"L'eroe pagliaccio", Quest tecniche chunin per ¬BloodyRose.

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view post Posted on 21/10/2014, 19:36     +1   -1
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Senzatitolo-1copia
L’eroe pagliaccio - Arrivo al Clan
La giovane Hyuga era finalmente ritornata al suo clan per imparare delle nuove tecniche. Venne accolta con grandi reverenze, proprio come si addiceva al suo rango e le immense porte si aprirono davanti a lei. Era sempre immutabile e maestosa come la prima volta che l’aveva vista, peccato che però non fosse lì per fare un bel giro o per osservarla. Con fare ossequioso si avvicinò immediatamente a lei una giovane donna con uno sguardo particolarmente assente. Il coprifronte era al suo posto sul capo, quasi come a voler coprire qualcosa di molto importante che per molti potevano essere un dono, per altri una maledizione; i suoi occhi bianchi non esprimevano alcun tipo di sentimento perché in quel momento lei doveva solo eseguire degli ordini, i suoi capelli erano neri come l’ebano e lisci fino al fondo schiena, le vesti erano larghe e comode, molto diverse da quelle a cui lei era abtuata.


«Setsuna Sama….è un onore poter godere della vostra presenza. Cosa vi porta qui oggi? Siete in visita oppure avete qualcosa da imparare?»



Non c’era arroganza nelle sue parole soltanto curiosità di sapere, in fondo si sarebbe occupata lei della giovane Hyuga quel giorno, quindi tanto valeva porre le domande giuste nel momento giusto.



-GdrOff-

“Tanto valeva porre le domande giuste nel momento giusto!” [cit.] lo stesso direi che vale per te in questo momento. Ovviamente la fama per me conta poco in questa quest perché comunque sia fai parte della casata principale e quindi sarebbe assurdo che almeno quelli della casa cadetta non conoscano il tuo nome! Per il resto il primo post è fatto apposta per portare subito una reazione di Setsuna, sempre se le viene di farla altrimenti no, la giovane che hai di fronte è poco più grande di te ma chiaramente, per come parla e si comporta con te e soprattutto per averti affibbiato l’onorificenza di “Sama” capisci che è della casa cadetta o comunque ti viene il dubbio.
Per il resto ti avviso che non uso molto l’off topic quindi se hai domande oppure scrivo cose poco chiare sai bene dove cercarmi xD a te quindi e fammi vedere cosa sente Setsuna davanti a tutti queesti inchini e moine XD

-GdrOn-
 
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view post Posted on 26/10/2014, 18:57     +1   -1
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// Continua da QUI. //

*Delle ossequiose premure l’accompagnarono nel suo marziale ingresso all’interno della maestosa residenza, ponendo in essere delle domande alle quali la fanciulla avrebbe facilmente potuto rispondere da sola. Suo malgrado avanzò dignitosamente, sollevando quel suo sguardo lungimirante in direzione delle balaustre dei piani superiori. Non era la prima volta che s’introduceva nella struttura, eppure lo sembrava. Quel forte sentimento d’orgoglio, suscitato dall’appartenenza diretta alla famiglia di shinobi più rinomata all’interno del Konohagakure No Sato, era sfumato come un colore troppo annacquato sulla carta. L’amara verità ch’era stata celata dietro a quel muro di perfezionionismo e dignità l’aveva bruscamente riportata alla crudele realtà, a quel sentimento di biasimo e d’inadeguatezza che, adesso più che mai, le appesantiva il cuore e l’anima mentre continuava quel suo impetuoso incedere. D’altronde, non avrebbe potuto negare quello ch’era stato perpetrato negli anni dagli anziani del clan.. ma forse, un giorno, avrebbe potuto appianare le evidenti divergenze ed elevare maggiormente il gran nome degli Hyuga.
Mentr’avanzava di qualche passo, sentiva d’essere quasi di troppo. C’era un gran via vai all’interno della struttura, sia all’altezza dei piani superiori che verso i piani inferiori. Molti fratelli e sorelle s’erano voltati a guardare chi avesse varcato la soglia della loro casa, e i loro sguardi sulla sua pelle diafana sembravano carezze e fucilate. V’era infatti chi, indipendentemente dalla posizione ricoperta in quell’intricata gerarchia, l’osservava con rispetto e le rivolgeva un cenno o un cordiale sorriso di benvenuto.. altri parevano squadrarla da testa a piedi e l’osservavano con un accenno di disprezzo. Non si sentiva a proprio agio, la fanciulla dai lunghi capelli cobalto. Ricambiava cordialmente i sorrisi con un abbozzo dei suoi e cercava di non dare a vedere quell’automatico abbassamento di sguardo come risposta all’odio di chi la considerava una “ragazza fortunata”. Sicuramente lo era stata, in confronto a molti altri.. ma non aveva scelto lei d’essere graziata, non aveva deciso quel sistema ignobile che infangava il suo buon nome e quello dell’intera casata degli Hyuga.
*

(Non posso biasimarli, se mi odiano nonostante non mi conoscano affatto. Dopotutto, hanno rovinato la loro vita per spianare la mia e quella dei membri della casata principale..
Questo clima non mi piace, è troppo opprimente.. quanto vorrei che da qualche parte qui dentro sbucasse Ryou e mi dicesse quello che ho bisogno per sopportare quest’odio ingiustificato..
)

*Sperava davvero con tutto il cuore che l’aitante uomo dai lunghi capelli corvini vertiginosamente scalati s’intromettesse nei suoi pensieri e la destasse da quell’improvviso sentimento d’occlusione, ma non fu lui a smuoverla da quei suoi cupi pensieri. Una giovane donna dallo sguardo spento, sicuramente più grande di lei a giudicare dall’altezza, s’era avvinata alla sua posizione con estremo rispetto e immediatamente l’accolse, chiedendole il motivo della sua improvvisata. Era molto bella, con dei lunghi capelli color dell’ebano e una veste molto diversa dalla sua, ch’era sempre ribelle e, se vogliamo, mascolina. Il coprifronte era legato sulla nuca, ma non ci volle un genio per capire che quella che aveva davanti era un membro della casata cadetta. A tradirla erano stati il suo fare e le sue onoreficenze nei confronti della più piccola, che sentendosi maggiormente a disagio trasse un profondo sospiro prima di risponderle.*

Sono qui per affinare il mio junken..

*Le suggerì, con quella sua dolcezza che tradiva quel voluto gioco di ribellione nel modo di vestirsi.*

Ma per favore, chiamami Setsuna-chan. Sei più grande di me, sicuramente più esperta. Dovrei essere io ad utilizzare l’onoreficenza –sama, o –senpai.

*S’affrettò ad aggiungere, guardandola negli occhi come una persona dignitosa. L’imposta interlocutrice avrebbe potuto leggervi attraverso, denotando una forte convinzione nelle parole pronunciate e una sincerità d’intenzioni disarmante.*

(Non voglio essere un’aguzzina.. voglio essere una sorella, una persona sulla quale contare..)

 
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view post Posted on 28/10/2014, 12:16     +1   -1
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L’eroe pagliaccio - Differenza di casta
Se in quella sede molti sguardi che si posavano su Setsuna erano piene di rancore, non si poteva definire tale quello di Kumiko che, invece, era semplicemente vuoto, come se non provasse nulla, come se fosse un giocattolo difettoso che non era più in grado di far divertire il proprio padrone.


«Sono lieta delle sue parole ma credo che mantenere le giuste distanze dettate dalle nostre case sia la cosa migliore Setsuna Sama, ora prego, mi segua ho da mostrarle delle cose molto importanti prima di cominciare il nostro addestramento!»



La giovane si incamminò, lasciando che i suoi capelli svolazzassero appena oscillando al suo movimento. Insieme percossero una piccola parte di quell’enorme sede, fino a raggiungere una sala dove la casa principale poteva godersi tranquillamente il thè guardando il giardino esterno oltre le porte aperte. Kumiko non era l’unica ad accompagnare qualcuno della casa principale, all’interno c’erano molti di quegli “schiavi” che servivano i loro “padroni”.


«Si sieda pure, oggi miglioreremo il suo junker e, soprattutto, le insegnerò ad utilizzare meglio la sua difesa assoluta. Prima vorrei però farle una domanda se non sono troppo indiscreta, per caso ha già incontrato il ninja della casa cadetta affidato alla sua protezione?»



Chiese alla fine mentre una ragazza con la svastica uncinata sulla fronte e avvolta da un’enorme veste bianca, si avvicinava a loro per portare un vassoio con tazze e biscotti e servire il thè mentre le due ragazze parlavano. Questa nuova arrivata non osava assolutamente guardare in volto Setsuna, quasi come se ne avesse paura, quasi come se la temesse.

 
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view post Posted on 30/10/2014, 17:04     +1   -1
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*Quelle parole, proferite dalle labbra della giovane donna cadetta attraverso l’utilizzo di una tonalità di voce atona, la colpirono diritta al cuore. Non riusciva a comprendere il motivo per il quale quella distanza, imposta a monte da un sistema del tutto sbagliato, potesse giovare ad entrambe.. eppure non poteva certo contraddirla, nonostante sentisse l’impulso d’argomentare la questione. Dovette dunque ingoiare il rospo, e accettare quel servilismo sopportandone il peso. Rassegnata e, se possibile, ancor più a disagio, la fanciulla dai lunghi capelli cobalto abbassò quegli enigmatici occhi bianco neve e si morse il labbro.*

(Mantenere quest’atteggiamento non è “meglio”.. è sempre più degradante.. sempre più.. umiliante..)

*Si ritrovò a pensare, mentre silenziosa seguiva la sua interlocutrice lungo le scale che portavano alle balaustre superiori della residenza. C’era tanta gente quel giorno, tanti fratelli e sorelle impegnati nella normale routine della grande famiglia del clan. La bella Setsuna non poteva fare a meno di osservare ogni spostamento con quella sua curiosità radicata nel suo carattere. Poteva quasi respirare quell'odio latente che si scontrava contro la barriera d’indifferenza sollevata della quasi totalità dei membri alla quale esso pareva essere rivolto. Non v’erano ribellioni, non v’erano soppressioni. Qualsiasi cosa pareva essere in perfetto equilibrio, agli occhi ignari d’un visitatore qualunque.. ma la kunoichi sapeva e vedeva oltre quella maschera. Quell'equilibrio assolutamente perfetto, un giorno, si sarebbe violentemente incrinato e a rimetterci sarebbero state delle vite innocenti e la reputazione dell’intero clan. Sarebbe successo di nuovo, come nella visione stimolata dal potere del vecchio Nobuhisa.. la casata principale e la casata cadetta si sarebbero confrontate aspramente, e la sofferenza e la perdita avrebbe portato nuovamente alla paura e a quell’equilibrio fittizio di cui ella era spettatrice e, suo malgrado, anche protagonista.
Scosse la testa, scacciando quei macabri pensieri. L’improvvisata accompagnatrice l’aveva scortata sino alla sala del thé della casata principale. L’arredamento era minimalista, ma lussuoso.. e la mozzafiatante vista sui giardini con i peschi in fiore rendeva il tutto più armonioso e godibile, oltre a rendere alla sala una luminosità eccellente e per nulla invadente. Quei tavolini bassi erano occupati per la maggior parte da shinobi appartenenti alla casata principale, e non era strano pensarlo dato che altri ragazzi e ragazze stavano servendoli in reverenziale silenzio.
*

(E’ questa la nobiltà degli Hyuga? Rendere una porzione della famiglia schiava dell’altra? E’..)

