Casa di Kyōmei Yūzora

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view post Posted on 2/8/2015, 13:47     +1   -1
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Quando Yu scelse quella casa, lo fece con la chiara intenzione di trovare un luogo in cui non dovesse vivere solamente lui, ma anche gli altri membri della sua famiglia. Non aveva idea se sarebbe mai riuscito a trovarli tutti, così come non sapeva se, magari, alcuni di loro, fossero riusciti a farsi adottare da una buona famiglia che si occupasse di loro. Tuttavia, a scanso di equivoci, preferì andare su di un’abitazione di media grandezza: una famigliare, come si suol dire. Le sue finanze normalmente non gli avrebbero mai permesso un acquisto simile, ma evidentemente qualche Kami aveva ascoltato la sua richiesta perché il prezzo di una delle case in questione, venne abbassato di botto raggiungendo tetti accessibili anche alle sue tasche. Erano corse voci che quella costruzione fosse infestata dagli spettri, fantasmi causati da un omicidio avvenuto proprio lì, ma sapete una cosa? Da quando Yu prese possesso di quel villino, non vi fu mai una manifestazione di quel genere. Almeno non che il Rosso le abbia viste.
La casa era abbastanza grande da poter ospitare fino a tre o quattro persone. Posizionata fuori dal centro, ma comunque entro le mura del villaggio, esternamente era come qualsiasi altra abitazione di Kiri. Una casa di legno, con una base di sassi lastricati che salivano sulle pareti per circa un metro. Il tetto spiovente, copriva anche una piccola veranda all’entrata, preceduta da un paio di scalini e delimitata da una ringhiera in legno. Non era ampissimo quello spazio, ma bastava per permettere ad un tavolino e a tre o quattro sedie, di starci comodamente. L’interno, non era il massimo della modernità, però si presentava piuttosto accogliente. Il caminetto in salotto, con il fuoco scoppiettante, davanti al quale stavano un divano amaranto e due poltrone del medesimo colore, con un basso tavolinetto in mezzo, dava un senso di calore e casa. Così come la cucina rustica, comunicante col soggiorno. Separata dalla zona giorno, c’era l’area notte con tre camere, di cui solamente la più piccola occupata, e due bagni, ma di questi Yu ne utilizzava uno soltanto.
Era una casa abbastanza grande da farlo sentire un po’ solo alle volte, ma in futuro, probabilmente, quelle camere in surplus e quel bagno in disuso, sarebbero stati utilizzati e riempiti dal chiasso dei suoi fratelli, quindi andava decisamente bene così.



Edited by Lucifergirl88 - 17/1/2016, 14:41
 
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view post Posted on 3/8/2015, 20:21     +1   -1
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La sveglia strappò Yu dal sonno violentemente quella mattina. Dormiva così bene che, quando quel suono fastidioso si frappose tra lui e i suoi onirici desideri, sobbalzò sul letto mentre la mano sbattè con forza sul comodino, laddove avrebbe dovuto trovarsi quell’aggeggio infernale. Tasto più e più volte ad occhi chiusi sulla superfice lignea senza però riuscire a trovare il proprio obiettivo, finchè non fu costretto a guardare nella penombra rischiarata dai primi pallidi raggi dell’alba che riuscivano a filtrare attraverso i balconi della camera. Anche se ancora assonnato, realizzò ben presto che la sveglia non era sul comò, mentre il suo suono continuava imperterrito a trapanargli i timpani. Perché diamine quell’affare non era al suo posto..? Di solito la sistemava lì proprio per poterla spegnere rapidamente, doveva esserci un motivo valido che spiegasse la cosa ma, forse a causa dei fumi del sonno, non riusciva ad afferrarlo.
Borbottò qualcosa di sconnesso, strisciando fuori dalle coltri e rabbrividendo nell’attimo stesso in cui i piedi nudi entrarono in contatto col pavimento gelido. Fu allora, mentre scacciava la pelle d’oca dal proprio corpo, che ricordò il motivo per cui la sera prima aveva spostato la sveglia lontano dal letto. Lo stesso che lo aveva portato ad andare a dormire con solo un paio di pantaloni da tuta, in modo che non appena fosse uscito da sotto le coperte il freddo gli desse una bella svegliata.


