere un buon ritmo, e pian piano l’emozione del primo istante lasciò il posto alla fatica e alla concentrazione. Correre di albero in albero richiedeva una grande attenzione e un ottima prestanza fisica, ma ciò non bastava. I ragazzi dovevano viaggiare ad un buon ritmo per arrivare prima delle altre squadre, ma allo stesso tempo dovevano risparmiare le forze per il cammino nel deserto e per eventuali attacchi degli altri partecipanti. Masaaki correva dietro alla chunin cercando di mantenere una buona andatura, bene attento a dove metteva i piedi.
L’inizio del viaggio era stato abbastanza sereno, l’eccitazione per il viaggio aveva mosso gli animi dei ragazzi, spingendoli nella prima fase. Ma poi cominciarono ad addentrarsi sempre di più nella foresta, la luce cominciò ad essere meno presente, gli alberi e i rami più stretti e la fatica cominciò a bussare nei corpi dei genin. Ma poi venne il silenzio.
Masaaki adorava il silenzio. Fin da piccolo aveva passato ore e ore in silenzio, in solitudine o con il padre durante gli allenamenti, e aveva imparato che uno sguardo sa comunicare molto meglio di mille parole. Per questo motivo il giovane si era chiuso sempre di più in sé stesso, sempre più introverso nella sua silenziosa solitudine. Ma da un periodo non era più così. Nel silenzio le sue emozioni e le lacerazioni che si erano create nel Naos non lo lasciavano in pace, ribollivano, lo stordivano. Così era costretto a muoversi, a fare qualcosa, per distrarsi.
E così stava succedendo ora.
Correva, faceva attenzione ora a quel ramo, ora a quel cespuglio... ma gli tornavano in mente le fiere cremisi, che lo rincorrevano e che lo dilaniavano, fisicamente ed emotivamente. Correndo sussultava e tornava a concentrarsi sulla strada, ora su quel masso, ora stava attento a non graffiarsi le braccia o la divisa nuova. Ma ancora prendevano il sopravvento le immagini di quell’ assurda avventura: la gabbia, il grande lupo. Le anime straziate che gridavano pietà, e lui che inutilmente cercava di salvarle. Di nuovo scosse la testa, e continuò a reprimere il fiume in piena delle emozioni. Probabilmente a quel punto i suoi compagni si erano già accorti del suo silenzio, del suo viso inespressivo ma segnato, come se fosse molto tempo che non dormiva. Ma in realtà il problema del giovane Hyuga non era l’insonnia, ma il tormento delle sue emozioni che continuamente cercavano di uscire. Di nuovo mentre correva gli apparve la visione di Kuro, il ninja del suono, dilaniato dal grande Fenrir per averlo cercato di salvare, ma questa volta lo strazio era quasi insopportabile. Masaaki cominciava a perdersi nel suo stesso animo, quando la voce di Tai lo riportò alla realtà e lui le fu molto grato per aver rotto quel silenzio troppo pesante. Chiese loro cosa pensassero a riguardo della scatola misteriosa e Masaaki rispose, asciutto:
Masaaki:”Potrebbe contenere qualche oggetto fabbricato dalla casa stessa, come ad esempio un accendino… Ma non lo so, preferisco non espormi.”
Una lunga pausa in cui assaporò la stabilità del viaggio accompagnato dalla conversazione che era stata appena intavolata.
Masaaki:”Inoltre credo che non dovremmo minimamente aprirla. E’ un ordine diretto, e non intendo contraddirlo.”
Normalmente il suo intervento si sarebbe fermato lì. Ma in quell’occasione l’agguato del silenzio era dietro l’angolo, e il ragazzo dalla chioma albina sapeva che se non avesse cercato di interagire con gli altri presto la conversazione sarebbe scemata, e l’incubo del suo io sarebbe tornato.
Quindi, disse:
Masaaki:”Ragazzi… da quanto tempo siete genin?”
Al contrario della sua andatura, che era decisa e spedita, forte della sua conoscenza di quella foresta, la sua frase era uscita un po’ insicura, barcollante: era evidente che Masaaki non era un ragazzo molto loquace.
……..
Dopo diverse ore di viaggio, la foresta cominciò a diradarsi, lasciando spazio sempre di più a un territorio brullo, secco, sempre più caldo e afoso. Pian piano la terra cominciò a lasciar spazio alla roccia, ed essa pian piano lasciò il posto alla sabbia. Il caldo cominciò a picchiare sulla nuca del Genin e piccole goccioline di sudore cominciarono a colargli sulla fronte. La natura sabbiosa del terreno rallentò la sua andatura: non era abituato a tali condizioni, e i suoi passi pesanti sprofondavano nella sabbia, ostacolandogli il cammino. Inoltre la sabbia fine si intrufolava tra le dita dei suoi piedi, fin dentro ai sandali ninja. Masaaki aveva nello zaino i Passo Violento, gli stivali pelosi dell’eremo dei cani, che avrebbero potuto sollevarlo di quel fastidio, ma il caldo insopportabile gli consigliò di non metterli.
La fatica cominciava a martellare nel suo cranio, ma Masaaki sapeva dove trovare le energie, e sapeva che non si sarebbe mai fermato.
Forza Masaaki, sei forte. Ce la puoi fare!
 
