Caccia Selvaggia, Per Kuroro00 e Masaaki

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view post Posted on 12/3/2015, 22:41     +1   -1
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Mhh... mhhhh..

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*Sangue; la Luna rifletteva luce cremisi tra le nubi, e la pioggia cadeva come se in cielo stesse avvenendo il più efferato dei massacri. La foresta non aveva più foglie, solo tronchi neri e avvizziti, i loro rami tesi verso la volta notturna in una supplica portata dal vento.
Le urla tutto attorno lo sospingevano, rinvigorivano le sue membra e focalizzavano il suo sguardo. C'era odore di sangue ovunque, e la caccia senza fine minacciava di annientarlo. Era lui il predatore? Certo, chi altri? Nessuno era suo pari, nessuno poteva incrociarlo e sopravvivere. Di balzo in balzo, di morso in morso, un'altro bersaglio andava a ricongiungersi alla pioggia. Il Lupo perdeva immediatamente interesse: non era una caccia necessaria, quella, non aveva bisogno di nutrirsi... l'istinto lo spinse avanti, verso l'ennesimo bersaglio.
E ancora e ancora, così come era un tempo.*


------------------------------------------------

Bisouke:"Quanto tempo è passato dall'ultimo risveglio?"

Bull:"Tredici giorni, ora più, ora meno."

Bisouke:"Il Vecchio non ha ancora detto nulla? Questa cosa lo ucciderà, non-"

*Un clamore improvviso fece tacere il quadrupede, spandendosi dal profondo della caverna sino al focolare presso cui montavano la guardia. Un crollo, il suono della roccia ridotta in frantumi.
Si guardarono per un istante, indecisi sul da farsi, poi, mettendo al bando gli ordini, corsero verso il cuore della cripta.
Gli occhi sanguigni della statua erano ancora al loro posto, minacciosi e brillanti come quelli della creatura che tentavano di eguagliare. La luce emanata era aumentata, anzi, dall'ultima volta che erano entrati lì... e l'altare era ridotto in frantumi.*


Bisouke:"Informa il Vecchio, di corsa!"

----------------------------------------

*Mezzogiorno; il sole illuminava la cascata trasformandola in oro colato, gettando riflessi danzanti sui ciottoli sottostanti. Una bella giornata, l'ultima di una fortunata serie.
Un pesce saltò oltre il pelo dell'acqua, trasformandosi in un gioiello prima di venir rubato dalla mano lesta del ladro, Kuro. Lo shinobi emerse immediatamente dopo, gettando la preda fuori dalle acque basse e seguendola all'asciutto.
Un fuocherello poco lontano attendeva già ordini, e il ragazzo fece appena in tempo a sistemare lo spiedo che un tonfo familiare gli annunciò visite. L'identità del disturbatore non rimase a lungo ignota.*


Pakkun:"Oi, devi venire subito con me. Il Saggio vuole parlarti."

------------------------------------------

*Il temporale non pareva aver intenzione di placarsi. Tra tuoni e lampi pareva che fuori stesse infuriando la battaglia più avvincente del secolo. Ma non c'era niente di avvincente; solo acqua, vento, tempesta. A Masaaki non rimase altro che mettersi a dormire, stanco dopo una lunga giornata di allenamenti.
Non riuscì a prendere sonno, tuttavia. Il fragore dell'acquazzone gli impediva di chiudere gli occhi, mantenendolo sveglio oltre ogni voglia e buonsenso. Ogni volta che appoggiava la testa al cuscino un riverbero impressionante lo raggiungeva, correndo attraverso la terra fino al suo letto. Fulmini, probabilmente, ma sempre più numerosi e sempre più vicini.
Poi, di colpo, il silenzio. Il vento aveva smesso di ululare, gli alberi di schioccare e dibattersi, la pioggia di ticchettare sul soffitto... qualcosa era imminente, e il mondo tratteneva il respiro.
Il ragazzo sentì una paura sconosciuta montargli dentro; immotivata, eppure ben radicata. Un senso di pericolo imminente, di minaccia. Nonostante nulla facesse presagire tale incombenza, il giovane sapeva di stare per morire.
Doveva fuggire immediatamente.*


GDR OFF///Eccoci, finalmente. Ruolate entrambi le vostre reazioni ed azioni.///GDR ON
 
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view post Posted on 13/3/2015, 21:05     +1   -1
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Naori:Masaaki-sama, di questo passo non migliorerai mai. Più rapido, meno prevedibile!

La giovane saltò, un'elegante piroetta, un tremendo calcio portato alla coscia del giovane Genin.
Masaaki cadde all'indietro, nella polvere, ma si mise a sedere, sorridendo in silenzio, come amava fare.
Sempre per un pelo, è vero. Sempre per un pelo ma a conti fatti non ci riusciva mai.
Solo un po' più veloce. Solo poco. Solo un po' meno prevedibile, non serve molto. Solo un po'.


Si girò di fianco, scrollando la testa, affaticato. Quei pensieri non lo avrebbero sicuramente aiutato a dormire. Un tuono.
Poteva un semplice fulmine fare tutto quel chiasso, era quello che il giovane si domandava. Ma non fuori, non lì, lì poteva ignorarlo. Il vero rumore era dentro di sé. Ma erano davvero i tuoni a fare tutto quel chiasso, o i suoi pensieri? O la sua indole di porsi sempre dei problemi, di trovare sempre delle difficoltà?
Si rigirò, supino, avvertendo la stanchezza del suo fisico, provato dalla giornata.
Un altro rombo, un terribile rumore riconducibile al repertorio dell'inquietante temporale. Com'era fastidioso tutto quel rumore, in una giovinezza di silenzi? Adorava la notte, adorava il silenzio innocuo provocato dal sonno delle altre persone, e non temeva la sensazione di solitudine che si impadroniva di lui. Aveva imparato a fare della solitudine la sua più grande compagna, o almeno prima di Naori. Ora trascorreva con la giovane Hyuga più tempo di quanto ne passasse da solo, e sicuramente più tempo di quanto i suoi genitori costantemente in missione potessero dedicare lui. Quanto avrebbe desiderato la sua pace, il suo mondo di silenziosa solitudine, in quell'istante.
Rombi.
Ora invece si domandava se un temporale potesse avvicinarsi sempre di più alla sua residenza.
Con un pelo di inquietudine si rivoltò disteso, imprecando, ma rimboccandosi le coperte, molto più dell'usuale. Inquietudine, insicurezza, paura. Paura.
D'un tratto il suo familiare silenzio. La pace nella mente del genin. Ma forse non era quel silenzio. Era il silenzio per impallidire. Quel silenzio prima di un maremoto. Il silenzio della paura. Non il silenzio di Masaaki. Desiderò scappare, non essere lì ad avvertire il mondo che aspettava quello che stava per accadere. Desiderò correre via da quel silenzio tanto incredibile quanto letale. Freneticamente uscì dalle coperte, si alzò e di scatto mosse verso la vana salvezza dell'uscio. Ma al primo passo il fisico del giovane dalla chioma incolore cedette alla fatica e ai lividi, lasciando il giovane alla mercé di quello che doveva accadere, alla mercé di quel silenzio che diceva una sola parola: morte. Strisciò verso la porta, sperando di scappare da quella... da quella... sensazione. Come definirla meglio? Non lo sapeva. Lo spavento dell'ignoto gli bloccò i movimenti. Cercò di rialzarsi di scappare via, ma la sua condizione fisica e il suo panico glielo avrebbero permesso?

Edited by Masaaki - 13/3/2015, 23:15
 
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view post Posted on 15/3/2015, 20:08     +1   -1
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Continua da qui

Lentamente, tra un sussurro ed un gemito affannato, riaprì gli occhi. Lentamente la vista stava ritornando, gli occhi erano ancora completamente appiccicati tra loro, chiusi per troppo tempo.
Senza pensare al suo corpo ancora debilitato, scattò in piedi con un solo pensiero nella mente: Hideyoshi e Yama, gli ultimi pensieri prima di svenire in quell'inferno demoniaco.


(Sono vivo.. Oppure questo è il regno dei morti..)

Con lo sguardo inquadrò da prima Yama, intento a degustare una calda bevanda più o meno a due metri di distanza dal letto sul quale lo spadaccino si trovava. Sorrise, e quello bastò per fargli capire che il resto del gruppo stava bene. Infatti, senza ricambiare il dolce gesto, ruotò lentamente lo sguardo verso la sua sinistra, dove un Hideyoshi Kaguya ancora dormiente e con busto e braccia fasciate, dormiva tranquillamente. Un ragazzo biondo accanto ad una ragazza che vestiva un kimono rosso erano a suoi piedi. Non conosceva quei due, ma a giudicare dal posto ed alle cure date loro, non erano di certo ostili.

- Cosa è successo? Dove ci troviamo?

La ragazza dopo un gran sospiro iniziò a raccontare tutto quel che le era stato detto da Yama mentre il Cantore e lo Spadaccino dormivano. Riferì ogni dettaglio, come si erano salvati, chi li avesse salvati, come entrambi avevano combattuto valorosamente, senza aver paura di nulla.

(L'importante è che siamo vivi.. L'importante è che lui sia vivo. E' con lui che ho un debito.)

Ancora barcollante, provò a mettersi in piedi, facendo leva con le mani sul quel materasso improvvisato. Ci volle qualche attimo prima di realizzare che tutto era finito..Ed improvvisamente quella calma si tramutò in stanchezza. Crollò nuovamente sul letto, balzando all'indietro. Il materasso attutì la caduta e finalmente fu libero di sorridere. Ora il suo pensiero andava fisso sulla ragazza che aveva lasciato a casa. Lui era fortemente cambiato. I suoi ideali erano cambiati quasi radicalmente, ma il suo cuore era ancora intatto, perfettamente intatto.

Si rimise in piedi, si avvicinò ad Hideyoshi posando una mano sulla sua spalla.


- Tornerò, Hideyoshi-sama. Ci rivedremo presto, mantengo le mie promesse.

Si voltò poi verso Yama ed i due ragazzi, li guardò con uno sguardo sereno e rilassato, poi parlò nuovamente, prima di uscirà dalla porta e lasciarsi quel posto alle spalle..per sempre.

- Vi ringrazio di cuore per il vostro aiuto. Prendetevi cura di Hideyoshi, riferitegli che tornerò da lui non appena avrò sistemato delle cose importanti.

