Classe #13, Per Onion Knight e Zadawi

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Awazashì
view post Posted on 10/9/2014, 12:37     +1   -1




La cara vecchia Kumo, una montagna secolare accompagnata costantemente da nuvole bianche sulle vette più alte. Devastata, dalla furia di Watashì, ma tutt'ora in festa, essendo stato luogo di sconfitta di quel Dio malvagio che fino a poco tempo prima affliggeva il mondo intero. La mattina trascorreva nella più totale normalità, si scappava in ogni direzione, raccogliendo detriti, armi, spostando grandi quantità di terra e rocce, ricostruendo edifici ormai devastati, case, negozi, mura, tutto ciò che ricordava la normalità era ormai svanito, ma l'ottimismo e la perseveranza dei cittadini era tale da rendere accogliente ogni singolo angolo di quella montagna anche dopo la guerra. La situazione era molto migliorata dalla fine della guerra. Alcuni negozi erano ormai ritornati all'antico splendore, altre case sistemate alla meno peggio, l'unica cosa che sembrava immutata era l'accademia. Zona di ritrovo per piccoli ed adulti, il simbolo, immutato, della resistenza della nuvola. Era un altro giorno d'esami, un altro giorno di lavoro e un altro giorno di apparente normalità, Kumo doveva risollevarsi dalle fondamenta e i giovani erano proprio le radici necessarie per rimettere in sesto ciò che una volta era una potenza militare ed economica non indifferente.


// Vi svegliate e vi avviate in accademia, non siete soli ovviamente.
 
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Zadawi
view post Posted on 10/9/2014, 20:20     +1   -1




Narrato
Pensato
Parlato


//GDR ON\\




Sensei:- Con sommo piacere promuoviamo un alunno che si è distinto da tutti gli altri, un alunno sempre puntuale, un alunno modello!- Fece una piccola pausa, passandosi le sue mani nei folti capelli con aria soddisfatta, ricominciando a parlare :- Oggi abbiamo il piacere di promuovere una persona che tutti conosciamo come "Manoappicciosa", ovvero: Hisashi Matsuda!- Nel momento in cui il sensei disse questa frase una grande folla dietro si alzò in piedi applaudendo e urlando, Hisashi era agitato per l'ansia che aveva addosso, vedeva grandi manifesti che variavano dai più spiritosi ai più commoventi, tutti gli alunni applaudivano; il sensei porse a Hisashi il coprifronte del villaggio della nuvola, che con fare degno e autorevole indossò. All’improvviso si sentì chiamare ripetutamente, fin quando aprì gli occhi.
Hisashi non capì fin da subito cosa stesse succedendo dato che aveva difficoltà nel vedere, infatti, le finestre erano spalacate facendo entrare radiosi raggi di sole.

Allora era soltanto un sogno, aspettavo da tempo questo momento, ma purtroppo non è ancora il momento... Devo aspettare ancora qualche ora, non fallirò!

Appena si abituò alla luce del giorno vide il padre Kisuke che emetteva grandi sorrisi ed emanava felicità e gioia verso chiunque fosse accanto a lui.
Kisuke:- Buongiorno Hisashi, sei pronto al grande giorno?-
Hisashi si stropicciò gli occhi:- Certo papà, non vedo l'ora di andare in accademia.-
Il ragazzo manifestò tutta la sua gioia con un grande sorriso, infatti si era preparato moltissimo per questo esame. Scendendo al piano di sotto per fare colazione, quest'ultimo vide la madre Kiyoko servire diverse porzioni di cibo, Hisashi bussò alla trave della porta e disse:- Buongiorno mamma.-
Kiyoko tendendo le orecchie all'indietro si girò rispondendo :- Buongiorno Hisashi, sei pronto per l'esame che dovrai affrontare oggi?-
Hisashi emise una piccola risata :- Ovvio che lo sono, avevi dubbi?- La madre sorrise :- Ho preparato per te degli onigiri, spero che ti piacciano.-
Quando tutti e tre i componenti della famiglia furono riuniti intorno al tavolo, Hisashi non si fece pregare due volte, cominciando a mangiare e apprezzando quegli onigiri grandi quanto un pugno senza fare complimenti. Quando si accorse di aver già divorato il quinto onigiri decise di fermarsi per non appesantirsi troppo.

Preferisco non vomitare in classe e di condurre il mio esame con estrema professionalità

Dopo qualche minuto che finì di mangiare il ragazzo decise che era arrivata l'ora di dirigersi verso l'accademia, quindi si avviò verso l'uscio accompagnato dai genitori che all'unisono gli augurarono "buona fortuna". Hisashi aprendo la porta sentì una corrente fresca che gli accarezzava la pelle, chiuse la porta dietro di se e trasse un profondo respiro per l'ansia che aveva addosso.

Questa è l'ultima volta che andrò in accademia da persona normale

Hisashi infatti si sentiva molto sicuro di se per i vari studi che aveva completato seguiti da ricerche approfondite, avrebbe fatto di tutto per passare questo esame e portare il nome di Matsuda fieramente. Iniziò il viaggio per arrivare in accademia, a volte incontrava compagni o amici più grandi che lo salutavano usando il nomignolo "Manoappiccicosa" e augurandogli buona fortuna per l'esame. Il giovane esaminando non riusciva a contenere la sua felicita per il momento che stava arrivando, e scoppiò in una grossa risata mentre i compaesani presenti alla scena lo guardavano in modo strano, fin quando la madre di una sua compagna che abitava lì si avvicinò a lui sorridendo. Era ancora molto giovane come la madre e portava una vestaglia rosa dato che stava stendendo i panni, teneva i suoi lunghi capelli biondi legati da un fermaglio. La signora quindi gli chiese :- Ehylà Hisashi, anche per te è arrivato il grande giorno giusto?-

Non ci sarebbe nemmeno il bisogno di chiederlo dato che sua figlia è nella mia classe

Hisashi sorrise e rispose :- Sissignora, Sakiko è già in accademia?-
La signora riflettè e disse :- Non ancora, è partita non più di 5 minuti fa.-
Hisashi congedò la signora e si avviò verso l'accademia.
Finalmente arrivò, l'accademia era piena di gente, adulti e bambini, ogni mattina quello è uno dei posti più popolati del villaggio. Hisashi salutò alcuni compagni, poi si avviò verso la porta d'ingresso, era una grande porta di legno marrone con qualche decorazione

Finalmente ci siamo, l'ultimo passo per il grande momento.

