地平と目標 - Chihei to Mokuhyō - Orizzonti e Obiettivi, Quest Medico da guerra per Setsuna Hyuga

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view post Posted on 8/4/2015, 22:51     +1   -1
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GdROff//Come di consuetudine lascio al masterato fare il primo post, quindi sentiti libera di presentare il tuo pg nel modo e nelle circostanze che preferisci, l'unica cosa che chiedo è di ruolare verso la fine, la ricezione di un messaggio firmato da Hachi [X] (il capo medico che hai già conosciuto) dove le chiede di passare in ospedale quando si sente pronta ad avvicinarsi a quel mondo.

Per dubbi e qualsiasi altro neanche sto a dirtelo, buon post ssssimo^^ //GdROn
 
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view post Posted on 7/5/2015, 19:53     +1   -1
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La coppia fece una lunga camminata assieme prima di poter giungere alle porte della lussuosa casa di lei. Lui s'era offerto d'accompagnarla sino a casa per aiutarla ad affrontare le scoperte che avevano sconvolto ancora una volta il suo fragile mondo, e lei aveva accettato per non rimanere sola con i suoi cupi pensieri. Parlarono tanto lungo il tragitto, ma non toccarono mai l'argomento scottante: strano a dirsi per una ragazza tanto impulsiva come la bella Setsuna, ma ella era il tipo di ragazza che aveva bisogno di tempo per metabolizzare da sola prima d'affrontare a muso duro il problema.. e il giovane uomo della cadetta lo sapeva bene. Un contrasto netto, quello fra l'arguta impulsività di fronte al pericolo imminente e il lento processo di ragionamenti per ciò che riguardava quel futuro oramai non più suo. Non che lo fosse mai stato, ma ella credeva fermamente nella sua e nell'altrui libertà d'essere e sino a quel momento aveva combattuto per mantenerla tale. Non era un caso che sin da bambina andasse controcorrente, che il suo aspetto e il suo abbigliamento sfrontato cozzasse contro la gentilezza del suo sguardo e l'elegante raffinatezza dei suoi modi. Forse era proprio questo il motivo per cui gli esseri alati del Morondor l'avevano scelta, per questa sua ribellione e per lo spirito di sacrificio che a più riprese aveva mostrato nel corso delle sue esperienze.
Quand'infine arrivano dinnanzi alla cancellata della residenza d'ella, ad attenderla v'era la splendida Kanae Hyuga. Apprensiva come sempre, aveva deciso d'attenderla sulla soglia di casa e assicurarsi che la primogenita - che pareva quasi essere una calamita per il pericolo - stesse bene. Nell'eleganza del suo portamento e nella bellezza che madre natura aveva conservato per lei nonostante non fosse più nel fiore degli anni, osservò entrambi avvicinarsi dalla distanza e quando il suo sguardo incrociò quello dell'uomo della cadetta questo parve quasi esprimere sospetto. Dal canto suo, egli s'accorse di quel sentimento celato dietro lo sguardo impassibile della donna e prima che Setsuna potesse invitarlo ad entrare prese congedo. Persa nelle sue personali preoccupazioni, ella non capì il reale motivo per cui Ryou aveva deciso di tornare alla residenza del clan.. ma lo lasciò comunque andare. Non poteva tenerlo con sé per tutto il tempo, nella speranza ch'egli parlasse con lei o l'aiutasse a superare il momento difficile. Non poteva essere così egoista nei suoi confronti e non avrebbe certo ripetuto l'errore che aveva commesso con il suo bel Kinji. Avrebbe dovuto superare quelle difficoltà da sola, con più maturità dell'ultima volta. Chiuse il cancello alle sue spalle e s'avvicinò con sguardo basso alla soglia di casa. Fu sua madre a prendere parola per prima, mentr'ella avanzava gli ultimi passi che la dividevano dall'entrata di casa.


Stai bene? Ho sentito cos'è successo alla residenza..

Si.. sto bene.. ho bisogno solo di ripulirmi e riposarmi.

Le sue parole erano prive d'enfasi, come se tutta la vitalità che l'aveva contraddistinta fosse stata rinchiusa in un guscio protettivo fatto di cristallo.

Entra, ti preparo un bagno.

L'invitò l'apprensiva madre, che conoscendo la figliola aveva intuito che qualcosa s'era incrinato nel suo animo dopo l'esperienza vissuta. Per troppo tempo lei e Hyosuke avevano tentato di proteggerla da quella realtà improponibile, e adesso che Setsuna ne aveva avuto un assaggio sembrava quasi che potesse spezzarsi da un momento all'altro. Eppure quello che due genitori non potevano sapere era sin dove arrivasse la resistenza di quel fragile scricciolo, che nel mutismo dell'indifferenza stava combattendo. Non sapevano che la primogenita aveva le spalle abbastanza larghe per portare su di esse il peso del mondo.
Mesta superò la soglia - togliendo i sandali poco prima di metter piede sul tatami - e si bloccò a pochi passi di distanza dalla madre che, all'improvvisa domanda della figlia s'immobilizzò sul posto sconcertata.


Okaasan, tu lo ami..? Ami otōsan?

..certo che lo amo! Perché mi fai questa domanda, Setsuna-chan?!

Un lieve rossore parve colorare le gote della donna, ma fortunatamente la primogenita era di spalle e poté solo sentire quella piccola nota di sincera preoccupazione impreziosire le sue parole. Sorrise appena.

Semplice curiosità.

Dunque s'addentrò in casa, pronta a raggiungere la sua camera e preparare le sue cose per il bagno che l'attendeva. Kanae Hyuga rimase interdetta a quella domanda, come se l'avessero messa dinnanzi a un qualcosa di tremendo. Che cosa poteva aver visto la sua Setsuna per spingerla a porre quella domanda apparentemente senza senso logico? Domanda piuttosto ovvia..

(..non tutti sono liberi d'amare. E' questo che ha visto.)



[***]



I giorni successivi all'accaduto li aveva passati a casa, fra allenamenti fisici nel dojo del padre e mentali in camera sua - ovviamente il tutto intervallato da qualche aiuto in casa, e dal tempo trascorso con la sorellina cieca.
Il giorno dopo aveva subito preso a scrivere una lettera all'Hokage, per informarla della sua decisione definitiva di divenire un medico da combattimento. Le motivazioni della scelta erano state molteplici e, secondo il suo punto di vista, convincenti.. come il voler aiutare le persone - cosa che non era stato in grado di fare con il giovane Sohaku, di cui s'era presa la responsabilità - e il non saper sottostare passivamente agli ordini che un ANBU è chimato ad eseguire senza se e senza ma. Ancora si chiedeva come ci riuscisse suo padre: doveva avere un temperamento piuttosto forte, e per questo l'ammirava più di quanto non avesse mai fatto sino a quel momento. Lei sapeva che non sarebbe riuscita. Aveva riconosciuto quel suo limite e aveva scartato l'idea di seguire quella che con molta probabilità si sarebbe rivelata "la strada sbagliata", grazie anche al consiglio della donna più importante della Foglia e dei suoi consiglieri.
Divenire un medico da combattimento sarebbe stato faticoso, poiché avrebbe dovuto continuare a conoscere quello che l'avanzamento della medicina offriva per un miglior benestare della popolazione. E poi, quella strada era lastricata non soltanto di pericoli ma anche e soprattutto di inevitabili morti. Non era per nulla facile, e di certo non lo sarebbe stato per Setsuna che, con la morte, aveva avuto parecchi conflitti. Ma doveva farlo, per quello che secondo lei avrebbe potuto essere un posto migliore. Non sarebbe stata in ospedale come un topo da biblioteca, ma sarebbe scesa sul campo di battaglia com'era sua indole. Avrebbe combattuto per quel mondo che sperava fermamente di veder nascere e prosperare, ma altresì avrebbe potuto aiutare chi sarebbe stato in difficoltà ed evitare episodi come quello ch'ella aveva vissuto col giovane Kiriano - morto fra le sue braccia per mano della sua incapacità.
Era passata più di una settimana dal suo ritorno a casa, e finalmente un uccello messaggero s'appropinquò dall'orizzonte a raggiungere la ragazza dai capelli cobalto. Dovette lasciar perdere il bucato pulito che stava stendendo al sole e aiutare il rapace a trovare un sostegno sul suo braccio per poterle recapitare il messaggio. Quand'ebbe elargito qualche carezza e sfilato la pergamena col plico ufficiale dell'Hokage, l'uccello spalancò le sue ali e volò via. Senza attendere oltre, Setsuna spezzò il sigillo in cera e fece scorrere i suoi occhi bianchi sulle righe del foglio. Hachi Yamanaka, braccio destro dell'Hokage Akane Uchiha, l'aveva appena invitata a raggiungere l'ospedale per cominciare il suo addestramento da medico. Non v'era una scadenza, e nemmeno una data prestabilita: l'uomo le aveva lasciato il tempo per assimilare la notizia e prepararsi nella maniera e nel tempo che desiderava.


(E' molto gentile da parte sua, di solito sono molto più fiscali.. a leggere queste righe sembra una persona piuttosto gentile, ed essendo uno dei consiglieri dell'Hokage saprà sicuramente il fatto suo. Sarà meglio apprendere quanto più possibile da quest'uomo, se voglio eccellere.)

Si ritrovò a pensare, mentre richiudeva la pergamena e s'apprestava di finire di stendere il bucato. Quand'ebbe terminato, tornò in camera e fece per sistemarsi e rinfrescarsi prima di dirigersi all'ospedale che l'aveva accolta dopo l'avvelenamento causato dalla prole del malevolo dio. L'intricato libro sul sistema circolatorio del chakra - costellato di fogli scritti, disegni e prove attitudinali compilate alla bene e meglio - giaceva sulla scrivania, sulla quale aveva passato gli ultimi tempi sotto le mani della giovane aspirante medico.



// E dopo un mese - dico, UN MESE - di fermo spero di tornare alla ribalta con la mia Setsuny. Non credo sia un gran post e sicuramente ho giocato meglio, ma dopo tutta quest'attesa confesso che non è stato facile riprendere. Colpa mia, quindi nulla di preoccupante. Spero vada bene, soprattutto quella cosa della lettera all'Hokage (ricevere una lettera a caso senza una giustificazione non mi sembrava il caso, almeno così sembra che Hachi le abbia scritto perché sa che vuole diventare effettivamente medico). ^^ //
 
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view post Posted on 13/5/2015, 18:44     +1   -1
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A

ppeso al muro coperto di polvere e scurito dal tempo quel diploma faceva ancora la sua figura. Sistemato ad altezza occhi tra la colonna di regole trascritte su pergamena e l'armadietto pieno zeppo di farmaci quel pezzo di carta faceva ancora un certo effetto al suo intestatario che seduto alla sua scrivania di tanto in tanto si soffermava a rileggere quei caratteri dorati.
L'intestazione era un lungo susseguirsi di titoli del genere "Hachi Yamanaka, Medico di Konohagakure e Primario dell'Ospedale Centrale, Specializzato in.." e a seguire vi erano elogi vari sul servizio reso a certificare il valore della carica che ricopriva ormai da diversi anni. Anche se a oggi fissava torvo quel quadretto andava fiero del suo operato rispetto al suo grande fallimento come membro delle squadre speciali Anbu. Era stato davvero una perdita di tempo per un uomo mite come lui eppure il jonin dai lunghi capelli biondi continuava a credere che quel percorso non era stato del tutto inutile, in quelle vesti era riuscito a portare sollievo nella vita del suo Kage, risolto una questione spinosa e punito un uomo a dir poco deplorevole.
Grazie al suo vecchio lavoro aveva conosciuto Akane Uchiha nel profondo, le sue abilità mentali lo avevano portato a scorgere l'angolo più remoto della sua mente, del suo cuore e se ne innamorò perdutamente: grazie agli Anbu e a quell'ultima missione Hachi aveva ripreso a sognare.
Questo fino a pochi giorni prima.

Dieci anni al suo fianco, una guerra combattuta al suo fianco e nulla era riuscito a fargli cambiare idea su quella donna, nulla tranne quanto aveva scoperto quella notte dove il Sandaime aveva preferito una notte di passione con uno straniero piuttosto che aprire i suoi nuovi splendidi occhi e accorgersi di lui; del guerriero indomito che da sempre la proteggeva e la serviva.
Gelosia la chiamano e Hachi pensava di esserne immune.

(Come fa a credere che nessuno sia in grado di reggere una relazione con lei, come fa a non capire che io.. tsk, la prossima volta che manda da me quel demonio glielo rispedisco indietro..)

Non era insolito vederlo in compagnia del pargolo di nome Hikari che fosse per le strade del villaggio, in un chiosco o proprio li nell'ospedale ed erano ormai in molti a domandarsi se il figlio dell'Hokage spuntato dal nulla fosse anche figlio suo data la somiglianza nella chioma e l'assidua compagnia. In realtà era stato incaricato dal capo villaggio, doveva essere il suo mentore, seguirlo nelle sue scelte e aiutarlo a trovare il suo nindo.
Qualcuno poi bussò alla sua porta dissolvendo pensieri e maldicenze.

"Dottore credo sia arrivata la ragazza che ha mandato a chiamare, è giù in accettazione, cosa vuole che faccia?"

"Mh di già? No nulla cara ti ringrazio.. anzi aspetta, tra poco ho da fare il giro in reparto ortopedia e cardiotoracico, ci vorrà un po' quindi portale questo tomo, questo e dove l'ho messo accidenti, ah eccolo. Con questo direi che avrà l'imbarazzo della scelta, porgile i miei saluti e dille che appena posso sono da lei. "

Consegnando tra le braccia dell'infermiera un paio di libri mattonici, qualche fascicolo illustrato e un elenco di veleni e antidoti il capo medico chiese di consegnare il suo messaggio alla giovane Setsuna e prendendo al volo il camice bianco appeso dietro la porta uscì insieme a lei. Usciti nel corridoio i loro passi si divisero e procedendo con estrema calma al piano inferiore la ragazza rischiò diverse volte di inciampare o urtare qualcuno per via della mole di robe che stringeva tra le braccia.
L'ennesima figuraccia la fece proprio in prossimità dell'accettazione dove la Hyuga attendeva paziente da alcuni minuti, riuscì infatti a vedere questa personcina magra, dai lineamenti gentili e aggraziati spezzarsi sotto il peso del suo bagaglio; in realtà era stata solo sfortunata, svoltato l'angolo la scarpa aveva calpestato una cartaccia scivolosa eppure tra chi era occupato con dei documenti, dottori che parlavano con i pazienti e persone comode in sala d'attesa, nessuno si fece avanti per aiutarla.
Un uomo in camice bianco le passò di fianco e guardandola dall'alto verso il basso tirò dritto scuotendo la testa come per rimproverarla.

"Auch! Oh mi scusi senpai, ah-a-adesso raccolgo, mi perdoni!"

Cercando di raccogliere il materiale in modo impacciato finì per perdere gli occhiali e fu così che iniziò il suo tentativo di recuperarli, a tentoni.

"Oh accidenti, dove sono finiti i miei occhiali, se il dottore mi vede così finirò il mio periodo di prova prima ancora di iniziare.. se solo.."