-------------

La Statua del Caduto giaceva sempre nella stesa posizione. La testa era ancora rivolta verso il fiumiciattolo, e stranamente da qualche giorno il sole spadroneggiava su quel pezzo di paradiso sperduto nel nulla. La sua luce inondava la cascata, ampliando la potenza della luce solare, rendendo quasi nulla qualunque tipo di ombra, se non quella dietro l'enorme testa nel quale era situato il rifugio del ninja.

- Ehi, Kuro! Hai trovato qualcosa? Inizio ad avere fame!

La soave voce della ragazza riecheggiò in tutta la valle. Uscì fuori dalla tenda che fungeva da porta con un enorme sorriso. Finalmente si era ricongiunta al suo "amico". Lentamente quella stava diventando qualcosa di più di una semplice amicizia, ma la cosa non importava a nessuno dei due. Kuro era cambiato, anche in quello. Con Hideyoshi aveva imparato a convivere con la gente, non era più un lupo solitario, per lo meno cercava di non esserlo. Sorrideva di più, si apriva più alla gente, soprattutto a Neko, che ormai da un mese vivevano con lui.
Sembrava adorare quello stile di vita, voleva fosse infinito, ma sapeva perfettamente che ben presto sarebbe dovuto andar via, che avrebbe dovuto raggiungere Hideyoshi. Era la sua guardia del corpo ormai, lo sapeva bene ed aveva anche avvisato Neko di questa cosa. Kuro non era più un ninja libero.


Con grosso guizzo Kuro balzò fuori dall'acqua, emulando il gesto fatto qualche secondo prima dal pesce che ora era saldamente stretto tra le sue mani. Poi una capriola in aria ed i piedi toccarono finalmente terra, battendo sull'erbetta presente a bordo del piccolo fiume.
Indossava solo i pantaloni, e la solita fascia lungo il braccio destro, a nascondere il marchio ed il tatuaggio. L'acqua scendeva sullo scultoreo petto del giovane scendendo più giù, andando a bagnare ancor di più i suoi già fradici pantaloni. Non v'era più traccia di barba sul viso del ragazzo, non era più trasandato.


- Lo so, Neko. Spero che questo possa bastare!

Ancora un sorriso, prima di un impulsivo scatto verso la sua sinistra, dove un sonoro "puff" si materializzò assieme ad una piccola ma consistente nube di fumo. Sapeva perfettamente chi fosse. Entrambi sapevano perfettamente cosa fosse, ci erano giù passati, circa sei mesi prima, giorno della loro separazione.
Pakkun apparve, dicendo a Kuro di che il sommo Lupo voleva parlare con lui. Questo per un attimo impensierì Kuro.

- Cosa succede? E perché manda a chiamare me e non Hisashi? E' successo qualcosa all'eremita? E' tanto che non lo sento.

- No! Non di nuovo! Non lascerò che te ne vada di nuovo! E non di nuovo con un dannato cane! Non puoi farlo! Kuro!

La risposta di Kuro fu molto semplice e genuina, un sorriso che fece capire alla ragazza che il tempo era giunto. L'aveva avvisata, sapeva benissimo che sarebbe dovuto partire a breve. Per raggiungere Hideyoshi o per altri motivi, il tempo era arrivato.

- Fammi strada, Pakkun-dono.

GdROff - Wooh, non posto da secoli! Mi sgranchisco le dita questo post e poi ci sono al 100% - GdROn
 
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view post Posted on 24/3/2015, 00:49     +1   -1
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*Ben presto fu troppo tardi per fuggire.
La notte soffocò ogni luce, il sangue intorbidì la pioggia, e intorno al ragazzo le ombre iniziarono ad avanzare come predatori famelici, scheletrici, animate da una fame antica e senza fondo. Il silenzio si fece assordante, l'oscurità completa... poi, l'esplosione.*


<taijutsu Speciale - Ninjutsu a vasto raggio> -Richiamo del Coraggio- (Vta: -50)(Frz: +420) “Costituisce una sorta di prova per l'anima, ma si tratta anche della Tecnica definitiva dell'orgogliosa e implacabile bestia canina. L'ululato di Fenrir si propaga per miglia e miglia come fosse un fragoroso ciclone in grado di spezzare qualunque forma di vita. La potenza di tale Tecnica non sta nella devastazione ch' essa è in grado di portare, poiché si tratta di semplici onde sonore, tuttavia quest' ultime riescono a tangere i più profondi recessi dell'animo, che rischia di disintegrarsi. [Questa Tecnica provoca Ferita d'Urto e all'Udito. Utilizzabile max 4 volte per incontro]”.



*Un singolo ululato squarciò la calma agghiacciante, risuonando nell'animo di Masaaki come il rintocco di una campana funebre.
Seguì un tremito spaventoso, e il vento tornò come se il mondo stesse disperatamente tentando di riprendere fiato. La stanza di Masaaki si trasformò in schegge sotto i suoi occhi, volando nel nulla assieme al resto della casa e lasciando che fosse il cielo cremisi a spezzare l'ombra.
La pioggia lo coprì non appena l'onda d'urto ebbe cessato di sospingerla, ma rimaneva muta, esattamente come il vento. Solo l'ululato rimaneva: la sua eco in continua espansione attraverso il villaggio devastato. Il genin vide la popolazione darsi alla fuga, e la disperazione tramutarsi in terrore una volta posati gli occhi sul monte di Konoha.
Seguendo il loro sguardo, Masaaki avrebbe scorto un'enorme fiera bagnarsi alla luce della Luna. Un lupo, ma grande quanto mai un lupo dovrebbe essere.
Ancora sulle ali del proprio richiamo, la bestia discese tra loro, mietendoli come pecore al pascolo. I loro spiriti erano strappati assieme alla carne, scivolando tra le fauci del mostro in una corrente inarrestabile.
I suoi genitori non poterono nulla contro di lui, e al ragazzo non fu risparmiato il vederli urlare prima della fine.
E venne il suo turno di essere preda. Il lupo si avvicinò esattamente come aveva fatto con gli altri, e torreggiando gli rivolse uno sguardo lucente, ferino, eppure consapevole.*


Fenrir:"Impossibile... tu sei debole... è finita."

*La voce sbriciolò ciò che era rimasto del cuore di Masaaki, vibrando nel profondo del suo animo pur non comunicando nulla di comprensibile.
Poi, senza aggiungere altro, la bestia cedette all'istinto.*


(Frz: 500)

---------------------------------------------------------------------------------------------------

*Appena il tempo per la nebbia bianca di dissiparsi, e Kuro poté ammirare la grande sala in cui erano emersi. La pavimentazione era stata ingiallita da secoli, forse millenni di umidità calante dal soffitto, e riluceva come ottone agli immensi bracieri lungo le pareti. Non vi erano mura, tuttavia, solo una serie apparentemente infinita di colonnine, disposte in numerosi livelli e camminamenti fino a raggiungere l'oscurità dell'antro. Continuavano per tutto il perimetro dell'androne, risultando in un'opera impensabile per mani umane.
E al centro, posta su di un alto piedistallo circolare, stava una reliquia estremamente singolare. Tutta la luce nel salone pareva convergevi, illuminandone il colore candido ed evidenziando ogni suo singolo prolungamento. Ce ne erano molti, in effetti: lunghi filamenti di tessuto bianco, sciolti a cadere dal piedistallo o tesi in alto ad avvinghiare le colonne, attraversavano la stanza in un reticolo complesso ma elegante. Dei lumi erano appesi agli intrecci in alto, baluginando nell'oscurità come fantasmi.
Pakkun si mosse per primo, avanzando con certa fretta verso la scalinata che ammetteva alla reliquia. Delle statue ne segnavano l'inizio, anch'esse avvinte dal tessuto pallido, e il termine ne era completamente coperto.
Giunto a quel punto, tuttavia, Kuro si rese conto che il panno non era altro che pelo, e la reliquia null'altro che cane. L'Anziano Saggio dei Cani riposava d'innanzi a lui, il suo manto interminabile nonostante le dimensioni ridotte della creatura.*


Pakkun:"Ahem..."

Anziano:"Uh? Oh! Benvenuto, benvenuto ragazzo mio... eeehh.. Pak-chan, saresti così gentile..."

*L'anziano mosse la testa impercettibilmente, segnalando al carlino l'urgenza di venir grattato dietro l'orecchio destro. In qualche modo, Pakkun trovò l'estremità in tutto quel pelo, e il vecchio parve trarvi enorme sollievo.*

Anziano:"Ahhhhhh, sia lodato il cielo... perdonami, Kuro-san, ma per un vecchio nella mia posizione... letteralmente parlando, il prurito può significare la fine della sanità mentale...
E rimanendo in tema di sanità mentale, ti ho convocato qui in un'ora buia, per noi e per il mondo intero.
Ma prima di forzarti con ciò che ho da dire, devo domandarti se conosci la leggenda di Fenrir, il Grande Lupo."


*L'espressione di Pakkun, sentite quelle parole, si fece decisamente scocciata. Era chiaro che il tempo stringeva.*

GDR OFF///Masaaki, difenditi come puoi. Kuro, rispondi in base alle informazioni che hai. Scusate il ritardo///GDR ON
 
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view post Posted on 28/3/2015, 16:14     +1   -1
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Un esplosione.
O forse no, semplicemente distruzione.
Masaaki arrancò irrazionalmente verso l'uscio, ma nulla poteva nemmeno prepararlo a ciò che stava per accadere, né tantomeno difenderlo. Le travi della camera volarono via distrutte, come foglie in balia del vento. Le pareti si fracassarono, nulla dell'animo del giovane rimase intatto, come non rimase intatto null'altro per diversi chilometri attorno. Distruzione e morte. Masaaki vide suo padre lanciarsi verso un punto indistinto e venire sbalzato via, urlante e grondante di sangue. Lo squarcio che questo nemico misterioso aveva inflitto all'uomo si era riprodotto come uno specchio nel cuore, nella mente, e nel respiro di Masaaki. Non riuscì a elaborare quanto accaduto.
Seduto in ginocchio, il suo respiro tardava ad arrivare, il dolore squarciava qualsiasi entità vivente e non vivente nelle vicinanze, e anche la stessa esistenza del giovane. Vide in un attimo tutta la sua vita venire distrutta. Rimanevano solo schegge, polvere, distruzione.
Tutto il sudore che aveva gettato a terra per compiacere sé stesso e i suoi genitori perse valore e significato davanti a quell' inarrestabile distruzione.
Lo Hyuga sembrava febbricitante. La sua vista funzionava, ma sebbene riuscisse a scorgere con esattezza quello che stava accadendo, non riusciva a trasformare il tutto in informazioni cognitive.
Urli.
Riprese a respirare, e a pensare, anche se sconnessamente. Non riusciva a capire. Come un vero e proprio fulmine la morte era arrivata nella sua vita e aveva mangiato tutto, alla stregua della falce nella coltivazione del grano in periodo di mietitura.
Doveva vedere, doveva sapere, doveva rassicurarsi. Concentrò il senso della vista, focalizzò tutto ciò che aveva attorno. Pian piano la sua mente rilevò i dettagli e i contorni delle macerie intorno a lui, e il suo campo visivo si allargò, sempre di più, fino a circondarlo quasi completamente, lasciando un solo segreto punto cieco.