//GDR OFF\\



Chiedo scusa per chi volesse una ruolata seria, ma come ho già detto all'iscrizione non sono abituato a scrivere e sto imparando qui piano piano :sisi:
 
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Onion Knight
view post Posted on 11/9/2014, 22:04     +1   -1




Una notte tranquilla, senza sogni o ansia, per il giovane Fumito.
Aveva smesso di essere in ansia per l'esame genin ormai da molto tempo. Durante i suoi primi tentativi, le notti precedenti l'esame erano ricche di sogni e veglie, causati dal sopraggiungere della prova e dal futuro che lo attendeva dopo di essa. Ma con i primi tentativi, giunsero per Fumito anche i primi fallimenti. La prima prova, teorica, non era mai stata uno scoglio per lui: studiava ben più di quanto gli insegnanti dell'accademia richiedessero, spronato dal padre e dalla imponente collezione di libri accumulata dalla sua famiglia, rispondendo in poco tempo ai quesiti e senza errori.
Ai grandi successi della prova teorica, seguirono però i pesanti insuccessi della prova pratica: la sua intelligenza veniva oscurata dalle sue scarse doti nelle arti ninja e in poco tempo finiva per essere sopraffatto dalla esuberante forza, tipica dei ninja di Kumo.
Quell'evento tanto atteso si era trasformato, a distanza di un anno dal primo tentativo, in una vuota abitudine, portata avanti più per non deludere i genitori che per se stesso o per il villaggio. I sogni di un tempo si erano infranti contro la dura realtà dei suoi limiti.
Appena alzatosi, guardò le macchie confuse attorno a lui, fino a soffermarsi sull'alone marrone vicino al suo letto. La sua mano tastò il legno fino ad incontrare il freddo metallo dei suoi occhiali, invisibili a causa della penombra e della sua scarsa vista.
La mattinata fu uguale a qualunque altra mattina: svuotare la vescica in bagno, sistemare il letto in camera, tornare in bagno per una doccia, rivestirsi in camera e prepararsi la colazione. Tutto in silenzio, tutto come sempre.
Mangiò con tranquillità, con gli occhi persi nel vuoto e i pensieri fra le pagine del volume letto la sera prima, una analisi sulla figura del primo Raikage, cercando di allontanare dalla mente il pensiero di un nuovo possibile fallimento. La casa attendeva in religioso silenzio il pasto del giovane studente: il padre era da qualche giorno nel paese del Tè, con l'obbiettivo di studiare un antico manufatto, mentre sua madre, impegnata fino a tarda notte al ristorante, si sarebbe svegliata solo fra un paio d'ore.
Finiti i rituali di ogni mattina preparò uno zaino con il pasto della merenda, alcune delle armi che sarebbero servite durante la prova pratica e alcuni tomi, come suo solito: una singolare abitudine che, per quanto ricordasse, aveva da sempre, fidati compagni nelle solitarie ore scolastiche. Zaino in spalla, lanciò un ultima occhiata fugace alla cucina vuota, prima di chiudersi la porta alle spalle verso i ponti e i vicoli di Kumo.
Il sole si affacciava coraggioso fra i bianchi nuvoloni di passaggio, riscaldando gli abitanti del segreto villaggio montano. Lo splendore e la sicurezza che le perfette abitazioni trasmettevano a chi attraversava i solidi ponti del villaggio erano stati sostituiti dalla fatica delle dimore semidistrutte e rattoppate alla meglio, come il volto rugoso di una donna carico di fragilità e della saggezza che da essa deriva.
Fumito si incamminò lentamente fra i ponti del villaggio, osservando la vitalità dei cittadini, sempre carichi di energia, nonostante il cataclisma da poco affrontato.


Tipico dei Kumoani. Forti nonostante tutto, anche nella sofferenza.

Proseguì fra i ponti e i sentieri con passo lento, ricambiando i saluti dei compaesani, ma con la mente inevitabilmente distratta dall'esame in arrivo: cercava di convincersi di essersi abituato alle bocciature, ma ogni volta era come riaprire una ferita non ancora rimarginata.
Giunto all'imponente edificio dell'accademia, una tipica struttura di Kumo arroccata sul cucuzzolo di una montagna, Fumito si sedette su uno dei muretti, guardandosi attorno. Poteva già riconoscere una decina di studenti, dalla loro aria spaesata ed eccitata allo stesso tempo: li vedeva parlare fra loro in preda all'eccitazione, immaginare ciò che di li a qualche ora avrebbero dovuto affrontare. Non conosceva nessuno di loro, dato che i suoi compagni erano già diventati ninja da un anno, quindi rimase al suo posto, silenzioso, sfogliando uno dei libri che aveva messo in saccoccia, più rassegnato che eccitato da ciò che di li a poco avrebbe dovuto affrontare.



Quanto è strano fare PG depressi ahahah
Giusto il tempo di abituarmi e trovare l'equilibrio fra emarginazione e realtà :asd:
 
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Awazashì
view post Posted on 13/9/2014, 11:23     +1   -1




La campana suonò con forza, rimbombando tra le cime innevate e coperte da una coltre di nuvole. I ragazzi voltarono le spalle all'accademia, c'era chi salutava i propri genitori, chi i fratelli e chi doveva far finta di sentirsi a suo agio pur non avendo nessuno che lo aspettasse all'uscita dell'esame. Il silenzio piombò tra le fila di giovani che lentamente avanzavano verso la porta, la paura e l'ansia erano ormai padroni della situazione. Si poteva evincere senza alcun dubbio il timore sul volto della maggior parte dei ragazzi che, da bambini sarebbero diventati adulti. Per molti quel passo era fondamentale per la propria ambizione, per altri era un contentino fatto ai genitori. Una volta entrati, le porte alle loro spalle si chiusero in boato; si ritrovarono in un'ampia stanza, con poche finestre e un'unica cattedra al centro con alcuni fogli sulla stessa. Dall'altra parte una porta si aprì, lasciando avvicinare due figure alte circa un metro e ottanta, capelli bianchi, corporatura media e una camminata fiera. Uno portava il coprifronte sul braccio destro, coprendo in parte una cicatrice che partiva dall'avambraccio e terminava oltre il bordo posto sulla spalla della maglia bianca che indossava. L'altro invece portava il coprifronte ad uso di cintura, il quale risultava bruciato e scalfito da armi da taglio. Si portarono ai lati della cattedra osservando i giovani che avevano ripreso lievemente a parlare, poi in un istante un boato. L'uomo con il coprifronte sul braccio aveva lasciato cadere un colpo a mano aperta sulla struttura di legno che sembrò piegarsi, subito dopo l'altro iniziò a parlare.

Benvenuti, siete qui per compiere un passo fondamentale per la vita di un uomo o di una donna. Lascerete la vostra adolescenza per diventare uomini. Io sono Hisaru Hide, Jonin di Kumo, sopravvissuto all'assedio di Watashì. Mentre lui è Sukui Hagakure, Jonin di Kumo, altro sopravvissuto all'assedio di Watashì. Non pensate che sarà una passeggiata, faremo in modo di mettervi alla prova fino a farvi crollare, sarete costretti a prendere decisioni importanti e per questo dovrete assumervi delle responsabilità. Ora venite a scrivere il vostro nome e prendete posto in quella stanza, non dovrete toccare niente e tantomeno sbirciare.