*Non riuscì a finire quella frase nei suo pensieri, troppo dolorosa anche solo per sentirla echeggiare nel silenzio della propria mente. Quasi del tutto disgustata dallo spettacolo, s’osservava attorno per cercare forse una qualche scena che la potesse destare da quel sentimento negativo nei confronti della propria famiglia. Non v’era gentilezza, o parità.. solo una gratitudine fasulla da parte dei “superiori”. Ben presto le due donne raggiunsero un tavolo libero e la più grande invitò Setsuna ad accomodarsi su uno dei comodi cuscini attorno ad esso, mentre una giovane ragazza con la svastica uncinata in bella mostra s’apprestava a portare loro la fumante bevanda e dei deliziosi biscotti. Quindi la donna appartenente alla casata cadetta parlò ancora con la giovane kunoichi dall’animo nobile, ma oltre a un accenno di quello che avrebbe imparato da li a poco ella aggiunse delle parole che recisero di netto l’apparente tranquillità di quella fanciulla che sentiva d’essere come un pesce fuor d’acqua. Spalancò gli occhi per l’imprevista domanda, e il respiro si fece leggermente più profondo.. ma nonostante le premesse, la più piccola riuscì a mantenere un certo contegno.*

(Qualcuno affidato a me? No..)

Io non ho nessuno. Non voglio nessuno. So proteggermi da sola e non c’è bisogno che qualcuno rischi la sua vita per salvaguardare la mia. Io sono una persona libera, e come tale in grado di badare ai miei affari da sola. Così come chiunque altro.

*Argomentò aspramente, imprimendo involontariamente nella voce una nota collerica che facilmente avrebbe fatto capire all'interlocutrice che quello che s’agitava nell'animo della più piccola era un sentimento molto simile a quello provato dalla maggior parte della casata cadetta.. un sentimento piuttosto strano per chi, come lei, era stata graziata da una posizione di superiorità. Oltretutto, ella non sapeva davvero chi fosse stato designato suo protettore, nonostante l’avesse visto più volte, e credeva fermamente in quello che esprimeva. Era una rispettabile kunoichi, sapeva badare a se stessa e non aveva la minima intenzione di stare a quel gioco di potere. Intanto la piccola col vassoio era giunta presso il suo tavolo e stava per posare la tazza davanti ai suoi occhi per procedere a versarvi del thé fumante, ma un cenno di dissenso la fece fermare sul posto impaurita.*

Non c’è bisogno che mi versi il thé, lascia il vassoio e vai a riposarti. Sei una Hyuga, dovresti allenarti e affinare la tua arte.. non servire delle bevande a tuoi fratelli e sorelle, perfettamente in grado di scaldare una teiera e servirsi da soli.

*Le disse, sollevandola dall'incarico con un’autorità sconvolgente. Non era stata dura, ma gentile e convincente nel suo “ordine”. Non sapeva cos'avrebbe pensato quella ragazzina, né come avrebbe reagito.. ma non le importava. Aveva detto ciò che pensava, e ottenuto ciò che voleva: nessuno doveva essere suo servo, né in quel momento né in futuro.*

 
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view post Posted on 30/10/2014, 20:56     +1   -1
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L’eroe pagliaccio - Invito a teatro
Setsuna non era assolutamente contenta dell’atmosfera nella quale si era ritrovata ma avrebbe dovuto sopportare anche perché era andata lì di sua spontanea volontà, nessuno l’aveva costretta e comunque era bene abituarsi a quel genere di cose perché doveva conoscerle, doveva viverle, solo così sarebbe riuscita a liberare davvero la casa cadetta com’era uso sogno fare. Alla sua ultima affermazione Kumiko storse leggermente il naso.


«Voi siete in grado di proteggervi da sola Setsuna Sama? Beh…vedremo!»



Sussurrò semplicemente, riducendo le sue parole a poco più che un flebile sussurro. Intanto la ragazza che portava il thè si spaventò un attimo nel sentirsi così interdetta e guardò la Hyuga più grande in cerca di aiuto, questa alzò semplicemente una mano accompagnando il gesto con un elegante movimento della testa.


«Lascia pure qui Chiyo Chan, ci penserò io più tardi, piuttosto vai a vedere se è tutto pronto!»



La ragazzina annuì con la testa prima di fare un profondo inchino verso Setsuna e fuggire via a gambe levate. Solo adesso che erano rimaste da sole Kumiko si versò il thè lasciando che la sua “compagna” di clan facesse da sola.


«Voi volete la parità ma non sono sicura che sappiate cosa c’è in gioco. Noi esistiamo per proteggervi e servirvi perché nessuno venga in possesso dei vostri occhi però penso che questo voi lo sappiate già, però chiedetevi, voi cosa potete fare davvero per liberarci di questa condizione? Una sola Hyuga per giunta della casa principale e senza alcuna protezione non può certo ambire a tanto, avreste bisogno di aiuti e sicuramente fra le vostre fila difficilmente riuscirete a trovare gente più in gamba di noi della casa cadetta!»



Iniziò a sorseggiare il suo thè afferrando un biscotto e bagnandolo con il liquido ambrato prima di mangiarselo con gusto. Beh dal suo discorso era chiaro che credeva poco in quello che la giovane Setsuna cercava di fare e desiderava con tutto il suo cuore anche perché loro della cadetta venivano addestrati fin da piccoli ad essere i migliori per poter così proteggere quelli della casa principale, quelli che erano più potenti e che reggevano le fila della loro vita.


«Ad ogni modo si goda pure il thè, è capitata proprio in tempo dato che quelli della casa cadetta hanno preparato un piccolo spettacolo per intrattenere quelli della casta più alta. Sa, non sarebbe una perdita di tempo, venga con me a vederla Setsuna Sama potrebbe trovarla istruttiva!»



Disse semplicemente alzandosi e porgendo una mano alla Hyuga. In fondo era gentile e lo junker avrebbe potuto attendere ancora un pochino.



-GdrOff-

Ok se il tuo pg ha domande da fare riguardo le casate o altro è il momento di farle. Per quanto riguarda eventuali domande sullo spettacolo saranno saltate dal momento che nel prossimo post vedrà tutto ;)

-GdrOn-
 
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view post Posted on 10/11/2014, 16:52     +1   -1
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*L’improvvisa interruzione da parte della splendida fanciulla dai lunghi capelli cobalto aveva interdetto la più piccola della casata cadetta, immobilizzata sul posto alla disperata ricerca d’un suggerimento su come comportarsi in quell’assurdo frangente. Nessuno probabilmente le aveva mai detto parole come quelle, autoritarie nell’esposto ma gentili nell’intento ultimo. Leggermente intimorita da quello che avrebbe potuto verificarsi da quel momento in avanti, la giovane ragazzina cercò suggerimento nello sguardo della compagna dai lunghi capelli nero pece, che si limitò a bloccarla con un gesto e a congedarla. Le giovane Setsuna, ancora elegamente inginocchiata al basso tavolino di legno, con quel suo lungo codino ad abbracciare quel suo corpo snello, impreziosendone l’inimitabile bellezza, non poteva che osservare con minuzia e con un cenno di dispiacere tutta la scena che aveva generato con quel suo voler essere corretta. Non v’era stato apprezzamento, non v’era stato null’altro che paura da un lato e scetticismo dall’altro.*

(Non mi credono minimamente, e temono ogni mio gesto o sbalzo d’umore. La sofferenza è talmente radicata nei loro cuori da aborrire persino chi cerca di far comprendere loro che c’è qualcuno che non vuole tutto questo? Sono una stupida, se spero che qualcuno mi creda sulla parola o con qualche dimostrazione spicciola delle mie reali intenzioni. Non c’è nessuno come me, in questa sala.. e non tutti sono fiduciosi come Ryou.. perché lui crede in me?)

*Dovette domandarsi, osservando ancora una volta con discrezione l’atteggiamento rilassato e a volte sfacciato degli uomini e delle donne inginocchiati ai tavoli. Nessuno di loro avrebbe sollevato dagli incarichi uno di quei ragazzini che portavano freneticamente e servilmente quell’ampio vassoio con la fumante bevanda fruttata o agrumata e deliziosi dolciumi. Nessuno di loro avrebbe avuto una buona parola, una cortesia.. o forse l’avrebbero avuta soltanto per salvare le apparenze d’un onore falso, che sempre più nel tempo aveva insabbiato la verità che aleggiava latente nei cuori e nei ricordi dei membri della nobile casa.
Le parole della sua accompagnatrice la riportarono con i piedi per terra, conquistando tutta l’attenzione di cui erano meritevoli. S’era versata da sola la bevanda e s’apprestava a sorseggiarla, lasciando che quella ragazzina con ampie pretese facesse effettivamente da sola. La considerava probabilmente una sognatrice, un’ingenua.. e quel discorso che venne formulato attraverso le sue labbra non poteva che dare concretezza ad un simile pensiero. Setsuna, nonostante si sentisse schernita e sminuita da quell’atteggiamento di profonda “sottomissione” e di scarsa fiducia, non fece una piega e l’osservò dritta negli occhi. Nei suoi, estremamente enigmatici e pericolosamente magnetici, v’era una lucentezza diversa rispetto a quella degli altri membri. V’era un fuoco che bruciava dentro quel cuore, dentro quell’anima.. delle ardenti fiamme che parevano costantemente alimentate da un qualcosa che né Kumiko né nessun altro avrebbe saputo spiegarsi. Di una cosa poteva essere certa, ovvero che quello scricciolo dai capelli cobalto era un osso duro da masticare e che, probabilmente, avrebbe tentato e tentato ancora sino a quando non avrebbe ottenuto quello che voleva.
*

E’ per questo che sono qui, per sapere cosa c’è in gioco e per affinare la mia arte. Nessuno Hyuga degno di tale nomea ha bisogno di essere protetto, a maggior ragione se questo marchio sugella una supremazia su altri membri della mia famiglia. La casata cadetta e la casata principale non sono differenti in potenza o nobiltà.. non esiste una selezione naturale. Nessuno, alla nostra nascita, può stabilire la nostra potenza e la nostra effettiva destinazione all’interno di questo sistema contorto e corrotto. Sono le esperienze a formarci, gli allenamenti a potenziarci. L’unica differenza fra me e chiunque altro qui dentro è quella dell’età, dunque l’esperienza. A parità d’esperienza, chi può dire che io non sia più forte.. o più furba..

