Quest Chunin Medico da Guerra - La Scienza Lo Esige, Per Awazashi (Secondo PG)

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view post Posted on 10/1/2015, 22:26     +1   -1
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//Benvenuto! Come primo post avevo intenzione di darti un piccolo input, ma poi mi sono reso conto di non sapere che ha fatto il tuo PG ultimamente e non volevo nemmeno farti attendere più del dovuto, quindi preparati per un post introduttivo completamente libero. Odio doverlo fare, ma non posso evitarlo per stavolta.

Qualche piccola dritta prima di iniziare:
- Non essere mai autoconclusivo, a meno che non te lo specifichi io stesso nell'off gdr
- Gradirei un ritmo decente... diciamo... massimo 10 giorni dall'ultimo post per rispondere. Se hai problemi nel postare entro questi termini, gradirei essere avvisato; io ovviamente vedrò di fare lo stesso. Se dopo un mese senza avere tue notizie io dovessi decidere di chiuderti la quest o far fare un bagno con i pesci al tuo PG, non venirti a lamentare con me.
- Ultima nota ma non meno importante... Divertiamoci!

Descrivimi un po' che cosa frulla nella testa di Ryuzaki e che cosa stava facendo prima di iniziare questa quest. Unico obbligo per ora: alla fine del tuo post devi trovarti nella struttura ospedaliera della Nuvola, decidi tu come e perché.
Per qualsiasi dubbio sono disponibile per MP. Buon proseguimento!//
 
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Awazashì
view post Posted on 13/1/2015, 21:35     +1   -1




E li dove tutto è nato, tutto è morto.

Furono queste le uniche parole che ebbi per il Dedalo una volta assaporata la libertà. Avevo finalmente terminato la mia corsa verso la libertà, ero stato obbligato ad uccidere, ero stato obbligato a morire, ma ora, assaporando la fresca aria del giorno, posso con certezza dire, che quella prigionia durata un indefinito numero di giorni, o forse settimane, era servito a farmi capire che il mio amore e la mia fedeltà verso Colui, che tutto ha creato, erano perfettamente ricambiati. Sorrisi, come un uccello in gabbia che trova la libertà dopo una vita di prigionia. Assaporai i raggi del solo che costantemente gentili accarezzavano la mia bianca carne ancora macchiata del sangue dei miei aggressori, assaporai il vivace cinguettio delle creature senza macchia di questo Mondo, assaporai l'erba fresca ancora bagnata dalla brina mattutina sotto i miei piedi. Ero libero, libero di tornare nell'unico posto dove ero effettivamente stato. Lentamente, gustando ogni singolo suono naturale, ogni singolo evento atmosferico, discesi la montagna di Kumogakure, accompagnato dalla mia inseparabile compagna Fauci di Luna. Il tempo all'interno di quella prigione naturale era passato rapido e impetuoso, non avevo certezza di quanto tempo fosse passato dal mio ingresso nella montagna, ma sapevo che mai e poi in vita mia avrei voluto rivivere un'esperienza simile. Ero mentalmente provato dalla prigionia vissuta in quei claustrofobici cunicoli, eppure proprio in quella prigionia ero riuscito a trovare ed ad esprimere la mia massima essenza. Si perché era proprio all'interno del Dedalo che Colui che venero con tanta devozione, mi aveva abbracciato più e più volte, ed era proprio nel Dedalo che la mia creatività necrofiliaca aveva preso sembianza, mai dimenticherò gli stupri delle due donne, mi sentivo vivo, felice, una sensazione di potenza mai provata. Il tempo comunque passava rapido anche tra gli alberi che mi facevano da scudo dai raggi solari, e dopo qualche ora di cammino giunsi finalmente alle mura cittadine, percorsi il sentiero principale ed oltrepassai le porte della città, mostrando fiero il mio coprifronte e le mie ferite. Rapido, sfruttando vie poco frequentate raggiunsi l'ospedale dove spalancai le porte per entrare. Ero immortale si, ma le ferite mi creavano un gran fastidio ed in ogni caso, un'infezione o un qualsiasi problema osseo, poteva creare una dispendio inutile di tempo.

Ho bisogno di un medico.

Non aggiunsi altro, ero ignorante in materia effettivamente e la cosa mi irritava e parecchio. Intanto le mie ferite sembravano aprirsi all'aria ad ogni movimento per poi richiudersi subito, il mio volto restava impassibile in quanto non provavo alcun dolore e la vista del sangue altro non faceva che eccitarmi, ora non restava altro che aspettare che un medico giungesse a fare il proprio lavoro.


// Post, riassuntivo, un po scarso forse ma questi stop and go, mi stanno esaurendo e l'inghilterra non è un posto tranquillo :lol:
 
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view post Posted on 18/1/2015, 11:49     +1   -1
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Camminava da ore Ryuzaki e durante il suo incedere tra le vie del villaggio non aveva fatto altro che attirare attenzione su di se. Ovviamente non era cosa di tutti i giorni vedere un ragazzo nelle sue stesse condizioni camminare tra i vivi come se nulla fosse: i tagli sanguinavano copiosamente e alcuni "pezzi" della sua pelle sembravano consumarsi ad ogni passo, le vesti poi sembravano rubate ad un cadavere per quanto fossero consumate, eppure lo shinobi non sembrava curarsene esteriormente.
Arrivato davanti alla struttura ospedaliera del Kumogakure no Sato, il chunin spalancò le porte dell'entrata e mosse qualche passo verso la reception, dove vi era un gruppo di infermiere indaffarate tra scartoffie varie e chiamate.
A dirla tutta sembrava che le loro faccende fossero una mera copertura per la loro attività preferita: spettegolare delle vicende e persone più in voga nell’ospedale, senza badare al gremito gruppo di pazienti nella sala d’attesa proprio di fianco al lungo bancone costellato di carte; fu proprio una delle infermiere a notarlo per prima e, senza esitare un solo attimo, alzò la cornetta del telefono più vicino alla sua posizione e, sconcertata e incapace di distogliere lo sguardo da quella persona così malridotta, disse di far venire immediatamente un dottore libero con urgenza.
In quel momento Ryuzaki si sarebbe potuto sedere comodamente in uno dei posti a sedere liberi, oppure avrebbe potuto camminare avanti e indietro convulsamente per distogliere le sue attenzioni dalla snervante attesa del suo salvatore. Le sue condizioni non erano delle migliori, e chiunque in quella sala se ne rendeva conto forse anche più dell’immortale, lanciandogli occhiate d’incredulità.
In realtà non ci volle molto perchè la persona chiamata dall'infermiera arrivasse; camminava lentamente senza curarsi troppo del fatto che quella fosse un'emergenza e pareva quasi turbato, come se lo avessero disturbato durante la sua pausa.
Una volta percorso l'infinito corridoio che separava la reception dalle prime stanze dei pazienti, Ryuzaki poté guardare da vicino la persona alla quale era stato assegnato: un uomo che aveva da poco superato la cinquantina, con capelli ricci brizzolati ed occhi a dir poco spiritati con indosso il classico camice da medico di ruolo; attaccato al taschino del camice vi era un tesserino con scritto "Dottor Chomei" con tanto di foto di riconoscimento e pass per tutte le stanze dell’ospedale.
Il dottore lo squadrò da testa a piedi per qualche secondo, per poi rivolgersi all'infermiera.