L'uomo alzò il braccio indicando una porta aperta posta alla sinistra della cattedra, dalla quale si poteva benissimo intravedere l'interno della stanza. Perfettamente identica in quanto ad estetica a quella in cui tutti i giovani studenti si trovavano, pareti grige, battiscopa bianchi, soffitto lievemente crepato e dello stesso colore delle pareti. L'unica differenza era la presenza di una sfilza impressionante di banchi singoli, con fogli d'esame e matite già pronti e girati verso il basso così da nasconderne il contenuto. Il primo ragazzo si avvicinò a segnare il proprio nome con la propria data di nascita, poi il secondo, poi il terzo e così via. L'esame era iniziato e l'aria iniziava a farsi carica di timore.
 
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Onion Knight
view post Posted on 13/9/2014, 15:45     +1   -1




I lenti rintocchi di una campana, ovattati dal leggero strato di nevischio, annunciarono agli ansiosi studenti l'approssimarsi dell'esame. In risposta a quel tanto atteso quanto temuto suono, l'ansia crebbe nel cortile antistante l'ingresso dell'accademia, insieme ai saluti e ai buon auguri.
Fumito si alzò dal sedile in pietra in cui si era isolato, per avvicinarsi con passi pacati al portone. Gli impegni dei suoi genitori non avevano permesso loro di accompagnarlo e anche se avessero potuto, avrebbe rifiutato: le prime volte la loro presenza aveva aiutato a stemperare la tensione, ma per un veterano dell'esame, come era diventato, sarebbe stato solamente un dolore in più ripensare a quante volte quella scena aveva avuto già luogo.
Lo studente si avviò nel lungo il corridoio dall'arredamento sobrio al quale introduceva la porta principale, per poi entrare in una delle aule adiacenti. Identica a tutte le altre, una camera in pietra e legno, con poche finestre nella parete alle spalle dell'imponente cattedra e una porticina più piccola collegata all'aula confinante.
Quando tutti gli studenti furono entrati nella stanza e la porta alle loro spalle chiusa, due jonin di Kumo entrarono con aria sicura, ponendosi dietro la cattedra e osservando gli spaesati studenti davanti a loro, quasi stessero già cercando di valutare chi si trovavano d'innanzi.
Non erano volti nuovi per il ninja del clan Mamoru, probabilmente li aveva già incontrati in accademia o in giro per il villaggio.
Quando venne il momento di iniziare, uno dei due ninja picchiò con violenza il palmo di una mano contro il tavolo, mettendone a dura prova la stabilità, zittendo i capannelli di studenti che chiacchieravano distratti e permettendo al suo collega di prendere la parola e illustrare le prime fasi dell'esame.
Una prova pratica, come già sapeva Fumito. Il discorso sembrava voler intimidire i giovani studenti, ma Fumito non temeva più la prova teorica: aveva svolto quella parte dell'esame tante e tante volte, superandola quasi sempre con il massimo dei voti. Si aggrappo a questa sicurezza, che gli avrebbe permesso di mantenere la tranquillità e il controllo durante la prova, evitando di pensare alla prova pratica, causa di tante lacrime.
Quando il discorso fu concluso, una timida processione di studenti venne improvvisata d'innanzi la cattedra e, chi mestamente, chi con fare sicuro o addirittura spaccone, uno dopo l'altro tutti firmarono il foglio, avviandosi poi per l'aula d'esame. Fumito si immesse nella fila senza imporsi troppo e quindi fu uno fra gli ultimi a firmare. Alzò uno sguardo furtivo verso gli esaminatori che ricambiarono con espressione severa, per poi tracciare, in tratti piccoli e difficilmente leggibili, il suo nome.


Fumito Mamoru



Aggiunse, poco distante, la sua data di nascita, quindi si avviò verso l'aula che lo attendeva: gli studenti che lo avevano già preceduto avevano già preso posto dalla fine dell'aula, come sempre accadeva lasciando libere le prime file di banchi. Fumito, incurante, sedette nel banco più vicino e, abbandonando lo zaino ai piedi del banco, prese posto.
Concentrò lo sguardo sul foglio bianco e la matita scura posta sopra di essa, quasi potesse attraversare la bianca carta e immergersi nella sinuosa scia dell'inchiostro. Di li a poco il suo sguardo sarebbe corso fra le lettere, seguito dai suoi veloci pensieri in cerca di risposte e dalla mano pronta a dare corpo a quelle idee.
Non restava che attendere l'inizio della prova.
 
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Zadawi
view post Posted on 13/9/2014, 15:52     +1   -1




La campana cominciò a suonare per qualche minuto, Hisashi fu sorpreso nel vedere che gli alunni invece di correre verso la classe come ogni mattina camminavano lentamente verso l’ingresso in preda all’ansia e al panico. Chi era stato accompagnato dai genitori veniva consolato, mentre chi era solo come lui o aveva la sfortuna di aver perso i genitori per colpa di Watashi si faceva coraggio ed entrava nel luogo più temuto da tutti in quel giorno. Una volta dentro i ragazzi impauriti ripresero a parlare.
Furono accompagnati in una stanza dalle pareti grige: si poteva notare qualche crepa qua e là a causa della lotta contro Watashi, ma la struttura era ancora forte e sicura per tutti quei ragazzi; un malloppo di fogli, che Hisashi diede per scontato essero gli esami, giacevano su una cattedra mossi a volte dalla corrente del vento prodotto dall’apertura della porta o al passaggio degli alunni.


Quindi l’esame verrà svolto in questa stanza, bene.

All’improvviso una porta opposta a quella da cui erano entrati tutti gli alunni si spalancò e due uomini entrarono facendo calare un silenzio inquietante nella stanza, che permetteva di sentire lo struscio delle foglie. I due uomini erano autorevoli, entrambi avevano dei capelli bianchi ed erano anche molto alti: uno dei due portava il coprifronte sul braccio coprendo in parte una lunga cicatrice, era difficile definire l’esatta lunghezza dato che veniva coperta dalla manica della maglietta bianca indossata. L’altro invece portava il coprifronte al bacino, si presentavano su di esso bruciature e tagli.

Ottimo, si può intuire che siano sopravvissuti all’ira di Watashi, sarà un esame interessante.

Hisashi sentì dietro di se un compagno bisbigliare al suo compagno di banco:- Hai visto quella cicatrice?- Quasi nello stesso istante tutti cominciarono a parlare commentando l’aspetto dei due uomini.
Dopo che nella stanza si produsse un brusio fastidioso uno dei due esaminatori scagliò una mano sulla cattedra così potente che quest'ultima sembrò piegarsi facendo ammutolire l’intera classe. Subito dopo l’altro uomo cominciò a parlare dando il benvenuto a tutti gli alunni:- Io sono Hisaru Hide, mentre lui è Sukui Hagakure.-Parlò di se stesso e del suo accompagnatore confermando la teoria di Hisashi, infatti Hisaru disse che erano jonin sopravvissuti a Watashi. L’esaminatore specificò anche che in questo esame tutti gli alunni sarebbero stati messi alla prova, venendo anche costretti a fare importanti scelte per completare questa tappa importante della loro vita: Il passaggio da bambini a uomini maturi.
Hisashi vide Sakiko seduta accanto a lui che tremava alle parole dell’esaminatore, quest’ultima era una ragazzina molto affezionata a Hisashi, essendo loro amici dal primo anno di scuola: la ragazzina indossava dei pantaloni leggeri e neri, una maglietta rosa e infine una collana portafortuna donatale dalla madre. Hisashi provò a rincuorarla:- Sakiko andrà tutto bene, ti sei impegnata molto per questo giorno, non farti intimorire da queste parole.- Sakiko accennò un sorriso e smise di tremare:- Grazie.- L’esaminatore concluse di parlare dicendo:- Ora venite a scrivere il vostro nome e prendete posto in quella stanza, non dovrete toccare niente e tanto meno sbirciare.- A questo punto l’uomo indicò col braccio una porta posta alla sinistra della cattedra. Uno ad uno gli alunni iniziarono ad avviarsi nella stanza, Hisashi precedette Sakiko che lo seguì, allora prese una matita e compilò una scheda mettendo nome e data di nascità. Fatto questo si avviò verso la stanza indicata in precedenza, la struttura era uguale a quella della stanza adiacente, si poteva notare però una crepa sul tetto. Al centro erano organizzati dei banchi singoli distanziati l'uno dall’altro per impedire agli alunni di copiare. Su di essi erano presenti dei fogli rivolti verso il basso e delle matite.