Ma certo…Oggi è Il giorno!

Non poteva permettersi di fare tardi proprio la mattina che aveva deciso di andare a tentare l’ingresso al Clan. Ecco perché aveva preso quelle piccole accortezze, atte tutte a farlo alzare dal letto e svegliare in fretta.
Senza perdere altro tempo, Yu seguì il suono della sveglia trovandola nei pressi della finestra. La spense, mettendo finalmente fine al supplizio di quel trillo, ed aprì finestra e balconi respirando a pieni polmoni l’aria satura d’umidità di Kiri. La nebbia era bellissima di prima mattina, riluceva di miriadi di goccioline mentre il sole nascosto dalla bruma l’accarezzava coi suoi raggi. Davvero un bello spettacolo ma…quel giorno non aveva proprio tempo per perdersi in simili sciocchezze!
Richiuse la finestra e si diresse in fretta e furia a fare una doccia, finita la quale indossò i suoi abiti usuali, quelli con cui si sentiva più a suo agio. Infine si allacciò alla fronte l’oggetto che si era guadagnato dopo anni di studio all’Accademia: il coprifronte di Kiri.
Sorridendo furbo e soddisfatto al proprio riflesso nello specchio, salutò il nuovo sé stesso concedendosi solamente ancora pochi minuti per consumare una rapida colazione prima di agguantare Kenmaki, sistemandoselo sulla schiena, e lanciarsi letteralmente fuori dalla porta, armato della tenacia e dell’ambizione necessarie a raggiungere i propri scopi.



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view post Posted on 7/11/2015, 15:32     +1   -1
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Giunse nella zona residenziale passando uno dei tanti ponti che collegavano le isole di cui era costituito il Villaggio. A casa ovviamente non lo aspettava nessuno, ma quel giorno in particolare la cosa non lo disturbava granchè. Con l’entrata nel Gruppo Awa, sentiva di aver trovato un’altra famiglia…Ce n’era voluto perché lo capisse!
Namine si era dovuta infuriare, proprio come Kai quattro anni prima, ma alla fine tutto gli era divenuto chiaro. Lui, infondo, consciamente aveva sempre ritenuto i clan luoghi in cui crescere assieme ad altri e condividere le proprie e le altrui esperienze. Culle in cui i ninja collaboravano ed erano accomunati da qualcosa che andava oltre un legame di sangue. Nonostante questo però, nonostante la cosa fosse pressoché palese, non era mai arrivato alla conclusione finale, direttamente collegata a questi concetti. Ovvero che, in fin dei conti, un clan - o un gruppo - era qualcosa di molto simile ad una famiglia. Era stato cieco ancora una volta, e di nuovo qualcuno lo aveva tirato fuori dalle tenebre. Speriamo per l’ultima volta.
Camminando nella nebbia con passo sicuro, Yu giunse infine a casa. Diede una rapida controllata che all’esterno tutto fosse come lo aveva lasciato, quindi togliendosi i sandali impantanati entrò richiudendosi la porta alle spalle.


Mi ero ripromesso di fare un bagno al molo per festeggiare, ma il mattino è troppo trafficato da quelle parti.
Aspetterò stasera.


