GDROFF///Continua da
Qui///GDR ON
Stranamente la discesa fu molto più facile della salita, sopratutto più veloce. All'inizio era ruzzolato giù qualche volta probabilmente per la mia impazienza di tornare dai miei compagni ma mi era sempre stato insegnato che un ninja senza pazienza era un ninja morto. Per cui cercai di calmarmi e cercai di scendere senza troppa irruenza. Tenni gli occhi ben fissi sull'obbiettivo, ovvero lo stretto roccioso di prima, a cui volevo tornare il prima possibile come i bambini vogliono bramano di tornare a casa. No, non era il luogo che volevo rivedere ma i miei compagni, sani e salvi. Il vento sembrava essere oramai diventato mio alleato ed amico. Prima mi aveva alzato in cielo, come un vincitore che viene lanciato in aria dai suoi alleati, mentre ora mi spingeva con forza ma senza farmi male. Come un fratello che ti spinge a migliorare e ad andare più veloce.
Sentì i gradini di roccia scorrere molto velocemente sotto i miei piedi, le nuvole sembravano scostarsi al mio passaggio come se finalmente riconoscessero il mio valore, come se davvero fossi diventato l'Imperatore della montagna. Il corpo mi faceva ancora male, sopratutto il braccio che mi ero rotto. Dovevo ancora riprendermi dalla tortura fisica che avevo subito prima ma cercai di non pensarci, non volevo che ciò mi ostacolasse. Finalmente raggiunsi lo stretto tra due rocce che avevo superato per cominciare la fatidica scalata e dopo pochi metri mi ritrovai il posto il cui avevo lasciato i due , in preda ai loro istinti omicidi e pronti a combattere. Stavo per chiamarli ma prima ancora che potessi aprir bocca il grido mi era morto in gola.
Hikari e Ako erano entrambi a terra, svenuti, coperti di sangue e graffi.
"N .. No, accidenti!!" volevo correre verso di loro ma lo sgomento e la paura mi bloccavano. Vidi chiaramente che Hikari era tornato alla sua forma originaria ; era il piccolo cuccioletto di sempre con il pelo bianco e nero. Ako invece aveva le mani pulite. Proprio come aveva promesso non doveva aver ferito mortalmente il cane ninja.
"Una ragazza disposta anche a mettere repentaglio la sua vita pur di rispettare le sue promesse …. " Non potevo permettere che una persona così valorosa morisse . Grazie a quel poco di medicina e anatomia che sapevo, riuscì a percepire il loro battito cardiaco e sentire che ancora respiravano. Tirai un sospiro di sollievo e mi sentì più leggero. Il cuore che prima mi batteva all’impazzata per la paura si calmò. Erano ancora vivi! Evidentemente le loro forze erano alla pari e non erano riusciti a prevalersi a vicenda.
Mi vedevo chiaramente la scenda davanti; Hikari che mosso dall’oscurità attaccava Ako che usava le tecniche proprie del suo villaggio.Mi ripromisi che una volta tornato a casa, con Hikari, avrei imparato le tecniche mediche perché era per quello che ero diventato un ninja ; aiutare gli altri al meglio. Stavo per prendere un lembo della mia maglietta nera e grigia e farne delle bende quando sentì qualcosa. Una voce. Ma non era un sussurro mentale o spirituale come quelli che poco prima mi perseguitavano, era bensì una voce quasi metallica, come se provenisse da un microfono. In effetti quella voce veniva dall’auricolare che ancora avevo nell’orecchio.
"Uao, è incredibile che ce l’abbia ancora" me n’ero completamente scordato e non immaginavo fosse rimasto nel mio orecchio dopo tutto quello che avevo fatto ne tanto meno che fosse ancora attivo. Mi resi conto che era Kitsuen a parlare e provai a dire qualcosa
"Si, emm pronto. Sono qui" parlai un pò ad alta voce per farmi capire meglio
"Tesoro? Cos’è questo tesoro adesso?. Ho conquistato la montagna, toccato il Trono, credo che sia abbastanza no?!" dissi non senza un po’ di rabbia mista ad ironia.
"Ako e il mio compagno sono feriti dovete… " ma per quanto parlassi non sembrava che Kitsuen mi sentisse, o che mi ascoltasse. Sentì altre voci oltre quella dell’esaminatore il quale mi disse che dovevo andarmene. Ed ecco che l’aria divenne nuovamente una mia avversaria. Un vento poderoso ed inaspettato mi colpì a tradimento alzandomi da terra.
"No, aspetta cosa?!? No, non me ne vado " provai ad aggrapparmi a terra ma funzionò solo per una frazione di secondo, dopo di chè non capì più nulla. Il vento ululava furiosamente, come una belva feroce, e mi faceva perdere il senso di equilibrio. Non distinguevo più suoni, odori, sopra e sotto. Il tempo e lo spazio sembravano disgregarsi nel ciclone che si era formato intorno a me. L’ultima cosa che svanì fu però l’immagine dei miei due compagni che ancora giacevano immobili a terra. Loro avevano bisogno di me.
"AKO!! HIKARI!! "Mi risvegliai di colpo con ancora nelle orecchie l’urlo del vento e il mio grido. Era come se mi fossi appena ridestato da un incubo; quando ti allontani in fretta dal pericolo e dalla paura per tornare alla realtà, al sicuro e al caldo nel tuo letto ma per me il vero incubo iniziava in quel momento. Mi resi conto di essere solo, completamente abbandonato a me stesso. Non ero sotto le coperte a Konoha ma in una gabbia di ferro chissà dove. Dopo aver aperto di scatto i miei occhi etero cromatici ma alzai con un unico gesto, in un balzo. La gabbia nel quale mi avevano rinchiuso era piuttosto stretta, riuscivo giusto a girare su me stesso. Mi guardai intorno ma vidi sola buio, oscurità e altre gabbie come quella dove ero io ma vuote. Attraverso le sbarre però riuscì a vedere un flebile luce in lontananza
"EIIIIIIIIIIIIIIIII" gridai facendo un passo. Pessima idea visto che la gabbia oscillò facendomi cadere. Mi rialzai in fretta e capì dall’odore del vuoto e dall’eco che faceva il metallo che dovevo essere appeso sopra il nulla. Come nella montagna, se cadevo probabilmente sarei arrivato al centro della terra. Mi aggrappai saldamente
"EI, DOVE CAVOLO SONO??? " ma soprautto
"DOVE SONO AKO E HIKARI?? HANNO BISOGNO D'AIUO!!!!!" e al diavolo la mia paura del vuoto. Agitai la gabbia e tirai bugni al metallo per far rumore e attirare l'attenzione
"DOVE CAVOLO SIETE?!?!?" sentì una voce in lontananza. Una voce maschile che mi pareva di aver già sentito da qualche parte ma non vedevo nessuno. Vidi invece una tipo vestito di nero, su una piattiaforma. Gli gridai
"EI, DEVI AIUTARE I MIEI AMICI!1 " ma quello non parve far nulla. Dalla rabbia e dalla frustazione di essere ignorato gli sputai contro ma per via del buio totale non vidi se l'avessi beccato oppure no. Urlai di nuovo
"DOVE CAVOLO SIETE!?!?" la furia stava facendo crescere nuovamente il chakra dentro di me. Ero pronto a spezzare quella gabbia con una tecnica se sarebbe stato necessario. Se quegli idioti degli esaminatori non intendevano aiutare Ako e Hikari loa vrei fatto io. Ero pronto a tutto per i miei amici.