Finalmente si inizia, darò tutto me stesso.

Edited by Zadawi - 13/9/2014, 17:09
 
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Awazashì
view post Posted on 17/9/2014, 13:54     +1   -1




Erano entrati tutti gli studenti presenti nell'atrio, al termine della file i due insegnanti, i quali si sedettero su due banchi attaccati posti al capo degli altri banchi. Sukui chiuse la porta alle sue spalle, sbattendola con forza. Si avviò verso il compagno, e raccolse un foglio da uno dei tavoli dei candidati per poi portarsi al centro delle file degli studenti.

Bene questo è il vostro esame. Avrete tempo un ora per completarlo, non sarà possibile utilizzare altro se non la matita che trovate a destra del foglio. Se troveremo chiunque con un altro oggetto sul banco, il candidato verrà escluso subito. La stessa sorte seguirà a chi verrà visto copiare, chi proverà ad imbrogliare in qualsiasi modo, dunque affidatevi solo a voi stessi, perché la fuori, non potete contare sugli altri, ma solo su voi stessi. Ora iniziate.

Sorrise, poi tornò al tavolo del primo candidato e posò il foglio preso in precedenza. Si sedette affianco al collega e tirarono fuori il foglio con le firme degli studenti. Si armarono di penna rossa e lasciarono che i loro sguardi decidessero le sorti degli studenti meno astuti. Erano ormai passati pochi minuti dall'inizio e per il grande stanzone si sentiva solo un leggero rumore di matita sbattuta ripetutamente sul banco. I volti degli studenti era perplesso, c'era chi si disperava solo per la comprensione dei test, chi con fierezza macinava calcoli e parole. Era il momento di svolgere l'esame per i candidati, era il primo passo per diventare dei veri shinobi.

// Il post è scarno per un motivo.
Descrivete l'esame con attenzione ma, senza inserire il quiz o al massimo se proprio volete, inventate l'importante è che non inserite l'esame vero che ora vi manderò via MP! Avete 7 giorni di tempo per completarlo ( Così tanto vedendo i problemi temporali del cavalier cipolla, se poi ha altri problemi basta avvisare ). :*
Ogni domanda assegnerà un punteggio, dovrete raggiungere minimo 6 punti per superare l'esame teorico e per poi passare al pratico.

Edited by Awazashì - 17/9/2014, 15:11
 
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Zadawi
view post Posted on 22/9/2014, 14:38     +1   -1




Quando tutti gli alunni entrarono nella temuta classe presero posto nei banchi. Sukui chiuse la porta con un forza che fece spaventare alcuni alunni. L’esaminatore si diresse dal compagno con un passo impassibile, infatti a volte si poteva sentire il pavimento scricchiolare. Hisashi notò che mentre tutti gli alunni temevano quell’esame un ragazzo bocciato in passato era tranquillo e sicuro di se, infatti nemmeno gli esaminatori gli incutevano timore. Sukui dopo essere arrivato al centro della classe prese il foglio di uno dei candidati per spiegare cosa fare durante l’esame e come svolgerlo. Specificò che doveva essere concluso entro un’ora e che era permesso usare solo la matita trovata accanto ai fogli, poi disse quelle cose che a Hisashi sembravano sempre le solite premesse ripetute più volte come: non copiare o non mettere nient’altro sul banco; ma una frase catturò la sua attenzione, infatti l’esaminatore disse:- affidatevi solo a voi stessi, perché la fuori, non potete contare sugli altri.-

Già, questo lo so molto bene, mio padre non può più andare in missione per questa ragione

Quando Sukui diede il via per iniziare l’esame, Hisashi vide Sakiko guardarlo, allora sorrise e alzò il pollice come per dire “è tutto ok”. Sakiko ricambiò il sorriso e inziò a scrivere in quel foglio.
Hisashi cominciò il suo test facendo un grosso sospiro, domande più o meno complicate si presentavano davanti a lui, riusciva a rispondere a tutte le domande sperando che erano corrette. Nel frattempo i due esaminatori presero una penna rossa e il foglio con le firme di tutti i candidati, Hisashi incuriosito provò a sbirciare ma non notò nulla. Nella stanza si sentivano soltanto i battiti delle matite che scrivevano senza sosta in quei fogli che avrebbero deciso il futuro di tutti i ragazzi presenti in quella stanza. Un ragazzo seduto dietro Hisashi con la tensione spingeva troppo forte la matita sul foglio spezzando la matita continuamente, questo faceva divertire un alunno seduto sulla destra attento a non farsi beccare mentre rideva. La tensione sembrava essersi placata, dalle finestre si sentivano degli uccelli cinguettare e dal muro di fronte a Hisashi si sentiva il ticchettio dell’orologio che si avvicinava all’ora fissata, gli alunni cominciarono a scrivere più velocemente per finire tutte le domande in tempo. Negli ultimi cinque minuti concessi la maggior parte dei candidati diede le ultime correzioni mentre altri come Hisashi e Sakiko avevano riposto la matita sul proprio banco dopo aver firmato il foglio.


Manca solo un minuto e se tutto andrà per il meglio metà di questo esame sarà concluso. Papà, sarò alla tua altezza.

Molto probabilmente ti ho mandato due pm con l’esame, il problema è che non sono molto pratico col messenger di forum community, sono entrambi uguali.
 
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Onion Knight
view post Posted on 24/9/2014, 00:53     +1   -1




Incrociate le dita, Fumito le scrocchio rumorosamente davanti a se, prima di afferrare la matita con una mano e voltare il foglio con l'altra. Come sempre aveva fatto non si tuffò nella risoluzione del compito, ma lesse con tranquillità e attenzione le domande, inquadrando argomento trattato e difficoltà per poi scegliere quale fosse l'ordine migliore da seguire per la risoluzione.
Il primo quesito era un problema di fisica, non amata da un amante delle materie classiche, quale era Fumito. Questa sua indisposizione veniva però compensata dal suo sviluppato senso logico.
Il quesito si proponeva di riprodurre una situazione verosimile a quelle ritrovabili in missione, anche se con poco successo. Un ninja colpito da una tecnica di un nostro compagno ninja, inizia una caduta nel vuoto e il quesito chiede di calcolare l'angolo da terra con cui devo lanciare un Kunai per intercettarlo, considerando la resistenza dell'aria e un vento contrario al lancio del Kunai.