Sicuri che non sia scappato da una fossa comune?

Le chiese con tono pungente, non curante del fatto che il suo paziente fosse presente ed ignorando totalmente le altre persone nella sala d’attesa.

Dottore non crede che sia meglio prendere una barella o una sedia a rotelle? Sembra che potrebbe perdere i sensi da un momento all'altro...

Il giorno in cui avrò bisogno di un'opinione inutile saprò di certo a chi rivolgermi cara, ti ringrazio.

Senza attendere alcuna risposta, il dottore prese al volo una cartella clinica completamente immacolata ed iniziò a pastrocchiarci sopra qualcosa con una penna con una scrittura indecifrabile ai più.
Poi, con sguardo fisso sempre sul contenuto dei fogli, iniziò a muovere qualche passo verso una meta ignota ad entrambi gli interlocutori.


Forza ragazzo, non ho tutto il giorno. Sei arrivato qui con i tuoi piedi nonostante le tue condizioni, no? Dunque puoi farti altri due passi per raggiungermi in sala operatoria.
Non credere che mi importi, ma la burocrazia di questo girone infernale mi impone di chiederti i tuoi estremi prima di procedere: Nome, cognome, provenienza e come ti sei ridotto in questo stato pietoso andrebbero bene come inizio.


Forse Ryuzaki stava iniziando solo ad intuire che la persona con cui aveva a che fare fosse alquanto eccentrica, ma in realtà non aveva la minima idea di QUANTO effettivamente lo fosse. Tutto ciò che gli rimaneva da fare per essere curato era seguire quell'individuo verso la sala operatoria.

//Non avere fretta di postare, anche se la tua situazione è un po' proibitiva. Preferisco aspettare e avere un post decente piuttosto che farne più di uno al giorno ma da schifo. Rileggi bene e correggi gli errori ortografici prima di rispondere, altrimenti a fine quest non potrò darti una buona ricompensa ^^//
 
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Awazashì
view post Posted on 18/1/2015, 17:13     +1   -1




Rimasi in piedi ad osservare le infermiere osservarmi con occhio inorridito, quasi come se stessi cadendo a pezzi, ma non sentì vergogna, ero ridotto in quel modo per aver perseguito il mio ideale e per questo motivo ogni sguardo che in preda ad una nauseante sensazione mi squadrava il corpo era motivo di orgoglio per me. Non ci volle effettivamente molto, da quando vidi una delle infermiere alzare la cornetta a quando giunse il medico intanto muovevo qualche passo, ancora un po traballante a causa della carenza di sangue che lentamente imbrattava goccia dopo goccia il pavimento bianco. Attesi silente l'arrivo del medico e quando finalmente lo vidi era proprio come me lo immaginavo, sopra i cinquanta, capelli brizzolati come quei vecchi che vogliono sentirsi ancora giovani ed attraenti, il camice portato con un'insofferenza palesemente palpabile con i sensi, occhi spalancati come chi non dorme per lavoro e vuole stare attento ad ogni cosa ed una calma degna di un pensatore e quel cartellino con su scritto "Dottor Chomei" che si muoveva come a seguire la ritmica di una campana a destra e a sinistra, saltellando di tanto in tanto sul bianco camice. Non mi aspettavo di meglio, erano tempi duri ma da quando ho memoria i medici erano sempre persone eccentriche, maniache del controllo, solitamente con buon umorismo, ma da come si presentò il dottor Dottor Chomei, non era tra queste. Effettivamente mi aspettavo una presentazione relativamente diversa, essendo un uomo dotato in teoria di grande intelletto, ma evidentemente avevo dimenticato quanto a Kumogakure le persone fossero rozze, si fermò a squadrarmi poi rivolgendosi all'infermiera lanciò un bisbiglio con il chiaro intento di far si che io udissi le sue parole.

Sicuri che non sia scappato da una fossa comune?

Lo guardai, la mia espressione rimase immutata così come tutto il resto del mio corpo, non diedi peso alle sue parole, ma ricordo che nel monastero mi insegnarono a ribattere a tono, e li la mia natura umana sembrò uscire.


Dottore non crede che sia meglio prendere una barella o una sedia a rotelle? Sembra che potrebbe perdere i sensi da un momento all'altro...


Il giorno in cui avrò bisogno di un'opinione inutile saprò di certo a chi rivolgermi cara, ti ringrazio.

Meglio essere un morto che cammina che uno psicopatico che opera.

Non aggiunsi altro, non mi curai dell'infermiera, rimasi li ad osservare le sue movenze, era totalmente indifferente alla mia condizione, e la cosa mi andava particolarmente bene, lo osservai mentre brandiva con ferocia una cartella clinica immacolata e con intrepida rapidità mi domandò le mie generalità e come mi ero ridotto in quel modo.

Forza ragazzo, non ho tutto il giorno. Sei arrivato qui con i tuoi piedi nonostante le tue condizioni, no? Dunque puoi farti altri due passi per raggiungermi in sala operatoria.
Non credere che mi importi, ma la burocrazia di questo girone infernale mi impone di chiederti i tuoi estremi prima di procedere: Nome, cognome, provenienza e come ti sei ridotto in questo stato pietoso andrebbero bene come inizio.


Bella domanda, pensai, non potevo dire che ero uscito da una montagna dove ero morto tre volte, ne tanto meno che avevo sacrificato qualcuno dopo aver abusato di loro. Sorrisi, e con rapidità risposi a tutto.

Ryuzaki Hate, vengo da Kumogakure No Sato.
Ho terminato ora una missione di grado C, niente di emozionante ma le insidie della natura a volte sono più pericolose degli uomini stessi.


Palesemente una balla, ma sapevo che al medico non interessava, a lui bastava levarmi dai coglioni per tornare a mangiare o a fottersi una di quelle giovani infermiere, ed effettivamente come dargli torto, avevo notato che una di quelle presenti nella reception era particolarmente carina, sembrava quasi simile alla suonatrice d'arpa all'interno del Dedalo. Rimasi fermo in attesa di un cenno per proseguire all'interno dell'ospedale e per finire di gocciolare sangue come una sacca di plasma calpestata da un bufalo. Era una situazione particolarmente divertente, eravamo due persona totalmente menefreghiste, io avevo solo bisogno di lui e lui aveva il dovere di curarmi e niente più, niente stupide carinerie, come stai come non stai, era il mio medico ideale. Effettivamente avrei potuto fare il medico, avevo una buona conoscenza del chakra, e storicamente si parla più e più volte della grande conoscenza medica degli Shinobi appartenenti al Clan Jashinista, l'immortalità era vera, ma puoi essere immortale quanto vuoi quando ti tagliano entrambe le braccia, sei finito a meno che non hai la fortuna di conoscere qualche jutsu medico per poterle riattaccare. Effettivamente mi sarei evitato anche la rottura di coglioni di passare dall'ospedale per rimettermi in condizioni decenti e non sanguinare più come una donna nel suo periodo peggiore, quasi quasi, potrei fermarmi e chiedere qualche informazione una volta che mi avrà rattoppato dottor umorismo.