*Le disse, rispondendo alla sua domanda in maniera chiara.*

I miei occhi non sono meno importanti dei vostri.. eppure siete stati costretti a sacrificare la vostra vita per un “fine superiore”. Devo supporre dunque che quel sigillo che vi sporca la pelle non è solo un sigillo di schiavitù, che permette a chiunque della casata principale di farvi del male e sottomettervi col dolore e la paura.

(Ci deve essere qualcos’altro, se loro sono dei meri “scudi” per proteggere i nostri occhi.)

*Ascoltò le risposte della sua accompagnatrice, ma quando queste arrivarono la discussione non era affatto terminata. Dopo averla ascoltata con attenzione, non poté fare a meno di chiedere in base a che cosa un bimbo o una bimba potesse essere giudicato/a idoneo/a all’appartenenza all’una o all’altra casata. C’erano molti dubbi che dovevano essere distrutti, prim’ancora di pensare a un piano d’azione.. questo Setsuna lo sapeva bene e sapeva che agire d’impulso avrebbe solo peggiorato le cose.*

Non sono ancora sicura su quello che farò o potrò fare, ma non me ne starò qui con le mani in mano a infangare il mio nome e quello della mia intera famiglia. Questo è poco, ma sicuro. Dovesse costarmi qualsiasi cosa, non lascerò nulla d’intentato. Lo devo a me stessa e alle persone che ho imparato ad apprezzare.

*Confermò con decisione, mantenendo per tutta la durata del discorso quella tonalità di voce abbastanza tenue da essere udita con chiarezza soltanto dalla sua interlocutrice. Non voleva dare spettacolo e già l’aver bloccato la ragazzina poc’anzi era stato abbastanza plateale per i suoi gusti.*

(Nessuno dovrà più rischiare la propria vita per proteggere quella di qualcun altro con la forza. NESSUNO.)

*Al termine dell’accesa conversazione sulle intenzioni e sul funzionamento interno del clan, la più grande chiuse il discorso con garbo e invitò la sua ospite a terminare con tranquillità la sua bevanda. Da li a poco ci sarebbe stato uno spettacolo, realizzato dalla casata cadetta per tutti i membri della casata principale. Secondo lei, sarebbe potuto essere istruttivo assistervi. Setsuna guardò la sua tazza, ch’era rimasta vuota sino a quel momento. Combattuta sull’accettare o meno l’invito, che sembrava quasi un modo per farla sentire ancora più a disagio sul delicato punto della servilità che odiava vedere, alla fine cedette e accettò l’invito con un cenno d’assenso. S’alzò con eleganza, facendosi aiutare dalla sua interlocutrice ma non ponendo forza sulla stretta della sua mano. Era stato un delicato contatto, una carezza.. aveva accettato la sua gentilezza come tale ma le aveva chiaramente dimostrato che faceva sul serio quando affermava di non aver bisogno di protezione. Dunque s’avviarono fuori dalla sala e s’apprestarono a raggiungere il luogo dell’esibizione.*

Perdonami, sono stata scortese a non chiederti qual’è il tuo nome. La discussione che abbiamo avuto ha completamente assorbito la mia attenzione, e a quanto pare anche la mia cortesia. Se me lo permetti, vorrei chiedertelo adesso.. e vorrei chiederti anche cosa ci apprestiamo ad osservare. Qual’è il tema dello spettacolo, perché l’avete organizzato? E’ sempre questione di “far piacere” alla casata principale o c’è dell’altro?

*Curiosità nelle sue parole, fremiti nel suo cuore. Cos’avrebbe visto? Le sarebbe piaciuto? L’avrebbe fatta sentire male? Domande alle quali solo quel misterioso spettacolo avrebbe potuto dare risposta.*



// Diciamo che dieci giorni d’attesa sono più che sufficienti e anche oltre ogni limite, ergo cercherò di dare precedenza a Setsuna su tutto da oggi in avanti. Anche perché adesso penso proprio che siamo nella fase “calda” e sono curiosha. xD //
 
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view post Posted on 13/11/2014, 19:22     +1   -1
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L’eroe pagliaccio - Tutti in scena
Mentre camminavano Kumiko ascoltò ogni singola parola della giovane ma a quanto pareva aveva intenzione di lasciarla senza risposte, l’unica che potè dare fu l’ultima. Voltò i suoi occhi lattiginosi verso Setsuna ammiccando una specie di sorrise ma era evidente che fosse piuttosto incapace di una simile esternazione di sentimenti.


«Il mio nome è Kumiko, Setsuna Sama.»



Rispose alla fine sottolineando in particolar modo l’onorifico e continuando sulla sua strada cercando di riflettere quale potesse essere la risposta migliore da darle.


«Qui tutto si fa per allietare le giornate alla casata principale, passiamo oltre Setsuna Sama credo che ormai potrebbe ovviare domande simili! Ad ogni modo sarà una piccola rassegna che ha sempre fatto sospirare sia le giovani romantiche donne della casata principale che divertito i bambini di qualsiasi provenienza sociale…ma che mi ha sempre fatto arrabbiare parecchio….però credo che le sarà molto utile!»



La guardò per un attimo con occhi vuoti prima di piantarli nuovamente sulla strada. Ci volle qualche minuto ma, alla fine, arrivarono ad un salone piuttosto ampio che era in grado di contenere una cinquantina di persone e un palco di cinque metri quadrati; il grosso tendone nero era ancora tirato e Kumiko invitò la più piccola a sedersi accanto a lei. Non erano su sedie o panche ma su cuscini molto morbidi nei quali ci si poteva anche sprofondare e addormentarsi. La sala era già ghermita di gente ma loro stavano proprio in prima fila, a pochi metri dal palco per poter vedere tutto quello che sarebbe successo.


«Siamo qui anche per il suo addestramento e apprendimento, voglio che tenga il byakugan attivato per tutto il tempo perché ci saranno scontri veri e voglio che lei osservi con particolare attenzione il movimento del chakra di ognuno di loro!»



Annuì, prima che la stessa ragazzina di prima andasse a cercarla.


«Kumiko San è quasi tutto pronto aspettiamo il suo ordine per partire!»



La ragazzina non osò nemmeno alzare lo sguardo su Setsuna e stavolta aveva la fronte coperta da un velo che le scendeva lungo la schiena, forse per pudore o, più probabile, perché faceva anche lei parte dello spettacolo dato anche il grazioso Kimono che aveva addosso.


«Direi che possiamo partire Chiyo Chan, di a tutti di aprire il sipario!»



La ragazzina annuì correndo via quasi con profondo sollievo.


«Buon divertimento Setsuna Sama, spero che lo spettacolo sia di suo gradimento!»



Disse alla fine Kumiko con un sorriso mesto prima di attivare la sua doujutsu e fissare i suoi occhi sul tendone che si stava lentamente alzando.


L’eroe pagliaccio - Amore eterno
Le luci si spensero e il sipario venne finalmente tirato. Sullo sfondo si poteva vedere il disegno di un bellissimo albero di fiori di ciliegio e l’entrata del loro clan. Una persona si fece avanti: era un uomo ormai di una certa età con dei lunghi capelli corvini che gli arrivavano fin sotto la schiena e gli occhi lattiginosi che scivolavano sul pubblico; indossava una veste candida e lunga fino ai piedi e sulla fronte spiccava la svastica uncinata senza alcuna vergogna nonostante la sua veneranda età.


«Benvenuti a questo spettacolo amici miei, fratelli miei, oggi vi racconterò una storia come tante, una storia che racchiude tutto lo struggimento e il dolore di due individui la cui unica colpa era di aver avuto destini diversi!»



Fece una piccola pausa prima di aprire le braccia in maniera piuttosto plateale.


«Tanto tempo fa, proprio nella nostra residenza, viveva una giovane fanciulla che si chiamava Sayuri Hyuga…»



A queste parole, dalle quinte, sbucò fuori una giovane fanciulla con gli stessi loro occhi e la fronte coperta da un velo per non mostrare qualcosa evidentemente, in fondo quale componente della casa cadetta si sarebbe mischiata veramente a loro per mettere in scena quel piccolo teatrino?
La fanciulla poteva avere circa la stessa età di Kumiko e si guardava in giro con dolcezza, avvolta nel suo bellissimo kimono che richiamava gli stessi colori dell’albero che era disegnato sullo sfondo.


«Lei soffriva perché, nonostante fosse già stata promessa ad un altro, il suo cuore apparteneva ad un uomo, ad un valoroso shinobi la cui unica colpa per non poterla chiedere in sposa era stato proprio di nascere nella casa cadetta.»



L’uomo fece un leggero inchino, prima di richiudere le braccia e abbandonare il palco per tornare dietro le quinte e lasciare l’intero spazio ai due povero e sfortunati amanti. La ragazza, Sayuri, sembrava vagar come un’anima persa in quel finto giardino di carta.


«Non è giusto, non è possibile! Perché fare tutte queste differenze? Perché non posso sposare Masaru come il mio cuore comanda?»



Con dolore si portò la mano al cuore, quasi come se le fosse appena venuto un infarto e si accasciò a terra. In quel momento entrò in scena anche la piccola Chiyo Chan che corse subito a soccorrere la sua padrona.


«Sayuri Sama, vi sentite male? Forza andiamo a riposarci!»



Provò a dire cercando di tirare su la più grande ma era evidente che il suo corpo piccolo e fragile non sarebbe mai riuscito a fare qualcosa per lei.
In quel momento una musica si librò nell’aria e, quasi come a voler completare la scena, un uomo con antichi vestiti da shinobi entro: i capelli erano nascosti sotto un elmo e solo i suoi occhi, marchio del suo clan erano ben visibili, tutta l’armatura era ben fissata sul suo corpo e potevano solo far notare quanto fosse possente, come un vero guerriero.


«Sayuri Sama, perché soffrite? Qualsiasi cosa accadrà io sarò sempre qui per proteggerla, non si dimentichi che il nostro amore durerà in eterno!»



A quella voce la ragazza alzò lo sguardo e, alla vista del suo prezioso amante, si azò di scatto buttandosi fra le sue braccia.


«Parli così solo perché ti è stata affidata la mia vita o perché mi ami davvero?»



L’uomo l’accolse ma la risposta sembrò essere particolarmente difficile. Le sue labbra si schiusero per un paio di volte, quasi come se stesse soppesando attentamente ogni singola parola e, alla fine prese un profondo respiro.


«Perché mi è stata affidata la vostra vita…e perché vi amo!»