Senza considerare resistenza dell'aria e vento, dovrei mirare direttamente al ninja. Una volta lanciato il Kunai il moto parabolico nelle due direzioni sarebbe indipendente e quindi sia il ninja che il kunai subirebbero lo stesso spostamento a causa della forza di gravità... Ma devo considerare la resistenza dell'aria, quindi moltiplicare per questa costante... E non c'è da dimenticare il vento... E quindi considerando questo termine... Il mio angolo varia di.. si... esattamente.

Ricontrollò in fretta i calcoli, verificando con le dita la correttezza delle operazioni. Purtroppo il combattimento non era semplice come nelle simulazioni e con buona probabilità nessuno di loro si sarebbe mai posto problemi di questo tipo prima del lancio di un kunai, ma l'accademia è anche teoria, per quanto di dubbia utilità. Finì di ricopiare i conti e i ragionamenti svolti nel foglietto d'esame prima di passare alla domanda successiva, che si rivelò essere un'inaspettata sorpresa. Fumito aveva svolto più volte l'esame per diventare genin e mai era stata posta agli studenti una domanda di storia, in quanto venivano privilegiate invece ideali simulazioni di missioni e quesiti fisico/medici. Ma la domanda era chiara, chiedeva di presentare la figura del Nidaime Raikage, Sanda Yotsuki, soffermandosi sulle poche, ma fondamentali, migliorie apportate nel metodo d'addestramento delle truppe. Le altre domande sembrarono scomparire dall'esame, futili e superflue rispetto a quel quesito che interrogava su un eroe del passato e un grande ninja della storia. Nella mente di Fumito il discorso era già chiaro e la sua mano cominciò lentamente a danzare fra le righe di carta trascrivendo le sue conoscenze con cura: quando il pensiero aveva bisogno di tempo per formulare un periodo più complesso o ricordare una data, aspettava paziente per poi proseguire nei suoi ghirigori precisi e minuti.
Quando il primo foglio era ormai completamente coperto dalle sottili righe di scrittura, Fumito si alzò in piedi per prendere uno dei fogli in cattedra, sentendosi gli occhi degli esaminatori addosso, quasi aspettassero di vederlo fare un passo falso da un momento all'altro.
Tornò al suo posto senza ricambiare i loro sguardi inquisitori e, riprendendo il discorso da dove lo aveva interrotto, riempì una facciata del nuovo foglio. Rilesse con orgogli il suo lungo tema in cui aveva prima elogiato l'operato del Kage in generale, accennando al soprannome "Il Costruttore", per poi entrare nel vivo dell'argomento bellico evidenziando ottusità e lungimiranza di alcune delle sue scelte. Era convinto di aver fatto davvero un ottimo lavoro, fino a che non alzò lo sguardo verso l'orologio: le lancette mostravano senza speranza di dubbio che erano già passati ben 50 minuti dall'inizio della prova.


Oh, Merda...

Il naturale commento attirò lo sguardo di Sukui, che probabilmente notò la smorfia di panico inevitabilmente apparsa nel suo volto. Non restava che sfruttare il panico e l'adrenalina per completare il test e salvare il salvabile. Cominciò a scrivere con foga, parole su parole, cercando di riflettere alle domande poste mentre scriveva la risposta sul foglio. La sua mano si muoveva adesso come impazzita e la scrittura, nelle due domande precedenti ordinata e lineare, era diventata sempre più imprecisa e ingombrante.
Una domanda, poi un'altra e subito quella dopo ancora, Fumito rispose a tutti i quesiti in una lotta contro il tempo: sentiva la fronte imperlarsi di sudore e il cuore battere all'impazzata, mentre pensieri di certo poco utili si facevano largo nella sua mente. Non passare l'esame pratico così tante volte era già stato doloroso, ma non passare la prova teorica sarebbe stata davvero una tragedia...
Punto. I rintocchi dell'orologio da parete ruppero il silenzio carico di tensione proprio quando Fumito pose il punto all'ultima domanda. Lasciò i fogli davanti a se, permettendosi adesso di recuperare fiato.


Non ho potuto rileggere le domande e ad alcune ho risposto davvero di fretta... Non può andare male anche questa volta, non nella prova teorica...
 
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view post Posted on 5/10/2014, 14:27     +1   -1

Solo chi assapora la morte, può gustare appieno la vita

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Parlato Sukui


OFF//Eccocci qua. Scusate il ritardo ^^

C’ era principalmente silenzio in quell’ ampia aula. L’ unico rumore che poteva sentirsi era quello delle penne che calcavano sui fogli ad un ritmo irregolare. Chi aveva entrambe le mani nei capelli, evidentemente sopraffatto dalle domande. Chi poneva la penna fra le labbra nel frattempo che dava energia a tutte le sue facoltà mentali. E chi cercava di copiare dal vicino; ecco fu proprio a queste persone che andò peggio, venivano immediatamente fulminate da Hisaru uno degli shinobi esaminatori (quello segnato dalla cicatrice) che stava appoggiato alla cattedra, non appena scorgeva qualche irregolarità, con una precisione chirurgica e con una velocità appunto fulminea, freddava in un colpo solo i trasgressori delle regole. Questi ultimi, privi di sensi, venivano sollevati di peso, e trasportati istantaneamente con gesto che sembrava un vero e proprio teletrasporto da Sukui, il secondo Sensei che girava tra i banchi.

Gli esaminatori davano così prova delle loro abilità, non risparmiando nessuno e rendendo l’ atmosfera carica di tensione psicologica ma anche elettrica. L’ utilizzo delle diverse tecniche di Raiton aveva caricato l’ aria; tanto che i neon sul soffitto si spegnevano e si accendevano ad intermittenza.
Terminata l’ ora a disposizione, tutti furono invitati a fermarsi, poggiare le penne sul banco e consegnare i fogli a Sukui che passava tra le file. Un semplice invito fu sufficiente, in quanto accompagnato dall’ autorità che derivava dalle manifestazioni mostrate in precedenza dai Sensei.
Hisaru si apprestò a correggere i compiti mentre Sukui spostava i banchi di lato per fare più spazio possibile. I test erano più di 80, ben 20 degli esaminandi erano stati già eliminati perché sorpresa a copiare, le loro membra erano adagiate ed ammassate tutte insieme in un angolo. La scena era alquanto macabra, parevano un mucchio di cadaveri, in alcuni rievocava il ricordo della guerra contro Watashi. Finalmente Hisaru prese la parola:

“Allora…i nomi che leggerò sono quelli degli studenti promossi; tutti gli altri sono pregati di posizionarsi di lato, ma non lasciate la stanza!...Hisashi Matsuda e Fumito Mamoru. Beh…un po’ pochi, mi sa che questa volta Kumo ne risentirà! Soltanto due ragazzi hanno l’ intelligenza adatta per essere ninja….e ancora non siamo giunti alla parte pratica”.