// GDR OFF

Lo so, il problema è che durante la settimana avrò ben poco tempo e i post saranno per lo più nel weekend, ma tranquillo dammi un altro post che ingrano e si parte :D
 
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view post Posted on 18/1/2015, 18:58     +1   -1
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Il Dottor Chomei non aveva avuto modo di presentarsi, o meglio, non l'aveva fatto di proposito; era quel tipo d'uomo al quale piace avere l'ultima parola e che tende a denigrare il prossimo per abitudine, non per cattiveria, ma questo Ryuzaki non poteva saperlo.
Chiunque lo avrebbe descritto come un luminare della scienza con la lingua tagliente, nulla di preoccupante se non fosse per il suo carattere dall'ego spropositato e iracondo come pochi. Alla luce di questo, alla risposta a tono dell'accolito di Jashin, le infermiere attesero impassibili credendo che nel giro di poco non avrebbero più avuto un paziente, ma solo un cadavere.
Fortunatamente, Chomei non sembrò curarsene ed evitò di farsi ancora più cattiva pubblicità con gli altri pazienti (non che gliene importasse comunque molto).
Intanto i due avevano iniziato a risalire lo stesso corridoio dal quale Ryuzaki aveva visto arrivare il medico, il quale era in testa intento a prendere appunti su quello che poteva essere utile a curare il suo nuovo paziente, non curante del fatto che quest'ultimo stava lasciando una scia di sangue al suo passaggio sull'immacolato pavimento in linoleum.
Le parole del ragazzo tardarono qualche secondo ad arrivare e il dottore non fece una piega; non era facile capire se gli interessasse davvero rimettere in sesto il suo nuovo paziente oppure per lui era solo un ammasso di carne da rattoppare con ago e filo per poi rimandarlo al macello.


Ryuzaki Hate da Kumo, ferite da taglio multiple, lacerazioni profonde. Sospetta infezione.
A giudicare dalla camminata direi anche che hai qualche osso rotto, o nel migliore dei casi si tratta di una semplice lussazione. Non riesco ancora a capire come riesci a tenerti in piedi dopo aver perso -e continuare a perdere- sangue come se fosse vino che sgorga nel periodo della vendemmia, ma tra poco lo scopriremo.


Lo informò con tono stoico e senza guardarlo nemmeno negli occhi.
Nel frattempo da una delle stanze uscì un uomo alto e snello che, finalmente, non fissava in cagnesco il ragazzo, ma piuttosto la scia di sangue che si portava dietro.


Hey!

Chiamò l'attenzione di entrambi una volta arrivati davanti alla stanza in fondo al corridoio.

Almeno scusarsi per lo schifo che dovrò lavare?

Il dottor Chomei sembrò divertito a quelle parole, smettendo di scrivere sulla cartella e mettendosi le mani dietro la nuca.

Lavare? Questa è bella, inserviente. Non ricordo neanche l'ultima volta che i cessi emanavano un profumo diverso da quello dell'urina.

Nessuno mi ringraziava e così ho smesso di lavarli.

Ribattè sarcastico l'uomo appoggiato all'uscio della porta.

Non è un mio problema, Spazzolone. Vai a lamentarti con il grande capo.

Gli fece l'occhiolino per poi continuare a camminare sorridente, mentre l'inserviente rimase fermo e immobile sul posto intento a guardare con sguardo truce i due allontanarsi.
Si, il Dottor Chomei era proprio una persona eccentrica ma si sa, l'estro creativo e il genio spesso vanno a braccetto con l'eccentricità quindi Ryuzaki non poteva fare altro che sperare che la regola valesse anche per questa volta e che non fosse un'eccezione.
Camminando, il jashinista avrebbe potuto notare svariate camere con la porta aperta in modo che chiunque potesse affacciarsi e dare un'occhiata alle condizioni dei pazienti. C'era un gran via vai in quell'ospedale e forse per uno che non vi era mai stato nemmeno una volta, poteva sembrare quasi un micro mondo a se stante, un meccanismo fatto di tanti ingranaggi ben oliati che si muovevano all'unisono per garantire le migliori cure possibili. Forse questo ritmo frenetico e la posizione che ricopriva, erano una delle cause per cui Chomei preferiva fare l'asociale e avrebbe voluto essere tenuto alla larga piuttosto che il contrario.
Dopo qualche minuto, i due arrivarono in una stanza per due persone, dove un posto era già occupato da un paziente molto anziano che era intento a dormire mentre uno specializzando gli stava controllando i battiti cardiaci con lo stetoscopio.


Ed ecco la tua suite, accomodati sul letto libero. Spero non ti spiaccia condividerla con uno che è più prossimo alla morte di te nonostante le tue condizioni siano peggiori e uno specializzando fastidioso più bisognoso di affetto di un cucciolo non svezzato di labrador.

Non sono fastidioso, cerco solo di chiederle consiglio per non sbagliare la cura con i miei pazienti!

Cercò di giustificarsi il giovane dottore girandosi di scatto per cercare un contatto visivo con il più grande. Nel giro di pochi secondi, si risistemò lo strumento attorno al collo e si avvicinò a Chomei.

In quanto mio mentore, lei dovrebb-

Pivello, per la milionesima volta... io non sono il tuo mentore, non lo sarò MAI. E ora vedi di renderti utile e inizia la procedura con questo paziente prima che la mia vista venga annebbiata da un cieco furore.

Gli ringhiò contro diventando furente di rabbia, pronto ad esplodere come una bomba ad orologeria e sbattendogli sul petto la cartella clinica del jashinista; dopodiché si allontanò dalla stanza richiamato dal suo cercapersone. Lo specializzando dal canto suo, rimase in silenzio tombale e lesse la cartella, finché non ebbe campo libero.

Tranquillo, andiamo molto d'accordo di solito...

Disse a Ryuzaki quasi per auto-convincersi o per cercare un cenno di approvazione che forse non sarebbe mai arrivato. Intanto, il ragazzo iniziò a poggiare le mani a pochi centimetri di distanza dalle ferite da taglio del chunin e iniziò a infondervi il suo chakra, lasciando che scorresse nella ferita per eliminare le impurità e cicatrizzarla.

Comunque mi chiamo Juichi. Non badare al dottor Chomei, può sembrare un po' scontroso ma è un grande medico di ruolo. Ma torniamo a noi: le tue ferite sembrano abbastanza gravi da necessitare di una piccola operazione dopo questo preambolo... aspetta, si stanno rimarginando più in fretta del solito... non ho mai visto nulla di simile.