Con un gesto deciso sciolse l’abbraccio, scostando la giovane donna da sé e togliendosi l’elmo. I capelli neri erano portati corti e, sulla fronte, spiccava senza alcuna vergogna il simbolo del suo destino.


«Ma proprio perché vi amo vorrei che voi comprendeste, non potete fare i capricci, dovete assecondare e scelte di vostro padre e sposare il giovane che vi ha messo davanti, io arò sempre qui a proteggervi non dovete avere paura di nulla!»



Le sorrise con calore, accarezzando poi con dolcezza le guance che, lentamente, si stavano bagnando di lacrime salate. La piccola Chiyo Chan fece un leggero inchino verso i due amanti prima di congedarsi e fuggire via lasciandoli così, da soli a guardarsi negli occhi per un tempo che a loro sembrarono solo pochi secondi perché sapevano che non poteva durare per sempre.


«Credo di aver udito le vostre parole e mi dispiace deludervi tutti ma dal momento che sarò io il suo sposo non avrà più bisogno di essere protetta d voi Masaru San, ci penserò io quindi i vostri servigi non serviranno più!»



Un nobile signore, probabilmente della casata principale, che indossava vesti sfarzose e portava orgogliosamente il coprifronte della foglia sulla fronte a nascondere il simbolo della persona reale si fece avanti; i suoi capelli d’ebano era lunghi proprio come quelli della ragazza e i suoi occhi erano socchiusi con cattiveria perché voleva distruggerli e voleva farlo in fretta e in maniera netta.


«Mi spiace Hinori Sama ma non spetta voi decidere, sono stato affidato a Sayuri Sama e porterò a termine il mio compito fino al mio ultimo respiro…»



Non fece in tempo a terminare la frase che, il signorotto, attivò subito il byakugan e si mise in posizione pronto a combattre.


«Allora per te è giunta l’ora di morire!»



Disse con aria sadica avvicinandosi velocemente al giovane e provando ad attaccarlo. Sayuri corse velocemente verso l’albero per cercare protezione da quella lotta insensata e lasciò i due proprio al centro del palco pronti a battersi.
Se SEtsuna avesse avuto la sua doujutsu attiva, avrebbe potuto vedere come scorresse veloce il chakra nel corpo di Hinori e, quando questo unì i palmi sul suo petto, come il chakra uscisse dal suo corpo per unirsi alle mani e, trasformarsi in qualcosa che il ninja avrebbe poi lanciato a sorpresa buttando le mani davanti a sé. Una piccola palla di energia si stava dirigendo verso Masaru che non aveva ancora attivato il byakugan e che, solo all’ultimo, riuscì a schivarlo.

«Hinori Sama, non pensavo che voi foste così disonorevole da attaccare a sorpresa un vostro fratello!»



<blockquote>Masaru attivò la doujutsu e i due rimasero fermi a studiarsi.
Kumiko, intanto, lanciò uno sguardo a Setsuna che era seduta al suo fianco e si avvicinò a lei.


«Quello era il Palmo d’aria, spero che tu abbia visto bene il movimento del chakra…»



Sussurrò, prima di spostare il suo byakugan sui due giovani pretendenti che sembravano essersi infilati in una guerra all’ultimo sangue. Masaru si stava preparando a colpire assumendo una posizione che poteva ricordare molto quella eseguita precedentemente dal suo avversario ma, in realtà, era molto diversa. Le angolazioni delle sue braccia erano particolarmente più inclinate e, quando parti a colpire i punti di fuga che aveva individuato, i suoi movimenti erano decisamente più veloci, più fluidi e ancora più eleganti. Poteva sembrare difficile difendersi da quel tipo di attacco ma era evidente che facevano parte dello stesso clan e quindi Hinori sapeva bene come difendersi, forse!
Il signorotto cercò di assumere una posizione molto precisa mentre vedeva il suo nemico avvicinarsi velocemente. Setsuna non avrebbe avuto alcuna difficoltà nel vedere il movimento del suo chakra all’interno del corpo dell’uomo, questo infatti iniziò a muoversi per raggiungere i punti di uscita dalle pelle, ricoprendo lo shinobi con un leggero strato di chakra, questo prese poi a ruotare sempre più velocemente su sé stesso finché il chakra non prese a fuoriuscire del tutto dal suo corpo creando una grossa cupola. Quella era la difesa assoluta, o comunque la sua forma base, che il clan tanto vantava rispetto a tutti gli altri e anche lo stesso Hinori era convinto di aver vinto ma qualcosa non funzionò bene, infatti Masaru superò la sua difesa senza alcuna difficoltà, estraendo la sua enorme Katana e obbligando lo shinobi a terra con la sua lama appoggiata proprio alla base del collo.


«E con questa misera forza tu vorresti difendere quella che proclami tua sposa? Non fari ridere!»



Masaru era evidentemente stufo di doversi inchinare continuamente a gente come quella che credeva di poter fare quello che voleva solo perché potevano avere qualche piccolo diritto sulle loro vite. Il problema era, però, che forse non avevano il diritto però avevano il potere di poter piegare la casa cadetta a suo piacimento. Prima che il guerriero se ne potesse a correre, Hinori compose i sigilli per poter sottomettere di nuovo quello schiavo al suo poter. Questa volta la giovane Setsuna non avrebbe visto nulla, il chakra erra calmo e freddo, evidente segno che quello della casa cadetta non poteva sottomettere realmente o conoscere i sigilli però quella era una recita e loro erano attori. L’uomo che interpretava Masaru iniziò a contorcersi per il dolore, buttandosi a terra mentre Hinori si alzava con un ghigno malefico disegnato sul volto.


«Di sicuro posso proteggerla da te! E adesso fammi il favore di morire, voi non avete alcun diritto di poter decidere di testa vostra o scegliere, dovete soltanto stare zitti e obbedire questo è il vostro destino!»



Vedendo il suo amante a terra a contorcersi, Sayuri lanciò un urlo tremendo correndo verso il guerriero ma alla fine lui rimase a terra inerte, morto, con gli occhi chiusi e il respiro che ormai aveva abbandonato il suo corpo. Hinori era fermo che fissava il cadavere con un sorriso mentre la fanciulla era riversa su di lui piangendo calde lacrime.
La luce che aveva illuminato gli attori si spense, lasciandoli congelati in quella scena in grado di far piangere chiunque e il vecchio che faceva il narratore tornò in scena aprendo nuovamente le braccia in quel suo modo plateale.


«Il cuore della giovane fanciulla era morto insieme a quell’uomo che non solo doveva proteggerla ma che l’aveva fatta ridere quando era triste e l’aveva stretta a sé quando aveva bisogno di affetto. Sayuri fu costretta a sposare Hinori ma non gli diede mai l’amore a cui una moglie dovrebbe essere dedita. Imparate bambini, ricordate adulti, nessuno ha diritto sulla vita di qualcun altro, qualsiasi potere venga dato dal destino deve essere usato in maniera saggia. Grazie per il vostro tempo e per aver ascoltato la storia di un povero vecchio e fate tesoro della lezione di oggi!»



Fece un ultimo inchino prima di retrocedere un pochino e nascondendosi dietro al tendone nero quando questo venne chiuso lentamente facendo capire che lo spettacolo era ormai terminato.


L’eroe pagliaccio - Morale
Lo spettacolo era finito ma non si era portato via quell’angoscia che aveva fatto provare agli spettatori, alcuni bambini erano scoppiati a piangere mentre alcuni tra gli adulti, soprattutto della casa principale, si sentivano indignati. E Setsuna? Cos’aveva provato vedendo tutte quelle scene? Da parte di Kumiko sembrava quasi non provare nulla, si voltò semplicemente verso la “padrona” guardandola fissa subito dopo aver sciolto il suo byakugan.


«Setsuna Sama le è piaciuto lo spettacolo?»



Chiese, rimanendo seduta e fissando intensamente la sua interlocutrice per non rischiare di perdersi ogni suo gesto, ogni sua smorfia e sicuramente tutte le grandi parole di cui era capace per schierarsi dalla loro parte ma alla fine non era lei ad avere sulla fronte un sigillo in grado di toglierle la vita.

 
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view post Posted on 3/12/2014, 23:04     +1   -1
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*Ancora una volta non le furono date le risposte ch’ella bramava, ma soltanto brevi silenzi e cambi repentini di discorsi. L’ansia continuava a crescere nel suo cuore ad ogni passo che l’avvicinava a quel sistema del tutto sbagliato, costringendola a sospirare sommessamente per evitare di perdere la calma e la concentrazione necessarie all’apprendimento, e la frustrazione che sentiva divorarle le viscere parve raggiungere il suo culmine quando la sua accompagnatrice dalle lunghe ciocche scure decise d’assecondarla. Quest’ultima, con quel suo modo di porsi tendenzialmente apatico, nonostante avesse ignorato le sue domande o quantomeno eluso qualsiasi discorso riguardante la distinzione delle due casate, s’affrettò a risponderle riguardo al suo nome e allo spettacolo di cui lei stessa pareva essere l’organizzatrice. Quella vaga sufficienza nell’esprimersi, quel volere a tutti i costi sottolineare le differenze fra loro, come fosse scendere a patti con un verme, le diede parecchio fastidio e quasi arrivò al punto di risponderle a tono.. ma non lo fece.*

(Non sono come loro.. non devo scendere a tanto e non devo darle questa soddisfazione. Sembra voglia punzecchiarmi e farmi scattare come una molla, ma non otterrà questo. Non si fida di me, e mi sta bene. Non distruggerò i miei piani soltanto perché una persona vuole sottilmente distruggermi, covando forse un odio talmente radicato per il mio “rango” all’interno di questa casa. Mi limiterò a guardare questo spettacolo e ad allenarmi affinché possa apprendere quanto più possibile. Non più domande, non più cortesia.)

*S’impose, convincendosi che quella giornata non avrebbe potuto finire in quella maniera. Il suo tornare alla dimora degli Hyuga era stato dettato dalla voglia di migliorarsi, oltre che dalla voglia di capire il come e il perché esistesse una tale distinzione fra loro stessi. Con Kumiko, la giovane Setsuna aveva compreso quanto fosse radicato l’odio e l’asservilismo. Non avrebbe ottenuto altro da quella donna, se non forse un’adeguato addestramento. Dilagarono i pensieri, mentr’ancora le due cercavano un posto a sedere. La più grande l’aveva condotta in un’ampia sala, capiente d’un palco con scuri tendaggi rossi e una cinquantina – se non di più – di posti destinati a un pubblico molto comodista, a giudicare dalla presenza di morbidi puff sui quali lo spettatore poteva benissimo affondare e sonnecchiare. La sua accompagnatrice la scortò sino ai primi posti a sedere, raccomandandola di tenere attiva la sua innata e di gustare lo spettacolo in funzione del suo addestramento. La fanciulla dai lunghi capelli cobalto, seppur evidentemente più distante e silenziosa rispetto a prima, annuì e si accomodò al suo posto con eleganza e grazia mentre Kumiko finiva di dare le ultime direttive alla ragazzina vestita per la scena. Non amava quello stare ferma a girarsi i pollici, e non amava quella compagnia che la vedeva sovrana e mietitrice. Cominciava ad odiare quel posto, e nei suoi pensieri prese a rimuginare.*

(Quest’immobilità mi sta consumando, ho bisogno di un addestramento sul campo. Speriamo che questo spettacolo dimostrativo finisca presto e che si passi poi all’azione. Almeno avrò concluso qualcosa oggi..)