I due studenti nominati rimasero gli unici in mezzo alla stanza, l’ imbarazzo si poteva palpare. Gli sguardi dei due Sensei erano penetranti, le frecciate di odio ed invidia lanciate con gli occhi da tutti gli altri esaminandi bocciati. Come se non bastasse, Sukui, girava continuamente intorno a loro, con le mani incrociate dietro la schiena, li scrutava dalla testa ai piedi; era chiaro che la valutazione era cominciata. Poi con tono sprezzante si rivolse al collega:

“Che ne dici Hisaru….secondo te questi qua possono essere genin? Se lo meritano? Ma li hai visti bene? Uno di loro poi, non ha nemmeno il fisico per reggere un pugno. Che ne dici proviamo…”.

Le parole potevano essere udite da tutti. La presa in giro ed il disprezzo furono pubbliche, si vedeva che l’ intento era quello di svergognare ed umiliare i candidati al rango di genin. Alla vista di Fumito poi, la cosa fu rimarcata ancora di più .

“Fermati Sukui! Procediamo come abbiamo deciso!". Con un tono che denotava maggiore autorità e lasciava intuire chi fra i due fosse veramente il leader, blocco l’ offensiva dell’ altro, poi gurdò fisso i giovani: “E ora ascoltatemi! Come vi abbiamo già detto questo esame non sarà una passeggiata e ve ne accorgerete presto. Al mio via comincerà l’ esame pratico ed inizieremo ad attaccare fisicamente tutte le persone qui presenti, i vostri compagni non ce l’ hanno fatta. Voi due dovrete fare di tutto per impedirlo, naturalmente non potrete salvare tutti, ma tra di voi supererà l’ esame soltanto chi difenderà meglio e più persone. PRONTIIII VIA!”.

Alle parole del Sensei, tutti raggelarono nella stanza, almeno inizialmente vi fu un blocco psicologico generale. Il tempo sembrò essersi fermato, come se non scorresse. Poi un fremito seguito istantaneamente da un fuggi fuggi totale. C’ era chi urlava e chi imprecava. Alcuni tentarono addirittura di difendersi sfoderando shuriken e kunai. Hisaru e Sukui si muovevano rapidissimi, parevano avere le stesse abilità, e passarono in rassegna tantissimi studenti, ovviamente senza colpirli a morte. Ignoravano però i due quasi genin posti al centro della stanza e costretti ad assistere a scene di violenza continua.
 
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Zadawi
view post Posted on 8/10/2014, 17:04     +1   -1




Al fine dell’esame gli studenti furono invitati a poggiare le loro matite sul banco e di consegnare gli esami a Sukui che sarebbe passato tra le file. Una volta raccolti tutti i compiti, Hisaru cominciò a correggerli. Nel frattempo il collega liberò la stanza dai banchi che precedentemente sono stati usati dagli alunni. C’erano suppergiù 80 alluni che avevano eseguito il compito, ma una ventina erano già stati puniti per aver copiato. I loro corpi svenuti erano stati gettati in un angolo creando uno spettacolo macabro e orribile. Hisashi non approvava quello che gli esaminatori stavano facendo, ma non provava nemmeno a ribellarsi per paura di essere punito come gli altri. Una volta che Hisaru corresse tutti gli esami, i due esaminatori chiesero a tutti gli studenti di mettersi di lato qualora non venissero chiamati, cioè se non superavano l’esame.

-Hisashi Matsuda, Fumito Mamoru.-

Questi furono gli unici nomi pronunciati da Hisaru. I due studenti provavano un forte imbarazzo per essere rimasti soli al centro della sala, quindi sotto l’attenzione di tutti. Qualche commento di dispregio per tutti gli altri ragazzi vennero pronunciati dagli insegnanti, che ne frattempo esaminavano ogni particolare dei due esaminandi promossi. Dopo moltissime occhiate date ai loro corpi Sukui cominciò a prendere in giro e a disprezzare i due ragazzi al centro della stanza. Hisashi sentiva dentro se una forte rabbia che cresceva verso gli esaminatori per tutto quello che stavano facendo, ma come prima non avevano il coraggio di muovere un dito. Esaminò molto Fumito quasi provando compassione per lui perché era già stato bocciato, anche se aveva avuto il maggiore voto nell’esame teorico. La determinazione che Hisashi aveva acquisito prima dell’esame cominciava a calare per la pressione che creavano gli esaminatori. Nel frattempo provava a guardare a Sakiko che era stata bocciata come molti altri, ma a suo dispiacere lei si trovava alle sue spalle e non poteva girarsi. Dopo che Sukui si prese gioco degli studenti per abbastanza tempo, Hisaru gli ordinò di fermarsi. Dopo aver detto questo cominciò con un tono autorevole a spiegare come doveva essere eseguito l’esame pratico. Disse che come gli era già stato detto precedentemente all’esame, quest’ultimo non sarebbe stata una passeggiata. Per l’esame pratico, infatti, i due esaminatori avrebbero colpito gli alunni bocciati. A queste parole tutti quegli alunni messi di lato iniziarono a contestare, a Hisashi cominciò a battere forte il cuore, non avrebbe mai pensato che un esame possa essere così crudele. Hisaru sembrò ignorare le suppliche degli alunni intorno continuando a spiegare: i due alunni promossi avrebbero dovuto fare di tutto per salvare più persone possibili, ovviamente non potevano essere salvati tutti. Una volta che l’esaminatore pronunciò la parola “via” entrambi cominciarono ad attaccare diversi alunni senza ucciderli. Per un attimo Hisashi non seppe cosa fare, si girava intorno a se, confuso com’era non riusciva a ragionare. Si ricordò improvvisamente che dietro di se si trovava Sakiko da sola e ancora scoraggiata per essere stata bocciata, in effetti gli alunni non dovevano sopportare solamente il peso di essere sotto attacco da shinobi esperti, ma erano già giù di morale per essere stati bocciati. Sakiko cadde sulle ginocchia facendo cadere delle lacrime sul pavimento di legno.Hisashi corse da lei e si inginocchiò:-Così non potrai mai diventare una shinobi, adesso alzati e seguimi.- Sakiko si asciugò le lacrime fin quando Hisashi la prese per mano e la incitò a correre. La portò dove si concentrava la massa maggiore degli alunni impauriti e in cerca di fuga, ma non la lasciò andare. Il ragazzo ordinò a tutti di stare in silenzio perché con quel boato assordante non si sarebbe risolto nulla, ma nessuno sembrava accorgersi di lui. Allora Hisashi già arrabbiato per le crudeltà commesse dagli esaminatori prese un banco che era stato posto di lato dall’esaminatore e lo scaraventò sul terreno spaccando il pavimento. Così facendo attirò l’attenzione:

-Ragazzi non siamo qui per urlare o spaventarci, dimostrando così di essere solo dei bambini che hanno bisogno di protezione. Oggi siamo obbligati a combattere, o quanto meno a scappare… Ricordate che noi siamo in maggioranza e che se ci concentriamo e pensiamo non potranno nemmeno toccarci! Quindi ora proviamo quantomeno a scappare, stiamo tutti uniti e dirigiamoci verso la porta. Se riusciamo a bloccarli qui dentro avremo un po’di tempo per scappare.-

Capisco benissimo la loro paura, anche io ne ho, ma non posso mostrarla.