Gli disse con aria spontaneamente sorpresa. Le proprietà curative di uno specializzando non erano nemmeno paragonabili a quelle di un medico di ruolo, eppure sembravano sufficienti a guarire le ferite da taglio più profonde. Come si sarebbe giustificato Ryuzaki?
Intanto, mentre il chunin cercava di rispondere, una figura sembrò affacciarsi alla porta della stanza senza che nessuno degli altri potesse notarla...
 
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Awazashì
view post Posted on 20/1/2015, 12:11     +1   -1




Il medico era cinico, aveva pronunciato un riepilogo dei miei dati anagrafici come se non avessero importanza, ed effettivamente la cosa mi andava a genio, non avevo sentimento alcuno e non avevo interesse a farmi pubblicità in alcun modo all'interno del villaggio, raggiungere l'ospedale dalle vie secondarie era una buona idea, ma avevo dimenticato quanto la gente fosse pettegola. Ma in ogni caso era mio obbligo giungere fin qui e in un modo o in un altro avrei dovuto percorrere la strada, il minimo sforzo con la massima resa, sempre.
In ogni caso iniziammo a percorrere il breve tragitto tra l'atrio dal quale ero entrato e la mia stanza, notai svariate porte aperte, quasi come se i pazienti fossero bestie da circo, messe li ad esibire le proprie malattie, sapevo per quel poco di umanità che ormai mi restava dentro che non era giusto, a maggior ragione se si trattava di anziani o bambini innocenti, ignoranti per lo più, in quanto non potevano vedere la verità che io stesso avevo visto nel sottosuolo. Non mi disturbò particolarmente tutto questo, bensì la mia ira sembrò divampare nel momento in cui un uomo slanciato fermò la nostra romantica passeggiata tra le bianche e monotone stanze ospedaliere.


Almeno scusarsi per lo schifo che dovrò lavare?

Non ebbi nemmeno il tempo di replicare, che il medico con la sua lingua pungente rispose a tono ammutolendo l'uomo.

Lavare? Questa è bella, inserviente. Non ricordo neanche l'ultima volta che i cessi emanavano un profumo diverso da quello dell'urina.

Nessuno mi ringraziava e così ho smesso di lavarli.

Non è un mio problema, Spazzolone. Vai a lamentarti con il grande capo.

Quando pronunciò il nome Spazzolone, non riuscì a contenere la risata che sembrò rimbombare per tutte le stanze, risi così forte che persino le costole iniziarono a farmi male, lo aveva palesemente umiliato e la cosa mi divertiva particolarmente, era stato così freddo e così cattivo da sembrare quasi non umano, più il tempo passava più quel dottore diventava simpatico. Per terminate, l'occhiolino fu il colpo di grazia e poi ci incamminammo nuovamente tra il labirinto di stanze e svincoli dell'ospedale. Era la prima volta che vedevo una struttura ospedaliera, ricordo che da piccolo prima che nel monastero succedesse ciò che mi ha strappato l'infanzia, vedevo di tanto in tanto i medici dell'ospedale venire per visitare i frati più anziani e somigliavano quasi in tutto e per tutto a Chomei, stessa camminata rapida e rigida, stesso modo di portare il camice e gli occhiali persino i capelli erano familiari. Intanto il tempo passava e la mia visita all'interno della struttura giunse finalmente al termine, varcai la soglia di una porta, era una stanza per due, un posto dei quali occupato da un signore anziano accudito da un giovane medico, Chomei iniziò subito a punzecchiarmi con la sua velenosa lingua.

Ed ecco la tua suite, accomodati sul letto libero. Spero non ti spiaccia condividerla con uno che è più prossimo alla morte di te nonostante le tue condizioni siano peggiori e uno specializzando fastidioso più bisognoso di affetto di un cucciolo non svezzato di labrador.

AHuAHAUHauAH.

Non riuscì a resistere, scoppiai pensando allo Spazzolone e al cucciolo di Labrador. Cercai di calmarmi facendo finta di respirare non ostante non ne avessi bisogno. Sentì il neo-medico rispondere a tono alla serpe anziana.

Non sono fastidioso, cerco solo di chiederle consiglio per non sbagliare la cura con i miei pazienti!

In quanto mio mentore, lei dovrebb-


Pivello, per la milionesima volta... io non sono il tuo mentore, non lo sarò MAI. E ora vedi di renderti utile e inizia la procedura con questo paziente prima che la mia vista venga annebbiata da un cieco furore.

Vidi il dottore sbattere la mia cartella clinica sul petto dello specializzando e allontanarsi di fretta e furia in preda ad una crisi nervosa dettata dallo specializzando e dal suo cerca persone. Intanto il giovane mi si avvicinò cauto e con voce sofferente, e in cerca di una conferma iniziò a dare spiegazioni del comportamento del suo Mentore.

Tranquillo, andiamo molto d'accordo di solito...

Immagino.

Risposi cinico ed istintivo, mordendomi le labbra in seguito come per obbligarmi a tener la bocca chiusa.

Comunque mi chiamo Juichi. Non badare al dottor Chomei, può sembrare un po' scontroso ma è un grande medico di ruolo.

Molto piacere Juichi sono Ryuzaki Hate, si è un gran personaggio direi.

Cercai di essere il più cordiale possibile, era fondamentale non mostrarsi cinico e scontroso in queste situazioni.

Ma torniamo a noi: le tue ferite sembrano abbastanza gravi da necessitare di una piccola operazione dopo questo preambolo...

Vidi il giovane imporre le mani e lasciare scaturire un chakra verdastro, sentì qualcosa in me, un energia entrare nel mio sistema circolatorio e mescolarsi con il chakra che il mio Principe Nero mi aveva lasciato in corpo, era una sensazione di forte piacere a tal punto che vidi le mie ferite rimarginarsi ad una velocità impressionante, vedevo la carne che lentamente si rifondeva con la stessa, la mia pelle sembrava essere attirata dal suo lembo mancante e il mio sangue smise magicamente di scorrere come un fiume in piena, quasi come se qualcuno avesse chiuso il rubinetto di un lavello. Vidi il volto dello specializzando incresparsi di un'espressione interrogativa, quasi incredula. Non sapevo effettivamente cosa rispondere alla sua prossima domanda, era piuttosto scontata e proprio in quel momento arrivò diretta come un fulmine a ciel sereno.

...aspetta, si stanno rimarginando più in fretta del solito... non ho mai visto nulla di simile.

Probabilmente è solo il tonico che ho assunto prima di arrivare qui, era un antidolorifico e un catalizzante per il chakra medico.

Cosa cazzo potevo rispondere? Una minchiata ovvio. Non avevo pensato a questo problema, non lo immaginavo nemmeno. Ero spiazzato ed effettivamente anche il giovane risultava sconcertato.

Altrimenti sarei svenuto per strada, e probabilmente sarei morto li.

Sorrisi, mostrandomi sicuro di me, effettivamente il mio volto non poteva mostrare emozioni di conseguenza, mentire era relativamente facile.