*Chiuse per un istante gli occhi e inspirò a pieni polmoni per quietarsi e scacciare quella brutta sensazione d’inutilità che, spesso e sovente dopo la morte del giovane Sohaku, pareva coglierla nei momenti “morti” della giornata. Quando le palpebre si levarono nuovamente, i capillari sulle tempie si gonfiarono – mettendosi in evidenza sulla sua pelle pallida – e la pupilla si delineò meglio al centro di quei suoi specchi indecifrabili. Con l’augurio di una buona visione da parte della sua apatica accompagnatrice, il sipario si aprì e lo spettacolo ebbe inizio.*



[***]



*L’intera sala, ormai gremita di gente, parve gradualmente oscurarsi e le pesanti tende rosso scuro, sapientemente poste per occultare il palcoscenico, vennerò tirate ai due lati. Morbida la luce si posò sul palco - rappresentato da una scenografia di carta che ricordava vagamente l’ingresso all’edificio in cui tutti loro si trovavano – e s’irradiò sino ai primi posti a sedere. La fanciulla dai lunghi capelli cobalto non fece una piega quando il “narratore” avanzò per raccontare la storia che la casata cadetta aveva deciso di inscenare. Una storia drammatica, a quanto pareva.. che raccontava d’una giovane fanciulla della casata principale e del suo protettore, che l’amava tanto quanto l’amava lei, separati dal destino d’uno sposalizio obbligato. La mente della kunoichi dai lunghi capelli cobalto parve ammutolirsi, nel momento in cui quella trama le entrò in testa attraverso le parole dell’uomo. Le prime parole espresse della protagonista, Sayuri Hyuga, le ricordarono tremendamente le sue domande e i suoi dubbi: anche quella figura fantastica, come Setsuna, soffriva di questa inspiegabile distinzione fra casata principale e casata cadetta, seppur in maniera differente rispetto a quello della kunoichi. La sua disperazione venne “placata” dall’entrata di un giovane coperto delle vesti d’un samurai, anch’egli con gli occhi bianchi come quelli della dama. Nemmeno lui era felice della costrizione della sua amante, ma a differenza di lei accettava quell’unione con un altro uomo perché sapeva che quella non avrebbe certo scalfito il loro amore e non l’avrebbe portata comunque lontana da lui, ch’era stato destinato a proteggerla con la vita. Alla bella Setsuna vennero i brividi al pensarlo: lei non avrebbe mai accettato, come pareva mestamente fare Sayuri, ma avrebbe lottato per far valere i suoi diritti e la sua libertà. Era questo moto di giustizia, questa voglia di essere libera di operare le sue scelte, che l’aveva portata a sugellare il patto con i mistici rapaci al Morondor. Ad interrompere la scena romantica fu un uomo burbero, il futuro sposo della protagonista. Questi allontanò verbalmente l’amante, scartandolo come si fa con un giocattolo scomodo e difettoso, e dalle parole scaturì una dura lotta per l’amore e la protezione di Sayuri.*

(Guardatelo.. possibilmente nemmeno la ama, e combatte contro l’uomo che invece potrebbe darle protezione e felicità. Questa scena vuole nascondere ben altro.. vuole denunciare la supremazia, e non inneggiare all’amore.)

*Dovette pensare in quel momento, mentre i suoi occhi bianchi osservavano con attenzione i movimenti dei due uomini in lotta. Hinori, il promesso sposo, congiunse le mani al petto e convogliò gran parte del suo chakra lungo le braccia, accumulandolo per poi spingerlo violentemente in avanti con i palmi delle mani aperti.*

(Una tecnica ottima.. e non sembra nemmeno troppo difficile da replicare, anche se le apparenze possono ingannare.)

*La mossa appena utilizzata veniva chiamata “Palmo d’Aria”, come le aveva appena sussurrato Kumiko. Annuì a quel suggerimento, cercando di far propria la meccanica della tecnica mentre lo scontro avanzava imperterrito fra schivate e contrattacchi. Masaru, l’amante, rispose con una tecnica che pareva essere quella delle 64 chiusure che la stessa Setsuna sapeva padroneggiare già egregiamente; poi Hinori fece sfoggio di una tecnica nuova per i giovani occhi dell’allieva. Dai punti di fuga posti sulla pelle, che la Hyuga poteva ben vedere grazie al Byakugan attivo, fuoriusciva del chakra e i movimenti riprodotti dall’uomo diedero vita ad una cupola protettiva che pareva invalicabile.*

(Questa sarà un po’ più impegnativa..)

*Le meccaniche di base c’erano, ma apprendere tutti i movimenti alla perfezione era un’arte che richiedeva tempo ed esercizio. La fanciulla dai capelli cobalto lo sapeva bene e quindi non si fece illusioni sulla semplicità di alcuni aspetti: l’attendeva un duro allenamento.
La difesa sfoggiata dall’uomo non servì a nulla di fronte alla forza e all’astuzia del suo avversario, che riuscì a penetrarla senza troppa difficoltà e a schernirlo mentre la sua katana gli puntava la gola. A quel punto le sorti del duello erano decise, ma qualcosa di tremendo avvenne dinnanzi agli occhi spalancati della giovane spettatrice: Hinari compose dei sigilli – ovviamente fittizzi – e assoggettò col dolore Masaru. Le urla strazianti di lui, il dolore di Sayuri e quella cattiveria scaturita dalle parole dell’aguzzino la fecero sentire male, tanto che dovette distogliere lo sguardo e cercare di concentrarsi altrove. Aveva già visto quella scena, e quella volta era successa realmente. Sapeva cosa poteva essere in grado di fare, e si odiava per questo.
L’amante sfortunato giaceva morto ai piedi della sua amata, affranta dalla sua perdita e dalla consapevolezza di dover sposare lo stesso uomo ch’aveva portato via il suo amore e il suo cuore con lui. Un ringraziamento, un inchino, e il sipario si richiuse.
*



[***]



*Quello spettacolo aveva lasciato indignati molti e aveva scosso gli animi innocenti dei pochi bambini che vi presenziavano, costringendoli ad un pianto isterico. Anche la fanciulla dai lunghi capelli cobalto e gli occhi bianco neve era piuttosto arrabbiata nell’aver assistito a quella sceneggiata che, sapeva, corrispondeva alla realtà di cui tutti loro erano artefici e protagonisti. Aveva i pugni stretti sulle gambe, talmente stretti che le nocche erano divenute più pallide; il byakugan aveva lasciato posto alla normalità del suo sguardo misterioso, tenuto basso e fisso in un punto non ben precisato della sala che l’accoglieva. Cercava con tutta se stessa di mantenere quel decoro che l’aveva sempre contraddistinta, nonostante lacrime infuocate cercavano di solcarle prepotentemente le guance. Odiava quella situazione, odiava quel servilismo, odiava l’immobilità di quel sistema ch’era tanto disprezzato e che perpetuo resisteva al tempo. Nessuno aveva il coraggio d’affrontare un cambiamento radicale, nessuno aveva il coraggio di lottare in prima linea per ottenere l’uguaglianza e la fine dei soprusi fisici e psicologici che venivano generati dalla supremazia di taluni. A distoglierla dai suoi pensieri oscuri era stata la sua accompagnatrice, che con la solita voce atona e quel modo di fare garbato e servile le aveva chiesto se quello spettacolo era stato di suo gradimento.*

Il comparto tecnico non era male, si vede che gli attori hanno messo anima e corpo per realizzarlo e renderlo godibile agli occhi degli spettatori.. ma nemmeno questo può salvare l’interezza dell’opera. Non è stata esattamente di mio gradimento, e non credo d’essere l’unica a giudicare dalle reazioni..

*Le rispose seccamente, senza però scadere nell’ineducato. Soprendentemente, rimase molto neutra nelle risposte e non fece cenno dei reali pensieri che le attraversavano la mente e che la stessa interlocutrice poteva ben immaginare dopo la discussione avuta con lei precedentemente allo spettacolo. Aveva deciso di non sbilanciarsi più con quella donna, di non permetterle più di farsi trattare con sufficienza e scherno per degli ideali a cui lei aveva smesso di credere molto tempo prima che bruciassero nel suo cuore. Un atteggiamento distaccato, ma garbato. Come quello della donna, che adesso si trovava a dover fare i conti con il suo stesso modo di trattarla.*

Su una cosa avevi ragione, Kumiko-san. E’ stato molto istruttivo.

*Tagliò corto, dandogli atto della sua intuizione.*



// Speriamo di finire entro Natale.. anche se con il mio andazzo la vedo nera. XDD //
 
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view post Posted on 4/12/2014, 12:06     +1   -1
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L’eroe pagliaccio - Lo farò io per te
Kumiko aveva tenuto d’occhio quela giovane adepta al miglioramento delle sue tecniche e aveva notate tutte le sue espressioni. Sapeva che l’odio poteva essere un motore grande quasi quanto l’amore e per quanto potesse essere strano aveva scoperto, però non essere il suo motore. Ogni volta che agiva lo faceva pensando alle continue ingiustizie e quindi teneva bene a mente l’affetto che la legava a quelli della sua casta e ad alcuni della cadetta. Sapeva perfettamente che non erano tutti uguali ma voleva essere dura con Setsuna, a suo parere troppo giovane e troppo idealista, voleva metterla a confronto solo con le cose brutte e sorrise quando lei le rispose guardandosi per un attimo in giro e notando alcuni volti sconvolti, alcuni commossi. Il loro malcontento era arrivato al cuore di molti e la cosa non poteva che farle piacere anche se sapeva che probabilmente sarebbe stata punita ma in quel momento aveva altro da fare, altro da mettere in atto.


«La cosa importante è che voi l’abbiate trovata istruttiva, tutto il resto in realtà viene in secondo piano. Ora venite con me, ho chiesto che ci venisse data una stanza apposta per il vostro allenamento. Prego, seguitemi Setsuna Sama!»



