| GDR OFF///Perdonate l'enorme ritardo. Hai ragione Masaaki, non avevo specificato. In ogni caso no, quello era semplicemente l'ululato con cui praticamente rade al suolo il villaggio.///GDR ON
*Al sentir nominare Hisashi, il viso dell'anziano perse la poca verve racimolata fin lì. Scambiò un rapido sguardo con Pakkun, quindi si rivolse nuovamente al ragazzo.*
Anziano:"Hisashi-san... non abbiamo più notizie di lui da quasi sei mesi ormai... con tutto il trambusto che Watashi ha tirato su, pensavamo di vederlo riapparire da un momento all'altro, dopo che se ne erano perse le tracce in missione... ma nulla. Abbiamo inviato una squadra a cercarlo, senza risultati... e non possiamo più aspettare."
*Sospirò, forse per trovare le forze, forse per fugare angoscia e tristezza.*
Anziano:"Fenrir non è una creatura come le altre, Kuro-san. La sua discendenza è legata alla nostra, ma sulle sue spalle grava il peso di un'intera specie estinta. Moltissimi anni fa, prima che l'uomo mettesse piede in queste terre, lo spirito del Grande Lupo era diviso in centinaia di bestie. Grandi e maestose, sottratte alla vecchiaia, ciascuna esisteva in un proprio spazio vitale, servita dalla mia stirpe ed isolata rispetto ai vicini. Nessun'altra creatura poteva opporsi a loro, e noi, che avevamo obbedito per un tempo infinito come paggi mortali, men che meno... così era stato per millenni, e così rimase ancora per lungo tempo. Finché, inevitabilmente, venne il giorno in cui l'uomo acquisì un potere pari a quello della bestia... no, non mi riferisco al ninjutsu, ma alla superbia. Nella loro arroganza, i tuoi avi pretesero la libertà di creare uno spazio vitale loro proprio, combattendo, se necessario. Tuttavia, per quanti fossero in numero, non poterono nulla contro le bestie, e a migliaia finirono in pasto ai nostri padroni. Realizzando l'enorme disparità di forze, l'uomo tentò di distruggere la bestia approfittando del suo unico punto debole: l'avidità. Promettendo ad una fiera eterna obbedienza, i tuoi avi riuscirono a spingerla a fare l'impensabile: invadere il territorio di un'altra. Accecato dalla brama di potere, il lupo uccise il proprio simile con l'aiuto degli uomini, assorbendone lo spirito ed elevandosi al disopra di tutte le altre bestie. Da lì in poi, il traditore travolse come una valanga l'intera sua specie, spazzandola via e rimanendo unico depositario del Grande Lupo, al punto da identificarvisi. Ma quando venne il momento per l'uomo di mantenere la sua promessa, egli non volle abbassarsi al nostro livello. Forte ormai del ninjutsu, sfidò apertamente la creatura che gli aveva vinto la libertà, portando molti altri esseri a seguire il suo esempio... i gatti per primi, naturalmente. Insieme, il clan Uchiha e i gatti costrinsero il Grande Lupo alla ritirata, affibbiandogli il nome che porta oggi. Io guidai chi di noi sopravviveva, e dopo mesi di ricerche ritrovammo Fenrir nel buco che aveva scelto per nascondersi... ma non si trattava più della fiera bestia che avevo servito per anni... la rabbia e la frustrazione l'avevano spinto alla follia, e per la prima volta mi accorsi di quanto le morti dei suoi simili premessero per farlo a pezzi. Uno ad uno, gli spiriti divorati da Fenrir lo tormentavano incessantemente, minacciando di scatenare sul mondo un cataclisma senza inibizioni, un mostro assetato di sangue e vendetta... egli stesso si rese conto di star perdendo il controllo, e in un ultimo guizzo di coscienza ci ordinò di erigere un altare nel punto più profondo di questa cripta. Fedeli a ciò che rimaneva del nostro ruolo, obbedimmo, aiutati da un reietto Uchiha. Adagiammo il corpo del nostro signore di fronte alla statua che lo rappresentava, sigillammo ogni accesso, e permettemmo alla sua furia di liberarsi, sperando che il Grande Lupo potesse finalmente trovare pace. Ma più i giorni passavano, più la rabbia diveniva incontrollabile, e presto ci rendemmo conto che non avrebbe avuto fine. Lo shinobi che aveva stretto un patto con noi entrò nella camera dell'altare, affrontando il Grande Lupo e reprimendone l'istinto distruttivo. Il primo Eremita dei Cani. Ogni cento anni Fenrir si è chiuso nel naos, ed ogni cento anni c'è stato un eremita pronto a fare il suo dovere... ma Hisashi-san è sparito, e come ho detto non possiamo più aspettare il suo intervento."