Ma dimmi, dove hai studiato medicina? Vorrei imparare questo Jutsu, sono convinto che risulta molto utile in battaglia, puoi insegnarmelo?

Dovevo distogliere il suo pensiero dal mio corpo, dovevo renderlo orgoglioso di se stesso a tal punto da convincerlo che era in grado di insegnarmi qualcosa, i medici sono persone eccentriche e questo giocava a mio favore, effettivamente ero anche curioso di apprendere qualcosa di nuovo e sembrava che quella tecnica era particolarmente efficace contro le ferite da taglio e da perforazione, probabilmente se l'avessi conosciuta all'interno del Dedalo non sarei morto tre volte.
 
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view post Posted on 22/1/2015, 19:28     +1   -1
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Le straordinarie proprietà rigeneranti del corpo di Ryuzaki avevano suscitato non poche domande nella mente del giovane dottore, il quale non riusciva a spiegarsi una cosa simile. Nonostante non fosse un veterano di quell'ospedale, aveva avuto modo di mettere alla prova le sue capacità mediche più e più volte su un numero di pazienti indefinito ormai; eppure per ferite così gravi come quelle del jashinista, una piccola cura come quella che stava effettuando non doveva essere di norma sufficiente.
Juichi non si spinse oltre per chiedere al diretto interessato come tutto ciò potesse essere possibile, ma lo avrebbe fatto presto se non avesse sentito una spiegazione fuoriuscire dalla sua bocca. Effettivamente Ryuzaki non diede tempo al medico di porre il suo quesito che subito provò ad inventare una scusa plausibile.
Certamente non poteva dire la verità ad un perfetto sconosciuto, per quanto questo potesse essere di buon cuore o vincolato dal giuramento di ippocrate, dove ogni cosa che il paziente può rivelare rimane tra egli e il suo medico curante. Anche se il volto dell'accolito di Jashin rimaneva inflessibile e serio, le sue parole non riuscirono a convincere del tutto lo specializzando, il quale non era a conoscenza dell'esistenza di un tonico con le proprietà descritte dal paziente.
Mai cercare di mentire a qualcuno che è specializzato in un argomento più del bugiardo stesso.


Certo, il fatto che tua sia sopravvissuto con queste ferite è qualcosa di... straordinario...

Quando Ryuzaki notò che le sopracciglia del giovane si stavano aggrottando, segno inconfondibile che un'altra domanda scomoda stava per arrivare a far cascare il suo castello di carte, il chunin cercò abilmente di sviare il discorso verso argomenti di suo interesse.
Con tono cordiale chiese allo specializzando dove avesse studiato medicina e se fosse in grado di insegnargli la tecnica che stava utilizzando per rimarginare le sue ferite. Juichi sembrò lusingato a quella domanda e, senza lasciare anche solo per un secondo che il chakra verdognolo si propagasse dalle sue mani alle ferite di Ryuzaki, rispose con piacere ed entusiasmo.


Ho studiato medicina per circa cinque anni e adesso sto mettendo in pratica tutto quello che ho studiato in questo tempo. Sai, anche io sono nato a Kumo, e ho avuto la fortuna di studiare in questo stesso ospedale dove non solo istruiscono le nuove leve ma -una volta finiti gli studi- hai modo anche di fare pratica al fianco di medici fantastici come il Dottor Chomei. Per fare questo lavoro ci vogliono molte nozioni di base e un buon controllo del chakra... non voglio scoraggiarti, ma prima forse dovresti considerare l'idea di mettere alla prova le tue capacità prima di iniziare a curare le persone.

Juichi avrebbe voluto tanto soddisfare la richiesta del suo paziente, ma senza le conoscenze base e sopratutto senza aver fatto un po' di pratica con oggetti inanimati, per lui sarebbe stato troppo complicato passare da zero a mille in un colpo solo. Ma per sua fortuna, qualcuno stava per cambiare le carte in tavola: dalle spalle del giovane specializzando comparve un uomo sulla settantina, di bassa statura e con indosso un camice bianco abbottonato fino al petto, dal quale svettava un'elegante cravatta gialla.

Buongiorno signori.

Salutò cordiale i due davanti a se.

Oh, buongiorno Dottor Keizo!

Ero venuto qui in cerca del Dottor Chomei per le noiose lamentele dell'inserviente. A dire il vero mi è bastato seguire la scia di sangue lungo il corridoio. Cosa abbiamo qui?

Nel frattempo l'anziano dottore prese in mano la cartella clinica del chunin confrontando le sue condizioni fisiche descritte su quei fogli con quelle in cui versava realmente: quasi tutte le ferite si erano già rimarginate e in poco tempo avrebbe ripreso a camminare come una persona normalissima. La curiosità di Keizo venne stuzzicata da quel ragazzo dalle straordinarie proprietà corporee; l'uomo si avvicinò posando i suoi occhi sul ciondolo raffigurante un triangolo circoscritto in un cerchio, per poi rivolgersi di nuovo al jashinista.

Non era mia intenzione origliare, ma prima di entrare ho sentito che ti interesserebbe imparare le tecniche base della medicina. Se sei interessato davvero potresti rivolgerti al sottoscritto dopo aver riacquistato le tue normali condizioni fisiche.

L'offerta era invitante e di certo Ryuzaki non avrebbe rifiutato, ma prima ancora che potesse dirgli che accettava, entrò nuovamente nella camera il Dottor Chomei con le mani nelle tasche del camice e uno sguardo ricolmo di disprezzo.

Stai pensando a come utilizzare l'interesse di quel ragazzo per arricchirti ancora di più le tasche? Davvero Keizo, quando tuo padre, il principe delle tenebre, verrà a ripescarti per riportarti a casa nel centro della Terra, puoi farci la cortesia di non fare più ritorno? Ora fuori da qui.

A quelle parole il più anziano rise voltandosi verso il suo interlocutore.

Chomei, il modo in cui cerchi di denigrare il prossimo è divertente solo per i primi cinque minuti della giornata, dopodiché diventa noioso come lo è il tuo modo di importi su un'autorità superiore alla tua in questo ospedale.

Senti, se non esci subito da questa stanza ti frantumerò in pezzettini così piccoli che nemmeno mia nonna, che riesce a fare dei puzzle di cielo azzurro da mille pezzi in meno di un'ora, riuscirà a rimetterli insieme, neanche lavorandoci sopra un anno intero, anche se dovesse tornare ai tempi di quando aveva una vista perfetta.

A quelle parole, il più anziano preferì non rispondere rivolgendo a Chomei un mezzo sorriso compiaciuto, per poi iniziare a camminare verso la porta, ma non prima di ripetere il suo messaggio a Ryuzaki.

Ricorda giovane, se vuoi imparare vieni nella mia stanza dopo esserti rimesso a posto.