CITAZIONE
<attivazione> - Byakugan - [Chk: 40]
“Il Doujutsu tramandato ad ogni membro del Clan per via genetica. Sin da bambini gli Hyuga infatti sono facilmente riconoscibili a causa degli occhi completamente bianchi che non mostrano alcuna pupilla, attivando però il Byakugan questa inizia a delinearsi e le vene delle tempie si gonfiano vistosamente. Grazie ai suoi occhi speciali lo Shinobi avrà un'ampia di visione di ciò che lo circonda, potendo aumentare infatti il suo campo visivo di ben 50 metri in tutte le direzioni; ciò gli conferirà maggiore sicurezza nei movimenti, data la consapevolezza della propria Difesa Assoluta. Inoltre sarà in grado di vedere il flusso interno del Chakra del nemico e i suoi Tsubo. Unica pecca di quest'abilità oculare è un punto cieco nel centro della nuca, segreto tenuto nascosto agli estranei gelosamente e svantaggio che molti riescono a colmare con un po' d'ingegno.
Attivando questo Doujutsu, i membri del clan sono in grado di vedere qualsiasi essere vivente all’interno del loro campo visivo rendendo quindi impossibile nascondersi da essi tramite normali metodi. Oltre a ciò, la possibilità di vedere i punti dove il Chakra nemico è più concentrato, così come la natura elementale del suo Chakra, rende possibile poter in un certo senso prevedere gli attacchi avversari e notare molti dei loro punti deboli permettendo di colpire con precisione. Ciò dona un bonus pari a 20 ad ogni Taijutsu o Bukijutsu, sia offensiva che difensiva. Tale bonus sale a 30 nel caso si usino tecniche di clan.
Quest’attivazione conta come un potenziamento a tutte le statistiche tranne che a Chk e Vta, quindi sarà possibile usare una sola altra attivazione che dia bonus ad una qualsiasi statistica.”

Il suo sguardo corse alla residenza del suo Clan, anch'essa in polvere. Scorse per il giardino, ma la paura lo attenagliò. Ebbe paura, di perdere, di morire e poi ancora, nuovamente, di perdere tutto.
Scorse Naori in terra, i lunghi capelli cobalto sciolti come poche volti li aveva visti disordinati sul terreno attorno a lei, esanime, probabilmente priva di vita. Il chiarore della luna mandava bagliori di morte ed eleganza attorno alla sua testa, e Masaaki ebbe paura di nuovo. Era sconvolto, poi di nuovo impaurito.
Doveva capire, doveva sapere.
Cosa aveva causato tutto ciò?
Ritornò al punto in cui suo padre giaceva a terra insanguinato, accanto a sua madre, e volle morire. Cerco l'origine della sua stessa morte con gli occhi, aspettando in cuor suo di morire. O forse sperando ? Cosa lo tratteneva in quella casa? In quel villaggio? In quella vita?
Per un attimo, un attimo solo lo scorse, poco distante.
Un lupo.
La causa di tutte quelle schegge era un lupo. Provò rispetto, poi paura, poi odio, poi silenzio.
Fu un attimo.
Un ringhio.
Il dolore, la morte, il lupo fu addosso a lui.
Aggrappato soltanto alla lurida irrazionalità e all'istinto di sopravvivenza Masaaki fece appello a qualsiasi cosa dentro di sè che potesse uscire a difenderlo da una furia che era riuscita a devastare molto più che un giovane Genin, e tentò di deviare ciò che avrebbe messo fine alla sua esistenza.
CITAZIONE
<taijutsu Ravvicinata> -Con l'Orgoglio in Mano- (Stm: -2)(Def/Res: +70) “Non voler perdere, non voler accettare il destino crudele, non volersi abbassare all'oppressore pieno di se. E per questo che sono i conosciuti i Ninja del Paese del Fuoco, per l'ardore e la testardaggine che li anima e li rende vivi. Per questo non gli servono particolari nozioni di arti marziali da Genin, per loro basta l'istinto e la voglia di proteggere qualcuno per ottenere una difesa resistente a qualsiasi attacco.”

//OFF gdr Non ho ben capito se la tecnica che hai messo in quote all' inizio del post sia la tecnica con cui Fenrir attacca il giovane, così ho fatto eseguire a Masaaki una cosa che andasse bene in ogni caso, in seguito posto i calcoli sia nell'evenienza in cui l'attacco di Fenrir si basi sull' Int sia che si basi sulla Frz //gdr ON


CITAZIONE
Def = 42 (statistica) + 70 (tecnica) + 20 (Byakugan) = 132
Res = 32 (statistica) + 70 (tecnica) + 20 (Byakugan) = 122
Chk=42 - 40 = 2 residuo
Stm = 81 - 2 = 79 residuo


Edited by Masaaki - 29/3/2015, 23:24
 
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view post Posted on 30/3/2015, 14:49     +1   -1
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Il sorriso del giovane raggiunse gli occhi della fanciulla, ultima cosa sul quale si posò lo sguardo di Kuro.
Poi la solita nube di fumo, ma questa volta fu diverso dal solito. Era abituato a vederla comparire e veder apparire Pakkun o Bull dall'interno, ma ora i suoi occhi si appannarono, il suo corpo fu come risucchiato in un vortice strano, particolare. Molte sensazioni investirono il ragazzo, dentro e fuori, i cinque sensi erano aumentati, il sesto senso sembrava svilupparsi misteriosamente in lui, poi i piedi toccarono terra, un forte sospiro e la vista tornò forte come prima, sebbene ancora barcollante.


(Sono..Stato evocato? E' questo dunque il sigillo dell'evocazione inversa? Wow..)

Neanche il tempo di arrivare che i suoi pensieri furono stroncati dalle meravigliose fattezze della poderosa sala nel quale era giunto. Quello che sembrava tutt'altro che un antro, veniva colorato dalle tante fiaccole sparse per la sala; la luce investiva ed illuminava il pavimento ingiallito dal troppo tempo e dall'umidità del posto. L'atmosfera che si respirava era quasi magica, di totale devozione, un santuario era il posto dove Kuro era giunto.

(Mi ha portato dal grande capo? Non so neanche com'è fatto.. E non vedo Fenrir da molto molto tempo. Se mi hanno condotto qui sarà successo qualcosa.)

Tutte le luci si impegnavano ad illuminare il centro della sala, dove una strana forma si ergeva su un alto piedistallo. Era un agglomerato di prolungamenti fatti di fili, tutti partivano dallo stesso punto e si allungavano quasi fino a giungere sotto i piedi del ragazzo, creando come un grande tappeto circolare.
Poi l'assurdo: quella non era affatto una reliquia ma era un cane..il Saggio dei Cani.


- Ma cos..

Fu subito interrotto però, proprio dal vecchio cane, che goffamente chiese aiuto a Pakkun per grattarsi dietro l'orecchio. Kuro trovò la scena molto buffa, ed il cane alquanto bizzarro. Era l'esatto contrario di Fenrir. Non era enorme e pieno di vita, ma era minuscolo ed immobile.
Domandò lui se fosse a conoscenza della leggenda del grande lupo.


- Venerabile... Inu-sama... perdonate la scortesia, ma non so come rivolgermi a lei. E' un grande onore essere al suo cospetto..

Il giovane spadaccino del Suono sembrava evidentemente imbarazzato, a tal punto da non sapere come chiamare il "grande" cane, non sapeva come rivolgersi ad un entità così forte e famosa.

- Ho avuto il piacere e l'onore di essere addestrato e valutato dal grande Fenrir, ma ad essere sinceri non conosco affatto la sua leggenda. Cosè accaduto di tanto grave? Ma sopratutto, perchè chiamare me e non Hisashi, l'eremita?
 
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view post Posted on 2/5/2015, 22:25     +1   -1
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GDR OFF///Perdonate l'enorme ritardo.
Hai ragione Masaaki, non avevo specificato. In ogni caso no, quello era semplicemente l'ululato con cui praticamente rade al suolo il villaggio.///GDR ON

*Al sentir nominare Hisashi, il viso dell'anziano perse la poca verve racimolata fin lì. Scambiò un rapido sguardo con Pakkun, quindi si rivolse nuovamente al ragazzo.*

Anziano:"Hisashi-san... non abbiamo più notizie di lui da quasi sei mesi ormai... con tutto il trambusto che Watashi ha tirato su, pensavamo di vederlo riapparire da un momento all'altro, dopo che se ne erano perse le tracce in missione... ma nulla. Abbiamo inviato una squadra a cercarlo, senza risultati... e non possiamo più aspettare."