A piedi scalzi, camminò sul legno che costituiva il pavimento dirigendosi con passo sicuro in cucina. Se non ricordava male, doveva esserci ancora qualche porzione di quelle schifezze istantanee. Non erano granché, ma sarebbero bastate per riempirgli il buco che aveva nello stomaco. Frugò con poca grazia nei pensili e, tra le varie cose, riuscì ad individuarne una. Senza nemmeno guardare a che gusto fosse se la preparò, concedendosi tre minuti di pranzo rapido che terminò con il Rosso che si gettava sul letto con una mela tra i denti.
Osservò il soffitto per un po’, metabolizzando per bene gli ultimi eventi, quindi spostò lo sguardo sull’Hakanai e il contenitore in bambù che aveva lasciato appoggiati sul comodino.
Sarebbe stata buona cosa andare ad allenarsi un po’.
In fondo non aveva nulla da fare quel giorno e gli incarichi dal Villaggio non si vedevano nemmeno col binocolo, quindi perché no? Aveva appena imparato ad utilizzare le tecniche dal clan, non si poteva dire che fosse un esperto, quindi un po’ di pratica non gli avrebbe fatto male di certo.
Fu così che, prima di cambiare idea, il genin ingurgitò rapidamente la mela uscendo di nuovo di casa per dirigersi ai campi d’allenamento. Rientrò solamente a notte inoltrata, stanco ma soddisfatto di quella lunga giornata.


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Edited by Lucifergirl88 - 9/11/2015, 20:26
 
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view post Posted on 6/1/2016, 11:06     +1   -1
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Yu rincasò che aveva appena iniziato ad albeggiare. Dopo aver salutato Urako fuori dal Palazzo del Mizukage, si era subito messo in cammino verso l’abitazione, mani in tasca e naso infilato nel bavero della casacca. Aveva passato praticamente l’intero giorno precedente all’aperto, sentiva il freddo e l’umido gelargli le ossa e penetrargli le membra come aghi appuntiti. Non vedeva l’ora di buttarsi sotto uno scroscio d’acqua calda e di infilarsi sotto le coltri per almeno una decina d’ore di sonno. Ah e non dimentichiamoci il cibo! Lo stomaco iniziava seriamente a protestare in maniera allarmante, quando rimise piede nella propria abitazione. Per quanto non ci fosse nessuno ad attenderlo, era proprio il caso di dire “Casa, dolce Casa.”
Con il passo strascicato, accese il caminetto per portarsi poi verso il bagno poggiando alla rinfusa, un po’ qui e un po’ lì, l’equipaggiamento ninja che si era portato dietro. Ebbe cura solamente per Kenmaki e per l’Hakanai, con relativo contenitore, che ripose accanto al letto, prima di infilarsi rapidamente in bagno. Fu un piacere sentire scorrere l’acqua calda sul corpo, portandosi via gelo, tensione e…Kami tutto quello sporco! Non credeva di aver raccolto così tanta sporcizia trasformandosi in cane, ma il colore torbido dell’acqua, tendente al marroncino, diceva esattamente il contrario. Vide cadere anche dei residui di bastoncini ed erba, resti di ciò che gli era rimasto impigliato nel pelo e, quindi, nei suoi capelli.
Quando uscì dalla doccia, si sentiva un altro. La stanchezza era ancora lì e non se ne sarebbe andata prima di una bella dormita, ma decisamente stava meglio di prima. Avvolto in un accappatoio, ed accompagnato dall’allegro scoppiettare del fuoco, si costrinse ad andare a prepararsi qualcosa…Qualcosa di veloce. Decise per un Ramen istantaneo che ingurgitò quasi senza sentirne il sapore.


E adesso…Beh adesso dormo. Non ce la faccio proprio più. Ad andare in biblioteca ci penserò domani.

Ora che ci faceva caso, aveva anche dei libri da riconsegnare. Li osservò impilati, lì sul comodino, mentre si toglieva l’accappatoio per infilarsi un paio di pantaloni della tuta. In teoria il tempo per riconsegnarli non era scaduto, ma li aveva finiti ormai.
Ficcarsi sotto le coltri, mentre i primi raggi di sole si infiltravano dalle fessure dei balconi, lo fece sorridere stancamente: sembrava un vampiro. Tutti in quel momento si stavano alzando per andare a svolgere le proprie mansioni o all’Accademia, mentre lui se ne andava a dormire. Era davvero un controsenso, ma si sentiva talmente stanco che quel raggio di sole non gli impedì di prendere sonno in poco tempo.
Quando riaprì gli occhi, costretto più che altro dall’orologio biologico del suo maledetto stomaco, era già primo pomeriggio. Si era dimenticato di mettere la sveglia quella mattina quando era rincasato, ma…non se ne pentì affatto. Il marchingegno infernale col suo suono distorto l’avrebbe sicuramente fatto svegliare di malumore. Invece, così, Yu si alzò davvero ben disposto. La spossatezza era stata divorata da Morfeo, tanto che il Genin si alzò senza tante storie aprendo i balconi su di una Kiri già in fermento.
Dopo una colazione che aveva più la parvenza di un pranzo, si costrinse a rimettere a posto il disastro lasciato quando era rientrato dalla missione, quindi raccolse armi e libri e si avviò verso la biblioteca del Villaggio. Aveva tutta l’intenzione di scoprire che razza di tecnica fosse quella utilizzata dalla bambina per far comparire quell’insetto corazzato enorme!