E dopo aver pronunciato quelle parole, la sua figura scomparve oltre l'uscio della porta lasciando i tre da soli nella stanza. Era evidente che Chomei e Keizo non si sopportavano proprio, ma purtroppo per il primo, il secondo era il primario dell'ospedale, il "grande capo" al quale si era riferito precedentemente, ergo lui aveva l'ultima parola su tutto in quel luogo.
Juichi aveva assistito all'intera scena senza fiatare, ma adempiendo completamente al compito che il suo adorato mentore gli aveva affidato. Ora doveva riportarlo alla sua calma apparente, almeno per un po'.


Dottor Chomei, le ferite sono a posto, dovrebbe dare una controllata alla gamba per concludere.

Ancora seccato dal modo in cui il primario aveva adocchiato il jashinista solo per aumentare la mano d'opera nell'ospedale -e quindi di conseguenza il fatturato-, il medico di ruolo sbuffò intensamente per poi avvicinarsi ai piedi del letto e prendere con entrambe le mani la gamba lussata del paziente. Pochi istanti dopo, iniziò ad applicare una forza non indifferente per far rientrare l'osso; una persona normale avrebbe gridato di dolore per quella pratica brutale ma necessaria, Ryuzaki invece non sembrò fare una piega. Era un jashinista, il dolore non era contemplato per lui, e forse Chomei lo aveva capito.

Una volta ho fatto anche io una cosa simile... era una vecchietta che non la smetteva di urlare come una pazza.

La tua perseveranza nel raccontare cose di nessunissimo interesse per nessuna persona al mondo è rimasta intatta al 100%, complimenti!

Dopo nemmeno un minuto, il medico terminò di trafficare con le ossa del paziente e diede un'occhiata al lavoro poggiando le mani sulla carne del ragazzo e facendo fuoriuscire nuovamente dai palmi il chakra verdastro che gli permetteva di avere una visione chiara di ciò che non andava all'interno del suo corpo.

Qui abbiamo terminato. Pivello, compila al posto mio le scartoffie per mandarlo a casa e liberiamo il letto.
Per quanto riguarda te... dirò le seguenti parole nel modo più tranquillo possibile: il Dottor Keizo è il MALE assoluto, potrebbe essere Satana in persona. Tutti qui lo odiano, dalla punta delle corna sino all'impronta degli zoccoli e per lui non saresti altro che l'ennesimo camice da sfruttare per riempirsi le tasche.


Proferì con tono serio, prima di incrociare ancora una volta le braccia dietro la testa. Juichi intravide in quel momento l'istante perfetto per chiedere al più anziano un favore personale sfoggiando il suo sorriso più sincero e smagliante.

Dottor Chomei, avrebbe un minuto per compilare la mia scheda di valutazione? Sarebbe molto importante per me sapere cosa pensa di me e del mio lavoro da quando mi hanno affidato a lei.

Ci sono talmente tanti modi in cui potrei risponderti: Mai, neanche tra un milione di anni, assolutamente no, scordatelo, toglitelo dalla testa, niet, negativo, mmhm, naa, noo e naturalmente quello che preferisco in assoluto. L'uomo che cade nel burrone: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooooooooo.....

E mentre Chomei si divertiva ad enfatizzare quel "No", iniziò a camminare per poi uscire dalla stanza ed allontanarsi mentre ancora dal corridoio il povero Juichi poteva ascoltare le grida del suo mentore che gli negava il giudizio da lui tanto agognato.
Ormai era quasi abituato al comportamento di Chomei avendo avuto a che fare con lui da anni, ma essere bistrattato continuamente lo faceva comunque sentire un po' inutile. Chissà Ryuzaki che idea si stava facendo di quel posto e di coloro che ci lavoravano. Ora che le sue ferite erano guarite poteva alzarsi da quel letto e andarsene via per far finta di non essere mai entrato in quel covo di matti, oppure, come aveva già espresso precedentemente, poteva chiedere a qualcuno di insegnargli le basi della medicina.


//Eccoci al primo dei punti cruciali che a me piace definire "il bivio" dal quale si diramerà la trama in base alla direzione che deciderai di prendere. Puoi decidere a chi rivolgerti per chiedere di insegnarti le basi delle tecniche genin: Chomei, Keizo o Juichi.
Il primo è andato chissà dove, il secondo è nella sua stanza nell'ospedale mentre il terzo è ancora con te. Puoi anche decidere di parlare con lo specializzando prima di spostarti e chiedere informazioni su come raggiungere gli altri due (nel caso scegliessi di andartene dalla camera per raggiungere uno dei due rimanenti).

PS: "Nonostante" si scrive così, non "Non ostante"... non farmelo più vedere mi raccomando xD//
 
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Awazashì
view post Posted on 1/3/2015, 18:04     +1   -1




Rimasi li seduto ad ascoltare parola per parola la storia accademica di Juichi, iniziò lentamente ad entusiasmarmi, era relativamente simile alla mia storia, da studente di storia religiosa ad accolito di Jashin. Sentì quasi una vocazione chiamarmi, ma non era una chiamata all'altruismo, anzi tutt'altro. Sentivo quell'energia scorrermi dentro come fuoco e rapidamente chiudermi le ferite più profonde, era merito di quel chakra verdastro che mi irradiava ogni contusione e lacerazione presente sul corpo, sentivo anche una certa affinità tra quell'energia e il mio meraviglioso Katon, avevo voglia di padroneggiare quel potere e non mi sarei lasciato scappare un'occasione d'oro come quella. Improvvisamente la porta d'ingresso si spalancò. Alle spalle del medico che rapidamente guariva le mie ferite, un uomo anzianotto, sopra i sessantanni, non molto alto e con il camice abbottonato fino al petto dal quale lasciava fuoriuscire una cravatta gialla, senza ombra di dubbio fuori moda. Non mi scomodai più di tanto, sorrisi e basta, sembrava un uomo piuttosto sicuro di se, probabilmente un altro medico, pensai.

Buongiorno signori.

Disse allegro.

Oh, buongiorno Dottor Keizo!

Buongiorno.

Risposi.

Ero venuto qui in cerca del Dottor Chomei per le noiose lamentele dell'inserviente. A dire il vero mi è bastato seguire la scia di sangue lungo il corridoio. Cosa abbiamo qui?

Vidi l'anziano uomo muoversi deciso e saccente, afferrò la mia cartella clinica e la lesse rapido confrontando trauma per trauma le condizioni iniziali con quelle attuali. Ero quasi totalmente guarito ed effettivamente non ero all'interno dell'ospedale da più di un ora, il che sembrava aver destato dei sospetti. Ma la cosa che maggiormente mi irritava era lo sguardo fisso che quell'uomo aveva sul mio medaglione jashinista. Sembrò quasi che quell'uomo sapesse cos'ero e non volesse dirlo ad alta voce. Non mi piaceva affatto, mi irritava particolarmente ma non lo diedi a vedere restando disinvolto e facendo finta di non vedere dove, il suo sguardo, si era andato a posare.

Non era mia intenzione origliare, ma prima di entrare ho sentito che ti interesserebbe imparare le tecniche base della medicina. Se sei interessato davvero potresti rivolgerti al sottoscritto dopo aver riacquistato le tue normali condizioni fisiche.