*I bracieri avevano perso il loro vigore, e Pakkun sembrava più teso che mai, ma il racconto era giunto al termine. L'anziano rimase in silenzio per qualche attimo, poi, forse volendo assecondare la sua controparte più giovane, riprese parola in tono risoluto.*
Anziano:"Dovrai accedere all'altare, Kuro-san, ed affrontare il tuo maestro per salvarlo. Ne va delle nostre vite. Pak-chan, io sono vecchio e stanco; sarai tu ad accompagnarlo..."
*Il carlino sgranò gli occhi, drizzando il pelo al punto da rischiar di strappare la sua divisa. Rimase senza parole per qualche secondo, poi sbottò.*
Pakkun:"SARANNO DUEMILA ANNI CHE SEI VECCHIO E STANCO! COME HAI FATTO LE ALTRE VOLTE?! HAI MANDATO A MORIRE QUALCUN ALTR..."
Anziano:"... fino alla soglia del naos, poi dovrà proseguire da solo."
*Seguì un silenzio tombale, specialmente una volta esaurita l'eco delle grida. Quindi, lentamente, il carlino indietreggiò verso la discesa.*
Pakkun:"Oh... ahem... ok allora, a-andiamo, non c'è tempo da perdere."
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Frz: 500-132= 368, divorato.
*Le fauci del lupo si chiusero su di lui, travolgendo qualsiasi resistenza ed investendolo con un'energia terribile. Eppure, nonostante la violenza e l'aura spaventosa del nemico, Masaaki non sentì la sua anima venir strappata via. La sua volontà di vivere, esternata dalla tecnica appena utilizzata, pulsava come un secondo cuore, spandendo una vivida luce attorno al suo corpo e preservandolo dalla marea funesta che, tutt'attorno, prese di colpo ad infuriare. Un cataclisma senza precedenti; le folate così potenti da frantumare le montagne, rapide ma dense, pesanti, come un mare privo di gravità. Ci volle qualche istante perché il ragazzo potesse rendersi conto di trovarsi all'interno della bestia, e sarebbe stato solo grazie al Byakugan che la tempesta cremisi, da vento informe, iniziasse ad assumere caratteri e contorni definiti. Una prima corrente impetuosa superò il ragazzo, dissonante rispetto al resto del marasma, e nel fluire si ridisegnò fino a guadagnare una forma familiare. Gli occhi rilucevano come fari nelle profondità, e le fauci aperte puntavano verso chissà quale preda. Un lupo, composto di null'altro che energia furente, che sfrecciò attraverso il mare cremisi ignorando il giovane shinobi. Ma non bastò la velocità per sfuggire al Byakugan, che lo seguì anche alle spalle mentre come un'onda si infrangeva contro i suoi simili. Altre bestie, altre correnti impazzite, e nell'impatto un'esplosione capace di generarne altrettante. Presto Masaaki non vide altro che fiera contro fiera, marea contro marea, in una lotta senza sosta all'interno del Grande Lupo. Ciascun lupo ne incontrava un altro, per poi disgregarsi e correre di nuovo alla lotta. Il chakra che gli fu dato analizzare non aveva nulla dell'energia azzurra, limpida e controllata, che ciascuno shinobi impara ad utilizzare; si trattava invece di un mare in tempesta, senza freni, animato da mille e più diverse volontà in guerra continua, in procinto di disgregare anche il ricettacolo che le conteneva.*
"Ti prego!"