Non so bene come spiegare che cosa mi serva, ma…ritengo che, se mostrassi a Kasumi i sigilli della tecnica in questione, mi potrebbe aiutare. Conosce i libri della biblioteca a menadito, quella lì!


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Edited by Lucifergirl88 - 8/1/2016, 15:53
 
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view post Posted on 6/2/2016, 21:11     +1   -1
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Quando Yu rincasò, era decisamente stanchissimo. Dopo tutto quello che era successo quel giorno era normale, infondo. Aveva perso il conto delle volte che aveva ripetuto a voce, o mentalmente, gli eventi che lo avevano portato alla scoperta di ciò che era accaduto a Kai e, di conseguenza, dell’esistenza di quel gruppo di criminali che rapivano gli orfani per farne chissà cosa. Se ci ripensava, tutto sembrava ancora così irreale: fino a quella mattina…anzi, fino alla sera prima - quella mattina aveva dormito come un sasso perché era appena tornato dalla missione con Urako ad orari indecenti – la sua realtà comprendeva il fatto che suo fratello e tutti gli altri fossero da qualche parte lì a Kiri. L’idea che potesse essere capitato qualcosa di male ad alcuni di loro era solamente un’ombra sfocata e, comunque, mai le spire di quella presenza si erano avvicinate a Kai, non a lui diamine! Era uno Yuki! Adesso invece…adesso sapeva che proprio lui, quello a cui teneva di più in assoluto, era inguaiato fino al collo da diversi anni. Assurdo.
Assurdoassurdoassurdo! Era tutto dannatamente assurdo!
Si lasciò cadere malamente sul divano, recuperando dal borsello il bigliettino con la richiesta d’aiuto che Kai aveva scritto il giorno del suo rapimento. Come avesse intenzione di recapitarglielo, poi, dall’isola di Ai, solamente lui lo sapeva. Forse con un messaggio in bottiglia…conoscendolo ne sarebbe stato capace. Osservò a lungo quelle scritte tremolanti, l’inchiostro sbavato, i kanji rovinati, la firma tremendamente leggibile.

CITAZIONE

Aiutami.

Kai.


Alla fine gli occhi, a furia di fissare, iniziarono a bruciare, gridando pietà e il ragazzo fu costretto a distogliere lo sguardo. Sicuramente era per quello, giusto? Non per le lacrime che avevano ricominciato a rigargli le guance. Quelle le avrebbe tolte subito, tra un secondo…Infondo, si era ripromesso di non piangere più: se lo avesse fatto ancora, suo fratello lo avrebbe preso in giro e poi le lacrime non lo avrebbero certamente aiutato a ritrovarlo. Si passò il braccio sul volto, rialzandosi, e si diresse in camera allo specchio sopra la scrivania. C’erano un certo numero di biglietti in un angolino in alto.
“Chiudi le porte prima di uscire.”
“Spegni il caminetto.”
“Non andare a letto senza niente nello stomaco, Baka!”
E molti altri, alcuni più stupidi, altri meno. Ormai non li leggeva nemmeno più, ma saperli lì gli dava una sicurezza in più. Per questo appese alla cornice dello specchio anche quello scritto da Kai. Lo infilò con cura nella fessura tra il legno e la lastra riflettente, nell’angolo libero, in modo che fosse più visibile. Non temeva certo di dimenticarsi di cosa aveva ripromesso di fare. Ma saperlo lì rinforzava quella promessa. Lo avrebbe visto ogni mattina. Ogni giorno avrebbe agito al fine di raggiungere il quell’obiettivo. Si sarebbe allenato, in attesa che da parte delle autorità giungesse qualche notizia in merito e alla fine…

Alla fine sarebbe andato a salvare Kai.
Questo era certo.