*Sospirò, forse per trovare le forze, forse per fugare angoscia e tristezza.*

Anziano:"Fenrir non è una creatura come le altre, Kuro-san. La sua discendenza è legata alla nostra, ma sulle sue spalle grava il peso di un'intera specie estinta.
Moltissimi anni fa, prima che l'uomo mettesse piede in queste terre, lo spirito del Grande Lupo era diviso in centinaia di bestie. Grandi e maestose, sottratte alla vecchiaia, ciascuna esisteva in un proprio spazio vitale, servita dalla mia stirpe ed isolata rispetto ai vicini. Nessun'altra creatura poteva opporsi a loro, e noi, che avevamo obbedito per un tempo infinito come paggi mortali, men che meno... così era stato per millenni, e così rimase ancora per lungo tempo.
Finché, inevitabilmente, venne il giorno in cui l'uomo acquisì un potere pari a quello della bestia... no, non mi riferisco al ninjutsu, ma alla superbia. Nella loro arroganza, i tuoi avi pretesero la libertà di creare uno spazio vitale loro proprio, combattendo, se necessario. Tuttavia, per quanti fossero in numero, non poterono nulla contro le bestie, e a migliaia finirono in pasto ai nostri padroni.
Realizzando l'enorme disparità di forze, l'uomo tentò di distruggere la bestia approfittando del suo unico punto debole: l'avidità. Promettendo ad una fiera eterna obbedienza, i tuoi avi riuscirono a spingerla a fare l'impensabile: invadere il territorio di un'altra. Accecato dalla brama di potere, il lupo uccise il proprio simile con l'aiuto degli uomini, assorbendone lo spirito ed elevandosi al disopra di tutte le altre bestie.
Da lì in poi, il traditore travolse come una valanga l'intera sua specie, spazzandola via e rimanendo unico depositario del Grande Lupo, al punto da identificarvisi. Ma quando venne il momento per l'uomo di mantenere la sua promessa, egli non volle abbassarsi al nostro livello. Forte ormai del ninjutsu, sfidò apertamente la creatura che gli aveva vinto la libertà, portando molti altri esseri a seguire il suo esempio... i gatti per primi, naturalmente.
Insieme, il clan Uchiha e i gatti costrinsero il Grande Lupo alla ritirata, affibbiandogli il nome che porta oggi. Io guidai chi di noi sopravviveva, e dopo mesi di ricerche ritrovammo Fenrir nel buco che aveva scelto per nascondersi... ma non si trattava più della fiera bestia che avevo servito per anni... la rabbia e la frustrazione l'avevano spinto alla follia, e per la prima volta mi accorsi di quanto le morti dei suoi simili premessero per farlo a pezzi.
Uno ad uno, gli spiriti divorati da Fenrir lo tormentavano incessantemente, minacciando di scatenare sul mondo un cataclisma senza inibizioni, un mostro assetato di sangue e vendetta... egli stesso si rese conto di star perdendo il controllo, e in un ultimo guizzo di coscienza ci ordinò di erigere un altare nel punto più profondo di questa cripta. Fedeli a ciò che rimaneva del nostro ruolo, obbedimmo, aiutati da un reietto Uchiha. Adagiammo il corpo del nostro signore di fronte alla statua che lo rappresentava, sigillammo ogni accesso, e permettemmo alla sua furia di liberarsi, sperando che il Grande Lupo potesse finalmente trovare pace.
Ma più i giorni passavano, più la rabbia diveniva incontrollabile, e presto ci rendemmo conto che non avrebbe avuto fine. Lo shinobi che aveva stretto un patto con noi entrò nella camera dell'altare, affrontando il Grande Lupo e reprimendone l'istinto distruttivo. Il primo Eremita dei Cani.
Ogni cento anni Fenrir si è chiuso nel naos, ed ogni cento anni c'è stato un eremita pronto a fare il suo dovere... ma Hisashi-san è sparito, e come ho detto non possiamo più aspettare il suo intervento."


*I bracieri avevano perso il loro vigore, e Pakkun sembrava più teso che mai, ma il racconto era giunto al termine. L'anziano rimase in silenzio per qualche attimo, poi, forse volendo assecondare la sua controparte più giovane, riprese parola in tono risoluto.*

Anziano:"Dovrai accedere all'altare, Kuro-san, ed affrontare il tuo maestro per salvarlo. Ne va delle nostre vite.
Pak-chan, io sono vecchio e stanco; sarai tu ad accompagnarlo..."


*Il carlino sgranò gli occhi, drizzando il pelo al punto da rischiar di strappare la sua divisa. Rimase senza parole per qualche secondo, poi sbottò.*

Pakkun:"SARANNO DUEMILA ANNI CHE SEI VECCHIO E STANCO! COME HAI FATTO LE ALTRE VOLTE?! HAI MANDATO A MORIRE QUALCUN ALTR..."

Anziano:"... fino alla soglia del naos, poi dovrà proseguire da solo."

*Seguì un silenzio tombale, specialmente una volta esaurita l'eco delle grida. Quindi, lentamente, il carlino indietreggiò verso la discesa.*

Pakkun:"Oh... ahem... ok allora, a-andiamo, non c'è tempo da perdere."

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Frz: 500-132= 368, divorato.

*Le fauci del lupo si chiusero su di lui, travolgendo qualsiasi resistenza ed investendolo con un'energia terribile. Eppure, nonostante la violenza e l'aura spaventosa del nemico, Masaaki non sentì la sua anima venir strappata via.
La sua volontà di vivere, esternata dalla tecnica appena utilizzata, pulsava come un secondo cuore, spandendo una vivida luce attorno al suo corpo e preservandolo dalla marea funesta che, tutt'attorno, prese di colpo ad infuriare. Un cataclisma senza precedenti; le folate così potenti da frantumare le montagne, rapide ma dense, pesanti, come un mare privo di gravità. Ci volle qualche istante perché il ragazzo potesse rendersi conto di trovarsi all'interno della bestia, e sarebbe stato solo grazie al Byakugan che la tempesta cremisi, da vento informe, iniziasse ad assumere caratteri e contorni definiti.
Una prima corrente impetuosa superò il ragazzo, dissonante rispetto al resto del marasma, e nel fluire si ridisegnò fino a guadagnare una forma familiare. Gli occhi rilucevano come fari nelle profondità, e le fauci aperte puntavano verso chissà quale preda. Un lupo, composto di null'altro che energia furente, che sfrecciò attraverso il mare cremisi ignorando il giovane shinobi. Ma non bastò la velocità per sfuggire al Byakugan, che lo seguì anche alle spalle mentre come un'onda si infrangeva contro i suoi simili. Altre bestie, altre correnti impazzite, e nell'impatto un'esplosione capace di generarne altrettante.
Presto Masaaki non vide altro che fiera contro fiera, marea contro marea, in una lotta senza sosta all'interno del Grande Lupo. Ciascun lupo ne incontrava un altro, per poi disgregarsi e correre di nuovo alla lotta. Il chakra che gli fu dato analizzare non aveva nulla dell'energia azzurra, limpida e controllata, che ciascuno shinobi impara ad utilizzare; si trattava invece di un mare in tempesta, senza freni, animato da mille e più diverse volontà in guerra continua, in procinto di disgregare anche il ricettacolo che le conteneva.*


"Ti prego!"

*Un grido squarciò il silenzio tumultuoso, risuonando cristallino da un punto imprecisato sotto Masaaki. Egli riuscì a trovarne l'origine, ma solo perché anch'essa era null'altro che energia.
Una donna, le fattezze sfocate dal fluire della marea, ma nitide allo sguardo penetrante del ragazzo. Il suo spirito cristallino era appeso a un filo, e la sua essenza completamente estraniata dall'incubo circostante. Paura, tormento, angoscia, solitudine, ciascun sentimento era unico ed evidente in mezzo alla furia dei dintorni, e ben presto la traccia si fece abbastanza forte da attrarre gli squali.
Alcune fiere abbandonarono lo scontro tra pari, e discendendo incominciarono a predare le anime falciate dal Grande Lupo. Gli spiriti si cercavano tra loro, formavano gruppi, forse in un impeto spontaneo di conforto, ma ciò non faceva altro che attrarre altri lupi. Come agnelli sacrificali, gli uomini erano nient'altro che cibo.
Alcuni caddero immediatamente, incapaci di raggiungere gli altri, ma la donna fu raggiunta da un nutrito coacervo di spiriti in fuga. Accanto a lei si stringeva l'immagine di un'anima più piccola, tanto sfocata da dar l'impressione di essere sul punto di svanire. Un bambino, miracolosamente ritrovato, forse mai abbandonato.
Masaaki non riuscì a capire se l'esortazione fosse diretta a lui; i predatori calavano sempre più rapidamente, da ogni direzione, e presto non ci fu più tempo per cercare risposte.*


-------------------------------------------------------------------------------------------

*Discesero l'ultima galleria, e finalmente si trovarono davanti il naos. L'aria era incredibilmente rarefatta, a quella profondità, e il calore fatuo delle torce era sufficiente a soffocare qualsiasi folata.
Eppure erano arrivati, e non ci sarebbe stato modo di scendere ancora. Dietro un enorme portone a doppia anta, la furia di Fenrir ribolliva più che evidentemente. Le vibrazioni iniziarono a solleticare la pianta del piede di Kuro ben prima di raggiungere la soglia, e, una volta lì, il metallo stesso gli segnalò l'emergenza. Colpo dopo colpo, persino la porta strideva e rintoccava come una cupa campana, ogni volta in procinto di spalancarsi. Era solo grazie ad una spessa catena che il varco rimaneva sigillato, ma per quanto a lungo era impossibile dire.
Due ombre dalle dimensioni opposte avanzarono dal ciglio, facendosi riconoscere. Cani; uno sconosciuto, basso e tarchiato, l'altro massiccio, che per primo avanzò verso Kuro.*


Bull:"Finalmente sei qui, Kuro-kun... abbiamo dovuto sigillare completamente l'ingresso."

Pakkun:"Il vecchio gli ha già spiegato tutto. Raggiungete il livello superiore, quando Kuro-san sarà pronto sigilleremo il passaggio."

Bisouke:"Buona fortuna, ragazzo... Pakkun-senpai, attendiamo il tuo ordine."

*Bull scambiò un ultimo sguardo col compagno, quindi si allontanò assieme al bassotto.
Non appena i loro passi furono svaniti, Pakkun si permise di deglutire sonoramente la propria paura.*


Pakkun:"Mi spiace di doverti spingere a fare tutto ciò, Kuro-san... ma non abbiamo alternative. Io ti lascio qui, sperando di rivederti al ritorno.
Nessuno di noi potrà raggiungerti lì dentro, né potrai evocare altro equipaggiamento. Sarai tagliato fuori... ma non ho dubbi che sarai in grado di farcela."


*L'espressione del carlino tradiva uno scetticismo ben più profondo di quanto le parole non lasciassero intendere, ma, conoscendolo, era impossibile che fosse altrimenti.*

Pakkun:"Quando sei pronto... sai cosa fare. A presto."

*Disse infine, lanciando uno sguardo alla catena prima di congedarsi.
Solo, allo Spadaccino non rimaneva altro che incontrare il suo maestro.*


GDR OFF///Gesù.

Masaaki: scegli se intervenire a difesa delle anime, o cercare una via di fuga. Per ora i lupi ti ignoreranno.

