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Narrato
(Pensato)
Parlato Yuki
Parlato Ayako (madre)
Parlato Eichiru (padre)
Parlato Eichi (fratello)
Ryu si era alzato di buon'ora e soprattutto di buon umore. Da qualche giorno, da quando la sua metà aveva gridato nel sonno, come faceva lui qualche volta, lo lasciavano dormire con lei. Senza sgridarlo. Era strano. L'umana grande si lamentava sempre della sua presenza in casa. E ora niente. Tutto tranquillo. Beh, meglio così. Girovagò per casa per un pò, zampettando da una stanza all'altra, un piano dopo l'altro. Raggiunse la porta della cucina. Così la chiamava Yuki. No... Era porta-finestra o qualcosa del genere. Stupide abitudini umane di dare un nome complicato a tutto. Saltò per raggiungere la maniglia con le fauci. Vi si avvinghiò e con il suo peso riuscì ad azionare quello strano meccanismo che avrebbe liberato il passaggio. Una ventata di aria fresca invase la stanza. Il suo tartufo pizzicava. La brina si stava scongelando al sole appena sorto e l'erba aveva un profumo forte e vivo. Iniziò a correre felice per il giardino. Fece un giro, due giri, tre attorno alla casa. Poi andò verso il capanno caldo e comodo degli altri cani. Erano in tre. Tutti maschi e tutti più grandi. Non ricordava i loro nomi. L'unico che importava era Yuki. Gli altri erano superflui. Erano svegli quando era arrivato. L'umano grande e forte, il capofamiglia, era lì con loro.
"Ryu. Ti sei svegliato presto eh?"Con arroganza l'umano gli passò la mano sul capo. A lui non piaceva essere toccato. Da nessuno, eccetto la sua metà. Cominciò a ringhiare sommessamente. I due compagni, enormi e addestrati da anni, lo guardarono storto.
"Scusa, scusa. Non ti piace essere toccato se non è Yuki vero?"L'uomo sorrise.
"Avete ancora tanto da imparare, eppure siete già consapevoli di appartenervi in un modo speciale. La gioventù... Meglio così. Almeno so che la proteggerai."L'umano tirò fuori dalla tasca una lettera. Aveva un odore di chiuso e inchiostro e sebo. Non era della persona che aveva di fronte. Era di qualcun altro. Ryu parve confuso.
"Da questa a Yuki. Su, corri a svegliarla!"L'uomo pose la lettera davanti il cucciolo, che la fissava di traverso. Prendere quella cosa in bocca non sembrava riempirlo di gioia. Chissà di che sapeva quella robaccia. Però sembrava importante, ed era per la sua metà... La palla di pelo grigia si fece coraggio. Prese quella cosa tra i denti e corse nella loro tana. La soffitta. Così la chiamavano. Era una cosa orrenda. Sapeva di... qualcosa di cattivo. Il letto. Eccolo finalmente. Fece un balzo e, con la grazia di un sasso in uno stagno, si buttò sulla ragazza.
"Ahio!"Yuki mugugnò arrabbiata. Qualcosa di peloso aveva appena interrotto il suo sonno. A volte odiava davvero il suo amico eterocromatico.
"Che c'è?"Disse spazientita al cane, che non accennava a smettere di muoversi nel letto.
"Sono sveglia!"Ryu intercettò la sua faccia e lasciò cadere qualcosa di umido e appiccicaticcio.
"Ma che?! Una lettera! Ma è tutta sbavata! Che schifo."Ryu la fissava scodinzolando. Perchè ancora non la apriva e ne decifrava il codice? Lui non lo capiva, ma lei sì. Leggi. Leggi.
"Ok, la apro, la apro. Ma adesso sta fermo."
In tutta risposta il cane le si sedette sul petto, togliendole per un attimo il respiro.
"Cof... Non sono una sedia Ryu."La giovane genin aprì la busta e ne trasse il contenuto. Spiegò il foglio e vi gettò un'occhiata. Si dovette strofinare gli occhi un paio di volte prima di mettere a fuoco. La luce che arrivava dalla finestra era ancora fioca e lei era ancora così assonnata.
"E' una missione."Yuki era sbalordita. L'avevano convocata per una missione. Era felice, triste, aveva paura, era euforica? Non lo capiva neanche lei. La sua prima missione. Forse era proprio quello che ci voleva. Dopo la foresta, il periodo di bambagia più totale e l'incubo che l'aveva stravolta qualche giorno prima, forse l'avrebbe aiutata. Mettersi in moto l'aiutava sempre.
"Hai sentito Ryu. Andiamo in missione."Scaraventò le coperte di lato, arrotolandoci il cucciolone grigio. Fece un risolino beffardo diretto alla bestiola, impegnato a fuggire da quella trappola maledetta, e si buttò giù per le scale.
Quando arrivò in cucina sua madre stava cominciando a preparare la colazione. Sbadigliava nella sua vestaglia viola, mentre con una spatolina cominciava a versare l'impasto per le frittelle in una padella.
