Rifugio di Kurome

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Sventrue
view post Posted on 27/11/2014, 03:52     +1   -1





Casa: Dolce prigione
Kurome adorava il suo rifugio, la sua tana. La faceva sentire umana. Non aveva molte occasioni per sentirsi tale. Meno che mai li a Kiri. Era fredda e distaccata, questo intimidiva i ragazzi,ed era bella, questo intimidiva le ragazze. Era di una bellezza esotica, veniva da fuori ma i suoi tratti erano genuinamente Kiriani. Pelle chiara, capelli scuri. Era conosciuta, fra gli assoldanti, come la volpe cremisi, perchè era scaltra e dove passava, tendeva a comparire una lunga scia di sangue. Le sue vittime invece la chiamavano paura.
Pallida, con occhi bui e profondi,capelli corvini, per un profano poteva addirittura sembrare la morte, ma no, lei la morte la portava, lei la morte la vendeva, le la morte la serviva, lei la morte la venerava, ma non amava essere confusa con essa.


*Fffd Fffd Fffd*


Nel suo alloggio Kurome, si cambiava, si spogliava, si godeva il suo corpo, finalmente suo dopo tanti anni, finalmente inviolato, finalmente innocente.
Nel suo alloggio Kurome, sentiva il rumore dei propri pensieri, simile a volte, a quello del vento nelle lunghe notti, appostata fuori da una finestra in attesa del suo bersaglio.
Nel suo alloggio Kurome, curava le sue armi, le sue compagne, le sue amiche.


*Gnam Gnam Gnam*


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A casa sua Kurome, si nutriva, mangiava, cibo vero. Non sbobba uscita dalla cucina di una bettola, non la brodaglia che le forniva suo padre fra una scommessa e l'altra. Cibo vero. Cibo cotto. Cibo che non sapeva di piedi, cibo che in ogni sua parte, in ogni suo ingrediente aveva un suo sapore.
L'anno era quasi finito. Presto tutto questo sarebbe finito. Una piccola parentesi. Avrebbe abbandonato casa sua per tornare alla sua casa.


Famiglia: ritorno di fiamma?
Famiglia: Un piatto da servire al sangue
Era cresciuta in quell'anno, a quell'età si cresce molto in fretta, i suoi muscoli erano più tonici di quando partì, all'accademia le diedero un programma d'allenamento, uno degno di questo nome, studiato apposta per lei. E' la prassi, non vogliono sovraccaricare o sottosviluppare i futuri soldati.
Il padre l'unica cosa in cui l'allenò, era resistere al dolore, alle torture. Per non parlare del provocare dolore. Era un vecchio sadico. Niente gli dava più gioia di vedere la gente soffrire, e se riusciva ad avere le mani sul suo uccello anzichè sul coltello, tanto di guadagnato.

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*Hiiii Plick-Plick Clunk*


Entrò nella bettola, il signor Fujiwara era ad un tavolo, stava giocando a domino, due bottiglie di liquore erano vuote, ai suoi piedi. Visibilmente ubriaco stava biascicando qualche parola, gli altri giocatori, ridacchiavano, fingendosi interessati a ciò che il padre di Kurome aveva da dire. Non appena lui dava retta ad uno, l'altro tirava fuori delle tessere dal taschino sul petto.
Si avvicinò al bancone, non rivelandosi a suo padre, chiese qualcosa da bere.
Ragazzina, io non voglio guai, non è un posto per bam
Kurome puntò l'indice al suo capo.
Mi...mi scusi. Cosa posso fare per lei?
Uno sguardo intenso, dritto agli occhi del barista, il dito ad incrociare le proprie labbra.
Voleva silenzio, nient'altro
L'uomo, impacciato ed imbarazzato si allontanò, senza far rumore, tornando alle sue mansioni.
Kurome proseguì con l'appostamento.
Quei tre erano chiaramente d'accordo. Stavano barando e stavano fregando suo padre, portandogli via tutto il denaro. Denaro che lei stessa aveva guadagnato, denaro che le era costato fatica, sudore e sangue.
Dopo circa venti minuti, entrò un uomo, avvolto in un cappotto, bagnò tutto l'ingresso, la Kunoichi aveva imbevuto di chakra il suo mantello, permettendo all'acqua di scivolarci sopra, e camminò sul fango, sempre con il chakra, per non sporcarsi le scarpe.
Il gorilla che era appena entrato invece, aveva schizzi di fango fino alle ginocchia.
Al fianco una lunga katana ad una mano e mezza.
Lo tsuba così come il sageo e lo tsuca, erano rosso acceso, come il colore del sangue arterioso.
La saya era nera, come la notte.
A giudicare dal quel Kashira quella è una lama pregiata
Il pensiero corse a Shamshir, la sua grezza lama, faceva il suo dovere, ma diavolo, quella Katana era una lama con i controcoglioni.
Se ti puoi permettere una lama del genere, o sei al soldo di qualcuno, o sei ricco e non hai bisogno di scagnozzi a proteggerti.
Il Barista emise un grido strozzato, quasi uno squittio.
La gente uscì di corsa dal locale, alcuni lasciarono li le mantelline ed uscirono, con il diluvio universale, senza niente a coprir loro il capo.
Suo padre, ed i tre bari, rimasero fermi.
Con un cenno del capo, lo scimmione nerboruto, si fece versare da bere dal barista, dopo di che, con un inchino, senza mai guardarlo negli occhi, scappò anch'egli, dalla sua stessa bettola, uscì fuori in preda al terrore. Anche se chiaramente viveva al piano di sopra.
In che guaio si è andato a ficcare papà?