Kuro: non c'è molto da dire.///GDR ON
 
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view post Posted on 31/5/2015, 21:13     +1   -1
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Subì tutto quanto con gli occhi chiusi. Fu come un tuffo in mare aperto. Subito pensò che fosse strano, aveva sempre immaginato diversamente la morte. Si guardò attorno: a degli occhi ciechi ciò che stava accadendo poteva sembrare indecifrabile, e la paura e l'attonimento del ragazzo rendevano le sue capacità razionali cieche. Se invece tentava di concentrarsi sulle sensazioni riusciva concretamente a percepirle.
Ricordava con sufficiente chiarezza e con una punta di amarezza l'allenamento a cui sui padre lo aveva sottoposto qualche anno fa. Lo aveva portato sugli scogli, e d'un tratto, senza alcun preavviso lo aveva spinto nelle profondità del mare.
Era caduto a peso di piombo, e una volta immerso nell' infinita marea celeste era stato incapace di attuare qualsiasi movimento, l'acqua gli era entrata nel naso, nella bocca, nelle orecchie, accompagnata dallo stupore e dall'incredibile paura. Era stato difficile aprire gli occhi, proprio come sembrava difficile aprirli ora. Il suo Byakugan era attivo, ma la razionalità non era in lui in quel momento.
D'un tratto si destò, e come usando il suo istinto di sopravvivenza come slancio cercò di aggrapparsi alla vita, e quindi provò a calmarsi, a guardare come un vero Hyuga. Ciò che vedeva lo sbalordiva, correnti di Chakra scatenato lo attraversavano senza accorgersi di lui, scontrandosi tra loro e disintegrandosi. Ma come le correnti causate dalle acque avevano provocato in lui sensazioni di urto e stordimento queste erano tutt'altra cosa. A dir la verità era difficile definirle. tentare di comprenderle era errato, tutto ciò non aveva proprio nulla di comprensibile.
In Masaaki quelle furie distruttive facevano semplicemente balenare in testa delle parole, scritte a caratteri cubitali.
Devastazione.
Terrore.
Distruzione.
Morte.
Devastazione.
Quel giorno d'estate però era stato molto più facile uscirne. Gli era bastato muoversi e restare a galla per tornare in superficie. Risalire sulli scogli poi era stato assolutamente liberatorio. "Per forgiare il tuo carattere" disse semplicemente suo padre quando lui intimorito lo aveva guardato con aria interrogativa, risalendo.
Questa volta era sicuro non se la sarebbe cavata altrettanto facilmente. Riuscì a cogliere l'analogia tra la fiera che l'aveva ingoiato la una corrente di chakra che lo stava attraversando ricollegandole alla definizione di lupo. Seguì il galoppare di quell'entità e riuscì a scorgere le anime delle altre persone investite dalla furia cieca e distruttiva dell'animale.
All'improvviso, come una delicata alga nel fondale del mare arrivò una richiesta di aiuto. Flebile quanto probabilmente inutile. Cos'era la salvezza all'interno di quel mare di morte e flagello? E d'altro canto cos'era morte, se non l'essenza stessa di ciò che stava vivendo? Né rimanere lì né tentare di uscire era razionale. In quella situazione la razionalità pareva non esistere. Giusto o sbagliato? Conveniente o no? Sopravvivere o morire? Che senso aveva? Probabilmente da lì a pochi istanti sarebbero stati sbranati tutti.
Quindi decise di muoversi, decise di rincorrere quella leggiadra alga sul fondo del mare. Corse, o forse era meglio dire nuotò, tenendo ben impresso il luogo da cui era venuta la richiesta. Ma una volta arrivata non sapeva che fare? Le sue tecniche avrebbero avuto effetto contro quelle entità fatte dell'essenza stessa del Chakra?
Sapeva solo una cosa: una di quelle fiere lo aveva già attraversato, senza ferirlo.
Quindi si pose davanti a quel gruppo di anime, Allargò le braccia per difenderle, come fornendo uno scudo umano. Non c'era altra scelta da fare.

Scusa Hide, ci ho messo un eternità anche io. Speriamo Kuroro si faccia sentire! ^^
 
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view post Posted on 9/6/2015, 15:46     +1   -1
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Se nel nominare il passato eremita la faccia del saggio dei cani si era incupita, perfino della di Kuro si era fatta insolita, quasi preoccupata.

(Hisashi è sparito nel nulla? Era in gamba, è molto strano che neanche i cani riescano a trovarlo, dopo tutto hanno un legame molto forte. Se hanno chiamato me vuol dire che anche gli altri sono tutti spariti..cosa sta succedendo?)

Ma le sorprese non parevano terminare li. Cessato il racconto sull'ormai passato eremita quindi, il Saggio iniziò a raccontare una storia assai curiosa, molto cupa ed ancor più preoccupante.
Una storia che sembrava risalire agli albori dell'era umana, quando vi erano ancora le sagge bestie che dominavano perfino sui saggi delle evocazioni. Spiriti liberi di vagare per il mondo, ognuno con un proprio spazio di appartenenza, ognuno in pace con gli altri. Tutto questo era andato avanti per anni, secoli, finchè l'uomo, con la sua astuzia, soggiogò uno degli spiriti, convincendolo ad eliminare, uno ad uno, i suoi fratelli, diventando più forte, non al corrente che quello non era altro che un piano per epurare la terra dagli spiriti troppo forti per l'uomo, e diventare i futuri regnanti dei paesi ninja che ora si conoscono.

Ora Fenrir, il grande esiliato, era rinchiuso nei meandri di quella grotta, che lui stesso aveva fatto erigere nell'ultimo sprazzo di coscienza, affinché fosse rinchiuso ogni qual volta gli spiriti nella sua testa, creavano panico e distruzione, forzandolo a distruggere tutto, come nel passato.


- Quindi mi state chiedendo di entrare nel naos e domare Fenrir. Mi state chiedendo di diventare il nuove Eremita o di essere distrutto come molti prima di me. Non è una richiesta che va fatta con così tanta leggerezza...

Si voltò per un attimo, riflessivo e glaciale come era sempre stato, Odiava il male senza uno scopo, odiava la violenza fine a se stessa ed entrare il dentro forse, avrebbe portato a tutto quello.. Ma era un firmatario, non poteva sottrarsi a quella chiamata.

- Ci andrò. Non lo faccio per essere il nuovo eremita, non lo faccio per la fama, ma lo faccio per voi e per il Maestro. Quando ho scelto di firmare il patto di sangue con voi, vi ho dato la mia parola che sarei corso in vostro soccorso sempre, in qualunque momento, esattamente come voi siete disposti a servire le mie cause. Siamo una cosa sola, io e voi. Quando entrerò li dentro, anche se non potrò richiamarvi, sappiate che sarete sempre con me. Li dentro non entrerà Kuro del Suono, ma entrerà Kuro l'evocatore, entreremo noi.


Scendendo sempre più in basso, giunsero davanti al naos, perfettamente sigillato da delle grosse catene. lentamente la porta si aprì cigolando, lasciando uscire un'ondata di aria pressata. Uno sbuffo intenso di energia furente l'investì, e Bull e Bisuke, appena venuti fuori da quella sala, diedero lui le ultime dritte.

Puro entrò nella sala, usando i suoi piedi. Non stava volando, non voleva sembrare troppo arrogante mostrando le sue abilità.


(Qualunque cosa accada qui dentro, è per me un onore poter essere d'aiuto, Fenrir-sama.)
 
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view post Posted on 28/7/2015, 01:04     +1   -1
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-Kuro

*Allo spalancarsi dei cancelli l'ira di Fenrir gli giunse incontro come una tempesta, cancellando qualsiasi suono che non fosse lo scrosciare impetuoso dell'energia cremisi.
L'idea di non levitare fu intelligente, oltre che umile, perché il vento l'avrebbe senza dubbio spazzato via dalla soglia. Ciò non accadde, e fu solo grazie alla forza delle proprie gambe che il ragazzo poté raggiungere l'altare.
La statua eretta dal primo eremita era attraversata da numerose crepe incandescenti, e dell'altare su cui avrebbe dovuto riposare il Grande Lupo non rimanevano che briciole. Al posto del corpo di Fenrir, vorticante sotto lo sguardo rubino della grande statua, una sfera sanguigna pareva convogliare e sostenere la corrente che gli opponeva il passo.
A poco a poco, trascinandosi sulle proprie energie, Kuro riuscì ad avvicinarvisi. Impossibile vedere con chiarezza oltre lo schermo rosso, ma a pochi passi dal globo fu chiaro al ragazzo di trovarsi sul ciglio non di un uragano, ma di un gorgo.
Varcata la soglia critica, la stessa forza che aveva fatto di tutto per scagliarlo lontano lo trascinò a sé in una stretta ferina. Ancora piegato a resistere una spinta, Kuro non ebbe il tempo di invertire lo sforzo, e venne sopraffatto.
La grotta si contorse su sé stessa, uno spasmo sofferente e convulso, e il corpo del ragazzo rimase schiacciato tra l'aggressione di un mondo e il rifiuto dell'altro. Poi, come se la soglia della prigione di Fenrir avesse finalmente preso il sopravvento, Kuro si ritrovò scaraventato faccia in giù sulla terra più dura che avesse mai incontrato.
Ad uno sguardo gli sarebbe parso che ogni accenno di colore freddo fosse fuggito dal creato per rifugiarsi nelle sue iridi, e che qualsiasi cosa, dalle piante alle pietre, dalle fronde alle nuvole, avesse appena preso parte ad un massacro. L'energia del Grande Lupo macchiava di sangue quella bozza di universo, riplasmandola agli occhi di una bestia ferita e mettendo in difficoltà chiunque vi mettesse piede.
Le gambe erano meno stabili che dall'altra parte, Kuro dovette accorgersi immediatamente, e il peso del suo corpo sembrava essere aumentato di dieci volte. Gli ci volle uno sforzo impressionante solo per mettersi in piedi, ma, quando finalmente ebbe recuperato l'equilibrio, poté rivolgere gli occhi all'orizzonte.
Il cielo era attraversato da continue scariche, e le nubi si inseguivano affamate a velocità innaturale, ma ciò che attraeva di più lo sguardo era un enorme uragano. Nessun vento sfuggiva al suo richiamo, ed anzi pareva che tutto vi convergesse senza remore. Una battaglia nella battaglia.*