GdROff// Avendo assistito alla scena sentiti libera di intervenire in suo aiuto se ritieni, in ogni caso dopo un po' ti si avvicinerà per consegnare il tutto e riferirti le parole di Hachi. Se vuoi chiederle qualcosa o muoverti in qualsiasi altra direzione fai pure e se hai domande sai dove trovarmi^^ //GdROn



Edited by ~Angy. - 15/8/2015, 14:01
 
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view post Posted on 23/5/2015, 17:16     +1   -1
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Camminare per le affollate strade del villaggio era una pratica che non l'allettava, quantomeno nell'espletarla in solitudine. Quando sapeva di essere sola - o aveva bisogno del suo spazio, cosa di cui necessitava spesso - preferiva starsene in casa, o allenare al meglio sia mente che corpo nella splendida oasi naturale che l'aveva accolta e celata agli occhi altrui nei momenti per lei più difficoltosi. Non poteva certo definirsi una persona asociale, ma quando numerosi pensieri le offuscavano la ragione preferiva chiudersi nel suo mondo e affrontare se stessa. Chiunque avesse avuto l'opportunità di conoscerla, avrebbe senz'altro notato questo tratto caratteriale: sempre pronta ad aiutare gli altri, ma mai a chiedere aiuto.
Non ebbe fretta nel raggiungere la sua destinazione, anche se il passo celere pareva suggerire il contrario. Dopotutto, nella missiva che Hachi Yamanaka - braccio destro dell'attuale Hokage - le aveva fatto recapitare sino a casa non v'era né una data né un orario prestabilito. Soltanto quando si sarebbe sentita pronta ad intraprendere quel percorso avrebbe dovuto presentarsi all'ospedale, e lui sarebbe stato lì per istruirla al meglio delle sue possibilità. Lungo il tragitto, non riusciva a pensare ad altro che a quello che le sarebbe capitato. Sicuramente era elettrizzata di poter apprendere un qualcosa di nuovo, che l'avrebbe aiutata ad essere di maggiore aiuto per gli altri.. ma una domanda pareva però predominare l'intero quadro dei suoi pensieri, facendola interrogare - e forse dubitare - sulle sue reali capacità. Sarebbe stata all'altezza? Sarebbe riuscita a diventare un valido elemento nel delicatissimo campo della medicina? Quesito che sarebbe stato risolto solamente dopo aver effettivamente intrapreso la lunga strada che s'allungava oltre l'orizzonte del suo futuro.
Ben presto giunse nel pieno centro del villaggio e da quella posizione, a poca distanza, poteva vedere l'imponente struttura a pianta circolare che accoglieva il personale medico qualificato e i pazienti bisognosi. Quell'edificio - distribuito su più piani - non era nuovo per la giovane dai capelli cobalto, ma questa volta stava apprestandosi a visitarlo in un'accezione differente. Adesso non era una persona bisognosa di cure, ma un'apprendista.


(Bene, si comincia.)

Si fece coraggio, calpestando il vialetto antecedente all'entrata principale. L'odore asettico che l'investì entrando non era esattamente gradevole per le sue narici, e non era salutare nemmeno per la sua mente. Quell'aspetto, unito all'impersonale tinta delle pareti interne, le fecero girare la testa.. come se per un attimo fosse entrata in un mondo completamente diverso, costruito su speranze e immense sofferenze. Sapeva che avrebbe dovuto presto farci il callo, poiché una volta abilitata avrebbe goduto di quello spettacolo parecchie volte e - addirittura - ne sarebbe stata partecipe tanto quanto una scenografa. Fece un bel respiro, espirando lentamente per rallentare i battiti del suo cuore impazzito per l'emozione e l'ansia, e s'avvicinò al bancone della reception.

Scusatemi, sapreste dirmi dove posso trovare il dottor Hachi Yamanaka?

Chiese cortesemente alla donna dietro al banco informazioni, che sentendosi interpellata sollevò il capo verso la figura della sua interlocutrice. Senz'ombra di alcun dubbio quell'impiegata aveva un bel viso - con lineamenti finemente femminili, un bel taglio d'occhi d'un color ametista davvero intrigante e una morbida chioma caramello a contornare - ma le forme eccessive del suo corpo denotavano una quantomai scorretta alimentazione, e un'inesistente attività fisica. Il cartellino apposto al taschino del camice bianco la indicava come un'Akimichi.

Dovrebbe essere in giro per i vari reparti attualmente. Avete un appuntamento, signorina?

Le rispose, sistemando meglio gli occhiali dalla montatura nera sul naso.

Uhm.. si e no.. nel senso, recentemente ho ricevuto da lui una missiva che mi invitava a presentarmi qui. Dunque in un certo senso ho un appuntamento, ma non vorrei interromperlo mentre sta facendo il suo giro. Potrebbe semplicemente avvisarlo che Setsuna Hyuga è qui ad attenderlo?

Cercò di spiegare nella maniera più sintetica ed esaustiva possibile, in modo da fugare qualsiasi sospetto di perdita di tempo. L'Akimichi parve capire dopo un piccolo ragionamento le parole della più piccola, dunque sorrise e la invitò gentilmente ad attendere.

Certamente, mi premurerò di avvisarlo. Nel frattempo può accomodarsi, signorina Hyuga.

La ringrazio.

Concluse con un sorriso, mentre s'apprestava a sedersi e aspettare. Non che amasse farlo, anzi odiava tremendamente aspettare.. ma sapeva essere molto paziente quando in ballo c'era un obiettivo che le stava a cuore e sicuramente diventare medico era uno di quelli.
Attese alcuni minuti in silenzio, scrutando il via vai di gente e uomini in camice bianco che scambiavano qualche parola in pausa. Tutto pareva susseguirsi con monotona ripetitività, acuendo quella sua voglia matta di uscire a prendere una boccata d'aria fresca e impiegare quel tempo d'attesa in maniera più costruttiva dello stare semplicemente seduta a guardare, ma quando il rumoroso capitombolo della giovane dal corpo esile e i lineamenti aggraziati disturbò il continuo brusio delle voci delle persone all'accettazione, Setsuna ebbe modo di distrarsi dai suoi pensieri e di attivarsi.
Nessuno nella sala si premurò ad aiutarla mentre imbarazzata chiedeva perdono ai dottori che la guardavano rassegnati, cercando di raccogliere i fogli volanti e i tomi che le erano caduti a terra rovinosamente spargendosi per tutto il pavimento calpestabile. Quella kunoichi con gli occhi bianchi fu l'unica ad accorrere in suo soccorso, raccogliendole prontamente gli occhiali e porgendoglieli con delicatezza.


Ti sei fatta male?

S'arrischiò a chiederle, prima d'aiutarla a raccogliere il resto - per lo più materiale di studio, riguardante l'anatomia, le tecniche di primo soccorso e tutto quello che sarebbe servito sapere per gettare le basi di un'eccellente carriera nel campo medico. Vedere quella sorta di menefreghismo generalizzato le fece male, soprattutto considerato il luogo in cui si trovava. Quello era una sorta di tempio dell'aiuto, e notare che anche in quell'ambiente vi erano delle piccole ingiustizie la fece adirare e demoralizzare.

(Possibile che nemmeno in un ospedale ci sia un po' di buonsenso nell'aiutare anche solo una persona che è inciampata?)

 
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view post Posted on 26/5/2015, 22:58     +1   -1
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Q

uando qualcuno giunse in suo aiuto la giovane apprendista non seppe bene cosa dire e balbettando finì solo per ringraziare e indossare nuovamente gli occhiali. Alzandosi da terra poi cercò di raccogliere tutto il materiale sparpagliato nel corridoio e scusandosi con tutti i passanti come se avesse commesso un crimine terribile alla fine si voltò a guardare la sua salvatrice. Dovette alzare un po' il capo e spostare il ciuffo scuro che le ricadeva sugli occhi per squadrarla bene, più alta di lei doveva avere all'incirca quindici o sedici anni, qualcuno più di lei e a confermarlo v'era il petto prosperoso rispetto a quello piatto che si ritrovava lei - credeva di essere infatti l'infermiera meno sensuale del mondo - il classico topo da biblioteca.

"G-grazie, stavo cercando una persona per consegnargli questo materiale e guarda in che pasticcio mi sono cacciata! Non faranno che ridere di me in pausa pranzo accidenti! Scusa per il disturbo e grazie ancora.."

Correndo via tra un inchino e l'altro l'infermiera rischio di inciampare ancora urtando alcuni visitatori in transito e Setsuna la perse di vista per un po'. Diretta al banco dell'accettazione si fermò a chiedere informazioni e poco dopo potè vedere come scrutasse la sala d'attesa insieme all'Akimichi, stavano cercando qualcuno.

"Che strano era qui fino a un attimo fa, spero non si sia fatta prendere dall'ansia."

Con le mani nei capelli l'infermiera iniziò a tormentarsi chiedendo aiuto alla più grande ma quest'ultima pur dimostrandosi disponibile si limitò a guardare in giro e tornare poi al suo posto.

"E' più probabile che se ne sia andata per la noia, ci ho messo un'eternità ad arrivare con questa robaaaah e-adesso-che-faccio!? Dovrei raggiungere Hachi-sensei nel suo giro ma non posso saltare la consegna! Salvami ti prego, saalvami tu Kiyo!"

"No, hey no, Fumiko aspetta dove vai. A-s-p-e-t-t-a! Non puoi mollarmi tutto qui, ho da fare.."

"Scusa-scusa-scusa devo scappare! Sei un angelo, giuro che mi farò perdonare portando qualche delizia cucinata da mia madre!"

Troppo tardi. Veloce come una scheggia la moretta era già lontana e stava imboccando lo stesso corridoio da dove era arrivata urtando proprio Setsuna a cui abbozzò altre scuse; aveva davvero una fretta del diavolo che portava chiunque a chiedersi cosa mai la spingeva a essere così frenetica.
Attraverso il varco creato dal ciclone-Fumiko la donna in carne alla reception riuscì a individuare di nuovo Setsuna e sventolando un braccio in aria attirò la sua attenzione facendole segno di avvicinarsi.

"Purtroppo il dottore in questo momento è impegnato nel suo giro, ogni settimana passa a controllare tutti i pazienti e questa mattina è nei dipartimenti di ortopedia e chirurgia cardiotoracica. Se vuoi tornare in un secondo momento capirà non temere, in caso contrario sappi che ci vorrà almeno un'oretta. La ragazza che hai visto sfrecciare deve assisterlo -per tutti i pasticcini speriamo non combini altri guai - è il suo primo giorno di servizio ed è tesa come una corda di violino ma è stata tanto carina, ha trovato il tempo di portarti questi libri da parte del primario. Spero solo non si presentino emergenze altrimenti non solo concentrarsi nella lettura sarà un problema per te ma finirai per aspettare più a lungo."

Alludendo a probabili incidenti l'Akimichi sistemò gli ultimi fascicoli sulla pila e sorridendo alla kunoichi tornò a sedersi riprendendo in mano le sue scartoffie e il pennino.

"Per qualsiasi problema chiedi pure, sono qui a disposizione cara, buona lettura"





GdROff// Decidi pure come muoverti e in qualunque luogo o situazione vorrai iniziare a leggere. Descrivi quindi i primi approcci con la materia teorica, come dicevamo ci sono libri con le basi di anatomia del corpo umano, fascicoli su tecniche di primo soccorso, una lista di veleni e antidoti( con i diversi trattamenti in base all'età e caratteristiche del paziente), trattamenti particolari nel fare esami per le operazioni più semplici e la ricerca di allergie. Approfondisci pure e quando riemergi dalla lettura ti accorgi che son passate già 2 ore e del dottore non s'è vista nemmeno l'ombra eppure dall'ingresso principale non si era presentato nessun caso urgente di intervento da richiedere la sua attenzione.
Se vuoi fare domande in accettazione fai pure, sia sul dottore, sull'infermiera o qualunque altra cosa.
Per domande in off, sai dove trovarmi XD//GdROn



Edited by ~Angy. - 15/8/2015, 14:01
 
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view post Posted on 8/6/2015, 20:04     +1   -1
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L'esile fanciulla pareva non aspettarsi l'aiuto di nessuno mentre - recuperando sconvolta il prezioso materiale, volato per tutto il corridoio a causa del suo improvviso capitombolo a terra - si premurava impacciatamente a non agganciare quei loro sguardi accusatori, e susseguiva a scusarsi con tutti i passanti per il disastro appena combinato. La gentilezza della sconosciuta dai lunghi capelli cobalto l'aveva lasciata spiazzata, e non soltanto per la sorpresa di ricevere un aiuto nonostante la sicurezza di non riceverne affatto: la naturalezza di quel gesto altruistico, perpetrato senza nemmeno pensare alle possibili ripercussioni sulla sua immagine, quel modo così elegante di prostrarsi al suolo per aiutare a raccogliere quello ch'era stato involontariamente seminato.. persino quella sua voce soavemente cristallina, che prima d'ogni altra domanda e/o ragguaglio aveva concentrato l'attenzione sullo status fisico della caduta. Non era facile trovare una persona come Setsuna - paragonabile a una perla scintillante in mezzo ad un oceano screziato di chiaroscuri - e forse fu proprio questo a interdirla, facendola limitare a un impacciato ringraziamento mentre con titubanza afferrava gli occhiali adagiati nelle mani della sconosciuta per rimetterli subito sul naso per poter vedere meglio. Setsuna sorrise appena alla sua interlocutrice, e decise di non tediarla con altre domande sulla sua condizione: aveva infatti notato il rossore appena accennato delle sue gote, e quel suo modo di raffazzonare tutto quello che aveva perduto lungo la strada evitando gli sguardi altrui.

Non preoccuparti, non devi ringraziarmi.

Per natura alla Hyuga era stato fatto dono d'una vista al di fuori del normale, e quest'aspetto particolare del suo essere, coadiuvato anche da una forte empatia, l'aveva quasi sempre aiutata a comprendere chi aveva di fronte. Quindi si limitò ad aiutare la giovane a raccogliere i suoi averi e, prim'ancora ch'ella potesse domandarle altro, l'infermiera occhialuta la ringraziò nuovamente con tanto di ripetuti inchini che le fecero rischiare un altro capitombolo all'indietro. Setsuna non ebbe nemmeno il tempo di augurarle di trovare la persona che cercava, ma qualcosa in quel breve scambio doveva pur dirla.

Tranquilla, e non ti curare di quello che pensano gli altri!

Esclamò prima che la figura esile della ragazzina s'allontanasse troppo. Aveva voluto darle un consiglio, poiché la troppa modestia l'avrebbe sicuramente portata ad essere sempre oggetto di scherno o, nel peggiore dei casi, avrebbe rischiato di renderla una sottomessa per il resto della sua esistenza.

(Avranno sempre da criticare qualcosa, vuoi per superiorità, vuoi per invidia.)

V'erano tante sfumature, ma la legge del più forte che schiaccia il più debole era ineluttabile. Dal canto suo, quella splendida fanciulla dai lunghi capelli cobalto non era mai stata docile e mansueta: non sapeva cosa volesse dire esserlo, e non conosceva la paura del debole costretto a servire il più forte per sopravvivere. Sapeva soltanto che se anche l'avessero calpestata, si sarebbe rialzata e avrebbe lottato sino allo strenuo delle forze per riuscire ad avere quella pari dignità che sembrava tanto essere un'utopia. Ma questi approfondimenti del pensiero della kunoichi erano troppo complicati per essere percepiti e compresi attraverso una sola frase, che detta in quella maniera risultava essere costruita per far sentire un po' meglio chi era moralmente a terra.
Scrollando il capo - quasi fosse fintamente esasperata - s'addentrò dunque nel corridoio prima di tornare alla hall. Cercava un distributore d'acqua, o di qualsiasi bevanda fresca.. e nonostante fosse sicura che nella hall fosse presente un simile aggeggio aveva preferito addentrarsi e sgranchirsi nel mentre le gambe. D'altronde doveva aspettare che il primario finisse il suo giro, e solitamente non era questione di pochi minuti.
Quel corridoio costellato di porte sembrava infinito, complice anche il candido colore delle pareti che donava profondità e luminosità all'intera struttura. Anche le stanze - per quel che ricordava - sembravano essere piuttosto confortevoli e spaziose.. eppure non poteva fare a meno di pensare che quelle mura d'un colore così puro racchiudevano tanto dolore. Aleggiava la morte, in quella struttura. Al pari della vita. Gioia e strazio si mescolavano impercettibilmente al mormorio sommesso.