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view post Posted on 30/3/2016, 10:41     +1   -1
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Narrato
(Pensato)
Parlato Yuki





Si misero in cammino. E Yuki ne fu alquanto felice. Correre la faceva sentire libera da tutto e tutti. Il vento che le sferzava il viso poi, era davvero la cosa più bella del mondo. Aveva già avuto modo di sfogare le sue ansie quella mattina, sfidando Ryu nella corsa, eppure non si sentiva stanca. Almeno per il momento.

Continuarono in silenzio per un pò. Lei e Ryu erano già stati nel bel mezzo della Foresta della Foglia e, più o meno, sapevano come muoversi velocemente senza incorrere in incidenti. Ma Yuki dovette ammettere che il terreno era più disastrato di quanto ricordasse. Tenere il passo tra pozzanghere e radici non fu semplice come quando lei ed Hibiki, il grosso cagnolone che l'aveva accompagnata durante la sua permanenza nella riserva Inuzuka, erano partiti all'inseguimento di un enorme e succulente cervo. Al pensiero un sorisetto le increspò le labbra. Era a causa di quel cervo che lei aveva incontrato Ryu. E' strano come una piccola cosa possa cambiare tutta la tua vita in un istante. Scosse la testa energicamente e, per poco, non inciampò. Doveva concentrarsi. Basta ricordi del passato. I giorni andati la tormentavano già abbastanza in sogno. Decise di indirizzare la sua curiosità ai compagni, ma prima che potesse parlare e rispondere alla domanda di Tai, Maasaki prese parola. Perciò non le rimase che ascoltare.

Parlava delle sue sensazioni riguardo la scatola che dovevano recuperare. Cosa che sinceramente non le interessava affatto. Era una missione. Avevano l'ordine di prenderla e tenerla chiusa fino al ritorno. Punto. Yuki non capiva che senso avesse rimuginarci sopra. Certo anche lei aveva qualche idea... Tante idee...

"Chissà... In effetti potrebbe essere qualsiasi cosa..."

Ryu abbaiò piano, menmtre correva al suo fianco. La conosceva. Cinque mesi non erano abbastanza per dire di conoscersi da una vita, ma non erano neanche così pochi. E in quel lasso di tempo, il cucciolo aveva imparato che la curiosità della sua metà, se male indirizzata, proprio come la sua, poteva diventare dannosa. Il suo suono doveva riportarla con i piedi per terra. Ordini. Ricorda. Se solo avesse potuto fare quei versi strani che gli umani sembravano capire così bene.

Yuki guardò Ryu preoccupata. Aveva richiesto la sua attenzione e, per un secondo, lei pensò si fosse fatto male o che avesse percepito qualcosa che a lei era sfuggito. Ma non era così. Rassicuratasi, pertanto, che il suo compagno stesse bene, ritornò ad ascoltare Maasaki. Ryu non era per niente contento. Non l'aveva compreso. E bruciava. Bruciava davvero. Si allontanò un poco da lei. Era arrabbiato, anche se poco prima era davvero felice di correre di nuovo nella sua amata foresta. Ma i cani non erano come gli umani. E Ryu più di tutti, in quanto mezzo lupo, era uno degli animali più volubili e selvaggi. Gli sarebbe passata presto, certo. Ma per ora era meglio mantenere le distanze. Soprattutto quando la sua metà lo sdegnava per un altro. Amici, compagni... Come no. Aveva il sospetto che quegli umani gliela volessero portare via. Ma, a costo di attaccarli e far arrabbiare lei, non l'avrebbe mai permesso. Mai.