Nonostante le parole piene di rispetto degne del suo rango, il suo tono e il suo sguardo non la guardavano più come qualcuno da venerare e da seguire fino in capo al mondo ma come guarderebbe una sua pari. Adesso non aveva più alcuna intenzione di continuare quell’orribile messa in scena che stava facendo vomitare anche lei. Voleva davvero combattere quel sistema orribile e corrotto? Era sicura che fosse la cosa giusta? Era sicura che tutto non sarebbe stato distrutto da una sola parola?
Si alzò mentre alcuni shinobi con il segno maledetto iniziavano ad andare in giro per poter sistemare la sala e sgomberare tutto e condusse la ragazza dai capelli cobalto fuori da quella stanza, oltre il corridoio, salendo una candida rampa di scale e arrivando in una stanza molto ampia, completamente spoglia ma che assomigliava molto a quella dove avevano preso il thè. La ragazza fece scorrere la porta una volta dentro e la richiuse: il loro allenamento si sarebbe tenuto lì.


«Prima di iniziare voglio sapere cosa hai capito di quello spettacolo e soprattutto cosa ci vedi nel simbolo maledetto che portiamo in fronte noi della cadetta.»



Chiese alla fine, facendo cadere la sua maschera di rispetto che aveva tenuto nei suoi confronti fino a quel momento. Ora erano sole, non c’era più bisogno di fingere e se Setsuna l’avesse punita avrebbe solo dato la dimostrazione che tutte le sue parole erano tali e non sentimenti veri per cambiare lo status quo delle cose.



-GdrOff-

Non ti preoccupare, come vedi io sono piuttosto veloce quindi quando puoi rispondi io cercherò di essere celere XD

-GdrOn-
 
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view post Posted on 9/12/2014, 15:46     +1   -1
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*L’impossibilità d’azione, alla quale si vedeva costretta in quel frangente teso come la corda d’un violino, le stava lentamente logorando l’anima. Quella messa in scena – realizzata probabilmente dalla stessa Kumiko -aveva scosso la stabilità morale degli spettatori che vi avevano partecipato con la loro presenza, portando i sentimenti d’ognuno di loro in varie direzioni: v’era chi, come la splendida fanciulla dai lunghi capelli cobalto, era rimasto indignato da una tale rappresentazione della realtà; v’era chi, incurante d’ogni cosa, s’era commosso per la storia in sé e per sé, e che quindi non aveva nemmeno fatto caso alla denuncia insita nello sceneggiato; v’era poi anche chi ne era rimasto indignato, ma nel senso opposto. Non aveva più voglia di rimanere seduta su quel comodo puff, ad ascoltare con le mani legate i lamenti dei bambini e le proteste dei più grandi. Fortunatamente per lei, la giovane donna dai lunghi capelli scuri la scosse da quell’oscuro stato riflessivo e l’invitò nuovamente a seguirla nell’androne ch’aveva fatto preparare appositamente per il suo addestramento.*

(Finalmente.. non ne posso più di questo posto, ho bisogno di sfogarmi in qualche modo.)

*Annuì alle parole dell’accompagnatrice, dunque s’alzò elegantemente dal basso cuscino sulla quale era rimasta seduta per almeno un’ora. Con estrema naturalezza stiracchiò i muscoli intorpiditi e s’avviò silenziosa al seguito della sua sensei. Aveva notato qualcosa di diverso in lei, un qualcosa nel suo sguardo che adesso adava in netto contrasto con quel modo reverenzialmente corretto di parlarle. Quei suoi occhi bianchi, generalmente inespressivi nel loro imporsi agli interlocutori, adesso la guardavano non come una superiore ma bensì come una pari. Debolmente sorrise a quel cambio d’atteggiamento, senza permetterle d’accorgersene. Con molta probabilità, quello stesso modo diverso di porsi a lei da parte della bella kunoichi dai lunghi capelli cobalto le aveva aperto gli occhi sul modo in cui ella voleva essere trattata. Sapeva fin troppo bene oramai che per Setsuna non esistevano quelle distinzioni di casata, quelle disparità di poteri, quella schiavitù. Per la giovane kunoichi dalle grandi ambizioni, quella era soltanto un qualcosa che andava sradicato dalla radice della storia della sua famiglia. Non sarebbe certo stato quello il giorno, e probabilmente Kumiko avrebbe continuato ad ostacolarla per il resto della giornata – provocandola e sminuendola nelle sue intenzioni. Per questo la kunoichi aveva deciso di non darle più sazio e di comportarsi educatamente, ma in maniera diametralmente distaccata da quanto avvenuto prima dello spettacolo. Non aveva certo intenzione d’esser presa in giro, e non aveva proprio voglia di cadere nella trappola d’una reazione violenta poiché quello avrebbe fatto crollare come un castello di carte la sua credibilità.
La stanza in cui la sensei la condusse, raggiunta dopo un lungo corridoio e una modesta rampa di scale, si presentava spoglia eppure molto somigliante alla sala nella quale le due – o meglio, solo Kumiko – avevano bevuto la fumante bevanda alle erbe. La prima ad entrare nella nuova area fu proprio la fanciulla dai lunghi capelli cobalto e gli occhi bianco neve, che mosse qualche passo verso il centro della sala illuminato da un tiepido fascio di luce solare. La giovane donna dietro di lei s’affrettò a seguirla, chiudendo la porta scorrevole alle sue spalle e ponendo dunque una domanda che, per il modo in cui fu posta, sorprese la sua interlocutrice. Sussultò, capendo che quel suo modo di rivolgersi a lei era repentinamente cambiato. Non v’erano più suffissi onorifici, non v’era più quella forzata forma di rispetto: adesso erano sole ed erano pari.
*

Finalmente hai capito che puoi rivolgerti a me come ti rivolgeresti a una sorella.

*Le disse, abbozzando un mezzo sorriso e voltandosi in sua direzione per poterla guardare diritta negli occhi. Capiva adesso la sua volontà di non distruggere quell’equilibrio davanti ad occhi indiscreti che avrebbero potuto punirla severamente, ma non riusciva ancora a comprendere il perché delle sue ripetute provocazioni. Sapeva che non si fidava di lei, e comprendeva questo sentimento d’incertezza.. ma a che pro accanirsi per farle saltare i nervi? Voleva forse essere una sorta di prova, quella perpetrata dalla più grande?
Non ebbe modo di riflettere in maniera più accurata sulla faccenda, poiché il suo addestramento era a portata di mano e aveva molto lavoro da fare. Si sarebbe limitata a comportarsi come un’allieva, nient’altro.
*

Cos’ho capito? Tutto e niente. Sapevo già di alcune cose, come quel potere che può mettervi in ginocchio e uccidervi, nel peggiore dei casi.. quella era solo finzione, certo.. ma ho già assistito a un genocidio perpetrato dalla casata principale ai danni della cadetta rivoltosa. Mio malgrado, sapevo già che non avevate nessun diritto di replica di fronte alla casata principale..

(Anche se non immaginavo che qualcuno della casata principale non può sposare qualcuno della cadetta, nonostante l’amore possa unirli.. questo è ancora più tremendo di quanto m’aspettassi.. e se capitasse a me? Se m’affibbiassero un marito che non amo e mi portassero lontana da Kinji-kun?! No.. non lo sopporterei..)

Ma questi sono altri discorsi, sicuramente vorrai sapere se ho notato quegli strani movimenti di chakra che hanno dato consistenza al combattimento fra Hinari e Masaru. Si, li ho notati.. alcuni forse potrei riuscire a replicarli facilmente, per altri temo ci sarà bisogno di un duro addestramento sulle movenze corrette.
Ma sono pronta. Sono qui per imparare, dopotutto..


*Le rispose, tenendo per sé stessa le perplessità riguardo al matrimonio forzato e tenendosi volutamente distante da discorsi che coinvolgevano le differenze fra la casata principale e quella cadetta. Aveva deciso che si sarebbe allenata, senza porre più domande che non avrebbero certo avuto risposte esaustive. Quindi continuò in questa direzione.*

 
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view post Posted on 11/12/2014, 20:20     +1   -1
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L’eroe pagliaccio - Le giuste movenze
Alla prima affermazione della giovane Kumiko rimase seria guardando la più piccola con aria severa e incrociando le braccia al petto. Fece una smorfia poco convincente prima di decidersi a parlare.


«Una sorella? Non diciamo assurdità, esiste una sola persona della casa cadetta che si merita da me un simile atteggiamento e sicuramente questa persona non sei tu!»



Ringhiò quasi. Si poteva perfettamente notare che, in ogni caso, Setsuna non aveva ancora riscosso grande successo davanti ai suoi occhi ma in fondo come poteva darle torto?


«Io misuro le persone solo dalle loro azioni e per il momento tu sei una delle tante che si riempie la bocca di belle parole ma che forse ancora non ha ben capito cosa si nasconde realmente dietro la nostra casa. Tu saresti in grado di portare su di te il peso di questo sigillo? Tu saresti in grado di prendere il posto, come prigioniero, di uno della casa cadetta per morire al suo posto e tenere al sicuro i segreti della nostra doujutsu?»



Le sembrava quasi ovvio che la risposta di quella giovane dai capelli cobalto dovesse essere affermativa, altrimenti tutto quello che aveva detto e fatto fino a quel momento sarebbe svanito nell’aria. Però si sapeva anche che tra dire e il fare le cose cambiavano parecchio. Era facile dirlo con la bocca ma a conti fatti come se la sarebbe cavata?
Il viso della giovane si trasfigurò per un attimo mentre un sorriso beffardo comparve sul suo volto.


«Si, beh, la storia era un decoro ma quello che mi premeva era proprio che tu vedessi quelle movenze…ora alleniamoci, forza fami vedere cos’hai imparato dalla giornata teatrale di oggi. Esegui una delle tecniche su questo rotolo a tua scelta.»



Annuì, infilando una mano sul marsupio che portava al fianco e lanciando un rotolo alla ragazza. Le avrebbe lasciato senza problemi il tempo di leggerlo e poter così identificare ogni tecnica con la mossa giusta, poi sarebbe rimasta ferma, con le braccia conserte, in attesa che Setsuna provasse subito una di quelle tecniche, che provasse le mosse, i movimenti.



-GdrOff-

Ok, per accorciare i tempi direi che le provi e le descrivi tutte. Tra l’una e l’altra puoi tranquillamente ruolare Kumiko che annuisce appena e ti dice di provare quella successiva, con il mio prossimo post ruolerò quanto sia stata efficace la riuscita delle tue tecniche ed eventuali correzioni che ti farà l’npg perché possa riuscire meglio ogni singola mossa.