(E pensare che dovrò abituarmi a tutto questo..)

Dovette pensare, mentre senza nemmeno accorgersene era arrivata al distributore e aveva prelevato un bel bicchiere d'acqua fresca. Imbrigliata in pensieri tutt'altro che facili da spiegare, sorseggiò il contenuto limpido velocemente e gettò l'oggetto di plastica nel recipiente dell'immondizia posto poco distante. Dunque fece per tornare alla hall e proprio in quel momento una furia s'abbatté su di lei travolgendola. Dovette fare appello a tutto l'equilibrio di cui era capace per non cadere col sedere per terra e trascinare con sé la giovane che l'aveva urtata. Quest'ultima, scusandosi per la maldestria con quel tono sommesso, le fece subito tornare in mente la ragazzina con gli occhiali e, seguitola con lo sguardo nella sua corsa, non poté che confermare le sue ipotesi.

(Quanta fretta! Finirà per farsi del male seriamente, se continua a correre come un'ossessa..)

Sorrise appena, pensando a qualche altro capitombolo. Di certo non era un sorriso di scherno, o un voler ridere delle disgrazie altrui.. ma pensare alle più disparate cadute avrebbe fatto venire la ridarella a chiunque. Ma non ebbe modo di soffermarsi a lungo su quei pensieri buffi: la donna dietro al bancone della reception pareva averla adocchiata e stava sventolando in sua direzione un braccio per invitarla ad avvicinarsi.

(Forse è per Hachi-sama.)

C'aveva preso, ma le sue speranze di incontrarlo a breve s'infransero sull'ammasso di tomi e fogli che svettavano sul bancone. Li riconobbe subito: erano gli stessi che aveva aiutato a raccogliere. Quella ragazzina tutta trafelata li aveva portati per lei da parte del fascinoso Hachi, nell'attesa di essere libero per lei. Avrebbe dovuto passare almeno un'ora in quel posto per dimostrare il suo interessamento, o forse di più in base a come si mettevano le cose. Sospirò appena, quindi rivolse un sorriso alla donna e si premurò a prendere con se i tomi per portarli vicino a una panca e cominciare i suoi studi.

La ringrazio, preferisco aspettarlo qui.

(Dopotutto, mi porto avanti col lavoro leggendo questi massi di carta scritta. La teoria sta alla base della pratica, quindi vediamo di non sprecare tempo.)

Le sorrise amabilmente, mostrando gratitudine per la disponibilità che la donna in carne aveva dimostrato nei suoi confronti. Dunque si sistemò non troppo lontano dalla reception e pian piano cominciò a spulciare l'interminabile pila di tomi e fogli che le era stata recapitata. Amava leggere, conoscere.. non sarebbe stato un problema passare quell'oretta immersa nei segreti dell'anatomia umana e della medicina.
Il primo tomo che le capitò fra le mani era quello sulle basi dell'anatomia del corpo umano, materia che aveva avuto modo e curiosità di studiare grazie ai libri di studio della madre. Conoscere i vari apparati, la loro funzione e la loro disposizione all'interno dell'organismo era il primo passo per ogni altro tipo di studio in campo medico e questo l'aveva già effettuato per comprendere meglio il sistema circolatorio del chakra. Se sull'anatomia non aveva quasi alcun dubbio, non si poteva dire lo stesso sugli tsubo. Bastava una piccola pressione in uno tsubo per modificare del tutto il sistema circolatorio, e se questo si fosse rivelato sbagliato le conseguenze potevano anche essere letali. Aveva passato molto tempo a studiarne i movimenti, anche e soprattutto grazie alla sua abilità innata.. non poteva definirsi un'esperta, ma era sulla buona strada per comprendere e divenirlo.
Il fascicolo successivo riguardava le tecniche di primo soccorso, anche questa roba piuttosto facile da intuire e applicare con la giusta prontezza di riflessi.


("Se un corpo estraneo ostruisce le vie respiratorie, portarsi alle spalle del paziente e praticare una pressione all'altezza del punto di compressione con un movimento dal basso verso l'altro, in modo da aiutare il paziente ad espellerlo"; "Se il paziente perde conoscenza, adagiarlo al suolo e sollevargli le gambe per favorire l'afflusso di sangue al cervello"; tutte cose piuttosto facili.. speriamo lo siano anche nella pratica, oltre che nella teoria..)

Poi fu la volta di un'infinita lista di veleni e antidoti, con particolari focus su come trattare il caso in base all'età e alle caratteristiche del paziente. Non fu facile memorizzare ogni cosa, e di certo non poteva pretendere di fare tutto nel tempo a sua disposizione. Poteva ricordare, ma la pratica sarebbe stata la migliore insegnante e avrebbe scolpito nella memoria ogni procedura. Oltretutto, sapeva perfettamente che quella lista sarebbe potuta accrescere e che senz'altro, prima o poi, l'avrebbe fatto. Oltre ai veleni naturali, v'erano anche quelli sintetizzati.. quelli creati ad hoc per intingere kunai, spiedi e qualsiasi altro tipo d'arma. Quelli erano i più pericolosi, e il più delle volte trovare una cura era pressoché impossibile se non dopo assidui studi per contrastarne gli effetti.
Per un attimo, avvertì dei brividi correrle lungo la schiena. E se si fosse ritrovata un paziente avvelenato con un nuovo tipo di veleno e nessuno fosse stato in grado di aiutarlo? L'immagine del giovane Sohaku - oramai spacciato - si presentò alla sua memoria ed ella scosse il capo, cercando di non dare peso e di non perdere la concentrazione.


(Non succederà di nuovo..)

Auto convincersi era l'unico modo per poter andare avanti e non farsi bloccare dai ricordi spiacevoli. Quello, in particolar modo, era una memoria agghiacciante e tremenda.. una ferita lacerante, che mai avrebbe potuto guarire. Non poteva cicatrizzarsi, e men che meno poteva essere cancellata - la prima avrebbe significato che non le importava poi tanto; la seconda, per quanto poteva essere comoda, sarebbe stata una totale mancanza di rispetto nel defunto. Poteva soltanto sperare di sopperire a quella mancanza che aveva avuto, aiutando il prossimo e prevenendo. Come? Non lo sapeva ancora.. ma essere in quella sala in attesa di Hachi-sama con tutto quel materiale teorico fra le mani poteva sicuramente ritenersi il primo step.
Quand'ebbe sollevato gli occhi stanchi dalla lettura degli esami pre-operatori e allergici, ebbe modo d'adocchiare l'orologio che segnava l'ora sopra il bancone della reception. Se i suoi calcoli non erano errati, era passata ben più dell'ora prevista e nessun caso urgente era passato dalla porta principale per avvisarla di un ipotetico ritardo. Che si fosse dimenticata di lei? O forse voleva lasciarle il tempo per immergersi nella lettura delle cose più complicate?


(Non credo che mi avrebbe lasciata qui in balia di me stessa per tutto questo tempo.. sarà successa qualcosa? O magari s'è davvero dimenticato di me, immerso com'era nei suoi affari..)

Non le piaceva aspettare, anche se in fin dei conti era una persona piuttosto paziente. La lettura l'aveva aiutata a non notare il tempo che scorreva, ma nell'ultimo quarto d'ora aveva sentito pesante lo scorrere del tempo (complice la stanchezza). Non aveva sicuramente memorizzato tutto, ma qualcosa le era rimasta. Adesso, mentalmente stanca e super demoralizzata per la lunga attesa senza novità, la fanciulla dai lunghi capelli cobalto aveva bisogno di sgranchirsi le gambe e sapere che fine avesse fatto il fascinoso Yamanaka che aveva conosciuto nello studio dell'Hokage. S'avvicinò dunque alla reception, dove ancora la donna trafficava per sistemare documenti.

Mi perdoni.. Kiyo-sama..

Lesse all'ultimo secondo il nome della donna, segnato sul cartellino attaccato al camice.

E' passato tanto tempo, e ho quasi terminato tutte le mie letture.. certo, se dovessero chiedermi qualcosa di specifico sicuramente non avrei la risposta pronta, ma ecco.. son passate due ore. Si hanno notizie di Hachi-sama? E' successo qualcosa?

Chiese senza troppi giri di parole, non nascondendo né la stanchezza per la lettura né il morale a terra. Glielo si leggeva negli occhi che era stanca e demoralizzata.

(Mi aspettavo qualcosa di più.. non mi piace stare per lungo tempo con le mani in mano.)

 
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view post Posted on 17/6/2015, 00:07     +1   -1
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a quando la bella Setsuna si era accomodata in disparte per iniziare le sue letture erano trascorse all'incirca due ore e del Primario non v'era traccia. Quando la vista iniziò a risentire lo sforzo per la troppa lettura la kunoichi decise che ne aveva abbastanza e si avvicinandosi al bancone per chiedere informazioni vi trovò di nuovo Kiyo, la segretaria Akimichi che si era messa a disposizione per qualsiasi cosa le servisse. Al suo richiamo questi sgranò gli occhi come stupita della sua pazienza ma non solo, c'era anche dell'altro nascosto in quell'espressione mista tra stupore e vergogna e a suggerirlo fu il rossore sulle sue guance in carne.

"Oh signorina! Non pensavo fosse ancora qui, mi scusi se non l'ho avvisata ma tra una cosa e l'altra proprio non ci ho pensato.. in effetti si, stanotte uno dei nostri shinobi è rientrato con ferite multiple davvero gravi, dopo molte ore sono riusciti a stabilizzarlo eppure una volta spostato in terapia intensiva ha avuto un crollo e poco fa il dottore si è trovato costretto a preparare un'operazione d'urgenza. Se non fosse stato per quello l'avrebbe già incontrata, sono davvero mortificata."

Stando alle sue parole lo Yamanaka si era visto costretto a indossare il camice e prepararsi per un intervento, stava svolgendo il suo mestiere: salvare delle vite. Con molte probabilità visti i presupposti le scuse di Kiyo suonarono eccessive alle orecchie della Hyuga ma del resto per chi era abituato a navigare tra la vita e la morte quella era solo routine e aggiornare le persone in sala d'attesa era altrettanto importante per mantenere un clima sopportabile.

Decidendo il da farsi ebbe tuttavia appena il tempo di rispondere alla segretaria prima che dal corridoio non si levò il suono brusco di un portellone e il chiacchiericcio di due donne. Qualche attimo e dal fondo del corridoio fece capolino una ragazzina minuta in camice verde e con indosso dei guanti in lattice lunghi fino ai gomiti. Sbirciando attraverso gli occhiali sembrava cercare con urgenza qualcuno nella sala d'ingresso, forse dei familiari d avvisare; dalla cuffia igienica sbucava appena una ciocca di capelli scuri ma ciò che su tutto lasciò interdetti fu la sua fronte madida di sudore e le lenti d'ingrandimento alzate sulla fronte che insieme alla mascherina a coprire naso e bocca creava l'immagine perfetta di un chirurgo. Teneva le mani distanti dal corpo con gli avambracci piegati a mezz'aria in verticale, il passo sicuro, sussurrò ancora qualcosa a un'infermiera di passaggio e solo quando fu a pochi passi da lei Setsuna fu in grado di riconoscerla guardandola negli occhi: era Fumiko, la ragazza maldestra con la quale si era scontrata qualche ora prima.

"Setsuna-san? Quasi non ci speravo di trovarti ancora qui, sono Fumiko ti ricordi, ti stringerei la mano ma.. ecco, meglio evitare."

Cercava proprio lei, che l'avesse mandata proprio Hachi?
Arrivatale difronte più di ogni altra cosa fu un sollievo constatare che non avesse macchie di sangue addosso e che anzi, era linda da capo a piedi e che non poteva nemmeno stringerle la mano per evitare la diffusione di batteri. L'espressione seria del suo sguardo tuttavia lasciò intuire che non c'era tempo da perdere e di fatti ignorò del tutto l'Akimichi dietro la scrivania e le sue perplessità.

"Fumiko-chan cosa ci fai qua fuori??"

"Il Primario mi ha chiesto di riportare di persona le sue scuse per il ritardo e in compenso chiede se te la senti di osservare l'operazione in corso dalla camera alta insieme agli altri apprendisti, dice che potrebbe tornarti utile. A giudicare dalle condizioni del paziente ne avremo ancora per molto e dato che stavo per entrare in sala ad assisterlo, prima della sterilizzazione mi ha fatto fare questa tappa. "

Ancor prima di terminare Fumiko aveva già ripreso a muoversi, quella ragazza era davvero un ciclone, non era proprio in grado di star ferma due singoli minuti nello stesso posto. Fu così che aspettando la risposta della Hyuga si trovarono alle porte del reparto pre-operatorio e spingendo il portellone con i fianchi la brunetta lasciò aperto il passaggio in attesa che la compagna di ventura prendesse la sua decisione: in un istante il forte odore asettico tipico degli ospedali le investì entrambe.

Proseguendo avrebbero attraversato lunghi corridoi spogli e che a primo acchito apparivano troppo larghi per il loro passaggio - esigenza dettata per il trasporto di più barelle, sovraffollamento, epidemie e simili - e senza nemmeno l'ombra di una finestra il tutto apparve stranamente soffocante. Ad illuminare l'enorme spazio v'era in compenso una lunga fila di luci bianchissime che andavano riflettersi sul pavimento gommato e di tanto in tanto, in prossimità di alcune porte, erano visibili delle barelle e qualche armadietto: oltre alcuni oblò v'era un'anticamera con delle vasche, sul lato dei lavandini con delle docce e diversi prodotti per l'igiene. Fumiko si sarebbe fermata alla porta della sala operatoria n°3 mentre, in base alle indicazioni, in caso avesse accettato l'invito Setsuna avrebbe dovuto terminare il percorso fino infondo e salire al piano superiore dove un gruppo di medici, apprendisti e non, stavano osservando da ore l'intervento in corso.

"Se decidi di restare per capire meglio i vari procedimenti ti consiglio di leggere la cartella clinica, spero tu non sia impressionabile perchè a breve il Primario eseguirà una Batista, uno degli interventi più delicati al mondo, su cuore aperto.. e battente.
In caso contrario li ci sono i familiari, se ti fermi a parlare con loro e ti dovesse capitare di scoprire altro di utile per l'anamnesi facci un segno.
"

In confronto alla prima alternativa la seconda suonò come una consolazione e un magro tentativo di renderla partecipe, un modo come un altro per tenerla impegnata e non farla sentire inutile allo scopo comune dei medici: preservare la vita. Sempre e comunque.