---------------------------------------------

-Masaaki

*L'abnegazione del ragazzo gli costò più che la vita. Una ad una, le fiere non lo risparmiarono, gettandosi sullo spirito e sulla carne come impazzite. Ciascun morso richiamava altre bestie, e ben presto l'essenza del giovane gli guadagnò l'attenzione dell'intero terreno di caccia.
Le anime preda, approfittando del momento di distrazione, fuggirono in massa la tempesta. Coloro che sostavano accanto a Masaaki dovettero allontanarsi per evitare di essere coinvolte nel banchetto macabro. Lo Hyuga fece appena in tempo a vedere madre e figlio allontanarsi, che i lupi reclamarono anche la sua vista.
Ammassate a centinaia, le creature presero ben presto a divorarsi a vicenda. Qualcosa dell'essenza di Masaaki le attraeva irresistibilmente, al punto da non consentir più loro di rimanere a debita distanza le une dalle altre. E a mano a mano che il loro numero diminuiva, il giovane sentiva la loro essenza scorrere su di lui, bollente e soffocante come una cascata di sangue. Incapace di respirare sotto l'assalto, dovette aggrapparsi a questa fonte per non soccombere, ed il fuoco che ne derivò minacciò di consumarlo.
Presto sentì crescere dentro un potere senza confini, ed una fame rivaleggiata solo dalla furia di coloro che, nonostante fossero svaniti in lui, continuavano a combattersi.
Il dolore svanì, e così la stanchezza o la paura. La sua coscienza non l'avrebbe abbandonato, non ancora, ma mille altre si erano fatte strada nel suo spirito, minacciando di trasformarlo nella stessa creatura che l'aveva appena divorato.
Attorno a lui l'infuriare andava scemando, e presto non rimase che il rossore della notte.
Poi, improvvisamente, un ululato lontano. La miriade di anime liberatesi dalla tempesta si bloccarono nell'udirlo, e lo stesso Masaaki non poté fare a meno di prestarvi orecchio. Mai aveva sentito un suono tanto vibrante e dolente, capace di tagliare profondo nel suo spirito ed evocare sentimenti che difficilmente egli avrebbe ritenuto di poter provare.
Era un richiamo, bestiale e selvaggio che fosse, ed una sfida che non poteva essere rifiutata. Una luce azzurra si levò alta nel cielo, in pieno contrasto con il cremisi del cielo e dell'energia che ricopriva il giovane Hyuga.
Gli spiriti non tardarono a lanciarsi verso la nuova presenza, e Masaaki seppe improvvisamente, istintivamente, che non avrebbe potuto sopravvivere senza di loro. Il suo intento eroico l'avrebbe trasformato nel carnefice.*




- Kuro

*Come colpito da una violentissima corrente opposta, la tempesta all'orizzonte sembrò rallentare ed ingrossarsi. I venti che la squassavano, e le scariche d'energia udibili fin lì lasciarono il posto ad un reticolo di fuoco in fuga dal mulinare incessante. Migliaia di punti luminescenti, l'uno in cerca dell'altro, presto sparpagliati in ogni direzione.
Una nota gelida squarciò l'aria, lontana, da qualche parte nella foresta. L'ululato gli gelò il sangue nelle vene, costringendolo a portare una mano all'elsa di Shinso.
Fu proprio qui, tuttavia, tra la guardia ed il fodero, che Kuro trovò una luce insolita. Il chiarore filtrava appena, ma già era possibile constatarne l'intensità. Un blu pallido, fuori luogo, eppure irresistibile nell'imperare del rosso.
La lama fremette tra le sue dita, la sua volontà, per la prima volta, manifesta. Estratta avrebbe lanciato un faro nel cielo, e spezzato le nubi, materializzando una grande fiera bianca accanto allo Spadaccino.
Lo sguardo di Shinso incontrò per un istante il suo, riflettendovisi interamente. Quindi, il lupo si rivolse all'orizzonte, e alla costellazione di anime diretta verso di lui. La loro fuga parve davvero disperata, ora che qualcosa si era risvegliato per inseguirle. Un'energia oscura, cinta da scariche incandescenti, avanzava verso la sua posizione.
Fenrir.*


GDR OFF///Madonna santa. Scusate l'imperdonabile ritardo, e grazie della pazienza(Masaaki, dato che Alessio lo sento spesso).///GDR ON
 
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view post Posted on 20/9/2015, 00:42     +1   -1
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Aveva deciso di non volare per sembrare il più umile possibile, per non sembrare troppo arrogante o sfacciato dinanzi al Grande Lupo, sebbene l'avesse già conosciuto. Sapeva quanto fiero fosse e con molta probabilità non avrebbe visto di buon occhio un gesto simile.
La scelta si rivelò perfettamente azzeccata; non appena le porte del cancello si spalancarono dinanzi al ragazzo, questo fu investito da un'ondata di vento estremamente forte. Fu solo grazie alla grande forza delle sue gambe che Kuro non fu sbalzato contro il muro dietro di lui. Sfidando il tifone il ninja avanzò lentamente fino a trovarsi all'interno di una sala enorme con in fondo un grande altare, o almeno, quello che sarebbe dovuto essere un altare. Una imponente statua raffigurante il primo eremita si ergeva davanti lo shinobi che non potrà fare a meno di notare le numerose crepe che lasciavano intravedere quello che c'era dietro di essa.
Quello che sarebbe dovuto essere l'altare del Grande Lupo era ridotto in migliaia di pezzi di marmo e pietra sparsi sul pavimento a quadri. Al suo posto c'era un'enorme sfera liquida, dal colore del sangue.


(Fenrir-sama, dove sei..?)

Affascinato ed incuriosito da quell'ammasso cremisi, lo spadaccino non poté fare altro che avvicinarsi a suo rischio e pericolo. Non appena i piedi raggiunsero la distanza di circa un metro dalla sfera fluttuante, questa prese a risucchiare tutto quello che si trovava in quel raggio d'azione, facendo cadere Kuro in uno stato di trans momentaneo.

Nella sua mente tutto iniziò a roteare. I pensieri del giovane sembravano liane, spesse e lunghissime che fluttuavano in aria proprio come la sfera di sangue che aveva dato via a tutto quello. La scena appena trascorse parve ripetersi nella sua mente, ma in un'ambientazione ben diversa. Tutto era nero, il buio faceva da sovrano. Una strana ed innaturale luce illuminava il ragazzo, come se avesse i riflettori puntati su di lui. Non v'era pavimento, non pareti, neanche soffitto. Uno sconfinato spazio nero: erano solo lui ed i suoi pensieri.
Non appena Kuro si mosse, le liane partirono verso di lui, iniziando ad afferrarlo da prima verso le caviglie, per poi passare alle ginocchia. Man mano la stretta si faceva sempre più stretta e salda, continuando a salire, fino a giungere al collo, immobilizzando il corpo dello spadaccino completamente. Non c'era null'altro, solo lui ed i suoi pensieri.. che stavano prendendo il sopravvento.


(Cosa mi sta succedendo? Cosa sono queste cose? E dove mi trovo?! ..Devo svuotare la mente, devo calmarmi, devo raggiungere Shinso.)

Provò a muovere la braccio verso l'elsa della sua fedele alleata, ma la stretta era troppo forte, troppo stretta da permettere ai suoi muscoli di far compiere il movimento completo al suo braccio. Doveva farcela, doveva liberarsi, ma non aveva le forze necessarie per farlo.

Il suo cuore iniziò a battere, la vena sulla tempia a pulsare. Il bollore che il soffocamento stava creando aumentò drasticamente, le liane iniziarono a perdere la stretta mortale sul suo corpo. La pelle del ragazzo iniziava a tingersi di nero, i suoi muscolo diventavano più robusti. Lentamente quelle liane sembravano entrare nel corpo del ragazzo, ritornando verso i piedi..Non si stavano rompendo, stavano diventando parte di lui. Quelli non erano i suoi pensieri, era il segno maledetto che stava cercando una conferma. Il segno stava dicendo lui che non doveva opporsi al suo potere. Euro era davvero un ninja del Suono.

Fu l'impatto col durissimo pavimento a far rinvenire il ragazzo, a svegliarlo da quel sogno. Per rimettersi in piedi ci volle un grandissimo sforzo, qualcosa era strano in quel posto mai visto prima, perfino la gravità sembrava abbatterlo. Tutto era sporco di sangue, non v'erano più colori allegri, qualunque cosa odorava di morte. Ma, stranamente, non fu il tetro paesaggio a richiamare la sua attenzione, bensì un enorme tornado scorto all'orizzonte. Un ammasso di energia e venti così forte che sembrava richiamare a se il corpo stesso del giovane, tanto da sembrare addirittura più potente della forza di gravità avvertita poco prima. Poi l'insospettato: come per effetto contrario una forte ondata sembrò allontanare il ragazzo di qualche passo; il tornado si stava spegnendo, dal suo interno miriadi di piccole luci spararono via in ogni direzione. Tutto accadde molto velocemente. Un fortissimo ululato sembrò squarciare i timpani del giovane, gelando il sangue nelle sue vene. Portò la mano all'elsa e la impugnò.


(Fenrir?!)

La lama della sua Shinsò sembrò fremere, chiedeva di essere sguainata, voleva manifestarsi, cambiando il colore della lama. Sembrava pervasa dal suo Chakra sebbene Kuro non avesse fatto nulla. Seguì l'istinto, si fidò della sua alleata, rimanendo di li a poi sbalordito: Shinsò si materializzò davanti a lui, mostrando quello se sembrava il suo reale aspetto. Era un imponente lupo bianco che lo fissava in tutta la sua fierezza. Non ebbe il tempo di osservare quel che era appena successo, le migliaia di luci ora convogliavano verso di lui quasi impazzite, come se qualcuno le stesse inseguendo. Per un attimo Kuro ebbe l'impressione che di li a poco avrebbe incontrato Fenrir, era quasi convinto di averlo chiaramente visto in lontananza. Sfidò la gravità e si lanciò in una corsa verso l'orizzonte.