-GdrOn-
 
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view post Posted on 13/1/2015, 20:14     +1   -1
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*L’ennesima reazione violenta risultò essere l’unica risposta che la giovane donna dai capelli d’ebano seppe fornire alle sincere parole della più piccola, la cui unica colpa era quella d’esser stata fin troppo cordiale con chi, evidentemente, non meritava altro che marziale indifferenza. L’osservò sbigottita sputar fuori dalle labbra quelle frasi intrise d’odio, cercando in cuor suo di mantenere la calma necessaria per non scadere così come aveva appena fatto la donna dinnanzi ai suoi occhi. L’espressione sorpresa dipinta sul bel volto della fanciulla dai capelli color cobalto divenne quindi seria, dura, inflessibile.*

Non sei molto diversa dagli aguzzini che aborrisci, se reagisci in questa maniera verso l’unica qui dentro che sembra portarti un minimo di rispetto.. quello stesso rispetto che, meritevolmente, vorresti ti fosse portato da coloro i quali ti usano e ti trattano alla stregua d’una schiava.

*Le disse, scandendo le parole e facendo trapelare nel tono della voce una convinzione quasi agghiacciante. Il tempo della cortesia e della serenità aveva appena subito un brusco arresto, e l’unica responsabile di quel pasticcio adesso doveva fare i conti con l’unica ragazza della casata principale che pareva quantomeno mostrare un’autentica solidarietà per la situazione critica in cui versavano quelli della casata cadetta.*

Non ho di certo scelto io questa vita, questa posizione di “pregio”. Come è successo a te e a molti altri, m’è stata imposta senza che io ne sapessi nulla! Affermi di misurare le persone sulla base delle azioni e non delle parole.. perfetto, sei liberissima di credermi una visionaria.. una stupida ragazzina che non sa a cosa sta andando incontro e che parla a vanvera. Chi può dirti che io non lo sia, d’altronde.. ma al di la delle belle parole non ho mai mancato di portarti rispetto. RISPETTO. Un qualcosa che esigo, dal momento in cui ho sempre agito con garbo.

*Espresse con rabbia, arrivata al limite di sopportazione con quella giovane donna che, sino a quel momento, s’era dimostrata una falsa. Certamente gli anni passati al servizio di despoti l’avevano segnata e l’avevano fatta diventare quello che era, una ragazza dalla lingua piena d’un veleno che poteva riversare soltanto e nemmeno con chi poteva permettersi di sconfiggere.. e per quanto Setsuna l’avesse compreso sin dall’inizio, alla comprensione s’era adesso sostituita la condanna. Quel comportamento poteva essere il frutto di qualsiasi cosa, ma non era una scusante per trattare male coloro i quali potevano sembrare più docili.*

Devo dedurre quindi che non t’importa nulla dell’assoluta parità di cui ti ho fatto forte, e che addirittura tu ne voglia abusare per vomitare su una sconosciuta l’amarezza della tua vita. Perfetto. E’ finito il tempo delle smancerie, così come quello delle discussioni. Sei qui per allenarmi, dico bene? Fai quello per cui sei stata chiamata allora, e risparmiati le ramanzine per chi le merita davvero.
Ah, e non me ne volere se non risponderò nemmeno alle tue domande. Sai meglio di me di non essere realmente interessata alle risposte.


*Concluse duramente, senza mai distogliere quel suo sguardo infuocato dalle ripetute umiliazioni da quello della più grande. La bella fanciulla dai lunghi capelli cobalto e gli occhi bianco neve era una persona di cuore, pronta a sacrificarsi per uno sconosciuto se questi avesse avuto bisogno d’aiuto.. ma quella bontà d’animo di certo non poteva tradursi in un ripetuto maltrattamento. Senz’altro era una maestra nell’incassare, ma varcata la sottile linea della pazienza anch’ella sapeva come farsi rispettare e di certo non avrebbe chinato il capo, né con Kumiko né con un superiore.*

(Non vedo l’ora di andarmene via da questo posto..
A volte mi chiedo: per chi diavolo credo di combattere? Per cosa, soprattutto? Per ricevere un trattamento simile?
)

*Dovette suo malgrado domandarsi, destabilizzata dai bollenti spiriti che l’avevano assalita all’ennesima mancanza di rispetto e all’alzata prepotente di voce da parte dell’improvvisata sensei. Già sapeva che si sarebbe pentita di quella presa di posizione, e che le avrebbe fatto male pensare d’aver agito con così tanta prepotenza.. ma oramai il danno era fatto, e Setsuna si sarebbe comportata semplicemente come un’allieva per apprendere le tecniche a scappare il più presto possibile da quel posto.
Seguì qualche secondo di gelo fra le due donne: l’una adesso piuttosto sbigottita dalla reazione probabilmente un po’ troppo differente da quella sospettata e avuta con altri falsi profeti di buone novelle; l’altra evidentemente furente, ma pur sempre composta nel portamento. Dunque ripresero un po’ impacciatamente la discussione da dove l’avevano interrotta, parlando dello spettacolo a cui la più giovane aveva appena assistito e di ciò che, grazie all’innata, era riuscita a trarre sui movimenti di chakra dei due contendenti durante l’esecuzione scenica delle tecniche. Alla fine del discorso, Kumiko consegnò fra le mani di Setsuna un rotolo contenente delle spiegazioni sulla corretta esecuzione delle tecniche di cui stavano parlando e l’invitò a farle vedere cos’aveva appreso dalla semplice osservazione. La fanciulla dai capelli cobalto accettò quel rotolo, ma non guardò volutamente la sua sensei negli occhi.. sembrava quasi l’ignorasse, dopo quanto successo. Mentre la più grande s’allontanava per darle spazio, Setsuna fece scivolare velocemente il rotolo e s’immerse subito nella lettura, collegando ogni singola parola alle immagini esemplificative che erano state apposte vicino al testo scritto a mano. Durante la lettura, le parole parevano direttamente collegarsi alla memoria dello spettacolo.
*

(Posso farcela. Dimostrerò a questa donna che credere di essere più forte di un altro solo per un marchio di schiavitù è solamente una scusa per accettare passivamente quello che è stato.)

*Mosse qualche passo verso l’angolo sinistro della sala e appoggiò al suolo il rotolo di pergamena aperto, quindi riguadagnò la posizione centrale dando le spalle alla sensei e mirando il panorama luminoso che faceva capolino dalle ampie finestre di fronte a lei. Assunse dunque una posizione da combattimento e fece calare le palpebre sugli occhi, concentrando la mente e i sensi sul calore che i tiepidi raggi del sole generavano a contatto con le vesti e con la pelle: quello era il suo modo di calmare il mare in tempesta che s’agitava nel suo cuore. Quando si fu calmata quel tanto che bastava per applicare ciò che conosceva, riaprì gli occhi e i capillari sulle tempie si gonfiarono dando sfoggio della sua abilità innata: la sua danza della dimostrazione poteva iniziare.
Lentamente il calore del chakra incolore inondò il suo corpo, ribollendo dall’interno sempre più violentemente e raggiungendo ogni muscolo e ogni punto di fuga di cui il corpo snello della giovane apprendista era dotato, per poi letteralmente esplodere da ogni tsubo. Conscia di quel movimento interno che certo le stava costando una gran fatica e concentrazione, aggiunse ad esso il movimento esterno del corpo ruotando su se stessa d’apprima lentamente poi sempre più veloce come fosse una danzatrice sul ghiaccio. Un cupola d’un colore neutro l’avvose come in un abbraccio a quel brusco movimento, proteggendola dagli agenti esterni tanto da farla sentire quasi invincibile.
*

(Di più.. devo dimostrare di più!)

*Senza prendere un attimo di respiro, emozionata per la riuscita della tecnica e sospinta da quell’insano desiderio di mostrare a Kumiko così come al mondo degli shinobi ch’ella era degna d’essere rispettata non solo per la sua posizione ma anche per la sua forza ed eleganza, rallentò la velocità della sua giravolta e quando fu sicura di non commettere errori fatali per la sua salute flettè il busto all’indietro per fare una ruota e portarsi in una posizione stabile al di fuori della cupola di chakra che ancora pareva vorticare di fronte a lei. Dunque flettè le gambe e posizionò le braccia per potersi preparare a sferrare i centoventotto colpi che avrebbero rappresentato la chiusura degli tsubo. La raffica non tardò ad arrivare per diradare la cupola, con una veemenza e una precisione fuori d’ogni logica: se la prima tecnica poteva risultare lenta e forse sbavata nelle movenze, questa era una tecnica che la kunoichi dai lunghi capelli cobalto aveva fatto già sua prima ancora di utilizzarla. Capire come dosare il chakra era stato piuttosto facile per una come lei, così come direzionare quei colpi: gli studi effettuati sui punti di fuga grazie ai libri di medicina della madre avevano dato i loro frutti, facendola apparire perfetta persino nei punti ideali da colpire.
Quand’ebbe finito la raffica, ansante per la fatica come mai l’era stata, fece l’ultimo sforzo e portò ambo le mani al petto per concentrare sul punto di giunzione quanto più chakra possibile. Una frazione di secondo, dunque si voltò dal lato opposto alle finestre e scagliò il suo palmo d’aria in due tempi. La sua sensei non mosse un muscolo, mentre la violenza del palmo le sfiorava quasi il viso per abbattersi irrimedibilmente contro la porta chiusa che andò in frantumi.
*

(E questo.. mette la parola fine.. sulle tue stupide convinzioni.)

*Dichiarò nella sua mente, rimanendo ansante con uno dei palmi portati in avanti e l’altro indietro in una posa combattiva elegante abbastanza da far venire i brividi nel mirare la potenza di quella mossa. Non era stata perfetta, e questo lo sapeva benissimo.. ma aveva fatto il suo dovere e la sua potenza, con l’allenamento intensivo a cui spesso e sovente si sottoponeva, sarebbe senz’altro accresciuta insieme alla precisione e all’eleganza.*



// Riprendiamo finalmente! Non ho voluto usare Kumiko più di tanto, limitandomi a “quel che è stato” nella discussione accesa. Spero sia gradito come post, dato che io mi ritengo soddisfatta dell’impressione che da Setsuna. ^^ //
 
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view post Posted on 15/1/2015, 12:24     +1   -1
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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L’eroe pagliaccio - La sorpresa di Kumiko
Kumiko rimase impassibile per gran parte del tempo in silenzio, soltanto quando notò la reazione della ragazza rimase piuttosto perplessa. Si aspettava che tirandola fuori dai gangheri avrebbe utilizzato il potere che aveva su di lei per castigarla e invece no, anzi sembrava litigare davvero con lei come fosse sua pari e senza stare minimamente attenta alle parole dette anche se quella che aveva davanti era una jonin che avrebbe potuto farla a fettine quando voleva. Dai suoi occhi non traspariva nulla così come dal suo viso ma rimase comunque piacevolmente sorpresa, allora le sue non erano solo parole buttate al vento. In ogni caso non dimostrò minimamente dispiacere o interesse nel fatto che lei la stava ignorando, in verità non le poteva fregar meno.
Ora però Setsuna si sarebbe dovuta trovare davanti alla grande delusione di non poter fare nulla, di non poter fermare quel sistema nato e creato per proteggere i segreti della loro Doujutsu. Avrebbe dovuto imparare e smetterla di sognare in quella maniera così utopistica.
Alla fine anche lei attivo il Byakugan per vedere tutte le movenze della ragazza che, alla fine, si scagliò con forza contro la porta in maniera anche piuttosto scenografica. Kumiko non fece una mossa, limitandola a fissarla.