Edited by Zadawi - 8/10/2014, 19:48
 
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Onion Knight
view post Posted on 9/10/2014, 01:27     +1   -1




L'esame era concluso e alcune dozzine di spaesati studenti si erano accumulati al centro della stanza, liberata dai banchi in cui avevano svolto la prova. I ragazzi sorpresi a copiare erano invece privi di sensi e abbandonati in un cumulo di corpi inermi in un angolo della stanza. Fumito osservava i corpi dei suoi coetanei provando sentimenti contrastanti: associando inconsciamente a loro i compagni di classe che si erano tanto presi gioco di lui, sentiva il velato piacere che la rivincita e la vendetta possono far provare, contrastato dal naturale ribrezzo che un atto di violenza tanto inutile e gratuita avrebbe causato in qualunque essere umano.
Ma i risultati giunsero prima che Fumito potesse sondare meglio questi suoi sentimenti, ricordandogli che quello era ancora un esame e il suo futuro era ancora in gioco. In poco tempo i nomi di coloro che avevano superato l'esame furono rivelati. Come Fumito si aspettava, il suo nome era fra quelli che avevano superato l'esame, ma scoprire che solamente un altro studente era riuscito a superare quella prova fu di certo inaspettato: gli era sembrata una prova impegnativa, se confrontata con quelle già affrontate in precedenza, ma non si era reso conto che lo fosse così tanto.


Tipico dei ninja di Kumo. Contano solo i muscoli...

E proprio uno dei due esaminatori confermò questo suo pensiero quando valutò le loro possibilità: con occhiate disgustate ai loro fisici ancora acerbi soffermandosi sul piccolo Fumito e sul suo fisico mingherlino, sottolineò quanto fosse distante da quello del tipico ninja di Kumo.
Il giovane studente, ormai quasi per istinto, abbasso lo sguardo al pavimento, stringendo i pugni e mordendosi il labbro inferiore: colpevole di essere un ninja senza averne il fisico, marchiato come debole, un illuso che insegue un sogno che non gli appartiene e al quale l'appartenere ad una famiglia ninja lo costringe. Forse sarebbe stato meglio nascere in una famiglia di non ninja, senza aspettative gravanti sulla sua testa e senza un destino già scritto. Ma i desideri non avrebbero cambiato la realtà e non gli rimaneva che dimostrare il grande valore, differente da quello che si potrebbe intendere dai canoni di Kumo, che il suo corpo mingherlino nasconde.
I discorsi fra i due insegnanti, interruppero però i suoi pensieri. Se i metodi usati con coloro che avevano copiato erano poco ortodossi, le modalità dell'esame pratico lasciarono per un attimo Fumito a bocca aperta: la prova consisteva infatti nel proteggere gli studenti che non erano riusciti a superare la prova dalla furia degli esaminatori, che avrebbero cercato di colpirli per metterli fuori gioco. In pochi attimi la strage ebbe inizio e i due insegnanti si lanciarono contro coloro che fino a poco tempo prima erano stati loro studenti, passandoli in rassegna e privandoli, uno dopo l'altro, dei sensi.
Hisashi fu il più reattivo fra i due promossi e immediatamente si avvicinò a quella che agli occhi di Fumito era la sua amica o qualcosa di più, per rincuorarla, spronandola ad alzarsi e a combattere, e allo stesso tempo assicurarsi di proteggerla. Fumito era ancora fermo al centro della stanza, quando il giovane Matsuda cercò di richiamare i tanti studenti alla ragione, mostrando di avere le capacità necessarie per un leader. Il suo richiamo destò anche Fumito dall'incredulità in cui era piombato, che immediatamente corse verso di lui, continuando a guardarsi attorno in cerca di una soluzione. Certamente avvicinarsi alle porte e riunirsi nello stesso punto avrebbe aiutato a minimizzare i danni, permettendo loro di coprirsi le spalle l'un l'altro, ma se anche fossero riusciti a scappare dall'aula, era necessario fermare i due sensei o li avrebbero raggiunti e finiti in poco tempo. E le risposte stavano nell'ambiente attorno a lui, ne era certo.
Rimase qualche secondo fermo accanto a Hisashi, con la lingua che faceva capolino fra le due labbra sottili senza rendersene conto, quando un calo di corrente di uno dei neon gli suggerì come era possibile contrastare i suoi avversari. La foga del momento lo portò ad afferrare Hisashi per il colletto e a farlo voltare, così da potergli annunciare la propria idea, salvo poi rendersi conto di quanto aggressivo potesse essere risultato il gesto ai suoi occhi e alimentando la sua insicurezza.


Hisashi! Ehm... Scusami, non volevo... Ma credo di avere una idea...

Indicò il soffitto, facendogli notare la luce insicura del neon.

I due sensei hanno usato fin troppa elettricità, caricando l'aria... Possiamo sfruttarlo se non ho sbagliato i miei calcoli. Dobbiamo bagnare i loro abiti con alcune ninjutsu d'elemento acquatico. Una volta diventati conduttori d'elettricità, una ninjutsu elettrica dovrebbe folgorarli... O almeno spero. Io posso distrarli, ma non ci riuscirò per molto, trova qualcuno che sappia utilizzare queste tecniche... Dobbiamo tentare con ogni risorsa a nostra disposizione.

Fumito si allontanò quindi da lui, così da allontanare anche l'attenzione degli insegnanti.

Combattete direttamente con noi... Bastardi! E voi vi credete davvero ninja di Kumo? Attaccare i vostri studenti, vergogna!

Sperò che quello che aveva detto bastasse ad attirare l'attenzione, nonostante fosse consapevole di quanto quelle minacce potessero risultare ridicole, pronunciate da un ragazzino come lui, ma ormai era in gioco e l'istinto, diventato più veloce del pensiero, lo spinse ad afferrare uno dei suoi spiedi per lanciarlo contro Hisaru, che si preparava a colpire una giovane studentessa dalla pelle scura. Mentre l'arma era già in volo, realizzò quante poche possibilità potesse avere contro un ninja di quel livello e che aveva affrontato la grande battaglia contro Watashi. Figurarsi con due.

Oh Kami, cosa ho fatto?

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Edited by Onion Knight - 9/10/2014, 14:43
 
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view post Posted on 12/10/2014, 15:46     +1   -1

Solo chi assapora la morte, può gustare appieno la vita

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La situazione stava degenerando sempre più. A occhio e croce erano passati diversi minuti dall' inizio dell' esame pratico. I due Sensei sembravano come due belve in un arena, feroci ed implacabili non guardavano nemmeno chi si trovavano davanti, non risparmiavano nessuno. Con sadica violenza colpivano ripetutamente gli studenti, alcuni di loro inermi si lasciavano andare nelle parti intime, oppure gridavano in preda al panico. Il terrore regnava, seminato continuamente, quasi ad ogni tecnica o colpo degli esaminatori.