GdROff - Visto che è tardino correggo domattina gli errori ortografici, senz'altro ci sono, mi conosco XD - GdROn
 
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view post Posted on 2/10/2015, 22:26     +1   -1
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*Blu e rosso, chakra e sangue, le due forze marciavano l'una sull'altra. La corsa di Kuro prese in contropiede le anime, che attratte dal bagliore di Shinso lo seguirono nello scontro. Tutto attorno la tempesta parve trovare un sifone, ed ogni singolo fulmine finì col rovinare su un suo simile.
Finché, dopo la corsa, le nubi si tinsero di viola.
Shinso rimase in silenzio, baluginando accanto al suo portatore, lo sguardo fisso al folto. Un'energia terrificante incombeva su entrambi, la sua presenza era matrice e distruttrice del mondo al tempo stesso. Nessun dubbio che si trattasse di Fenrir; suo era quell'incubo, e tremendamente familiare la sua forza allo Spadaccino.
Eppure, quando dalle fronde nere emerse il loro avversario, Kuro non fu in grado di riconoscerlo. La pelliccia era scura, ispida, fatta di crine quanto di fulmine, ma le dimensioni e le fattezze non coincidevano con quelle del Grande Lupo. Ad ogni zampata l'erba e la terra si sollevavano sulla scia dell'immensa aura, ma qualcosa, negli occhi bianchi della bestia, mentiva riguardo l'identità.
Un ringhio tanto profondo da far tremare la terra, uno sguardo in grado di penetrare le ossa e la carne, il lupo non parve volersi arrestare. L'avvicinarsi aprì delle fenditure sotto i piedi dello Spadaccino, ma, al suo fianco, la fiera bianca non vacillò. Gli occhi limpidi passarono dalla creatura a Kuro, incontrando una tonalità identica, e subito le loro intenzioni si allinearono.
Quando la bestia rossa balzò per predare le anime, Shinso la intercettò, ed un lampo purpureo piegò ogni cosa al suo spettro.*


Kuro...

*Uno stridio metallico corse lungo la lama della spada, riverberando nelle ossa e nei tendini della mano. Ad uno sguardo, l'acciaio avrebbe presentato una crepa appena sopra l'impugnatura. Della luce azzurra vi filtrava, flebile ma costante, trattenuta a mala pena.
Davanti al ragazzo la scena si sarebbe presentata invariata: due bestie si contendevano il territorio, ferite, ma se una rimaneva strenuamente vigile nonostante il lungo taglio sopra la spalla, l'altra ribolliva di tanta furia da sopperire al dolore.
Un ululato terrificante, lo squarcio sotto al collo spazzato via dalla corrente, ed il lupo rosso si lanciò all'attacco.*


(Frz: 1000)

GDR OFF///Post corto, ma purtroppo la parte di Masaaki è svampata.///GDR ON
 
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view post Posted on 7/10/2015, 15:27     +1   -1
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Il sogno che sembrava appartenere al Grande Lupo sembrava mutare nuovamente.
La corsa del giovane contro quella strana forza all'orizzonte stava continuando incontrastata, anche le piccole luci, che prima sembrava attratte dallo spadaccino, sembravano aver accelerato il passo rendendosi conto che la loro fonte di attrazione stava andando loro incontro. Il cielo continuava il suo spettacolo, i fulmini sembravano radunarsi tutti attorno ad un unica scarica, lasciando Kuro e Shinso immobili ad ammirare quel terribile spettacolo.
Si poteva chiaramente avvertire che una potente aura, una forte energia stava per incombere sui due, Kuro intuì quel che stava per accadere.


(Siamo nella sua testa, deve essere lui, ne sono certo. E' forte abbastanza da essere lui. )

La tremenda sensazione che quello che stava per abbattersi fosse la furia di Fenrir sembrava sempre più veritiera, passo dopo passo, secondo dopo secondo. Ma qualcosa deluse le aspettative del giovane ninja di Oto: dalle nere fronde apparve un lupo, ma dalle dimensioni e fattezze diverse da quelle che appartenevano al Grande Fenrir. Sembrava mutato, trasformato in qualcosa di radicalmente diverso. Gli occhi erano penetranti, bianchi come la luna, le sue zampate possenti, tanto da far tremare il suolo e far sollevare terra e polvere calpestati.
Il possente lupo nero continuava la sua avanzata, senza rallentare, senza aumentare la velocità dei passi; più si avvicinava più la terra tremava, più la terra tremava e più le crepe sotto i piedi dello shinobi andavano a ingrandirsi. Mai Shinso era sembrata tanto concentrata, superava addirittura la calma che Kuro, nonostante tutto, cercava di mantenere.
Un attimo.
Un balzo.
La furia della fiera si scagliò sul ninja, ma Shinso intercettò l'attacco, balzando davanti a lui, mordendo con altrettanta furia quella della bestia color pece. Entrambe ferite, entrambe cariche di rabbia, furenti. Il lupo era nuovamente balzato all'attacco, ed ora spettava a Kuro difendersi o cercare di deviare il colpo.


(Che sia Fenrir o meno, io non attaccherò. Ho fatto una promessa, non farò del male alla specie al quale ho giurato fedeltà.)

Senza riflettere, senza badare molto all'eleganza dell'azione, Kuro sfoderò la sua lama, infondendone parte del suo chakra all'interno. Questa iniziò a cambiare colore, tremante andava a moltiplicarsi, conficcandosi nel terreno a circa due metri di distanza dal giovane, dando allo shinobi il giusto appiglio per schivare prontamente quell'attacco con un portentoso balzo di lato.

CITAZIONE
<bukijutsu a vasto raggio> • Jōzan : Moltiplica • (Stm: -6)(Vel: +170 + 1/5 Frz) (Necessita di Deformazione Larghezza) "L'evoluzione di Shīrudo, a differenza di Ikorose, prevede un sostanziale cambiamento nell'esecuzione, con un risultato molto simile. Estendendo il larghezza la propria lama ed utilizzando il suo potere di scomposizione, Kuro estende la sua Shinso fino a moltiplicarla per 5/7/10 volte. Una volta conficcate le spade nel terreno, lo spadaccino inizierà a saltare su queste a gran velocità, sfruttando anche il suo talento.
Una volta eluso l'attacco, sarà possibile mantenere attivo la Valle di Lame che non darà alcun bonus aggiuntivo. (Per mantenerlo attivo bisogna avere con se il numero esatto di spade, e non darà bonus ma verrà solo usato per eseguire altre tecniche di elusione)"

<bukijutsu di supporto> - (Deformazione) Larghezza. - (Chk: 40) (Deformazione) "Il Ninja deforma la propria spada, allargandone il piatto. A seconda del tipo di Spada i bonus di questa tecnica cambiano secondo questo schema:
Katana: La Katana allargata, da un bonus di +20 alla forza se usata di stoccata. Se usata di Difesa, aumenta la Dif/Res di +55.
Dai-Katana: La Dai-Katana allargata può essere usata di piatto dando un bonus alla Frz di +40 e infliggendo ferite da Urto. Usata in Difesa, aumenta la Dif/Res di +65. Essendo stata resa più pesante, nel turno seguente l'utilizzatore della tecnica avrà un malus alla Vel di -10.
Tachi: La Tachi allargata non è facile da maneggiare per gli attacchi, e non da ulteriori bonus alla forza, tuttavia il suo attacco viene considerato Perforante. In Difesa aumenta la Dif/Res di +50."

< attivazione > - Kinzoku no kumo (Stm : -5) [ Frz/Vel + 80 ] "Abile spadaccino e domatore di lame qual'è, Kuro ha appreso, nelle sue lunghe e solitarie notti passate ad allenarsi, una tecnica davvero singolare e strana. Convogliando parte del suo chakra nella lama, lo Spadaccino Silente è in grado di polverizzare letteralmente le sue armi, controllando ogni sua molecola nel migliore dei modi. Mediante questa tecnica è in grado di far assumere alle sue armi una qualunque forma lui desideri, lasciando sempre all'arma il suo bonus di partenza. Lo scopo di questa sua creazione, è dovuto al fatto che Kuro vuole colmare le sue lacune nel combattimento ravvicinato, materializzando vere e proprie lame sui suoi arti. Infatti, quando Kinzoku no kumo è attiva, le Taijutsu armate e non che Kuro pratica, avranno un bonus di + 30/50/70."

Elusione: 529 (Vel) + 170 (Tecnica) + 111 (Frz/5) + 30 (Katana) + 82 (Spec) + 100 (Vel/5) : 1040
Stm: 390 - 13 : 377

Non avrebbe attaccato, non avrebbe mai osato fare una cosa del genere ed aveva preferito non utilizzare il potere del sigillo di Hideyoshi. Non voleva mostrare quel lato di se, non voleva far vedere quel potere, non in un posto del genere, così simile alla sua mente quando il sigillo si attivava.Cosa fare ora, qual era la miglior mossa per cercare di fare qualcosa senza ledere al suo avversario?
Congiungendo momentaneamente le mani, Kuro lasciò fuoriuscire dal suo corpo una lieve quantità di chakra che, a contatto con l'aria, iniziò a mutare nella forma e nella consistenza, prendendo la forma di una leggerissima foschia. Era quella sua carta per cercare di bloccare il grande lupo: non abbatterlo, non bloccarlo, ma cercare di calmare quel senso d'ira che sembrava impedire lui di ragionare. Ancora un ultimo tentativo per cercare di non dover utilizzare a pieno la sua forza.


Fenrir-Sama..dove si trova..?

CITAZIONE
< ninjutsu a vasto raggio > - Nebbia • Kakudai : Rilascio Energetico - (Chk: 80) "Le reminiscenze che portano Kuro a rimanere ancora legato al suo passato, pur contro la sua volontà, spesso lo portano a ricordare i tempi in cui lottava ancora sotto lo stendardo di un villaggio nascosto, avente come araldo e simbolo di riconoscimento perenne la nebbia. Questa, oltre a nascondere in maniera quasi assoluta l'esatta ubicazione del Villaggio stesso, è fonte di aiuto per tutti gli shinobi che, il passato o nel presente, hanno combattuto o combattono per lei.
Sebbene il giovane Genin ormai libero dalle catene di una casa, non più sotto la giurisdizione di qualcuno, fosse specializzato nell'arte della spada, Kuro ha ideato un modo alternativo di aprire i proprio scontri, facendo in modo di indebolire l'avversario o almeno far rendere conto della sua pericolosità, anche senza dover ricorrere all'uso della violenza, cosa per lui fondamentale.
Si tratta in realtà di una tecnica molto semplice da sviluppare, utilizzabile da chiunque abbia il pieno controllo dei proprio muscoli e delle proprie emozioni.
Concentrando le proprie energie, Kuro ha imparato a padroneggiare il proprio fisico ed a regolare il flusso di testosterone nel proprio corpo, rilasciando in maniera regolata i suoi feromoni che si disperdono nell'aria, fusi con il suo chakra. Proprio in relazione alla sua provenienza, ovvero i suoi muscoli, questa particolare nebbia, che è molto più simile ad una fievole foschia che è evidente maggiormente sul terreno, andando a sbiadire sempre più mentre sale di quota, diminuisce leggermente lo spessore dei muscoli di Kuro, che sembreranno più asciutti e definiti del solito.
La base di calcolo di questa tecnica non è quindi la Int, ma la Forza del giovane shinobi. Il calcolo da effettuare sarà dunque [((Frz + Chk)*1,2)/2] + Lvl e sarà difendibile come una normale nebbia, ma tenendo in considerazione il parametro Def e non più Res.
Il rilascio continuo e regolato di feromoni, si disperderà nell'aria e, unito al chakra di Kuro, donerà strane illusioni al soggetto bersagliato dalla Nebbia. Tutto sembrerà fin troppo calmo e pacato, come se neanche un suono venisse percepito, tanta la tranquillità. I muscoli avversari andranno ad addormentarsi lentamente, e la mente del bersagliato andrà lentamente a perdere concentrazione fino a lasciarlo privo di forze, in cerca di un appiglio sul quale lasciarsi cadere. Darà un malus dalla Int ed alla Vel del suo utilizzatore di 50 più la differenza tra la Nebbia e la Difesa.
Mentre la Nebbia è attiva, il livello dell'abilità Nascondersi, sale di un livello. Nel caso in cui l'abilità fosse già a livello 1, il nina avversario impiegherà comunque un turno in più per trovare Kuro.