- CARTELLA CLINICA -

# Dati Anagrafici #

yOtYUMINome: Hiroshi
Cognome: Murakami
Sesso: M
Età: 25
Rango: Jonin
Nato a: Konoha
Indirizzo: Strada delle lucciole
Stato Civile: Celibe

Capofamiglia: ✘ | Vive da solo: ✔

# Problemi Passivi #

Soffio Cardiaco Congenito
Fotosensibile Occhio Dx


# Diagnosi / Motivo Consultazione Medica #

Frattura Composta / Dolore alla Spalla dx
Ecchimosi / Epistassi prolungata
Lacerazione tessuti muscolari / Ferita all'addome
Danno alla Retina Occhio Dx / Occhio contuso


# Problemi Attivi #

Arto Superiore Sx amputato
Tagli superficiali
Perforazione Polmoni
Emorragia interna
Stress avanzato del Miocardio


    Medico Curante: Dott. Hachi Yamanaka



    - Presenti in Sala -

    Chirurgo Operante: Dott. Hachi Yamanaka
    Primo Assistente: Dott. Ayumi Uchiha
    Secondo Assistente: Fumiko Urayama
    Ferrista: Dott. Hiroki Senju
    Anestetista: Dott. Akira Kamata


GdROff// Come detto sei libera di andare come no, infondo miri ad essere un medico da guerra e non un chirurgo quindi fai pure i ragionamenti del caso e muoviti come preferisci. In entrambi i casi potrai leggere la cartella clinica.

Se vuoi aspettare fuori avrai la compagnia dei familiari (madre e fratello) e interagirai con loro, libera di descriverli come vuoi, puoi tentare di rassicurarli o di approfondire il caso a tua volta. Di tanto in tanto un addetto aggiornerà sulle condizioni - suona spesso la frase "stanno facendo il possibile" - con conseguente reazione rabbiosa dei familiari.

Se decidi di andare puoi avanzare tranquillamente fino alla sala alta dove troverai altri dottori in camice bianco di tutte le età e che ovviamente ti guardano confusi non capendo il motivo della tua presenza durante una simile operazione; guardando in basso puoi descrivere la sala operatoria e l'inizio dell'operazione che parte con un taglio verticale all'altezza del torace per mano di Hachi e del suo bisturi.//GdROn



Edited by ~Angy. - 18/4/2020, 16:40
 
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view post Posted on 26/6/2015, 16:56     +1   -1
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Nel momento in cui la fanciulla dai lunghi capelli cobalto s'avvicinò al bancone della reception per chiedere notizie sull'uomo che stava attendendo oramai da ore, Kiyo Akimichi - la donna addetta alla segreteria - sembrò cadere dalle nuvole e sgranò gli occhi per la sorpresa. Sin da subito, quel lieve colorito che lentamente le imporporò le guance fece capire alla giovane Hyuga che la donna, probabilmente troppo presa dal suo lavoro, s'era totalmente dimenticata della sua presenza, e attraverso le sue parole poteva percepire tutto l'imbarazzo ch'ella provava nel trovarsela davanti. Cercando di scusarsi per la gaffe, Kiyo spiegò che il primario era stato trattenuto per un'emergenza: durante la notte, uno shinobi aveva fatto ritorno al villaggio con diverse ferite gravi e le sue condizioni, nonostante il team di chirurgi avesse fatto fino ad allora il possibile per stabilizzarlo e salvargli la vita, continuavano a non essere delle migliori. Un crollo improvviso del suo status aveva costretto il primario ad organizzare un'operazione d'urgenza, e quello - Setsuna lo sapeva bene - avrebbe significato ancora più ritardo.

Oh.. capisco..

Sussurrò quasi, abbassando lo sguardo. Quella sorta di demoralizzazione che le invadeva il cuore aveva raggiunto il suo culmine, così come quel senso d'impotenza e inadeguatezza: sentiva come se non avesse combinato nulla di buono fino a quel momento, di aver sprecato tempo prezioso nonostante non fosse esattamente così. Ma non biasimava di certo lo Yamanaka, e nemmeno la segretaria che cercava in tutti i modi di far comprende alla Hyuga quanto le dispiaceva di non averla avvertita prima. Stavano facendo il loro lavoro, entrambi loro. Salvare una vita posta sul filo d'un rasoio era sicuramente più importante della sua preparazione e del suo sentirsi inutile per non aver fatto nulla di concreto. Sorrise debolmente, e scosse dolcemente la testa per far comprendere alla donna dietro al bancone che andava tutto bene e che non era necessario che continuasse a sentirsi mortificata.

Non si preoccupi, Kiyo-sama. Il lavoro viene prima di ogni cosa, non deve giustificarsi con me. Piuttosto, sarà meglio che mi muova e lasci tranquillo Hachi-sama. Ha cose molto più importanti da fare, e non voglio che stia col pensiero che io sono qui ad aspettarlo. Mi porterò dietro questi tomi, così, quando avrà tempo e si sentirà di mandarmi a chiamare nuovamente, magari sarò più preparata di quanto possa esserlo ora. Potrebbe avvisarlo lei se dovesse cercarli?

Sapeva che l'Akimichi non le avrebbe rifiutato quel minimo favore, così come era certa che le sue parole non sarebbero state fraintese: non stava andando via per la noia di aspettare ancora, ma per lasciare campo e permettere al medico di operare senza altri pensieri per la testa. Restare nella hall avrebbe significato soltanto attendere in vano, e portare disturbo.
Prim'ancora che la donna grassottella potesse dare la sua risposta affermativa alle richieste della bella e cordiale Hyuga, il rumore piuttosto fastidioso d'un portellone che si apre venne accompagnato dal chiacchiericcio di due donne e dalla comparsa di un chirurgo. Portava - sicuramente sopra le vesti abitudinarie - il consueto camice verde, completo di cuffietta (da cui sbucava una ciocca di capelli scuri), mascherina e guanti in lattice. Setsuna non poté fare altro che osservare quella figura con attenzione, poiché quest'ultima, dopo un'attenta occhiata attorno, pareva essere diretta proprio al suo capezzale. Teneva le braccia lontane dal corpo mentre camminava, come se fossero sporche di chissà cosa.


(Sta cercando me? No.. impossibile. Se il primario è impegnato ad operare un paziente, che utilità avrei io per lui? Non sono un medico.. non ancora..)

Ben presto le domande che le frullavano per la testa ebbero una loro risposta: quel chirurgo altri non era che la ragazzina sbadata di qualche ora prima - resa irriconoscibile non soltanto dal camice, ma anche dal portamento più sicuro - ed era passata da li per avvisarla di una proposta da parte del primario in persona. La fanciulla dai capelli cobalto e gli occhi bianco neve ascoltò con attenzione le parole della ragazza, soprassedendo sulle scuse del primario (non c'era motivo per cui scusarsi, o così pensava Setsuna) e cogliendo il nocciolo della questione con un pizzico di stupore. Il fascinoso Hachi le proponeva di assistere all'intervento nella camera alta, confusa fra medici e apprendisti. Non ebbe nemmeno il tempo di replicare qualcosa che subito la ragazza si mise in moto per raggiungere la sala. Senza riuscire a formulare nemmeno un pensiero, Setsuna accolse la proposta e seguì Fumiko lasciando a Kiyo un sorriso imbarazzato per non essere stata presa in considerazione dalla ragazza. In quel suo sguardo era sottintesa la richiesta di prendersi cura dei tomi del primario, e l'Akimichi non poté far altro che sospirare e raccattare quei tomi sotto il bancone per custodirli.
Attraversarono assieme dei lunghi e larghi corridoi dal colore pallido, dove l'odore asettico tipico degli ospedali era piuttosto forte e, il più delle volte, fastidioso. Non le piaceva quell'odore, che le ricordava tanto la sofferenza e non tanto la pulizia. Cercò di non pensarci, e seguì Fumiko in silenzio. Avrebbe senz'altro voluto chiederle il perché il primario avesse deciso che assistere a quell'intervento sarebbe stato istruttivo per una novellina come lei, ma prima che potesse esprimere i suoi contorti pensieri con le parole, la giovane al suo fianco cominciò a spiegarle cosa s'apprestava a vedere e quali fossero le opzioni per la sua permanenza. Tutto era successo così rapidamente che nemmeno s'accorse che erano davanti alla porta della sala operatoria numero 3.


(Dovrei.. guardare un uomo mente gli aprono il petto e lavorano sul suo cuore?! Calma.. fai un bel respiro Setsuna.. se questo potrà aiutarti in qualche modo allora devi farti forza e guardare..)

D'accordo.. ti ringrazio per i consigli e per il tempo, buona fortuna..

Probabilmente il pallore naturale della sua pelle non avrebbe fatto notare il conflitto interiore, ma l'idea di osservare inerme un uomo morente non le piaceva molto.. anche se il sangue che avrebbe versato da li a poco avrebbe potuto significare la sua salvezza. Brutti ricordi le affollavano la mente, mentre si recava silenziosa al secondo piano in fondo al corridoio. La sua entrata in scena le fruttò diverse occhiate smarrite: erano tutti in camice bianco, medici e apprendisti.. lei era la sola ad essere fuori dal coro. Non ci fece troppo caso, dunque prese la cartella clinica del paziente e la lesse velocemente prima di avvicinarsi al vetro che separava tutti loro dalla sala operatoria e osservare il team di medici in preparazione. Il corpo di Hiroshi Murakami - questo il nome segnato sulla cartella clinica del paziente - giaceva inerme sul letto. La sua pelle era quasi cadaverica ed era evidente che avesse perso molto sangue. Oltretutto, le ferite che aveva riportato erano piuttosto gravi e vedere quel braccio mozzato le fece mancare il respiro: l'immagine del morente Sohaku le attraversò per un attimo il cervello.

(..devo mantenere la calma.)

S'impose, scrollando la testa per scacciare i pensieri e controllando attentamente quello che sarebbe successo da li a poco. Hachi Yamanaka fu l'ultimo ad entrare in sala operatoria e quando il suo team fu pronto per operare, chiese immediatamente un bisturi e con precisione millimetrica incise il petto del paziente.

Comincia il macabro spettacolo..

Sussurrò fra se e se, sospirando e cercando di farsi forza. Una cosa era certa: in quel momento avrebbe dovuto mettere da parte i suoi scheletri, se avesse voluto apprendere qualcosa da quell'operazione. Dopotutto stavano tentanto di salvargli la vita, non di farlo soffrire. Hiroshi non avrebbe sentito alcun tipo di dolore.



[***]



Passarono delle ore, mentre Hachi Yamanaka portava a termine la delicatissima operazione a cuore aperto. Più di una volta i macchinari a cui Hiroshi Murakami era attaccato diedero segni di arresto cardiaco, costringendo i chirurgi ad intervenire tempestivamente per ripristinare il polso. In quei momenti, alla giovane ed inesperta Setsuna mancava il fiato. Le esplodeva la testa, con tutto quel pensare alle possibilità di sopravvivenza del giovane uomo e con tutte quelle complicazioni. Se non fossero riusciti? Come si sarebbero sentiti se avessero fallito? Dopotutto v'erano tutti i presupposti per un fallimento, a giudicare dalla cartella clinica. Domande che le facevano accapponare la pelle, perché lei sapeva come si sarebbero sentiti in caso di fallimento.

(Come vuoi che si possano sentire? Colpevoli, vuoti.. come casse di risonanza d'un dolore che esploderà nel momento in cui dovranno dare la brutta notizia a chi ha a cuore questo giovane. E allora saranno i loro sguardi a renderli colpevoli, e il loro dolore a schiacciarli come piccoli insetti inutili..)

Abbassò lo sguardo, trattenendo le lacrime. Così si era sentita, quando non aveva potuto fare nulla per l'amico. La battaglia finale al sacro Bukigami l'aveva segnata nel profondo e, nonostante tentasse di mascherarlo anche a se stessa, quella ferita non sarebbe mai guarita. Avrebbe continuato a sanguinare perpetuamente, consumandola dall'interno ogni qual volta il dolore della perdita l'avesse anche soltanto sfiorata.. e nel suo lavoro - quello stesso lavoro che aveva scelto di compiere per essere parte della realizzazione di un mondo migliore - ce ne sarebbero state ogni giorno di perdite. Avrebbe dovuto farci l'abitudine prima o poi, ma in quel momento non resistette più e dovette uscire per prendere una boccata d'aria e schiarirsi le idee.

(Sto soffocando, ho bisogno di un bicchiere d'acqua..)



[***]



Scesa nuovamente al piano inferiore, raggiunse lo spazio comune e s'avvicinò al distributore d'acqua. Bevve lentamente dal suo bicchiere di plastica, cercando di tranquillizzarsi e riprendere la lucidità necessaria per tornare ad osservare l'operazione.
Stava per tornare dopo un profondo sospiro, ma poco distante dalla sua posizione poté sentire un'alzata di voce non indifferente che la destò da ogni suo pensiero e la costrinse ad ascoltare con più attenzione.


Come sarebbe a dire "stiamo facendo il possibile"?! Voi dovete dirmi come sta! Sono stufo di sentire la solita frase fatta!

Mi dispiace.. non posso darvi altre informazioni.. abbiate pazienza..

Pazienza?! Mio fratello è in bilico fra la vita e la morte e mi venite a dire di avere pazienza?!

Una discussione piuttosto accesa, fra un medico e i famigliari di Hiroshi Murakami - o così parve alla fanciulla dai capelli cobalto, che riconobbe nel ragazzo frustrato dall'attesa e dall'ignoranza una certa somiglianza con il paziente sotto i ferri. Seduta dietro il ragazzo, con le mani intrecciate sul ventre che stringevano un fazzoletto di stoffa e gli occhi gonfi dal pianto v'era una donna.. probabilmente la madre della vittima.
Attese pazientemente che la discussione si quietasse, ma a quanto pareva il medico era stato bloccato dalle iraconde richieste del ragazzo. Se da un il camice bianco non poteva assolutamente sbilanciarsi con previsioni e informazioni variabili, dall'altro non poteva essere biasimato il ragazzo poiché l'unica colpa che aveva in quel momento era quella della sofferenza. Ma più quest'ultimo alzava la voce, più la donna seduta dietro di lui senza forze pareva accusare dei colpi.


(E' una situazione assurda, ma non possono continuare così..)

Perdonate la mia intrusione, ma questa discussione non aiuta né vostro fratello né vostra madre. Guardatela.. anche lei sta soffrendo tanto quanto voi e la vostra agitazione non farà altro che aumentare la sua. E' questo che volete?

S'intromise nel discorso, dando un po' di pace a quel medico che non riusciva più a tenere sotto controllo la situazione. Si scambiarono uno sguardo, e quello parve accennare un ringraziamento prima di congedarsi e tornare in sala operatoria.

Credetemi, so cosa state provando in questo momento ma vi assicuro che il primario e il suo team stanno facendo tutto quanto è in loro potere per riportarvi vostro fratello. So che le mie parole non saranno una consolazione per voi, ma dovete tentare di avere fede.. o il dolore vi consumerà.

 
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ntrata nella sala alta la kunoichi si trovò circondata da medici esperti e apprendisti tutti rigorosamente in camice bianco, molti furono gli sguardi indiscreti che sostarono sulla sua figura - sguardi perplessi e incuriositi per lo più - ma c'era di meglio da guardare e in un batter d'occhio uno ad uno tornarono a guardare oltre la vetrata e altri nei monitor lasciati in un angolo.

Le immagini trasmettevano in diretta l'operato del chirurgo e ben presto Setsuna, nella sua ignoranza, potè assistere a uno spettacolo senza precedenti.