Questi ultimi sembravano perfettamente sincronizzati. Non sbagliavano un colpo e andavano sempre a segno, ad un occhio attento sarebbe risulato evidente che seguivao una sequenza prestabilita, quasi sempre la stessa. Muoversi rapidi e spuntare davanti alla vittima designata, colpirla alle gambe o direttamente al volto per stordirla e poi infierire su di essa.

Se la "preda" si trovava vicino ad un muro, la strategia di attacco cambiava. Non appena lo shinobi vi si poneva di fronte, come un fulmine che cade dal cielo, l' afferrava con potenza sbattendola poi sulla parete, solo a questo punto iniziava a colpire con costanza in diversi punti del corpo. Erano così veloci che non si potevano prevedere le loro prossime vittime.

Nonostante ciò, dopo attimi di incredulità, i due studenti promossi reagirono prontamente. Ma i loro sforzi erano inutili. Come poteva accadere una cosa simile? Sembrava tutto così irreale. Sembrava un incubo.


OFF// Gli indizi ci sono....dai. Attenti al metagame ^^
 
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Zadawi
view post Posted on 16/10/2014, 21:02     +1   -1




Hisashi provò ad aprire la porta per uscire da quella stanza, purtroppo quella non si muoveva di un millimetro nemmeno con quattro persone che tentavano di sfondarla. Il ragazzo si accorse che il suo unico compagno promosso lanciò uno dei suoi spiedi verso un esaminatore in attacco. Hisashi si preoccupò cominciando a correre verso Fumito, pensando che gli esaminatori avessero attaccato entrambi gli studenti dopo quella provocazione. Con grande sorpresa dei due ragazzi l’esaminatore non degnò di uno sguardo quello spiedo non andato a segno. Molti ragazzi all’interno di quella stanza maledetta continuavano a urlare, altri invece si erano rassegnati, Sakiko era accovacciata su se stessa piangendo a causa della paura che provava. Hisashi tendeva sempre a starle accanto mentre cercava di raggruppare tutti gli altri ragazzi. Andando a convincere un ragazzo impaurito e isolato a inserirsi nel gruppo, Hisashi si rese conto troppo tardi di trovarsi nella traiettoria dell’esaminatore, stringendo i denti e strizzando gli occhi con forza si preparò a ricevere un potente attacco. L’esaminatore, invece, per la seconda volta ignorò il ragazzo. L’allievo si avvicinò al compagno per descrivergli cosa era successo.

Fumito! Hai visto? Non ti sembra che da quando è iniziato tutto gli esaminatori eseguono sempre gli stessi movimenti? Guardali con attenzione, non si incrociano mai fra di loro e ignorano ogni cosa che facciamo noi due… Riesci a notare qualche errore di cui possiamo approfittare?

Notando questo ai due giovani ragazzi tornò un po’ di calma, Fumito rifletté a lungo sulle informazioni fornite da Hisashi. Quest’ultimo provava ancora a mettersi nella traiettoria degli esaminatori o a intercettare i loro movimenti per raccogliere più informazioni impossibili, ma senza buoni risultati: le lamentele continuavano a udirsi, i pianti e le urla di dolore erano sempre più forti, e i corpi privi di sensi continuavano ad aumentare. Quasi tutti i presenti all’interno della stanza ebbero la stessa sorte, anche Sakiko. Hisashi provò in qualunque modo a proteggerla, ma fallendo in tutti i modi; Hisaru continuava a colpirla, e il giovane Matsuda non riusciva a fermarlo. Dopo che Sakiko perse i sensi e l’esaminatore si allontanò, Hisashi, provando angoscia e sofferenza per quello che era successo alla sua compagna, e trattenendo a stento il pianto, si avvicinò un’altra volta a Fumito.

Dobbiamo porre fine a questa storia… Hai avuto qualche idea?

Edited by Zadawi - 18/10/2014, 18:23
 
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Onion Knight
view post Posted on 19/10/2014, 12:05     +1   -1




Lo spiedo lanciato da Fumito fendette l'aria facendosi largo verso il braccio del professore che si stava preparando per colpire un'altra delle sue vittime. La mira sembrava essere perfetta, ma inspiegabilmente l'arma mancò leggermente il braccio, conficcandosi ritta su una delle pareti.
Fumito rimase a fissare il braccio incredulo: nonostante avesse mancato il braccio dell'esaminatore, l'arma era completamente nascosta dall'arto alla sua vista, segno che la traiettoria di lancio era perfetta. Tutto diventava sempre più strano in quella stanza, dagli esaminatori che mettevano fuori gioco i loro studenti a quest'ultimi che invece di tentare una reazione compatta continuavano a scappare a destra e a manca. I suoi dubbi vennero avvalorati dalle parole di Hisashi che, avvicinatosi, gli fece notare come i maestri si muovessero in modo compatto, con lo stesso schema di movimento e di attacchi.
Fumito rimase qualche secondo a pensare, confidando che Hisashi sarebbe riuscito a proteggere il resto degli alunni nonostante la disperata situazione in cui si trovavano. Troppe stranezze, troppi eventi irreali e scemi improbabili...

Un illusione? Ma certo! Sembra l'unica spiegazione possibile!

Nel frattempo uno dei due esaminatori si era già lanciato all'attacco dell'amica di Hisashi, che invano aveva tentato di proteggerla. Lei giaceva a terra come i tanti altri studenti, mentre il giovane studente, preoccupato tornò da Fumito nella speranza che avesse già una risposta.

Ehm, ci ho pensato... Non ne sono sicuro, ma potrebbe essere una illusione. E' tutto troppo perfetto per essere reale, lo hai visto anche tu. Dobbiamo provare a liberarci.

Fumito concentrò quindi il chakra nel suo sistema nervoso, bloccando per alcuni secondi l'affluenza al cervello. Il velo di quell'illusione sarebbe dovuto crollare, mostrando la realtà che li attendeva oltre.


<genjutsu> - Tecnica della liberazione - “Il ninja ferma il proprio flusso di chakra per un istante, quindi lo rilascia tutto in una volta con una potenza esplosiva per eliminare il chakra avversario all'interno del proprio corpo, come un fiume in piena che trascina via con sé tutto quanto. Questa tecnica viene utilizzata per respingere e quindi liberarsi da una Genjutsu appena effettuata dall'avversario.
Nel calcolo, l’ eff si aggiunge alla stima della difesa [Res base*moltiplicatore + Chk + Eff liberazione + assorbimento(Res/5)]; se il ninja non si para dalla Genjutsu nel turno corrente [ovvero quello nel quale cerca di difendersi] rimarrà sotto effetto di quest'ultima.”[Usabile anche su un alleato].
Liv 1: [Res*1,1][Chk: 40][Eff: +50]

[Chk: 40+20][Efc:38*1,1+20+50+38/5=116,7]
[stm:69-3=66]
 
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