Annuì entusiasta, per non destare sospetti cercando di celare il più possibile i miei reali pensieri, era stato gentile ma effettivamente non riuscivo a levarmi dalla mente il suo sguardo, fisso e penetrante sul mio medaglione, sapeva a cos'ero devoto, sapeva come adoravamo il nostro Dio, eppure era rimasto li come se nulla fosse. Di colpo la porta alla spalle dei due medici, venne varcata nuovamente dal Dottor Chomei, il quale esordì con la sua solita teatralità pungente che ormai amavo alla follia.

Stai pensando a come utilizzare l'interesse di quel ragazzo per arricchirti ancora di più le tasche? Davvero Keizo, quando tuo padre, il principe delle tenebre, verrà a ripescarti per riportarti a casa nel centro della Terra, puoi farci la cortesia di non fare più ritorno? Ora fuori da qui.

Al sol sentire principe delle tenebre, dentro di me una risata echeggiante sembrò svilupparsi e rimbombare in lungo e in largo per ogni estremità del mio corpo, era un doppiosenso pauroso in quella situazione. Anche Kaizo, rise , forse anch'esso apprezzò l'involontaria gaf di Chomei, così prontamente si voltò e rispose.


Chomei, il modo in cui cerchi di denigrare il prossimo è divertente solo per i primi cinque minuti della giornata, dopodiché diventa noioso come lo è il tuo modo di importi su un'autorità superiore alla tua in questo ospedale.

Senti, se non esci subito da questa stanza ti frantumerò in pezzettini così piccoli che nemmeno mia nonna, che riesce a fare dei puzzle di cielo azzurro da mille pezzi in meno di un'ora, riuscirà a rimetterli insieme, neanche lavorandoci sopra un anno intero, anche se dovesse tornare ai tempi di quando aveva una vista perfetta.

L'anziano non rispose alla provocazione, voltò le spalle a me e agli altri presenti e prima di varcare la porta, mi ribadì la sua offerta.

Ricorda giovane, se vuoi imparare vieni nella mia stanza dopo esserti rimesso a posto.

Poi sparì nelle ombre dell'ospedale, la situazione si stava facendo noiosa, parole, troppe parole e niente fatti, Juichi si voltò verso il dottor Chomei, il quale sembrava realmente irritato dalla precedente visita del Dottor Keizo, con tocco deciso ma delicato mi afferrò la gamba e con un certo livello di forza spostò l'osso per risistemarlo, sentì una serie di tonfi interni per poi sentire il mio corpo tornato al suo originale splendore. Mi sentivo nuovamente forte e vigoroso, le ferite erano ormai chiuse e la mia gamba era tornata come nuova. Quel chackra medico aveva superato le mie aspettative, aiutato forse dal mio Dono Oscuro, non saprei dirlo con certezza, ma che importava? Non potevo sentire alcun dolore e rigenerarmi autonomamente non poteva fare altro che accrescere la mia immortalità e amplificare la riuscita della mia missione contro gli infedeli. Intanto Juichi riprese a parlare.

Una volta ho fatto anche io una cosa simile... era una vecchietta che non la smetteva di urlare come una pazza.

L'esperienza del dottore e la mia resistenza al dolore sono impressionanti!

La tua perseveranza nel raccontare cose di nessunissimo interesse per nessuna persona al mondo è rimasta intatta al 100%, complimenti!

Chomei, impose nuovamente le mani sulla gamba per far fuoriuscire nuovamente il suo chackra verdastro per un ultimo controllo, ed una volta appurate le mie condizioni di salute mi guardò negli occhi e parlò.

Qui abbiamo terminato. Pivello, compila al posto mio le scartoffie per mandarlo a casa e liberiamo il letto.
Per quanto riguarda te... dirò le seguenti parole nel modo più tranquillo possibile: il Dottor Keizo è il MALE assoluto, potrebbe essere Satana in persona. Tutti qui lo odiano, dalla punta delle corna sino all'impronta degli zoccoli e per lui non saresti altro che l'ennesimo camice da sfruttare per riempirsi le tasche.


Chinai il capo in segno di ringraziamento, era palese che non lo faceva nel mio interesse, bensì per fare un torto a Keizo, ma la sua ironia era ben troppo pungente per non essere apprezzata da un tipo di persona come me. Intanto negli occhi di Juichi una labile speranza sembrò plasmarsi dal nulla.

Dottor Chomei, avrebbe un minuto per compilare la mia scheda di valutazione? Sarebbe molto importante per me sapere cosa pensa di me e del mio lavoro da quando mi hanno affidato a lei.

Ci sono talmente tanti modi in cui potrei risponderti: Mai, neanche tra un milione di anni, assolutamente no, scordatelo, toglitelo dalla testa, niet, negativo, mmhm, naa, noo e naturalmente quello che preferisco in assoluto. L'uomo che cade nel burrone: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooooooooo.....

Il giovane sembrò non fare una piega, giusta un lieve sprazzo di rassegnazione, ma poi non sembrò dare molta importanza alla risposta cinica del suo diretto superiore, sicuramente era abituato così come ormai mi stavo abituando io a quella situazione. Comunque avevo ben capito come funzionava, le persone come Juichi erano gli sguatteri, obbligati a fare i lavori meno divertenti ed utili, la gente come Chomei, ambiva ad un potere maggiore e pur di tener testa al capo erano disposti ad offrirsi in sacrificio al suo posto e infine il " Big Boss " al quale non interessava altro che e i soldi e la fama all'interno del suo ospedale. Era come tutti gli altri luoghi del mondo, nulla di differente. Ora ero totalmente guarito, ero sano, ero pronto ad apprendere quest'arte tanto utile quanto complessa, ma la domanda che mi ponevo in quel momento era, da dove inizio? A chi mi rivolgo? Non ci misi molto, sorrisi effettivamente tra me e me, ma la persona che apprezzavo di più in quell'ospedale era quel fottuto cinico bastardo di Chomei, con la sua ironia affilata come la mia Fauci di Luna. Scesi dal letto, mentre " lo sguattero " era ancora li a compilare scartoffie per conto del suo malevolo capo. Presi le mie cose e mi sistemai con cura facendo ben attenzione a nascondere il ciondolo da sguardi indiscreti, poi mi voltai verso il giovane e parlai con voce gentile e cordiale.

Ti ringrazio per ciò che hai fatto, ma hai idea di dove posso trovare Chomei?

Rimasi li sull'uscio aspettando di avere abbastanza informazioni per poi andare a cercarlo, immaginavo che sarebbe stato difficile convincerlo ad insegnarmi, ma avevo un idea ben precisa dell'uomo che era e forse con l'argomento giusto avrei potuto entrare nella schiera di suoi apprendisti ed apprendere ciò che mi serviva.

// Mea culpa, chiedo venia sono tornato ieri in Italia spero di potermi applicare in questa settimana di permanenza poi mi tocca tornare in UK ma il periodo sembra migliorare.
 