"Incido il torace"

L'incisione al petto all'altezza del cuore eseguita appena dopo aver scomparso dell'antisettico, diede il via all'operazione e da subito fu lampante la sincronia tra i vari membri dell'equipe medica. Ogni qualvolta il Dottor Hachi chiamava il nome di un attrezzo che gli occorreva il ferrista non si limitava a rispondere ma era già li pronto a tenderglielo con sincronia spettacolare. Lo stesso si poteva dire per le comunicazioni tra lui e l'anestesista che ogni due o tre minuti su richiesta aggiornava i presenti in sala sulle condizioni del paziente applicando e somministrando di sua mano i medicinali per mantenere i segni vitali stabili.
Ascoltando i vari commenti Setsuna capì che l'eccezionalità dell'intervento era data soprattutto dalla decisione del Primario di non ricorrere alla macchina cuore-polmoni, un apparecchio situato sul fondo della sala operatoria chiaramente spento e inutilizzato; uno strumento fondamentale che garantisce la sopravvivenza dei pazienti chirurgici sostituendo temporaneamente le funzioni cardio-polmonari. In quel caso invece i medici avrebbero operato sul cuore battente, cosa che al minimo errore avrebbe condannato il paziente a una morte certa.

"Bisturi, inizio la manovra. Ayumi-san resta concentrata, Akira-san a che punto è la pressione sanguigna.. bene, abbassamela di un quinto per almeno cinque minuti.. mi appresto a rimuovere la parte."

Sistemati i divaricatori Hachi chiamò il bisturi di precisione e improvvisamente calò un silenzio inquietante nella sala alta. Nel mentre la prima assistente Ayumi se ne stava in disparte ad osservare con le mani congiunte a formare un sigillo emanando una quantità sempre maggiore di chakra verdino; mente la prima accumulava chakra aspettando di essere chiamata in causa, la seconda assistente invece aspirava di tanto in tanto il sangue dalla cavità e armatasi di coraggio controllò al meglio il tremore delle mani dovendo richiedere tuttavia ogni tanto l'intervento di un infermiere esterno per asciugarle la fronte già madida di sudore.


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Quando la lama guidata dalle mani sapienti del primario incise il muscolo del miocardio i presenti capirono che il punto scelto coincideva esattamente con la parte del cuore dilatata e a rischio di rottura per l'eccessivo stress. Tutte le ferite riportate unite al suo problema congenito avevano portato il medico ad optare per quella tecnica estremamente delicata e che li al villaggio avevano potuto apprendere solo grazie alla condivisione dell'esperto medico Sabaku no Keiichi. In sostanza il chirurgo asporta le parti malate del muscolo e ricuce, talvolta inserendo degli innesti, fino ad ottenere un cuore dalle giuste dimensioni e privo di punti a rischio di rottura. Ad ogni battito Hachi avanzava il suo bisturi tracciando una linea curva ma quando fu il momento di togliere il primo tessuto malato un "bip" delle macchine lo mise in allarme portandolo a richiedere l'intervento della prima assistente.

"Come può riuscirci senza l'aiuto della macchina, sta rischiando troppo.."

"Ha appena rimosso la porzione di muscolo logorato che induceva il paziente a un'insufficienza, ma ora i suoi parametri sono instabili, devono fare qualcosa e alla svelta"

Ayumi Uchiha era appena una sedicenne ma al tempo stesso un'ottima jonin e soprattutto una brillante dottoressa del reparto da battaglia; cosa ci facesse in quella sala operatoria furono molti a chiederselo ma quando capirono l'utilità delle sue tecniche di pressione degli tsubo furono pronti a rimangiarsi tutto. Dall'esterno non era molto chiaro cosa fosse stata chiamata a fare, la videro semplicemente disgiungere le mani e con ancora il chakra medico attivo toccare esattamente i punti che le indicava il Primario.

"Non so cosa stanno cercando di fare ma lo stanno stabilizzando, quella ragazzina è fenomenale"

"Se l'intervento riesce senza l'utilizzo della macchina cuore-polmone le possibilità di sopravvivenza salgono notevolmente, certo non potrà mai più correre e sforzarsi come prima, ma avrà una vita più lunga di quanto non avesse mai sperato prima"

"Certo certo ma devi pensare anche che tutte le precauzioni e i trucchetti di questo mondo non cancellano tutti i danni che ha subito, a parte il braccio mancante, ha perso davvero molto sangue e i polmoni anche se curati potrebbero collassare in ogni momento.."

NPIv36d


Mentre nella sala alta i medici si scambiavano pareri e impressioni in quello che era il loro pane quotidiano - la medicina - Fumiko affianco a quei mostri sacri della chirurgia non capì cosa stesse accadendo - cosa che invece a Setsuna sarebbe risultata piuttosto ovvia tramite la visione del byakugan - e così non potendo far altro che osservare si limitò ad apprezzarne i risultati scambiando uno sguardo compiaciuto con il ferrista. Con ogni tocco Ayumi modificava il flusso di chakra del paziente favorendone la circolazione oppure rilassando e contraendo il muscolo cardiaco quando ritenuto opportuno da Hachi, la mente dell'intera operazione. L'anestesista fu sul punto di imprecare per tutte le variazioni ma dopo una mezz'ora il ritmo parve stabilizzarsi e Hachi riuscì a legare i due lembi del miocardio con dei punti di sutura precisi al millimetro.
La temuta Batista era riuscita grazie alle sue capacità di riconoscere le parti malate tramite un semplice tocco delle dita e anche grazie al supporto dei colleghi e soprattutto la precisione di Ayumi. Il cuore che il primario aveva stretto nel palmo della sua mano avrebbe continuato a battere ancora e anche se in futuro sarebbe stato necessario un trapianto, Hiroshi poteva dirsi fuori pericolo.. per il momento.

"Fumiko richiudi pure tu il torace, ti assisterà il dottor Hiroki. Grazie a tutti."

"A-ah si, grazie a lei dottore."

Ciò che più disturba un medico di sala è infatti l'incertezza del recupero del suo paziente, dopo un'operazione infatti lui non ha più potere, tutto dipende da fattori genetici e dalla forza di volontà del paziente. Mente e corpo e ovviamente aveva rilevanza anche l'operato dei dottori che ne avrebbero seguito la convalescenza nel tempo.

Terminato il conteggio degli strumenti diede ordine di trasferirlo in terapia intensiva e avvisare i familiari dopodiché alzò gli occhialini e guardò in alto verso la vetrata della sala alta: dall'altra parte sembravano tutti entusiasti, festeggiavano, eppure lui non si sentiva affatto sollevato e la sua espressione rimase vuota, come in attesa.

* * * *



Il medico incaricato di tenere aggiornati i familiari potè tirare un lieve sospiro di sollievo all'arrivo di Setsuna ma non durò molto e per quanto avesse apprezzato l'intervento era convinto che avrebbe fatto meglio a non intromettersi; comunicare con i familiari era uno dei compiti più ingrati e delicati del mestiere, occorreva essere compassionevoli ma al tempo stesso freddi e distaccati per non rischiare di rimanere coinvolti ogni volta. I medici sono uomini non macchine e nessuno di loro poteva sopportare per l'intera carriera il dolore che pazienti e familiari riversavano su di loro: l'unica soluzione era quella di non affezionarsi troppo e fu questo che Setsuna percepì da quell'uomo.

"E tu cosa ne vuoi sapere, non sei nemmeno un dottore o sbaglio eh?!"

"Basta Eiji ti prego.. non puoi prendertela con loro, tuo fratello ha scelto da solo di intraprendere quel lavoro, conosceva i rischi fin dal principio, so che vorresti aiutarlo ma non possiamo far altro che affidarci a loro.."

Trattenendo a stento le lacrime la signora cerco di porre rimedio alla situazione e poggiando una mano sulla spalla del giovane figlio lo invitò a sedersi; irruento lui si dimostrò contrariato e preferì allontanarsi dalla sala d'attesa per sfogare altrove la sua frustrazione.

"Quando avrò maggiori informazioni vi farò sapere, con permesso."

"E' giovane cercate di capirlo.. Grazie dottore, e anche lei signorina, grazie e che i kami vi benedicano.."

* * * *



Spogliandosi del camice e ripulito il tutto Hachi riuscì a mettere piede fuori dal reparto solo una mezz'ora dalla fine dell'operazione e ricordando dell'appuntamento che aveva dovuto rimandare con la Hyuga si apprestò a raggiungerla attraversando i lunghi corridoi che portavano nella sala d'attesa. La vide in lontananza bella e splendente come suo solito ma appena prima che potesse salutarla fu intercettato da una figura altrettanto nota per la giovane apprendista, il Sandaime era li per aggiornarsi sulle condizioni dell'anbu. Accennò un saluto e poi prendendo in disparte Hachi si soffermò a parlare con lui, potè udire poco o nulla del discorso ma i toni utilizzati erano per certo tesi.

"Quanto è riuscito a dirci è troppo poco, è proprio impensabile fare un tentativo?"

"La sua vita è appesa ad un filo Akane-sama eppure tutto ciò che riuscite a pensare è ricavare informazioni per un tornaconto personale"

Subito dopo seguì il suono secco di una sberla intercettata, lo Yamanaka aveva afferrato il polso di lei appena prima che gli arrivasse un ceffone in pieno volto. Setsuna non poteva capire il perchè di quella sua rispostaccia ma vedere Akane andar via indispettita e rabbuiata non le piacque affatto. Scuotendo il capo il jonin si grattò la nuca stancamente e un po' in imbarazzo tornò dall'apprendista.

"Perdona il ritardo Setsuna cara e anche.. beh, per questo. Posso offrirti qualcosa per scusarmi così parliamo anche del resto?"

Cercando di recuperare in calcio d'angolo l'uomo fece cenno per uscire dalla struttura e quando incrociarono la segretaria Akimichi all'accettazione fece loro segno per i libri lasciati li e fu divertente vedere il lato comico di Hachi nel mostrare la sua sbadataggine. Scusandosi anche con lei la pregò di far spedire tutto a casa della giovane e in qualche modo l'immagine che aveva di lui prima di quella mattina iniziò a mutare: non era affatto perfetto e come se non bastasse le donne che giravano attorno alla sua figura sembravano sempre aspettarsi molto da lui.

"Letto qualcosa di interessante mentre mi aspettavi?"


GdROff// Specifico inoltre che dalla sala alta si sente cosa dicono i medici in sala operatoria grazie a dei microfoni. Come detto poi osservando con il byakugan la tua pg potrà capire che Ayumi applica un approccio totalmente differente dai normali jutsu dei medici da recupero che può aver visto o di cui ha letto.

Ruola la riuscita dell'operazione dal punto di vista di Setsuna e quindi al termine farla reagire o meno all'applauso e all'entusiasmo della maggior parte dei medici della sala alta.

Infine quando incontri Hachi libera di congratularti, chiedere approfondimenti o altro. Se poi accetti l'invito a uscire decidi pure dove andare e in caso cosa ordinare, descrivi pure come credi^^//GdROn



Edited by ~Angy. - 18/4/2020, 16:43
 
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view post Posted on 27/7/2015, 17:31     +1   -1
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Assistere a un intervento di quel genere dalla sala alta, amalgamata ai medici e apprendisti in camice bianco che non facevano che scrutarla incuriositi, era stata un'esperienza unica per la fanciulla dai capelli cobalto. Operare a cuore aperto era senz'altro un qualcosa di estremamente delicato, e le ricadute del paziente sotto i ferri non erano di certo rare. L'equipe scelta dal primario era ben assortita e sinergica, come una macchina ben oleata che prevedeva le richieste altrui ancor prima che venisse ufficialmente chiesto qualcosa. Guardarli all'opera era uno spettacolo, e quei commenti che venivano dalla bocca dei più esperti fece capire molto alla fanciulla che, con quel suo magnetico cipiglio adornato dal byakugan, sostava vicina alla vetrata a braccia conserte. Era stato proprio Hachi a non voler utilizzare il macchinario che avrebbe permesso al paziente di rimanere stabile sotto le sue delicate incisioni, e la fanciulla non sapeva certo spiegarsi il perché dall'alto della sua ignoranza in materia. Soltanto nel momento in cui rischiarono di perderlo ebbe modo di capire, meglio di chiunque altro in quella sala. La prima assistente, sotto la guida dello stesso primario, stava pressando contro determinati tsubo per stabilizzare i parametri del paziente. Grazie alla sua abilità innata, Setsuna poteva vedere chiaramente gli effetti di quelle pressioni e poté in qualche modo dare una spiegazione approssimativa su quello che succedeva all'interno dell'organismo del paziente. Conosceva bene il sistema circolatorio del chakra e i suoi effetti positivi o negativi sul corpo umano, ma aveva ancora molto da imparare per potersi ritenere ferrata in materia. Leggere non sarebbe bastato per apprendere.
L'intervento ebbe termine con una cucitura al millimetro del miocardio, e con un applauso scrosciante da parte degli spettatori della sala alta. L'equipe medica di Hachi aveva portato a termine l'intervento con successo, ma nessuno di loro sembrava essere "felice" per quella piccola conquista. Dal canto suo, la dolce Setsuna era stremata quasi quanto loro. Non aveva cantato vittoria sino alla fine, e nemmeno ora s'arrischiava a farlo; aveva sofferto con loro, sudato con loro nell'assistere alle ricadute del paziente. A peggiorare le cose v'era stata la sensazione di inadeguatezza e immobilità, quel fastidioso non poter fare nulla per essere d'aiuto. S'accodò agli applausi, ma il suo era un applauso senza eccessiva enfasi: quell'uomo non era ancora salvo, e bastava guardare i volti dei suoi medici in sala operatoria per comprenderlo. Mentre gli spettatori discorrevano sul successo dell'intervento, alla dolce Setsuna non rimase che uscire silenziosa dalla sala alta. Si sentiva soffocare la dentro, e aveva bisogno di scaricare la tensione con un buon bicchiere d'acqua fresca e un ambiente meno opprimente.



[***]



Non si aspettava che il ragazzo demordesse dall'inveire, anche se in cuor suo sperava che quel suo intervento potesse calmare almeno un po' le acque. A sedare l'irruente fratello del malcapitato Hiroshi fu sua madre, che con le sue parole e i suoi gesti aveva dimostrato quanto incrollabile potesse essere la forza d'una donna con un figlio in serio pericolo. Non v'erano parole per descrivere quel contrasto al dolore, quella speranza e consapevolezza che pareva schiacciarlo in un angolo e, in un certo qual senso, razionalizzarlo. Solo per un istante, Setsuna si mise nei panni di quella donna e comprese quanto arduo potesse essere per lei tenere tutto dentro al cuore in una rigorosa compostezza.

(Se mio figlio fosse nelle stesse condizioni del suo, come mi comporterei io? Cercherei un capro espiatorio o terrei il dolore per me, accettando le conseguenze di quel che è stato? Sarei.. così forte da riuscirci?)

Nel frattempo, il ragazzo s'allontanò dalla sala d'attesa per schiarirsi le idee e il medico rispose con la stessa compostezza e distacco alla donna oramai sola. Quella fu un'importante lezione per la kunoichi, che comprese quale sarebbe stato il suo ruolo se mai avesse fatto parte di quella squadra: avrebbe dovuto fare il suo dovere al meglio delle sue possibilità e non avrebbe dovuto farsi condizionare più dalle emozioni e dalle sensazioni, poiché quelle, a lungo andare, l'avrebbero logorata. Portare sulle spalle e sul cuore l'immane peso del dolore altrui non era possibile in quel contesto, poiché questo avrebbe intaccato la sua lucidità.
In silenzio rimase ad osservare la scena, poi la donna ringraziò entrambi e si scusò per il comportamento di suo figlio. Setsuna sorrise appena a fior di labbra e fece un segno di diniego con la testa, come ad indicarle di non dover ringraziare nessuno. Ma non rispose a quella benedizione. Cosa avrebbe potuto dirle, dopotutto? Un "mi dispiace" o un "non perda la speranza"? No.. non voleva essere l'artefice di ulteriore dolore. Instillare speranza è un'arma a doppio taglio, e la fanciulla dai capelli cobalto l'aveva capito osservando il distacco di quel medico nei confronti della famiglia affranta.