"Yuki sei già in piedi?""Sì. Mi hanno convocato."La madre quasi si strozzò con il suo stesso ossigeno. Tossì un paio di volte. Si girò verso la figlia. Poi verso la padella. Ora non era più assonnata.
"Stai attenta.""Tutto qui?"La dodicenne rimase un pò delusa dalla reazione della madre. Si aspettava le solite frecciatine dettate dall'orgoglio o un discorso infinito su come non doveva deludere le aspettative e non doveva fare niente di quello che di solito avrebbe fatto lei. Invece, niente.
"Sì. Perchè non ti vai a lavare, mentre preparo?""D'accordo."Yuki si girò e si diresse al piano di sopra. Questo non era normale. Sua madre era strana. Da quando aveva fatto quel sogno era come se quella donna, che conosceva da una vita, non sembrava più lei. Era assorta nei suoi pensieri, scalino dopo scalino. E avrebbe continuato ad esserlo se suo fratello non l'avesse quasi scaraventata giù.
"Ehi! Ma che fai?""Yuki? Non è un pò troppo presto. E' l'alba."Disse Eichi sbadigliando. I capelli sempre perfetti e in piega. La figura statuaria. Ma come diavolo faceva?
"Sembra che mi abbiano chiamato in missione. Ryu mi ha portato questa."Mostrò la lettera al fratello.
"Si vede. E' tutta sbavata."Rise di gusto, mentre poggiava una mano sulla spalla della sorella.
"Vedrai che andrai alla grande."Poi la superò è sparì al piano di sotto.
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Aveva fatto un bagno lunghissimo, immersa nell'acqua calda e fumante. Aveva tempo prima dell'appuntamento che le era stato dato, come scritto sulla lettera. Perciò se la prese comoda. Si strofinò bene i lunghi capelli e li pettinò con cura. Stava diventando un compito difficile. Ormai le erano arrivati al sedere. Forse era giunto il momento di tagliarli. Ma separarsi dalla sua folta chioma dopo tutto quel tempo, le sembrava quasi un delitto. Poi uscì dalla vasca e si gettò addosso una secchiata di acqua fredda. Gelata come piaceva a lei. Prese l'asciugamano morbida e pulita che la stava aspettando e ci si avvolse completamente. Uscì dal bagno e si diresse in camera sua.
Per asciugare i capelli le ci sarebbe voluto troppo tempo. Così non aspettò. Li pettino e li sistemò in una lunga treccia nera, zuppa e pesante. Scelse poi dei vestiti comodi. Una maglia in cotone bianca e dei pantaloncini viola. Prima di infilarseli, coprì le gambe con un paio di morbide calze nere un pò trasparenti, ma non del tutto. Si infilò degli scarponcini e comicniò ad armeggiare con l'equipaggiamento. Prese i vari borselli contenenti i kunai e gli spiedi. Poi, con molta cura, srotolò Karasu no Tsubasa e Kuroi Hane dal tessuto che li copriva. Quel giorno, spada e fodero l'avrebbero accompagnata in battaglia. Era la prima volta che avrebbe avuto l'occasione di usare la katana. La cosa la rendeva quasi euforica. Provare un'arma nuova in battaglia, capire come usarla, come gestirla era una prerogativa dei guerrieri. Come lei.
Quando fu pronta, ritornò in cucina. Sua madre evitava il suo sguardo. Suo padre era già andato via da un pezzo. Suo fratello, sempre perfetto, stava spazzolando via le briciole dal suo piatto. Si sedette e cominciò a mangiare anche lei. Nessuno le avrebbe detto più nulla ormai. Ne era sicura. Si era seduta armata di tutto punto a tavola, ma nessuno la degnava d attenzione. C'era decisamente qualcosa che non andava. I suoi occhi verdi lampeggiarono.Non era quello il momento di indagare. Mangiò e salutò. Il fratello mugugnò una sorta di risposta, mentre spariva. La madre la fissò un attimo. Poi cercò di sorridere e la lasciò.
Ryu era fuori in giardino ad attenderla. Mordicchiava contento un osso. I rimasugli della sua colazione. Lo lasciò cadere a terra non appena percepì i passi della sua umana.
"Sei pronto?"Il cane grigio abbaiò felice.
"Che ne dici di vedere chi arriva primo?"La giovane lanciò un'occhiata di sfida al suo amico. Ormai sfidarsi era parte della loro routine. Cominciò a correre e Ryu con lei.
Le strade si stavano popolando. La vita lentamente invadeva il villaggio. C'era gente che si dirigeva al distretto commerciale, ragazzini che andavano all'accademia e ninja che iniziavano i loro compiti giornalieri. C'era anche chi, tra un passo e l'altro, si fermava ad ammirare degli strani manifesti. Ultimamente avevano invaso le strade, ma a Yuki non interessava. Aveva semplicemente evitato di leggerli. Non lo riteneva importante. Soprattutto mentre correva contro Ryu. Proprio in vista del loro traguardo. Le porte della città. C'era qià qualcuno? Sarebbe andata sola? Che missione doveva affrontare? Yuki non vedeva l'ora di scoprirlo.