«Hai bisogno di allenamento ma potrebbe andare….ti posso solo dire di provare quelle movenze più lentamente, in maniera tale da studiarle bene. Piega di più le braccia. Adesso però giungiamo alla difesa!»



Ora toccava a Kumiko attaccare. Si preparò in maniera piuttosto elegante fissando intensamente il suo obiettivo finale: Setsuna. Iniziò a muovere con delicatezza braccia e gambe, mostrando come andava eseguita la tecnica appena fatta dalla giovane. Piegò le braccia nella maniera giusto e si circondò di un bozzolo di chakra maggiore, più intenso e più denso di quello mostrato da Setsuna. Alla fine si lanciò verso la sua allieva attaccandola con eleganza e cercando di colpire con le mani la spalla destra.



-GdrOff-

Ok signorina, ora provi a difendersi XD

-GdrOn-
 
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view post Posted on 23/1/2015, 13:16     +1   -1
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*Non mosse un muscolo, quella saccente donna dai lunghi capelli color dell’ebano. Nemmeno quando le potenti folate d’aria - generate dal nulla grazie all’impegno della fanciulla dai lunghi capelli cobalto - le sfiorarono quel suo volto scolpito nell’inespressiva pietra, prima d’infrangersi inevitabilmente contro il fragile legno della porta. Da principio s’era limitata ad attivare la sua innata e puntare quel suo sguardo vitreo e indagatore sulle movenze della più giovane leva, ch’aveva per lei inscenato una dimostrazione d’intenti. Quell’ultimo colpo, così tremendamente vicino al suo viso eppure perfettamente distante, non era infatti un impeto dannoso ai suoi danni ma una più tangibile conferma di quello di cui la giovane aveva voluto dar prova: un’innata maestria che nulla aveva a che vedere con quello che il destino della casata degli Hyuga le aveva riservato. Aveva messo tutta se stessa per replicare al meglio quei movimenti di chakra, per abbellire la sua coreografia mettendo quell’incessante fluire di linfa vitale in simbiosi coi movimenti del suo corpo. Sapeva d’aver fatto bene, ma era convinta di non aver fatto abbastanza. Sentiva d’aver messo troppa foga, e quella stessa foga l’aveva deconcentrata a tal punto da “sporcare” l’eleganza che, in una situazione più distesa, avrebbe sicuramente avuto più giustizia. Ma oramai quel che era fatto era fatto.*

(M’aspetto delle critiche.. anche aspre.. cercherà in ogni modo di farmi vacillare..)

*Dovette pensare, mentre ansante attendeva il giudizio ultimo della sua improvvisata sensei. Quest’ultima, inamovibile com’era, s’era pure sbilanciata nell’ammettere che, nel complesso, il lavoro della giovane non era stato malvagio e che, unica pecca, abbisognava di qualche correzione di postura.
Dal canto suo la bella fanciulla dai lunghi capelli cobalto si limitava ad ascoltarla, nonostante la voglia di continuare a discorrere non v’era più a causa dell’irritabile situazione a cui, non troppo tempo prima, era stata verbalmente sottoposta. Con grande dignità si sforzava d’ascoltarla, di osservarne le movenze e assimilare quanto più possibile gli ottimi consigli che le venivano dati per migliorare l’esecuzione di quelle strepitose tecniche.
*

(Piegare le braccia..)

*Ripeteva nella sua mente, simulando la movenza consigliata simultaneamente alle parole della sua sensei. Ma quell’insegnamento fu solo uno spicciolo consiglio prima di giungere a qualcosa di più serio. La più grande delle due aveva infatti accennato qualche parola sulla difesa, ma nulla di effettivamente utile fuoriuscì dalle sue labbra. Quest’ultime s’erano difatti serrate, le gambe s’erano elegantemente flesse e le braccia erano state repentinamente portate al petto per caricare il colpo.*

Cos-

*Le era bastato osservarla negli occhi per capirne le intenzioni.*

(Sta per attaccare!)

*Non ancora del tutto ripresasi dallo sforzo compiuto per eseguire quelle complesse tecniche, la giovane dovette fare un ulteriore sforzo e slanciarsi abbastanza per effettuare una capriola all’indietro e guardagnare terreno nell’eventualità di una difesa decente. Il tutto avvenne in una frazione di secondo: accumulata l’energia necessaria, una potente carica di chakra smosse violentemente l’aria in sua direzione ed ella, guidando il chakra all’esterno dei suoi punti di fuga, era riuscita in extremis a ricreare la cupola che poco prima aveva sentito avvolgerla come un caldo abbraccio materno. Nemmeno quella volta i suoi movimenti erano stati del tutto perfetti, complice l’imprevedibilità dell’attacco e l’affaticamento eccessivo a cui aveva sottoposto i muscoli poco prima.*



// Non un post dei migliori, ma non c’era molto da dire.. dovevo solo difendermi in fin dei conti. Come avrai avuto modo di leggere, ho voluto giocare il lato “negativo” della foga utilizzata prima con l’esecuzione delle tecniche. Questo significa che si limiterà soltanto a difendersi, senza arrivare al contrattacco (non l’ho voluto scrivere in ON perché sembrava stonare col resto del testo, ovviamente lo riprenderò al prossimo post). Se c’è bisogno di calcoli non hai che da farmi sapere. ^^ //
 
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view post Posted on 2/2/2015, 13:06     +1   -1
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L’eroe pagliaccio - Padrone in pericolo -
Le movenze della giovane Setsuna si facevano sempre più precise, man mano che Kumiko la osservava la vedeva migliorare sempre di più ma, in fondo, le loro tecniche sono tutte questione di allenamento, di trovare i movimenti giusti e, soprattutto, di concentrazione. La difesa della giovane dai capelli cobalto era buona ma, purtroppo, ben lungi dall’essere perfetta. Kumiko non aveva usato il massimo della sua forza però riuscì comunque a superare quella cupola difensiva che proteggeva la sua allieva come un piccolo bozzolo. Però non voleva farle del male, non ora che aveva capito che tutte le intenzioni di quella giovane erano nobili. Setsuna avrebbe potuto approfittare del potere che aveva su di lei già da parecchio tempo eppure, nonostante tutte le acide parole che le erano state riversate addosso, non aveva fatto una piega, se non litigare, se non comportandosi in quella maniera quasi infantile come i bambini che non possono fare altro che mostrare il loro disappunto. Iniziava quasi a piacerle però sapeva bene che quello che le divideva era un solco molto profondo che difficilmente sarebbe riuscite a superare.
Quell’attacco, che riuscì comunque a superare tutte le difese di Setsuna, si fermò perché Kumiko fece disperdere tutto il chakra che aveva accumulato e rimase ferma con la mano destra ferma sul cuore della giovane ragazza e fissandola intensamente negli occhi mentre il byakugan spariva lentamente dal suo volto.


«Sei stata brava! Le movenze sono più o meno quelle, adesso devi solo allenarti. Ti consiglio di fermarti un pochino per dare un’occhiata alle pergamene, ne troverai sicuramente nella sala allenamenti se quello che hai visto non ti è bastato!»



Annuì, ritirando la mano contatto con la giovane e facendo un leggero inchino. Questa volta era completamente diverso da quelli precedenti. Se prima erano sforzati, dettati senz’altro solo dall’obbligo e dalle convenzioni, questa volta esprimeva qualcosa di diverso. Kumiko non si stava inchinando davanti alla sua padrona, davanti a una Hyuga della casa cadetta; Kumiko si stava inchinando davanti ad una giovane donna che aveva imparato bene, davanti ad un’alunna che era riuscita ad apprendere senza troppe difficoltà e che per questo meritava il suo rispetto.
Quando si rialzò il suo sguardo era diverso, seppure sempre piuttosto atono, non c’era più il rancore di prima, sembrava essersi attenuato, sembrava essere scemato. Stava anche per riaprire le labbra e dire qualcos’altro però la porta della stanza nella quale si trovavano si spalancò e la stessa bambina che Setsuna aveva visto nella sala da thè e al teatro, fece capolino con il volto spaventato e gli occhi sbarrato.


«Kumiko San…Hiro Sama…Hiro Sama è in pericolo!»



Bofonchiò la bimba prima di scoppiare a piangere. Setsuna non poteva sapere chi era questa persona ma Kumiko, lei si, lui era il suo padrone, lui era quello che era riuscito a conquistare il suo cuore perché combatteva per lei, per loro, per la casa cadetta. Combatteva nonostante sapesse che era impossibile riuscire a distruggere quel genere di convenzioni, combatteva perché la voleva come moglie nonostante fosse una cosa pressoché impossibile. Se la bambina piangeva calde lacrime Kumiko era seria, negli occhi si poteva leggere la sua angoscia ma riuscì comunque a mantenere la calma. Il suo cuore e il suo animo erano completamente in tumulto però sapeva bene cosa doveva fare e come doveva agire.


”Se mi faccio prendere dall’ansia e dalla paura non combinerò niente buono. Calmati! Ora!”



Si ordinò quasi, mentalmente, avvicinandosi alla bambina per appoggiare una mano sulla guancia.


«Non c’è tempo da perdere, portami da lui!»



Disse semplicemente, alzandosi e rimanendo ferma come una guerriera che si preparava alla battaglia più importante della sa vita. Ogni volta che la vita di Hiro era in pericolo lei si doveva preparare a proteggere la persona per lei più importante.


«Scusa, la nostra lezione termina qui. Se hai bisogno di altre spiegazioni o chiarimenti troverai sicuramente qualcuno in grado di aiutarti. Spero di incontrarti presto Setsuna Chan, è stato un piacere insegnarti qualcosa!»



Si voltò per sorriderle, fu cosa di pochi secondi però aveva aperto le sue labbra e così sembrava davvero bella. Kumiko era davvero contenta di aver insegnato a qualcuno che, come Hiro, combatteva per quelli “più deboli” per quelli che subivano angherie. Però purtroppo per lei era tempo di andare a salvare la propria anima.
La giovane corse via, dietro la bambina che le avrebbe fatto strada verso la sua battaglia.



-GdrOn-

Anche se non sembra siamo arrivate alla parte più importante della quest perché quello che succederà dopo dipenderà tutto da te e dalla decisione che prenderai ora ossia: seguire Kumiko, oppure rimanere ad allenarti.
A te la decisione XD

-GdrOn-
 
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25 replies since 21/10/2014, 19:36   538 views
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