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*Glu Glu Glu*


Bene bene bene.
Posò delicatamente il bicchiere sul bancone, dava le spalle a Kurome, appena vista la reazione della gente, aveva rapidamente nascosto la placca di lucido acciaio sul nastro del coprifronte. Era ora coperta con un pezzo di stoffa, rimaneva attaccato grazie ad uno sottile strato di chakra, aveva utilizzato il principio, della tecnica che si usa, per camminare sull'acqua od in verticale sugli edifici.
Non mi dirai che ti sei bevuto i miei soldi?
Signore...la prego, mia figlia tornerà a breve, la potrà ripagare
Va avanti da troppo tempo questa storia di tua figlia. Secondo voi questa figlia esiste?
In coro, i tre bari, risposero di no, poi accusarono, lo sbiadito Fujiwara, di essersi inventato tutto, solo per rubare ancora più soldi al boss.
Mr. Syura, la prego sto dicendo la verità. Non sto cercando di fregar
Syura, rapidamente estrasse la Katana, con un sol gesto, fluido ed elegante mirò a staccare di netto la testa dell'uomo.
Altrettanto rapidamente, Kurome, puntò Shamshir alla schiena dell'energumeno, dal basso verso l'alto, puntata in diagonale in direzione del cuore.



Era un momento di stallo, l'orango, aveva il pregiato acciaio a sfiorare il suo bersaglio, la testa del vecchio, sarebbe volata di netto se Kurome non fosse già intervenuta.
Durò qualche secondo questo momento.
Poi, preso coscienza dell'accaduto, i tre ratti iniziarono ad insultare la giovane,portandosi alle di lei spalle.
Impugnarono piccole daghe, ferro sporco di sangue e noncuranza, lame rovinate, non affilate.
Feccia. La lama bisogna accudirla.
Finalmente! Dove cazzo ti eri cacciata brutta idiota!
Immagino che questa sia la tua "principessa"
Capo, lasciacela uccidere questa troia
Ragazzi, siamo in presenza di una principessa,moderate il linguaggio
Lo scimpanzè rinfoderò la Katana, Kurome non seguì il suo esempio però, la situazione era pericolosa, quell'uomo era letale e ben addestrato, non poteva certo farsi cogliere di sorpresa, o i il trio di bifolchi avrebbe avuto il suo cadavere a disposizione, prima di gettarlo in un fosso.
Abbassa quell'arma cretina! E' un cliente.
Pensando di esser furtivi, i sorci, tentarono un'offensiva.
Fluida, veloce, letale.
Tre lame arrugginite erano conficcate nelle pareti del locale, mentre tre teste, rotolavano ai piedi della Kunoichi.
Odio i bari.
Rinfoderò la spada, il signor Syura, si voltò, dando così le spalle, al lercio ubriacone
Rimasero uno dinanzi all'altro a studiarsi, il rilassarsi degli sfinteri delle vittime, causò un tremendo fetore, l'unico a risentirne era il Padre di Kurome, che vomitava in ginocchio, fra un imprecazione e l'altra.
Kurome con calma e naturalezza, scoprì il simbolo sul suo coprifronte.
E così, il tuo vecchio non aveva mentito. Tua figlia è un ninja di Kiri. Bene. Seguitemi, così potrò darvi la lista.
Scusa?
E' un cliente, ucciderai, torturerai, estorcerai, diavolo se te lo chiedesse ti prostituirai per lui. E' l'unico modo per ripagare i nostri debiti di gioco.
Senza più niente da vomitare, Fujiwara, si portò vicino alla figlia.
Ma padre, quegli uomini erano dei bari.
Tzk. Non mi piace che qualcuno uccida i miei uomini. Non mi piace nemmeno quando si parla male dei morti. Puoi immaginare quanto poco mi piaccia, sentir parlare male dei miei uomini morti da chi li ha uccisi
Non intendeva! E' una stupida cretina
Le poggiò una mano sul capo.

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il pensiero, non potè che tornare a quello del suo sensei,ma mentre Kurome, era persa nei suoi ricordi, il padre applicò una forte e violenta pressione, scaraventando il volto della giovane su di un tavolo, frantumandolo in migliaia di schegge.
Capisci però, che mi ha mancato di rispetto. E' vero però, è solo una bambina, non posso ritenerla responsabile delle sue azioni
Signore, lei è così comprensivo, perdonarla in questa maniera, sono sicuro che potrà farsi personare
Kurome era ancora in terra, con le lacrime agli occhi. L'aveva rovinato. Aveva rovinato quel suo ricordo. Aveva rovinato quel suo momento. Aveva rovinato la sua vita.
IO VOGLIO VIVERE E MORIRE PER KIRI.
Mentre lei, era in balia dei ricordi, il "capo" estrasse la sua katana, con un volteggio aggraziato andò a portare il colpo all'occhio del verme, in fondo, osservare, non era uno dei suoi talenti, usava gli occhi giusto per trovare il proprio uccello, e per vedere dove ficcarlo.