[***]



Allontanatasi dal luogo in cui sostavano i famigliari addolorati di Hiroshi Murakami, la fanciulla dai lunghi capelli cobalto e gli occhi candidi incontrò sul cammino l'uomo che quella mattina era stato l'assoluto protagonista dell'intervento e dei suoi pensieri: il primario dell'ospedale, Hachi Yamanaka. Si salutarono con un cenno a distanza, ma egli fu intercettato sul percorso per avvicinarsi alla fanciulla nientemeno che dalla Sandaime in persona. La bella Setsuna, che aveva osato qualche passo per andare incontro al medico, si bloccò sul posto e osservò esterrefatta. Non aveva potuto capire bene di cosa stessero parlando, ma percepiva una certa tensione fra quei due.. coronata da un ceffone dell'Uchiha bloccato a mezz'aria dal biondo. Vide dunque Akane Uchiha allontanarsi, scura in volto e piena di rancore, e conseguentemente Hachi sospirare, grattarsi la nuca imbarazzato e andarle nuovamente incontro.

(Cosa diavolo sta succedendo fra loro due? Alla mia ultima visita in studio erano piuttosto tranquilli, e sembrava che Hachi fosse la persona di cui Akane si fidasse di più.. non mi piace per nulla, e mi dispiace per Hachi-san.. sembra una così cara persona..)

Non sapeva esattamente perché, ma aveva preso in simpatia quell'uomo dal primo giorno che l'aveva visto - nonostante versasse in condizioni umorali pietose. Certo, il fascino non gli mancava e quello colpiva il cuore delle giovani fanciulle come lei con estrema facilità.. ma non era quello che gli ispirava fiducia. Non sapeva come spiegarselo, ma lo trovava un uomo affidabile. Forse gli ispirava un vago ricordo del fratello dell'amica Shiho Yamanaka, che non vedeva da tempo.
Quando le fu vicino, si scusò per la lunga attesa a cui l'aveva sottoposta e anche per il siparietto a cui la giovane dovette assistere inerme. Certamente era un uomo che teneva alla propria immagine e puntualità, tanto che per sdebitarsi della pazienza della giovane l'invitò a prendere qualcosa da mangiare insieme a lui e a parlare successivamente di tutto quello che dovevano. Setsuna sorrise amabilmente, scuotendo la testa per far intuire che non era stato un problema per lei aspettarlo.


Non si preoccupi, Hachi-san. Aveva valide ragioni per farmi attendere, e la mia preoccupazione era appunto metterla in soggezione durante l'intervento. Fortunatamente mi sbagliavo. Devo farle i miei complimenti.. non ho mai visto nulla del genere in vita mia e la precisione e la delicatezza che ha usato nel trattare il paziente mi ha colpita particolarmente.

Si complimentò con lui, senza però mettere eccessiva enfasi nel lodarlo: non voleva sembrare una civetta, ma soprattutto non voleva fargli credere di essere così sprovveduta da credere che quell'uomo era fuori pericolo. Dialogando, Hachi avrebbe capito che Setsuna non era una ragazzina come le altre.. Setsuna era divenuta una giovane donna.

Per il resto, me ne vergogno perché non vorrei imporre su di lei e sfruttare il suo senso di colpa ma.. accetto volentieri la vostra offerta. Ho un certo languore.. e mi farebbe bene prendere una boccata d'aria fresca.

Sorrise un po' imbarazzata, esternando quel senso di occlusione che aveva provato sin dall'ingresso nella sala alta. Dal canto suo, lo Yamanaka sembrò condiscendente e con fare affabile la scortò lungo i corridoi fino all'accettazione. Incontrarono la segretaria Akimichi, che indicò loro il mucchio di libri lasciati in custodia dalla stessa Setsuna.. e vedere un Hachi imbarazzato cercare una via di fuga da quella situazione fu divertente e strappò un sorriso di cuore su quel volto d'angelo. Disse lei di spedire il materiale all'indirizzo della giovane, e si scusò per il disturbo.

(Non mi aspettavo un lato così buffo in un uomo composto e preciso come lui. Le prime impressioni possono trarre in inganno.)

Dovette pensare, mentr'egli si rivolgeva nuovamente a lei. Stavano camminando per le vie di Konoha, impolverate e ancora piene di detriti dopo l'attacco dell'immensa salamandra al villaggio. Era stata una battaglia cruenta, ed erano morte molte persone. Lei aveva fatto del suo meglio per proteggere tutti, e quella era la sua unica consolazione: era riuscita dove aveva fallito durante la guerra.

Molto, anche se ho avuto un po' di difficoltà nell'assimilare i veleni e le terapie del caso. Ce ne sono davvero tanti, e credo proprio che mi dovrò applicare per ricordare ogni cosa. Ma sono fiduciosa nelle mie capacità, non voglio darmi subito per vinta. L'anatomia invece è stata una piacevole lettura di ripasso. Devo dire però che è stato molto più "entusiasmante" vedervi all'opera. Quella vostra assistente ha fatto un ottimo lavoro con gli tsubo di quel ragazzo.

Gli disse, mentre si dirigevano verso un chioschetto ambulante e prendevano posto. Ordinarono qualcosa - principalmente del sushi e delle verdure in tempura, accompagnate da una gustosa salsa di soia - e attesero insieme che l'ordinazione fosse pronta, discutendo del più e del meno. Quand'ebbe occasione, la fanciulla dai capelli cobalto fece valere la sua curiosità.

Posso farvi una domanda, Hachi-san?

Chiese un po' titubante, sapendo di stare andando a toccare un argomento personale. Soltanto quando ebbe il via libera chiese.

..che cosa è successo fra voi e l'Hokage? Sembravate.. un po' in tensione ecco..



// Postare durante le vacanze è difficile, ma spero di aver cavato fuori qualcosa di decente. Ho un gran mal di testa. XD //
 
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view post Posted on 14/8/2015, 00:17     +1   -1
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icevere complimenti per uno come Hachi non era che prassi, specie quando a rivolgere certe sviolinate erano gli apprendisti dell'ospedale, era normale che ai loro occhi inesperti il suo "stile" in sala operatoria risultasse superlativo. E capiamoci, lo era davvero, lui stesso sapeva di essere molto bravo nel suo lavoro ma le parole di quei ragazzi suonavano spesso vuote perchè non erano davvero in grado di riconoscere e quantificare il talento di un medico così esperto e quindi la vera qualità di un'operazione da professionista.

"Mettermi in soggezione dici? "

Non capendo inizialmente a cosa si riferisse il jonin inarcò un sopracciglio e avventurandosi fuori dalla struttura apprese con piacere che la nuova apprendista non era affatto come tutte le altre. Aveva un occhio attento, nulla a che vedere con la sua doujutsu - era ovvio che avesse sfruttato l'opportunità per studiare l'intervento con il byakugan - ciò a cui si riferì mentalmente fu la saggezza con cui contenne i suoi complimenti per l'operazione; per quanto fosse andata a buon fine e per quanto non fosse già un medico infatti aveva capito che quel giovane finito sotto i ferri non era affatto fuori pericolo.
Contrariamente ai complimenti di tanti altri, i suoi furono graditi.

"Ayumi è una ragazzina prodigio se così vogliamo dire, è da tempo che il villaggio non promuoveva al rango jonin una kunoichi così giovane, per il resto beh, puoi immaginare da te quanto le doujutsu possano tornare utili in sala operatoria."

Così lasciò intendere che laddove il byakugan offriva interventi precisi oltre l'immaginabile, l'abilità di preveggenza dello sharingan non era da meno: percepire in anticipo un cambiamento, per quanto insignificante, poteva fare una grande differenza anche durante gli interventi.

* * * *


Arrivati nei pressi di un chiosco ambulante i due presero posto godendo subito del riparo dalla calura offerto dal piccolo abitacolo. Da quando il villaggio era stato attaccato da Hyou di Akatsuki quei carretti ambulanti si erano moltiplicati a vista d'occhio dato che gli edifici in cui svolgevano solitamente la loro attività erano andate distrutte; in attesa del completamento dei lavori ognuno si arrangiava come poteva. Salutando così Ichiro, l'anziano proprietario che conosceva da una vita, Hachi ordinò degli onigiri e delle verdure pentendosi quasi subito dei primi, come sempre dopo le operazioni non aveva particolarmente appetito. Poco male, avrebbe mangiato le verdure e condiviso il resto: così detto impugnò le bacchette e intinse i primi bocconcini di tempura nella salsa.

"Itadakimaaasu"

Con quella sua voce suadente le augurò buon appetito e voltandosi a guardare l'apprendista per un attimo ebbe come l'impressione che quella sarebbe stata solo la prima di tante volte in sua compagnia, era l'inizio di un buon rapporto sensei-allievo. Da quel momento i due parlarono del più e del meno, chiacchiere di routine, domande sulla famiglia e simili, un pasto in serenità accompagnato dall'andirivieni di altri clienti che diversamente da loro ordinavano da asporto.
Tutto tranquillo fino a quando la Hyuga non tornò sull'argomento per lui più scomodo: Akane.

"Certo dimmi pur-eekh!"

Colto alla sprovvista mentre mandava giù l'ultimo boccone a momenti rischiò di soffocare, la sua espressione stupita e imbarazzata non fece una piega; la domanda posta era molto più personale di quanto Setsuna avesse mai potuto immaginare e probabilmente veder reagire in quel modo un tipo composto come Hachi fece nascere in lei un certo qual senso di rimorso per aver aperto bocca. Battendo il pugno sullo sterno intanto lui tossì un po' di volte e vedendosi versare dell'acqua dal cuoco cercò di recuperare e mascherare il più possibile l'imbarazzo, cosa poteva dirle senza rischiare di risultare il più patetico degli uomini e rovinare l'immagine quasi poetica che aveva di lui la giovane allieva? Un pensiero he riconobbe quasi subito come esagerato ma non gli donò ugualmente nessun sollievo. Sfruttando quei pochi istanti che gli servirono per bere evitò il contatto visivo con lei, quegli occhi azzurri rimasero invece puntati tutto il tempo verso l'acqua che stava svuotandosi in bocca. Il silenzio creatosi non poteva restare a lungo senza risposte e così mandato giù l'ultimo sorso si arrese all'idea, gonfiò il petto in un lungo respiro - quasi come per assicurarsi di non dover tossire ancora - e trovate le parole giuste continuò a fissare il fondo del bicchiere che aveva tra le mani. Aveva un'espressione davvero contrita in viso.

"Akane-sama è preoccupata per il futuro del villaggio, a volte però lo è a tal punto da chiedere miracoli ed ecco che nascono episodi come quello a cui tuo malgrado hai dovuto assistere, me ne dispiaccio Setsuna-san, spero potrai perdonarci..

Purtroppo per quanto possa apparire forte è dal termine dalla guerra che il Sandaime non si da pace, le perdite subite le porta sempre nel cuore, una dopo l'altra si sono accumulate, poi la cecità di certo non ha aiutato, è stato un periodo davvero, buio. Per non parlare dell'attacco all'ospedale seguito appena un mese dopo, poi l'assalto di Akatsuki e mille altri allarmi.. non ti nascondo che c'è stato un periodo in cui lei non.. aspetta, forse è meglio spostarsi da qui.
"

Combattuto Hachi abbassò progressivamente il tono di voce e apprestandosi a pagare il conto di entrambi fece cenno alla giovane chunin del clan Hyuga di seguirlo lontano da occhi e orecchie indiscrete. Non era pienamente convinto di voler condividere con lei il suo pensiero in merito ma ormai, avendo già accennato il discorso, capì che era tardi per tirarsi indietro e inoltre se da un lato era giusto che l'Hokage si preoccupasse di tutti gli abitanti della Foglia, era giusto anche l'inverso: non avrebbe tenuto una come cara persona come Setsuna all'oscuro dei problemi del suo Kage.

"Dicevo.. c'è stato un periodo in cui ha quasi rinunciato al suo ruolo di guida al vertice della gerarchia di Konoha, mi sento molto a disagio nel parlartene perchè so che agli occhi di tutti certe sue debolezze sono impensabili e, non fraintendermi, è giusto sia così, un Kage deve apparire forte per svariate ragioni ma a conti fatti resta una donna, è umana, ha le sue fragilità come chiunque e con tutto quello che le è capitato negli ultimi anni non la biasimo affatto per simili pensieri."

Forse Setsuna era troppo giovane per ricordare ma dopo la morte del Nindaime, compagno della donna al centro della conversazione, Akane aveva perso anche la sorella in circostanze piuttosto singolari e ignote ai più. Accadde qualche anno dopo la sua nomina - spiegò Hachi - e già allora gli abitanti del villaggio le dimostrarono un grande affetto portando in segno di vicinanza dei fiori con bigliettini carichi di parole conforto fino alla camera dove la sorella giaceva in coma; vicende risalenti a cinque o sei anni addietro e a detta di Akane stessa, la prima e ultima volta che sarebbe apparsa "debole" in pubblico.

"E' molto orgogliosa anche se spesso credo siano solo i suoi geni Uchiha a parlare ma credo tu sappia a cosa mi riferisco, vero Setsuna-san? Tuttavia come suo braccio destro e come amico spesso provo a farla ragionare ma ormai ci scontriamo sempre più di frequente, sia per il suo eccesso di zelo sia per futilità che nulla hanno a che vedere con il lavoro.."

Alludendo inizialmente al compagno Uchiha della giovane il Primario tornò a muoversi, a breve avrebbero raggiunto il parco antecedente l'accademia dove un via vai di bambini scorrazzava in libertà sotto la supervisione di genitori attenti.

"Essere diventata madre l'ha cambiata, se possibile è diventata ancora più protettiva nei confronti del villaggio, lo è in un modo quasi morboso e sinceramente non so dove ci porterà tutto questo. Hikarikage è un bambino davvero splendido, dovesse rimanere orfano per l'imprudenza della madre non me lo perdonerei mai.."

Con un braccio inserito tra l'apertura del kimono Hachi sembrò aver recuperato in pieno la sua aura magnetica, quel fascino figlio di una saggezza intramontabile. Si era dilungato davvero molto sulla questione, segno che gli importava davvero molto del loro Hokage e non solo dal lato professionale, umanamente il loro legame era piuttosto evidente e le sue parole trasudavano ammirazione nonostante le critiche amare appena esposte. Chissà che non vi fosse anche dell'altro sotto..

"HaCChi-senseeei"

Come si dice, "Parli del diavolo e spuntano le corna". Quando quella vocina squillante si fece largo fino a loro lo Yamanaka non si stupì affatto di veder spuntare poco dopo il bambino alle loro spalle. Alto poco più di un metro con una chioma bionda, occhi smeraldini e un coprifronte ancora scintillante legato al braccio, chi si presentò era Hikarikage, sorridente ed entusiasta per l'imminente partenza per la sua prima missione fuori dalle mura. Da quanto seguì la Hyuga capì che prima di proseguire verso le porte con il suo team voleva salutare il jonin.

"Hey campione! Mi raccomando non strafare, tieni il passo con gli altri tanto lo sanno già che potresti correre più forte di tutti. Non strafare d'accordo?"