*Un grido squarciò il silenzio tumultuoso, risuonando cristallino da un punto imprecisato sotto Masaaki. Egli riuscì a trovarne l'origine, ma solo perché anch'essa era null'altro che energia. Una donna, le fattezze sfocate dal fluire della marea, ma nitide allo sguardo penetrante del ragazzo. Il suo spirito cristallino era appeso a un filo, e la sua essenza completamente estraniata dall'incubo circostante. Paura, tormento, angoscia, solitudine, ciascun sentimento era unico ed evidente in mezzo alla furia dei dintorni, e ben presto la traccia si fece abbastanza forte da attrarre gli squali. Alcune fiere abbandonarono lo scontro tra pari, e discendendo incominciarono a predare le anime falciate dal Grande Lupo. Gli spiriti si cercavano tra loro, formavano gruppi, forse in un impeto spontaneo di conforto, ma ciò non faceva altro che attrarre altri lupi. Come agnelli sacrificali, gli uomini erano nient'altro che cibo. Alcuni caddero immediatamente, incapaci di raggiungere gli altri, ma la donna fu raggiunta da un nutrito coacervo di spiriti in fuga. Accanto a lei si stringeva l'immagine di un'anima più piccola, tanto sfocata da dar l'impressione di essere sul punto di svanire. Un bambino, miracolosamente ritrovato, forse mai abbandonato. Masaaki non riuscì a capire se l'esortazione fosse diretta a lui; i predatori calavano sempre più rapidamente, da ogni direzione, e presto non ci fu più tempo per cercare risposte.*
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*Discesero l'ultima galleria, e finalmente si trovarono davanti il naos. L'aria era incredibilmente rarefatta, a quella profondità, e il calore fatuo delle torce era sufficiente a soffocare qualsiasi folata. Eppure erano arrivati, e non ci sarebbe stato modo di scendere ancora. Dietro un enorme portone a doppia anta, la furia di Fenrir ribolliva più che evidentemente. Le vibrazioni iniziarono a solleticare la pianta del piede di Kuro ben prima di raggiungere la soglia, e, una volta lì, il metallo stesso gli segnalò l'emergenza. Colpo dopo colpo, persino la porta strideva e rintoccava come una cupa campana, ogni volta in procinto di spalancarsi. Era solo grazie ad una spessa catena che il varco rimaneva sigillato, ma per quanto a lungo era impossibile dire. Due ombre dalle dimensioni opposte avanzarono dal ciglio, facendosi riconoscere. Cani; uno sconosciuto, basso e tarchiato, l'altro massiccio, che per primo avanzò verso Kuro.*
Bull:"Finalmente sei qui, Kuro-kun... abbiamo dovuto sigillare completamente l'ingresso."
Pakkun:"Il vecchio gli ha già spiegato tutto. Raggiungete il livello superiore, quando Kuro-san sarà pronto sigilleremo il passaggio."
Bisouke:"Buona fortuna, ragazzo... Pakkun-senpai, attendiamo il tuo ordine."
*Bull scambiò un ultimo sguardo col compagno, quindi si allontanò assieme al bassotto. Non appena i loro passi furono svaniti, Pakkun si permise di deglutire sonoramente la propria paura.*
Pakkun:"Mi spiace di doverti spingere a fare tutto ciò, Kuro-san... ma non abbiamo alternative. Io ti lascio qui, sperando di rivederti al ritorno. Nessuno di noi potrà raggiungerti lì dentro, né potrai evocare altro equipaggiamento. Sarai tagliato fuori... ma non ho dubbi che sarai in grado di farcela."
*L'espressione del carlino tradiva uno scetticismo ben più profondo di quanto le parole non lasciassero intendere, ma, conoscendolo, era impossibile che fosse altrimenti.*
Pakkun:"Quando sei pronto... sai cosa fare. A presto."
*Disse infine, lanciando uno sguardo alla catena prima di congedarsi. Solo, allo Spadaccino non rimaneva altro che incontrare il suo maestro.*
GDR OFF///Gesù.
Masaaki: scegli se intervenire a difesa delle anime, o cercare una via di fuga. Per ora i lupi ti ignoreranno.
Kuro: non c'è molto da dire.///GDR ON
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