*Clank*



Le due lame si incrociarono, Kurome salvò l'occhio al padre, poi con una manata lo scaraventò dall'altra parte della stanza. Davide e Golia si studiavano in silenzio, pronti a contrattaccare e contrastare uno la mossa dell'altro.
Entrambi forti, letali, ed a quanto pare, entrambi utilizzatori di Iaijutsu.
Tutto in un attacco, tutto si sarebbe risolto in un attacco. Fallire e morire, riuscire e sopravvivere.
Chi avrebbe attaccato chi? Chi sarebbe perito?
Un lampo, seguito da un tremendo boato, Kurome balzò indietro, poi con eleganza e sinuosità saltò, portando un fendente preciso. Di certo Syura non stette li fermo a morire.
Un clangore, un occhio inesperto non potè far altro che sentire il clangore delle lame che si scontrarono una singola volta, non percepì i movimenti, potè solo intuire l'accaduto.
I due si erano scontrati. L'esito. Parità.
Erano ora a posti invertiti, dandosi la schiena.
Si voltarono. La spada di Kurome era spezzata, quando quella del suo avversario era integra. Senza ammaccature.
Mi dispiace debba finire così.
Anche a me.
Fece confluire il chakra nella lama spezzata, la puntò vero il suo avversario, poi con una tecnica segreta, insegnata solo ai ninja di Kiri, deformò quel metallo, con rapidità la lama si avvicinava all'avversario, che scartò di lato con agilità inaudita, per un uomo di quella stazza.
CAZZO!

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L'uomo aveva pestato due kunai, inchiodandosi così al terreno.
I loro sguardi si incrociarono, stava per implorare, stava per chiedere pietà.
A lei non era mai piaciuta quella parte. Piaceva a suo padre.
Lo uccise.
Recuperò i suoi Kunai, la lama rotta di Shemshir, che ripose nel suo fodero, poi prese la spada di quell'uomo. Era un ottimo acciaio. Sarebbe stato una vergogna, no, un peccato lasciarla li. Magari in mano di qualche idiota.
Si impossessò di quella lama. La legò in vita.
Suo padre intanto, stava pisciando sul cadavere ancora fresco del mafioso.
Porca puttana. Questo bastardo voleva cavarmi un occhio! Voleva farmi saltare la testa! PERCHE'! Perchè lo hai ucciso così in fretta! Lurida puttana, questa me la paghi.
Oh se me la paghi.





Tentò di darle uno schiaffo, gli bloccò la mano. La frantumò stringendola con tutta la sua forza.
Nessuno
Attaccato al muro, appeso per il collo.
mi
Con l'altra mano gli afferra l'uccello, tante, troppe volte quel lurido piccolo pezzo di carne flaccida, aveva violato le grazie della giovane.
Durante le lezioni, in accademia aveva imparato parecchio. Il ninja medico che la visitò durante i primi giorni di accademia, la signorina Izumi, le aveva parlato molto, di quello che le era successo. Provò a farle capire che non era giusto, che era sbagliato il modo in cui suo padre la usava.
Tutta via fin da piccola, aveva subito questi trattamenti, per lei non c'era niente di sbagliato.
tocca
Pompando il chakra nel braccio tirò e torse.
Il volto dell'uomo si trasformò in una maschera di terrore. E dolore.
"Un giorno capirai cosa vuol dire voler bene a qualcuno. E farai in modo di ottenere ciò che meriti. Kiri è sempre aperta ai suoi ninja. Ricordalo."
la
Strappò di netto il membro, un urlo soffocato uscì dalla bocca del genitore, si contorceva più che mai, dava pugni in faccia, sul capo, sulle spalle. Scalciava l'addome e le gambe della figlia.
"Il modo migliore per ferire qualcuno, è farlo con la sua stessa arma".
testa.
Con un pugno possente e devastante, cacciò fra le fauci del mostro il suo membro raggrinzito.
E con esso lo soffocò.




Fuori continuava a piovere.
Prese il cadavere di Syura sulle spalle.
Uscendo dal locale notò, che tutti coloro che erano scappati, non più di 5 minuti prima, erano ancora li fuori. Nascosti e al riparo sotto gli alberi. Il locandiere sgranò gli occhi alla visione del biondo scimmione esanime.
Con un cenno del capo la shinobi si congedò, andando nel bosco in cerca di un posto in cui dare degna sepoltura ad un degno avversario.
Ormai ben inoltrata nella fitta vegetazione, udì un latrato di terrore provenire da dietro di se.




Edited by Sventrue - 16/3/2015, 20:55
 
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