Yuki si accorse a malapena del cattivo umore del lupetto grigio. E anche quando lui, accelerando, la distanziò, la ragazza non diede alla cosa molto peso. La sua mente stava ordinando le parole per rispondere ad una domanda di Maasaki, che, in tutta onestà, l'aveva colta decisamente di sorpresa. Da quanto tempo erano ninja? Non era una nozione fondamentale ai fini della missione. Ma Yuki voleva parlare. Aveva bisogno di chiacchierare. Non era una persona solitaria, anche se era quasi sempre da sola. E con le persone giuste amava parlare. Ma di persone giuste non se ne trovavano molte. Riassettòp dunque la sua mente e cominciò.

"Sono ninja da circa cinque, sei mesi. Ma da allora non ho preso parte a nessuna missione. Non mi sentivo molto pronta direi. E' difficile da spiegare... Ma avevo bisogno di un pò di tempo per me e Ryu."

Fece un sospiro. Non era così facile come avrebbe creduto. Eppure era una domanda semplice. Se fosse stata suo fratello sicuramente avrebbe fatto meglio. Ma lei era Yuki, il piccolo corvo, e conversare con degli sconosciuti a volte era la cosa più difficile che potesse fare. Ma volle sforzarsi. Era una genin santo cielo. Aveva resisitito una notte intera nella foresta. Aveva cacciato. Aveva combattuto e aveva assistito alla morte. Una semplice conversazione non poteva bloccarla così.

"Voi da quanto tempo siete Genin? Avete già affrontato altri incarichi? Siete mai stati a Suna? E' davvero così afosa come è scritto sui libri?"


Le domande le uscirono dalla bocca come un fiume in piena. Il nervosismo le aveva giocato un brutto scherzo. Non voleva essere petulante, ma una volta fatta la prima, non riuscì proprio a fermarsi. Che vergogna! Yuki avrebbe voluto sotterrarsi. Che avrebbero pensato adesso di lei? Che era sciocca sì. Come potevano pensare altrimenti. Il viso divenne rosso. Così rosso che era impossibile non notarlo, e con esso non accorgersi del suo evidente imbarazzo per quella raffica mal riuscita di parole. Inciampò di nuovo. Il viso le si fece più rosso. Le orecchie fecero compagnia al rossore generale. Quanto avrebbe voluto già essere a Suna in quel momento.

*.*.*.*.*.*.*.*.*.*.*

L'ambiente era cambiato. Il deserto si era fatto strada e la foresta, invece, aveva diciso di ritirarsi.

Ryu aveva sbollito la rabbia per essere stato ignorato e tornò al fianco della sua giovane amica. Anche perchè era talmente stanco che mantenere l'andatura veloce di prima era quasi un suicidio. Il caldo era per lui e la sua pelliccia una cosa insopportabile. E poi non era abituato a muoversi così a lungo. Yuki, stanca anche lei, si accorse delle fatiche del suo compagno. Aveva la lingua di fuori e ogni suo passo sembrava costargli una fatica enorme. Caldo, faceva troppo caldo. Il sole le scottava la pelle. Il suo incarnato pallido non le era d'aiuto. Aveva cominciato a sudare. Avrebbe voluto svestirsi e rimanere in intimo, ma sapeva bene che se l'avesse fatto, il sole avrebbe avuto conseguenze peggiori. Rallentò il passo quanto le fosse permesso senza distanziare troppo gli altri. La sabbia aggiungeva fatica e lentezza ai suo movimenti già torpidi. La fortuna era che non era così alta o pesante da sprofondare ad ogni passo. Ma non era facile comunque. Anzi. La sabbia era caparbia. Una trappola opprimente per coloro che non vi erano abituati.

Ryu era molto più in difficoltà di lei. La pelliccia tratteneva i granelli di sabbia e appesanivano il povero cane-lupo. Come se non bastasse quel caldo maledetto. Yuki voleva alleviare la fatica della sua metà, ma non sapeva proprio come fare. Trasportarlo per il percorso restante non le sembrava una grande idea. Anche lei era stanca e lui non era più leggero come prima. Ma era la sua metà e non l'avrebbe lasciata indietro. Per nessuna ragione al mondo. Assolutamente no.

Si avvicinò al lupetto, che ormai arrancava, allungò le braccia e lo prese come meglio potè. Il cane scottava e aggiungeva altro calore a quello del deserto, già di per sè insopportabile. Ma Yuki aveva volontà. Molta. Ed era estremamente testarda. Non si sarebbe fermata finchè non le avessero detto di farlo, non fosse svenuta o non fosse morta. Mantennè il passo. Sudò ancora e ancora. Le braccia cominciarono a intorpidirsi. Ma era determinata. E su questa determinazione era concentrata, mentre pregava di arrivare il più presto possibile al traguardo.
 
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