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view post Posted on 5/3/2015, 12:45     +1   -1
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Le ferite da taglio di Ryuzaki erano state letteralmente ricucite come se non avessero mai toccato la sua pelle, ricostruendo e ricomponendo tessuti lacerati e danneggiati, e la frattura che si era procurato alla gamba era stata sistemata nel giro di poco; non doveva nemmeno preoccuparsi di rimanere in osservazione per qualche ora o di mettere un gesso: le sue proprietà curative forse non erano così estranee per tutti in quel posto, e così come aveva notato lo sguardo persistente di Keizo sul suo ciondolo, aveva capito che era meglio nasconderlo per evitare inutili attenzioni.
Ora che le sue condizioni erano state ristabilite, il giovane Jashinista doveva preoccuparsi solo di trovare un mentore che si adattasse alle sue aspettative.
Da una parte c'era lo specializzando dai modi gentili e affabili, dall'altro il primario dell'ospedale che -a detta di Chomei- era interessato solo ad aumentare la mano d'opera dell'ospedale e quindi per i guadagni delle sue tasche, e in fine c'era il cinico e irritabile Chomei. La scelta per il chunin fu quasi ovvia e quindi non restava altro da fare se non chiedere dove potesse essere scappato il dottore dal lungo camice bianco all'unico che potesse avere una vaga idea.
Ryuzaki si alzò dal suo letto e si controllò le ferite molto velocemente, estasiato e bramoso di ottenere una capacità simile, poi prima di uscire dalla porta si fermò sull'uscio per chiedere con tono cortese a Juichi dove potesse cercare il suo superiore.
Lo specializzando, che era intento a pastrocchiare su alcune cartelle, mise giù i fogli per qualche secondo e alzò gli occhi come per sforzarsi ad immaginare che fine avesse fatto Chomei, estraniandosi per un intero minuto e poi riprendersi scuotendo la testa come se si fosse risvegliato da un brutto sogno.


Vuoi provare anche tu a imparare queste tecniche, vero? Ti avviso che, quando vuole, il Dottor Chomei sa essere molto sfuggevole anche se ha in cura un sacco di pazienti. Ma se lo cerchi in questa ala dell'ospedale prima o poi spunterà di sicuro.

Lo aveva messo in guardia, eppure se Ryuzaki lo voleva cercare anche dopo aver visto i suoi modi poco carini persino con i suoi pazienti, era sicuro che non si sarebbe lasciato scoraggiare. Prima però che il chunin partisse alla ricerca del suo mentore, Juichi lo fermò avvicinandosi con un grosso tomo in mano che aveva preso dal suo zaino.
Si trattava di un libro enorme, dal peso di circa una ventina di chili e con il titolo sulla copertina e sul fianco che recava le parole "Manuale di Medicina Teorica e Applicata".


Questo è il libro di testo che ho usato per tutti i miei cinque anni di studi. So che non è esattamente un peso piuma, ma ti assicuro che ogni singola pagina ti servirà se vuoi andare avanti... e detto tra noi, se il Dottor Chomei ti vede con quello farai una bella figura e difficilmente ti dirà di no.

Gli disse impettito al solo pensiero di aver passato il peso della sua cultura ad un nuovo novellino. Certo, Ryuzaki avrebbe potuto tranquillamente decidere di buttarlo nel primo cestino che avrebbe visto nei corridoi, ma se Chomei aveva deciso di prendere come allievo un tipo che sopportava a stento, forse la dritta del libro non era poi così cattiva.
Andando in giro per i corridoi asettici dell'ospedale, il jashinista si sarebbe fatto un'idea di quanto via vai c'era in quel posto: infermieri che entravano e uscivano dalle camere dei pazienti per poi andare alle varie reception per smistare le cartelle cliniche e le terapie, medici con al seguito piccoli o nutriti gruppi di specializzandi e chirurghi dalla casacca verde che si preparavano per andare in sala operatoria.
Tutto in quel posto andava avanti da solo come il motore di una macchina, dove tutti erano necessari e nessuno indispensabile. In una stanza in particolare, Ryuzaki notò un gremito numero di specializzandi dalla casacca celeste che prendeva appunti mentre, al centro dello spazio chiuso, più vicino possibile al paziente, vi era Keizo con fare saccente e autoritario. Ma non si sarebbe avvicinato, il suo obbiettivo era Chomei.
Dopo una decina di minuti alla ricerca del dottore, notò la sua sagoma dietro al bancone di una reception mentre discuteva animatamente con un chirurgo di colore, a circa una ventina di metri dalla sua posizione. Dopo aver mosso un paio di passi verso il suo obbiettivo, Ryuzaki sentì che il pavimento sotto i suoi piedi era bagnato così tanto da fargli perdere l'equilibrio con una caduta rovinosa. Ecco perchè non passava nessuno da quel corridoio specifico.
Alle sue spalle notò la figura dell'inserviente avvicinarlo mentre ancora era a terra con in mano un mocho bagnato e un segnale che diceva "pavimento bagnato" in bella vista.


Attenzione, il pavimento è bagnato... ho dovuto lavare via il sangue di qualcuno.

Gli disse con non curanza enfatizzando l'ultima parola e camminando nella direzione opposta. Quella doveva essere la sua piccola vendetta per la scia di sangue che aveva lasciato quando era entrato. Sicuramente l'ira del jashinista si sarebbe abbattuta volentieri su quell'energumeno, se non fosse stato per il fatto che Chomei era poco distante e dopo tutto il tempo perso nel cercarlo, lasciarselo sfuggire ora sarebbe stato sciocco.
Una volta rimesso in piedi, Ryuzaki potè avvicinarsi e sentire quello che il medico stava dicendo.


Sul serio esistono persone del genere ?!

Già, il mio paziente vorrebbe che usassi l'ipnosi al posto dell'anestesia, ma come faccio?

Si certo, e io vorrei farmi Miss curve mozzafiato invece di mia moglie, ma non accadrà, capisci? L'ipnosi è per le feste di compleanno e gli spettacoli da quattro soldi. Di' al tuo paziente di lasciarti fare quello che a te riesce meglio: devi stenderla e poi frugargli nelle viscere come un cieco che ha perso una monetina.

A quelle parole seguirono delle risate da parte di entrambi, ma proprio allora Chomei notò Ryuzaki avvicinarsi, e assieme a lui i suoi occhi spiritati si posarono sul tomo che aveva sotto braccio; quello era il suo momento!

Hey, che ci fai ancora qui con quel libro alla mano? Non dirmi che non hai seguito il mio consiglio e te lo ha dato quel vecchio opportunista.

//Un piccolo consiglio: non scrivere papale papale i dialoghi degli NPC, cerca piuttosto di riformulare quello che ti dicono o che succede senza copiare il parlato. E' una cosa che fanno i novizi del gdr, tu non lo sei e puoi rendere i tuoi scritti più fluidi e personali.//
 
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8 replies since 10/1/2015, 22:26   225 views
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