Abbassandosi l'uomo gli poggiò una mano sulla testa arruffando i riccioli d'oro già disordinati per natura, una scena molto tenera e quasi romantica: un quadretto padre-figlio non molto diverso da quanto era possibile ammirare poco più in la nel parco giochi.

"Ah perdonami cara non vi ho presentati, Setsuna-san, lui è Hikarikage. Hikarikage lei è Setsuna Hyuga, la mia apprendista."

"Ciao, piacere di conoscerti! Sensei insegnerai anche a me la medicina vero? Shinta-san è sempre impegnato ad allenarsi, è proprio noioso!"

Fatto un inchino molto goffo il bambino - che doveva avere su per giù nove anni - tornò presto a rivolgersi al medico dichiarandosi invidioso nei confronti della kunoichi. Difficile dire cosa avrebbe stupito di più la Hyuga tra quel concentrato di energia e sfacciataggine racchiuso in un corpo tanto piccolo e l'essere stata appena chiamata "mia apprendista" dal Primario; mai parole furono più dolci alle sue orecchie, il modo in cui l'uomo le aveva pronunciate trasudavano un orgoglio ingiustificato ai suoi occhi.


GdROff// Ritardo imperdonabile, schiumami tutta :guno:. Role libero, chiedi pure altro se vuoi, dal prossimo giro iniziamo a concentrarci sulla materia della quest :bla: //GdROn



Edited by ~Angy. - 15/8/2015, 14:02
 
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Avere l'onore di pranzare in compagnia dell'affascinante primario dell'ospedale non era una fortuna di cui potevano vantarsi tutte le apprendiste, eppure per la fanciulla dai lunghi capelli cobalto quell'evento non rappresentava una subdola occasione per entrare nelle grazie del biondo dai penetranti occhi di ghiaccio. Differentemente dagli interessi amorosi delle giovani più frivole - o di quelli prettamente egoistici di chi aspira alla carica altrui per una posizione di maggior agio - la splendida Hyuga non aveva altro interesse che quello dell'apprendimento.
Ordinarono assieme delle gustose pietanze a un chioschetto ambulante situato a poca distanza dalla struttura ospedaliera, e s'accomodarono per consumare in tranquillità. Lo spettacolo tutt'attorno era deprimente - detriti ed edifici martoriati con impalcature, intervallati da postazioni mercantili semoventi a perdita d'occhio - ma quell'abitacolo offriva un ottimo unguento contro quella sensazione sgradevole grazie ai suoi colori e ai suoi profumi. Da un certo punto di vista, la fanciulla era felice di vedere quella reazione positiva negli abitanti del villaggio.


(Per quanto le disgrazie siano inevitabili, la vita di tutti i giorni continua per i sopravvissuti.. bisogna rimettersi in carreggiata, e combattere perché tutto ritorni come prima.)

Ben presto furono presentati loro dei deliziosi piatti contenenti dei variegati e gustosi onigiri, della tempura di verdure miste fumante e una capiente ciotola con una riduzione di salsa di soia che le fece venire l'acquolina in bocca. Nonostante avesse cercato di mantenere un certo contegno sino a quel momento, dopo tutte quelle ore passate fra letture impegnative e concentrazione, le avevano stimolato un certo appetito (adesso sollecitato dal profumo delle pietanze che aveva dinnanzi agli occhi). Lo Yamanaka non si perse in convenevoli e, dopo aver augurato buon appetito all'allieva, separò le bacchette e s'apprestò a gustare il suo primo onigiri.

Itadakimasu.

Rispose lei con contegno, mostrando un amabile sorriso all'uomo che stava offrendole tanto gentilmente il suo tempo e quel saporito pranzo. Prese le bacchette e le separò con uno schiocco, quindi le sistemò nella mano destra e s'appropriò del suo onigiri che, prima di essere portato alle labbra, fu leggermente inumidito nella salsa di soia. Il sapore del riso, delle spezie e della salsa d'accompagnamento le stuzzicò le papille gustative: nonostante fosse una guerriera, Setsuna sapeva anche apprezzare i sapori della cucina e non se la cavava male nella preparazione di manicaretti.



[***]



Dialogarono del più e del meno sino a quando la curiosità della fanciulla dai capelli cobalto non la portò a porre una domanda forse un po' troppo personale allo Yamanaka: il suo rapporto con Akane Uchiha. Il fascinoso Hachi parve perdere un battito a quell'inaspettata piega, e dovette combattere per non soffocare nell'ultimo boccone ingerito. Setsuna, nel constatare la reazione dell'uomo al prendere in esame l'argomento, si sentì subito fuori luogo e dovette pensare all'inadeguatezza della sua curiosità. Il proprietario del chioschetto ambulante, amico di vecchia data dello Yamanaka, si premurò subito di versargli da bere per poter mandare giù il boccone andato da traverso. Lui l'afferrò e bevve tutto d'un sorso, traendo un sospiro di sollievo quando l'ostruzione del cibo fu debellata.

M-mi dispiace.. non volevo..

Avrebbe voluto mettersi la testa sotto la sabbia per la vergogna mente, ancora alzata alle spalle del primario, s'accertava delle sue condizioni. L'uomo non osò nemmeno guardarla negli occhi da quel momento, e quando il silenzio si fece troppo pesante per essere sopportato intervenne nuovamente la giovane per cercare di rimettere le cose apposto.

Dimenticatevi quello che ho chiesto.. non c'è bisogno che-

Dovette bloccarsi, perché l'uomo cominciò a parlare. Sommariamente le spiegò il perché della reazione dell'Hokage all'ospedale, ma non si limitò soltanto a questo: lo Yamanaka s'aprì quasi totalmente con la bella fanciulla dai capelli cobalto, stipulando in quel momento un forte coinvolgimento l'una nella vita dell'altro. La Hyuga ascoltò in silenzio quanto aveva da dire, e si spostò senza predicare quando lui l'invitò a scostarsi da quel luogo troppo affollato. Le raccontò tutto: delle debolezze dell'Hokage, del peso ch'ella portava sul suo cuore giorno dopo giorno, della morte della sua amata sorella, dell'importanza che per lui aveva Hikarikage e le preoccupazioni ch'egli nutriva tanto per quest'ultimo che per Akane stessa. Seppur sembrasse strano, la bella Setsuna non aveva mai pensato ad Akane Uchiha come una donna invincibile.. ma sentire quelle parole le fece capire quanto in profondità fosse fragile e al contempo forte.

(Ho sempre pensato a lei più come donna che come capo politico, e sapevo in cuor mio che quella solennità celava tanta tristezza e fragilità.. ma non avrei mai immaginato fino a questo punto. E' sempre così fiera.. così forte.. come un capo condottiero, che non ha paura di nulla. Adesso capisco che non ha scelta: deve essere così, per il bene di tutti..)

Akane-sama è una donna forte.. e non lo dico per modo di dire. Attraversare tutto quello che ha attraversato e avere ancora la forza di combattere per un intero villaggio è una prova tangibile dalla sua forza d'animo. E' normale che sia preoccupata, che sia protettiva. E' un istinto che abbiamo tutti, soprattutto una donna con un figlio. Lo vedo con mia madre, tutti i giorni.. nonostante abbia allentato la presa con la mia testardaggine..

Sorrise appena.

Vedrete, Hachi-sama. La situazione migliorerà: deve solo starle accanto e non lasciare che quelle preoccupazioni che la rendono tesa come una corda di violino vi allontanino da lei. E' quello che si tende a fare quando si è infelici o turbati.. ma in fondo è l'ultima cosa che vorremmo, quella di allontanare le persone a noi più care.

Provava molta empatia in quel momento, seppure le esperienze passate dalle due kunoichi fossero lontane anni luce l'una dall'altra. Setsuna aveva sperimentato la guerra, la morte e la colpevolezza.. ma quante volte aveva dovuto sperimentare quel dolore Akane Uchiha? Quante altre volte avrebbe resistito il suo cuore di donna? La fanciulla dai capelli cobalto non poteva certo solvere quel dubbio, così come non poteva immaginare a cosa sarebbe andata incontro lei come kunoichi. Tremava al pensiero di poter perdere la sua sorellina, Akari, o di doverle arrecare il dolore della sua stessa perdita. Aveva rischiato la vita per lei, e l'avrebbe rischiata ancora per saperla felice e al sicuro.. ma pensare che lei stessa poteva divenire, un giorno, la causa principale del suo dolore la feriva.
Con questi pensieri, che parevano pesare come macigni su un cuore fragile come il cristallo, giunsero insieme sino al parco antecedente l'accademia e come un fulmine a ciel sereno qualcuno gridò il nome del primario. Alle loro spalle correva un bambino alto poco più di un metro, con spettinati capelli biondi e gli occhi dello stesso colore degli smeraldi.


(Così lui è Hikarikage, il figlio di Akane Uchiha..)

Il sorriso e l'entusiasmo del bambino era contagioso, e anche sul volto della bella kunoichi si dipinse un bel sorriso - reso ancora più radioso dal siparietto paterno aperto dallo Yamanaka prima delle presentazioni ufficiali. Si vedeva a vista d'occhio che Hachi era molto legato a quel bambino, e di riflesso quel bambino sembrava rispettarlo quasi come un padre nonostante si rivolgesse a lui come "sensei". Sentì un certo orgoglio ad essere considerata dal primario la sua apprendista, seppur non riusciva a capire il perché di così tanto elogio nel presentarla come tale. L'unica cosa che fu in grado di pensare fu al discorso di prima, come se la maturità mostrata dalle sue parole e dai suoi ragionamenti avesse instillato il seme dell'apprezzamento nello Yamanaka. Una cosa però era certa: non avrebbe deluso le sue aspettative.

Il piacere è mio, Hikarikage-kun.

Un lieve inchino accompagnò quelle parole, pronunciate si con dolcezza ma anche con rispetto. Sapeva farci con i bambini, e sapeva bene che a quell'età difficilmente v'era l'accettazione di essere più piccoli degli altri. Per questo motivo decise di trattarlo come suo pari, senza fargli pesare l'inesperienza, augurandogli buona fortuna per quella che sembrava proprio essere la sua prima missione come shinobi.

(Hachi-sama ha dato degli ottimi consigli. Sono sicura che li seguirà e saprà cavarsela egregiamente. Dopotutto è il figlio del Sandaime.)



// ...sembra una cosa molto equivoca "schiumami tutta". XDD
Comunque sia, anch'io dovrei essere schiumata per quest'ennesimo mezzo mese di attesa. Sono giustificata in parte perché non sono stata a casa, ma insomma.. spero di riprendere un ritmo un po' più veloce da ora in poi, anche perché molti degli impegni ON si stanno estinguendo e quindi ho più tempo per Setsuna. ^^ Come vedi non ha voluto infierire su Hachi, o comunque sulla storia di Akane: sarebbe meschino da parte sua, dopo la prima reazione di soffocamento. XD //
 
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view post Posted on 5/9/2015, 01:38     +1   -1
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O
gni cosa a suo tempo fu la risposta e l'insegnamento che il jonin dalla chioma bionda ebbe da trasmettere al giovane shinobi. Ogni cosa a suo tempo, ripetè prima di salutarlo e poi restare a guardarlo andar via per raggiungere gli altri in procinto di partire. La sua prima missione fuori dalle mura, lontano dagli occhi di mamma, immaginava già la preoccupazione della donna.
Infine distolse lo sguardo e fu tempo di tornare al presente e all'impegno preso con la piccola grande kunoichi che aveva di fianco, le parole che gli aveva rivolto poco prima erano riuscite a metterlo di buon umore. Aveva maledettamente ragione, era nei momenti difficili - nel momento del bisogno - che occorreva mantenere il controllo e restare uniti. Peccato che ci fosse anche dell'altro che la Hyuga non sapeva e anche se avvertiva l'impulso di aprirsi con lei non potè confessarle quello che provava per il Sandaime, il suo amore non era corrisposto e confessare la sua rabbia, la gelosia e la frustrazione, non era affatto una buona idea.

"Spero di non averti turbato poco fa mia cara, sappi che non c'è da allarmarsi, supereremo senz'altro queste difficoltà.

Tornando a noi piuttosto, ti devo informare che fra tre settimane ci sarà l'esame per la nuova sessione di specializzazione, lo so i tempi sono stretti ma credo tu possa aspirare a superarlo. Gli altri hanno un vantaggio di preparazione di un mese ma se ti impegni negli studi e se riesci a destreggiarti tra libri e osservatorio, puoi farcela.
"

Camminavano di nuovo, uno di fianco all'altra. Di tanto in tanto tirava fuori il braccio dall'incrocio del kimono per suo modo di gesticolare e accompagnare le parole dei suoi discorsi mentre lei, attenta, ascoltava. chissà se avrebbe deciso di concorrere già per quella sessione e se vi erano rischi di sorta in caso di fallimento.

"Nel nostro ambiente non esiste pratica senza teoria e agli apprendisti non è permesso toccare i pazienti fino al superamento del test, quindi mi dispiace dirtelo ma fino ad allora non potrai far altro che spulciare pagine su pagine e seguirmi nei miei giri di routine all'ospedale.

Siete tanti aspiranti medici ma solo i migliori potranno ottenere la qualifica e non te lo nascondo, sarà davvero difficile farsi strada in questo mondo, concorrenza a parte in campo medico gli errori e i fallimenti si pagano caro.. ma tranquilla, hai tutte le carte in regola per riuscire nell'intento.
"

Difficile restare calmi dopo certe "rivelazioni", invero era scontato che la reputazione di un medico poteva venir rovinata nel giro di un attimo, bastava un errore apparentemente insignificante per perdere una vita.. e una carriera. Ma lei era li apposta per fare al differenza tra la vita e la morta e ben presto avrebbe capito se avrebbe retto la pressione e se il gioco valeva la candela.
Del resto si sa, quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare.

Rientrati sulla strada che portava all'ospedale i due poterono notare l'affluenza di un buon numero di camici bianchi, segno che si era già fatta l'ora di tornare in servizio ma prima di lasciare Setsuna ai suoi pensieri e ai suoi primi studi, il jonin volle lasciarle qualche dritta. Nominò tre semplici concetti che se applicati insieme e in ogni momento a sua detta avrebbero fatto di lei e chiunque, il medico perfetto.
Li scandì uno ad uno contando sulle dita della sinistra: Ishi (意志), Kōjō (恒常), Sōmei (聡明).

"Volontà, Costanza, Sagacia."

Ammiccando poi il Primario indicò alcuni specializzandi alle sue spalle che in riga all'entrata della struttura lo aspettando. Puntuali e marziali come soldati. Guerrieri che ogni giorno si battevano in nome della vita.

"Allora, sarai dei nostri?"


GdROff// Oookay, premettendo che puoi sempre rifiutarti di metterti in corsa per la sessione in corso, ti avviso che dovrai andare a farmi un post in cui ruoli i primi difficili giorni di studio affiancato al lavoro, tempo in cui Setsuna inizia a toccare con mano lo stress assurdo delle matricole.