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Edited by Lucifergirl88 - 13/3/2016, 15:24
 
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view post Posted on 13/4/2016, 17:45     +1   -1
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Quando Yu rientrò a casa dopo i giorni passati all’Hikisaku in compagnia di Namine e degli altri membri del Gruppo, la sua abitazione era tutto fuorchè abitabile. Incredibile come bastasse così poco tempo perché tutto venisse ricoperto da uno strato sudicio di polvere…e il Rosso non era uno che tenesse particolarmente alla pulizia di casa, eh. Quindi, se se ne lamentava persino lui, la cosa era parecchio preoccupante.
Ad aggiungersi al pulviscolo grigiastro che si era appollaiato un po’ ovunque, c’era il cibo andato a male nel frigo. Quello sì era un problema! Restare senza cibo commestibile non era per nulla consigliabile, e c’era da dire che, con la scusa delle missioni, a volte stando via qualche giorno, le pietanze, come dire…“sfuggivano” e inevitabilmente si guastavano. Era per questo che di solito Yu aveva una buona dose di cibo precotto in dispensa, tuttavia non poteva vivere solamente di quello, no?
Quindi, come prima cosa, riappropriatosi della propria casa, decise di dare una ripulita generale. A prima vista, le prigioni di Kiri erano più pulite di quelle stanze, quindi si mise di buona lena per togliere i residui di quei giorni in cui la casa era stata lasciata a sé stessa.
Fece la polvere, lucidò i pavimenti, mise le coperte a prendere aria e passò lo straccio, da brava massaia, con tanto di fazzoletto sul volto perché la polvere era davvero fastidiosa per un naso fine come il suo. Una volta terminato di sistemare il peggio, ripulì il frigo delle pietanze andate a male, recandosi quindi al mercato per recuperare quanto mancava. Il caos generato dal torneo Chunin non gli agevolò il compito, ma ebbe comunque la fortuna di trovare qualche buona offerta.

Incredibile ma vero, occuparsi della casa era quasi più stancante che fare il lavoro da Shinobi. Che poi era stato stupido, poteva chiedere una mano a Gamakichi e Gamatatsu…Na, forse era meglio di no. Se voleva che la casa rimanesse intera, era il caso che si arrangiasse.
Comunque, una volta che tutto fu a suo posto, fu un vero e proprio piacere sedersi sul divano davanti al caminetto con un buon libro. Quel mattino, dopo aver ricevuto il benestare di Kasumi ed in seguito al fortuito incontro con Hikari, aveva finalmente deciso che, il giorno seguente, sarebbe andato sull’Isola di Ai per cercare informazioni sulla scomparsa di Kai e recuperare i suoi effetti personali. Ma prima di fare questo, aveva un’altra prova da affrontare. Erano giorni che non si addentrava nel parco, precisamente da quando si era scontrato con Shizuka e l’uomo con la falce: era ora di prendere il coraggio a due mani ed affrontare quei fantasmi una volta per tutte! Sennò figuriamoci se avrebbe retto all’andare nel luogo in cui suo fratello era stato rapito. Erano entrambe cose che andavano fatte, se non per un vero e proprio fine, almeno per sé stesso, per dimostrarsi di aver davvero riconquistato la fiducia nelle proprie capacità che in quell’ultimo periodo aveva vacillato.
Anche quelli erano passi, piccoli passi che, prima o poi, l’avrebbero condotto da Kai.


L’importante è muoversi giusto?
L’importante è non restare immobili.


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Edited by Lucifergirl88 - 1/5/2016, 14:14
 
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