Nebbia: (769*1,2)/2 : 461

GdROff - Ho preferito non attaccare. Ho utilizzato i Bonus delle tecniche Chunin visto che ancora non vengono accettate in staff. I parametri invece, sono quelli Jonin.
Quando descrivo lo scontro tra le due bestie, ho evitato di descrivere la parte della lama, pensando che lo "sconto" è nella testa di Kuro, quindi non vede effettivamente quello che sta succedendo, magari mi sbaglio XD- GdROn
 
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view post Posted on 13/10/2015, 21:11     +1   -1
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Mhh... mhhhh..

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GDR OFF///Non hai calcolato la stamina della ninjutsu bruh.///GDR ON

*La foschia lo raggiunse, si posò sul manto fibrillato, venne respirata, ma non parve sortire alcun effetto.
Gli occhi della bestia guizzavano dall'uno all'altro senza sosta, in attesa di qualcosa; un movimento, un sentore, ed avrebbe attaccato ancora. Shinso parve voler testare l'efficacia della ninjutsu appena lanciata, e mosso un passo verso la creatura ne attrasse il ringhio. Tuttavia, al volersi avventare sul lupo bianco, il cremisi incontrò una resistenza. La zampa sinistra collassò sotto il peso sostenuto, e nel tentativo di riprendere l'equilibrio il lupo cadde diverse volte a terra.
La fiera bianca colse l'occasione, e lanciatasi all'attacco parve per un istante avere la meglio. L'avversario finì stretto tra le sue fauci, il ruggito un rantolo soffocato, e nella polvere sollevatasi a Kuro fu dato di scambiare solo uno sguardo con gli occhi bianchi del predatore.

Poi, di colpo, l'esplosione.*


(Res: 500, completamente resistito)

*L'ululato profondo della creatura scosse la terra, lanciando fulmini sanguigni ovunque e sventrando buona parte della flora circostante. Shinso finì con l'essere scagliato indietro, e l'impatto con uno dei tronchi aprì una nuova crepa nella lama dello Spadaccino. Sarebbe tornato sulle proprie zampe, pur ferito.
Ma l'attenzione di Kuro doveva rimanere sulla fiera rossa; un vento nefasto si era sollevato nel momento in cui la furia della creatura le aveva consentito di liberarsi, e la nebbia del giovane shinobi era sparita con esso. Ora più feroce di prima, l'avversario non fece attendere la propria risposta.
Dalla schiena irsuta finì col sollevarsi un tentacolo volatile, composto di pura energia. Dapprima indistinto rispetto al ribollire, l'estremità si lanciò verso l'alto nella sagoma appena accennata di una bestia. Fulminea afferrò una manciata delle anime turbinanti sopra di loro, ed urlanti le trascinò nel ventre della creatura.
Seguì un ennesimo tremito, gli artigli affondati nella terra brulla del suolo, e dalla bocca socchiusa del lupo iniziò a sublimare un vapore denso, chiaro. Lo sfrigolio della sostanza iniziò a prevalere sul crepitare dell'elettricità, ed immediatamente un fascio letale lasciò le fauci della bestia.
Un rombo profondo, la luce cremisi in grado si spazzare via ogni altra, e di colpo Kuro si ritrovò all'ombra dell'attacco.*


Kuro... combatti.

*Di nuovo la voce, di nuovo tutto attorno. Ma questa volta il ragazzo poté essere certo che non fosse solo nella sua testa; non era Shinso a chiamarlo, ma qualcun altro, oltre le propaggini della foresta.
Un ordine, non un invito.*


(Frz: 1200, lungo raggio)
 
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view post Posted on 26/11/2015, 20:57     +1   -1
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E in un attimo era lì. A braccia aperte, il petto allargato il più possibile di fronte a quelle che potevano essere anime, o sogni, o forse persone, non era nemmeno in grado di saperlo, eppure aveva voluto salvarle. Non aveva capito perché voleva farlo, ma era quello aveva sentito. Un istinto, lo aveva spinto lì. E si perché in quel mare di cieca furia e distruzione non si poteva pensare, e non si poteva parlare di ragione, ma solo di istinti. Era un confusione ovattata, un tornado di sensazione e distruzione, un circolo vizioso di pianto e morte. Dov’era finito?
Masaaki si era sempre definito un lupo solitario.
Sempre solo con i suoi pensieri, la sua fatica e le sue emozioni, tutte rinchiuse nella sua testa. Un vortice di osservazioni e constatazioni, di emozioni e sentimenti, tutti bloccati nella solitudine dei suoi allenamenti. Il suo carattere schivo e solitario lo aveva segnato. E si accorse, che nei momenti più intensi la sua testa era proprio come il luogo in cui si trovava ora. Venti di emozioni e pensieri, di idee e riflessioni che si avventavano con potenza iraconda tramortendolo, obbligandolo a fermarsi a riflettere, per contenere quella valanga di elementi che volevano uscire dalla sua mente, ed era proprio così. Quelle bestie si abbattevano ogni secondo su una preda diversa, senza meta, con l’unico obbiettivo di straziare ogni vittima. E così erano i momenti di solitudine di Masaaki, passati seduto sopra un albero a guardare il sole, o la treccia cobalto di Naori, tramortito dal suo stesso, silenzioso, carattere.
Ora però sentiva, per la prima volta nella sua vita, la voglia di far uscire tutto quello che sentiva. Sentiva di voler agire, non di voler riflettere. Sapeva di doversi aggrappare alla vita, per sopravvivere, ma non sapeva come. E questa sensazione, questa convinzione cominciò a spuntare in lui prima come una piccola puntura di zanzara, come un sassolino sulla scarpa, e sempre più travolgente. Era per questo che sentiva di non poter rimanere fermo. Doveva opporsi, doveva mostrarsi, almeno quella volta nella vita. E se fosse stata l’ultima non gli sarebbe interessato. Doveva farlo, voleva dar sfogo alla sua emotività, ma non sapeva come.
La risposta gli fu presto data.
Una volta visto il giovane a braccia spalancate le furie cominciarono a dilaniarlo, a distruggerlo, a divorarlo, a squarciarlo. E non una, ma due, tre, quattro volte. Sempre più fiere si accanivano sulla sua carne e sulle sue emozioni, distruggendolo dall’esterno, agli antipodi di quanto facevano le sue emozioni, che lo laceravano dall’interno.
E poi cominciarono a sbranarsi tra loro.
Il sangue e le emozioni esplosive di Masaaki sembravano attirare sempre più bestie, come una piccola goccia di sangue nel mare attira gli squali affamati. E così era. E più si squartavano tra loro e più lo laceravano. E più lo laceravano più la tempestosità del suo animo si agitava, più cercava di uscire. Quei silenzi, quei momenti persi a riflettere e ad allenarsi, quel controllo e quella solitudine non riuscivano più a rimanere incatenati all’interno di lui. Volevano uscire. Dovevano uscire, e il giovane desiderava accontentarli.
Con le ultime forze, con l’ultimo respiro controllò che le anime più vicine si fossero allontanate, sperò che si fossero messe in salvo, e poi lasciò che tutto ciò che era nella sua testa uscisse.
Come un fiume in piena con una forza pari a quella di un maremoto la testa di masaaki si liberò, lasciando spazio alla furia. Un’ondata di emozioni si manifestarono nel ragazzo con la potenza di un urlo in grado di distruggere l’animo di chiunque, e lasciò uscire la tempesta emozionale che aveva dentro, come non aveva fatto mai in vita sua. Chiudere quelle emozioni col silenzio, reprimerle con la riflessione, isolarle con la solitudine non aveva che fatto crescere la loro forza, e ora che erano in grado di uscire cominciarono a sgorgare fuori assieme alla voce del giovane Hyuga con una forza che non poteva immaginare nemmeno lontanamente di possedere.
E mentre questa tempesta lo distruggeva mentalmente i lupi lo laceravano fisicamente, togliendogli vita e respiro, ma più si uccidevano tra di loro più la forza interiore di masaaki cresceva, e più poteva sfogare le emozioni che volevano uscire.
Poi improvvisamente, l’infuriare intorno a lui terminò, lasciando il posto a un lungo ululato lacerante, che lo provocava. Straziato nell’anima, nel cuore e nel fisico lo Hyuga ora si sentiva libero. Doveva seguire il suo istinto, lo sapeva. E il suo istinto gli diceva di seguire quell’ululato. Il suo animo era ancora distrutto dallo sgorgare inesorabile di anni di solitudine e allenamenti, e non poteva più fermarsi a pensare, fermarsi a riflettere. Ora doveva correre, doveva sfogarsi, doveva fare vedere a se stesso che esisteva. Doveva agire! Spinto dal tumulto del suo cuore cominciò a correre verso la fonte dell’ululato per vederla, per comprenderla, per sfogare l’energia che stava accumulando, per liberarsi di quel fardello che aveva portato fino a quel momento.
E cominciò a correre, senza risparmiare fiato, senza risparmiare energia.
Mi scuso infinatemente per l'assenza. Divertiamoci!
 
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34 replies since 12/3/2015, 22:41   1061 views
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