Nel gruppo che fa il giro con Hachi ci sarà anche Fumiko, puoi ruolare e dialogare con lei se ti va. Lei ha già superato l'esame da tempo (e come sai ha già la possibilità di operare) ma continua a fare i giri con il Primario per continuare ad apprendere quanto più possibile facendo domande quando opportuno, partecipando alla formulazione delle diagnosi e osservando i progressi delle terapie giorno dopo giorno; è meticolosa e prende molti appunti, l'ombra di Hachi, la tua rivale in pratica. Fermati nel momento in cui scoprirai che passa i pochi attimi liberi (talvolta saltando la pausa pranzo) per dedicarsi anima e corpo ad allenamenti sul controllo del chakra su cavie animali evocate appositamente da un rotolo messo a disposizione dall'ospedale. A questo punto se ritieni, puoi interrompere in qualsiasi momento il suo allenamento e chiederle quello che vuoi. Buon post^^

PS: stavolta niente SetZuna :schiaf://GdROn

 
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view post Posted on 25/9/2015, 21:32     +1   -1
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Quand'infine il piccolo dovette allontanarsi alla volta della sua primissima missione come shinobi, l'affascinante primario concentrò nuovamente le sue energie sulla promettente fanciulla al suo fianco. Quell'imprevisto scambio personale avuto poco prima non l'aveva affatto turbata, ma anzi le aveva dato modo di riflettere: troppo spesso si dimenticava cosa potessero provare le persone d'una certa importanza, ch'erano spesso offuscate da quell'invisibile manto d'invincibilità che le rendevano più simili di quanto si potesse immaginare ai gelidi volti scolpiti magistralmente sul fianco del monte degli Hokage. Stavano nuovamente camminando l'uno di fianco all'altra, mentre il biondo spiegava cosa comportasse l'essere un medico alla più piccola.
L'esame per la nuova sessione di specializzazione si sarebbe tenuta fra non meno di tre settimane, e questo comportava il dover fare il triplo dello sforzo per mettersi in pari con il nutrito numero di specializzandi che avevano già cominciato il loro percorso insieme allo Yamanaka. Solo i migliori si sarebbero potuti aggiudicare i pochi posti disponibili per essere abilitati alla professione e, a detta dell'avvenente primario, la giovane Setsuna aveva tutte le carte in regola per poter recuperare e addirittura superare quell'ostacolo.
La spregiudicata fiducia che l'uomo aveva in lei non poteva che essere ben gradita dalla fanciulla dai capelli cobalto, che si vedeva rispettata e lodata da un uomo importante e di cui aveva grossa stima.. ma se da una parte v'era la piacevole sensazione generata dalle lusinghe, dall'altra v'era un'irrefrenabile paura di deludere le sue aspettative. Davvero era in grado di recuperare ciò che aveva perduto nell'arco del mese trascorso? Sul serio avrebbe avuto una possibilità? Per tutta la durata del tragitto che li separava dalla sede centrale dell'ospedale della Foglia, la più piccola rimase in un religioso silenzio. Camminava tenendo il passo del medico, e l'ascoltava attentamente per cercare di trarre le somme. Non era assolutamente facile prendere una decisione, soppesando anche le realistiche probabilità di riuscire nell'impresa.


(Cosa devo fare? Se tento e fallisco potrei compromettere per sempre il mio futuro come medico, mentre se aspetto avrò più tempo per prepararmi ma avrò perso del tempo prezioso.. e non è detto che non possa comunque fallire. Non mi piace questa situazione.. ma devo prendere una decisione..)

Nel momento in cui giunsero nei pressi dell'entrata principale della struttura ospedaliera, poterono notare un grande movimento di camici bianchi che indicava la fine della pausa pranzo. Sulla soglia erano schierati diversi specializzandi, pronti a seguire il primario con cartellette e penne in mano. Con quel fascino che naturalmente mostrava nell'approcciarsi, Hachi-sensei le suggerì tre dogmi che, se seguiti alla lettera, avrebbero potuto fare del mediocre un medico eccellente: costanza (negli studi della medicina sempre in aggiornamento), volontà (di farcela ad ogni costo) e sagacia (per individuare il problema e agire di conseguenza, con prontezza). Setsuna ripeté quelle tre semplici parole nella sua mente, come a volerle imprimere nel suo animo. Quindi la fatidica domanda: avrebbe affrontato quell'impresa di tre lunghe settimane, buttando anima e corpo negli studi? Osservò con attenzione quelli che avrebbero potuto diventare suoi compagni di corso, quindi i suoi occhi candidi si posarono su quelli color del cielo del primario.

Chi non risica non rosica. Sono dei vostri.

Affermò, accompagnando le parole a un cenno d'assenso. L'insicurezza continuava ad esserci, ma non voleva farla vincere: se uno sconosciuto come Hachi-sensei sentiva che poteva farcela, allora l'unica cosa da fare era rimboccarsi le maniche e credere un po' di più in se stessi.

(Non devo solo provarci, io devo RIUSCIRCI. Non sono ammessi errori. Ho scelto io questa strada, e la seguirò sino alla fine.)

Alla determinazione mostrata dalla giovane apprendista, l'affascinante Yamanaka non poté che accennare a un sorrisino soddisfatto. Aveva riposto fiducia in quella giovane fanciulla dal volto d'angelo e la maturità d'una donna, e sapeva ch'ella non l'avrebbe tradita. Insieme raggiunsero il resto del gruppo, al quale fu presentata con enfasi per essere integrata. Setsuna accennò a un inchino, ma gli altri specializzandi la guardavano come un'estranea - ad eccezione di Fumiko, anch'ella presente. Solo da quest'ultima ricevette un sorriso, poi solo qualche cenno e qualche sguardo poco convinto.



[***]



Fu premura del primario procurare alla nuova allieva il camice bianco e la cartelletta prendi appunti. La splendida fanciulla dai capelli cobalto indossò di buon grado quel candido outfit, quindi d'integrò alla fila con cartelletta e penna in mano. Quel primo giorno si sentì un po' un pesce fuor d'acqua, ma si convinse che era normale e che molto presto avrebbe ribaltato la situazione. Fumiko era l'ombra di Hachi, e pareva quasi maniacale nel prendere appunti su ogni parola che usciva dalla bocca del primario durante il giro. Anche Setsuna aveva cominciato sin da subito a prendere appunti, rimanendo in silenzio e ascoltando gli interventi dei compagni di corso - tutti pronti a pavoneggiarsi per farsi notare. Il suo approccio era però differente da quello di Fumiko, e non solo per la posizione prettamente preparatoria: la Hyuga non era una persona ossessiva, e la sua era una pacata determinazione. Scriveva veloce, ascoltava, osservava, seguiva la scia e rimaneva a debita distanza. Non era necessario per lei essere l'ombra del primario per seguire e comprendere.
Dovette combattere spesso con la deconcentrazione, quando gli argomenti vertevano su cose più difficili. Quando non capiva qualcosa, alzava la mano e chiedeva.. ma capitava rare volte, perché preferiva segnare l'argomento e studiarlo poi con la calma per mettersi in pari.
Hachi fu molto disponibile con lei. Nelle pause che erano loro concesse - se qualche emergenza non lo teneva lontano - il primario le chiedeva sempre come andavano gli studi e lei era pronta a porre qualche domanda di chiarimento.
Le prime giornate furono le più dure, perché il programma era lungo e complesso e mettersi sul binario giusto contando quasi esclusivamente sulle proprie forze era tremendamente difficile. Mattina e pomeriggio in ospedale, fra giri con gli specializzandi, osservazione di delicati interventi e pause passate in compagnia del primario e dei libri di testo da cui sembrava quasi dipendere la sua vita; la sera a casa, piegata sulla scrivania fra appunti e studi. Non era strano trovarla addormentata su di essi, distrutta da quelle giornate piene e dalle numerose nozioni da comprendere e memorizzare. Dopo i primi giorni cominciavano a vedersi delle borse sotto i suoi magnetici occhi bianchi, ma la determinazione non vacillava mai. La penna scorreva sui fogli per prendere nota di ogni parola, gli occhi si muovevano lesti per notare ogni piccolo dettaglio - supportati dal byakugan spesso e volentieri.

L'ennesima mattinata era passata, e quando Setsuna staccò gli occhi dall'intervento appena terminato con successo era già l'ora di pausa. Sospirò, disattivando la sua kekkei genkai e raggiungendo la mensa. Mangiò qualcosa di veloce e fresco, poi s'avviò per i corridoi alla ricerca di un luogo tranquillo dove leggere il pesante libro sulle terapie adatte a ogni evenienza. Durante questo piccolo excursus, s'imbatté in una piccola stanzetta la cui porta era semi chiusa. Aveva percepito dei movimenti all'interno, quindi vi si affacciò discretamente e trovò al suo interno Fumiko.


(Cosa sta..?!)

Rimase impressionata dalla sua completa dedizione alla disciplina medica: la ragazza stava infatti evocando delle creature animali da un rotolo e, su di esse, provava manovre sul controllo del chakra. Per un po' rimase a guardarla, combattuta. Attivò nuovamente il suo byakugan per osservare le sue manovre, cercando di apprendere qualcosa dalla sua esperienza pratica.

(..certo che è piuttosto strano. Non posso fare la schizzinosa, ma non mi piace molto provare manovre anche pericolose su dei poveri animali. Ma forse sono solo io che mi faccio suggestionare.. dopotutto, ogni volta che evoca da quel rotolo ho il terrore che possa spuntare Washi-sama..)

Persa nei suoi pensieri, continuò ad osservarla fino a quando non si impantanò su una manovra che non riusciva bene a comprendere. Setsuna dunque cercò dentro di sé il coraggio e si fece avanti, sempre con molta discrezione.

Perdonami, Fumiko-san.. la porta era appena aperta e non ho potuto resistere alla curiosità. Posso.. ecco.. unirmi ai tuoi studi?

 
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view post Posted on 6/10/2015, 22:19     +1   -1
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C
hina in avanti sul ripiano orizzontale il pesce dagli occhi vitrei su cui stava lavorando Fumiko battè per un istante la pinna dorsale quasi in perfetta sincronia con l'arrivo della nuova apprendista. Il chakra curativo emesso dalle sue mani perse leggermente vigore per la perdita di concentrazione ma non sembrò seccata per questo e anzi, osservando Setsuna con ancora indosso il camice e con un libro sottobraccio capì in che fase si trovava; i primi periodi erano molto duri, ogni giorno c'erano mille cose da osservare, appuntare e ricordare, la stanchezza si accumulava, si dormiva poco e la curiosità e la determinazione portavano a non fare nemmeno una sosta. Fumiko lo sapeva e non volle spezzare l'entusiasmo della compagna per quanto invidiasse la sua posizione di neo-arrivata.
Accennando un sorriso la invitò a chiudere la porta e raggiungerla.

"Setsuna-san? Ma certo entra.
Sto cercando di migliorare il controllo del chakra..in questi rotoli sono sigillati piccoli animali che sono morti per asfissia durante le esercitazioni nel villaggio, piccole creature che usiamo come cavie, un po' triste ma quanto meno rendiamo utile il loro triste destino.

Anche se posso entrare in sala operatoria, manualmente non sono in grado di fare nulla di più delle semplici suture cutanee.. sono due mesi che vengo qui durante la pausa pranzo per cercare di riportare in vita questo stupido pesce, non capisco dove sbaglio.. vuoi provare?
"

Spostandosi di lato fece per annullare la tecnica e le lasciò il posto. Incrociando il suo sguardo capì che sulle prime avrebbe trovato quel metodo poco etico, quelle creature tuttavia servivano per formare medici in erba come loro e quindi per scopi ben più alti di quelli per cui madre natura li aveva creati. A lungo andare ci avrebbe fatto l'abitudine.

Adagiato sul rotolo di richiamo la kunoichi ora potè osservare meglio, si trattava di una carpa rossa molto paffuta e con due lunghi baffi dorati, proprio una bella carpa squamata e decisamente morta. Ben presto si trovò a chiedersi se così fredda al tatto e rigida in ogni sua parte poteva davvero tornare in vita con delle semplici cure. Nel dubbio la Hyuga avrebbe avuto tutto il tempo di eseguire i suoi primi tentativi dando così inizio al primo approccio pratico del mestiere.

"Cosa stavi leggendo?
Mmh terapie.. oh si bel mattone.
"

Rabbrividì e mise giù quel tomo in fretta proprio così come lo aveva sollevato neanche fosse velenoso o pregno di un qualche potere disturbante. Per sicurezza si vide costretta a dare un colpetto come per accertarsi di averlo allontanato abbastanza dalla sua posizione: sembrava come se la sola esistenza di quel libro destabilizzasse la sua salute psico-fisica.
Concentrata sul suo lavoro Setsuna avrebbe sentito poi i suoi passi allontanarsi verso la grande libreria che circolare seguiva le pareti di quella stanza ovale e al ritmo delle sue esclamazioni capì che l'occhialuta raccoglieva libri dai titoli più specifici e interessanti.

""Lesioni da temperature estreme".. "Traumi articolari" e credo prenderò anche.. "Pneumotorace traumatico secondario".."

Era palese che le piacesse conoscere la teoria e sentirsi preparata su quel piano ma dal modo di fare era altrettanto facile percepire una nota di amarezza, sembrava fare tutto ciò con la consapevolezza che non avrebbe mai raggiunto il livello successivo, doveva esserle accaduto qualcosa per far sviluppare tanta disillusione. Nessun medico era condannato a rimanere un medico d'ufficio o l'assistente in seconda che deve solo contare gli strumenti e osservare l'intervento nell'eventualità che agli altri sfugga qualcosa.
Solo qualche giorno prima la Hyuga aveva avuto modo di vedere Fumiko equipaggiata di tutto punto e le aveva fatto davvero una buona impressione, non sembrava affatto destinata ad essere una ruota di scorta e anzi tutt'altro. Quando poi circa trenta minuti dopo riuscì inaspettatamente nell'impresa con la carpa dovette ricredersi, lo sgomento e la rabbia che espresse nei suoi confronti la lasciarono interdetta sulle prime non capì perchè non gioisse insieme a lei per il successo: aveva creato la vita per la prima volta e invece di correre ad abbracciarla la fulminò con lo sguardo.

"Ma-come..?!"

IPn4uMo
Lasciando cadere in terra i libri la mora corse verso il tavolo per osservare da vicino la carpa che si dimenava boccheggiando e che momenti rischiava di cadere in terra. Le brillavano gli occhi ma non per l'entusiasmo, dopo mesi di fallimenti una principiante aveva risolto tutto.. non doveva essere proprio una bella sensazione.
Il vero dilemma fu che nessuna delle due aveva la minima idea di come l'operazione fosse riuscita.

"Non vale!
Non vale accidenti!!

Come hai fatto.. dimmelo ti prego!

DIMMELO!!
"

Doveva esserci un trucco e non potendo farsi sfuggire quell'occasione avrebbe preteso di conoscerlo. Senza nemmeno pensarci allungò le mani verso l'apprendista e tirandola a se per il camice la scosse con forza più volte fino ad implorarla.
Oltre il vetro delle sue lenti quegli occhi spalancati trasmisero una disperazione profonda e sincera portando Setsuna a chiedersi come poteva l'ambiente ospedaliero ridurre così una giovane donna?


GdROff// Pardon se mi sono permessa di muovere un po' il tuo pg, poco fa ti ho chiesto cose avrebbe fato all'invito e visto che seppur riluttante mi hai detto che ci avrebbe provato ho preferito agire in questo modo per evitare di fare un post di transizione inutile.

Ti do un po' di info.
Con il byakugan attivo osservando la tecnica di Fumiko non noti nulla di particolare, essendo davvero scarsa concentrava il chakra in modo omogeneo senza un metodo. Il tuo pg riuscirà a riportare in vita la carpa e lascio decidere a te descrivere i tentativi; sia che punti a qualcosa di specifico, sia che continui sul vago come lei, riesci nell'intento. Nel prossimo post darò maggiori dettagli su come ciò sia possibile con l'arrivo di tu sai chi U.U
//GdROn



Edited by ~Angy. - 18/4/2020, 16:43
 
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